La sera sostituì presto il tramonto. Le guardie di ronda, più numerose che dei tempi di pace, compivano il loro dovere con animo sereno e quasi di piacere per come era terminato il giorno. L’aria del fortino era frizzante e odorava fortemente di foresta. A man a mano che l’oscurità della notte aumentava, il cielo si popolava di miriadi di stelle e la luna si illuminava sempre di più dall’alto del suo trono celeste. Quel breve momento di sollievo si trasformava per chi era di ronda in un ansimare angoscioso, appena la vista puntava le fiaccole nemiche disposte regolarmente fuori dalle mura. Alimentato dal prestigio delle tenebre, il campo nemico sembrava mille volte più grande. Cercavano allora di reagire pensando a futuri scenari di pace, che includevano gli amori, la famiglia e le amicizie. Fra di essi di tanto in tanto si potevano udire storie allegre e colorite. Quasi non pareva aria di guerra.
<<Eruner ho bisogno della vostra collaborazione!>> si sentì dire l’elfo.
Eruner era seduto con le gambe penzoloni sopra un cumulo di fieno, intento a contemplare il cielo con in braccio il piccolo drago bianco.
<<Ser Gianlù volete una mia collaborazione? Di cosa si tratta?>> domandò Eruner.
<<Una missione importante, decisamente>> rispose il Vassallo.
<<Vi ascolto>> disse l’elfo mettendosi in piedi.
<<Grazie all’azione di Alkor e Rhetar siamo riusciti ad arrivare fino a questo punto. È notte e i nemici sono abbastanza vulnerabili. Siamo io, voi e Kreit. Il piano è semplice, bisogna catturare il principe Rufus>> spiegò sintetico ser Gianlù.
<<Capisco, quindi questo è il momento. Avete avvisato gli altri?>> chiese l’altro.
<<Si sanno di ogni cosa e si terranno pronti ad aprire e chiudere il portone>> chiarì ser Gianlù.
<<Con un principe in mano nemica, nessun generale di buon senso ordinerebbe l’attacco. Me ne ero dimenticato, ma alcuni giorni fa ne faceste accenno>> disse Eruner scrollandosi il fieno dai pantaloni.
<<Bene prepariamoci>> concluse il Vassallo.
I due passarono a trovare Alkor nel palazzo, per vedere come si sentiva. Rimasero per un bel po’, poi uscirono. Eruner affidò il suo piccolo drago all’amico Alkor. A pochi passi dalle fucine, Gianlù ed Eruner trovarono Kreit che li attendeva con dei vestiti neri e dei passamontagna.
<<Sembra quasi che ci accingiamo a derubare qualche ricco nobile>> disse scherzoso Gianlù.
<<Per la verità è il nobile a venir rubato, non le sue cose>> disse sorridente Kreit.
<<In effetti si va a delinquere eh eh eh>> aggiunse Eruner.
<<A fin di bene eh! Non sia mai che un Vassallo rapisce un povero innocente>> disse Gianlù togliendosi gli equipaggiamenti rumorosi.
<<Rufus è talmente innocente e povero da far schifo>> disse retorico l’elfo.
<<Avete finito?>> domandò Kreit.
<<Si abbiamo finito, tocca a voi>> rispose Eruner completamente vestito di nero.
<<Si Kreit, vi potete cambiare adesso>> assicurò ser Gianlù con la saliva alla bocca.
<<ehm ehm uscite fuori ragazzi. O preferite che vi ci porti io per le orecchie?>> pronunciò Kreit.
<<Ma dai! Un Vassallo quando è al lavoro rimane quasi disinteressato alle donne>> dichiarò il Vassallo.
<<Avete detto quasi, uscite fuori>> ribadì Kreit accompagnando i due fuori alla fucina a suon di schiaffetti e piccoli strattoni.
Kreit chiuse sbattendo la porta delle fucine.
<<Che caratterino… Dai Eruner sarà per un'altra volta!>> disse Gianlù scompigliato.
<<Ah ah ah ah>> rise raramente di gusto Eruner.
<<Ahaa come mi manca l’Harem!>> dichiarò il Vassallo.
<<A proposito, ma è vero che ci sono donne la dentro? Cioè nel Regno, con tipi come il Sommo Ostri e Ikarus permettono di tenere un simile locale?>> disse Eruner sommergendo di domande l’altro.
<<Embè che c’è di male? Unica cosa malvagia è che vige la regola guardare, ma non toccare… è frustrante, ma eccitante e bello allo stesso tempo>> rispose ser Gianlù.
<<Pareva strano… >> affermò l’elfo.
<<Poi in massima parte sono danzatrici e inservienti>> disse il Vassallo.
<<So che non hanno abiti>> sostenne Eruner cercando di non sembrare interessato.
<<Dicerie, purtroppo. Anche la più scoperta di loro ha veli e indumenti intimi… che a dir il vero lasciano poco spazio alla fantasia>> disse di nuovo con la saliva alla bocca il Vassallo.
<<Allora, mi spaccerò per Vassallo!>> esclamò l’elfo.
<<Si, si, proprio così. A Genoveffa non sfugge niente e vi ridurrebbe in polpette>> disse ser Gianlù smontando il piano di infiltrazione di Eruner.
<<Genoveffa? Chi è?>> domandò Eruner distorcendo il muso.
<<La guardiana dell’har…>> disse interrompendosi Gianlù.
<<Sono pronta. Come sto?>> domandò Kreit uscendo dalle fucine mettendosi in posa.
<<Stai bene, infatti sei pronta per farci un balletto!>> disse canzonatorio Eruner.
<<Uh hmm>> imbronciò l’altra.
<<Ah ah ah ah Kreit con questa fame che ti farei! Su ragazzi, in marcia… vorrei dire di soppiatto>> disse il Vassallo incitando gli altri due a iniziare la missione di cattura.
Gianlù, Eruner e Kreit si fecero aprire le porte e i cancelli del fortino da Black Drake e un drappello di soldati. I tre uscendo vennero in pochi istanti inghiottiti dall’oscurità della notte. Oltrepassarono l’area della palizzata e discesero fossato, evitando di adoperarsi delle tavole di legno nascoste tra le palanche.
Una volta giunti sul lato opposto, si abbassarono alla vista di una moltitudine di fiaccole aggirarsi nella foresta ovest. I tre d’istinto si lanciarono a terra nell’erba alta, per poi domandarsi cosa stesse succedendo.
Ipotizzarono un’ispezione a seguito dell’attacco del Balor.
Non potendo proseguire verso la foresta ovest e rischiare di essere scoperti, facendo allarmare il nemico e fuggire la ricca preda, Gianlù e i suoi due aiutanti ritornarono rapidamente nel fossato. I tre proseguirono il percorso nel fossato, fino ad arrivare alla porzione nord dello stesso.
Il Vassallo e l’Aspirante Vassallo sollevarono Kreit, consentendogli di sbirciare l’accampamento nemico.
Data una rapida occhiata la maga diede un ragguaglio agli altri due compagni della situazione ivi di fronte.
<<L’accampamento è sorvegliato in lungo e in largo su questo lato. Ci sono numerosi gruppi ben armati di soldati, supportati da alcuni cavalieri>> espose brevemente Kreit.
<<La tenda del principe sembrerebbe irraggiungibile>> disse Gianlù raspandosi la barba incolta.
<<Ci deve essere un modo, non possono coprire tutto lo spazio scoperto>> disse Eruner.
<<Infatti, non possono>> affermò il Vassallo.
<<Avete qualche idea?>> domandò l’elfo.
<<Hmmm. Avranno concentrato sicuramente il controllo sui lati dell’accampamento, che protendono verso il fortino e le foreste ai lati. Penso che sul lato nord dovrebbe essere più semplice>> rispose ser Gianlù.
<<Ammesso che, riusciamo ad entrare e arrivare fino alla tenda del principe e catturarlo. Come faremo a uscire senza farci circondare e combattere?>> domandò Kreit.
<<Non dovrebbe essere difficile, zittiremo il principe alla vecchia maniera… un bel colpo secco. Poi ripercorriamo il percorso al contrario>> rispose questa volta Eruner.
<<Esatto>> concordò il Vassallo.
<<Semplice>> proferì la maga.
