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Le Falci dei Custodi

Ultimo Aggiornamento: 13/03/2013 13:09
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Sesso: Maschile
Maestro
20/09/2008 17:32
 
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«... Insomma, Sommo: la situazione mi preoccupa un po'».
Arrossendo leggermente per il gioco di parole in cui era involontariamente caduto, BrightBlade sollevò gli occhi dalle carte dispiegate sul tavolo davanti a lui e osservò lo Re.
Il Sommo Ostri dava parzialmente le spalle al Paladino, ma quest'ultimo riuscì comunque a notare il sorriso stampato sulle labbra del Sovrano.
«Che cosa non vi preoccupa ultimamente, mio vecchio amico?»
In quel momento, qualcuno bussò due volte alla porta.
«Avanti», disse il Sommo Ostri.
La porta si spalancò, rivelando un guerriero rivestito da capo a piedi da un'armatura completa che dava l'aria di essere decisamente pesante.
«Un viandante chiede udienza, Sommo. Dice di portare un messaggio da parte del Tasu... Tattsu.. ehm... dal Katai».
La voce del Guardman suonava leggermente metallica a causa dell'armatura, come se il soldato avesse parlato attraverso un corto tubo di ferro.
«Fatelo entrare», disse il Sommo.
Il Guardman prese congedo e sparì, sferragliando vagamente lungo il corridoio. Si trattava di un rumore tipico di quegli strani guerrieri, che faceva sorridere il Paladino di Atlantide, ma che non mancava di incutere timore in qualunque soldato lo avesse udito senza trovarsi all'ombra dei vessilli del Regno, come BrightBlade sapeva bene. Molti reputavano impossibile combattere indossando protezioni così pesanti. In effetti, una persona normale avrebbe faticato persino a camminare, con una simile armatura addosso. Chiunque conoscesse il genere di addestramento a cui si sottoponevano i Guardman, tuttavia, non dubitava affatto della possibilità di combattere indossando quelle corazze... bensì dell'eventualità di sopravvivere all'addestramento stesso!
Eppure, sfidando ogni buon senso, i Guardman continuavano a indossare le loro gigantesche armature, marciando in battaglia sotto cascate di proiettili senza neppure curarsi di sollevare gli scudi e sbaragliando i propri avversari metodicamente, senza essere rallentati minimamente dal loro pesantissimo equipaggiamento.
Fu proprio vedendo una di queste ''tipiche'' scene che un giovane Aspirante, un bel giorno, ebbe un'idea. Se un Guardman si muoveva con la stessa rapidità di un uomo normale indossando una corazza così pesante, ragionò il giovane, allora se si fosse tolto quella corazza avrebbe potuto colpire con forza e rapidità sovrumane! Così, il ragazzo andò da un Guardman e gli chiese di provare a combattere senza la sua armatura. Il soldato fece come diceva l'Aspirante... ma dopo pochi minuti di maldestri tentativi si rimise subito l'armatura, dichiarando che senza di essa era talmente sbilanciato da non riuscire neppure a tenersi in piedi! E così, il giovane Aspirante scoprì che si può trarre vantaggio anche da una condizione apparentemente svantaggiosissima... e che non tutte le buone idee si rivelano essere tali. Dopotutto, pensò in seguito, se in tutti quegli anni nessuna tartaruga aveva mai lasciato il guscio sul bagnasciuga, doveva pur esserci un motivo...
Intento a immaginare come potesse apparire una tartaruga senza guscio lanciata ''al galoppo'' su un'ipotetica, esotica spiaggia, BrightBlade non si accorse che il viandante nel frattempo era entrato finché questi non aprì bocca: quando ciò avvenne il Paladino trasecolò e, sgranchendosi la voce, chiese perdono per l'interruzione.
«Non preoccupatevi» disse il viandante, vagamente accigliato.
«Stavo dicendo... il mio maestro, Orowa-Dono, vi invia questa lettera. Egli spera che possiate aiutarci, dal momento che tutti i nostri strumenti si sono rivelati... inefficaci».
Detto ciò, il messo estrasse da una delle sue lunghe maniche un plico ripiegato, realizzato con la strana e pregiata carta tipica del Katai e bollato da numerosi sigilli di ceralacca, e lo porse al Sommo.
Lo Re prese la lettera e, rotti i sigilli, iniziò a leggere. Nel frattempo, il messo si era messo a osservare il Paladino e, probabilmente per non sprecare senza far nulla il tempo necessario al Sommo per la lettura, si mise a spiegare la situazione anche all'atlantideo.
