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*Bacheca sull'Attualità*

Ultimo Aggiornamento: 12/04/2011 20:34
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15/11/2010 11:39
 
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ma pensa te... oramai non mi stupisco di nulla [SM=x92712]




"Spade verranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi d'estate." (G.K. Chesterton)

15/11/2010 17:42
 
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Il giorno dedicato ai video è stato spostato a giovedì.



Fli lascia il governo
Sacconi: "Traditori"


I finiani hanno rassegnato le dimissioni. Cicchitto: "Grave errore politico". Domani i presidenti delle due Camere saliranno al Quirinale. Bocchino e Bindi: "Sì ad alleanza tra centristi e Pd".

E ' l'atto che potrebbe rappresentare l'apertura ufficiale della crisi: i membri finiani dell'esecutivo (il viceministro al Commercio Estero Adolfo Urso, il ministro per le Politiche comunitarie Andrea Ronchi e dei sottosegretari Antonio Buonfiglio e Roberto Menia) hanno inviato le lettere con cui rassegnano le proprie dimissioni dall'esecutivo. Viene però confermato, da parte dei finiani, il sostegno alla Finanziaria. Secondo fonti di SkyTg24, inoltre, martedì il capo dello Stato Giorgio Napolitano incontrerà i presidenti dei due rami del Parlamento, quello del Senato Renato Schifani e il suo collega della Camera Gianfranco Fini. La notizia è stata poi confermata da una nota ufficiale della Camera, secondo cui al Quirinale l'incontro sarà dedicato ad un esame delle prossime scadenze dell'attività parlamentare.

Scontro tra Pdl e Fli - L'addio dei finiani è stato commentato dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi: "Il ritiro della delegazione Fli segna l’avvio della crisi formale di questo Governo. Diciamo che si sta consumando il tradimento", ha affermato il Ministro.
Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, ha commentato: "Si tratta di un grave errore politico. Errore non fortemente giustificato perchè a fine settembre Fli aveva ribadito la sua fiducia al governo Berlusconi. Credo che nessuno avrà l'irresponsabilità di mettere in questione un itinerario che riguarda la legge di stabilità. Non appena la legge sarà approvata - prosegue - si aprirà un confronto che riguarderà sia la Camera sia il Senato e là vedremo se sarà ribadita la maggioranza al governo Berlusconi. Se non verrà ribadita è evidente che ci stanno le prerogative del Capo dello Stato, ma noi diamo la valutazione politica che la legislatura è finita e bisogna andare al voto. Gli esperti e le parti politiche sono divise. L'ipotesi formulata dal presidente del Consiglio - conclude Cicchitto - ha pezze giustificative ma rimane fermo il dato politico che o questo governo nel suo complesso ha la maggioranza o si va a votare perchè non sono ipotizzabili ribaltoni e non crediamo che si possa fare un governo contro Berlusconi e Bossi".

Fini: "Dignità e onore per la classe dirigente" - Il presidente della Camera, aprendo a Montecitorio la presentazione del rapporto dell’Associazione Italiadecide, ha affermato: "Tra le responsabilità della classe dirigente c'è anche quella di aver smarrito quel senso della dignità, della responsabilità e del dovere che dovrebbero essere proprie di chi è chiamato a ricoprire cariche pubbliche. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche - ha proseguito Fini - hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore, come prevede l’articolo della Costituzione che è tra i meno citati e conosciuti. Solo riscoprendo il carattere vincolante di queste parole dal sapore antico, ma sempre straordinariamente attuale, sarà possibile far riacquistare alla politica una piena credibilità, requisito imprescindibile per affrontare le complesse, e per molti aspetti del tutto nuove, domande di governo poste dalla collettività".
Il numero uno di Montecitorio, nonchè leader di Fli, conclude: "Partendo da questo presupposto, etico prima ancora che politico, occorre dunque chiedersi come si possa ricostruire una strategia che ridia speranza e futuro all’Italia. Dobbiamo ripartire dall’Italia che c'è: non siamo all’anno zero, con un Paese allo sbando interamente da ricostruire. Abbiamo invece di fronte a noi una nazione capace di esprimere straordinarie potenzialità, attraverso una vitalità sul piano sociale e culturale dei suoi territori, la forza competitiva dei suoi distretti produttivi, la vivacità del suo tessuto civile e associativo".

Fli: "Pronti ad alleanza con sinistra" - Futuro e Libertà, però, preme. Il coordinatore di Fli Adolfo Urso ha confermato che l'intenzione dei finiani è quella di votare la Finanziaria per poi affrontare l'argomento crisi. E Italo Bocchino, intervistato dalla "Stampa", ufficializza il loro obiettivo che in molti già avevano compreso: una "nuova maggioranza, non solo Fli e Udc", che guardi "senza pregiudizi e con una mentalità aperta all’opposizione, che va coinvolta sì in un governo di responsabilità nazionale". Insomma, non è escluso il "terzo polo" (composto da Fini, Casini e Rutelli), ma nemmeno la grossa coalizione tra centristi e sinistra, anche perché Rosy Bindi ha confermato: "Possibile una maggioranza aperta con Fini e Casini, gli elettori democratici capirebbero". In caso di voto anticipato, possibile per Adolfo Urso "un'altra coalizione di centrodestra con Casini, Lompardo, Api".

L'idea del Premier - Berlusconi, dal canto suo, era intervenuto telefonicamente alla convention milanese del Pdl. Dopo aver lanciato Letizia Moratti per la poltrona di Sindaco di Milano (la lotta sarà con Giuliano Pisapia), il Premier parla di politica nazionale: "Noi andremo avanti al Governo con la fiducia che, sono sicuro, avremo al Senato e, credo, anche alla Camera". Nel caso in cui a Montecitorio dovesse restare in minoranza, non è escluso un voto solo per una delle due Camere. Un'ipotesi mai verificatasi in Italia ma non esclusa dalla Costituzione.

Napolitano incerto - Sul voto solo per una Camera interviene anche il Quirinale. Giorgio Napolitano promette rispetto per la Costituzione. Ma è un'ipotesi che, al momento, resta in secondo piano al Colle. Il Capo dello Stato attende soprattutto il varo della Finanziaria, che dovrebbe raccogliere un'adesione forse anche bipartisan. O perlomeno, tutti lo auspicano. La crisi può attendere.

[Modificato da Claudium 15/11/2010 17:43]
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15/11/2010 20:16
 
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popolo della libertà, case della libertà, futuro e libertà, sai quand'è che si comincia ad abusare di un termine? ecco, ci siamo capiti.

Tra l'altro, perchè come acronimo di futuro e libertà hanno scelto FLI? boh.
[Modificato da Sommo Ostri 18/11/2010 13:22]




"Spade verranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi d'estate." (G.K. Chesterton)

16/11/2010 13:57
 
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All'Angelus il Papa invita a non cercare alleanze vantaggiose tra Paesi ricchi a discapito di quelli poveri

Per superare la crisi economica

La vicinanza del Pontefice alle popolazioni di Haiti colpite dall'epidemia di colera


All'Angelus di domenica 14 novembre, Benedetto XVI ha invitato ad avere stili di vita improntati a un consumo sostenibile e a rivalutare l'agricoltura. Al termine della preghiera mariana in piazza San Pietro - alla quale hanno partecipato numerosi rappresentanti delle confraternite italiane - il Papa ha poi espresso vicinanza alle popolazioni di Haiti colpite da un'epidemia di colera.

Cari fratelli e sorelle!
Nella seconda Lettura della Liturgia odierna, l'apostolo Paolo sottolinea l'importanza del lavoro per la vita dell'uomo. Tale aspetto è richiamato anche dalla "Giornata del Ringraziamento", che si celebra tradizionalmente in Italia in questa seconda domenica di novembre come azione di grazie a Dio al termine della stagione dei raccolti. Anche se in altre aree geografiche i tempi delle coltivazioni sono naturalmente diversi, vorrei oggi prendere lo spunto dalle parole di san Paolo per qualche riflessione, in particolare sul lavoro agricolo.
La crisi economica in atto, di cui si è trattato anche in questi giorni nella riunione del cosiddetto g20, va presa in tutta la sua serietà: essa ha numerose cause e manda un forte richiamo ad una revisione profonda del modello di sviluppo economico globale (cfr. Enc. Caritas in veritate, 21). È un sintomo acuto che si è aggiunto ad altri ben più gravi e già ben conosciuti, quali il perdurare dello squilibrio tra ricchezza e povertà, lo scandalo della fame, l'emergenza ecologica e, ormai anch'esso generale, il problema della disoccupazione. In questo quadro, appare decisivo un rilancio strategico dell'agricoltura. Infatti, il processo di industrializzazione talvolta ha messo in ombra il settore agricolo, che, pur traendo a sua volta beneficio dalle conoscenze e dalle tecniche moderne, ha comunque perso di importanza, con notevoli conseguenze anche sul piano culturale. Mi pare il momento per un richiamo a rivalutare l'agricoltura non in senso nostalgico, ma come risorsa indispensabile per il futuro.
Nell'attuale situazione economica, la tentazione per le economie più dinamiche è quella di rincorrere alleanze vantaggiose che, tuttavia, possono risultare gravose per altri Stati più poveri, prolungando situazioni di povertà estrema di masse di uomini e donne e prosciugando le risorse naturali della Terra, affidata da Dio Creatore all'uomo - come dice la Genesi - affinché la coltivi e la custodisca (cfr. 2, 15). Inoltre, malgrado la crisi, consta ancora che in Paesi di antica industrializzazione si incentivino stili di vita improntati ad un consumo insostenibile, che risultano anche dannosi per l'ambiente e per i poveri. Occorre puntare, allora, in modo veramente concertato, su un nuovo equilibro tra agricoltura, industria e servizi, perché lo sviluppo sia sostenibile, a nessuno manchino il pane e il lavoro, e l'aria, l'acqua e le altre risorse primarie siano preservate come beni universali (cfr. Enc. Caritas in veritate, 27). È fondamentale per questo coltivare e diffondere una chiara consapevolezza etica, all'altezza delle sfide più complesse del tempo presente; educarsi tutti ad un consumo più saggio e responsabile; promuovere la responsabilità personale insieme con la dimensione sociale delle attività rurali, fondate su valori perenni, quali l'accoglienza, la solidarietà, la condivisione della fatica nel lavoro. Non pochi giovani hanno già scelto questa strada; anche diversi laureati tornano a dedicarsi all'impresa agricola, sentendo di rispondere così non solo ad un bisogno personale e familiare, ma anche ad un segno dei tempi, ad una sensibilità concreta per il bene comune.
Preghiamo la Vergine Maria, perché queste riflessioni possano servire da stimolo alla comunità internazionale, mentre eleviamo a Dio il nostro ringraziamento per i frutti della terra e del lavoro dell'uomo.

17/11/2010 17:46
 
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Preso Iovine, boss storico dei Casalesi
Viminale: "E' una bellissima giornata"


Arrestato dopo 14 anni di latitanza Antonio Iovine, "primula rossa" del clan di Casal di Principe. L'arresto compiuto dalla polizia: preso in casa di un amico in via Cavour, proprio a Casal di Principe. Ha tentato la fuga dal balcone. Gioia dei poliziotti della mobile di Napoli. Ora manca soltanto Michele Zagaria, detto Capastorta. La soddisfazione di Maroni: "Oggi è una giornata storica". Alfano: "Firmo subito il 41 bis"

Caserta - Gli davano la caccia da 14 anni. Oggi l'hanno preso in via Cavour a Casal di Principe. Il boss della camorra e capo storico del clan dei Casalesi Antonio Iovine è stato arrestato oggi dagli agenti della mobile di Napoli. Iovine era latitante da oltre 14 anni. Ora manca soltanto l'altro capo dei Casalesi, Michele Zagaria, detto Capastorta, latitante da 15 anni. Un altro capo dei capi Casalesi è in cella da oltre 12 anni ed è Francesco Schiavone, detto Sandokan.

La cattura Non ha opposto resistenza Iovine quando i poliziotti della squadra mobile di Napoli, di Caserta e del Servizio centrale operativo lo hanno immobilizzato. O' Ninno è stato arrestato in una villetta alla quinta traversa via Cavour di Casal di Principe, di proprietà della famiglia Borraca. Il boss ha tentato solo di scappare dal terrazzo, ma è stato bloccato. Non aveva armi. L’arresto alle 16. Nella villetta c’era un nascondiglio in un'intercapedine. Trovata una pistola che però era regolarmente denunciata. All’abitazione gli investigatori sono arrivati grazie a un complesso lavoro fatto di pedinamenti e di accertamenti sulle persone più vicine al boss.

La carriera di Zagaria Con il superlatitante Michele Zagaria, Antonio Iovine, arrestato oggi dalla polizia, è considerato il capo storico del clan dei Casalesi. Quarantasei anni, nativo di San Cipriano d’Aversa, Iovine, soprannominato O' Ninno, era nell’elenco dei trenta latitanti più pericolosi d’Italia. Iovine deve scontare la pena dell’ergastolo comminata nei suoi confronti in sede di appello al maxiprocesso Spartacus, nel giugno del 2008. Componente con Zagaria della diarchia che dalla latitanza ha diretto gli affari criminali del clan, Iovine è considerato il "boss manager", la mente affaristica del sodalizio impegnato tra le altre attività anche nel business della spazzatura. A lui viene attribuita la capacità del clan di espandere i propri interessi ben oltre i confini campani. È Iovine, per gli inquirenti, a rappresentare per anni la camorra che fa affari e che ricicla i proventi delle attività illecite, droga e racket su tutte, nell’economia pulita e nel business del cemento fino a costruire l’impero di Gomorra, come testimoniato dai continui sequestri di beni disposti da parte della magistratura.

Gli altri latitanti O' Ninno era nella lista del Viminale dei 30 latitanti più pericolosi, assieme a Matteo Messina Denaro, numero uno di Cosa Nostra, Michele Zagaria, l'altro boss dei Casalesi, gli ’ndranghetisti Sebastiano Pelle e Domenico Condellom, il bandito Attilio Cubeddu, coinvolto nel sequestro Soffiantini e fuggito nel 1997 dal carcere dove era detenuto.

Maroni: "Bellissima giornata" "Oggi è una bellissima giornata per la lotta alla mafia, tra pochi minuti vedrete...". È quanto ha affermato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, conversando con i giornalisti a Montecitorio appena pochi minuti prima che arrivasse l’annuncio dell’arresto del boss latitante da oltre 14 anni. "Firmerò subito la richiesta di 41 bis" dice il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. "Una ulteriore conferma - aggiunge - che la squadra Stato vince e l’antimafia giocata batte quella parlata".

Il procuratore di Napoli: "Ora Zagaria" "L’arresto di Iovine rappresenta un giorno felice per la giustizia e la legalità. Iovine era uno dei due latitanti più importanti della camorra casalese. L’altro è Michele Zagaria ma speriamo di prendere anche lui". Lo ha detto il procuratore di Napoli e coordinatore della Direzione distrettuale antimafia, Giovandomenico Lepore. Iovine è arrivato alle 16,48 in una Mercedes in uso alla polizia in questura a Napoli, era sorridente. Il boss dei Casalesi è stato fatto salire al secondo piano dai garage, mentre applausi e urla di soddisfazione da parte poliziotti risuonavano nei corridoi. Qualcuno applaudiva anche dalle finestre.

[Modificato da Claudium 17/11/2010 17:47]
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18/11/2010 13:21
 
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ma tu guarda il caso a volte com'è bizzarro, proprio ora che Maroni si stava dando da fare per respingere gli attacchi di Saviano sui presunti rapporti tra mafia e Lega...
[Modificato da Sommo Ostri 18/11/2010 18:03]




"Spade verranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi d'estate." (G.K. Chesterton)

18/11/2010 19:51
 
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Passaparola di Marco Travaglio del 15 novembre 2010





[Modificato da Claudium 18/11/2010 19:51]
19/11/2010 15:20
 
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Strappo di Bossi: "Al voto comunque
Napolitano dirà no a governo tecnico"


I finiani: nessun passo indietro,voteremo la sfiducia al premier. Il Giornale: "Berlusconi pronto a dare vita ad un nuovo partito"

ROMA Tra Sun Tzu e Fanfani. Umberto Bossi ribadisce di preferire le elezioni a un governo retto su pochi numeri. Il leader della Lega offre a Berlusconi la sua personale interpretazione dell'Arte della guerra, osservando che «Berlusconi combatte sempre, anche quando il combattimento prevederebbe la ritirata».

Meglio quindi fare un passo indietro e la citazione che non ti aspetti dal capo della Lega è per un cavallo di razza della dc, quell'Amintore Fanfani che oggi Bossi richiama come esempio di dimissioni di un presidente del Consiglio dopo un passaggio parlamentare. Anche perchè, osserva, «in tempi di crisi economica, meglio stare all'opposizione». E allora, eccoci a quel «Fanfani che una volta ebbe la fiducia e poi si dimise lo stesso». Un consiglio per Berlusconi? «Io farei così», è la risposta di Bossi. «Se ti mancano i numeri - torna a sottolineare - poi tutte le volte devi andarti a cercare i numeri».

Senza contare, osserva Bossi tra il serio e il faceto, che «Berlusconi non è neanche capace di andarseli a comprare». Il fatto è che «Silvio è uno combattivo, sempre, anche quando il combattimento prevederebbe un'eventuale ritirata. Ma quella parola non è nel lessico di Berlusconi. Lui attacca sempre». Invece «se Berlusconi è saggio va al voto, e prendiamo un sacco di voti in più». Quanto a Fini, torna a dire, «ha paura, pensava che Berlusconi si inclinasse», e qui Bossi torna alla fisicità per sottolineare il concetto, inclinando il corpo come, appunto, qualcuno che traballi. Il Senatùr ostenta sicurezza anche sull'ipotesi di un governo tecnico: «Se Napolitano accettasse provocherebbe una reazione del Paese troppo forte», avverte il leghista: «Ma Il presidente della Repubblica è saggio».

Intanto continua a far discutere il videomessaggio di Fini che qualcuno ha letto come una frenata. Ma dal fronte Fli Fabio Granata sgombra il campo da equivoci: «Se il percorso sarà quello di arrivare in Aula a maggioranza invariata e se, peggio ancora, continua questo tentativo di garantirsi una striminzita maggioranza numerica, senza tenere contro della grande questione politica posta da Fini, non potremmo che votare la sfiducia. Abbiamo ritirato la delegazione dal governo e ci comporteremo di conseguenza con la sfiducia». Nessuna «marcia indietro», quindi. Semmai un «appello a tutti quelli che credono nel progetto di Futuro e Libertà», ribadisce Della Vedova intervistato da La Stampa. Il fatto che Fini non abbia di nuovo chiesto le dimissioni di Silvio Berlusconi, ma anzi lo abbia invitato a «onorare gli impegni», per Della Vedova è «un passaggio politico assolutamente accidentale. Non è che tutte le volte che Fini parla debba parlare di Berlusconi».

Ma dal Pdl, scosso dalle voci pubblicate dal Giornale sull'intenzione del Cavaliere di lanciare un nuovo partito, mettono i paletti e incalzano i finiani: «Sono nella terra di nessuno e si stanno rendendo conto che lo squadrismo mediatico non rende niente. Devono decidere con chi stare», così Cicchitto. Per Cicchitto, i finiani hanno «messo in moto una deriva che li sta portando mille miglia lontano dal centrodestra» e adesso «stanno vivendo una contraddizione politica di fondo» tra chi «ha assimilato un armamentario giornalistico-culturale connotato dall' antiberlusconismo, dal giustizialismo e anela un' alleanza con la sinistra che dia luogo a un grande cartello, una sorta di Cln rovesciato» e chi «si sente di centrodestra, che crede in Fini ma non ha rotto con Berlusconi e adesso si trova di fronte alla scelta definitva» di far cadere o meno il governo. Il quotidiano di Feltri e Sallusti scrive oggi di un «predellino bis» con Berlusconi che «sarebbe tentato di "rottamare" il Popolo della Libertà e dar vita a qualcosa di innovativo». Per il Giornale «resta il mistero sul nome», ma «quel che è certo è che al premier Popolo della Libertà non piace più. Lo trova poco diretto, poco efficace, poco immediato». «Non è del tutto escluso - scrive il quotidiano - che la formula Forza Italia venga in qualche modo riesumata».

tratto da www.lastampa.it
[Modificato da Claudium 19/11/2010 15:25]
20/11/2010 17:16
 
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Benedetto XVI insieme al Collegio dei cardinali apre il concistoro con una giornata di preghiera e di studio


La libertà della verità


Con il canto del Veni creator Spiritus all'inizio dell'Ora terza si è aperto nella mattina di venerdì 19 novembre il concistoro durante il quale Benedetto XVI crea, sabato 20, ventiquattro cardinali. A questi consegnerà l'anello domenica 21 a San Pietro durante la messa di Cristo Re.
La libertas Ecclesiae e la liturgia sono state al centro dei lavori della prima parte della giornata di preghiera e riflessione del collegio cardinalizio convocata da Benedetto XVI.
All'inizio dell'incontro, tenutosi nell'Aula nuova del Sinodo, il cardinale decano, Angelo Sodano, ha salutato il Papa, ringraziandolo per la beatificazione del cardinale Newman e per l'introduzione della causa di beatificazione e canonizzazione del cardinale Van Thuân, gloria della Chiesa in Vietnam e dell'intero collegio cardinalizio.
Successivamente ha preso la parola Benedetto XVI, che ha introdotto, con una sua "intonazione" i due temi della mattinata. Quanto al primo, ha ricordato che, nel mandato del Signore di annunciare il Vangelo, è implicita l'esigenza della libertà - la libertà della verità, alla quale ogni essere umano è destinato - anche se a questa si oppongono nel mondo tanti poteri parziali. Il rapporto fra verità e libertà è dunque essenziale, ma oggi si trova di fronte alla sfida del relativismo, che in apparenza completa il concetto di libertà ma in realtà finisce per distruggere la libertà stessa proponendosi come una dittatura intollerante. Ci troviamo dunque in un tempo di difficile impegno per affermare la libertà di annunciare la verità del Vangelo e delle acquisizioni della cultura cristiana. Quanto al secondo tema, il Papa ha richiamato l'importanza essenziale della liturgia nella vita della Chiesa, perché è luogo della presenza di Dio con noi. Quindi, il luogo in cui la Verità vive con noi.
Dopo la riflessione di Benedetto XVI sono stati esaminati i due temi da lui introdotti, e cioè quello della libertà della Chiesa oggi nel mondo, da parte del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, e quello della liturgia nella vita della Chiesa, trattato dal cardinale Antonio Cañizares Llovera, prefetto della Congregazione per il Culto Divino.
Il cardinale Bertone ha tracciato una visione panoramica dei tentativi odierni di limitare la libertà dei cristiani nelle varie regioni del mondo.
Il segretario di Stato ha dapprima invitato a riflettere sulla situazione della libertà religiosa nei Paesi occidentali: benché si tratti di nazioni che spesso devono al cristianesimo i tratti profondi della loro identità e cultura, si assiste oggi a un processo di secolarizzazione, con tentativi di emarginazione dei valori spirituali dalla vita sociale.
In secondo luogo, il porporato ha esposto per sommi capi la situazione della libertà religiosa nei Paesi islamici, ricordando poi le conclusioni della recente assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente.
Il cardinale Bertone ha infine esposto l'attività della Santa Sede e dei diversi episcopati in difesa dei cattolici, in Occidente come in Oriente. In proposito ha anche ricordato il continuo impegno della Santa Sede in campo internazionale, per promuovere di fronte agli Stati ed alle Organizzazioni delle Nazione Unite il rispetto della libertà religiosa dei credenti.
Il cardinale Cañizares Llovera ha da parte sua ricordato l'importanza della preghiera liturgica nella vita della Chiesa, richiamandosi alla dottrina del concilio Vaticano ii e al magistero di Benedetto XVI. In particolare il porporato ha sottolineato l'importanza e la necessità della fedeltà alla vigente disciplina liturgica.
Nel successivo dibattito sono intervenuti 18 cardinali, che hanno approfondito principalmente la problematica della libertà religiosa e delle difficoltà incontrate dall'attività della Chiesa nelle diverse parti del mondo: si è parlato di situazioni specifiche in Europa, nelle Americhe, in Africa, in Asia, nel Medio Oriente e nei Paesi a maggioranza islamica. Si è parlato anche delle gravi difficoltà che oggi la Chiesa incontra nella difesa di valori fondati sul diritto naturale, come il rispetto della vita e il sostegno della famiglia.
Altro argomento che ha attirato l'attenzione dei cardinali è stato il dialogo tra le religioni, in particolare con l'islam, con diversi suggerimenti per rispondere con impegno alle difficoltà e alle sfide che deve oggi affrontare la Chiesa.
Alcuni interventi si sono concentrati sul tema della liturgia, in particolare sulla centralità della celebrazione eucaristica nella vita della Chiesa e sul rispetto dovuto al sacramento dell'Eucaristia. Altri interventi sono previsti nella sessione del pomeriggio.
A conclusione dei lavori della mattinata il Papa ha offerto un pranzo in onore dei cardinali.
Nel pomeriggio si tengono due comunicazioni. La prima del cardinale William Levada sulle recenti norme date dalla Santa Sede: da una parte per accogliere nella Chiesa cattolica i sacerdoti e i fedeli anglicani che ne facciano richiesta, dall'altra in difesa di minori vittime di abusi da parte di membri del clero.
Il secondo intervento è dell'arcivescovo Angelo Amato, sull'attualità della dichiarazione Dominus Iesus, circa l'unicità e l'universalità salvifica di Gesù Cristo nella Chiesa.
Oltre ai cardinali hanno partecipato ai lavori anche i 24 arcivescovi e vescovi che sabato sono creati cardinali. Un certo numero di porporati ha chiesto al Papa di essere dispensato dal partecipare al concistoro a causa delle condizioni di salute e di urgenti impegni pastorali nelle rispettive diocesi. In totale circa 150 i presenti.


[Modificato da Claudium 20/11/2010 17:17]
21/11/2010 18:43
 
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Carfagna: "Il 15 dicembre lascio ogni incarico"
La Mussolini: "Risponderò ai suoi insulti"


Il ministro per le Pari opportunità in un'intervista al Mattino: "Non farò mancare la fiducia al premier, ma il 15 dicembre rassegnerò le mie dimissioni dal partito e lascerò anche il parlamento". Nuova polemica con la Mussolini, definita "vajassa". Gelo del premier sulla ministra in fuga

Roma - Ormai Mara Carfagna ha deciso. "Non farò mancare la fiducia a Berlusconi - fa sapere in un'intervista rilasciata al qutidiano il Mattino - ma il 15 dicembre rassegnerò le mie dimissioni dal partito. Lascerò anche lo scranno di parlamentare, perché a differenza di altri sono disinteressata e non voglio dare adito a strumentalizzazioni. Mi dimetterò ovviamente - precisa il ministro per le Pari opportunità - anche da ministro visto che il mio contributo pare sia ininfluente".

Decisa l'uscita di scena Voterà la fiducia al governo il 14 dicembre, ma il giorno dopo rassegnerà le dimissioni da ministro e parlamentare. La titolare del dicastero delle Pari Opportunità ha già fissato il timing verso l'addio dall'esecutivo. Dopo una giornata trascorsa in ufficio a rispondere alle diverse chiamate di solidarietà che da ieri raggiungono il suo dicastero, le rassicurazioni di Silvio Berlusconi, gli attestati di solidarietà ricevuti dallo stato maggiore del Pdl ma anche da esponenti dell'opposizione, il ministro decide comunque di andare avanti con le sue decisioni ed annunciare ufficialmente il suo passo indietro.

Non cambierò passerò al Fli Un addio allo scranno parlamentare ma anche da ministro "visto che il mio contributo è ininfluente". Una decisione che però, mette in chiaro la stessa Carfagna, nulla ha a che vedere con possibili cambi di casacca: non passerò a Fli precisa nell'intervista. L'idea di lasciare la squadra di governo era stata affrontata anche venerdi nel corso della telefonata con il premier.

Le ultime parole di Berlusconi Quasi un'ora di colloquio che dalle prime impressioni aveva fatto sperare in una conclusione positiva della vicenda, tant'é che nel corso della conferenza stampa a Lisbona lo stesso Cavaliere ha di fatto derubricato il problema: "Non mi ha fatto tribolare - mette in chiaro Berlusconi a proposito della Carfagna - è una cosa a cui non annetto particolare difficoltà". Il Cavaliere ha giusto il tempo di risalire in aereo per fare rientro in Italia che il quotidiano di Napoli diffonde le anticipazioni dell'intervista.

L'ostilità al ministro dal Pdl campano Un malumore quello della Carfagna per l'atteggiamento ostile dei vertici del Pdl in Campania che dura ormai da diverso tempo: sono sempre stata molto franca, è il suo ragionamento, è un anno e mezzo che ci sono questi problemi e non sono mai stati affrontati. Additata da diversi esponenti del Pdl per la sua amicizia con il capogruppo di Fli Italo Bocchino la Carfagna è salita nuovamente sul banco degli imputati per la questione rifiuti che la vede in contrasto lo stato maggiore del partito campano.

Il faccia a faccia col premier Berlusconi proverà a porre rimedio in un faccia a faccia con il ministro che si terrà - viene fatto trapelare - già la prossima settimana. Faccia a faccia che al momento non sembra nascere sotto i migliori auspici se è vero che non sono bastate le parole con cui, in mattinata, Franco Frattini le aveva espresso la propria solidarietà. Argomentandola: "La sosteniamo in tutto e riteniamo che abbia ragione nel porre questioni che il partito deve risolvere rapidamente" aveva detto il titolare della Farnesina aggiungendo che Berlusconi stesso le aveva riconfermato "stima e fiducia". Il ministro per le Pari Opportunità, è il ragionamento che fanno diversi esponenti del Pdl, si è fatta portavoce di un malessere diffuso che si avverte per la gestione del partito. Un problema, osservano, su cui il premier deve intervenire al più presto.

Il plauso dell'opposizione Plaude alla scelta della Carfagna anche l'opposizione. "E' un gesto che le fa onore", dice Paola Concia del Pd. Parole condivise anche dal leader dell'Idv Antonio di Pietro che aggiunge: "Se il motivo di tale scelta è per non mischiare la sua storia con quella di Cosentino e di tanti camorristi dimostrerebbe maturità politica e morale".

Gelmini: "La sua lealtà è indubbia" "Il ministro Carfagna si è contraddistinta per aver portato avanti progetti molto importanti - dice il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini a Sky Tg24 - ad esempio il reato di stalking o il disegno di legge sul reato di prostituzione. La Carfagna - prosegue la Gelmini - è un membro importante di questo governo. Sono certa, anche dopo la telefonata del premier Berlusconi, che ci sono le condizioni per risolvere anche i problemi campani. Sul piano politico certamente non si può dubitare dell’impegno del ministro Carfagna ma anche della sua lealtà a Berlusconi e al Pdl che ha sempre manifestato".

Santanchè: serve unità intorno a premier E' un episodio che deve essere superato perché "l’unica cosa che conta in questo momento è che bisogna essere uniti attorno a Berlusconi, senza dare spazio ai dissapori e ai conflitti". Lo dice il sottosegretario all’Attuazione del programma di governo Daniela Santanchè a proposito delle possibili dimissioni del ministro delle Pari opportunità dal governo. "Quello che si vede sui giornali oggi -prosegue- non è un bello spettacolo. Nei momenti difficili si sta uniti, e io sono molto fiduciosa nel fatto che questo momento passerà. Per le questioni singole, si aspettano altri tempi".

Urso: "Solidarietà al ministro" "Risulta difficile - ha detto il finiano Adolfo Urso - comprendere come un partito possa preferisce chi è stato indagato per camorra come Cosentino a un ministro che ha operato bene come la Carfagna. Così come è difficile capire perchè si ritiene grave e intollerante che un ministro possa parlare con un capogruppo in parlamento che fino a prova contraria fa sempre parte di questa maggioranza. Per questo esprimo tutta la mia solidarietà al ministro Mara Carfagna".

Alemanno: ministro non faccia politica locale "Chi fa il ministro faccia il ministro, e la Carfagna lo fa bene. Chi ha responsabilità sul territorio deve essere messo in condizioni di prendersi le proprie responsabilità senza conflitti tra livello locale e nazionale". Così il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha commentato il "caso Carfagna".

Quagliariello: serve prova di responsabilità "È un momento di grande responsabilità nazionale. I problemi interni devono essere messi da parte, anche laddove esistono. Questa responsabilità dovrebbero dimostrarla tutti senza esclusioni, ma è evidente che chi ha incarichi più importanti deve dare una prova di responsabilità più forte". Così il vicepresidente dei senatori del Pdl, Gaetano Quagliariello. "Non accetto - ha aggiunto Quagliariello - che problemi interni siano strumentalizzati dai nostri avversari per mettere in dubbio la moralità del partito. Questo è inaccettabile e su questo bisogna fare muro tutti quanti insieme".

Luxuria: "E' giusto che lasci" "Il mio intuito femminile - rivela l'ex parlamentare Vladimir Luxuria - mi aveva fatto capire da tempo che la Carfagna si sarebbe allontanata dal suo partito e da questo governo. Ora che annuncia di farlo, non posso che dirle brava, vai avanti così, è la scelta giusta. Quello di Mara è un percorso più che logico, che fa intravvedere una maturazione personale e politica delle sue posizioni e delle visioni della società", osserva la ex parlamentare di Rifondazione comunista.


[Modificato da Claudium 21/11/2010 18:43]
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22/11/2010 11:53
 
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Beh forse il Ministro desidera tornare alle sue vecchie occupazioni, che male c'è?




"Spade verranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi d'estate." (G.K. Chesterton)

22/11/2010 15:42
 
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Bonino: «Dai radicali nessuna trattativa col governo»

Finiani-Pdl,ora è guerra sul simbolo


Bocchino: «Berlusconi non può usarlo senza Fini». Bondi: «Toni da condominio». E Napolitano: «Serve serietà»

ROMA - «Dicono che Berlusconi stia preparando un nuovo partito per rinnovarsi in vista del voto. Comprendiamo la sua esigenza, anche perché il nome e il simbolo del Pdl sono in comproprietà con Fini e non potrà utilizzarli». Lo afferma in una nota il capogruppo di Futuro e Libertà Italo Bocchino, che sottolinea come «dal 17 maggio scorso» anche il nome «il vero centrodestra è stato registrato da noi all'ufficio marchi e brevetti di Roma».

BONDI - Alla nota di Bocchino risponde Sandro Bondi, coordinatore del Pdl, sempre con una nota: «Non riesco a comprendere come l'on. Bocchino possa continuare a rivolgersi al Presidente del Consiglio non tanto sulla base di argomentazioni politiche, discutibili quanto legittime, quanto ricorrendo in ogni circostanza a toni, giudizi, provocazioni, pose che sarebbero a stento ammessi nelle più misere discussioni condominiali».

GUERRA SUL SIMBOLO - Dunque sul nome del Pdl è partita la guerra di nervi e parole. Nella banca dati europea che certifica la titolarità di marchi e simboli, l'Ufficio per l'armonizzazione nel mercato interno (Oami) fornisce le seguenti risposte alla chiave di ricerca «Popolo della libertà»: ci sono «Il popolo della libertà nel mondo», «Partito del popolo della libertà», «Popolo della libertà», «Partito del popolo della libertà», «Popolo della libertà». In pratica, il «Partito del popolo della libertà» e «Popolo della libertà» ricorrono due volte, una volta con il simbolo e un'altra volta senza simbolo, mentre il primo della lista, dispone di un simbolo. Nei cinque casi, denominati «marchi comunitari», il nome del titolare risponde a quello di Silvio Berlusconi. Il deposito è avvenuto il 19 febbraio 2008 per «Il popolo della libertà nel mondo» e il 19 novembre 2007 per tutti gli altri, esattamente il giorno successivo a quello del «predellino» quando il Cavaliere lanciò la sua nuova creatura in piazza San Babila a Milano.

NAPOLITANO - tutto questo mentre il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha auspicato il mantenimento di un clima improntato «alla serietà, senza concitazioni fuorvianti» per affrontare i problemi del Paese. «Pochi giorni fa ho valorizzato la dimostrazione di senso di responsabilità dato dalle forze politiche nell'accordare la precedenza alla legge di stabilità», ha detto il Capo dello Stato ricevendo al Quirinale gli imprenditori della Assonime, «il senso di responsabilità non significa rimozione della dialettica e del confronto, ma riconoscimento di un interesse generale che può imporre talune priorità all'agenda politica e parlamentare».

DELL'UTRI - Una breve battuta sull'attuale momento politico se la concede anche Marcello Dell'Utri, senatore del Pdl e fra i fondatori di Forza Italia, oltre che storico amico del premier Silvio Berlusconi. Dopo il deposito venerdì delle motivazioni della sua condanna in appello, ha risposto ai giornalisti sulle ultime vicende politiche: «Se Berlusconi si sente tradito? Tutti i capi vengono traditi...».. Il politico siciliano ha poi detto di vedere «bene» il Presidente del Consiglio, che «non è mai giù di corda». «Può avere un momento di angoscia, quello capita a tutti, ma poi riparte subito». Sulla crisi in atto in Parlamento, poi, Dell'Utri ha aggiunto di pensare che «si andrà al voto quando sarà il momento: finchè Berlusconi potrà governare, lo farà, poi si andrà a votare».

RADICALI - Nel dibattito politico entra anche il vicepresidente del Senato, Emma Bonino per precisare: «La banalizzazione di un comunicato di Pannella normale, nel senso che è normale che i Radicali siano aperti al dialogo e che non abbiano invece intenzione di aprire nessuna trattativa, ha precipitato una parte consistente dei media di palazzo, che oltre il palazzo non sanno né leggere né capire, nella traduzione più banale e meno radicale e si sono precipitati su questa inesistente trattativa. Malgrado Pannella abbia detto subito che i voti dei sei Radicali non sono all'asta».

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22/11/2010 20:27
 
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passatemi il termine, scaramucce da bambini ritardati. E' il solito fumo negli occhi, parlare di cretinate (o addirittura crearle) per distrarre la gente da cose serie che neanche vengono dette dai giornali.




"Spade verranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi d'estate." (G.K. Chesterton)

23/11/2010 19:33
 
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Udienza a Peter Seewald e agli editori del libro "Luce del mondo"


"Spero che questo libro sia utile per la fede di molte persone". Lo ha detto Benedetto XVI al termine dell'udienza durante la quale gli sono state presentate le diverse edizioni del volume Luce del mondo. Il Papa, la Chiesa e i segni dei tempi, che contiene l'intervista concessa a Peter Seewald. L'incontro è avvenuto martedì mattina, 23 novembre, nella Biblioteca privata del Palazzo apostolico. Oltre all'arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, e al giornalista Luigi Accattoli - che hanno presentato il libro nella Sala Stampa della Santa Sede - erano presenti l'autore e la consorte, gli editori che si occupano della pubblicazione e della diffusione del libro nei vari Paesi, e i dirigenti della Libreria Editrice Vaticana: monsignor Giuseppe Antonio Scotti, don Giuseppe Costa, il carmelitano Edmondo Caruana, ai quali si è aggiunto il gesuita Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede.

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23/11/2010 23:07
 
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Pare che in questo libro il Papa abbia consentito l'uso del preservativo, solo in alcuni casi, ma si tratta comunque di un passo epocale, un piccolo passo per la Chiesa, umn grande passo per l'umanità [SM=x92710]
Pare anche che Benedetto XVI abbia detto che, qualora si facesse troppo anziano o malato, potrebbe lasciare il Pontificato, altra affermazione a dir poco innovativa.
Che ne pensate? Io, personalmente, non mi pongo problemi.
[Modificato da Sommo Ostri 23/11/2010 23:08]




"Spade verranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi d'estate." (G.K. Chesterton)

24/11/2010 16:07
 
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Mah, secondo me nella vita ci vuole coerenza: la Chiesa che autorizza l'uso del preservativo per fare sesso è come lo Stato che autorizzasse l'uso del passamontagna per rapinare le banche.
[Modificato da Claudium 24/11/2010 16:07]
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24/11/2010 16:43
 
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finalmente qualcuno con cui parlare, cominciavo a sentirmi solo [SM=x92713]
Il fatto del preservativo si tratta senza dubbio di un'apertura epocale, ma si parla sempre di casi molto eccezionali, come ad esempio per le prostitute, come primo passo verso la conversione, non certo per fare sesso senza procreare e basta.




"Spade verranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi d'estate." (G.K. Chesterton)

24/11/2010 19:00
 
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Non so, a mio parere si sbaglia l'approccio: la Chiesa non dovrebbe partire ad aprirsi sul modo di avere rapporti sessuali ma sul significato dei rapporti sessuali; ovvero dovrebbe abbandonare l'idea di rapporti sessuali solo dopo il matrimonio e solo finalizzato alla procreazione per abbracciare l'idea rapporto sessuale come unione fisica e psichica di due persone (e dopo tutto in fondo sta in questo la differenza tra fare sesso e fare l'amore) e che vi può essere anche in giovane età. Indubbiamente però l'accettazione di questa idea non può esservi senza una rivalutazione anche del concetto di piacere; esso infatti è sempre stato additato dalla Chiesa come fonte di peccato e per questo considerato negativo, ma a ben vedere fare l'amore non consiste in altro se non nel dare e ricevere piacere dal partner, un piacere però che non è solo carnale, come la Chiesa ha per molti secoli sostenuto, ma anche di carattere affettivo, psichico se non addirittura spirituale, per chi ci crede. E se notate bene, una volta accettate le idee da me riportate viene anche a perdere significato la divisione che si fa tra coppie etero e coppie omosessuali.
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Paladino Lord
24/11/2010 19:01
 
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Ostri il Papa non ha detto questo in realta'. Come al solito i giornalisti italiani sono approssimativi e imprecisi. La traduzione e' errata: il papa parlava di prostitutI uomini. Il che cambia alquanto le cose.
Ti consiglio di leggere questo bellissimo articolo di Introvigne che ho trovato su Facebook.
Link
Come vedi cambia alquanto la prospettiva !
[SM=x92713]


[Modificato da Randal il calmo 24/11/2010 19:02]
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24/11/2010 20:46
 
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Grazie vecio Rand! ora sì che hoi le idee chiare, vatti a basare sulle vaccate che dicono i giornalisti [SM=x92713] i giornali dovrebbero essere considerati la fonte meno attendibile, altro che il contrario [SM=x92713]

X Clau: capisco bene il tuo punto di vista, però se la Chiesa dà certe direttive non è per posizione presa così, tanto per decidere cosa è giusto e cosa no... cioè, ci si basa sempre sulle Sacre Scritture, specialmente su argomenti come matrimonio, famiglia e sessualità. Ora io non ricordo esattamente i riferimenti biblici, ma se ci sono certe direttive, non è certo una "ripicca dei preti" o un dispetto a noi che al contrario di loro possiamo trombare [SM=x92706]
[Modificato da Sommo Ostri 24/11/2010 20:53]




"Spade verranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi d'estate." (G.K. Chesterton)

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