00 01/06/2016 12:38
Usciti dalla sala delle riunioni, quasi tutti andarono a dormire, sicuri che il nemico si sarebbe impegnato in qualcos’altro, che non fosse l’assedio del fortino. Tutti, tranne Gianlù, Enricus ed Eruner, che camminavano ancora per i corridoi del palazzo.
<<Niente traccia dello Spartito dei vostri avi?>> domandò ser Gianlù fermandosi.
<<Niente di materialmente concreto, oltre a questo favoloso pezzo di storia, che è l’inventario di ser Rinaldo. Però…>> rispose Enricus fermandosi a sua volta.
<<Però?>> ripeté l’altro Vassallo.
<<Però, qui c’è un indizio, che potrebbe condurre allo Spartito Obliato, che dovrebbe trovarsi a Direnia>> specificò il bardo.
<<Ah… credevo chissà che indizio>> disse disilluso ser Gianlù
<<Aspettate… Qui si parla di una misteriosa camera segreta di Direnia>> disse Enricus.
<<Dimenticate che la Direnia raccontata da ser Rinaldo fu rasa al suolo, non credo che troveremo mai la camera segreta, soprattutto se è stata ridotta in cenere da un potente wurgron>> intervenne Eruner.
<<Invece inizio a dar ragione a Enricus. La camera segreta potrebbe essere ancora intatta, Lady Rowena in un suo messaggio parla di cunicoli sotterranei e di una vecchio borgo sprofondato… che potrebbe essere in parte sommerso da terra, ma vale la pena cercarla>> disse ser Gianlù gesticolando con le mani.
<<Inoltre c’è un altro indizio nell’inventario, che recita: Solo chi protende alla Luce può sperare di aprirla. Con tutta l’umiltà di questo mondo, se non ci riusciamo noi che siamo Vassalli, chi potrebbe riuscirci?>> domandò il bardo.
<<Appunto… chi potrebbe riuscirci?>> ripeté Gianlù.
Ci fu un interminabile minuto di silenzio, inframmezzato dal continuo grattare in testa di ser Gianlù, che cercava di ragionare sul da farsi a Direnia. Enricus non poté non schernirlo dandogli del pidocchioso. Il minuto di silenzio terminò con i continui punzecchiamenti dei due Vassalli. Quasi non sembravano Vassalli, tanto che si erano fatti prendere da frequenti scherzi. Sembravano due veri fratelli. Eruner li osservò divertito e dopo un po’ si rabbuiò, ricordò del suo fratello minore Vidovi. Poi l’elfo interruppe i due Vassalli con una domanda.
<<Enricus, avete incontrato per caso un praticante di stregoneria?>> domandò Eruner.
<<Perché mi fate questa domanda?>> rilanciò con una nuova domanda il bardo.
<<Tra gli uomini del principe Rufus non c’è, tra quelli di Lumix non ci sarebbe mai stato. Quindi pensavo, visto che avete incontrato gli altri due principi, che avreste l’avreste incontrato>> spiegò vagamente Eruner.
<<Non ci sto capendo, perché cercate uno stregone?>> domandò Enricus ignaro dei fatti.
<<Eruner sta cercando suo fratello, che purtroppo è totalmente corrotto dal male. Ed è anche un potente stregone>> intervenne ser Gianlù incrociando le braccia e poggiando il suo peso su una sola gamba.
<<Allora ne avete visto uno?>> domandò insistente l’elfo.
<<No, non ho visto nessuno stregone, ma Ikarus mi ha garantito di aver percepito alcune forze demoniache nelle schiere di Julius. Abbiamo addirittura affrontato rapidamente in corsa un uomo lucertola. Quindi potrebbe essere, ma siete sicuro che si trovi in questa parte del mondo?>> chiarì e domandò il bardo.
<<Si sono sicurissimo>> disse secco Eruner.
<<A proposito non vi ho mai domandato di come facevate a sapere che vostro fratello si sarebbe unito a uno dei principi?>> interrogò ser Gianlù.
<<È stato lui a contattarmi con un messaggio. Ci tiene a saldare per una volta per tutte il conto con me>> chiarì Eruner leggermente seccato dall’aria di interrogatorio.
<<Eruner, ci dovete delle spiegazioni più dettagliate. Solo così possiamo garantire un nostro aiuto valido. Adesso siamo solo noi tre, potete dire tutto. Cosa vuole da voi vostro fratello? E soprattutto perché è diventato la carogna che è adesso?>> chiese specificatamente ser Gianlù.
