00 04/05/2016 23:36
I due uomini di comando salirono rapidi le gradinate esterne alle caserme. Appena ebbero accesso alla passatoia delle mura, i due dovettero fare a piedi un lungo tratto, prima di giungere alla passatoia delle mura nord tra gli arcieri e i balestrieri. Gianlù e Metellius si affacciarono di nuovo dalle merlature murarie.
<<Cosa volevano quei folli?>> domandò DragonKnight avvicinandosi ai due uomini.
<<Solo fare una strage, speravano di prendersi il fortino a buon mercato e giustiziare la metà degli uomini qui presenti!>> ripose il comandante Metellius.
<<Ah una richiesta da poco… cose da pazzi>> replicò l’Aspirante Vassallo.
<<DragonKnight dite ad Alkor di tenersi pronto! Al segnale del falco! Prima di questo nessuna mossa azzardata, mi raccomando>> disse sintetico il Vassallo.
<<Come una saetta, glielo vado a dire!>> esclamò DragonKnight gambe in spalla.
Intanto dal lato nemico del campo di battaglia, il Gen. Aetius venne raggiunto dal principe Rufus e galoppando con i loro massicci destrieri, passarono da una parte all’altra degli schieramenti, impartendo ordini e incitando alla battaglia. Poi il tirannico Rufus si portò con il suo generale davanti e a centro dei suoi uomini.
<<COMANDANTE METELLIUS! VE NE PENTIRETE AMARAMENTE!>> sbraitò il principe.
Le parole di Rufus, benché urlate, si dispersero nell’aria, come granelli di sale in una saliera, arrivando sufficientemente alle orecchie degli avversari.
<<Staremo a vedere!>> disse fra i denti Gianlù, avendo preso la questione direna come un fatto personale.
<<Eccolo il vigliacco!>> esclamò Thor.
Poi il principe Rufus, impennando il cavallo, gridò forte: <<A MORTE I TRADITORI DI DIRENIA!>>
Nell’aria si levò, agghiacciante e abbastanza vicino, il minaccioso grido di guerra dei soldati dell’Aquila Trionfante. Gonfaloni e Vessilli vennero agitati come le onde dal vento. Le seconde cinque fila di soldati di ogni reparto retrocedettero alle catapulte, passando attraverso le fila di arcieri, mentre le prime cinque fila retrocedettero al posto delle seconde tra i trabucchi. I soldati arrivati alle catapulte, si divisero ulteriormente, una parte si adoperò per le pesanti macchine d’assedio, un’altra spostò le baliste.
<<Questa prima parte della difesa è la più dura da reggere! Fra non molto ci pioveranno addosso massi e quant’altro, tenetevi tutti al riparo. Voi arcieri quando è il momento, dovete dare il meglio di voi stessi, anche se non riuscirete a colpire nessuno, le vostre frecce devono fungere da diversivo! Mi sono spiegato?>> disse deciso Gianlù.
Tutti gli ufficiali e i capigruppo saltarono sugli attenti.
<<Adesso, voi tutti fate sentire a quelle due bestie il nostro grido di battaglia, devono capire che non ci faremo conquistare!>> esclamò il Vassallo.
Tutti gli uomini del fortino fecero sentire la loro unica voce, ma l’esercito di Rufus era già in azione.
I soldati attinenti al ruolo di genieri e di macchinisti, non tardarono a caricare le catapulte. Su ogni singolo braccio fu caricato un masso dal peso notevole di ben cento libbre.
Un silenzio innaturale precedette l’ordine di iniziare il fuoco, otto massi vennero scagliati al cielo con straordinaria potenza.
Il primo bolide di pietra colpì a una mezza altezza il muro di cinta, a seguire arrivarono gli altri massi, l’ultimo del primo tiro colpendo una merlatura per poco non prese due arcieri. Poi, l’ottavo masso urtò il muro nord del palazzo di Lumix, per poi precipitare nel corridoio sottostante tra l’edificio e le mura perimetrali.
I soldati del fortino iniziarono presto a impaurirsi, Gianlù, sempre con lo sguardo fisso sul nemico, sventolò nervoso la mano sinistra per invitare i suoi a mantenere la calma e di non abbandonare le postazioni.
