*Bacheca sull'Attualità*

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Claudium
00giovedì 4 novembre 2010 21:20
Ciao a tutti. Vi informo che su autorizzazione di Ostri a partire da domani verrà attivata questa discussione, la quale ha il duplice scopo di fornire quotidianamente informazioni sulle notizie principali dell'attualità e di dare agli utenti la possibilità di esprimere le proprie idee riguardo quest'ultime.

Le regole previste per questa sezione sono le seguenti:

- Ogni giorno il sottoscritto posterà l'articolo principale di una pagina web dedicata ad una testata giornalistica. Le testate giornalistiche verranno alternate ogni giorno ad eccezione del lunedì, che verrà dedicato ad una serie speciale di video.

- Chiunque voglia può commentare l'articolo o il video, tuttavia, una volta che sarà pubblicato un nuovo articolo o video, non si potranno postare nuovi commenti sull'articolo o video precedenti ma solo su quello nuovo. Questa regola vale in maniera CATEGORICA, persino nei casi in cui si voglia rispondere velocemente ad un commento precedente e risponde all'esigenza di mantenere ordine all'interno della discussione.
Ognuno può scrivere quello che vuole, purchè rimanga entro quelle che sono le norme dettate dalla netiquette e, più in generale, della legge italiana. Ricordo inoltre che ogni utente è RESPONSABILE del contenuto del proprio commento.

- Il forum non si assume responsabilità sugli articoli riportati in questa discussione e sui loro contenuti. Gli autori degli articoli sono gli unici responsabili delle informazioni divulgate. Lo staff di bluedragon.it si limita in questa sede a riportare gli articoli e le rispettive fonti esterne.

- I Moderatori sono autorizzati a cancellare o censurare tutti i messaggi che violino le regole precedenti.

Detto questo auguro buona lettura a tutti [SM=x92702]
Sommo Ostri
00venerdì 5 novembre 2010 00:20
Ringrazio Claudium per questa importante iniziativa, potete ben immaginare che questa discussione rappresenterà una finestra sul mondo, e secondo me una delle migliori che possiate trovare in giro, dato che le fonti non sono sempre le stesse, anzi, lo scopo è proprio quello di alternarle, spaziando dalla destra alla sinistra, dall'alto al basso, dal dietro all'avanti! Un gioco di parole per simboleggiare il fatto che la politica non è e non deve essere l'unico discriminante di una fonte!
Questa discussione sarà un vero e proprio quotidiano, ma questa non è una testata giornalistica, è molto meglio: qui non si parlerà per mesi e mesi di Sara Scazzi, i lettori di questa discussione non saranno oggetto, ma co-soggetto pensante, qui potete esprimervi, non solo subire passivamente le notizie.
Buona discussione quotidiana a tutti, mi raccomando seguite le regole che trovate nel post d'apertura!
Claudium
00venerdì 5 novembre 2010 12:52
Contestato Marchionne: "Vergognati"
Ma l'ad: "Rafforziamo radici in Italia"


di Redazione


A Mirandola, dove riceve il premio intitolato a Pico, l'ad Fiat è stato accolto dalla contestazione dei centri sociali e della sinistra: striscioni, fischi e slogan. Il manager del Lingotto dal palco: "Travisate le mie parole in tv, l'azienda rafforzerà la sua presenza in Italia. Sentiamo una responsbailità verso il Paese"

Modena - Contestato Marchionne. Urlando gli slogan "Vergognati, vai via" e "La gente non ti vuole", una ventina di giovani del centro sociale Guernica di Modena ha contestato l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne appena arrivato a Mirandola dove riceverà il premio intitolato all’umanista del ’500 Pico della Mirandola. Oltre agli attivisti del centro sociale, nella piazza davanti al teatro Nuovo si sono radunati rappresentanti di Federazione Giovani Comunisti Italiani, Prc, Pdci, Sel, Partito dei comunisti italiani e Fiom. Gli attivisti del centro sociale, i più numerosi e rumorosi nella piazza, sono arrivati intorno alle 9.30 portando uno striscione con su scritto "I nostri sacrifici per i tuoi guadagni. Fuck austerity, verso lo sciopero generale" e urlando "Bonanni non parla più" e poi "Marchionne, Bonanni, fate solo danni". Tra i contestatori anche la Fcgi con un volantino con l’immagine del dirigente Fiat sorridente e la scritta "Indesiderato". Uno striscione anche per la Fiom dell’Emilia Romagna con lo slogan "Panda la macchina per fare. Quello che gli pare".

Marchionne: "Fiat resta" "Mi spiace constatare che un fiume di parole sia stato trasformato in un processo alle intenzioni". Dice dal palco l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne. In particolare Marchionne tiene a sottolineare che non è sua abitudine alimentare un certo tipo di dibattito, "ma per la prima volta ho accettato di partecipare a una trasmissione televisiva, per difendere" i progetti dell’azienda torinese. "Intendiamo rafforzare le nostre radici in Italia" assicura l’ad. "Lo possiamo fare - aggiunge Marchionne - perché abbiamo la forza e l’esperienza di un gruppo globale; perché conosciamo bene la realtà che ci sta intorno, conosciamo i mercati e le condizioni minime che sono richieste per continuare ad essere competitivi, soprattutto con i nostri vicini europei. Lo vogliamo fare - rincara - perché siamo un’azienda cresciuta nel mondo ma nata in Italia e sentiamo di avere una grande responsabilità verso il nostro Paese".