Eruner prese a sedersi sul bordo di una delle finestre del corridoio. I due Vassalli gli si avvicinarono, erano pronti ad ascoltarlo. Era chiaro per Eruner, che oramai la sua vita passata doveva riaffiorare, con tutti i vecchi ricordi, belli e brutti. L’elfo avrebbe preferito tenere per sé la propria vita passata e non ne avrebbe mai fatto accenno a nessuno, che non fossero Enricus e Gianlù, verso cui nutriva profondo rispetto. Alla loro richiesta non si sentì di tirarsi indietro e decise di spiegare ciò che accadde.
Eruner, descrisse per la prima volta il suo mondo natale, un mondo situato in un lontanissimo piano dell’esistenza, che gli avventurieri pluridimensionali lo soprannominavano Oblhivus, che in una sorta di linguaggio pluridimensionale significava il “mondo lontano e dimenticato”.
Il mondo di Eruner era pregno di magia, abitato da un numero spropositato di razze intelligenti, la quale razza dominante era quella dei draghi, che per facilitare la convivenza con le altre specie preferirono imparare magie di mutazione e scegliere una forma fisica più contenuta, elfo o dragonico. Eruner rivelò di essere figlio di due noti draghi blu, il padre era il supremo Han, un drago dalle grandi doti combattive e capacità magiche, la madre invece era la gentile Melisande. La famiglia di Eruner era ben nota agli altri draghi, essendo il padre un membro del Gran Consiglio, unico riferimento di diritto di tale mondo.
Enricus e Gianlù rimasero affascinati da una simile storia, sapevano che Eruner non era di questo mondo, ma forse erano i primi a conoscerne la sua storia.
L’elfo spiegò che sia lui che il fratello minore erano stati mandati da un potente e antico drago nero di nome Morzan, dal quale avrebbero dovuto imparare tutto ciò che il loro genitore paterno aveva imparato in gioventù. Morzan era uno stregone arcanista potentissimo che rifiutò di far parte del Consiglio, pur di continuare, come da centinaia di anni, a studiare su tutte le forme di magia e condurre incessanti ricerche nella calma della sua torre incantata.
<<Che cosa? Nel vostro mondo praticate la stregoneria normalmente?>> domandò Enricus interrompendo il discorso di Eruner.
<<So che per voi e… imparando da voi, anche per me, la stregoneria una pratica da bandire. Non tutti i miei simili la praticano, anche da me sanno da dove proviene, ma viene tollerata fin quanto non arreca danni alla società dei draghi>> chiarì l’elfo.
<<Chi l’avrebbe mai detto!>> esclamò ser Gianlù.
<<Ritornando al mio discorso, mio fratello era per carattere molto simile a Morzan, tanto che l’antico drago nero scelse di seguirlo personalmente. Vidovi aveva e tutt’ora ha una sete di conoscenza inestinguibile, ma ciò nonostante mi odia, perché quelle poche volte che mi applicavo nella magia risultavo più rapido di lui ad apprendere>> disse Eruner discostandosi dalla finestra.
<<State forse ammettendo che studiavate stregoneria?>> interruppe di nuovo il bardo.
<<La stregoneria non era l’unico campo di studi e non l’ho mai studiata. Prima io ne facevo una questione d’orgoglio, non volevo il potere di nessun essere sovrannaturale, solo con le mie forze avrei fatto qualcosa nella vita. Oggi, con tutti voi fratelli di Blue Dragon, ho capito che, sarebbe stata la mia condanna se l’avessi praticata>> spiegò ancora Eruner.
<<Mi fa piacere sentirvi dire questo. Per un momento temevo che Blue Dragon gli fosse venuto meno il buonsenso>> affermò Enricus sentendosi risollevato.
<<Quindi Vidovi vi odia per la vostra bravura… ma continuate, non siete arrivato al nocciolo della questione>> esortò ser Gianlù, cambiando gamba su cui scaricare il peso.
<<Morzan era un maestro severo e fedele alla legge del più forte, tanto odioso che mia madre non voleva che ci trovassimo a studiare nella sua torre. Io comunque non venivo visto di buon occhio dal drago nero e venni affidato al non poco esperto drago rosso, come pure Maestro delle Guardie della Torre, Lorendal. Morzan per via di un antica profezia credeva che sarei stato io, l’allievo che avrebbe posto fine alla sua vita, vedendo nelle mie capacità una minaccia>> disse prolissamente nel dettaglio Eruner.
<<Invece è stato Vidovi… ma quanto è potente vostro fratello? Deduco che uccidere Morzan equivale a uccidere uno che per potenza magica sia paragonabile al Sommo Gex>> ipotizzò Enricus.
<<Si era potente, ma non a quei livelli. Però poteva facilmente sconfiggere tutti i maghi e gli arcimaghi del Regno in poche battute magiche. Vidovi non è così potente, sapete meglio di me che si può conoscere un incantesimo, ma maturarne la forza ci vuole molto tempo. Avrà certamente trovato un espediente. Tant’è vero che uccise tutti in mia assenza e al mio ritorno altro non trovai che crateri. Il Gran Consiglio tutt’ora da la caccia a me e a mio fratello per ciò che è accaduto, e per il momento per tale gesto ne stanno pagando direttamente i nostri genitori; visto che nel mio mondo paga il crimine anche il consanguineo più prossimo, se il diretto interessato non lo può fare>> evidenziò l’elfo.
<<Mi sorge un dubbio, la vostra storia sembra irreale, dove eravate?>> interrogò Enricus.
Eruner esitò a rispondere, ripensando a quanto fu egoista in quel periodo così lontano della sua vita, totalmente assorbito da un modo di vivere totalmente differente da quella di Aspirante Vassallo. Una vita passata a soddisfare solamente i piaceri materiali.
<<Mi dispiace… ma non ero l’Eruner che conoscete, ero molto più sregolato di oggi. Mi dilettavo a sperperare il denaro dei miei genitori in tantissimi modi, tra taverne, locande e quartieri malfamati, fu un caso che, finendo il denaro, ritornai alla torre dopo ciò che era accaduto. Scoprii che Vidovi era trasmigrato in un mondo lontano, per sfuggire alla giustizia dei draghi, ai quali non importa la morte di un vecchio pazzo con i suoi servi, ma la scomparsa dell’enorme erudizione di cui era custode>> rispose l’elfo.
<<E vostro fratello cosa crede di fare uccidendovi?>> domando poi ser Gianlù.
<<Vuole portare la mia testa al Gran Consiglio incolpandomi di essere l’assassino di Morzan, per ritornare a vivere nel nostro mondo e finire di maturare la sua forza magica… temo che voglia eliminare anche il Gran Consiglio, compreso nostro padre. Di altri suoi desideri non ho idea>> rispose Eruner.
<<È un essere davvero malvagio… non è da sottovalutare vostro fratello e ora mi rendo conto che, la vostra richiesta di affrontarlo da solo è al limite della follia>> manifestò il bardo.
<<È una faccenda personale, ser Enricus. Anche se non c’era tutto questo affiatamento, io volevo davvero bene al maestro Lorendal. Mio padre è una persona forte, ma non posso sopportare che per colpa di Vidovi, anche mia madre stia ancora pagando per il suo crimine e per il mio egoismo>> ribadì Eruner.
<<Dovete ancora maturare come Aspirante Vassallo, Eruner. Se Vidovi vi uccide, essendo più potente di voi, cosa otterrete? Cercate di non farvi coinvolgere emotivamente, in una situazione grave come questa, dove ci sono in gioco la vita si molte persone, oltre alla serenità dei vostri genitori. Abbiamo un terribile principe che minaccia la pace di questo continente. Dobbiamo assolutamente evitare di farne un discorso personale, anche se io stesso sto cercando un ricordo di famiglia, lo sto cercando maggiormente per la salvezza di tutti, a costo di distruggerlo se finisce in mani sbagliate!>> parlò perentorio Enricus, come non aveva mai fatto con i suoi amici.
Eruner tentò di nascondere la sua delusione nei confronti del bardo che, pur inconsciamente sapeva che aveva bisogno di lui. Il fratello Vidovi era davvero un osso duro, falso come Morzan e assetato di potere come uno del Gran Consiglio di Oblhivus. L’elfo era sospeso tra l’umiliazione di non essere quel che voleva e la rabbia di sentirsi in quell’occasione impreparato. Abbassò la testa per un momento, fissando il pavimento, non aveva mai smesso di sentirsi come un ospite sgradevole, in un mondo che non era suo.
<<Eruner… troveremo una soluzione, fermeremo vostro fratello>> disse ser Gianlù avvicinandosi all’elfo.
<<Vi ringrazio ser Gianlù e anche voi ser Enricus, non comprometterò la missione e tenterò di non esservi una palla al piede>> proferì Eruner.
<<Questo non l’abbiamo mai pensato, soprattutto nei vostri confronti>> dichiarò il ser Enricus.
[Modificato da SolarKnight 02/06/2016 11:44]






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere