Ot- Siccome la continuazione è venuta molto lunga ho pensato fosse meglio spezzarla a metà per evitarvi di leggere un polpettone; la seconda parte la posterò poi quando tornerà Jekyll.
Inoltre, visto che il pezzo è denso di particolari, nel caso in cui non capiate qualcosa non esitate a contattarmi via ffz mail per avere chiarimenti. Buona lettura
-OT
Diversamente da quello che la compagnia si aspettava, i seguenti giorni di viaggio trascorsero all’insegna della calma e della tranquillità, in quanto gli Aspiranti non trovarono alcun ostacolo o nemico sulla loro strada.
Tale stato delle cose portò gli Aspiranti a pensare che il Conte Necroiec non avesse fatto in tempo a mobilitare nuove forze dopo aver appreso della sconfitta dei mercenari, anche perché, probabilmente, il Conte non pensava che una delle migliori compagnie mercenarie dell’intero Continente Occidentale potesse essere sconfitta così facilmente da quattro semplici Aspiranti Vassalli.
Fu così che, dopo le molte fatiche che avevano dovuto patire, i nostri eroi arrivarono finalmente all’ultima sera del loro viaggio.
Erano trascorsi ormai 18 giorni da quando gli Aspiranti avevano lasciato il Regno e, il mattino seguente, sarebbero giunti infine ad Omar con addirittura un giorno di anticipo sulla tabella di marcia.
Così, dopo una frugale cena intorno al fuoco, gli Aspiranti ed i soldati si accucciarono nei loro giacigli e si addormentarono, mentre Ser Oslaf riposava nella carrozza poco distante e Lamion svolgeva il primo turno di guardia.
La calma che regnava quella notte era davvero surreale: sulla sfondo di un magnifico cielo stellato una leggera brezza fluttuava nell’aere avvolgendo ogni cosa con la sua frenetica danza, istruendo ora il guizzare delle fiamme del focolare, ora accarezzando gli stanchi corpi dei componenti della guardia, come madre affettuosa che con il proprio tocco rassicura il figlio.
Ma, quel vento, soffiava davvero per portare ristoro a quegli stanchi combattenti? Quella brezza voleva davvero farli sentire al sicuro?
O, forse, la natura tentava disperatamente di mettere in guardia gli Aspiranti, di fargli comprendere che la calma che regnava quella notte era troppo irreale per essere vera, così come troppo irreale era stata la tranquillità di quei giorni? La risposta non tardò a presentarsi...
Svegliati Paladino…
Claudium si svegliò, uscendo lentamente dal dormiveglia.
Il Paladino avrebbe potuto giurare che la voce che lo aveva chiamato appartenesse proprio alla brezza che soffiava nella radura quella notte, anche se il solo pensare a tale avvenimento poteva apparire come cosa folle.
Mentre il Paladino meditava su questo pensiero, si accorse però di non essere nella stessa posizione in cui si era addormentato. Adesso l’Aspirante era seduto e non riusciva a muoversi, quasi come se fosse legato.
Quando poi il Paladino riprese completamente i sensi si trovò di fronte uno spettacolo talmente crudo e talmente orrendo che l’Aspirante non ebbe nemmeno la forza per urlare.
Di fronte a lui giacevano inermi, sui loro giacigli, tutti i soldati della scorta, trafitti alla gola e bagnati di sangue; i loro visi erano come paralizzati in una terribile espressione di dolore e sofferenza.
Istintivamente, dopo essersi ripreso da quello spettacolo lo sguardo di Claudium corse in ogni direzione, nella speranza che per qualche ignoto motivo i suoi compagni si fossero salvati da quella orribile strage, e, infatti, l’Aspirante si rallegrò nel vedere i compagni poco distante, legati ed imbavagliati, ma incolumi, Eoden compreso.
Subito dopo, Claudium si girò, sentendosi chiamare da una voce a lui familiare.
<<Ce ne avete messo di tempo per svegliarvi, Paladino. E’ inutile che proviate a liberarvi, le corde con cui vi ho legato sono immuni alla magia>> disse Lamion mentre, seduto, ripuliva tranquillamente la sua spada lorda di sangue.
<<Lamion?! Co-cosa avete fatto?!>> esclamò Claudium incredulo.
<<Ho semplicemente fatto il mio dovere. Ammetto che non è stato facile né piacevole uccidere nel sonno valorosi soldati intenti ad eseguire gli ordini impartitigli dai loro superiori. Ma, del resto, anche io avevo degli ordini a cui mi dovevo attenere>> continuò con tranquillità e freddezza Lamion.
