New adventure: La Tela

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Trekentoff
00sabato 27 marzo 2010 14:29
Io preferirei un finale aperto, ma mi rimetto al volere della maggioranza. [SM=x92709]
§ Albins §
00sabato 27 marzo 2010 17:51
OT-Personalmente preferisco un finale unico... [SM=x92710] -OT
Drago.89
00sabato 27 marzo 2010 17:58
OT- Concordo con Albins, vada per il finale unico.
Claudium so per certo che saprai tirar fuori un finale magistrale. [SM=x92702] -OT
Claudium
00sabato 27 marzo 2010 18:19
OT- Forse riesco ad accontentare tutti: Trekentoff, dimmi via ffz mail in breve cosa vorresti far fare al tuo pg ed io vedo di adattare il finale in modo che dopo la prima parte tu possa inserire il tuo intervento. Quindi posto la seconda parte del mio e concludo il racconto [SM=x92702] -OT
Trekentoff
00sabato 27 marzo 2010 18:27
ARGH1 sono stato isolato! [SM=x92712]
Lascia stare, Claudium, [SM=x92702] ho scelto il finale aperto in vista del momento, sinceramente per adesso non ho la più pallida idea di cosa mettere [SM=x92713]
A questo punto, lascio a te la scelta del finale, meglio non incasinasi troppo [SM=x92702] Non voritrovarmi senza idee dopo [SM=x92713]
@Jekyll@
00lunedì 29 marzo 2010 12:51
Il fragore dell'urto tra le armi di metallo e di pietra riempiva le orecchie del Cavaliere del Nord, mentre le masse d'aria spostate dai fendenti del Golem gonfiavano ripetutamente l'ampio mantello bianco e blu, ormai lacero. Tuttavia, Jekyll riuscì a sentire il grido di Trekentoff.
Il Paladino lasciò vagare lo sguardo sul campo di battaglia e ciò che vide non lo confortò molto: erano Aspiranti Vassalli del Sommo Blue Dragon, ma stavano combattendo contro un nemico animato dalla forza di un'intera città, senza neppur poter sfruttare le loro capacità magiche. La battaglia non era certo equa, ma Jekyll sapeva che lui, Drago e Trekentoff non avrebbero esitato a dare la vita, se fosse stato necessario, per favorire il più possibile Albins ed Eoden che in quel momento, ammesso che tutto fosse andato nel migliore dei modi, stavano affrontando il Generale dei Falchi e tentando di mettere al sicuro la Balthia di Omar.
La situazione stava rapidamente peggiorando, Trekentoff stentava a reggersi in piedi, ferito e contuso arrancava appoggiandosi alla sua formidabile lancia e Drago sembrava ancora frastornato, anche se pareva aver recuperato una discreta fluidità nei movimenti: il problema erano quei golem colossali, di gran lunga più forti e veloci delle statue che avevano appena finito di distruggere.
-Drago, amico mio, occupatevi del Golem che sta arrivando, siete ancora troppo debole per affrontarne uno ancora ben armato! Cercate di finire quello che Trekentoff ha iniziato...ed Albins avrà una possibilità in più!
La Guardia Reale si immobilizzò e fissò per un lungo istante il Cavaliere del Nord cercando di capire perchè l'amico lo mandasse contro un nemico già ferito: per un attimo, stravolto dal dolore, dalla fatica e dalla frenesia della battaglia, si era sentito umiliato dalle parole del compagno, ma, prima che potesse ribattere, capì: non aveva ancora recuperato le forze necessarie a combattere al pieno delle sue possibilità, persino Alba e Tramonto avevano cominciato a pesare più del solito nelle sue mani, ma aveva energia abbastanza per finire il lavoro di Trekentoff ed impedire che i due costrutti si unissero creando un nemico che nemmeno Jekyll, il più potente degli Aspiranti partiti per quella missione, avrebbe potuto sconfiggere. Drago comprese in un attimo che finire il Golem colpito da Trekentoff era la chiave delle riuscita della loro missione!
Dei tre Aspiranti rimasti, solo Jekyll poteva sperare di sconfiggere il Golem ancora integro...ma anche il Cavaliere del Nord era duramente provato e, prima di rivolgersi verso il suo nemico che lentamente avanzava, la Guardia Reale non potè non notare che l'armatura d'argento del Paladino iniziava a dare segni di cedimento.
-Farò tutto quello che è in mio potere per fermarti, maledetto!- ringhiò Drago rivolto al suo avversario, mentre nei suoi occhi si accendeva una fiamma di odio e determinazione.
Le cose non si mettono bene per niente! pensò il Cavaliere del Nord, evitando un fendente Spero proprio che Albins ed Eoden riescano nel loro intento...non ho più quasi energie, la mia armatura sta cedendo, i miei scudi sono ormai inservibili...abbiamo bisogno di una mano o rischieremo di soccombere!
-Ora vedrai di cosa è capace un Aspirante Vassallo del Sommo Blue Dragon!- disse, più a se stesso che per farsi udire dal costrutto.
Jekyll si scagliò contro il golem e, mentre quello sollevava il braccio armato di scure per calarlo con violenza sul cavaliere, spiccò un balzo in alto, giungendo all'altezza del mostruoso volto di pietra. Rapido come il lampo, Jekyll protese in avanti le sue lame e le conficcò nelle orbite di pietra dell'avversario.
-Vediamo ora come riuscirai a combattere!- ghignò il Cavaliere del Nord, ritirando le armi, mentre il muggito di dolore della statua sconvolgeva la volta della sala.
Maledizione! Qualcosa non va! Non riesco a recuperare le lame! pensò allarmato.
Poi tutto accadde così velocemente che solo Trekentoff riuscì a farsi un'idea degli eventi.
Il braccio libero del Golem saettò verso il punto in cui per l'ultima volta il costrutto aveva potuto vedere l'Aspirante, dando come l'impressione di voler scacciare una mosca fastidiosa, e Jekyll non fu in grado di evitarlo, poichè era rimasto intrappolato dalle sue stesse armi, infisse nelle orbite scolpite.
L'impatto fu spavantoso, la mano enorme colpì il Cavaliere del Nord sul fianco destro e sulla schiena e, laddove era stata raggiunta dalla pietra, l'armatura esplose in una miriade di schegge argentate. Il Paladino fu scagliato a terra con una violenza spaventosa, mentre il cimiero dal lungo pennacchio bianco attraversava in volo il salone e finiva a terra in un frastuono metallico.
Il sorriso di soddisfazione che distese le labbra di Trekentoff, quando vide le lame affondare negli occhi del Golem, rimase congelato alcuni attimi, il tempo sufficiente al guerriero per capacitarsi del colpo possente ricevuto dal compagno, e poi si trasformò in un'espressione di sgomento e timore.
-Nooooo, Jekyll!- gridò il guerriero, arrancando verso il corpo dell'amico che giaceva riverso nella polvere che ricopriva il suolo.
Un tonfo sordo contro la pietra e nient'altro fu il rumore che Jekyll produsse schiantandosi contro la pavimentazione lastricata e poi rimase immobile. Il Golem afferrò le armi conficcate nei suoi occhi, se le strappò via e le scagliò per terra.
Con orrore Drago si accorse che la lama della Sciabola d'Argento era spezzata e la sua punta era rimasta conficcata nell'orbita del mostro.
-Trekentoff! Riuscite ad aiutarlo?- chiese Drago al Guerriero che lentamente, con fatica e molto dolore, si stava avvicinando a Jekyll.
-Farò il possibile, Drago! Cercate di impedire l'unione dei due Golem, se potete!
Ma le preoccupazioni di Trekentoff sembravano essere vane, poichè, mentre Drago continuava a combattere con il Golem che aveva amputato, l'altro aveva iniziato ad avvicinarsi lentamente al Cavaliere del Nord per dargli il colpo di grazia.
Ammesso che sia sopravvissuto ad un colpo così micidiale! pensò amaramente Trekentoff.
L'ombra del Golem sovrastava già il corpo del Paladino, quando questi, lentamente, sollevò la testa per osservare il suo nemico.
-Sono stato uno stupido!- mormorò, fissando uno sguardo deciso nelle orbite ferite del mostro.
Emettendo un grugnito di soddisfazione, il Golem sollevò la sua scure, pronto a finire l'Aspirante.
Improvvisamente l'addome di pietra della statua si rimepì di una fitta rete di crepe ed esplose, lasciando fuoriuscire un'asta d'oro sulla cui sommità era fissata una punta di oricalco.
Il Golem gridò di dolore e si sgretolò in finissima ghiaia.
Mentre la sua vista si sfocava sempre di più, i rumori divenivano via via più lontani ed il buio incombeva su di lui, Jekyll vide Retoet con in pugno una lunga lancia d'oro e la punta in un materiale che poteva essere oricalco...ma, ormai, la sua vista non era più nitida.
Il volto del Generale dei Leoni di Omar era pallido e tirato, intorno al collo una medicazione improvvisata di stracci intrisi di sangue.
-Forse non sono arrivato tardi...-mormorò, fissando il volto sanguinante di Jekyll, quasi a volersi scusare, poi volse lo sguardo verso Trekentoff, sorrise mestamente, fece il gesto di porgergli la lancia d'oro e crollò a terra, privo di vita.
Drago, sbalordito, aveva potuto osservare la scena ed intuito quale era il messaggio che il Generale dei Leoni aveva voluto passare a Trekentoff porgendogli la lancia.
-Presto, amico mio! Non resisterò per molto ancora, prendete quella lancia!- gridò la Guardia Reale, augurandosi che al compagno rimanessero energie sufficienti per lanciare l'arma come solo lui poteva fare e porre fine a quella durissima battaglia.
Jekyll, intanto, posò uno sguardo pieno di gratitudine sul Generale che giaceva pochi passi davanti a lui e sorrise dolorosamente.
-Forse Albins ha davvero una possibilità...- mormorò il Paladino, poi la bocca si riempì di un caldo sapore metallico e tossì sul pavimento un fiotto di sangue rosso vivo.
Ogni rumore divenne lontano, i compagni che combattevano divennero immagini sfumate ed imprecise ed un freddo estremo gli riempì il corpo.
Finalmente una sensazione familiare! pensò ironicamente Jekyll.
Poi arrivò il buio che, nonostante i suoi sforzi, inghiottì tutto. E fu silenzio assoluto.
Trekentoff impugnò la lancia d'oro e si preparò a tirare proprio nel momento in cui il Cavaliere del Nord appoggiava nuovamente la testa sul pavimento lastricato e chiudeva gli occhi.
Drago.89
00lunedì 29 marzo 2010 15:50
Nonostante l'intervento del Generale dei Leoni la situazione non era delle più rosee. La Guardia Reale era infuriata per quello che era successo a Jekyll ma ormai anche lo stesso Drago non poteva più sostenere lo scontro con il guardiano, era immerso nel suo sudore che gli imperlava costantemente la fronte, l'armatura iniziava ad appesantirlo come non mai e sentiva venir meno le sue forze.
Era riuscito a fendere metà piede destro del suo avversario, ma ora come ora, la Guardia Reale non riusciva più a muovere un arto, stremato dagli svariati lividi e dall'eccessiva fatica. Schivò un colpo apportato con entrambe le mani dal costrutto solo grazie alla sua forza di volontà per poi urlare verso Trekentoff:
<< TREKENTOFF! NON POSSO PIU'COMBATTERE, SONO RIDOTTO UNO STRACCIO...MENTRE IO TENTO DI CURARE JEKYLL, VOI IMPUGNATE LA LANCIA E CHE LA LUCE VI GUIDI... >> tutto il fiato che aveva ancora in corpo lo aveva consumato in quell'istante. Il Guerriero capì immediatamente la situazione e cercò di farsi forza avanzando verso il costrutto ormai ferito in più punti, mentre Drago iniziava ad allontanarsi squadrando il suo nemico. Improvvisamente però accadde l'impensabile, il colosso al limite della sopportazione sferrò un tremendo calcio alla Guardia Reale, la quale non riuscì a schivare ma incrociò le sue spade davanti a sè per un ultima volta. In questo modo subì in minor parte il contraccolpo che sbalzò la Guardia Reale verso una colonna, impattando violentemente con la schiena. Alba e Tramonto schizzarono via. Drago questa volta sputò un fiotto di sangue e perse definitivamente conoscenza, aveva raggiunto il suo limite. Il Guerriero guardò ancor più inorridito la scena ed urlò infuriato:
<< NO! DRAGO...GUARDIANO O COLOSSO CHE VOI SIATE VI ABBATTERO' >>. Questo scontro ormai lo avrebbe condotto da solo.
Mi dispiace Jekyll...non ho saputo aiutarvi amico mio, Trekentoff credo in voi... un ultimo pensiero rivolto ai suoi amici prima di arrendersi all'oscurità.