«Dovete sapere – iniziò a dire – che nella nostra terra sorgono numerosi santuari, molti dei quali contengono antiche reliquie del nostro passato. In particolare, sono molto venerati i quattro Templi delle Stagioni, dove sono conservate le quattro Bannin-Kama, che nella vostra lingua significa ''Falci dei Custodi''. Ogni Bannin-Kama è composta da una spada ricurva, o katana, e da una spada più corta, che noi chiamiamo wakizashi. La coppia delle due spade è anche nota come Daisho.
Secondo la leggenda, queste armi furono forgiate migliaia di anni fa, per sconfiggere l'entità che voi chiamate Tur. Come potrete immaginare, sono armi dotate di un potere spaventoso: e proprio per questo, furono realizzate quattro Bannin-Kama. Soltanto quando le quattro spade sono riunite si scatena tutto il loro potere; inoltre, singolarmente le quattro spade si bilanciano.
Come certamente saprete, non furono le Bannin-Kama a sconfiggere Tur: tuttavia esse erano state create, e si trattava di artefatti molto pericolosi se non custoditi appropriatamente.
Fu così che il mio popolo costruì quattro templi, disposti come i quattro punti cardinali. Ognuno dei templi prese in consegna uno dei Daisho e lo affidò a un Custode, o 'Bannin' nella nostra lingua, e proprio per questo i quattro artefatti sono chiamati Bannin-Kama, o anche Bannin-Daisho.
Come potete immaginare, circola ogni genere di storia sul conto di questi Bannin: si dice che siano immortali e che abbiano ereditato parte dei poteri del Daisho che custodiscono»
«... E sono sicuro che non si tratti di dicerie senza alcun fondamento, giusto?»
Il messo si aspettava almeno un'occhiata incredula: quando invece vide che il Paladino non dubitava delle sue parole, riprese a spiegare animatamente.
«Proprio così! Sapete, i Bannin vivono sigillati all'interno del loro Tempio e nessuno giunge mai al loro cospetto. Più di duecento anni fa, tuttavia, avvenne qualcosa di unico al Tempio dell'Autunno. Uno dei miei antenati era un monaco proprio in quel luogo, e la storia di quell'episodio è stata tramandata di padre in figlio fino a me.
Dovete sapere che il Tempio della Primavera fu attaccato da un orrendo kami infernale – suppongo voi li chiamiate demoni – il quale riuscì a penetrare fin dentro il 'sancta sanctorum' del Tempio. Nessuno sa esattamente cosa avvenne all'interno: sta di fatto che il demone non uscì mai dal Tempio. Qualche giorno dopo, inoltre, il Daisho della Primavera fu ritrovato fuori dal Tempio stesso.
Il mio progenitore, come vi dicevo, scampò alla distruzione provocata dal kami, anche se da allora perse completamente la vista. Molti anni dopo, raccontò di aver guardato dentro il sancta sanctorum: lo fece così tardi perché volgendo gli occhi nel luogo più sacro del Tempio aveva commesso un grave peccato; pare inoltre che fosse stato lui stesso a cavarsi gli occhi per questo motivo.
Quale che sia la verità, egli raccontò di avere visto un guerriero dotato di forza e velocità sovrumane affrontare il kami impugnando le due spade sacre: al culmine della battaglia pare che il kami e il guerriero si siano scontrati usando le loro tecniche più potenti, e che siano scomparsi entrambi in una sfavillante esplosione di energia. In seguito, come vi ho detto, la Bannin-Kama della Primavera fu ritrovata all'esterno del tempio: il Tatsujin fece prendere la spada e la affidò ad un altro monastero, che si trovava molte miglia più a sud.
Quella che vi ho raccontato è l'unica testimonianza delle azioni di un Bannin dall'era leggendaria: né prima né dopo qualcuno ha mai più visto un Custode, né gli altri tre Templi furono violati... almeno fino a poche settimane fa».
«Che cosa intendete?» disse BrightBlade.
«Circa venticinque giorni fa, il Tempio dell'Inverno e quello della Primavera sono stati completamente distrutti. Come vi ho detto, il Tempio dell'Autunno non era protetto da alcun Custode, essendo il suo Bannin scomparso nello scontro con il kami: sebbene fossero tutti altamente addestrati, i monaci di quel monastero sono dunque stati spazzati via. Conoscevo personalmente lo Shudoushi del monastero, e vi assicuro che era un guerriero saggio e capace. Piango ancora la sua morte...»
