Giunti quasi alla base della collina, gli Aspiranti gettarono un'occhiata alla cima del rilievo.
<<Quell'altura ha una pendenza davvero troppo ripida; i nostri cavalli sono già esausti e temo che si stancherebbero troppo a portarci fino in cima>> commentò Yoshiro.
<<Che facciamo allora? Li lasciamo qua?>> domandò Drago.
<<Penso di avere io la soluzione, mettetevi tutti in colonna dietro di me per favore>> disse Claudium, mentre i compagni eseguivano incuriositi il suo ordine. Il Paladino allungò la mano di fronte a sè e subito comparve una serie di piattaforme di Luce color argento.
<<Seguitemi!>>
Utilizzando le piattaforme come gradini, Claudium fece avanzare il suo destriero verso la cima, seguito a ruota dai compagni. Che i cavalli non si sforzassero non lo si poteva dire, ma sicuramente apprezzavano più la pendenza dell’altura rispetto a quella del rilievo.
Il gruppo, in breve, raggiunse così l'entrata del castello.
La visione della fortezza era magnifica e terribile allo stesso tempo: un'immensa costruzione di pietra pesantemente squadrata, costituita da più strutture arroccate l'una accanto all'altra, si gettava di prepotenza sullo spettatore, come un immenso guerriero in armatura che si gettava di fronte all'avversario a spada sguainata. A rendere ancora più suggestiva tale visione, decine di bandiere ed arazzi raffiguranti la Malvarosa, il fiore simbolo dello shogunato, sventolavano in tutta la fortezza, quasi come se fossero gli ornamenti dell'armatura di un importante samurai. La cosa che colpiva di più però era il numero degli uomini posti sulle mura: Eruner ed i compagni erano convinti che non fossero poi molti i samurai al seguito di Senmeina, eppure ogni parte della fortezza pullulava di soldati perfettamente equipaggiati e pronti a dar battaglia. Insomma, il messaggio che quella fortezza trasmetteva era uno solo: “Per te, nemico, io sono inespugnabile".
Finito di contemplare quella ossimorica visione, il gruppo si mosse intimorito sotto il tiro degli arcieri nemici; per dimostrare la loro neutralità la compagnia alzò in alto le braccia allontanandole dalle armi; le porte della fortezza di aprirono quel tanto che bastava perchè una piccola ambasceria potesse uscire all'esterno.
<<Presentatevi, stranieri!>> intimò il samurai a capo del gruppo che aveva raggiunto gli Aspiranti.
<<Il mio nome è Eruner, Paladino del Regno di Blue Dragon. Quello che avete di fronte è un distaccamento di Aspiranti Vassalli inviati dal Sommo Re Blue Dragon; la nostra missione è quella di fornire aiuto ai popoli del Continente Orientale contro le oscure forze che mirano ad impadronirsi della 4 Bannin-Kama>>.
<<Non dubito delle vostre parole, Paladino, tuttavia sono molte le spie che in questi giorni hanno tentato di introdursi nello Hyouga Ganseki spacciandosi per Aspiranti di Blue Dragon. Necessitiamo quindi di qualche prova a conferma di ciò che dite>>.
<<Lo immaginavamo. Spero quindi che la presenza, insieme a noi, di 2 delle Bannin-Kama con annessi i loro custodi siano sufficienti...>> rispose Eruner indicando col dito i due uomini in fondo alla fila <<...se poi questo non bastasse per dimostrare la nostra buona fede e la nostra estraneità ai complotti del clan Sawamura, vostro nemico, ecco qui le due leggendarie katana appartenute al Ninja BlackShadow, il quale, insieme ai suoi ninja, ha avuto l'impudenza di tenderci un'imboscata mentre cercavamo di raggiungervi>> nel dire ciò Eruner estrasse le due armi e dopo averle mostrate al suo interlocutore le alzò in alto affinchè tutti gli abitanti del castello potessero vederle.
Il samurai strabuzzò gli occhi ed afferrò le armi per constatarne l'autenticità. Dopodichè, mentre il suo viso assumeva tutte le tonalità di rosso possibili, restituì le katana all'Aspirante.
<<M-molto bene. Chiedo scusa per la mia malevolenza. Benvenuti all Hyouga Ganseki, Aspiranti di Blue Dragon!>> esclamò imbarazzato il guerriero mentre lui e le sue truppe accompagnavano il gruppo dentro alla fortezza, quasi come se d'improvviso gli Aspiranti fossero diventati così importanti da far sentire il distaccamento in dovere di doverli proteggere da qualche misterioso e immediato pericolo.
Lo spettacolo che attendeva il gruppo all'interno del castello non era dei più edificanti; se dall'esterno i samurai - molto abilmente occorre dire - avevano assunto ogni precauzione affinchè le mura della fortezza apparissero come un ostacolo insormontabile per qualsiasi aggressore, non altrettanto si poteva dire per i locali interni, sudici, decadenti, pieni di guerrieri feriti e per lo più deserti.
<<Per quale motivo avete così tanti feriti tra le vostre fila?>> domandò Albins ad un soldato vicino.
<<Nelle ultime settimane abbiamo ricevuto numerosi attacchi da truppe nemiche e nonostante il terreno a noi favorevole e il grande genio militare del nostro comandante Senmeina, le perdite sono state numerose. Tuttavia, fedeli agli insegnamenti del Sūnzǐ Bīngfǎ, riusciamo a resistere disincentivando gli attacchi de nemici, i quali credono di dover costantemente far fronte ad un nemico numeroso e invincibile>>.
Molto astuto Senmeina... pensò il Ninja.
Improvvisamente, un uomo circondato da diverse guardie scese giù da una delle scalinate che portavano ai torrioni e si arrestò di fronte agli Aspiranti.
Claudium, felice di rivedere il volto del compagno, si avvicinò all'uomo:
<<BrightBlade, qual buon vento. Non pensavo che voi e Jekyll riusciste a raggiungerci così in fretta>>.
Il guerriero guardò il Paladino come se non capisse assolutamente di cosa stesse parlando. Claudium rimase un po' perplesso, poi si mise ad osservare meglio l'uomo. L'aspetto ed il volto erano quelli di BrightBlade ma il guerriero di fronte a lui vestiva con un'adamantina armatura da samurai color rosso scarlatto, veste completamente diversa da quella del suo Gran Maestro.
<<Claudium... non penso che quello sia BrightBlade...>> commentò piano Drago.
<<Piacere di conoscervi Guerrieri di Blue Dragon. Il mio nome è Tachi Senmeina e sono colui che nel vostro regno verrebbe definito come il "Gran Maestro" della casta dei samurai del Katai.
Voi, dall'armatura cerulea! Vi ho appena udito nominare il Paladino BrightBlade, se non erro. Comprendo allora il vostro errore; il vostro compagno a quanto pare non vi ha spiegato che il nostro è una caso di sosia>>.
Claudium, visibilmente imbarazzato, cercò di scusarsi con il samurai mentre pensava:
Ecco perchè BrightBlade aveva quello strano sorrisetto quando ci ha chiesto di salutare Senmeina da parte sua.
Dopo i vari convenevoli Senmeina assegnò a suoi ospiti quelle che un po' impropriamente si potrebbero definire come "stanze", affinchè gli Aspiranti potessero riposarsi dopo il viaggio. Infine, gli invitò quella sera stessa al Consiglio di guerra tenuto da lui e dai suoi Generali per potersi aggiornare reciprocamente con le informazioni in loro possesso e decidere assieme i piani futuri.