OT- Trekentoff adesso è tutto nelle tue mani amico! Jekyll purtroppo anche io ho raggiunto il mio limite...siamo nei guai. [SM=x92713] Ma non tutto è perduto! [SM=x92710] Scusa Claudium non ho saputo resistere, perdono(se nn sbaglio dovevi postare tu, ma mi sono intromesso). [SM=x92713] -OT
Trekentoff
00lunedì 29 marzo 2010 20:06
Oh, porca miseria, sono rimasto solo [SM=x92713] Tutta sta responsabilità non fa per me [SM=x92713] [SM=x92706] Mi sta già venendo il sudore freddo, lo sapevo che dovevo fare il piccionaio, non l'Aspirante [SM=x92706]
Vabbè, tenterò [SM=x92707]
A questo punto aspetto che posti Claudium, altrimenti finiamo a girarci i pollici, mentre lui combatte cn Clanitia [SM=x92710]
Trekentoff
00giovedì 1 aprile 2010 00:40
Un silenzio irreale calò nella sala, portando via con sè tutti i rumori della battaglia.
Privo di sensi, con l'armatura ammaccata e macchiata di sangue, Drago giaceva contro una delle grandi colonne, le spade ancora testardamente in pugno a manifesto del valore e della furia con cui aveva combattuto.
Poco più in là, Jeckill giaceva riverso sul pavimento di pietra, immobile figura nella polvere. Migliaia di frammenti argentei si mischiavano al suo sangue, attorniandolo come un servo fedele attende il risveglio del proprio padrone.
Al centro della sala, il responsabile del crollo dei due Aspiranti, il grande golem che difendeva l'accesso ultimo e più interno della città di Omar sollevò in alto l'unico, enorme braccio rimasto, il pugno puntato verso il soffitto lontano.
Trekentoff lo fronteggiava, esausto, con in pugno la lancia donatagli come ultimo atto dal generale Retoet e nell'altro la propria lancia ormai scheggiata dal continuo urto con la pietra.
Tutto era immobile, fermo, solo il respiro veloce dell'Aspirante risuonava appena nel silenzio, perdendosi nella vastità del luogo.
All'improvviso, due luci si accesero negli occhi del golem e il costrutto parlò con voce roca e profonda, raggiungendo ogni angolo dell'enorme sala "VI SIETE BATTUTI BENE, INVASORI, MAI PRIMA D'ORA QUALCUNO ERA RIUSCITO A RESISTERE PER COSI TANTO TEMPO CONTRO LA POTENZA DI OMAR, MA ORMAI NON AVETE PIU' LA FORZA DI CONTINUARE QUESTA BATTAGLIA, SIETE STATI SCONFITTI, A PARTIRE DAL GENERALE TRADITORE, PER L'ULTIMA VOLTA, ARRENDETEVI E ANDATEVENE E AVRETE SALVA LA VITA, PERSEVERATE NEI VOSTRI FOLLI PROPOSITI E MORIRETE" Deto questo il costrutto tacque e rimase immobile, in attesa di una risposta.
Trekentoff si appoggiò alle due lance e sorrise stancamente.
" Beh, se devo essere sincero, non mi dispiacerebbe smettere di combattere, anche perchè mi reggo a stento in piedi" Con un sospiro stanco si tolse l'elmo dalla testa lo gettò lontano,mandandolo a rotolare sul pavimento " Ma, dato che nè io nè i miei compagni abbiamo molta voglia di saltare in aria e inoltre abbiamo promesso a Claudium che vi avremmo salvato, città ingrata, insieme a tutti i vostri abitanti, mi vedo costretto a declinare l'offerta"
Detto questo, Trekentoff fece roteare entrambe le lance e le piantò tra le mattonelle di pietra con uno schianto secco " E poi sono curioso di vedere fino anche punto riuscite a spingervi con il vostro potere"
Il golem non ebbe bisogno di altre conferme, spalancò la bocca e ruggì tutto il suo disappunto in un grido cavernoso che fece tremare l‘intera città.
“ COSI SIA, AVETE SCELTO IL VOSTRO DESTINO”
E appena il tremore si acquietò tutti i detriti lasciati dalle statue già sconfitte dagli Aspiranti si animarono di colpo e iniziarono a convergere verso l’unico difensore rimasto, scorrendo tra le connessure del pavimento o rotolando velocemente.
Giunti a destinazione presero ad arrampicarsi sull’enorme corpo ferito del golem, che in breve svanì in un enorme ammasso di fanghiglia ribollente.
Trekentoff non si soffermò ad osservare quel incredibile trasformazione.
Strinse con forza i manici delle due armi e si concentrò.
I suoi sensi si tesero al massimo e, sforzandosi come mai aveva fatto prima, l’Aspirante iniziò ad attingere dalla fonte stessa di energia Geomantica che dava forza alla città. Un dolore lancinante gli attraversò il corpo, appena quel potere sconvolgente prese a fluire liberamente dentro di lui.
Era come fuoco nelle vene.
Sentì l’armatura scaldarsi rapidamente fino ad ustionargli le braccia e la schiena, ma si costrinse a sopportare e sospinse tutta l’energia che era riuscito a incanalare nella lancia di Retoet. La punta della pregevole arma scomparve in una ruggente fiamma argentata che spazzò via tutte le ombre della grande sala.
Trekentoff si alzò in piedi e puntò lo sguardo accigliato verso l’ammasso di fanghiglia, da cui andavano già a formarsi due poderose braccia dotate di lame sugli avambracci e sui gomiti.
Senza indugio alcuno, l’Aspirante si gettò di corsa contro il golem in formazione, tenendo le due armi parallele ai fianchi. Tentacoli di fango schizzarono fuori dalla melma, sferzando come fruste per fermarlo.
Trekentoff ne respinse alcuni agitando la propria lancia, ma alcuni lo colpirono violentemente al fianco e al petto, mozzandogli il fiato. Traballò per un istante, rischiando di cadere, poi si riprese e scagliò una raffica di strali azzurri dalle dita, bruciandoli e recidendoli uno per uno. I monconi rimasero a dimenarsi sul pavimento e l’Aspirante continuò imperterrito la sua corsa, mentre un filo di fumo si levava dalle fessure della sua armatura.
Il golem era quasi giunto al completamento e un enorme torace corazzato iniziava a delinearsi dal fango.
Fu a quello che Trekentoff puntò.
Sollevò la lancia di Retoet e fu pronto a scagliarla.
Con un urlo di odio e rabbia il costrutto spalancò la bocca e sparò una raffica di pugnali di pietra affilati come rasoi, che colpirono l’Aspirante alle gambe, alle spalle, gli sfondarono la corazza sullo stomaco e sul petto, eppure non riuscirono a fermarlo.
Con l’ultimo sforzo, infine, Trekentoff scagliò la lancia direttamente nella bocca spalancata del golem.
Si produsse un esplosione devastante.
Travolta dalla potenza del colpo la montagna di fanghiglia esplose in un fragore assordante, spazzando via ogni cosa che gli era vicina. L’intero complesso di gallerie tremò per qualche istante e infine ci fu finalmente silenzio.
Trekentoff cadde in ginocchio, il petto che si abbassava e si alzava al ritmo del suo respiro affannato. Fiotti di sangue calavano dai punti in cui era stato trafitto dalle lame.
Lentamente, per quello che le ferite gli concedevano, si voltò e puntò entrambi i palmi aperti verso Jeckill e Drago.
Concentratosi brevemente, trasferì ai due gli ultimi residui di energia che aveva conservato.
“ Questi dovrebbero bastare per permettervi di aiutare Albins” mormorò.
Un sorriso provato gli apparve sul viso legnoso, appena vide Drago cominciare già a dare i primi segni di risveglio.
Poi, le ultime forze lo abbandonarono e cadde a terra, per poi rimanere immobile nella polvere.

OT- Toccava anche a me svenire un po', e che diamine [SM=x92702] E dopo questo piccolo slancio eroico non resta che vedere se il prode Albins è riuscito a battere quel'ante-Al Quai Da di Heclial [SM=x92702] Speriamo in bene, io adesso passo e chiudo che domani mi devo svegliare presto e il letto mi chiama [SM=x92710] buona notte a tutti! -OT
Drago.89
00sabato 3 aprile 2010 18:07
OT- Avviso:
Ragazzi mi ha contattato Albins e mi ha detto che fra non molto vorrebbe postare lui, se potreste non postare per ora è meglio. -OT
Claudium
00domenica 2 maggio 2010 19:12
OT- Ok ma è passato un mese ormai [SM=x92713] . Ragazzi se volete postate pure. -OT
Drago.89
00domenica 2 maggio 2010 20:22
OT-Cosa? Albins ancora non ha postato? Chiedo venia io per lui...manderò di nuovo un'altra FFZ al nostro bene amato e furbo ninja! [SM=x92704] [SM=x92704] [SM=x92704] [SM=x92704] [SM=x92710] -OT
§ Albins §
00lunedì 3 maggio 2010 20:42
Eoden non mollava la presa del braccio di Heclial, anche se questi agitava il braccio bloccato dai denti del lupo, e lo colpiva con l’altro braccio.
Il ninja non ci mise molto a mettere fuori combattimento lo studioso assoldato dal generale per la missione del frammento di balthia, ma dopo averlo preso, quando si girò, vide che la porta era bloccata dal massiccio corpo del generale.
Mentre Albins aveva recuperato il frammento Heclial si era liberato dalla morsa di Eoden e intuendo cosa stava facendo il ninja si era messo davanti la porta.
Eoden digrignò gli affilati denti, ma Heclial parve quasi non accorgersene. Infatti pensava solo a come riprendere il frammento.
Albins invece pensava a come fare per portarlo fuori. Purtroppo non poteva combattere col frammento in mano, rischiando di distruggerlo, così come Heclial non poteva combattere al massimo sapendo di poterlo colpire.
Erano in una fase di stallo, e solo dei forti rumori in lontananza distolsero per un attimo lo sguardo dei due uno dall’altro.
<< Credo che i guardiani hanno finito con i vostri amici. Che ne dite di consegnarmi il frammento e di tornare alla vostra dimora? Ormai è inutile combattere. Io vi assicuro che vi farò uscire di qui tutto intero. >> gli propose Heclial
<< Pensate?.. Io invece credo che presto dovranno mettere nuovi guardiani qui, dato che i miei amici gli avranno fatto fare una brutta fine.
Vi propongo di farvi da parte e lasciarmi uscire, così da evitare questo inutile scontro. Lo sapete molto bene di non avere speranze. >> gli rispose Albins.
<< Giammai >> urlò il generale
<< Così sia >> disse il ninja.

Albins poggiò il frammento di baltia in un angolo della stanza mentre Eoden gli proteggeva le spalle, e si preparò al combattimento sfoderando le sue due katane.
Lo stesso fece Heclial col suo grande spadone.
Il combattimento stava per iniziare, quando si udì un rumore da dietro la porta.
Heclial si spostò subito verso il centro della stanza, e fece bene, perché subito dopo Drago entrò come una furia nella stanza con le spade in mano, e probabilmente lo avrebbe anche colpito.
Ora erano sicuramente in una situazione di vantaggio, ma ancora non sapevano cosa era in grado di fare Heclial.



OT-Ragaaaaa scusatemi [SM=x92705] , ma mi ero completamente dimenticato che toccava a me postare. Credevo di averlo già fatto e purtroppo solo ora ho controllato la discussione. [SM=x92706] .Chiedo venia.-OT
Drago.89
00martedì 4 maggio 2010 00:40
Dieci minuti prima la Guardia Reale stava lentamente riprendendosi e sentiva un po'di energia nelle sue vene. Si tastò la testa ancora dolorante, il sangue si era fermato. Non riusciva a capire da dove provenisse quella strana forza. Rimise le spade nei propri foderi nel retro della schiena e cercò di rimettersi in piedi. Dopo qualche tentativo riuscì ad alzarsi e scrutando il salone notò con piacere che persino Jekyll si stava rialzando, ma non capiva come fosse possibile tutto ciò...poi vide Trekentoff riverso sul pavimento e con un balzo felino scattò verso di lui. Perdeva sangue ma ero ancora tra i viventi.
Perdonatemi Trekentoff...non posso ancora curarvi neppure se lo volessi...spero possa bastare questo pensò Drago triste in volto. Tirò subito fuori delle bende che aveva portato con sé e fasciò il coriaceo Guerriero nei punti in cui fuoriusciva ancora sangue. Si assicurò che Jekyll stesse bene il quale rispose con un cenno del capo, anche se non era nel pieno delle sue forze. Dopodichè si rivolse al Cavaliere del Nord e disse:
<<Jekyll…c’è bisogno che qualcuno rimanga qui per tenere premute le bende…in questo modo il sangue si arresterà di sicuro…voi non avete più la vostra armatura…quindi mi offro volentieri di precedervi io nel dare man forte ad Albins…ed Eoden…hanf…hanf…>> nonostante le energie ricevute in regalo la stanchezza, i lividi ed alcune ferite si facevano ancora sentire.
<<Credo che abbiate ragione…affrettatevi ora conto su di voi…e sulla vostra enorme forza di volontà...>> rispose il Cavaliere del Nord. La Guardia Reale aveva bisogno di sentire che Jekyll fosse d’accordo con lui, perchè nel caso contrario si sarebbe sentito un vile.
<<Grazie amico mio…>> rispose Drago mentre si allontanava verso la meta finale del suo cammino. Pian piano superò i troni su cui sedevano le statue guardiane e con un po'di sforzo riuscì ad arrivare dinanzi ad una porta spalancata. Sentì delle voci nella direzione della porta. Sfoderò nuovamente Alba e Tramonto e vi entrò come un forsennato. Forse un caso o pura fortuna ma Heliclial al momento della carica di Drago non si trovava esattamente di spalle alla porta e riuscì quindi ad evitare di essere travolto. Ora, faccia a faccia col nemico, il folle generale dei Falchi era innanzi a lui ma anche Albins ed il forte Eoden. Il Ninja aveva messo al corrente la Guardia Reale sul frammento di Balthia e siccome era nelle loro mani il gioco era ormai finito.
<<Bene, bene, bene! Adesso siamo quasi al completo, mancavate solo voi o c’è ancora qualche altro sopravvissuto!?>> domandò sarcastico Heliclial.
<<Se fossi in voi mi preoccuperei e molto anche… >> detto questo Drago iniziò a concentrarsi. Occhi di pura bragia pervadevano la Guardia Reale. Il Ninja in quel mentre scagliò una manciata di shuriken contro il proprio avversario. Anche Eoden, avendo capito le intenzioni di Drago, cercava di mordere il gambale di ferro del generale ma senza successo. Heliclial colpì il lupo con un sonoro calcione nel basso ventre sbalzandolo di non poco…ma non sapeva cosa stava per accadere di lì a poco. Alba e Tramonto brillarono ancora una volta sul campo di battaglia, la forza e la velocità della Guardia Reale aumentarono vertiginosamente. Drago incrociò le sue spade davanti a sé e si scagliò come un pazzo sul suo nemico attaccandolo dall’alto con fendenti micidiali e dal basso con stoccate veloci, Heliclial cercò di difendersi il meglio possibile con il suo spadone. Nella furia del combattimento alcuni kunai crearono un fastidio enorme al generale, infatti qualcuno centrò una fessura nel gambale ed a causa dell’improvviso e lancinante dolore si era scoperto troppo…in quel momento Drago lo fulminò, con un rapido movimento della mano colpì il generale con il manico di Alba sulla tempia stordendolo definitivamente.
<<Heliclial è finito…ora non ci resta che legare questo vile…hanf…hanf…hanf…hanf…non…non…ce la faccio…più…>> la Guardia Reale era pur riuscito a metter fuori uso il generale ma con l’ultimo attacco aveva dato sfogo all’ultimo briciolo di energia che gli pervadeva nel corpo. Cadde in ginocchio ma non svenne…una grande forza di volontà lo spingevano a desistere dal lasciarsi sopraffare. Eoden intanto si era ripreso ed Albins si era accertato che Drago fosse ancora tutto intero.

OT- Finalmente il nostro scontro credo si sia concluso. Claudium tocca a voi adesso.[SM=x92702] -OT
@Jekyll@
00martedì 4 maggio 2010 12:52
Lontani giungevano i rumori della battaglia con Heclial...nel Salone dei Guardiani, ora che i golem erano stati ridotti in polvere, era tutto silenzioso, ovattato.
Jekyll premeva le bende legate da Drago sulle ferite di Trekentoff e sperava in cuor suo che Eoden, Albins e la coraggiosa Guardia Reale riuscissero ad avere la meglio sul Generale dei Falchi.
Mentre assisteva l'Aspirante ancora privo di sensi, il Cavaliere del Nord si guardò intorno...avevano combattuto bene, senza nessun risparmio di energia e avevano sconfitto la magia di una città intera, adesso in quel salone c'erano solamente desolazione, distruzione e sangue mescolato con la polvere.
Il Paladino pensò a Caludium...si domandava come se la stesse cavando l'amico, era già riuscito a sconfiggere il Conte traditore, liberando la città dalla sua tirannide?
I minuti passarono lentamente e Jekyll lasciava che il pensiero si perdesse in queste considerazioni, mentre i suoi sensi rimanevano tesi per captare eventuali pericoli in arrivo.
Già...speriamo che non succeda più nulla da queste parti! pensò, tetro La mia armatura è in pezzi e la Sciabola d'Argento è inservibile, come potrei combattere contro un nuovo nemico?
L'improvviso cessare dei rumori della collutazione al di là del portale dietro il quale Albins, Eoden e Drago erano scomparsi, riscosse il Cavaliere del Nord dai suoi pensieri.
Jekyll osservò Trekentoff...il massiccio corpo era coperto di sangue, quel nuovo guerriero aveva dato prova di un valore senza eguali e si era dimostrato degno dell'onore che i Sommi gli avevano accordato, annoverandolo tra le fila degli Aspiranti Vassalli; ora, grazie alle fasciature realizzate da Drago, le ferite avevano smesso di sanguinare e Jekyll, recuperate un po' di energie, sollevò l'amico privo di sensi e lo collocò in un angolo riparato del salone, in modo che fosse nascosto allo sguardo di eventuali nemici che fossero sopraggiunti.
Appurata la stabilità delle condizioni di Trekentoff, Jekyll si mosse attraverso il Salone dei Guardiani e recuperò lo scudo, la lancia e l'elmo del compagno e pose le armi accanto al corpo disteso dell'amico.
-Ed ora, vediamo di vedere ciò che resta della mia armatura e della Sciabola d'Argento!- mormorò tra sè e sè.
Il Cavaliere del Nord girò per tutto il Salone, raccogliendo schegge argentate più o meno piccole, recuperò da un mucchio di pietre, che una volta erano state la testa di un golem colossale, la lama spezzata della Sciabola d'Argento e, infine, raccolse l'elmo d'argento dal lungo pennacchio bianco da un angolo buio dell'ampio salone, nel quale era rotolato dopo il micidiale colpo ricevuto dall'ultimo costrutto affrontato.
Col suo misero fardello d'argento infranto ed ammaccato, Jekyll si accostò a Trekentoff e si sedette accanto a lui, posò a terra ciò che restava delle sue armi e le osservò, mesto, per un lunghissimo istante.
-Beh...penso che Mastro Randal saprà riportare tutto all'antico splendore- disse, ad alta voce, come per volersi convincere della veridicità delle sue parole, poi aggiunse, sorridendo amaramente -...ammesso che si riesca a lasciare vivi questa città!
Il Cavaliere del Nord appoggiò la schiena e la testa alla parete di roccia dietro di lui e chiuse gli occhi, concentrandosi per cercare di recuperare le proprie energie il più rapidamente possibile: i suoi amici avrebbero, comunque, potuto avere ancora bisogno di lui.
-Forza, amici miei, sono con voi!- mormorò.
Poi tutto, nel Salone dei Guardiani, tornò ad essere avvolto dal silenzio.
Drago.89
00giovedì 8 luglio 2010 15:10
OT- Claudium quando puoi posta la tua continuazione o eventuale finale...è passato un bel po'di tempo... [SM=x92713] [SM=x92701] -OT
Claudium
00venerdì 9 luglio 2010 12:20
OT- Lo so. Portate pazienza. Entro fine agosto concludo tutto [SM=x92713] -OT
Otrebmu Ittoram
00domenica 8 agosto 2010 04:49
OT-- Per la cronologia e la sezione che stiamo creando ho fatto in accordo con Claudium diciamo la scansione del tempo trascorso in questo racconto e ho trovato una piccola incongruenza ma piccola.
questo racconto inzia il 14-6-2008 quindi la data del regno in cronologia sarà + o - 14-6-1008 o un po' prima se potevo ma c'è questa piccola incongruenza che si chiama Trekentoff il quale pg è arrivato nel regno il 26-8-2009 cioè 26-8-1009 quindi come è possibile che un pg arrivato nel regno + di un anno dopo questo racconto sia li ? [SM=x92704] [SM=x92704]
se lo sposto avanti di 1 anno e passa mi va a finire dopo le falci dei custodi che invece avvengono dopo 2 mesi la tela e già li avevo problemi vista la durara della tela [SM=x92703] [SM=x92703] [SM=x92703] risolvetemi il problema voi che la neuro altrimenti mi porta via [SM=x92713] per fortuna non sono ancora arrivato a quell'anno datemi qualche giorno [SM=x92703] poi cadranno delle teste e non sarà la mia [SM=x92703]
ps tanto per essere chiari e non essere fraintesi è tutto detto in tono scherzoso tranne che l'incongruenza esiste [SM=x92711] --OT
Claudium
00domenica 8 agosto 2010 11:52
OT- Non basterebbe spostare l'arrivo di Trekentoff nel Regno? -OT
Drago.89
00lunedì 9 agosto 2010 16:09
OT- Infatti, perchè non spostare l'arrivo di Trekentoff come suggerisce Claudium? [SM=x92714] -OT
Otrebmu Ittoram
00lunedì 9 agosto 2010 18:48
Re:
Drago.89, 09/08/2010 16.09:

OT- Infatti, perchè non spostare l'arrivo di Trekentoff come suggerisce Claudium? [SM=x92714] -OT




OT--Abbiamo già deciso nell'altro forum di fare così anche se non mi piace anticipare di cosi tanto un'arrivo 1-2 mesi poteva starci ma + di 1 anno [SM=x92712] comunque non c'è altra soluzione [SM=x92706] --OT
Claudium
00giovedì 26 agosto 2010 16:27
Nel frattempo la battaglia all’interno della città imperversava: la cavalleria era riuscita ad irrompere dalla porta est conquistando rapidamente i primi 4 quartieri, ben metà del territorio di Omar. Per permettere però a Claudium ed ai suoi di abbattere la porta, la quasi totalità delle truppe stanziate sulla porta ovest erano cadute sotto le ondate di pece lanciate dalle mura e le raffiche di frecce lanciate dai Falchi; delle truppe dei Leoni solo parte degli arcieri si era salvata. Ora, mentre Claudium e Clanitia erano faccia a faccia, le truppe di ambo gli schieramenti si stavano riorganizzando, i Falchi nei quartieri ovest ed i Leoni nei quartieri est, per lanciare la controffensiva finale contro gli avversari; non importava quale fazione avesse vinto, se i due eserciti si fossero incontrati sarebbe stata una catastrofe: i civili sarebbero stati coinvolti e gli schieramenti si sarebbero distrutti a vicenda provocando la perdita di almeno la metà della popolazione di Omar. Mentre Neirot riorganizzava gli uomini insieme agli altri Comandanti, pregava affinché un qualche miracolo riuscisse a salvare la città.

Nello spingere le pesanti porte che davano accesso alla Sala del Gran Consiglio, a Claudium riaffiorò il ricordo delle descrizioni che da giovane aveva letto sui libri che narravano la storia di Omar; da quel che l’Aspirante ricordava la sala doveva essere di forma circolare, un cerchio talmente perfetto che, secondo la leggenda, erano stati gli dèi in persona a realizzarlo; la sala era poi sormontata da una cupola bianca finemente cesellata, poggiante su coppie di otto colonne aderenti alle pareti del locale; queste ultime erano poi coperte da centinaia di arazzi colorati, doni di regnanti provenienti da tutto il mondo che erano andati accumulandosi all’interno del Palazzo; il centro della sala era occupato invece da una stupenda tavola ottagonale di cristallo purissimo, realizzata dai più grandi maestri del Continente Centrale, e attorno alla quale, da secoli, i Conti avevano preso quelle cruciali decisioni che avevano guidato fino a quel momento il destino della cittadina; culmine di questa spettacolare visione erano i quattro Occhi di Cristallo disposti secondo uno schema a croce lungo le pareti della sala; la loro funzione era quella di proiettare magicamente le immagini e le voci delle persone riunite nel locale attraverso gli Schermi posti in ciascuna piazza della città.