<<AGGIUSTARE LA MIRA! AUMENTARE LA TORSIONE DELLE CORDE!>> ordinò il capo geniere.
Immediatamente all’ordine si susseguirono continui scricchiolii legnosi e vibrazioni elastiche.
In poco tempo venne lanciato un secondo attacco da parte delle catapulte. Altri otto massi presero il volo fino ad arrivare all’interno del fortino. Alcuni finirono sul palazzo di Lumix danneggiandone il tetto e le mura, altri massi finirono nel bel mezzo del cortile, sul tetto di una delle stalle e la fiancata del torrione.
Avendo seguito gli ordini di ser Gianlù, nessuno si ferì seriamente, se non qualche lieve graffio causato dalle schegge di roccia, generate dall’impatto con i massi e le mura degli edifici.
<<Quando volete mettere in pratica questo piano segreto?>> sbraitò ser Tancredi giù dal cortile.
<<Pazientate! Il capo sa quel che fa>> controbatté Thor per poi rivolgersi preoccupato al Vassallo e domadare:<< ser Gianlù cosa dobbiamo fare?>>
Il Vassallo sembrò avere il pensiero altrove, poi rispose: <<Tutti gli arcieri scocchino immediatamente le loro frecce, ma senza esagerare!>>
<<Che cosa? Ma sono a malapena nella nostra portata di tiro ed hanno gli scudi!>> replicò l’Aspirante Vassallo.
<<Non discutete fate come dico! E’ un diversivo!>> disse tassativo Gianlù.
Thor diede immediatamente l’ordine di contrattaccare con gli arcieri, questi titubanti tesero l’arco e iniziarono a bersagliare il nemico, tentando di colpirlo. Un nugolo di frecce si levò al cielo.
I soldati nemici alzarono d’istinto i loro scudi, ma non fu necessario perché la maggior parte delle frecce a stento arrivarono ai loro piedi. L’esercito di Rufus non capì l’azione.
<<Chi imbecille si è avvicinato al nemico?>> domandò il generale, arrivato di corsa dalle retrovie.
<<Nessuno, signor generale>> rispose un sott’ufficiale.
<<Io non capisc…>> disse interrompendosi il generale Aetius.
Un secondo nugolo di frecce si abbatté ai piedi degli uomini di Rufus. La reazione emotiva del generale fu immediata, contagiando anche i suoi sottoposti.
<<Wha ah ah ah cosa credono di poter fare in quelle condizioni? Ah ah ah, ma che branco di mentecatti guida gli uomini del fortino?>> si domandava spensierato e beffardo il generale.
<<Non so dirvi signor generale… forse, si vede che il tenue sole d’inverno a loro fa male ah ah ah>> aggiunse un ufficiale lanciere.
<<Colpite questo! Se ci riuscite ah ah ah ah>> disse canzonatorio un soldato girandosi di spalle e colpendosi il sedere.
<<Ah ah ah attento Mauros! Con le vostre curve potrebbero scambiarvi per una donna, uscire dal fortino e cercarvi ah ah ah va a finire che dovremmo batterci, lasciamo il lavoro sporco alle catapulte! Ah ah ah>> aggiunse un altro soldato.
Dall’alto delle mura di cinta gli arcieri continuarono a scoccare frecce.
<<Ci burlano!>> affermò Arkan avendo visto i nemici deridenti col cannocchiale.
<<Bene!>> affermò Gianlù.
Black Drake e Thor aggrottarono un ciglio, non capendo il loro superiore.
Il Vassallo si voltò verso Eruner e con entrambi le mani rievocò la forma del falco. L’elfo immediatamente ricambiò il segnale e lo ripeté a sua volta ad Alkor. L’Aspirante Vassallo insieme a Rhetar saltò verso l’esterno del muro di cinta a sud!
Intanto i soldati si erano già scompisciati abbastanza, alcuni si erano proprio impersonati giullari di corte. <<Ma che cosa fate? Non perdete tempo con questi idioti, mettiamo in funzione le macchine d’assedio e mettiamo fine alla loro follia!>> disse irato il principe Rufus arrivato anch’egli dalla retroguardia.