Drauen Ghor
00venerdì 5 novembre 2010 15:28
Intanto faccio i complimenti per l'iniziativa!
Era da un bel po' che non c'era qualche bella novità! [SM=x92709]


E ora l'articolo...

1
Marchionne che dice che sente una responsabilità verso l'Italia?
Se è un bravo amministratore e sa il fatto suo, sa che ha detto una cavolata. Se resta in Italia è solo per questione economica. Qualora venisse meno se ne andrebbe come un qualsiasi imprenditore

2
Contestazioni...
Non mi interessa se hanno ragione a contestare o no, però, secondo me, se una certa ala politica ha sempre certi atteggiamenti, non si deve stupire se non viene ascoltata o viene ridicolizzata dalla parte avversa...
C'è modo e modo di contestare. Essere presente in ogni piazza a fare casino, almeno a me, non pare decisamente la mossa migliore

3
Curiosità...
ma che premio è che ha ricevuto?
possibile che un articolo di un giornale non trovi neanche mezza riga per spiegare a cosa è dovuto?
Trekentoff
00venerdì 5 novembre 2010 18:29
Ecco una bella iniziativa [SM=x92710]
Sarà interessante discutere finalmente senza vedere gente che si urla in faccia ([SM=x92713]) o si fa fare il lavaggio del cervello.
Vabbè, tristi ricordi a parte, è un po' che seguo la storia che gira intorno alla Fiat, ma questa del premio Pico della mirandola mi era sfuggita [SM=x92713]
Innanzitutto, mi associo a Drauen, le cose qua nel nostro paese stanno degenerando fino al punto che le ridicolizzazioni ormai sono il minimo e il meglio che ci si possa aspettare.
Sul resto non posso dire molto però.
Mi era sembrato di capire che la Fiat in Italia è in passivo e l'azienda tiene la filiale solo per i lavoratori, e forse pure per i contributi che i ismpaticoni del governo continuano ad elargire a sacchi.
Perdonatemi la malignità, però se fosse davvero vero, allora sarei molto sorpreso.
Claudium
00sabato 6 novembre 2010 13:05
L'APPELLO
Benedetto XVI in visita in Spagna
"Serve incontro fra fede e laicità"


Il Pontefice arrivato a Santiago, prima tappa del viaggio apostolico. "La continuità della fede deve rinnovarsi"

SANTIAGO DE COMPOSTELA - "E' necessario trovare un incontro fra fede e laicità". Il Papa arriva in visita in Spagna e lancia un appello preciso, esortando l'Europa a dare nuovo vigore alle proprie radici cristiane. Benedetto XVI è giunto a Santiago de Compostela, prima tappa del suo viaggio apostolico nella Spagna di Zapatero. Ad accoglierlo Il principe Felipe e la moglie Letizia, con i quali il Pontefice ha avuto poi un colloquio privato. Il principe ereditario ha espresso profondo apprezzamento per l'impegno del Papa e si è detto "confortato" della sua visita, "in particolare nei tempi complessi e di crisi che vive il mondo".

Ad attendere il Papa c'erano anche migliaia di fedeli, che hanno aspettato per ore, alcuni tutta la notte, il suo arrivo. Bandiere gialle e bianche, i colori del Vaticano, sventolavano sopra la folla radunata vicino all'immensa piazza Obradoiro dove il Papa celebrerà nel pomeriggio una messa nella cattedrale. Non è mancato un piccolo giallo: sono stati ritrovati per strada documenti relativi alle misure di sicurezza per la visita papale con informazioni riservate. Nessun rischio o pericolo, si è precipitata a chiarire la polizia: i documenti erano stati persi tempo fa, del fatto erano state informate le autorità che hanno provveduto a modificare il piano.

Il viaggio in Spagna ha una particolare valenza: era "il paese originario della fede" ma è anche il paese dove si sono sviluppati "una laicità, un
anticlericalismo, un secolarismo forte e aggressivo", ha detto Benedetto XVI durante il volo che lo ha condotto a Santiago. In Occidente e in Europa, ha aggiunto il Pontefice, "la continuità della fede deve cercare di rinnovarsi". Ogni paese, in Occidente, "ha un suo modo di vivere questo problema" e che ciò "vale anche in modo forte per la Spagna, che era - ha detto citando santi come Ignazio di Loyola e Teresa D'Avila - il paese originario della fede". Oggi si è sviluppato un anticlericalismo "forte e aggressivo" che Benedetto XVI fa risalire agli anni '30, gli anni in cui i cattolici venivano perseguitati durante la guerra civile.

La Spagna oggi "cammina in concordia e unità, in libertà e pace, guardando al futuro con speranza e responsabilità", dice ancora il Pontefice. Ed esorta, nel suo discorso pronunciato all'arrivo, il vecchio continente a "dare nuovo vigore alle sue radici cristiane". Richiamandosi a Giovanni Paolo II, Benedetto XVI invita Spagna ed Europa a "edificare il loro presente e a progettare il loro futuro a partire dalla verità autentica dell'uomo, dalla libertà che rispetta questa verità e mai la ferisce, e dalla giustizia per tutti, iniziando dai piu poveri e derelitti".

"Una Spagna e un'Europa - ha proseguito il Papa - non solo preoccupate delle necessità materiali degli uomini, ma anche di quelle morali e sociali, di quelle spirituali e religiose, perché tutte questo sono esigenze autentiche dell'unico uomo e solo cosi si opera in modo efficace, integro e fecondo per il suo bene".

Domani Benedetto XVI sarà a Barcellona, la capitale della Catalogna, dove eleverà al rango di basilica la Sagrada Familia, l'immensa chiesa che domina la città dai suoi
3otto campanili, firmata dall'architetto Antoni Gaudì e incontrerà il re Juan Carlos e la moglie Sofia.

Claudium
00sabato 6 novembre 2010 13:09
A mio parere non serve andare fino in Spagna per trovare una forte tendenza anticlericalista, soprattutto dopo le recenti vicende sulla pedofilia che hanno coinvolto la Santa Sede e che sono state riportate a suo tempo in prima pagina addirittura dal Times.
Drauen Ghor
00sabato 6 novembre 2010 14:09
Solito discorso trito e ritrito per portare acqua al proprio mulino [SM=x92709]
niente di nuovo all''orizzonte!
Sommo Ostri
00sabato 6 novembre 2010 14:52
Certo assistere impotenti alla caduta della "cattolicissima Spagna" (almeno una volta così si diceva) non è simpatico. L'Europa si sta allontanando dalla fede, ormai il fenomeno è diventato molto importante. Infatti addirittura il Papa parlò qualche tempo fa di portare la Parola di Dio tanto nei paesi lontani, tanto a quelli "scristianizzati" vicini a noi. Infatti uno dei problemi della Chiesa è che non si rinnova, non reagisce ai cambiamenti sociali adeguando l'evangelizzazione. Proprio per questo motivo, le missioni in Africa e nei paesi più lontani riscuotono successi incredibili, portando civiltà e aiuti ai popoli più bisognosi, ma paradossalmente in Europa si muovono forze ideologiche di contrasto all'evangelizzazione. Sembra che qui da noi non ci sia più bisogno di Dio. Inutile dire che bisogna cercare Dio non solo quando si ha necessità.
Claudium
00sabato 6 novembre 2010 15:22
Concordo con Ostri. Nonostante io non creda nel Dio del Cristianesimo trovo molto saggezza negli insegnamenti di Gesù e dei profeti venuti prima di lui e mi spiace constatare come la Chiesa non riesca ad comunicare ai suoi fedeli quelli che sono i veri valori della dottrina cristiana, riducendola ad un simulacro di forma ed ipocrisia. E a dirvelo è uno che con la diocesi del suo paese ha avuto le mani in pasta per svariati anni.
Trekentoff
00sabato 6 novembre 2010 15:40
Eh, si, da ragazzo diciottenne ve lo posso confermare.
Il 70% della gioventù bestemmia come un turco, manda in malora la Chiesa e tutti suoi rappresentanti e poi inveisce contro Dio se ha qualche disavventura.
Non vi dico cosa farei quando sento i bambini di dieci (10!) anni che bestemmiano e fanno gli arroganti con le loro stesse mamme e con tutto quello che gli isnegnano, fumano e fanno a botte.
Certo, come ha detto Claudium, la Chiesa sta perdendo la sua capacità di comunicazione, ma questo è dovuto anche, almeno secondo me a una mancanza di ricezione. Ovviamente, la storia della pedofilia è una porcata immonda che andrebbe veramente repressa senza pietà,come fece a suo tempo Giovanni Paolo II, però non penso che questo sia un buon motivo per rinnegare la propria religione, perchè lo sappiam otutti che non tutti i preti sono pedofili, eh.
Perchè è cosi che la si comincia a vedere oggi, come un peso che non dà nulla in cambio, in una società che si fa sempre più materialistica e improntata sull'individualismo più estremo.
Comunque, niente da dire, l'impegno del Papa, considerate anche le sue condizioni di salute, è ammirevole.
()Luce()
00sabato 6 novembre 2010 23:06
Re:
Trekentoff, 06/11/2010 15.40:

Eh, si, da ragazzo diciottenne ve lo posso confermare.
Il 70% della gioventù bestemmia come un turco, manda in malora la Chiesa e tutti suoi rappresentanti e poi inveisce contro Dio se ha qualche disavventura.
Non vi dico cosa farei quando sento i bambini di dieci (10!) anni che bestemmiano e fanno gli arroganti con le loro stesse mamme e con tutto quello che gli isnegnano, fumano e fanno a botte.
Certo, come ha detto Claudium, la Chiesa sta perdendo la sua capacità di comunicazione, ma questo è dovuto anche, almeno secondo me a una mancanza di ricezione. Ovviamente, la storia della pedofilia è una porcata immonda che andrebbe veramente repressa senza pietà,come fece a suo tempo Giovanni Paolo II, però non penso che questo sia un buon motivo per rinnegare la propria religione, perchè lo sappiam otutti che non tutti i preti sono pedofili, eh.
Perchè è cosi che la si comincia a vedere oggi, come un peso che non dà nulla in cambio, in una società che si fa sempre più materialistica e improntata sull'individualismo più estremo.
Comunque, niente da dire, l'impegno del Papa, considerate anche le sue condizioni di salute, è ammirevole.



Non mi posso che trovar d'accordo con te..Poi per la storia della pedofilia, purtroppo i sacerdoti dovendo essere d'esempio, sono i primi a finire nel mirino quando commettono porcate. Però, vorrei sapere perchè si parla sempre degli errori di alcuni e mai di tutto il bene che molti fanno..
Sommo Ostri
00domenica 7 novembre 2010 10:31
concordo Luce, io sono il primo che vorrebbe il rogo per i preti pedofili, poichè essi hanno l'aggravante di essere preti, ma non ammetto che si faccia di tutta l'erba un fascio, perchè 5 o 6 preti corrotti non devono e non possono rappresentare tutti i preti del mondo. E' inevitabile che tra decine di migliaia di preti al mondo ci sia qualcuno corrotto, è inevitabile, ma non per questo dobbiamo prendercela con tutta la categoria.
()Luce()
00domenica 7 novembre 2010 11:42
Re:
Sommo Ostri, 07/11/2010 10.31:

concordo Luce, io sono il primo che vorrebbe il rogo per i preti pedofili, poichè essi hanno l'aggravante di essere preti, ma non ammetto che si faccia di tutta l'erba un fascio, perchè 5 o 6 preti corrotti non devono e non possono rappresentare tutti i preti del mondo. E' inevitabile che tra decine di migliaia di preti al mondo ci sia qualcuno corrotto, è inevitabile, ma non per questo dobbiamo prendercela con tutta la categoria.




Esatto. Ho sentito frasi del genere "fosse per me li ucciderei tutti" oppure " ma ci pensi a mandare mio figlio in chiesa? Dopo queste cose non lo farei mai!". Queste generalizzazioni mi fanno cascare le braccia.. [SM=x92712]
Claudium
00domenica 7 novembre 2010 16:45
Fini getta la maschera: "Silvio deve cadere"
Berlusconi furibondo: "Non mi dimetto"


Il Presidente della Camera all'attacco finale da Bastia Umbra. Il premier lo sfida: "Il Fli mi voti contro in aula".

La commedia è terminata. Gianfranco Fini, da Perugia, getta la maschera e chiede la testa dell'ex alleato e premier Silvio Berlusconi. "Berlusconi deve rassegnare le dimissioni e aprire la crisi di governo. Se non si dimette noi andremo fuori dal governo". Queste le parole, inequivocabili, del presidente della Camera nell'atteso discorso da Bastia Umbra.
Ma il Cavaliere non ha intenzione di lasciarsi intimidire. E ai suoi ha detto chiaro e tondo che Fini, le dimissioni, se le può scordare. "Che il Fli mi voti contro in Aula - è il primissimo commento del Cav alle parole dell'ex leader di An - Al momento non c'é nessuna intenzione di dimissioni. Se Gianfranco Fini ritiene conclusa l'esperienza di governo deve avere il coraggio di assumersi la responsabilità di votare contro in Parlamento".

Sbagliato fondare il Pdl - Fini sceglie la demolizione dalle fondamenta di tutto il percorso politico che lo ha portato dove siede ora: sulla poltrona di presidente della Camera. L'ex leader di An rinnega il passato e da Perugia dichiara: "Il Pdl è un partito arretrato, a rimorchio della peggior cultura della Lega". Un partito, la Lega Nord, che secondo Fini "non ha interesse per nulla di quello che accade al sud del Po". E ancora, sempre contro i suoi ex alleati Lega e Pdl, spara "Non c'è in nessuna parte dell'Europa, e lo dico a ragion veduta un movimento politico come il Pdl che sui diritti civili è così arretrato culturalmente a rimorchio, anche qui, della peggior cultura leghista".

Cambiare la legge elettorale - Un altro cavallo di battaglia elettorale del presidente della Camera è la legge elettorale. "Non c'è nessun patto di legislatura se non viene cancellata una legge elettorale vergogna", dice Gianfranco Fini. Insomma, qualora sarà costruito un nuovo governo con la partecipazione del Fli, uno dei punti cardine del programma dovrà essere la abolizione dell'attuale legge elettorale, detta il Porcellum, messa a punto da Carderoli. Il progetto di Fini prevede "di abbinare la rappresentatività delle assemblea alla capacità dei governi di governare".

Le frasi chiave del discorso di Fini - "Non siamo contro ma oltre il Pdl e Berlusconi"."Pdl a rimorchio della peggior cultura della Lega". "E' stato un errore fondare il Pdl con Berlusconi". "Nessun rancore personale, solo desiderio di cambiare pagina"

Claudium
00domenica 7 novembre 2010 16:49
Nulla che non si sapesse già. Certo però che un giornale, anche se è di parte, almeno un po' dovrebbe nasconderlo invece di esplicitarlo in maniera così diretta. Non si lamentino poi se gli vengono a dire che non sono obiettivi.
Sommo Ostri
00domenica 7 novembre 2010 21:30
COSA?! [SM=x92706] Chi mai direbbe che Libero non è obiettivo? Penso nessuno, specialmente dopo le picche e ripicche con Fini [SM=x92706] roba da bambini di 0 anni, altro che giornalismo! [SM=x92706]
Vinyadan
00domenica 7 novembre 2010 22:50
Allora, per chi ama la completezza vi posto questo link.
www.youreporter.it/video_Fini_Berlusconi_deve_dimettersi_1
Ci potete trovare una parte del discorso e i link alle altre.

Trekentoff
00lunedì 8 novembre 2010 00:12
Ma...sembra un bisticcio tra bambini. [SM=x92707]
Ma perchè sia Fini che Berlusconi non si mettono di fronte alla finestra, prendono la rincorsa e spiccano il volo? [SM=x92705]
Drauen Ghor
00lunedì 8 novembre 2010 15:51
Purtroppo non posso da lavoro vedere il video [SM=x92702]


Cmq, Fini aveva sbagliato a sfaldare An, e se n'è accorto solo ora...
Furbo... voleva diventare leader della destra italiana, e vedendo che il berlusca non schioda, si tira indietro...

Almeno Casini ha avuto l'onestà intellettuale di tirarsi fuori prima...

e una cosa giusta la dice Berlusconi (per una volta): basta che voti contro in Parlamento e si assuma la responsabilità!

che poi... la legge elettorale l'ha votata pure lui...
Sommo Ostri
00lunedì 8 novembre 2010 15:56
scusa Drauen, ma accostare "onestà intellettuale" al nome di un politico mi ha fatto crepare dalle risate [SM=x92710] [SM=x92710] [SM=x92710]
Drauen Ghor
00lunedì 8 novembre 2010 16:48
[SM=x92706] Mi sa che hai pienamente ragione [SM=x92706]
Claudium
00lunedì 8 novembre 2010 17:25
Passaparola dell'8 Novembre 2010, di Marco Travaglio




Mi sono accorto solo adesso che il video non si può vedere integralmente se non si è iscritti al sito da dove l'ho preso. Purtroppo al momento non sono riuscito a trovare altre fonti.

Misteri: adesso sembra vedersi. Prima invece arrivando intorno al minuto 13:00 si azzerava [SM=x92706]
Sommo Ostri
00lunedì 8 novembre 2010 18:39
"ullalla ullalla ullallallaaaaa" Passaparola mi viene in mente 'sta vaccata [SM=x92706] scherzi a parte, Passaparola lo puoi trovare su youtube, lo pubblica regolarmente lo staff di Grillo, ecco il link al video:
www.youtube.com/watch?v=09d8xO7hJeo
Claudium
00lunedì 8 novembre 2010 21:01
Ah ok, prima trovavo solo un'anteprima o videovecchi.
Claudium
00martedì 9 novembre 2010 15:34
Alluvione in Veneto, Bossi e Berlusconi "L'aiuto sarà sostanzioso e immediato"


di Redazione


Il presidente del Consiglio e il leader della Lega Nord sono arrivati in Veneto per fare il punto su danni causati dalla disastrosa alluvione della scorsa settimana. Il premier: "L'aiuto dello stato alle zone alluvionate sarà sostanzioso e immediato". Bossi: "Sui soldi assicuriamo io e Tremonti". Contestazione a Padova. Napolitano: "L'incuria ha provocato il dissesto idrogeologico". Sul Nord-Est ancora pioggia e neve.

Verona - Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, sono in Veneto per fare il punto sui danni causati dalla disastrosa alluvione della scorsa settimana. Il premier e il ministro sono giunti poco prima delle 11 a Monteforte d’Alpone, nel Veronese, accompagnati dal sottosegretario alla Protezione civile Guido Bertolaso. Ad accoglierli il presidente della Regione Luca Zaia e le autorità locali. Berlusconi e Bossi hanno compiuto una serie di sopralluoghi nelle aree più colpite dal maltempo. Insieme a loro anche il presidente della regione Piemonte Roberto Cota.

Berlusconi: "Aiuto sostanzioso" L’aiuto dello Stato alle zone del Veneto alluvionate sarà "sostanzioso e immediato", ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Prima dobbiamo parlare con Tremonti, entro domani sera daremo delle risposte chiare, ha sottolineato il premier. Bossi ha assicurato: "Vi ho portato qua Berlusconi e su quello che ha detto potete stare sicuri. Zaia controllerà tutto, Tremonti è Veneto e non vi dovete preoccupare". Sintetico ma concreto il leader del Carroccio nel rispondere ai giornalisti su cosa il governo potrà ora fare per queste aree: "Il governo darà gli sghei". Il programma della giornata prevede visite anche a Caldogno (Vicenza) e nel Padovano. Il premier partirà poi alla volta dell’Aquila.

Contestazione All'arrivo del premier alla prefettura di Padova c'è stata una contestazione nei suoi confronti. Un gruppo di giovani - studenti e lavoratori precari - lo ha fischiato gridando slogan contro di lui. Dai dimostranti è partito un potente petardo che avrebbe leggermente ustionato un poliziotto.

Napolitano: l'incuria ha portato al dissesto idrogeologico "Dobbiamo preoccuparci del clima per oggi e per domani dal momento che l’incuria terribile ha portato al dissesto idrogeologico" che ha prodotto gli allagamenti di questi giorni in Veneto. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato ha sottolineato la necessità di trasmettere "messaggi di forte coscienza ambientalista" alla luce dei cambiamenti climatici che stanno danneggiando il paese, come il "crollo del patrimonio di Pompei che dovremmo saper tutelare e come le immagini del centro di Vicenza invaso dalla pioggia". "Gli uomini spesso pensano più a quello che gli serve al momento e meno alle conseguenze - ha detto Napolitano -, come a costruirsi una casa dove non si dovrebbe anche se poi la pioggia la travolgerà", ecco perchè "bisogna rispettare le regole e le leggi, sempre che siano fatte bene, ci vogliono leggi che dicano cosa è bene e cosa no", quindi il presidente ha espresso l’auspicio che le nuove generazioni "crescano pensando bene alle conseguenze di ciò che si fa".

Vertice Bertolaso-Zaia a Roma Bertolaso, ha promosso per domani una riunione a Roma alla quale ha invitato il presidente del Veneto Luca Zaia e i presidenti delle province del Veneto. L’invito, secondo quanto si è appreso, è giunto stamani via fax alle segreterie delle varie amministrazioni. All’ordine del giorno la discussione le ulteriori iniziative da intraprendere per far fronte alle necessità delle popolazioni colpite dal maltempo.

Pioggia e neve sul Nord-Est Il Veneto si è svegliato ancora una volta sotto il maltempo. Pioggia in pianura e nevicate sopra i 900-1.000 metri in montagna. La pioggia però non pare destare particolari problemi perchè è a tratti e con quantitativi ridotti. Anche in montagna le nevicate sono definite "deboli". Dalla notte a Cortina sono caduti 4 centimetri di neve fresca, 10 ad Arabba, 1-2 sull’altopiano di Asiago. Sopra i 1.500 metri i quantitativi di neve fresca raggiungono i 10-20 centimetri. I centri meteo dell’Arpa regionale prevedono un progressivo miglioramento in Veneto a partire da giovedì.

Drauen Ghor
00martedì 9 novembre 2010 16:39
Che berlusconi e compagnia vengano qui, non gliene frega niente a nessuno.

Il problema sono i soldi. Serve da una prima stima un miliardo di euro.
Hanno detto che arrivano.
Bisogna vedere in futuro se effettivamente arrivano, da dove li prendono, e come li distribuiscono.
Poi si potrà valutare l'operato.


Mezze giuste, mezze sbagliate le parole di Napolitano.
Il problema non è il cambiamento del clima. Sì, son state piogge eccezionali, ma il problema non è sicuramente quello.
Non è nemmeno l'incuria (seppur c'è stata) ad aver provocato questo disastro, o almeno non è il fattore fondamentale.

Il problema è lo stesso territorio veneto.
Nel pieno rispetto delle leggi (non è stato costruito niente sapendo che verrà travolto), in Veneto c'è stata un'edificazione paurosa fin dalla seconda guerra mondiale (non è un problema di qualche anno fa...).
Il costruito sul territorio è uno dei più alti al mondo, paragonabile in europa solo alla Ruhr tedesca.

Mettere a posto questo sistema?
Impossibile nel breve periodo.

L'unica è rinforzare di molto gli argini, e monitorare costantemente i fiumi.

Il problema è: con che soldi? Il Veneto non ce ne ha...
Sommo Ostri
00martedì 9 novembre 2010 22:53
beh io credevo che il Veneto fosse messo benino economicamente, cioè, so che i bilanci non sono in rosso come per la parte centro meridionale dello stivale. Ma mi rendo conto che c'è bisogno di fondi eccezionali per salvaguardare gente che abita in case dove non si sarebbe dovuto edificare. Oramai il danno è stato fatto, per migliorare la situazione bisognerebbe edificare nuove case solo su terreni sicuri o usando tecniche adeguate, poi col passare degli anni, le vecchie case andranno lentamente in demolizione e resteranno solo quelle più sicure. Purtroppo però nell'edilizia c'è sempre chi se ne frega della vita della gente se può guadagnare qualche sacchetto d'oro extra.
Per quanto riguarda i discorsi di Napolitano, meglio che sto zitto và.
Drauen Ghor
00mercoledì 10 novembre 2010 10:34
E' messo benino economicamente, ma di soldi non ce ne sono abbastanza per i propri bisogni.

ti faccio un esempio prendendo le parole di un sindaco della zona colpito dall'alluvione (non so di che partito sia, ma è tanto per far capire): "noi di tasse paghiamo circa 20 milioni all'anno... ci tornano indietro per i nostri bisogni 500 mila euro"
Qua capisci che tutta la ricchezza del Veneto spesso se ne va solo in tasse [SM=x92702]


Il problema è che qua (tranne rari casi che cmq non conosco) non si è edificato dove non si poteva.
Si è edificato costruendo case sicurissime (al massimo avrei evitato di fare ovunque garagi interrati, ma quello è un problema ovunque).

Il problema è che si è edificato troppo.
Ripeto sempre in posti sicuri, ma troppo.
Succede che quando piove l'acqua non viene trattenuta dal terreno e rilasciata ai fiumi con calma.
Essendoci molto cemento, l'acqua viene subito convogliata nei canali, e questi si ingrossano facilmente.
E' questo il problema veneto [SM=x92709]

Dai dai, parla di Napolitano [SM=x92702]

Claudium
00mercoledì 10 novembre 2010 14:45
Il messaggio del Papa in occasione dell'assemblea generale della Conferenza episcopale italiana

La responsabilità di educare


"Tutti coloro che hanno a cuore la città degli uomini e il bene delle nuove generazioni" devono sentirsi coinvolti nella "responsabilità educativa". Lo scrive il Papa in un messaggio al cardinale Angelo Bagnasco in occasione dell'assemblea generale della Conferenza episcopale italiana, in corso da lunedì 8 a giovedì 11 novembre ad Assisi.