Il Paladino riuscì finalmente ad aprire le porte; tutto era esattamente come gli era stato descritto, ma quel senso di meraviglia che normalmente quella visione avrebbe instillato nel giovane venne sopraffatto dal raccapricciante spettacolo che gli si presentò di fronte: i Conti, gli ultimi 5 Conti rimasti erano stati trucidati. I loro cadaveri insanguinati occupavano il centro del locale; di questi alcuni poggiavano mollemente sui loro seggi, altri invece erano ammassati verso le porte, trafitti probabilmente nel tentativo di fuggire da quella furia omicida di cui alla fine erano stati inevitabilmente vittima.

Combattuto tra il disgusto che quello spettacolo gli incuteva, tra la rabbia per non essere riuscito ad arrivare in tempo per impedire quel massacro e la tristezza per la sorte toccata a quegli sventurati, seppur colpevoli, uomini, Claudium chiuse gli occhi, strinse fortissimo Arkea e versò una lacrima.

<<Che opera eccezionale la cupola di Omar!...>>
Una voce ruppe il silenzio della sala.
Il Paladino aprì gli occhi come per svegliarsi da un brutto sogno e girò il capo nella direzione da cui aveva sentito provenire la voce.
Era stato il Conte Clanitia a parlare; egli poggiava stancamente su un seggio poco lontano dalla tavola di cristallo ed indossava la sua solita tunica blu; con lo sguardo rivolto al cielo e l’aria sognante impugnava la propria lama di cristallo bianco, l’arma risalente ai tempi di quando il Conte guidava con il titolo di Generale le truppe dei Falchi; era difficile però riconoscerne il vero colore sotto lo spesso strato di sangue che ne copriva la lama.
In modo quasi surreale, come se quei morti non vi fossero, il Conte con tono tranquillo e pieno di sentimento riprese il suo discorso:
<<…Pensate Claudium che essa è stata scavata da un unico gigantesco blocco di marmo e sono stati necessari più di 50 scultori e ben 10 anni di lavoro per istoriarne l’intera superficie con bassorilievi che raffigurassero i più importanti episodi della storia di Omar.
La visione di questi epici eventi e dei leggendari eroi che vi hanno partecipato ha sempre suscitato in me grandi emozioni.
Guardate! Ecco il grande condottiero Arcesa, intento a sottomettere i popoli barbari che minacciavano la nostra cittadina; oppure là in alto; vedete Velcosa e Lucerzia? Mentre il primo ha sacrificato addirittura la sua integrità fisica pur di non tradire la nostra patria, la seconda è stata la fautrice della liberazione della nostra città dalla sua secolare tirannia. E come dimenticare Orolmo? Eccolo, guardate il suo sguardo fermo mentre traccia i sacri confini di Omar, nell’atto di fondarla.
Quante volte durante le nostre lunghe riunioni ho sognato di potermi unire a loro, di guadagnarmi anche io il mio posto lassù a fianco di quei grandi prodi, fissato nell’eterna bellezza del marmo bianco.
Ma forse, oggi, quel giorno è finalmente arrivato…>>
Claudium si avvicinò verso il Conte, carico di rabbia.
<<E così voi avreste mentito a me, un Aspirante Vassallo di Blue Dragon, avreste tradito la fiducia che io e il maestro Corso riponevamo in voi, avreste tentato di mandare al macello me ed i miei compagni, avreste ucciso i vostri colleghi, avreste causato la perdita di innumerevoli vite umane e per cosa? Per l’egoistico tentativo di vedere la vostra figura incesellata su un soffitto?>> disse quasi urlando Claudium, mentre indicava la cupola con il dito.
<<Non siate sciocco Claudium; è vero, io sogno la fama, l’immortalità donata dal ricordo dei posteri, ma amo troppo Omar per porre i miei desideri innanzi ad essa>>.
<<Già, perché ora mi verrete a dire che tutto questo complotto lo avete organizzato per il bene della città?! Avreste anche potuto fare il lavaggio del cervello a Lamion, ma con me queste storie non attaccano; la verità è che quello che desideravate era il potere e avete fatto di tutto pur di impossessarvene>>.
<<ZITTO! VOI NON SAPETE QUELLO CHE DITE!>> urlò improvvisamente Clanitia; Claudium, sorpreso, si zittì; il Conte poi continuò a parlare con le lacrime agli occhi <<Avete forse idea di tutta la sofferenza che provavo ogni giorno camminando per le strade della mia città, vedendo bambini denutriti, e talvolta anche informi, venirmi incontro mendicando una misera moneta per avere abbastanza pane per sfamare la loro famiglia per una sera? Avete idea della rabbia che provavo nel vedere i miei colleghi organizzare sera dopo sera banchetti degni dei più grandi re e far buttare via dai loro servi tutto il cibo non consumato? La mia città ha già sofferto abbastanza ed io volevo solo trovare un modo per guarirla, per salvarla da se stessa. Credete forse che mia sia divertito a far avvelenare Stoneo, che per virtù e fedeltà verso la patria valeva almeno 10 volte me e Necroiec messi assieme? Pensate che non soffra nel sentire le urla dei Falchi e dei Leoni che si massacrano a vicenda? Le sento ed ogni volta che odo il lamento di un soldato colpito a morte è come se anche io morissi con lui; ma questo era l’unico modo affinché Omar potesse ancora avere un futuro>>.
<<Se il vostro scopo era davvero quello di migliorare il governo della città potevate usare mezzi più trasparenti e corretti>>.
<<E quali Claudium? Sono 30 anni che io mi districo tra le tele della politica e fidatevi quando vi dico che senza potere è impossibile raggiungere accordi senza compromessi, persino per le decisioni più banali. Io, Necroiec e Stoneo potevamo presentare tutti i progetti di rinnovamento urbano e firmare tutte le richieste di distribuzione di grano gratuite che volessimo, ma gli altri Conti costituivano un blocco troppo grosso da superare. Se noi 3 avessimo intrapreso apertamente uno scontro politico saremmo stati destituiti in un battito di ciglia e sostituiti molto probabilmente dai ricchi borghesi locali, desiderosi di mettere mano sui privilegi che la nostra carica comporta>>.
<<Ma perché allora non avete chiesto aiuto al Sommo Blue Dragon? Lui sarebbe potuto intervenire e avrebbe potuto aiutarvi>>.
<<E in che modo Claudium? Se il vostro re fosse intervenuto pacificamente i Conti si sarebbero limitati ad ignorarlo mentre se avesse intrapreso una campagna militare essi avrebbero resistito con le unghie e con i denti pur di non perdere la loro posizione; senza contare che anche se i Sommi fossero riusciti a conquistare Omar, il popolo non avrebbe mai accettato l’imposizione di un governo straniero, pur se foriero di giusti ideali e di un giusto programma politico. No, l’unico modo che Omar aveva per salvarsi era quello di rinascere a nuova vita dall'interno. Ho cercato di fare in modo che questo processo avvenisse con il minor numero di morti possibile, ma voi, Necroiec e Retoet avete voluto opporvi optando per la guerra civile ed ora, mentre noi parliamo, i Falchi ed i Leoni si stanno massacrando l'un con l'altro>>.
Claudium era confuso; finora aveva pensato che Clanitia avesse agito per il suo tornaconto, ma alla luce di quello che gli aveva raccontato iniziava a comprendere il suo punto di vista, per quanto orribile poteva essere la strada che era stato costretto ad intraprendere pur di salvare Omar; il Paladino iniziava addirittura a dubitare sulla bontà del loro attacco ed incominciò a sentirsi in colpa per tutte le morti causate. Dando una leggera scossa di capo il Paladino ricominciò a parlare <<In ogni caso ormai è finita, Conte. I Leoni sono penetrati tra le mura e visto che io e voi siamo ancora tutti interi penso che i miei compagni siano riusciti a fermare il folle progetto di Heclial di far saltare in aria la città. Il vostro piano è fallito>>.
<<Non è ancora detto Claudium…>> disse il Conte alzandosi <<…c’è ancora una speranza: se adesso voi Aspiranti riprenderete il controllo della città e mi destituirete, tutto tornerà come prima; sono sicuro che Necroiec voglia il bene di Omar tanto quanto lo voglia io ma sicuramente lui non avrà ma il coraggio di imporsi come un tiranno; piuttosto preferirà riformare il Consiglio, di cui però verranno eletti nuovi membri che saranno senza ombra di dubbio anche peggiori dei precedenti, perché composti da quei ricchi notabili che non aspettavano altro che un evento come questo pur di raggiungere tali cariche; ed a quel punto tutte le sofferenze che ho causato a questa città non saranno servite a niente.
Ma se voi invece mi lasciaste andare, permetteste che prenda il comando di Omar come era previsto nel mio piano originale, tutto finirà. Ora, non è più necessario che voi ed i vostri compagni vi sacrifichiate: basterà che voi torniate dai vostri compagni e accampiate qualche scusa per giustificare il mio comportamento e dimostrare che non ero io il responsabile di questo complotto; per esempio raccontando che il vero colpevole era in realtà uno dei 5 Conti, e racconterete loro che quando egli è stato scoperto è impazzito ed ha ucciso tutti i suoi colleghi; e proprio quando stava per uccidere anche me voi siete arrivato e mi avete salvato, costretto però a colpire a morte il mio assalitore per salvarmi; a quel punto io verrò rivalutato agli occhi dei Leoni e di Necroiec e lo convincerò a non ripristinare il Gran Consiglio, bensì a creare una diarchia con a capo noi due; in questo modo voi potrete tornare nel vostro regno da eroi ed io potrò così ripristinare la giustizia qui ad Omar. Che ne dite Claudium? Basta solo che diciate una bugia a fin di bene e tutto si potrà sistemare…>> Clanitia porse il braccio verso l’Aspirante attendendo la sua stretta di mano.
Claudium non era mai stato così confuso in tutta la sua vita; il Paladino ripugnava il modo in cui Clanitia aveva agito eppure, arrivati a quel punto, se lo avessero smascherato tutto sarebbe tornato come prima e quelle morti sarebbero state inutili. In fondo, bastavano solo una stretta di mano ed una piccola bugia e tutto si sarebbe risolto. Claudium porse la mano verso quella del Conte e… la strinse:
<<Conte, non so se tutte le morti che avete causato erano davvero necessarie affinché Omar si salvasse, ma… in ogni caso io non condividerò mai questo vostro progetto. La Via della Luce non potrà mia condurre a Tenebre così oscure. Il vostro folle piano si conclude qui e ora tutti gli abitanti di Omar sapranno chi siete veramente e cosa avete fatto>>.
Clanitia non comprese subito quello che l’Aspirante intendesse dire; poi, la sua mente venne folgorata da una terribile ipotesi; veloce si girò verso la leva che attivava gli Occhi di Cristallo: era sollevata.
Claudium aveva attivato gli Occhi mentre Clanitia era impegnato nel suo soliloquio e quindi tutta la loro discussione era stata proiettata attraverso gli Schermi in ogni singola piazza di Omar; ora tutti i cittadini sapevano la verità sul complotto che il Conte aveva organizzato.
Clanitia tornò a guardare incredulo Claudium, il quale, triste in volto, pronunciò un leggero <<Mi dispiace…>>
<<NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!...>> il Conte mollò immediatamente la mano di Claudium e sguainò la sua spada lanciandola verso l’Aspirante con tutta la forza che possedeva. Il Paladino fece un balzo all’indietro evitando per un soffio lo sgualembro tirato dal suo avversario. Istintivamente il Paladino si inginocchiò ed estrasse la sua spada di Oricalco, rimanendo in attesa del prossimo attacco. Lo scontro tra i due era iniziato...

OT- Scusate ma tra Biblioteca Arcana, Università ed il resto non ce la faccio a concludere il racconto entro il 31. Se non altro sono riuscito a postare metà dell'intervento finale -OT
Claudium
00martedì 15 febbraio 2011 10:34
Gli abitanti di Omar erano increduli: al pari di una lancia che penetra senza alcuna difficoltà la polvere sollevata dai soldati in battaglia, così il timore e la confusione che regnavano nei cuori delle masse riunite nelle piazze a seguito dell'attacco vennero immediatamente dipanati dalla sconcertante rivelazione a cui avevano appena assistito.
Quasi come mosse da un unico comune sentimento, le folle delle piazze si mossero all'unisono verso quella che da lì a pochi minuti sarebbe stata la linea di battaglia di Falchi e Leoni. Quel che rimaneva dei due eserciti, infatti, si era riorganizzato lungo i lati della via principale che tagliava Omar da nord a sud, nel disperato tentativo di lanciare l'offensiva finale contro l'avversario.
Tra lo stupore generale delle truppe, tali aspettative vennero però disattese: incredibile a dirsi, la popolazione di Omar aveva occupato l'intera via formando una barriera umana lunga centinaia di metri; era un tacito modo attraverso il quale gli abitanti chiedevano ai loro soldati di cessare lo scontro, di smettere di lottare; che di sangue fraterno ne era già stato versato fin troppo e che ora la città necessitava di curare le sue ferite e riprendersi.
La potenza e la risonanza che tale evento ebbe nei cuori dei soldati fu tale che uno per uno, a partire dalle prime linee per poi scalare, i soldati mollarono la presa sulle armi in pugno, lasciarono cadere gli elmi come pesi che gravavano le loro teste e, tra le lacrime, si ricongiunsero ai loro cari facendosi strada tra la folla.
Quando Neirot alzò lo sguardo al cielo ebbe l'impressione che le stelle sopra di loro fossero più calde e splendenti del solito. Forse erano state proprio loro a dispensare nei cuori degli abitanti di Omar virtù bastevole affinchè il miracolo da lui atteso si potesse verificare...

Il Conte era un avversario difficile e Claudium lo sapeva; certo, era vecchio, ma l'età non sembrava aver influenzato minimamente la sua prestanza fisica; per di più egli possedeva un'abilità ed un'esperienza che il Paladino poteva solo sognare e che, sommate all'impossibilità dell'Aspirante di utilizzare magie ed alla piena conoscenza del terreno di battaglia da parte del nemico, ponevano Clanitia in una posizione di netto vantaggio.
Inutile quindi dire che a scontro cominciato Claudium si trovò subito in difficoltà, incassando a fatica i poderosi fendenti dell'ex-generale e riuscendo a schivare di misura gli insidiosi sgualembri lanciati dal basso dal suo nemico. Non ci volle molto perchè al Paladino iniziassero a venir meno le forze mentre il suo avversario sembrava incapace di sentire la fatica che penetrava a stento tra le sue ossa. Eppure un vantaggio Claudium lo aveva ancora e forse poteva essere il fattore che lo avrebbe portato alla vittoria; il Paladino si guardò attorno studiando l'ambiente intorno a sè; la sua vista cadde sulla scala che conduceva verso la cima della Torre. Subito il Paladino si mise a correre verso di essa; il Conte intuì la sua intenzione ma di certo non poteva competere in velocità con un giovane che portava il peso della metà dei suoi anni; Claudium scomparve così in cima alla scala con il Conte dietro ad incalzarlo.
La strategia di Claudium era semplice: l’Aspirante aveva capito che il punto debole di Clanitia stava nella sua ira, poiché in quel momento la sua furia ottenebrava completamente la sua capacità di giudizio e ciò lo rendeva un avversario assai vulnerabile per l’intelletto dell'Aspirante.
Dopotutto anche un ragno quando abbandona la tela può diventare facile preda della tela di un altro ragno.
Clanitia non comprese che la momentanea fuga del Paladino era finalizzata a condurre il suo avversario in una trappola; quando infatti il Conte raggiunse la cima della rampa non riuscì a prevedere l’attacco a sorpresa lanciatogli dal Claudium, che con un poderoso calcio lanciò l'uomo lontano facendogli perdere la sua arma; quando Clanitia riuscì a realizzare cos’era successo c’era ormai una spada di freddo oricalco a puntare la sua gola.

<<Che ironia... sconfitto da un trucchetto del genere dopo tutto quello che ho architettato...>> disse strafottente Clanitia <<...Direi che a questo punto l'allievo ha superato il maestro. Avanti Claudium, è venuto il momento che facciate il vostro dovere di Aspirante: forza, uccidetemi!>>
Claudium era carico di rabbia, ma poi il Paladino si calmò a poco a poco e distolse la spada dalla faccia del Conte <<Vedete Clanitia, è questa la differenza tra noi due: io so quando è il momento di fermarsi, cosa che invece voi non siete mai riuscito a comprendere. Volevate salvare la vostra città?...>> disse il Paladino mentre afferrava il Conte per i capelli e girava la sua testa verso Omar<<...Ebbene guardate com'è ridotta adesso per causa vostra!>>
Mentre osservava lo spettacolo a cui Claudium lo aveva costretto ad assistere, Clanitia sentì come se qualcosa dentro il suo cuore fosse andato in mille pezzi: la bella cittadina che aveva servito per tanti anni, gioiello del Continente Centrale, era invasa da incendi e focolai da ogni parte; ad est le mura erano crollate e l'orribile breccia che si apriva in esse trasmetteva la stessa sensazione di violenza e di brutalità dei lividi e delle ferite riportate sul corpo da una donna violentata; fissando un punto a caso delle mura era impossibile non vedere soldati impalati su lance o arcieri afflosciati come sacchi di foraggio lungo le merlature; le strade erano piene di cadaveri di uomini e cavalli; il sangue era così copioso che andava raccogliendosi negli spioventi delle strade formando empi abbeveratoi per cani randagi e necrofagi augelli; ma il lato peggiore di questa disumana carneficina doveva ancora venire: l’aria, il più sfuggente ed etereo degli elementi che compongono la natura, unendosi al puzzo dei soldati caduti, all'odore di sangue di cui la città era inondata ed al nero e acre fumo proveniente dai focolai e dalle marmitte piene di pece, aveva dato empia vita a soffocanti vapori che appestavano la città e la coprivano con una scura e funesta atmosfera; questa demoniaca cappa soffocava la luce del sole e quando penetrava nei polmoni sembrava farsi strada tra i bronchi a suon di colpi di spada, invadendo gli alveoli come un esercito in carica e dando loro fuoco come il più infiammabile dei combustibili; e per buttare indietro tale funesto soffio erano necessari forti e profondi colpi di tosse, così forti da convincerti di dover vomitare via anche l'anima prima di potertene liberare, ma che in realtà, con il crescere del numero dei colpi, penetrava sempre più profondamente nei polmoni, quasi a voler raggiungere il tuo spirito per corromperlo di quella stessa empietà; e forse ci riusciva pure da un certo punto di vista, poiché, una volta fatta l'abitudine a quel cadaverico tanfo, cessava la tosse, ma allo stesso tempo si avvertiva la strana sensazione che ti fosse penetrato dentro una sorta di corpo estraneo che aveva preso possesso delle tue membra e che ti portava alla mente immagini orribili derivanti dalle idee che nascevano in te spontanee su come quei vapori si fossero formati e da chi o cosa essi derivassero.
Clanitia cadde come in un sorta di stato di trance, mantenendo le palpebre alte e gli occhi fissi su quell'infernale spettacolo. Riconosciuta l'ormai inoffensività del Conte, Claudium lasciò la presa sui suoi capelli, dando modo al'ex-generale di alzarsi in piedi. Clanitia camminò lentamente fino al ciglio della Torre, protendendo le mani verso la città; era come se l’ex-generale credesse di osservare la tela di un quadro lontano e fosse convinto che se si avvicinava sarebbe stato in grado di toccarla per grattarne via il disegno dalla superficie. Una volta resosi però conto dell’impossibilità della sue intenzioni, il Conte fece come per risvegliarsi da un sogno, poi distese le mani lungo il corpo e si girò verso Claudium con la testa china e gli occhi chiusi.
<<Mi dispiace Claudium...>> disse con voce bassa mentre piangeva <<...solo ora ho capito che l'amore per la mia città si era trasformato in cieca pazzia. Perdonatemi Claudium, perdonami Omar...>> e detto questo allargò le braccia come se volesse abbracciare il mondo e dando un ultimo sguardo al cielo si lasciò cadere nel vuoto.