Dopo essere rimasto qualche istante in silenzio, il messo riprese il suo racconto:
«Questo, tuttavia, è nulla in confronto a quanto è avvenuto al Tempio dell'Inverno. Vi dirò soltanto che del monastero non resta nulla: il Tempio è stato letteralmente incenerito. I miei colleghi ritengono che ciò sia il risultato del potere del Bannin, ma io non sono d'accordo. Se è vero che i Custodi traggono potere dal Daisho che custodiscono, mi riesce difficile credere che il Custode dell'Inverno, il cui dominio è il freddo, abbia potuto bruciare un Tempio»
«Mi sembra un'obiezione ragionevole» mormorò BrightBlade.
«Lo penso anch'io. Inoltre, nessuna delle Bannin-Kama è stata più vista dal giorno dell'attacco. Se il Custode fosse riuscito a sconfiggere l'aggressore, avrebbe dovuto far ritrovare il suo Daisho accanto al Tempio, come già aveva fatto il Bannin del Tempio della Primavera».
«Siete sicuri che questo Custode non si sia allontanato dal Tempio, magari per portare al sicuro le due spade sacre?»
«E' quel che penso anch'io. Dopotutto, sappiamo che il custode del Tempio d'Inverno è un elfo – mentre i Bannin del Tempio d'Estate e d'Autunno sono rispettivamente un nano e un uomo, o almeno così dice la leggenda – e che egli è reputato essere il più potente dei quattro Bannin, ragion per cui mi riesce difficile credere che possa essere stato sconfitto».
BrightBlade annuì in silenzio, quindi chiese:
«E il Tempio della Primavera? Sapete qualcosa della Bannin-Kama che vi era custodita?»
Il messo scosse il capo.
«Anche in questo caso, non ci sono testimoni». Poi tacque, ma BrightBlade notò che stava per aggiungere qualcosa.
«Suppongo abbiate una vostra teoria anche in questo caso», disse allora, pungolando il suo interlocutore.
«Ehm... a dire il vero sì.
Vedete, il fatto è che in seguito non è stato attaccato nessuno degli altri due templi. Come vi ho spiegato, ogni Falce è un'arma piuttosto potente, ma è quando i quattro Daisho sono riuniti che il loro vero potere si scatena. Se io fossi riuscito a mettere le mani su due Falci, non vedo perché dovrei attendere e non cercare subito di ottenere le altre due... senza contare che disporrei già di ben due Daisho da usare in battaglia!».
«Sono d'accordo. Dunque, secondo voi il vostro misterioso assalitore ha fallito almeno una volta?»
«Esatto: almeno una volta. Ma se il mio intuito non mi tradisce – il messo aveva abbassato via via la voce, fin quasi a bisbigliare – ritengo di poter dire che ha fallito entrambe le volte».
BrightBlade si fece più vicino.
«E come mai pensate questo?» chiese, sussurrando a sua volta.
«Beh, il Tempio della Primavera è stato attaccato pochissimo tempo dopo quello dell'Inverno. Sembra che gli assalitori si siano letteralmente precipitati al secondo Tempio: perché? Certo, si potrebbe pensare che volessero conservare il più possibile il vantaggio dell'effetto sorpresa... ma perché non attaccare allora il Tempio d'Autunno, che è molto più vicino al Tempio dell'Inverno di quanto non lo sia il Tempio della Primavera? Come vi ho detto, questo non si trova più dov'era un tempo, ma si è spostato più a sud, di circa sessanta miglia.
Soltanto una ragione può averli spinti a muoversi ad oriente piuttosto che ad occidente e a fare tutta quella strada in più: e cioè il sospetto che il Bannin dell'Inverno si sarebbe rifugiato nel Tempio della Primavera con il suo Daisho. Fate attenzione, queste sono solo mie supposizioni! Non ho nessuna prova a riguardo... ma non riesco a immaginare altra spiegazione al loro comportamento.
Insomma: secondo me hanno attaccato il Tempio dell'Inverno, ma hanno fallito. Pensando per qualche ragione che il Bannin, visto distrutto il suo Tempio, si sarebbe rifugiato al Tempio della Primavera, si sono precipitati alla volta di quest'ultimo, dove non solo non hanno trovato il Daisho dell'Inverno, ma neppure quello della Primavera (e sul perché di quest'ultimo fatto, non ho proprio idee). Il doppio fallimento li ha costretti a fermarsi: se tutto è andato come ho appena detto, ora ignorano la posizione di ben due delle quattro Falci, mentre nei Tempi restanti la sorveglianza è stata naturalmente triplicata, una volta che la notizia si è sparsa».