<<BRUTTO BASTARDO! Ma come avete potuto? Come avete potuto trucidare questi ignari uomini mentre riposavano? E come avete potuto tradire me ed i miei compagni dopo tutto quello che abbiamo passato assieme? Noi vi credevamo al servizio di Clanitia, ci fidavamo di voi, io mi fidavo di voi. RISPONDETE LAMION, COME AVETE POTUTO?>> urlò Claudium con tutto il fiato che aveva in gola.
Lamion posò a terra la sua lama e, con la stessa tranquillità con cui aveva ripulito la sua arma, rispose al Paladino guardandolo dritto negli occhi:
<<Ma, Claudium, io ero e sono a tuttora al servizio del mio Signore, il Conte Clanitia>>.
<<C-come?>>
<<Vi credete molto intelligente, Paladino, ma in realtà non lo siete neanche la metà di quello che pensate. In caso contrario non sareste caduto così facilmente nella trappola del Conte>>.
<<Di-di cosa state parlando?>>
<<Ma proprio non ci arrivate? La cose ad Omar, in realtà, non stanno come vi è stato raccontato: non è Necrioec che vuole portare il caos per impossessarsi di Omar, è il Conte Clanitia che vuole prendere il comando della città per riportarla sulla retta via; non è Necroiec che ha fatto assassinare Stoneo, ma Clanitia che lo ha fatto uccidere facendo ricadere la colpa su Necroiec. E sempre Clanitia ha assoldato i mercenari che ci hanno dato la caccia in queste ultime settimane>>.
<<N-non può essere. Dovete essere uscito completamente fuori di senno…>> disse Claudium cercando di convincersi che quello che stesse vivendo fosse solo un brutto sogno.
<<Ma, Claudium, proprio non riuscite a comprendere quanto perfetto sia il piano del mio Signore? Da decenni ormai la nostra amata città, esempio di grandezza e splendore persino per la vicina Griferia, è caduta in mano alla corruzione ed al mal costume portati da governanti indegni ed incapaci.
Il Conte Clanitia, così, ormai stanco di vedere la sua adorata patria vessare in quelle terribili condizioni, capì che l’unico modo per riportare Omar agli antichi splendori era di esautorare gli altri Conti corrotti e prendere il comando della città con la forza. Tuttavia, il mio Signore si rendeva conto che il suo nobile atto non sarebbe mai stato accettato dalla nostra disperata ma fiera gente, che avrebbe interpretato questa presa di potere come l’instaurazione di una tirannia. Era necessario allora che la popolazione capisse che quello che voleva fare il Conte non era compiere un colpo di stato per il proprio interesse, bensì liberare la città da un governo corrotto che paralizzava la città nell’indigenza, e l’unico modo per farlo era di instaurare una monarchia illuminata con a capo egli stesso, un re eletto apposta dagli Dei per riportare Omar all’antico splendore dei suoi avi.
Ecco così che Clanitia iniziò a tessere i fili di questa complessa trama: innanzitutto, occorreva che il mio Signore mettesse nella peggiore luce possibile gli attuali Conti e quale soluzione poteva essere migliore se non accusarli di ordire una congiura per far fuori gli ultimi Conti onesti rimasti?
Così il mio Signore organizzò l’assassinio del Conte Stoneo e fece ricadere la colpa su un servo.
Il solo ripensare alla sua morte, ancora adesso, provoca in me un profondo dolore: Stoneo era davvero una grande persona, ma il suo sacrificio era necessario per salvare la patria per cui egli aveva così tanto lavorato.
Poi, per allontanare ogni sospetto su possibili collegamenti con l’omicidio, il Conte assunse in prima persona la difesa dell’incriminato Centineon.
Arrivato a questo punto, Clanitia lasciò che gli eventi si sviluppassero secondo il piano da lui congeniato: la morte di Stoneo provocò uno sdegno talmente forte ad Omar da portare la città sull’orlo di una guerra civile, ed i Conti, preoccupati di perdere il loro potere e le loro ricchezze, erano troppo concentrati nell’evitare il verificarsi di questo evento per poter interpretare i segni come il primo atto del piano del mio Signore.
Tutti tranne Necroiec, almeno.
Infatti, egli, dopo essere venuto a conoscenza per vie traverse del piano di Clanitia, cercò di opporvisi in tutti i modi, sia sul piano pubblico che su quello privato.
Per questo motivo, per far fuori definitivamente quello che era il suo peggiore nemico, Clanitia decise di far ricadere su di lui la colpa di aver guidato la congiura ai danni della città.
Comunque, tornando ai Conti, questi si mossero in fretta e furia per indagare ed organizzare un processo col fine di trovare il colpevole; lo fecero perché questo era l’unico modo con il quale essi potessero placare l’ira della popolazione e salvare così i loro interessi.
Giunti a questo punto, quando gli eventi stavano prendendo esattamente la piega che il mio Signore voleva, egli ricominciò a tessere la sua tela: durante il processo contro Centineon, il Conte convinse il popolo e gli altri Conti dell’esistenza di una congiura ordita da ignoti ai danni della città. Poi, ergendosi come baluardo a difesa della legalità della Repubblica, confessò di proteggere un testimone che poteva presentare le prove dell’esistenza di questa congiura e dei suoi partecipanti. Ecco così che i Conti, confusi e spaventati da una situazione del tutto imprevista e che poteva costituire una minaccia davvero seria al loro potere, acconsentirono immediatamente alla richiesta del mio Signore di creare una squadra per scortare il testimone fino ad Omar. E quale squadra poteva rappresentare al meglio la difesa della legalità e della giustizia di cui Ser Clanitia si presentava baluardo, se non una scorta composta addirittura da Aspiranti Vassalli del Regno di Blue Dragon?
Per questo motivo il Conte contattò subito voi, Claudium; purtroppo, però, egli sapeva bene che sia voi, sia gli altri Aspiranti che vi avrebbero aiutato, non avreste mai accettato l’incarico di scortare il teste se foste stati messi a conoscenza dei veri piani del Conte; voi guerrieri del Regno di Blue Dragon non avete una visione abbastanza ampia delle cose per capire che quello che stava facendo Clanitia era la scelta più giusta per Omar.
Egli fu così costretto ad alterare la verità, convincendovi che fosse stato davvero Necroiec ad ordire la congiura ed a far assassinare Stoneo, e che l’unico modo per fermarlo fosse riportare ad Omar il testimone.
Inoltre, per tenere sotto controllo le vostre mosse, il mio Signore mi ha affiancato a voi, in quanto sono il suo sottoposto più fidato, e ho potuto comunicare a lui ogni vostra mossa grazie ai messaggi che inviavo giornalmente tramite Ermes…>> e nel dire ciò Lamion indicò il suo falco, appollaiato su un tronco poco lontano <<…infine, per dimostrare che le cose stessero esattamente come vi aveva raccontato, Clanitia ingaggiò la squadra di mercenari che abbiamo combattuto fino a poco tempo fa.
Pensate che il Conte, per evitare di tradirsi, si è addirittura presentato ai mercenari come il Conte Necroiec quando gli ha ingaggiati e, sempre per evitare di essere compromesso, non gli ha avvisati della mia presenza e della mia identità. Questo purtroppo è stato un rischio che ho dovuto correre in nome della salvezza della mia patria.
Clanitia ha lasciato poi che gli eventi seguissero il loro corso: dopo l’approvazione da parte dei Conti della missione, io, voi ed Albins ci siamo diretti verso il Regno ed abbiamo arruolato i vostri amici qui presenti. Poi, abbiamo raggiunto il villaggio di Pagus, dove il Conte aveva organizzato precedentemente questa finta scorta formata da Ser Oslaf, un attore profumatamente pagato per fingere perfino in punto di morte di essere un notabile di Omar, e un distaccamento di truppe che il Conte sapeva di non poter convincere a combattere al suo fianco e di cui, quindi, doveva per forza liberarsi. Infine, dopo che noi ed i vostri compagni ci siamo uniti alla scorta, è iniziata quella lotta strategica che noi abbiamo condotto nelle ultime settimane contro i mercenari.
Devo dire che durante la missione vi siete comportati molto meglio di quanto Clanitia avesse immaginato; egli infatti era convinto che io, voi e gli altri soldati saremmo periti tutti nell’affrontare quella che era considerata da molti come la migliore banda mercenaria sulla piazza.
Per questo motivo il piano originale prevedeva che il mio Signore attendesse che i mercenari ci eliminassero e che, al verificarsi di questo evento, egli organizzasse un finto arrivo ad Omar con un’altra finta scorta ed un altro finto testimone. A quel punto, il Conte, presentando documenti perfettamente falsificati perché portanti in calce timbri originali, avrebbe dimostrato il coinvolgimento di tutti i Conti, escluso lui ed il defunto Stoneo, in una congiura capitanata da Necroiec e, dopo aver fatto giustamente giustiziare i Conti per alto tradimento, sarebbe apparso agli abitanti di Omar come un salvatore, e sarebbe stato eletto per acclamazione come unico sovrano di Omar; così, egli avrebbe finalmente regnato giustamente sulla nostra città riportando Omar agli antichi fasti di un tempo.