Al Venerato Fratello
il Cardinale Angelo Bagnasco
Presidente della Conferenza Episcopale Italiana


Con questo messaggio, che vi invio in occasione della 62 Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana, intendo farmi spiritualmente pellegrino ad Assisi, per rendermi presente e raggiungere personalmente Lei e ciascuno dei Vescovi convenuti, Pastori premurosi delle amate Chiese particolari che sono in Italia. La vostra sollecitudine e il vostro impegno si manifestano nel governo responsabile delle diocesi e nella vicinanza paterna ai sacerdoti e alle comunità parrocchiali. Di ciò è segno eloquente l'attenzione al tema dell'educazione, che avete assunto come priorità del decennio che si apre. Gli Orientamenti pastorali recentemente pubblicati sono espressione di una Chiesa che, alla scuola di Gesù Cristo, vuole prendersi a cuore la vita intera di ogni uomo e, a tale fine, cerca "nelle esperienze quotidiane l'alfabeto per comporre le parole con le quali ripresentare al mondo l'amore infinito di Dio" (Educare alla vita buona del Vangelo, 3).
1. In questi giorni siete riuniti ad Assisi, la città nella quale "nacque al mondo un sole" (Dante, Paradiso, Canto xi), proclamato dal Venerabile Pio xii Patrono d'Italia: san Francesco, che conserva intatte la sua freschezza e la sua attualità - i Santi non tramontano mai! - dovute al suo essersi conformato totalmente a Cristo, di cui fu icona viva.
Come il nostro, anche il tempo in cui visse san Francesco era segnato da profonde trasformazioni culturali, favorite dalla nascita delle università, dallo sviluppo dei comuni e dal diffondersi di nuove esperienze religiose.
Proprio in quella stagione, grazie all'opera di Papa Innocenzo iii - lo stesso dal quale il Poverello di Assisi ottenne il primo riconoscimento canonico - la Chiesa avviò una profonda riforma liturgica. Ne è espressione eminente il Concilio Lateranense iv (1215), che annovera tra i suoi frutti il "Breviario". Questo libro di preghiera accoglieva in sé la ricchezza della riflessione teologica e del vissuto orante del millennio precedente. Adottandolo, san Francesco e i suoi frati fecero propria la preghiera liturgica del Sommo Pontefice: in questo modo il Santo ascoltava e meditava assiduamente la Parola di Dio, fino a farla sua e a trasporla poi nelle preghiere di cui è autore, come in generale in tutti i suoi scritti.
Lo stesso Concilio Lateranense iv, considerando con particolare attenzione il Sacramento dell'altare, inserì nella professione di fede il termine "transustanziazione", per affermare la presenza reale di Cristo nel sacrificio eucaristico: "Il suo corpo e il suo sangue sono contenuti veramente nel Sacramento dell'altare, sotto le specie del pane e del vino, poiché il pane è transustanziato nel corpo e il vino nel sangue per divino potere" (DS, 802).
Dall'assistere alla santa Messa e dal ricevere con devozione la santa Comunione sgorga la vita evangelica di san Francesco e la sua vocazione a ripercorrere il cammino di Cristo Crocifisso: "Il Signore - leggiamo nel Testamento del 1226 - mi dette tanta fede nelle chiese, che così semplicemente pregavo e dicevo: Ti adoriamo, Signore Gesù, in tutte le tue chiese che sono nel mondo intero e ti benediciamo, poiché con la tua santa croce hai redento il mondo" (Fonti Francescane, n. 111).
In questa esperienza trova origine anche la grande deferenza che portava ai sacerdoti e la consegna ai frati di rispettarli sempre e comunque, "perché dell'altissimo Figlio di Dio nient'altro io vedo corporalmente in questo mondo, se non il Santissimo Corpo e il Sangue suo che essi soli consacrano ed essi soli amministrano agli altri" (Fonti Francescane, n. 113).
Davanti a tale dono, cari Fratelli, quale responsabilità di vita ne consegue per ognuno di noi! "Badate alla vostra dignità, frati sacerdoti - raccomandava ancora Francesco - e siate santi perché egli è santo" (Lettera al Capitolo Generale e a tutti i frati, in Fonti Francescane, n. 220)! Sì, la santità dell'Eucaristia esige che si celebri e si adori questo Mistero consapevoli della sua grandezza, importanza ed efficacia per la vita cristiana, ma esige anche purezza, coerenza e santità di vita da ciascuno di noi, per essere testimoni viventi dell'unico Sacrificio di amore di Cristo.
Il Santo di Assisi non smetteva di contemplare come "il Signore dell'universo, Dio e Figlio di Dio, così si umilî da nascondersi, per la nostra salvezza, in poca apparenza di pane" (ibid., n. 221), e con veemenza chiedeva ai suoi frati: "Vi prego, più che se lo facessi per me stesso, che quando conviene e lo vedrete necessario, supplichiate umilmente i sacerdoti perché venerino sopra ogni cosa il Santissimo Corpo e il Sangue del Signore nostro Gesù Cristo e i santi nomi e le parole di Lui scritte che consacrano il corpo" (Lettera a tutti i custodi, in Fonti Francescane, n. 241).
2. L'autentico credente, in ogni tempo, sperimenta nella liturgia la presenza, il primato e l'opera di Dio. Essa è "veritatis splendor" (Sacramentum caritatis, 35), avvenimento nuziale, pregustazione della città nuova e definitiva e partecipazione ad essa; è legame di creazione e di redenzione, cielo aperto sulla terra degli uomini, passaggio dal mondo a Dio; è Pasqua, nella Croce e nella Risurrezione di Gesù Cristo; è l'anima della vita cristiana, chiamata alla sequela, riconciliazione che muove a carità fraterna.
Cari Fratelli nell'Episcopato, il vostro convenire pone al centro dei lavori assembleari l'esame della traduzione italiana della terza edizione tipica del Messale Romano. La corrispondenza della preghiera della Chiesa (lex orandi) con la regola della fede (lex credendi) plasma il pensiero e i sentimenti della comunità cristiana, dando forma alla Chiesa, corpo di Cristo e tempio dello Spirito. Ogni parola umana non può prescindere dal tempo, anche quando, come nel caso della liturgia, costituisce una finestra che si apre oltre il tempo. Dare voce a una realtà perennemente valida esige pertanto il sapiente equilibrio di continuità e novità, di tradizione e attualizzazione.
Il Messale stesso si pone all'interno di questo processo. Ogni vero riformatore, infatti, è un obbediente della fede: non si muove in maniera arbitraria, né si arroga alcuna discrezionalità sul rito; non è il padrone, ma il custode del tesoro istituito dal Signore e a noi affidato. La Chiesa intera è presente in ogni liturgia: aderire alla sua forma è condizione di autenticità di ciò che si celebra.
3. Questa ragione vi spinge, nelle mutate condizioni del tempo, a rendere ancor più trasparente e praticabile quella stessa fede che risale all'epoca della Chiesa nascente. È un compito tanto più urgente in una cultura che - come voi stessi rilevate - conosce "l'eclissi del senso di Dio e l'offuscarsi della dimensione dell'interiorità, l'incerta formazione dell'identità personale in un contesto plurale e frammentato, le difficoltà di dialogo tra le generazioni, la separazione tra intelligenza e affettività" (Educare alla vita buona del Vangelo, 9). Questi elementi sono il segno di una crisi di fiducia nella vita e influiscono in maniera rilevante sul processo educativo, nel quale i riferimenti affidabili si fanno labili.
L'uomo contemporaneo ha investito molte energie nello sviluppo della scienza e della tecnica, conseguendo in questi campi traguardi indubbiamente significativi e apprezzabili. Tale progresso, tuttavia, è avvenuto spesso a scapito dei fondamenti del cristianesimo, nei quali si radica la storia feconda del Continente europeo: la sfera morale è stata confinata nell'ambito soggettivo e Dio, quando non viene negato, è comunque escluso dalla coscienza pubblica. Eppure, la persona cresce nella misura in cui fa esperienza del bene e impara a distinguerlo dal male, al di là del calcolo che considera unicamente le conseguenze di una singola azione o che usa come criterio di valutazione la possibilità di compierla.
Per invertire la rotta, non è sufficiente un generico richiamo ai valori, né una proposta educativa che si accontenti di interventi puramente funzionali e frammentari. C'è bisogno, invece, di un rapporto personale di fedeltà tra soggetti attivi, protagonisti della relazione, capaci di prendere posizione e di mettere in gioco la propria libertà (cfr. ibid., 26).
Per questa ragione, è quanto mai opportuna la vostra scelta di chiamare a raccolta intorno alla responsabilità educativa tutti coloro che hanno a cuore la città degli uomini e il bene delle nuove generazioni. Tale indispensabile alleanza non può che partire da una nuova prossimità alla famiglia, che ne riconosca e sostenga il primato educativo: è al suo interno che si plasma il volto di un popolo.
Come Chiesa che vive in Italia, attenta a interpretare ciò che avviene in profondità nel mondo di oggi e, quindi, a cogliere le domande e i desideri dell'uomo, voi rinnovate l'impegno a operare con disponibilità all'ascolto e al dialogo, mettendo a disposizione di tutti la buona notizia dell'amore paterno di Dio. Vi anima la certezza che "Gesù Cristo è la via, che conduce ciascuno alla piena realizzazione di sé secondo il disegno di Dio. È la verità, che rivela l'uomo a se stesso e ne guida il cammino di crescita nella libertà. È la vita, perché in lui ogni uomo trova il senso ultimo del suo esistere e del suo operare: la piena comunione di amore con Dio nell'eternità" (ibid., n. 19).
4. In questo cammino, vi esorto a valorizzare la liturgia quale fonte perenne di educazione alla vita buona del Vangelo. Essa introduce all'incontro con Gesù Cristo, che con parole e opere costantemente edifica la Chiesa, formandola alle profondità dell'ascolto, della fraternità e della missione. I riti parlano in forza della loro intrinseca ragionevolezza e comunicabilità ed educano a una partecipazione consapevole, attiva e fruttuosa (cfr. Sacrosanctum Concilium, n. 11).
Cari Fratelli, alziamo il capo e lasciamoci guardare negli occhi da Cristo, unico Maestro, Redentore da cui promana ogni nostra responsabilità nei confronti delle comunità che ci sono affidate e di ogni uomo. Maria Santissima, con cuore di Madre, vegli sul nostro cammino e ci accompagni con la sua intercessione.
Nel rinnovare la mia affettuosa vicinanza e il mio fraterno incoraggiamento, imparto di cuore a Lei, Venerato Fratello, ai Vescovi, ai collaboratori e a tutti i presenti la mia Apostolica Benedizione.

Dal Vaticano, 4 novembre 2010
Benedetto XVI


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