I tre si avviarono nella porzione angolata del fossato, di fronte alla foresta est. Accertatosi di non essere visti i tre saltarono fuori dal fossato e con una corsa rapida si lanciarono nella foresta est, libera dalla presenza dei soldati nemici a differenza della foresta ovest battuta palmo a palmo per gran part della sua estensione.
Percorsero più di cinquecento passi raggirando l’accampamento e portandosi a nord di esso.
Gianlù, Eruner e Kreit favoriti dall’oscurità si spostarono a tratti da un cespuglio e un cumulo di pietre all’altro.
Intanto sul lato della foresta ovest, gli uomini di Rufus erano intenti ad abbattere alcuni alberi e a lavorare il legno ricavatone. Il Gen. Aetius visionava l’operazione in prima persona, senza delegare la direzione delle operazioni a nessun altro suo sottoposto.
<<Come procedono i lavori?>> domandò il principe Rufus.
<<Eh?>> si voltò un sottufficiale.
<<Coff coff! Ho detto, come procedono i lavori?>> domandò di nuovo il principe.
<<Ehm bene sua maestà… ma avete preso freddo? Vi ho anche sentito tossire>> disse preoccupato l’uomo.
<<Niente di preoccupante, continuate il vostro lavoro>> disse il principe Rufus.
<<Si, mio signore>> rispose il sottufficiale.
<<Aetius, io ritorno alla mia tenda, per domani deve essere tutto pronto!>> ordinò il principe.
<<Non si preoccupi maestà>> rispose brevemente il generale.
Il nobiluomo si allontanò dal suo ufficiale e dal grosso delle truppe, per procedere verso la tenda personale.
Gianlù, Eruner e Kreit avevano visto la scena nascosti dietro alcuni barili.
<<Non ci deve sfuggire!>> disse a bassa voce ser Gianlù.
I tre si spostarono rapidamente da una tenda all’altra evitando le guardie e tenendo controllato a vista il principe. Rufus, passato alcune tende ordinarie, arrivò alla propria e fastosa tenda personale; vi entrò.
Gianlù, Eruner e Kreit poco dopo entrarono anch’essi nella tenda principesca.
Rufus era di spalle, intento a distendersi sul comodo lettino, quando Gianlù arrivandogli addosso lo voltò di scatto, pronto a tramortirlo.
<<Eeeeeh>> si lamentò l’aggredito, proteggendosi goffamente il viso.
<<M-ma questo non è il principe!>> esclamò il Vassallo.
<<Che cosa?!>> disse stupita Kreit.
<<Dannazione è una sporca trappola!>> disse Eruner.
Improvvisamente la tenda del principe venne lacerata su tutti e quattro i lati da una moltitudine di lame affilate, rimanendo intatta solamente nella parte superiore. Dagli squarci entrarono decine di arcieri e cavalieri ordinari, seguiti dal Gen. Aetius e quattro alti ufficiali. Il soldato vestito da principe, lasciò cadere mantello e cappello piumato per battere immediata il ritirata, evitando di essere coinvolto nella trappola.
<<Questo generale non è affatto uno sprovveduto>> dichiarò ser Gianlù voltandosi verso il generale.
<<Cosa siete mercenari? Mi ricordo di voi, eravate con il comandante Metellius!>> notò il Gen. Aetius.
<<Non ha importanza chi sono, generale. Ero venuto per il principe Rufus>> rispose a tono il Vassallo.
<<Il principe Rufus è al sicuro, lontano da voi pezzenti. Adesso rimpiangerete di essere venuti al mondo. Uomini catturateli, se oppongono resistenza uccideteli senza pietà!>> disse drastico il generale.
Gli arcieri tesero l’arco e i cavalieri puntarono le loro lance verso gli intrusi, i quali si erano posti spalla a spalla al centro della tenda. Eruner frappose la sua spada al nemico, mentre Kreit impugnò il suo bastone magico. Ser Gianlù rimase fermo a riflettere, con la spada rivolta con la punta a terra.
<<Qui si mette male>> disse Kreit.
<<Imprevisti del mestiere, cara Kreit>> affermò Eruner.
Lo sguardo di Gianlù sfrecciava da un capo all’altro della tenda, filtrando tra i numerosi soldati nemici, quando ad un tratto il Vassallo si abbassò di scatto con la spada portata dietro la schiena.
<<Solo alla morte non c’è soluzione!>> esclamò ser Gianlù.
Di scatto gli arcieri e i cavalieri puntarono Gianlù, mentre Eruner e Kreit si abbassarono lentamente dietro al compagno.
<<Cosa state aspettando? PRENDETELI!>> esortò il Gen. Aetius.
<<ADESSO!>> gridò Gianlù.
Il vassallo fece un forte balzo e scagliò la propria spada come un potente boomerang. Una sorta si sega circolare troncò i quattro paletti di sostegno della tenda, facendola crollare su tutti quanti.
Gianlù, Eruner e Kreit si liberarono immediatamente della stoffa tagliandola da sotto e fuoriuscendo presero a correre più forte che potevano nella boscaglia.
Il generale e i suoi uomini si dimenarono come pazzi sotto il largo tessuto impermeabile della tenda, fin quando lacerandolo con le spade si liberarono anch’essi.
<<INTRUSI! A TUTTE LE UNITA’ CATTURATE QUEGLI UOMINI PRESTO!>> sgolò il Gen. Aetius incespicando nei resti della tenda.
Tutti gli uomini presenti sul luogo accorsero e si lanciarono all’inseguimento dei tre fuggiaschi. Nella caccia all’uomo si prestarono anche i reparti specializzati della cavalleria. I temutissimi DireniaKnight, quelli ancora operativi, galopparono come forsennati nella boscaglia ad est, dove Gianlù, Eruner e Kreit furono visti l’ultima volta prima di sparire.
<<Forza, forza correte… la missione è fallita, purtroppo. Accidenti ci sono addosso, correte!>> ripeté Gianlù fino all’estremo.
Gianlù corse tra la fitta vegetazione del sottobosco, saltando ostacoli e scalando piccoli cumuli di terreno. Voltandosi indietro poté vedere tante fiamme venirgli incontro, che avvicinandosi sempre più fino ad ammassarsi tingevano di rosso il bosco est.
Lo spettacolo di fiamme non passo inosservato dal fortino di Lugonoreum, alcuni Aspiranti Vassallo iniziarono a preoccuparsi per i tre compagni andati in missione.
Era una caccia spietata, alcuni nemici d’esperienza notavano ogni minimo dettaglio del terreno, dall’erba calpestata al terriccio mosso.
Braccati come si fa con la selvaggina, Gianlù, Eruner e Kreit si separarono con l’intenzione di dividere gli uomini di Rufus. Kreit evocò le sue ali blu e in poco tempo sparì dalla vista. La maga fece un rapido volo verso le mura di Lugonoreum ad avvisare i compagni.
I due uomini di Blue Dragon corsero più che poterono, ma i cavalli dei DireniaKnight erano troppo veloci.
Eruner tentò di scavalcare un albero, ma venne immediatamente intercettato da alcune frecce. Evitando per un soffio di essere colpito, tento di aggirare l’albero per sfuggire ad altri colpi, ma un calcio inaspettato lo scaraventò a terra.
Davanti all’elfo si era piazzato niente di meno che il forte ser Galvano, comandante dei DireniaKnight.
Eruner, senza perdersi d’animo, si armò della sua spada Sin Fein e flettendosi saltò in piedi.
Ser Galvano incalzò il giovane elfo a suon di fortissimi fendenti. Eruner constatò presto la superiorità fisica dell’avversario e non poté far altro che schivare gli attacchi, in quanto le parate erano molto faticose e parecchio dolorose. In un primo momento l’elfo fu tentato di scappare alla prima occasione, ma qualcosa glielo impediva, l’orgoglio. Il cavaliere compì uno scatto audace che lo portò a un palmo da Eruner. L’Aspirante Vassallo parò a stento un violentissimo ridoppio che lo sbalzò in aria e lo fece cadere fragorosamente al suolo. Ser Galvano con un rapido movimento di spada disarmò l’elfo e gli puntò la spada alla gola.
Ser Gianlù aveva percorso un lungo tratto della foresta fino a sbucare su uno spiazzo libero confinante con l’area circostante il fortino. Il Vassallo voltandosi indietro appurò di aver seminato gli uomini di Rufus e quando vide una creatura alata entrare nel fortino,capendo che si trattava di Kreit, scoprì che all’appello vi mancava Eruner. Ser Gianlù tornò indietro, e sentendosi colpevole per gli imprevisti non calcolati, si diede un forte pugno sul pettorale.
La punta della spada damascata sfolgorò minacciosamente alla luce delle fiaccole in avvicinamento. Era a pochissimi centimetri dal collo di Eruner, che interdetto osservava per la prima volta un suo rivale vincitore, e probabilmente sarebbe stata l’ultima. Ser Galvano sondò lo sguardo dell’elfo, un avversario che nonostante la difficile situazione non smorzò il suo profondo atteggiamento di sfida. Il cavaliere infoderò inaspettatamente l’arma.
<<Andatevene! Prima che giungano i miei uomini>> dichiarò Ser Galvano.
Eruner rimase sorpreso, un nemico che gli risparmiava la vita. L’elfo non riusciva a capire un tale atteggiamento; sulla base di quale motivo un duellante prima sconfigge il suo avversario poi lo lascia libero, quando poco prima questo avversario aveva tentato di rapire un suo superiore?
L’elfo era tormentato dal dubbio, intanto il resto degli uomini di Rufus erano quasi vicini.
<<Avete o no un minimo senso di sopravvivenza? Se non ve ne andate sono costretto a farvi prigioniero, con tutte le conseguenze che ne derivano>> disse il cavaliere.
Eruner si rimise in piedi e infoderò la sua spada.
<<Prima che vada, vorrei sapere il motivo che mi ha salvato la vita>> chiese Eruner.
<<Per onore>> rispose il comandante dei DireniaKnight.
<<Per onore?!>> ripeté sottovoce Eruner.
<<Io sono diverso dal mio generale e dal mio principe, io ho un codice da rispettare. Non potevo arrecar danno a una delle tante persone che hanno risparmiato la vita ai miei uomini. Oggi voi e i vostri pari avreste potuto in mille modi uccidere i miei uomini nei pressi del fossato, ma non l’avete fatto>> disse ser Galvano chiarendo il suo comportamento.
<<Capisco>> disse Eruner estraniandosi con lo sguardo per riflettere.
<<Ma, sappiate che questa è l’ultima cortesia che ci facciamo, da domani non risparmierò nessuno. Andate via di corsa e non voltatevi>> replicò il cavaliere.
Eruner riprese di nuovo la fuga. Pochi istanti dopo, il resto dei DireniaKnight e dei soldati passarono di fianco a ser Galvano sulle tracce di Eruner e degli altri, mentre il cavaliere si voltò di spalle e ritornò indietro.
Gianlù procedette in linea retta per il bosco, attraversando cespugli, sterpaglie e rovi. Superato una grossa roccia si trovò Eruner venirgli contro.
<<Dove eravate finito? Muoviamoci a tornare indietro, oramai la missione è fallita. Dobbiamo ritornare e studiare un nuovo piano>> disse ser Gianlù.
Eruner seguì l’amico senza fiatare.
I due uomini di Blue Dragon fecero rapido ritorno al fortino. Ser Gianlù capì che il genio militare del Gen. Aetius era fuori dal comune e che la strategia di vittoria adottata fin ora doveva essere rivista dall’inizio alla fine. Eruner invece era rimase inquieto. Eppure, malgrado i profondi turbamenti che lo affliggevano, cercò di riflettere: la sorte ci aveva messo poco a invertire i ruoli. Se quella freccia fosse stata scoccata, l’elfo sarebbe dovuto perire sotto la lama del cavaliere, che poco prima lo aveva sconfitto. Da un lato era contento di essersi salvato la pelle, dall’altro lato avrebbe preferito morire piuttosto che essere stato risparmiato, ed era combattuto sul fatto che avrebbe potuto colpire a morte il suo avversario dopo aver riposto l’arma, ma i valori appresi dai suoi pochi amici di Blue Dragon gli impedivano di agire in questo modo. Una cosa era certa, Eruner nelle ore seguenti non chiuse occhio.
Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.
Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate
Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
Cavaliere