Come vi ho detto, però, il piano del mio Signore ha dovuto subire alcune modifiche, poiché voi siete riusciti a sconfiggere i mercenari.
Il Conte mi ha ordinato così di sopprimere nel sonno voi e gli altri soldati e di simulare un ritorno fittizio dove io, tornando sporco e lacero, avrei raccontato tra le lacrime di come voi e gli altri soldati vi foste sacrificati nel bloccare i mercenari, per permettermi di tornare in città sano e salvo con il testimone.
Ora che vi ho raccontato tutti i particolari del piano non dovete però pensare che il Conte sia una persona crudele: in entrambi i casi, sia ad Omar che nel vostro regno, sareste stati ricordati come degli eroi e noi abitanti di Omar avremmo innalzato splendide statue per ricordare il vostro sacrificio>>.
Claudium fino ad allora aveva ascoltato scioccato le parole di Lamion. Il Paladino cercava di rifiutare con tutte le forze l’idea di essere diventato una pedina di un piano del genere, ma più ci pensava e più notava come, alla luce di quella rivelazione, ogni tassello del mosaico si incastrasse con gli altri, andando a formare l’immagine di quella diabolica tela di ragno che gli aveva tenuti inconsapevolmente in trappola fino ad allora.
<<Non ci posso credere… Se quel che dite è vero allora perché Jekyll non ha avvertito la vostra aura negativa? Io, pur essendo un paladino, non riesco ancora ad usare quel potere, ma lui sì. Inoltre, perché mi avete salvato la vita nella foresta? Se aveste lasciato che Katana mi uccidesse ora avreste avuto un guerriero in meno di cui preoccuparvi>>.
<<Non avete tutti i torti, Claudium. Il vostro compagno non ha potuto avvertire la mia aura negativa grazie alla spada che porto sempre con me…>> disse facendo cenno verso l’arma <<…solo un guerriero del livello dei vostri Vassalli avrebbe potuto riconoscere le mie vere intenzioni.
Per quanto riguarda invece il salvarvi la vita, l’ho fatto semplicemente perché fin dall’inizio del viaggio non sono mai andato molto a genio a voi ed i vostri compagni. La situazione è poi peggiorata quando abbiamo incrociato a Pagus la finta scorta; in quell’occasione, infatti, ho capito che stavate iniziando ad insospettirvi nei miei confronti e, precisamente, quando non ho mostrato né sorpresa né timore nell’accorgermi che qualcosa non andava nell’atteggiamento di quelli che si sarebbero rivelati come finti soldati. Così, temendo di essere compromesso, vi ho salvato la vita facendomi ferire a mia volta, così da cancellare ogni dubbio sulla mia posizione>>.
Claudium rifletté sulle parole di Lamion e poi continuò a parlare:
<<E’ vero inizialmente io ed i miei compagni abbiamo sospettato di voi, ma tutti i nostri timori erano immediatamente spariti quando voi siete stato avvelenato da Arrow. E comunque, se la vostra missione è quella di trucidarci, perché io ed i miei compagni siamo ancora in vita?>>
<<L’ho pensato anche io ma, nel dubbio, volevo essere sicuro di non essere compromesso. Per quanto riguarda invece il lasciarvi in vita… l’ho fatto perché mi è sembrato giusto che guerrieri forti e valorosi come voi conoscessero la motivazione che li avrebbe condotti alla morte>>.
Dopo che ebbe terminato il suo discorso, Lamion si alzò in piedi, impugnando la sua lama. Mentre la Guardia di Omar si avvicinava con passo lento al Paladino, Claudium abbassò la testa ed iniziò a parlare:
<<Lamion, che Dio possa perdonarvi per ciò che avete fatto. La follia e la vostra cieca devozione a Clanitia vi hanno ottenebrato la mente, portandovi a compiere una scelta che è costata e costerà ancora molte, moltissime vite.
L'unico rammarico che impedisce a me di affrontare la morte con serenità è il pensiero che non solo la mia stoltezza causerà immani sofferenze a poveri innocenti, ma che, nella mia cecità, ho coinvolto in questo orrore anche i miei compagni>>.
Lamion si fermò davanti al Paladino ed alzò in alto la sua lama:
<<Prometto che non soffrirete, Claudium, e farò in modo che ad Omar voi e gli altri Aspiranti siate ricordati per sempre come degli eroi>>.
*ZACH!*