<<Si maestà, mi scusi>> rispose brevemente il generale.
In poco tempo i soldati assunsero il precedente atteggiamento composto.
Le catapulte vennero di nuovo messe in tensione, dovevano solo essere caricate, quando nelle prime fila qualche soldato vide una strana creatura alata sfrecciare dalle spalle del fortino alla porzione di foresta ovest.
<<Cosa caspita è quel coso?>> si domandò un soldato.
Intanto le catapulte liberarono nell’aria un altro gruppo di massi in direzione del fortino. I danni agli edifici furono più consistenti, in particolare un bolide di pietra cadde verticalmente sul bastione nord-est, sfondandone la pavimentazione in legno e finendo nella camera sottostante. Alcuni soldati all’interno rimasero seriamente feriti.
<<ALTRI MASSI, LI VOGLIO VEDERE IN GINOCCHIO A IMPLORARMI PIETA’!>> disse a voce alta il principe Rufus.
Gli addetti alle macchine d’assedio stavano caricando, quando dal lato della foresta spunto con prepotenza una possente creatura alata. L’essere colpì a suon di fulmini e saette le prime quattro catapulte.
<<DA DOVE E’ SPUNTATO QUESTO MOSTRO?!>> sbraitò Rufus.
<<SIGNOR GENERALE! IL MOSTRO… IL MOSTRO STA DISTRUGGENDO LE CATAPULTE! SIGNOR GENERALE!>> gridò il capo geniere terrorizzato.
<<Che cosa state facendo? ARCIERI ATTACCATE!>> ordinò il Gen. Aetius.
Dal lato del fortino gli uomini di Lumix, rimasero molto meravigliati.
<<E’ IL BALOR ARGENTEO! SONO RETHAR E ALKOR!>> constatò fragoroso Arkan accompagnato dai latrati dei suoi cani.
<<Che vi dicevo? Bisogna aver fiducia nel nostro capo!>> disse Thor a un gruppo di arcieri.
DragonKnight ed Eruner sghignazzavano per lo stupore di alcuni compagni.
<<Voi sapevate del piano!>> esclamò Black Drake.
<<Oh non prendetevela a male, è stata un idea di Kreit tenerlo nascosto alla maggioranza dei nostri! Giusto per farvi una sorpresa>> spiegò DragonKnight.
<<Beh, se questa è una sorpresa, vorrei essere sorpreso sempre>> dichiarò Black Drake.
<<Io invece sono preoccupato! Il Balor argenteo sembra in serie difficoltà!>> intervenne Arkan.
<<Che cosa? Fatemi vedere!>> disse Black Drake prendendosi il cannocchiale di Arkan.
Il Balor Argenteo riuscì a distruggere completamente cinque catapulte, ma le innumerevoli frecce degli arcieri di Rufus gli impedivano di avvicinarsi alle altre tre e al resto delle macchine d’assedio.
<<Il mostro è un loro alleato. ABBATTETELO!>> ordinò il principe.
<<Quei maledetti avevano tra di loro un mostro!>> constatò il generale.
<<Caricate le Carrobaliste! Presto!>> dissero alcuni ufficiali.
Alcuni soldati armandosi di alcune carro-baliste iniziarono a tempestare di pericolosi dardi la creatura volante. L’ibrido batté le ali più forte che poté al suolo e, compiendo un giro della morte, evitò per un soffio i tremendi colpi. I dardi e le frecce non davano tregua al mezzo drago, che perse di vista i tre obiettivi principali. La situazione iniziò a diventare critica, quando iniziarono a intervenire gli arcieri delle altre file.