BrightBlade sorrise.
«Speriamo sia come dite voi, messere. Mi sembra una ricostruzione abbastanza plausibile: sarebbe interessante capire, però, perché il Custode dell'Inverno abbia scelto il Tempio della Primavera piuttosto che quello dell'Autunno, che come dite voi era più vicino... e dove il Bannin avrebbe potuto anche contare sull'aiuto di un suo collega!
Può darsi invece che i vostri nemici abbiano scelto l'altro Tempio proprio per non trovarsi ad affrontare contemporaneamente due Custodi, giusto?».
Il messo si carezzò il mento, sgranando leggermente gli occhi e mormorando:
«Non ci avevo pensato... Non si hanno notizie che il Bannin dell'Inverno sia giunto al Tempio dell'Autunno, è vero, ma chissà di quali poteri dispongono questi Cust...».
«Bene, se voi due avete finito di cospirare...»
Il Sommo Ostri aveva concluso da tempo la lettura della lettera, e si era divertito ad ascoltare le elucubrazioni dei due fino a quel momento.
«Da quanto ho letto – proseguì il Sommo – la situazione sembra preoccupante... giusto Bright?»
«In effetti...» disse il Paladino grattandosi il capo, consapevole che il Sommo stava citando una delle espressioni più tipiche dell'atlantideo.
Ostri rimase in silenzio qualche secondo, carezzandosi la folta barba mentre decideva il da farsi.
Ad un tratto, sembrò aver raggiunto una conclusione.
«Benissimo. Messere, tornate pure dal vostro Tatsujin e ditegli che invierò quanto prima degli aiuti».
Il messo sfoderò il miglior sorriso di cui disponeva.
«Intendete dire che ci manderete uno dei vostri Aspiranti Vassalli?» chiese, speranzoso.
«Non esattamente...» disse il Sommo, sorridendo a sua volta mentre puntava lo sguardo sul Paladino di Atlantide.
Quest'ultimo spostò i suoi occhi dal Sommo al messo, quindi di nuovo al Sovrano. Dopodiché, trasse un sospiro.
«Vado a preparare le mie cose...»
L'atlantideo era quasi arrivato all'uscio, quando lo Re lo richiamò.
«Bright... naturalmente non andrete da solo. Voglio che portiate con voi Albins o ThunderBlade: sono entrambi originari del luogo, uno dei due potrebbe farvi comodo».
Il Gran Maestro annuì e fece per uscire, quindi ci ripensò.
«Per voi va bene se porto con me anche qualcun altro? Sapete, conosco due o tre Aspiranti che non vedono l'ora di fare esperienza... Per esempio Drago o Claudium, per non parlare del mio allievo Eruner...»
«Proprio ciò che avevo in mente» concluse il Sommo, salutando quindi con un cenno della mano il Paladino mentre questi usciva.
Durante l'ultimo scambio di battute, il messo era rimasto in silenzio. Una volta uscito BrightBlade, si avvicinò al Sommo.
«Perdonatemi, Maestà... quello era un vostro Aspirante?» chiese, ammiccando verso la porta da cui il Paladino di Atlantide era appena andato via.
«Quello? – disse il Sommo, divertito – No, non proprio...
Ascoltatemi: ora tornate al vostro paese e rassicurate Orowa-Dono: entro pochi giorni dal vostro arrivo, riceverete visite da parte nostra...».
I due discussero ancora per qualche minuto, definendo i dettagli, quindi il messo prese congedo e fece ritorno alle proprie stanze.
Uscendo, attraversò un lungo corridoio, le cui pareti erano completamente ricoperte da scudi dipinti. Si trattava degli stemmi di tutti i Vassalli della storia del Regno, ma fu uno in particolare ad attrarre l'attenzione del messo: era uno scudo diviso in quarti bianchi e azzurri, separati da una croce azzurra e d'oro sulla quale campeggiava l'emblema del Regno; i quarti bianchi erano a loro volta occupati da due piccole croci d'oro. Ma non era lo stemma in sé ad aver colpito il messo, bensì il nome riportato più in basso: ''BrightBlade, Paladino di Atlantide''.



Il giovane paladino, abbigliato negli strani abiti del Katai acquistati durante il suo ultimo viaggio, che lo aveva condotto anche in quei luoghi, stava lentamente passeggiando nei pressi della sala d'accesso al castello del Sommo, osservando i viandanti che andavano e venivano e salutando con leggeri gesti del capo gli Aspiranti e i Vassalli che lo conoscevano. Ben pochi rispetto a quanti ricordava... Fortunatamente, molte nuove leve erano giunte a riempire i posti di coloro che se ne erano andati.
«Speriamo che possano reggere il confronto con il passato... Sarà un'ardua sfida, non li invidio affatto!», mormorò Eruner.
Improvvisamente, avvertì che l'aura del suo Maestro gli si avvicinava. Voltandosi verso di lui, lo osservò, sollevando l'unico occhio che gli era rimasto.
«Il Sommo ci aspetta, Eruner. Direi che non è il caso di farlo attenderlo troppo a lungo, non vi pare?»
Da quando l'elfo era tornato, sul viso del Gran Maestro campeggiava un imperituro sorriso. Forse, ora, sorrideva anche per l'allievo, che sembrava essere perennemente avvolto nella malinconia.
«Certo, Maestro, avete ragione; andiamo pure».
Gli ultimi due paladini della scomparsa Atlantide si avviarono verso la Sala del Duplice Trono, il Vassallo davanti, a indicare la via, l'Aspirante poco più indietro, il passo leggero, quasi impercettibile, pensieroso su cosa lo aspettasse e sull'imminente incontro, dopo molto tempo, con il suo Re. Una volta entrati, Ostri li salutò calorosamente, fermandosi di colpo a guardare l'atroce cicatrice che solcava il volto dell'elfo, un tempo perfetto, prima di dirgli, quasi sofferente:
«Amico mio, cosa vi è successo?»
L'Aspirante, con un sorriso amaro, rispose:
«Nulla, mio Sommo, ma la battaglia per la Luce richiede sempre dei sacrifici... I miei sono stati un occhio e la mia spada, Drath'Kahn».
Il Vassallo annuì alle parole dell'allievo, ponderando, silenzioso e imperscrutabile come è solito fare, le sue parole. Il Sommo guardò l'Aspirante, sondandolo. Eruner sapeva che Ostri avrebbe desiderato sapere di più sull'accaduto, ma non volle proseguire il discorso. Le ferite dell'anima erano ancora troppo recenti perché il giovane paladino potesse sopportarne il peso... Ostri quindi decise di passare oltre, rimandando al momento in cui il Paladino fosse stato pronto ad aprirgli il suo cuore lacerato. Voltandosi, mosse qualche passo verso il trono.
«Il vostro Maestro, nonché mio vecchio amico, mi ha messo al corrente della vostra volontà di ricercare un'arma che possa divenire la base di partenza per la vostra nuova compagna. Sebbene conosca e comprenda l'importanza che le Lame hanno per i paladini di Atlantide, quella che vi accingete a intraprendere non è un'impresa non da poco, spero ve ne rendiate conto...»
L'elfo paladino osservò il suo sovrano con intensità, poi BrightBlade, che annuì, quindi riportò lo sguardo sul monarca e rispose:
«Ne sono al corrente, mio signore. Intendo però ugualmente tentare la cerca, se me lo permetterete».
Il Sommo Paladino si voltò e sorrise verso l'Aspirante, compiaciuto della sua risposta.
«Vedo che le vostre ferite non hanno intaccato il vostro coraggio! Bene!
Ho la missione adatta a questo scopo. Pochi giorni fa, come BrightBlade sa, è giunto al Regno un dispaccio urgente dal Tatsujin del Katai recante il suo sigillo personale, identificante solo i documenti della massima importanza e strettamente rivolti a noi Sommi. In esso, veniva richiesto l'aiuto del Regno per porre termine a eventi che altrimenti potrebbero condurre a una catastrofe inimmaginabile, tale da mettere in pericolo non il solo Continente Orientale, bensì l'intero Mondo come noi lo conosciamo»
Il Vassallo e l'Aspirante voltarono all'unisono il capo, prima l'uno verso l'altro, quindi nuovamente verso Ostri. Eruner, approfittando del momento di silenzio offertogli dal Sommo, prese la parola.
«Mio signore, se la questione è di tale rilevanza, non sarebbe forse meglio affidarla a uno dei Vassalli? La mia ricerca di una Lama, sebbene ciò mi addolori, può attendere: non vale un prezzo tanto alto!»
Il Sommo sorrise nuovamente verso l'elfo.
«Eruner, è proprio questa vostra umiltà a rendermi ancora più fiducioso della mia scelta! I particolari sarebbe meglio se ve li rendesse noti il Tatsujin stesso, essendo lui la persona che li conosce meglio, quindi io vi dirò solamente la data dell'incontro, che avverrà fra due mesi a partire da domani. Il messo del Tatsujin vi precederà di qualche giorno, ed avrà già informato il Tatsujin del vostro imminente arrivo. Ben sapendo l'imminenza di tale evento, inoltre, ho già provveduto a far preparare tutto l'occorrente al vostro viaggio: prenderete una nave, già fornita delle provviste necessarie alla traversata, e farete rotta su Niwa. Da lì, una volta sbarcati, raggiungerete via terra la capitale, Katai, nella quale vi attende il Tatsujin con tutte le informazioni che vi servono. O almeno, quelle a lui note! Nel frattempo, comunque, BrightBlade potrà spiegarvi qualcosa».
Quindi, il sovrano si interruppe, voltandosi verso una zona leggermente in ombra dell'enorme sala.
«Drago, vi prego, venite avanti...»
Un soldato della Guardia Reale, in livrea blu e oro, si avvicinò al palco dove si trovava il monarca. Prima di quel momento i due Paladini non l'avevano notato, nonostante i sensi molto sviluppati, ma sapevano che nella sala del Duplice Trono era sempre presente la guardia di uno dei Sommi, quindi non si sorpresero più di tanto. La Guardia Reale si fermò, sull'attenti. Eruner notò sul petto lo stemma degli Aspiranti.
«Mio signore, sono pronto e ai vostri ordini».
Ostri si voltò nuovamente verso Eruner.
«Costui è Drago, membro della Guardia Reale e, come voi, Aspirante Vassallo. Vi accompagnerà, sia per aiutarvi, sia per dare alla vostra missione un valore di forte vicinanza dei Sommi nei confronti di un alleato, nonché vecchio amico, in gravissima difficoltà»
Il soldato, dopo aver salutato il Gran Maestro dei Paladini, si avvicinò all'elfo e ne strinse con forza la mano.
«Sarà un onore per me accompagnarvi, Sir Eruner; l'intero Regno ha avvertito la vostra mancanza!»
«No, sarà mio l'onore di viaggiare al vostro fianco! Inoltre, basta solo Eruner, non vi sono superiore ne in grado, ne in null'altro».
«Oltre a lui – proseguì il sovrano – Verrà con voi anche Albins, che voi, Eruner, non conoscete ancora, ma che è originario del Katai e potrà aiutarvi molto per orizzontarvi e muovervi facilmente per quelle terre, sebbene, da ciò che vedo, anche voi siete già stato in quei luoghi. Lo incontrerete alla Taverna del Viandante, è già stato avvisato ed è pronto a partire non appena lo sarete voi».
Eruner sorrise per la seconda volta da quando era tornato. Il Sommo era sicuro che avrebbe accettato, tanto da aver preparato ogni cosa nei minimi particolari.
«So che per la prima parte del viaggio BrightBlade vi accompagnerà: immagino che trarrete tutti grande beneficio dalla sua esperienza»
«Siete troppo generoso con questo umile atlantideo, mio signore...»
«Suvvia, Bright, non siate modesto! Conosciamo tutti la vostra maestria e le vostre conoscenze, Eruner più di ogni altro! Bene, amici miei, la vostra cerca inizia da ora! Buona fortuna, emissari del Drago Blu, che la Luce vi accompagni e prevalga sempre!».
I tre, prima di voltarsi per uscire dalla Sala del Duplice Trono, esclamarono all'unisono: «Holux, Sommo Ostri! Che la Luce prevalga!».
L'udienza era appena terminata. L'avventura, al contrario, non era che iniziata.


**********



NdBright: ho aggiunto la seconda parte della mia introduzione e rimesso a seguire l'intervento di Eruner, subito dopo il mio stemma (già che c'ero, l'ho anche corretto secondo i canoni del team di correzione) e ho anche corretto qua e là qualcosa.
A questo punto, direi che ogni partecipante dovrebbe scrivere un breve post dove descrive la sua preparazione alla partenza (tutto ciò serve solo a confermare i partecipanti [SM=x92702]) e quindi si può partire.
Ultima cosa: entro breve, si unirà a noi anche Claudium (a meno che qualcuno non abbia qualcosa in contrario): deciderà lui a che punto della storia comparire (ci stiamo tenendo in contatto via FFZ).
Buona lettura a tutti!
[Modificato da BrightBlade 22/09/2008 17:19]
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