Continuava a regnare il silenzio nella sala dove era custodito il Cuore di Baltia. Gli Aspiranti erano troppo stanchi per parlare ed erano solo desiderosi di recuperare energie bastanti per mettersi in piedi e tornare in superficie. Tuttavia gli eventi poco o niente assecondano l’umana volontà. Difatti, il frammento di Baltia che gli Aspiranti avevano cercato di proteggere si era appena messo a levitare lanciando centinaia di fasci lucenti in ogni angolo della sala, mentre ogni singolo centimetro di roccia intorno a loro aveva iniziato a vibrare.
<<Ma cosa sta succedendo?!>> chiese Albins.
<<Il frammento… quando Heclial lo ha rimosso dalla sua sede deve essersi destabilizzato…>> commentò preoccupato Jekyll.
<<E quindi adesso cosa facciamo?>> domandò Albins.
<<Scusate…>> interruppe Trekentoff <<…ma sono l’unico qui che ha capito che questo posto sta per saltare in aria?! Qualcuno mi carichi in spalla e SCAPPIAMO!>>
Drago non se lo fece ripetere due volte e una volta caricato sulle spalle il compagno si lanciò insieme ai compagni lungo i cunicoli che li avevano condotti fin lì, nella speranza di raggiungere l’uscita prima che l’intero sotterraneo li crollasse addosso.

<<Ed ora che succede?>> si chiese tra sé Claudium mentre l’intera Torre veniva scossa da un forte terremoto. Il Paladino provò a tornare dalla scalinata ma le scosse a quell’altezza erano davvero troppo tremende e l’Aspirante finì col cadere battendo violentemente la testa. I soldati fecero appena in tempo ad evacuare la Torre prima che questa crollasse su se stessa portando con sé più di 1000 anni di storia di Omar.

Jekyll mosse sconsolato alcune pietre; lui e gli altri Aspiranti erano riusciti a sfuggire all’esplosione del Cuore di Baltia ma questa aveva provocato anche la caduta della Torre; dell’edificio principale di Omar ormai non esistevano altro che macerie e di Claudium non vi era alcuna traccia. Gli Aspiranti e Neirot passarono ore intere a spostare le macerie nella speranza almeno di trovare il corpo dell’Aspirante, così da potervi dare una degna sepoltura, ma tutti i loro sforzi si rilevarono inutili; il Paladino sembrava essersi volatilizzato; quando però anche le ultime speranze sembravano dover venire meno Drago gridò: <<GUARDATE!>>
Sopra le loro teste brillava una piccola luce argentea; subito tutti pensarono che fosse una stella ma questa iniziò a farsi sempre più grande, fino ad assumere le fattezze di un disco argenteo. Quando il disco toccò terra gli Aspiranti furono felici di scoprire che sopra di esso era sdraiato uno svenuto Claudium.
<<Ha una brutta ferita alla testa ma sta bene. Quando è svenuto i suoi poteri devono essersi attivati proteggendolo dalla caduta. Quando ha iniziato a cadere fortunatamente la barriera anti-magia si era già dissolta>> commentò Jekyll.
Ora che avevano ritrovato il loro compagno gli Aspiranti potevano concedersi un meritato riposo, contenti che quell’estenuante missione fosse finalmente giunta al termine.

Le ore che seguirono furono forse le più tristi mai vissute da Omar: è vero, il piano di Clanitia era stato smascherato, Centineon, il servo accusato dell’assassinio di Stoneo, era stato rilasciato, ma a quale prezzo? La maggior parte dell’esercito di Omar era caduto combattendo se stesso; centinaia di civili avevano perso la vita durante gli scontri antecedenti l’invasione; la Torre era andata distrutta e con lei la storia di Omar; il Cuore di Baltia era andato perduto e con esso anche la barriera anti-magia del Cerchio; entrambi i Generali della Guardia erano morti e con loro 7 degli 8 membri del Consiglio. I cittadini erano a pezzi, giravano per la città come tante ombre in cerca dei loro cari smarriti durante l’attacco mentre l’esercito e l’apparato amministrativo di Omar erano confusi e disorientati a causa del vuoto di potere lasciato dalla morte dei loro capi. Fu però in mezzo a quell’assordante silenzio dettato dal dolore e dalla disperazione che dalla sommità delle rovine della Torre si levò una voce carica di speranza e fiducia nel futuro, la voce del Conte Necroiec:
<<Cittadini, orsù, perché vagate per la città come anime senza meta? Forse la crudeltà ed in sangue di quest’ultima giornata non vi sono bastate che voi sentite sì il dovere di aggiungere altra negatività a quella già patita? E’ vero, il giorno che appresta a chiudersi è stato uno dei più dolorosi di tutta la nostra storia; molti nostri fratelli sono morti, chi nel compiere i doveri che il giuramento alla Guardia imponeva, chi nel semplice espletamento del suo diritto a vivere, colto da eventi sui quali non poteva avere controllo. Ebbene, è forse questo il modo che voi avete per onorare le anime dei vostri fratelli che hanno appena lasciato il nostro mondo per essere smistati secondo il loro cuore? Pensate di rendere i loro spiriti contenti, fieri di aver vissuto nel corpo di cittadini di Omar? Essi si meritano molto di più. Meritano che i loro cari, che le loro mogli, i loro figli, gli amici i suoceri ed ogni singolo uomo con quale hanno vissuto fino ad oggi utilizzi ogni fibra del suo corpo non per compiangerli, ma per ricostruire ciò che oggi è andato distrutto e che essi hanno difeso sacrificando addirittura la loro vita.
Pensate forse che questa sia la fine? Credete che Omar non abbia più un futuro? In verità vi dico che questo altri non è se non l’inizio; il principio di una nuova città, epurata dalla corruzione e dal malcostume che hanno condotto la precedentemente alla rovina, priva di grassi ed ingordi capi che vivono come zecche con il solo scopo di prosciugare le energie della creatura alla quale rimangono attaccate con viscide zampe; la nuova Omar sarà un luogo di pace, di giustizia e di democrazia; una città resa santa dalla rettitudine dei suoi abitanti; di cittadini di cui si dirà che nel loro momento più buio hanno avuto il coraggio di gettarsi alle spalle la tristezza, per procedere verso un nuovo futuro dove la loro virtù avrebbe eguagliato la più pura luce divina!>>

Questa fu solo la prima ed una minuscola parte dell’orazione di Necroiec; il Conte infatti, per poter dare il tempo a tutti gli abitanti di riunirsi al centro della città ad udire la sua favella continuò a parlare fino al limite umano, sul finire delle ore diurne di quell’infausto giorno per poi continuare la notte, di fronte alle luci delle fiaccole, senza mangiare né dormire, sicchè, arrivato all’alba del giorno dopo, ogni singolo abitante di Omar si trovava intorno a lui, galvanizzato dal suo canto di speranza. Lo sforzo che Necroiec compì fu immenso, a tal punto che poche ore dopo l’albeggiare svenne vinto dalla stanchezza, ma questo non prima di aver concluso la sua orazione per dare ai cittadini la forza di reagire al loro dolore e di ricostruire mattone dopo mattone la loro città.

I giorni seguenti trascorsero all’insegna della vitalità e dell’operosità; tutti i cittadini partecipavano in un modo o nell’altro alla ricostruzione di Omar ponendo rimedio ai danni dell’assedio; gli Aspiranti dal canto loro informarono immediatamente il Regno circa gli sviluppi e l’esito finale della loro missione e sollecitarono affinchè venisse spedito un battaglione di Aspiranti e Vassalli che salvaguardasse i lavori di ricostruzione da eventuali minacce o colpi di stato, almeno fino a quando Omar non avesse ricostituito il suo assetto politico. Passati i giorni seguenti a curare le ferite ed a pregare per le anime degli innocenti uccisi durante la loro missione, gli Aspiranti sarbbero rimasti ad aiutare gli abitanti di Omar fintanto che il distaccamento del Regno non fosse giunto. Dopo alcune settimane Omar iniziava a riprendere i tratti di una vera città e l’aiuto extra proveniente dalle campagne non faceva che migliorare la situazione, tant’è che vennero addirittura iniziati i lavori di costruzione della nuova Torre.
La questione più delicata però rimaneva la ricostruzione dell’assetto politico; come ci si sarebbe immaginati venne proclamato come temporaneo reggente Necroiec, il quale, essendo l’ultimo Conte rimasto in vita, era l’unico ad essere legittimato dal popolo a governare. Come Clanitia aveva anticipato a Claudium la pressione dei ricchi borghesi avidi di potere non tardò a manifestarsi e subito questi insistettero per un ritorno totale al vecchio ordinamento. Dall’altro lato Necroiec ed i suoi propugnavano un ordinamento sempre a sfondo democratico ma profondamente mutato nei suoi equilibri di potere, prevedendo tra le varie novità la presenza di un funzionario superpartes che mantenesse la stabilità della città salvaguardando gli equilibri tra i vari poteri. Anche quest’ultima battaglia fu vinta grazie alla pressione esercitata dagli Aspiranti, che in veste di temporanei Ambasciatori di Blue Dragon avevano anch’essi voce in capitolo.
Il trattamento che la popolazione riservò agli abitanti fu degno dei più grandi re; considerati eroi per aver combattuto al fianco di Necroiec contro Clanitia e per essere stati l’ago della bilancia nel conflitto, gli abitanti di Omar conservarono memoria dei loro nomi nella loro storia e le massime cariche della città gli insignirono della Croce Ottagonale, il maggiore riconoscimento di Omar.

I restanti giorni trascorsero tranquilli e ben presto giunse infine per gli Aspiranti il momento di partire.
Il primo a parlare fu Necroiec: <<A nome di tutto il popolo di Omar vi ringrazio ancora per quello che avete fatto per noi. Avrete per sempre la nostra riconoscenza>>.
<<Grazie Reggente, parlo a nome dei miei compagni quando dico che per noi è stato un onore conoscere persone di così grande animo come voi e Neirot>> rispose Claudium.
<<Ho notato che durante la vostra missione uno dei vostri bracciali è andato perduto. Tenete, ho fatto commissionare per voi questo scudo per sostituirlo. E’ fatto di cristallo bianco perciò è praticamente indistruttibile>> disse Necroiec mentre Neirot porgeva l’oggetto all’Aspirante.
<<Grazie… non so veramente cosa dire…>>
<<Non dite niente allora; ricordate solo che voi ed i vostri compagni sarete sempre i benvenuti qui ad Omar>>.
Dopo gli ultimi saluti la compagnia fece marcia verso il Regno.

<<Siete sicuro di non voler venire con noi?>> domandò Albins a Trekentoff.
<<Sono sicuro; preferisco esplorare queste zone ancora per qualche tempo prima di tornare nel Regno di Blue Dragon. E’ stato un onore per me combattere al vostro fianco>>.
<<Lo è stato anche per noi>> rispose Drago prima che il Guerriero spronasse il cavallo verso la boscaglia.
<<Prima di partire ci sarebbe ancora qualcosa che vorrei dirvi…>> disse Claudium <<…ecco… la cosa potrà sorprendervi ma non sono mai stato molto bravo coi discorsi. Comunque, prima di partire da Omar ho chiesto ad un orefice di realizzare questi…>> il Paladino tirò fuori da una tasca 4 ciondoli argentei di forma circolare <<…Sento che durante questa avventura è nato tra di noi un vincolo di amicizia molto forte e la Risonanza che abbiamo ricreato in quella radura ne è la testimonianza. Ecco perché voglio regalarvi questi ciondoli: affinchè ognuno di noi possa ricordarsi sempre ed in ogni luogo di questo nostro legame>>.
Claudium porse i ciondoli ai suoi compagni.
<<Su ogni ciondolo ho fatto raffigurare quello che pensavo essere l’animale che meglio vi rappresentava: per voi Drago un dragone rosso ovviamente; per voie Albins, un dragone orientale verde, fratello della sua controparte occidentale; per voi Jekyll un lupo azzurro; per me invece un’aquila bianca. Spero che vi piacciano>>.
I compagni non credevano ai loro occhi.
<<Claudium, davvero, non sappiamo cosa dire…>> proruppe Drago <<…se non che apprezziamo molto il regalo che ci avete appena fatto…>> continuò Albins <<…e che ricambiamo appieno la stima e l’amicizia che provate nei nostri confronti>> concluse Jekyll.
Improvvisamente però Eoden interruppe la conversazione con un ululato.
<<Ma certo che mi sono ricordato di te Eoden, infatti, ho dato al tuo padrone un bellissimo collare con attaccata una medaglietta identica al suo ciondolo. Lascio poi alla sua discrezione se fartela mettere o meno>>.
Il lupo mugugnò come per mettere in guardia Claudium qualora non avesse considerato l’animale in futuro, e di fronte al capriccio di quel lupo gli Aspiranti non poterono far altro che scoppiare in una sincera risata mentre a cavallo dei loro destrieri si lasciavano alle spalle Omar e procedevano l’uno a fianco all’altro verso il Regno.
Claudium
00martedì 15 febbraio 2011 10:36

Fine

Claudium
00martedì 15 febbraio 2011 10:40
OT- Ragazzi ecco finalmente la fine del nostro racconto. Ringrazio tutti i partecipanti per avermi aiutato a realizzare questo eccellente componimento. Forse domani posterò alcune curiosità che ho inserito nel racconto. In ogni caso, com'è tradizione del forum di blue dragon, la parte dopo la fine del racconto è dedicata a commenti vari. Ditemi sopratutto se vi è piaciuto ;-) -OT
@Jekyll@
00martedì 15 febbraio 2011 11:02
Ot-Racconto bellissimo e finale degno della storia!! Ho solo una parola da dirti: COMPLIMENTI!!! Hai pensato una storia complessa ed avvincente e sono convinto che La Tela possa essere considerato uno dei migliori racconti scritti su questo Forum da molto tempo! Davvero bravo! [SM=x92702] -OT
Drago.89
00martedì 15 febbraio 2011 11:38
OT- Beh che dire, se non trovarmi completamente d'accordo con Jekyll! Un racconto davvero degno di nota, speciale e avvincente! Davvero complimenti per il finale! Bellissima la parte dei ciondoli! Bravo Claudium! [SM=x92702] [SM=x92709] [SM=x92701] -OT
Claudium
00mercoledì 16 febbraio 2011 15:00
OT- x COLORO CHE NON HANNO ANCORA LETTO IL RACCONTO: IL SEGUENTE PEZZO RIVELA PARTE DELLA TRAMA, PERCIO' EVITATELO SE NON VOLETE ROVINARVI LA LETTURA ;-)

Dunque, ora che il racconto è stato concluso è il momento di rilevare alcuni segreti che spero aggiungano ancora più pregio a questo racconto. Come molti possono facilmente intuire l'intera trama (esclusa la parte del villaggio che ho lasciato tessere ai miei compagni scrittori) io ce l'avevo già in testa tre anni fa, quando ho iniziato a scrivere il primo post. Nello specifico ci tengo a sottolineare che per la storia mi sono ispirato alla vicenda della Congiura di Catilina, introducendo versioni romanzesche di alcuni personaggi storici della storia romana e di alcuni personaggi mitici del mondo greco. Tuttavia, siccome temevo che i lettori pensassero che molti dei particolari della storia, specialmente il ribaltimento di frittata dove Necroiec diventa il buono e Clanitia il cattivo, fossero inventati sul momento, mi sono divertito a creare anagrammi che, opportunamente ricomposti, potevano dare modo agli occhi più attenti di comprendere in anticipo gli eventi successivi del racconto. Buona lettura ;-)


Omar (città): Roma, città millenaria che per secoli ha governato l’Europa.

Necroiec (Conte): Cicerone, probabilmente il più grande oratore della storia romana e della storia umana, avversario per eccellenza di Catilina attraverso le sue orazioni dette “Catilinarie”.

Clanitia (Conte): Catilina, uomo pieno di virtù così come ce lo descrive lo scrittore romano Sallustio ma macchiatosi di aver congiurato per rovesciare il governo romano fomentando la rivolta tra le classi più disagiate.

Lamion (Comandante della Guardia di Clanitia): Manlio, braccio destro di Catilina nella congiura.

Neirot (Comandante della Guardia di Necroiec): Tirone, amico ed aiutante di Cicerone.

Centineon (Servo): Innocente.

Stoneo (Conte): Onesto

Retoet (Generale dei Leoni): Ettore, il più grande dei generali troiani, simbolo storico di coraggio e sacrificio per la difesa della patria.

Heclial (Generale dei Falchi): Achille, forse il più grande guerriero della storia greca, simbolo di forza e coraggio ma molto spesso governato da sentimenti egoistici.

Pagus (villaggio): che in latino vuol dire appunto “villaggio”

Oslaf (il testimone): Falso

Toldaos (comandante della falsa scorta): Soldato

Datalos (comandante della vera scorta): Soldato

Hermes (falco): porta il nome del messaggero degli dei greci.

Axe, Katana, Sibilla, Horns, Skull e Arrow: i nomi dei 6 mercenari sono ispirati alle armi da loro utilizzate. -OT
@Jekyll@
00mercoledì 16 febbraio 2011 21:15
Ti rinnovo i miei complimenti, Claudium!! Davvero interessante la storia degli anagrammi e, per dirla tutta, non me ne ero proprio accorto!! Davvero bravo! [SM=x92702]
Trekentoff
00mercoledì 16 febbraio 2011 22:02
Bellissimo racconto, Claudium! [SM=x92710]
Una storia avvincente e ricca di colpi di scena [SM=x92709]
L'unica cosa che mi dispiace è di avervi preso tardi solo alle battute finali e di non aver potuto partecipare a tutti i suoi magnifici colpi di scena, ma questo lieto fine ripaga tutto [SM=x92710]
Peccato per Clanitia che non ha capito che non è lasciarsi morire che ci si riscatta, m ail finale è veramente ben fatto!
Bravo! [SM=x92710]
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