Gianlù preoccupato iniziò a urlare a squarciagola l’ordine della ritirata, l’amico rischiando la propria vita, continuò l’attacco pur di portare a termine il suo compito. Di riflesso anche gli altri compagni iniziarono a chiamare il compagno e capendo la situazione si unirono alle loro grida quelle degli uomini di Lugonoreum appostati sulle mura perimetrali. Il Balor Argenteo, così denominato per la grande somiglianza a un demone mezzo drago, sfrecciava e volteggiava nell’aria evitando con fatica un numero sempre più crescente di colpi. Era sul punto di lasciare il campo, quando riuscì a visualizzare le catapulte in movimento. Allora il Balor Argenteo decise di buttarsi in picchiata, e virando da un lato all’altro evitò le frecce. A una distanza ravvicinata con gli arcieri, il mezzo drago gli lanciò contro un fulmine magico depotenziato, ma sufficiente a fargli mollare l’arco. Gli uomini colpiti da dolorose scosse elettriche vennero proiettati al suolo, ed essendo tutti ammassati passarono le scosse ai compagni vicini. Dopo aver causato quella sorta di effetto domino sul nemico, la creatura alata piombò a tutta forza su due catapulte distruggendole all’impatto con i propri poderosi artigli. Poi librandosi in volò prese di mira l’ultima catapulta, ma venne raggiunto da alcune letali frecce, che lo colpirono alle ali in tre punti diversi; un'altra freccia lo colpì alla gamba. Il balor ebbe appena il tempo di voltarsi e vedere che ad aver scoccato le frecce, furono alcuni DireniaKnight giunti in soccorso agli altri reparti.
Altre frecce vennero scoccate, ma il Balor Argenteo era determinato a finire il lavoro. Cambiò traiettoria e fece intendere di voler attaccare le altre macchine d’assedio. Venne seguito. Quando ebbe l’occasione propizia, il Balor Argenteo fece una poderosa virata e arrivato vicinissimo all’ultima catapulta; gli evocò contro una piccola meteora. La catapulta venne totalmente distrutta.
Era stremato, il mezzo drago cercò di allontanarsi il più rapidamente possibile dal campo nemico, quando due dardi d’arcobalista lo raggiunsero. Il primo gli graffiò il fianco destro, il secondo si pianto con tutta la forza in una spalla, fuoriuscendo dal lato opposto.
Il Balor Argenteo riuscì con estremo sforzo a superare in volo il fossato e la palizzata, oltre al quale cadde rovinosamente al suolo.
Gianlù a questo punto aveva già saltato dalle mura per atterrare sul suolo sottostante, da un altezza superiore ai trenta cubiti. Sconocchiatosi un po’, il Vassallo riprese a correre per raggiungere l’amico.
<<RAZZA DI IDIOTI, NON STATE LI’ IMPALATI E FINITE QUELL’ESSERE!>> ordinò Rufus.
I DireniaKnight si lanciarono al galoppo armati di arco e frecce. Gianlù prese sottobraccio l’amico e iniziò a correre verso l’altro lato del fortino, dove vi era l’entrata. Contro il Vassallo iniziarono ad arrivare le frecce dei cavalieri d’elite di Rufus.
<<Non lasciamoli fare, uomini colpite quei cavalieri!>> disse svelto Black Drake.
<<Usate le frecce speciali di Gianlù!>> disse Arkan.
<<Che cosa spera di fare con quelle frecce ser Gianlù?>> domandò Thor.
<<Non ne ho idea, ma fa parte del suo piano>> rispose Arkan.
Gli arcieri delle mura iniziarono a bersagliare i DireniaKnight, che a loro volta si erano lanciati al galoppo dall’altro lato del fossato, cercando di colpire l’uomo e il mezzo drago in fuga.
Alcuni DireniaKnight vennero atterrati dalle frecce degli arcieri di Lugonoreum. Tali frecce avevano, al posto della caratteristica punta acuminata, una pietra molto dura, che cozzando sulle corazze provocavano grosse ammaccature, che a loro volta causavano fratture e lividi ai cavalieri.
Solo pochi cavalieri specializzati di Rufus riuscirono a portare avanti l’attacco. Per Gianlù l’attacco di quegli uomini dava non pochi problemi, avendo sulle sue spalle un essere pesante come il Balor Argenteo.
Il Vassallo con uno sforzo sovrumano riuscì ad arrivare all’entrata del fortino, prontamente aperta dagli alleati all’interno e oltrepassata la soglia girò di scatto evitando di essere colpito. Le frecce, che avevano passato il cancello, si conficcarono nel portone in chiusura.






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere