Morgan si accinse a seguire il gruppo fuori dai cancelli del Regno. Il suo cuore trepidava; aveva raggiunto il Regno solo cinque giorni prima, eppure si sentiva già parte di esso con tutto il cuore. Ohtar trotterellava al suo fianco, e la osservava coi suoi enigmatici occhi di ghiaccio.
"Sento che sei felice, mia cara" le disse nella mente.
"Eppure anche turbata. Non è così?"
"Hai ragione, Ohtar" rispose Morgan.
"Finalmente ho l'occasione, per la prima volta, di essere d'aiuto a qualcuno. Ma mi turba il pensiero di non esserne all'altezza. E poi, quel potere emanato dalla pergamena... E' molto forte. Mi chiedo da chi possa essere stato evocato un potere così oscuro. E soprattutto quali siano le sue intenzioni."
"Tranquillizzati, Morgan. Vedrai che scopriremo la sua provenienza, e chi vi ha posto l'incantesimo. Abbi fiducia."
Rinfrancata, Morgan diede una pacca affettuosa sul fianco di Ohtar e accelerò il passo per seguire il gruppo.
"Sembrate molto perplessa, signorina Eyre; e benchè non abbiate più bellezza di me, l'aria perplessa vi dona: inoltre, serve ad allontanare i vostri occhi penetranti dalla mia fisionomia e a occuparli con i fiori del tappeto; continuate a essere perplessa." (E. Rochester)