Vota | Stampa | Notifica email    
Autore

Le Falci dei Custodi

Ultimo Aggiornamento: 13/03/2013 13:09
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Gran Maestro
21/09/2009 23:13
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Le informazioni che avevano raccolto durante la festa erano bene o male tutte confluenti sullo stesso filo conduttore.
Il clan Sawamura da una parte ed i nobili Samurai di Senmeina dall'altra...poi il complotto,ordito da forze oscure...Ankoku compromesso...un turbinio di pensieri affollava la mente della Guardia Reale che non riusciva a spiegarsi come dei ninja simili al suo amico Aspirante sarebbero potuti cadere così in basso nè quali sotterfugi e pericoli attendessero i Samurai,di certo non dubitava della loro forza,ma sentiva qualcosa di strano nel suo cuore.
La notte era buia ed alcune nubi avevano quasi accerchiato la luna splendete nel cielo notturno.
Guardando il cielo dalla sua camera pensò credo proprio che siamo attorniati da nemici che tramano nell'ombra alle nostre spalle e non solo...
Ripensando poi a quanto detto prima con Brightblade riguardo al Cristallo Nero ed ai Templi su cui indagare e far luce,il sonno riparatore non tardò a venire.
L'alba si apprestava a sorgere,quando improvvisamente un'ombra vestita di nero e con una fascia rossa al braccio,segno distintivo,apparve come dal nulla nella camera di Drago.
Aveva un'arco fra le mani ed una freccia piumata pronta a librarsi tra le spoglie carni dell'Aspirante inerme ed inconsapevole.
Mh...mh...sarà facile eliminarli ad uno ad uno pensò l'ombra.
Forse quel mattino non sarebbe iniziato di buon auspicio,anzi tutto faceva pensare ad una pessima conclusione.

OT-Spero di non aver esagerato.Se non va bene il mio post BrightBlade,dite una sola parola e lo cancellerò senza indugio alcuno-OT
23/09/2009 11:44
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Di quando si dice un buongiorno
Alba... Per quanto tempo l'astro dell'aurora è stato sinonimo di un'altra lotta per la vita. Amici miei, io sono comodamente intento a sognare mentre voi state cercando il pozzo che vi permetterà di esistere un giorno ancora. Spero solo che riusciate... Vorrei tanto aiut...

Una distorsione, quasi una leggera piega della realtà, praticamente impercettibile, fatta in modo da dubitare di averla realmente avvertita. Eppure l'elfo aveva sentito qualcosa, non avrebbe saputo spiegarla con esattezza, ma quel minimo movimento, quell'effimera torsione, lo fece scattare come un cobra. Eruner si trovava appollaiato su uno dei tanti tetti del castello in stile orientale, intento come suo solito a eseguire lo strano rito che ogni giorno lo portava a contemplare l'alba dal punto più alto della zona in cui si trovava, ma improvvisamente era in piedi, l'occhio sano fisso su un punto indefinito, mentre tentava di capire cosa lo avesse improvvisamente disturbato. Era vicino a Drago, ora lo capiva. Troppo vicino... Nel momento stesso in cui pensava questo, i muscoli si contrassero da soli e lui si trovò a correre verso la finestra del compagno e fra tegole di varia forma che venivano divelte al suo passaggio, irruppe senza troppe cerimonie nella camera dell'Aspirante, giusto in tempo per veder dissolvere l'ombra nera con un'espressione sorpresa.

Dannazione! Altra fuga. Inizio seriamente a detestare questa storia dell'aura antidivinazione...

Nel frattempo, Drago si era svegliato a causa dell'enorme rumore mattutino e guardava con occhi sonnolenti e discretamente dubbiosi l'elfo che aveva deciso di fare le veci delle allodole.
Girandosi verso la Guardia Reale, il Paladino lo guardò con aria distaccata e disse, con voce vagamente sarcastica:

- Avete il sonno pesante, umano. Pensare che il buongiorno si vede dal mattino, eh?
[Modificato da Eruner 23/09/2009 11:45]
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Gran Maestro
26/09/2009 09:51
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Drago ancora frastornato per esser stato destato di colpo rotolò di lato e cadde dal letto, battè la testa in terra.
<< Ahi…come?Cosa?Eruner?Potreste spiegarmi per quale motivo sono stato svegliato in questo modo,credo che ci sia una spiegazione plausibile… >> detto questo la Guardia Reale attese una risposta massaggiandosi il capo.
Il Paladino senza molti convenevoli pronunziò duramente:
<< Se fossi in voi terrei un occhio aperto la prossima volta…mentre dormivate placidamente un’ombra simile a quella che ha attaccato la nostra nave era precisamente qui,pronta per trucidarvi…>>
Drago era visibilmente sconcertato,non pensava che il Clan Sawamura si fosse spinto fino a questo punto,persino nel castello dello Shogun…indi dopo un po’rispose:
<< Purtroppo mi hanno colto alla sprovvista…sono mortificato,non credevo che si sarebbero spinti persino qui…ma se sono arrivati sin qui con l’arte della divinazione,potrebbero perfino eliminare lo Shogun stesso? >>
L’elfo sembrava come assolto nei propri pensieri,solo dopo un po’si decise a rispondere in un tono alquanto rude.
<< Non posso saperlo con certezza, ma se son riusciti in questo potrebbero arrivare ovunque, indi credo che perfino lo Shogun non sia al sicuro…ma voi d’ora in poi state più attento, non ho una gran voglia di farvi da balia per il resto del viaggio >> disse Eruner concludendo bruscamente il discorso. E così l’elfo si dileguò e ritornò ad osservare l’alba veloce come il vento. Intanto la Guardia Reale infastidito dalla sua poca attenzione, in effetti Eruner aveva pienamente ragione ed era proprio questo che gli faceva ribollire il sangue nelle vene, preferì non continuare a dormire, ma piuttosto iniziare a prepararsi per il viaggio che avrebbero dovuto intraprendere di lì a poco.

OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Maestro
28/09/2009 17:48
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

In quel mentre, alle pendici dei monti Ishidan...

«La spada del generale è una spada che fugge. La spada del generale è una spada che fugge...».
Tachi Senmeina ripeteva quella frase da ore, come un mantra, ma invano. In tutta la sua vita, Senmeina non aveva mai dubitato della saggezza dei detti di Suntsu, che tante volte lo avevano condotto alla vittoria: tuttavia, in quel frangente non riusciva a reprimere del tutto il desiderio di girare il destriero e passare a fil di spada ogni ninja da lì a Katai.
«La spada del generale è una spada che fugge...» disse ancora una volta, per convincersi.
Dietro di lui, la colonna di cavalieri si snodava per oltre un chilometro, come la coda di un serpente variopinto. Più di tremilacinquecento Samurai, appartenenti a oltre centoventi clan da tutto il Katai, lo avevano seguito quando aveva deciso di abbandonare la capitale e molti altri si erano uniti lungo il cammino. Si era ormai in autunno inoltrato e l'aria era tersa e fredda. Il gelido vento del nordovest spazzava l'altopiano, scompigliando l'erba alta che lo copriva come un tappeto e scuotendo i rami dei pochi alberi che punteggiavano il paesaggio. Ad un bravo pittore sarebbero bastati pochissimi colori per raffigurare la pianura: verde smeraldo, azzurro turchese, grigio e bianco per le nuvole che striavano il cielo. Su quello sfondo, la colonna di Samurai in marcia verso le montagne risaltava come una lanterna in una notte senza luna. I leggendari bushi cavalcavano in completo assetto da guerra, molti indossando persino l'elmo da battaglia. Avevano armature rosse, brunite, gialle, verdi, persino azzurre; corna dorate e maschere sfavillanti adornavano gli elmi da battaglia. Quasi tutti i Samurai erano armati di katana e wakizashi, riposte in foderi smaltati legati alla vita, e portavano seco l'immancabile arco – che, al contrario di quanto pensino in molti, è l'arma distintiva del Samurai.
Mentre osservava i suoi compagni d'armi, Tachi Senmeina si commosse: ognuno di quei guerrieri avrebbe preferito darsi la morte a Katai piuttosto che abbandonare lo Shogun, eppure essi avevano compreso che l'unico modo per servire il loro signore, in quel momento, era continuare a vivere.
«La spada del generale è una spada che fugge».
Senmeina riconobbe che, ancora una volta, Suntsu aveva ragione. Naturalmente, il detto si riferiva al fatto che un esercito non può vincere se perde il suo generale, e dunque questi deve comportarsi di conseguenza, ad esempio evitando di gettarsi nella mischia a ogni occasione. Tuttavia, come sempre le parole del leggendario stratega si applicavano a un gran numero di circostanze, come quella in cui si trovava Senmeina. Assieme ai Samurai al suo seguito, egli era l'unica garanzia di vita per lo Shogun: se fosse morto, Hidetada – o chiunque ne tenesse le redini – avrebbe avuto strada libera per il trono. Paradossalmente, proprio allontanarsi dallo Shogun era l'unico modo per proteggerlo: neppure un folle avrebbe osato attentare alla vita di Ieyasu, sapendo che un intero esercito di Samurai era pronto a scendere sulla capitale in qualunque momento!
Inoltre, allontanarsi da Katai significava anche allontanarsi dalle grinfie dei Sawamura. Se il loro potere era indubbiamente grande in città, al di fuori di essa i ninja potevano contare su molti meno alleati. Tachi non aveva scelto a caso la sua destinazione: il grande castello di Hyouga Ganseki, sulle pendici dei monti Ishidan, apparteneva da oltre sei generazioni al clan Takeshi, che fra tutti era senza ombra di dubbio il più avverso ai Sawamura.
Mentre pensava, si accorse che un Samurai si era staccato dalla colonna e cavalcava nella sua direzione. Quando il bushi si fu avvicinato, Tachi riconobbe in lui uno dei guerrieri di Takeshi, inviato dal castello per scortare Senmeina.
Giunto accanto a Tachi, il bushi si inchinò con rispetto, quindi disse:
«Perdonatemi, Senmeina-dono. Siamo seguiti»
Il capo dei Samurai aggrottò le ciglia:
«Sono i Sawamura?»
«Non credo, mio signore. Si tratta di un uomo solo; inoltre, non sembra così preoccupato di nascondersi alla nostra vista. Si direbbe piuttosto che sia interessato ai nostri spostamenti... Guardate!»
Il bushi indicò verso i monti Ishidan. Tachi alzò lo sguardo, ma non vide nessuno. Stava per chiedere spiegazioni al bushi, quando i suoi occhi colsero qualcosa. Un uomo stava in piedi su una formazione rocciosa sovrastante la valle. Era avvolto da un grande mantello bianco, ragion per cui il Samurai non l'aveva visto subito contro lo sfondo altrettanto pallido del cielo nuvoloso. Dal mantello, spuntavano inequivocabilmente le due spade tipiche di un Samurai.
Tachi fece un ampio gesto con la mano, come per salutare lo sconosciuto: ma questi, dopo averlo osservato per qualche secondo, sparì oltre il crinale.
«Devo inviare i miei bushi ad indagare?» chiese il Samurai di Takeshi. Il tono della voce tradiva la sua impazienza di brandire la spada. Evidentemente, pensò Tachi, è molto giovane.
«No... – disse infine – lasciatelo perdere. Se è una spia, ormai avrà contattato i suoi superiori, e poi la nostra destinazione non è un mistero. In verità, però, non credo che sia un agente dei Sawamura. Porta armi da Samurai e non ha paura di mostrarsi al nostro sguardo. Chissà cosa vuole...»
Dopo che il bushi si fu congedato con un rapido inchino, Senmeina scoccò un altro sguardo al crinale dietro cui era sparito lo sconosciuto. Per qualche ragione, aveva la sensazione che avrebbe rivisto quell'uomo... molto presto.
Infine, Tachi si volse a nord. Lo Hyouga Ganseki era proprio in fondo alla valle, appollaiato su una ripida collina. Contemplando le grandi mura di pietra e i tetti spioventi, Senmeina si sentì più sicuro. Ben presto avrebbe occupato i suoi bastioni e sciolto i vessilli con la Malva rosa al vento...
E poi? Senmeina aveva saputo dell'arrivo di emissari dal Regno di Blue Dragon, incaricati di occuparsi degli attacchi ai quattro Templi: forse, i seguaci del Sommo avrebbero smascherato il complotto contro Ieyasu, o forse si sarebbero limitati a svolgere il loro compito. Proprio mentre lui giungeva al castello, gli ambasciatori del Drago Blu erano probabilmente al cospetto di Hidetada...
Dopo aver meditato sulla questione, Senmeina decise che doveva incontrare quegli stranieri e informarli – sempre che non lo avessero scoperto da soli – del complotto. Katai e il Regno erano vincolati da promesse di pace e reciproco aiuto e quegli occidentali avevano dimostrato in molte occasioni di onorare la sacralità della parola data come un vero bushi.
Inoltre, Senmeina credeva di sapere dove sarebbero andati gli stranieri, una volta lasciata la capitale...
«Danjiki-san!»
Il Samurai fu da lui in un baleno.
«Recati immediatamente alla Jutaku-Tatsujin. Se non mi sbaglio, là troverai i seguaci del Drago Blu, altrimenti cercali. Quando li avrai raggiunti, riferisci loro questo messaggio: Tachi Senmeina li aspetta quanto prima allo Hyouga Ganseki e li prega di accorrere con la massima urgenza».
Non appena Tachi ebbe finito di parlare, il Samurai voltò il destriero e partì al galoppo.
Soddisfatto, Senmeina si affiancò alla colonna di bushi che risalivano lentamente la strada verso la fortezza.
Ora, non rimaneva che aspettare.
[Modificato da BrightBlade 28/09/2009 17:52]
28/09/2009 19:14
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Claudium non riuscì a chiudere occhio quella notte.
Le parole del funzionario con cui aveva dialogato alla festa lo avevano scosso non poco: l'uomo aveva infatti affermato che finchè lui ed i suoi compagni sarebbero rimasti a palazzo sarebbero rimasti in pericolo e perciò, anche se probabilmente i suoi avvertimenti erano esagerati, in quanto Claudium non pensava che Ankoku potesse essere talmente paranoico nei confronti della loro squadra da ordinare ai suoi ninja di trucidargli in una notte, il Paladino preferì comunque mettersi seduto a vigilare in un angolo, rimanendo sveglio ed armato di tutto punto.
Intanto che le ore trascorrevano, l'Aspirante decise poi di approfittare di quel tempo strappato al sonno per riordinare le idee dopo la stragrande quantità di informazioni raccolte in quei pochi giorni e, per farlo, Claudium passò in rassegna uno per uno i fatti accaduti dall'inizio della missione fino ad ora:

Tutto era iniziato quando una qualche forza misteriosa aveva iniziato ad agire in Katai per impossessarsi di 4 armi estremamente potenti: le Bannin-Kama, le Falci dei Custodi; questa forza si era messa in moto alcuni mesi addietro distruggendo due templi contenenti le lame, ma rimane ignoto se le due Bannin-Kama scomparse siano effettivamente cadute nelle mani di questi guerrieri ignoti.

Immediatamente, Orowa-dono ha chiesto aiuto al Sommo per indagare su questi attacchi e così lui, BrightBlade, Drago, Eruner, Albins e, successivamente, Jekyll sono stati inviati in Katai per risolvere il mistero.

Mentre loro viaggiavano via mare verso il Katai, la loro nave era stata sabotata dall'attacco di un ninja molto esperto, capace di usare una tecnica di proiezione spirituale estremamente insidiosa, e quel ninja apparteneva molto probabilmente al clan Sawamura.

L'accoglienza ricevuta dal grupppo a Katai, una volta arrivati, fu molto fredda e ciò era motivato dal fatto che era in corso un colpo di stato ad opera del primo ministro Ankoku il quale, utilizzando il figlio dello Shogun Hidetada come una marionetta ed aumentando la sua influenza sul clan Sawamura, intendeva destituire lo Shogun Ieyasu.

C'era stato poi un secondo attacco ai danni di Jekyll e BrightBlade, ma nonostante ciò Ankoku ed Hidetada persistevano nell'affermare che non potevano essere i Sawamura gli artefici di ciò, poichè fedeli allo Shogun.

Infine, durante il banchetto, un funzionario confessò a Claudium che alcune settimane prima, a seguito di un litigio con Ankoku ed un attentato da parte di ninja sconosciuti, Tachi Senmeina, la guida della casta dei Samurai, se ne era andata dalla capitale con i suoi guerrieri per trovare il colpevole degli attacchi e riportare lo Shogun al potere.

Claudium meditò sugli eventi e pensò che c'era qualcosa che non quadrava: quasi certamente i ninja autori degli attacchi ai templi, degli attacchi al loro gruppo e dell'attentato a Senmeina erano gli stessi; ma se questi ninja erano i Sawamura ed il clan era agli ordini di Ankoku, che senso avrebbe avuto per il primo ministro cercare di impadronirsi di armi che avrebbe potuto avere pacificamente utilizzando l'autorità di Hidetada?

A meno che...

Claudium ebbe una folgorazione: questa era solo un'ipotesi, ma calzava talmente a pennello che il Paladino pensò che ciò corrispondesse per forza alla verità: Ankoku non sapeva assolutamente niente degli attacchi, aveva solo sfruttato il disordine che avevano creato a Katai per sottrarre il potere a Ieyasu.

I dubbi che rimanevano erano quindi se i ninja autori degli attacchi fossero davvero i Sawamura e se questi fossero davvero fedeli allo Shogun o a Ankoku o se avessero iniziato ad agire per conto loro.

Claudium sperava che i giorni seguenti avrebbero potuto dare risposta a questi interrogativi.
[Modificato da Claudium 29/09/2009 17:25]
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Maestro
29/09/2009 15:26
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Chiuso nella stanza che lo Shogun aveva fatto mettere a sua disposizione, Jekyll meditava sugli avvenimenti degli ultimi giorni, mentre osservava il piccolo Haruvien ed Arynn che dormivano profondamente. Al pensiero dell'aggressione subita nel tunnel sotto il Gran Massiccio ed a Katai il sonno fuggì dai suoi occhi e sentì montare una profonda irritazione. Il Cavaliere del Nord decise che quella notte avrebbe vegliato sui fanciulli e si sedette sul pavimento, accanto alla porta, avvolto nell'ampio mantello bianco e blu, incrociò le braccia e chinò il capo sul petto. Eoden prese posto davanti a lui e chiuse, guardingo, gli occhi, il muso rivolto verso il padrone. Chiunque avesse osato spiare nella stanza del Paladino avrebbe visto un cavaliere assopito, seduto a terra, e due fanciulli dormire abbracciati, illuminati dai raggi della luna che entravano dalla grande finestra. Tra l'uomo armato ed i ragazzi un enorme lupo bianco addormentato.
La mente di Jekyll lavorava febbrilmente, cercando di mettere ordine tra tutte le notizie che aveva appreso da quando era partito per Vetoio, mentre il suo corpo riposava e ripristinava le sue riserve energetiche.
L'alba giunse rapida senza che accadesse nulla di particolare e Jekyll stava già per alzarsi, quando percepì un'aura scura dietro la porta della sua stanza.
Il Vassallo inarcò un sopracciglio sorridendo, mentre Eoden alzò di scatto il grosso testone bianco, emettendo un basso mugolìo.
Silenziosamente Jekyll si mise in piedi e si appoggiò cautamente alla parete. La maniglia della porta iniziò ad abbassarsi lentamente ed Eoden prese posto sull'altro lato della soglia, le orecchie dritte.
La porta si aprì poco, giusto una fessura dalla quale, con orrore, Jekyll vide sbucare un sottile tubicino di metallo argentato, puntato direttamente sui fanciulli che, ignari, continuavano a dormire profondamente.
Il Vassallo si mosse deciso ed afferò la cerbottana saldamente, dando un violento strattone per far cadere in avanti l'aggressore, mentre Eoden si lanciò sulla porta con un possente latrato.
Il Cavaliere del Nord fece appena in tempo a scorgere un braccio, coperto da una manica nera di seta, il cui pugno stringeva l'arma, ma non riuscì ad afferrare il nemico: non appena lui ed Eoden toccarono l'avversario, l'uomo si dissolse in una nuvola di polvere gialla.
<<Maledizione!>> imprecò sommessamente il Cavaliere del Nord, fissando Eoden che annusava perplesso intorno per cercare la sua preda che gli era letteralmente sfumata tra i denti.
<<Cosa è successo, cavaliere?>> la vocina di Haruvien riportò Jekyll alla realtà.
Il Paladino si voltò e rimase in silenzio ad osservare i volti ancora gonfi di sonno dei due fanciulli che, seduti sul letto, guardavano lui ed Eoden con espressione interrogativa.
<<Non preoccupatevi, ragazzi! Qualcuno è venuto a cercare guai...e li ha trovati!>> rispose, tentando di sorridere.
<<Cosa? Qui nel palazzo dello Shogun, alla luce del Sole, qualcuno è riuscito ad attentare alla vostra vita?>> chiese Aryyn, dando voce ai pensieri del Vassallo che, però, dovette trattenersi dal risponderle che non credeva di essere lui il vero bersaglio del sicario, ma loro.
<<Questo paese è pieno di gente che pensa secondo schemi molto diversi dai nostri, ragazzi! Qualcuno, forse, avrà pensato che queste circostanze fossero, in realtà, le più propizie per un simile gesto!>> commentò, distrattamente, il Vassallo, sporgendo la testa oltre la porta per esplorare il corridoio antistante.
<<Non tutto, però, è stato vano!>> mormorò Jekyll, osservando la cerbottana carica, che ancora stingeva in pugno.
Il Paladino chiuse la porta della camera e si avvicinò alla finestra per osservare meglio l'arma che era riuscito a prendere all'aggressore: era un sottile cilindro d'argento lungo circa una ventina di centimetri, finemente inciso e lavorato co simboli orientali; una delle estremità, quella destinata ad essere accostata alla bocca, era di oro zecchino, mentre a metà circa della lunghezza della cerbottana pendeva una nappa rossa fissata ad una treccia di seta nera.
<<Mmmhh...certamente un oggetto pregevole! Non credo che un uomo qualunque si possa permettere un'arma tanto raffinata...penso che Albins e BrightBlade la troveranno un oggetto interessante!>> borbottò il Vassallo, rigirandosi la cerbottana d'argento tra le mani.
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Paladino Lord
29/09/2009 17:53
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

I compagni si ritrovarono tutti come previsto nell’atrio del palazzo subito dopo l’alba, compresi i due bambini che proteggeva Jekyll. Arrivarono prima questi ultimi, poi Eruner, poi Claudium, e infine Drago.
Albins e BrightBlade stavano già li e parlavano quando arrivarono gli Aspiranti.
<< Buongiorno a tutti >> disse BrightBlade mentre ognuno ricambiò << Stamattina, o meglio poco fa è accaduto un fatto molto grave. Qualcuno ha cercato di attentare alla mia vita. Non ci è riuscito, perché a contatto con la mia aura l’ombra si è dissolta subito, ma questo non diminuisce la gravità della situazione. >>
BrughtBlade studiò i compagni notando che non erano molto sorpresi della cosa, infatti:
<< Io ho notato qualcosa di strano un paio di ore fa, ed ho percepito un’aura negativa avvicinarsi alla camera di Drago, così mi sono diretto verso di lei, e quando sono entrato nella stanza, c’era un ninja che stava per colpirlo, ma appena mi sono avvicinato è scomparso. Era identico a quello che ho visto sulla nave, quindi presuppongo sia dei Sawamura. >> disse subito Eruner.
Anche Jekyll narrò la sua esperienza e mostrò ai compagni una cerbottana argentata che era riuscito a strappare all’aggressore, appoggiando la tesi di Eruner, cioè che ci fossero i Sawamura dietro tutto questo.
Albins però non sembrava eccessivamente convinto e BrightBlade se ne accorse subito.
<< C’è qualcosa che non va Albins? >>
<< Mah, indubbiamente questi attentati sono reali, ma c’è qualcosa che non mi convince. Questa tecnica è troppo potente perché un qualsiasi ninja la usi come se niente fosse, nemmeno io riesco a padroneggiarla perfettamente, e non sempre mi riesce. Infatti ci vuole una concentrazione altissima, e per quanto siano potenti, non tutti tra i Sawamura possono usarla, anzi direi che i membri che padroneggiano questa tecnica si contano sulle dita di una mano. >>
<< Come fate a sapere tutto questo sui Sawamura? >> gli chiese Eruner.
<< Lo so perché un tempo, dopo la morte dei miei genitori, il loro capofamiglia chiese allo Shogun di adottarmi per rendermi ninja, ma lo Shogun rifiutò dicendo che il mio destino era già scritto, ed era di prendere il posto dei miei genitori come ninja Elitè, una ristretta casta che era la sua guardia personale. Tutto un altro allenamento. Tuttavia lo Shogun mi mise al corrente di quella decisione e mi diede possibilità di scelta, volendo sarei potuto entrare nei Sawamura, che tra l’altro era una cosa unica, perché solo pochi hanno avuto questo privilegio in quanto nessuna famiglia intende rivelare i propri segreti a stranieri.
Ovviamente era ancora più raro e importante essere scelti per far parte della guardia dello Shogun.
Perciò alla fine scelti questa ultima opzione. >>
<< Capisco, ma ritornando a noi, se non credete siano i Sawamura ad attaccarci, chi sarebbero quei ninja? >> gli chiese Drago
<< Calma, io non ho detto che non sono stati loro, ho solo detto che è strano che abbiano attentato alla vostra vita quasi contemporaneamente e sicuramente a distanza uno dall’altro. Si perché le aure delle loro copie non possono interferire, e quindi devono agire a distanza l’uno dagli altri, e credetemi, nessuno che conosco è capace di fare due copie. >>
<< Allora a cosa pensate? >> Stavolta fu Claudium a parlare.
<< Sinceramente sono due le ipotesi che mi sono fatto. La prima è che ci sia qualcuno alle loro spalle, un qualcuno veramente potente, che dirige i Sawamura e che amplia le loro conoscenze, i cui scopi mi sono ignoti. La seconda è che i Sawamura in realtà potrebbero anche non c’entrare nulla con tutto ciò, e una qualche organizzazione “x” sta sfruttando l’immagine dei Sawamura per i propri scopi, copiandone tecniche e immagini.
Lo so, è un’ipotesi azzardata e difficile da credere, ma penso possa paradossalmente anche essere quella più plausibile. Se ci pensate bene, lo scopo dei Ninja è lo stesso dei Samurai, ovvero proteggere lo Shogun. Ovviamente hanno due vie e due credi diversi che seguono, ma lo scopo fondamentale è lo stesso. Mi è subito parso strano che i Sawamura tentassero di eliminare lo Shogun, ma ovviamente tutte le prove sono contro di loro. Ovviamente se avete altre teorie, penso sia il momento di esporle amici >>
Detto ciò Albins fissò gli amici tutti pensierosi e incerti, mentre riflettevano sulle sue parole.
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Gran Maestro
02/10/2009 09:27
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Silenzio. Esso regnava incontrastato nell’atrio. Sicuramente erano state le parole di Albins a scuotere così profondamente il loro cuore…e se davvero ci fosse stato qualcuno di ancora più potente alle spalle dei Sawamura? Certamente non era un’alternativa da scartare né tantomeno da sottovalutare. Alfine qualcuno si decise a rompere quell’assurdo silenzio.
Drago dapprima pensò Raramente Albins si è sbagliato su qualcosa,men che meno in queste circostanze... dopodichè prese parola e schiarendosi la voce disse:
<< Albins,il vostro discorso non fa una piega,ordunque credo abbiate ragione,il nostro nemico sembra avere spie ovunque,sa come muoversi e soprattutto quando muoversi e come se non bastasse è alquanto pericoloso…non provo vergogna nel dire che se non fosse stato per Eruner sarei sicuramente all’altro mondo adesso…alfine ond’evitare il peggio dobbiamo stare all’erta quanto mai abbiamo fatto finora e questo vale soprattutto per il sottoscritto >> poi si soffermò un attimo e soppesò le sue parole,poi continuò << Nel caso in cui ci fosse un’organizzazione di certo più potente dei Sawamura che si spaccia per quest’ultimi non ne dubito,ma finchè saremo in grado di maneggiare la spada state pur certi che questi attacchi ai templi cesseranno una volta per tutte…adesso credo sia inutile temporeggiare,meglio sbrigarci a raggiungere la Jutaku-Tatsujin il prima possibile non credete? >> aveva parlato come mai aveva fatto sin d’ora,forse ora era proprio deciso,infatti nei suoi occhi non vi era alcun segno di ammiccamento né paura né dubbio, ogni anno che passava sembrava sempre più simile a suo padre.
Claudium avendo ascoltato le parole dei due amici molto attentamente si accinse a rispondere,esponendo le sue teorie al riguardo.
<< Spiegazione impeccabile,non c’è che dire,ma credo faremo bene a non scartare l’ipotesi iniziale di Albins né tantomeno un possibile coinvolgimento di Ankoku in tutta la faccenda…per il resto concordo con Drago >>.
Dopo un po’intervenne Jekyll il che era ancora incuriosito dall’arma che aveva perquisito precedentemente al nemico.
<< Sentite forse quest’arma potrebbe esserci di aiuto per capire chi si nasconda effettivamente dietro tutto questo,indi Albins vi chiedo,sapreste dirci a chi potrebbe appartenere un siddetto manufatto? >>
La visione di quell'arma sconvolse non poco il Ninja.
«Un'altra prova a carico dei Sawamura. Oppure, come ho già detto, un altro ben fatto tentativo per farci sospettare di loro...».

NdBright: ho aggiunto una piccola coda al post per concludere il discorso.
[Modificato da BrightBlade 26/10/2009 10:53]
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Maestro
19/10/2009 15:44
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

OT: Rapido aggiornamento
Sto scrivendo un lungo post di raccordo che dovrebbe condurci fuori da Katai fin quasi alla Jutaku-Tatsujin, quindi vi chiedo la pazienza di aspettare il mio prossimo intervento.
A parte questo, come al solito sono sotto esami (in particolare, il mio ultimo esame, almeno per quanto riguarda la Triennale) quindi invito chiunque abbia bisogno di contattarmi con urgenza ad usare le mail, perché nei prossimi giorni non riuscirò a visitare il forum con regolarità.
19/10/2009 17:45
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

OT- Non c'è problema [SM=x92702] Inoltre noi altri (escluso Eruner) saremo impegnati tra poco nella battaglia finale del mio racconto -OT
[Modificato da Claudium 19/10/2009 17:46]
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Maestro
26/10/2009 11:01
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

«Sapete, Albins? La vostra terra mi ricorda Atlantide... Forse sono i colori colori, o forse è il clima capriccioso...»
«Ah... Capriccioso, ecco... lui lo chiama ''capriccioso''...» borbottò Drago, cercando di sprofondare ancora più nel suo mantello, come se potesse ripararlo in qualche modo dal nubifragio.
Da quando avevano lasciato la capitale, sembrava che la natura avesse deciso di ostacolarli con ogni mezzo. Il giorno prima, avevano camminato per tutto il pomeriggio lottando passo dopo passo contro un vento impetuoso che soffiava esattamente contro di loro. Quando si erano accampati, piangevano tutti come fontane a causa della polvere, nonostante Albins gli avesse fatto annodare sugli occhi una fascia di seta. Poche ore dopo il tramonto, poi, erano stati investiti da un violento temporale e un fulmine era caduto a poche centinaia di metri dal loro campo, sebbene non ci fossero alberi nell'arco di chilometri. La temperatura era letteralmente crollata e il giorno dopo si erano svegliati coperti da una sottile patina di brina. A quel punto, la verde pianura si era trasformata in un grigio pantano, attraverso il quale avevano arrancato per ore e ore, prima di concedersi una sosta quando il sole era al culmine e sembrava poter alleviare con i suoi tiepidi raggi le loro sofferenze. Inutile a dirsi, si era di nuovo alzato il vento, una gelida brezza dal settentrione che sembrava poter penetrare fin nelle ossa. Ben presto, il sole era stato nuovamente oscurato dalle nubi e poche ore dopo era scoppiato un temporale ben peggiore di quello della nottata precedente.
La tempesta era veramente impressionante. L'acqua mulinava attorno a loro come posseduta da un demone capriccioso, sferzandoli da ogni lato con la forza di una grandinata. Tuoni e fulmini scoppiavano al ritmo di un tamburo da guerra, terrorizzando i cavalli. Soltanto Tame, il destriero di BrightBlade, sembrava indifferente al pandemonio che lo circondava, e la sua sicurezza era probabilmente l'unica cosa che tratteneva gli altri cavalli dal fuggire in preda al panico.
Del resto, anche il suo cavaliere sembrava immune alla pioggia che lo tartassava. Il Paladino di Atlantide sembrava tutt'uno con la pioggia attorno a lui. Cavalcava a testa alta, incurante dell'acqua che gli infradiciava i capelli e si raccoglieva sul mento barbuto. Davanti a lui, Arynn sembrava essere abbastanza a suo agio, avvolta completamente nel mantello di pelliccia che il Vassallo le aveva sistemato sulle spalle.
Accanto al Gran Maestro, anche Jekyll non sembrava particolarmente infastidito dal maltempo.
Forse è per questo che lo chiamano ''Cavaliere del Nord'', pensò Claudium, che avrebbe voluto condividere con i due Vassalli quell'apparente immunità ai rigori del clima.
L'Aspirante si guardò attorno. Alla sua destra, Eruner e Albins cavalcavano fianco a fianco. Il ninja era completamente impassibile, come se la pioggia non lo riguardasse. Sembrava che stesse rimuginando tra sé e sé sulle teorie esposte giorni prima a proposito dei Sawamura. Anche se non aveva detto nulla al riguardo, Claudium sospettava che la visione della cerbottana intarsiata mostratagli da Jekyll avesse suggerito al ninja più di quanto le sue parole lasciassero intendere.
Quanto a Eruner, era l'unico della compagnia che sembrava quasi godere della pioggia. Sebbene il suo corpo fosse scosso a tratti da piccoli brividi, il Guerriero di Atlantide si era privato del suo caldo mantello, un tempo appartenuto a BrightBlade, per cederlo ad Haruvien, che cavalcava assieme a Jekyll. Del resto, Eruner non era certo una persona ''convenzionale''. Claudium iniziava a sospettare che, come si diceva, gli elfi pensassero davvero in modo diverso. Spesso e volentieri, Eruner si comportava come se fosse al di sopra degli eventi, o come se li vedesse da una prospettiva del tutto diversa. Una persona normale avrebbe scambiato questa attitudine per indifferenza e superficialità, ma Claudium sapeva che non era così. Però, non sapeva come stavano esattamente le cose: chissà cosa pensava Eruner in quel momento...
«Secondo voi, durerà ancora a lungo?»
Era stato Drago a parlare. Claudium si sentì rincuorato: come lui, la Guardia Reale non cercava minimamente di nascondere il suo nervosismo per la pioggia che li sferzava.
«Chi può saperlo... A quanto pare, ci sono davvero molte cose che ignoriamo di questa terra».
Drago sbuffò.
«Beh, se è così, allora spero di non dover conoscere le altr...»
«Fermatevi!»
Eruner aveva tirato le redini del cavallo con tale violenza da farlo quasi impennare.
«Che succede?» domandò BrightBlade.
«La Jutaku-Tatsujin è proprio davanti a noi» disse Eruner, con sguardo torvo.
Albins si guardò attorno, leggermente sorpreso. Sebbene si trovassero su una collinetta, pioveva così forte che la visibilità era ridotta a poche decine di metri: persino lui, che era originario di quelle terre, non si era reso conto che avessero raggiunto la destinazione.
«Un'altra prova dell'infallibile vista degli elfi» disse infatti il Ninja, sorridendo in direzione dell'Aspirante.
Eruner, però, non ricambiò il sorriso, ma disse:
«Purtroppo, i miei occhi di elfo vedono ben altro. La Jutaku è sotto attacco».
I compagni tacquero, fissando la muraglia di pioggia come se potessero vedere attraverso di essa.
BrightBlade scese da cavallo e fece qualche passo in avanti.
«Avete ragione. Se la pioggia non mi confonde, ci sono molte aure ostili in quella direzione».
«Io riesco a vederle, Maestro. Sembrano truppe irregolari, per lo più lancieri. Stanno accerchiando il castello».
«Credevo che il Tatsujin vivesse in un tempio» disse Jekyll.
«La Jutaku-Tatsujin è una delle più antiche fortezze del Katai – spiegò Albins – e fu costruita molte centinaia di anni fa attorno al più importante tempio del paese, che ora è stato inglobato dalla struttura centrale. Eruner, quanti assalitori vedete? Senz'altro non saranno pochi...».
Eruner aguzzò lo sguardo, quindi fece una smorfia.
«Saranno circa cinquecento, uno più, uno meno».
Se non fossero già stati pallidi per il freddo, gli Aspiranti sarebbero sbiancati.
«E noi come facciamo a passare?» domandò per tutti la voce cristallina di Haruvien.
BrightBlade si voltò verso i compagni.
«Ci vuole un diversivo. Albins, suppongo abbiate letto gli scritti di Suntsu»
«Naturalmente» rispose il ninja, e gli altri videro sul suo volto un sinistro sorriso...
08/11/2009 18:38
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

I soldati erano molto stanchi; non erano più di 10 giorni che l'esercito aveva cinto d'assedio la fortezza, ma era anche vero che da altrettanto tempo quel tremendo clima e quella nebbia avevano frustato i loro tentativi di attacco. Sembrava quasi che quelle terre volessero manifestare il loro disappunto verso quell'esercito che aveva osato cingere d'assedio un luogo sacro come il tempio della Jutaku-Tatsujin.

<<Secondo te quando cederanno quelli della fortezza?>> domandò uno dei soldati delle retrovie al suo compagno.
<<Di sicuro quando avranno finito cibo ed acqua; cosa che penso avverrà tra non molto tempo, visto che hanno un solo pozzo e che impediamo alle carovane di rifornirli>> rispose l'uomo.

Improvvisamente, un ruggito agghiacciante sconvolse l'aere, accompagnato contemporaneamente da una forte scossa di terremoto.
I soldati interruppero l'attacco e si voltarono disorientati in ogni direzione nel tentativo di capire che cosa stesse succedendo.
Subito, un comandante ordinò ad alcuni manipoli delle retrovie di uscire dai ranghi per indagare sul fenomeno ma, ancora prima che il manipolo si potesse distaccare, una quindicina circa di occhi balenanti bagliori rosso ciliegia comparvero nella nebbia poco distante dalla fortezza. Successivamente i ruggiti e le scosse ricomparvero, ma stavolta con ritmo regolare, quasi come se un'immensa creatura si stesse avvicinando; in più, la nebbia iniziò ad essere sconvolta da lingue di fuoco e da fulmini che andavano ad aumentare d'intensità.
<<Ricordate la leggenda di Yamata no Orochi! Il drago ad otto teste è venuto a punirci per aver osato cingere d'assedio il sacro suolo del tempio!>> urlò uno dei soldati.
Terrorizzati da quelle parole e dal tremendo spettacolo a cui stavano assistendo, i guerrieri uscirono dai ranghi, incuranti delle urla dei generali che li esortavano a mantenere la posizione. Quest'ultimi furono così costretti ad ufficializzare la ritirata, nella speranza di riuscire a ricompattare l'esercito ad est nonostante la nebbia.

<<Ha funzionato?>> era stato Drago a parlare.
<<Sì, sono scappati tutti...>> rispose Jekyll. Poi, rivolto verso ovest, urlò <<...HA FUNZIONATO! POTETE SMETTERE!>>
Subito le luci, le fiamme ed i fulmini cessarono, così come i ruggiti ed il terremoto.

Poco dopo Claudium, Albins ed Eruner sbucarono dalla nebbia e raggiunsero i compagni.
<<La vostra idea di spaventare quei soldati con questo trucchetto è stata davvero fenomenale, Albins>> esclamò Drago.
<<Beh... vi ringrazio molto, ma il merito va in realtà ai precetti del generale Suntzu ed alla leggenda di Susanoo e di Yamata No Orochi, con la quale si è soliti spaventare i bambini a Katai>> rispose Albins.
<<Mi chiedo come avete fatto a creare un'illusione così convincente>> affermò Jekyll.
<<A dir la verità è stato facile...>> rispose Claudium <<...agli occhi ed alle fiamme ci ho pensato io con i miei incantesimi di Luce e Fuoco, mentre Eruner ha provveduto ai fulmini ed Albins a riprodotto il ruggito del drago con l'aiuto di alcuni Jutsu>>.
<<Interessante. Ed il finto terremoto?>> domandò Jekyll.
Eruner si mise a sogghignare immaginando già la risposta.
<<Ecco... innanzitutto il terremoto era vero e comunque... non penso che mi credereste se ve lo raccontassi... io stesso vi ho assistito e non riesco ancora a crederci...>>
<<Suvvia! Vogliamo sapere cos'è successo!>> insistette la Guardia reale.
Nello stesso istante comparve dalla nebbia anche BrightBlade, che raggiunse il gruppo:
<<Le scosse erano opera mia; mi sono limitato a menare fendenti sul terreno con cadenza regolare per riprodurre i passi del drago>>.
E dopo aver detto cio, BrightBlade raggiunse la sua cavalcatura.
Dopo che il Vassallo se ne fu andato gli Aspiranti e Jekyll si scambiarono sguardi preoccupati, pensando che per nulla al mondo avrebbero voluto vedere arrabbiato il Paladino di Atlantide.

Così ,dopo essere montati in sella ai loro cavalli ed aver coperto a dovere i due ragazzi, il gruppo si diresse veloce verso la fortezza.
[Modificato da Claudium 08/11/2009 19:59]
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Maestro
05/01/2010 02:54
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Il gruppo giunse in poco tempo su un piccolo rialzo del terreno che fronteggiava la grande fortezza.
<<Eruner, Albins, credo sia opportuno che diate uno sguardo qui intorno, prima che qualche drappello isolato ci tenda un'imboscata proprio ora!>> suggerì il Cavaliere del Nord, sapendo che i sensi estremamente acuiti dei due Aspiranti avrebbero potuto rilevare eventuali insidie nascoste senza essere influenzate dall'acqua che precipitava violenta dal cielo plumbeo, sollevando alti spruzzi sul terreno roccioso.
BrightBlade annuì, pensieroso, condividendo il parere del Vassallo dall'armatura d'argento, mentre il suo sguardo vagava mesto sul triste spettacolo che si presentava davanti a loro.
Le possenti mura di pietra apparivano sgretolate in più punti alla sommità e grandi aree scure di fuliggine indicavano i punti in cui i proiettili incendiari delle catapulte nemiche si erano schiantati contro la roccia lavorata, eretta a difesa della Jutaku-Tatsujin.
Poco o nulla dei simboli sacri scolpiti sui bastioni della fortezza era rimasto integro a denunciare la non ancora riuscita profanazione di quel luogo sacro.
Davanti ai grandi portali di marmo nero levigato, apparentemente integro nonostante i ripetuti assalti, un gigantesco ariete giaceva abbandonato come la carcassa di un immenso animale di un'altra epoca. Tutto intorno le macchine d'assedio, lasciate indietro durante precipitosa fuga dei soldati, apparivano come sagome indistinte nella fitta nebbia che saliva dal terreno fradicio, mentre gli stentati residui dei focolari da campo, abbandonati dai militari, si andavano spegnendo velocemente, annegati dalla pioggia torrenziale.
Mentre i due Aspiranti si staccavano dal gruppo per eseguire una rapida perlustrazione, dirigendosi il primo alla sinistra ed il secondo alla destra della fortezza, il Gran Maestro dei Paladini di Blue Dragon smontò di sella e compì pochi passi verso l'ingresso della fortezza.
<<Che disastro!>> mormorò il Paladino di Atlandide, scuotendo il capo bagnato.
Jekyll e Claudium, scesi anch'essi dalle proprie cavalcature, gli si affiancarono, mentre Drago voltò la propria cavalcatura per coprire le spalle del gruppo, mentre Alba e Tramonto, ben salde nelle sue mani, assaggiavano per la prima volta l'aria del Katai.
<<Non è da tutti il rispetto di un luogo sacro...>> commnetò, la voce piatta, il mago.
<<...tuttavia, amici, penso che ci si possa rallegrare del fatto che probabilmente siamo riusciti ad arrivare in tempo!>> terminò per lui Jekyll <<Per quanto danneggiate, le difese della Jutaku-Tatsujin sembrano ancora resistere e le porte non paiono essere state violate!>>
<<Avete ragione, ma l'ira si accende nel mio cuore, quando assisto alla profanazione, compiuta o tantata, di un luogo sacro!>> disse BrightBlade, osservando il grande portale di marmo, sprangato davanti a loro.
<<Speriamo che Albins ed Eruner facciano presto ritorno!>> si augurò Drago, tutt'altro che sereno alla vista dello scempio che i nemici avevano fatto del luogo: i cadaveri, ammassati in pile elevate, di poveri ed improvvidi mercanti che avevano tentato di attraversare l'esercito assediante, giacevano vicino alle catapulte, quasi a suggerire il sacrilego utilizzo che i soldati avevano o avrebbero fatto delle loro spoglie.
<<Drago ha ragione!>> convenne Claudium, vagamente nauseato dal macabro spettacolo <<Ci conviene riuscire ad entrare nella fortezza prima che i soldati ritornino...perchè ritorneranno...tra non molto!>>
BrightBlade annuì, mentre un sorriso assai poco amichevole si andava aprendo sul suo viso.
<<Ed al loro ritorno troveranno una sgradevolissima sorpresa!>> mormorò, quasi tra sè e sè.
Jekyll ed i due Aspiranti, ripensando al terremoto provocato dai fendenti del Gran Maestro, rabbrividirono, temendo di vederne scatenata l'ira.
All'improvviso il rumore di cavalli al galoppo strappò Vassalli ed Aspiranti dalle loro meditazioni: i Paladini tesero le orecchie e sguainarono rapidamente le armi, schierandosi intorno ai cavalli su cui sedevano ancora, taciturni, infreddoliti e sconvolti, Haruvien ed Arynn. Il vento soffiava con raffiche impetuose che gonfiava i mantelli dei guerrieri.
<<Questo tempo e l'atmosfera di questo luogo altera le nostre percezioni!>> esclamò, dopo un attimo di esitazione, BrightBlade, abbassando la guardia <<Sono Albins ed Eruner che ritornano!>>
I due Aspiranti avevano compiuto un giro completo intorno alla Jutaku-Tatsujin.
<<Nulla da segnalare, il campo sembra sgombro!>> riferì, sorridente, Albins, mentre la pioggia schiaffeggiava violentemente il suo viso.
<<I soldati se la sono data a gambe, ma non sono molto lontani! Se dovessero decidere di tornare per verificare l'operato del drago a otto teste, saranno qui tra non più di un'ora!>> commentò Eruner, che non condivideva per nulla l'ottimismo del compagno.
<<Allora, sarà meglio darci una mossa! In sella ed armi nel fodero, amici!>> ordinò BrightBlade.
Quando tutte le armi furono riposte e tutti furono nuovamente montanti a cavallo, spronarono al passo i loro destrieri e si avvcinarono cautamente ai grandi portali di marmo nero.
<<Come faremo ad entrare? Non sembra che ci sia nessuno di guardia sulle mura!>> osservò Drago.
<<Ci faranno entrare loro!>> esclamò, serafico, Haruvien, guardando il portale nero e sprofondando il più possibile nel caldo mantello di Eruner <<Non sentite il diapason?!>>
Coperto dalfragore della pioggia scrosciante, all'inizio non l'avevano avvertito, ma man mano che si avvicinavano, un suono cristallino riempiva l'aria, sovrastando qualunque altro rumore, rimanendo di una delicatezza tale da riempire il cuore degli emissari di Blue Dragon di immagini felici e di paesaggi assolati e sereni.
Il cupo nero dei portali iniziò a sbiadirsi, sfumando in un grigio sempre più chiaro.
<<Ma cosa...?>> la voce di Claudium non riuscì a terminare la domanda.
<<La Prova delle Intenzioni del Pellegrino!!>> esclamò Albins che ricordò una leggenda, a cui non pensava da molti anni, secondo cui il portale della Jutaku-Tatsujin poteva mutare il proprio colore a seconda delle intenzioni che albergavano nel cuore di chi vi si avvicinava: solo se fosse divenuto bianco si sarebbe aperto davanti ai viaggiatori.
Albins raccontò brevemente il mito del Portale Cangiante, mentre i battenti iniziavano a diventare di un bianco immacolato, per poi iniziare a schiudersi nel più assoluto silenzio davanti ai Paladini del Sommo Blue Dragon.
E fu così che per la prima volta due Vassalli, quattro Aspiranti e due fanciulli poterono varcare la candida soglia della Jutaku-Tatsujin.
E il vento cambiò direzione all'improvviso, portando con sè un tenue odore pungente che risvegliò nella mente di BrightBlade un timore lontano.
Il Gran Maestro dei Paladini di Blue Dragon esitò un istante sul limitare del portone e scoccò un'occhiata preoccupata alle proprie spalle, poi si voltò ed entrò nella fortezza insieme ai suoi compagni.
[Modificato da @Jekyll@ 05/01/2010 05:40]





Jekyll, Cavaliere del Nord

Vassallo del Sommo Blue Dragon

Membro del Sacro Ordine dei Paladini del Regno

Membro dell'Ordine dei Templari Sin Fein



Trova nel tuo cuore la Fede e la Forza e con esse camminerai al di sopra del Destino
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Maestro
25/01/2010 13:32
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

C'è mancato poco!.
Accucciato nel fosso, con il fango fino alle caviglie, il giovane monaco si guardò attorno ansimando. Un attimo di esitazione in più, e sarebbe stato visto, nonostante la pioggia scrosciante e la visibilità al minimo. Tuttavia, per quanto fosse momentaneamente al sicuro, il giovane non sembrava affatto contento: il suo volto lasciava trapelare ansia e insicurezza, due sentimenti insoliti per un monaco come lui! Eppure, chiunque si fosse trovato nei panni di Yoshiro avrebbe reagito alla stessa maniera, se non peggio. Nelle sue mani, il monaco stringeva una delle più importanti reliquie del suo paese, e gli uomini che volevano impossessarsene erano ovunque attorno a lui.
Se soltanto riuscissi a raggiungere la Jutaku...
Evidentemente i suoi avversari, chiunque fossero, avevano previsto le sue mosse, o forse era stato lui stesso a condurli fino all'antico castello. In realtà, non faceva molta differenza. Quel che contava era che tra lui e la sua destinazione c'era una schiera di uomini armati fino ai denti e che davano l'impressione di voler assaltare la fortezza stessa.
Yoshiro avanzò carponi lungo il fosso, fino a raggiungerne l'estremità. Alle sue spalle, udì il tonfo dei cavalli sulla terra fangosa. A quanto pareva, i soldati avevano circondato la Jutaku: una tattica piuttosto strana, a dire il vero. Secondo Yoshiro, sarebbe stato più saggio concentrare le truppe in pochi punti per far breccia nelle mura. Senza contare che – se ciò che sapeva corrispondeva al vero – conquistare anche tutta la fortezza sarebbe stato del tutto inutile... Ma cosa poteva saperne di guerra un umile studioso come lui? Era stato addestrato a difendersi, naturalmente: ma un conto era l'arte di duellare, un conto era guidare un'intera armata sul campo di battaglia!
Il monaco si acquattò nel fango, mentre un gruppo di soldati marciava in ordine sparso a poca distanza. Anche quello era strano: i soldati del Katai erano famosi per l'ordine assoluto nello schieramento e nelle manovre di combattimento. Anche il più inesperto dei generali conosceva decine di formazioni e si aspettava che i suoi uomini sapessero riprodurle alla perfezione. In effetti, assistere a una battaglia tra diverse fazioni assomigliava un po' a vedere un gigantesco balletto.
Eppure, gli assalitori sembravano muoversi quasi a casaccio, con l'unico evidente intento di formare un cerchio di uomini attorno alla Jutaku-Tatsujin: e questo rendeva l'impresa di raggiungere la fortezza praticamente impossibile.
Che dovrei fare?, si chiese Yoshiro.
Poi, udì i rumori.
All'inizio gli parve di essersi ingannato, poi un bagliore di fiamma illuminò la nebbia a poche decine di metri da lui. Il giovane monaco si appiattì al suolo ancora più di quanto non lo fosse e nascose la testa fra le mani. Il terreno tremava e persino da quella distanza si sentivano le improvvise vampe di calore prodotte dalle fiamme.
Sembrava che una qualche bestia mitologica si stesse abbattendo sui soldati, eppure i monaci sapevano che simili creature erano molto rare, e soprattutto molto diverse da come apparivano nell'immaginazione popolare. Inoltre, le uniche creature che potevano sputare fuoco erano i draghi o gli Hakuma-Shuten, i terribili Kami infernali: possibile che una di quelle creature avesse interrotto il suo riposo millenario per venire in suo aiuto?
Yoshiro trasse un lungo respiro e cercò di calmarsi, sussurrando uno dei molti insegnamenti del suo vecchio maestro, Nasari:
«Se non sai volare, non saltare; se non sai nuotare, non tuffarti; se non sai camminare, non muoverti; se non sai respirare, trattieni il fiato»
Aspettare, ecco cosa doveva fare: e così, Yoshiro attese in silenzio, acquattato nel suo nascondiglio.
I minuti trascorsero rapidamente: dal poco che era riuscito a scorgere, i soldati erano fuggiti, né c'era traccia del drago mitologico. Alla fine, il giovane monaco arrischiò un'occhiata.
La nebbia stava calando, ed era possibile scorgere abbastanza chiaramente la fortezza: davanti all'ingresso, il monaco vide una piccola compagnia di uomini intenta a parlottare. A giudicare dalle loro vesti stravaganti, dovevano essere stranieri; con loro poi c'erano anche due bambini. Dopo qualche secondo, il gruppetto si avvicinò al portale e Yoshiro vide che quest'ultimo cambiava colore, diventando candido come la neve.
«Stranieri ammessi nella Jutaku? Chi sono costoro?» mormorò il monaco pieno di stupore, ma subito si tappò la bocca con le sue stesse mani.
Proprio mentre il gruppetto svaniva oltre il Portale Cangiante, infatti, il monaco vide un piccolo drappello di soldati avvicinarsi guardingo alla Jutaku. I militari – gli stessi che stavano assalendo la fortezza prima di essere dispersi – marciavano su due file, sorreggendo sulle spalle due lunghi bastoni ai quali era assicurato un oggetto voluminoso, di forma pressoché sferica.
Giunti di fronte al portale, i soldati deposero il carico a terra, quindi si fecero da parte per lasciar passare il loro capo. Costui era completamente avvolto da un manto nero, e dello stesso colore era anche il suo destriero, i cui occhi avevano uno strano riflesso rossastro. Nel complesso, cavallo e cavaliere avevano l'aspetto di un demone uscito direttamente dal Meifumado.
L'uomo fece un gesto secco con la mano e i soldati tolsero il pesante drappo che ricopriva l'oggetto.
Yoshiro impiegò qualche minuto a comprendere la natura di quell'artefatto, ma quando infine intuì la verità, ebbe un tuffo al cuore e dovette di nuovo premersi le mani sulla bocca per non gridare.
Il Tatsujin! Devo avvertire immediatamente il Tatsujin!.

*****


Lo spettacolo che si presentò agli occhi dei seguaci del Regno li lasciò interdetti. Naturalmente, non si erano ritrovati nel cortile di una roccaforte, pieno di uomini in marcia per raggiungere le postazioni sugli spalti, ma neppure – e fu questo a sorprenderli – in un ameno cortile pieno di alberi di ciliegio e ruscelli disposti ad arte. Né vi era nulla in comune fra lo spettacolo di fronte ai loro occhi e la massiccia fortezza che avevano visto prima di varcarne i cancelli. Con tutta probabilità, il nome – Portale – non era meno importante dell'aggettivo – Cangiante – perché persino il clima tiepido, l'altezza del sole e il paesaggio erano cambiati del tutto.
Il prato in cui erano apparsi si stendeva a perdita d'occhio in ogni direzione, senza che un albero o un cespuglio interrompessero la sua perfetta uniformità. L'aria era quella tipica dei luoghi di montagna, eppure il clima era mite come nella piana del Regno.
La simmetria del paesaggio era assoluta e quasi fastidiosa per gli occhi, che non riuscivano a trovare una sporgenza, un dettaglio su cui soffermarsi.
«Da questa parte. Il Tatsujin vi attende»
La voce proveniva dalle loro spalle. Voltandosi, i compagni videro un monaco, coperto da una semplice tunica bianca; alle sue spalle, a qualche centinaio di metri di distanza, sorgeva una grande costruzione di legno smaltato, piuttosto semplice rispetto ai palazzi di Katai, ma pur sempre elegante. Non vi era traccia del Portale che li aveva condotti in quel luogo, né di una qualunque via di uscita.
Gli Aspiranti si disposero dietro al monaco, e questi li guidò verso la Jutaku, che nella lingua del Katai significa semplicemente “casa”. BrightBlade si attardò con Jekyll per richiamare i ragazzi, che si erano messi a esplorare quello strano luogo, sorvegliati da Eoden.
Il lupo sembrava essere incuriosito dalla stranezza del luogo non meno dei bambini, e anche dopo che Jekyll lo ebbe richiamato continuò a scrutare, di tanto in tanto, il paesaggio indecifrabile.
La costruzione al centro del prato si rivelò semplice anche all'interno, che era diviso in pochi ambienti arredati senza pretese di grandezza. Dopo essere stati accolti con un inchino da alcuni monaci, i compagni di viaggio vennero condotti attraverso una piccola anticamera e quindi raggiunsero un locale più ampio, sul cui pavimento campeggiava una lunga stuoia apparecchiata per il tè.
Oltre la stuoia, accovacciato su un cuscino, era seduto un uomo decrepito. La sua barba grigia era così lunga che il vecchio la portava avvolta tutto attorno al corpo, e ne avanzava comunque un tratto. Le sue sopracciglia erano così folte da sembrare ciuffi di lana non ancora tessuta e gli occhi erano due fessure appena più larghe e profonde delle molte rughe che solcavano il suo volto.
I capelli erano raccolti in una lunga treccia acciambellata sulla testa come un serpente in letargo.
Nel complesso, il Tatsujin sembrava uscito dalle illustrazioni di un libro di favole creliane: imponente e bizzarro al tempo stesso, il vecchio era non meno misterioso del luogo in cui si trovava.
«Prego, accomodatevi» disse, sorridendo vagamente con le labbra scarne.
Mentre si sedeva, BrightBlade udì Haruvien bisbigliare:
«Che buffo...»
Immediatamente, Arynn zittì il fratello con un'occhiataccia, quindi gli sussurrò qualcosa nell'orecchio che forse solo l'udito superiore di Eruner avrebbe potuto decifrare.
Sorridendo sotto i baffi, il Paladino tornò a concentrarsi sull'uomo di fronte a lui.
Il vecchio iniziò subito a parlare.
«Vi ringrazio per aver scacciato gli assalitori»
«Ci mancherebbe... non avrei mai creduto che degli orientali potessero giungere ad assediare un luogo sacro»
«Eppure, questa non è la prima volta. Vi fu un tempo in cui in questo luogo erano custoditi i più potenti artefatti del Katai. Ben presto, in molti giunsero alla soglia del tempio con l'intento di impossessarsi del suo tesoro. Avrete notato le mura, prima di entrare...»
«In effetti – si introdusse Jekyll – da fuori questa sembra una fortezza...»
Il vecchio si sporse in avanti e sollevò la sua tazza con mano sorprendentemente ferma. In quel momento i compagni notarono che altrettanti recipienti ricolmi di tè fumante erano chissà come apparsi di fronte a loro.
«Ahimé, per quanto le si rafforzasse, le mura non erano mai abbastanza alte da scoraggiare gli assalitori. Così, creammo il Portale Cangiante e traslammo il tempio nel luogo in cui ora si trova»
«E sarebbe?» domandò Drago.
Il vecchio bevve un piccolo sorso prima di rispondere.
«Il luogo in cui ci troviamo non può essere rivelato. Vi basti sapere che il Portale che avete varcato mette alla prova l'animo delle persone e non lascerà entrare chi viene con cattive intenzioni»
«E la fortezza all'esterno?» chiese Albins, sorseggiando a sua volta il tè.
«Una volta il suo scopo era proteggere questo tempio. Ora è soltanto un involucro senza scopo, ma continuiamo comunque a tenerla in funzione. Non sono in molti a sapere che il tempio non si trova più al suo interno»
«E il portale? Non potrebbe essere distrutto?» disse Claudium.
«Per distruggere il Portale Cangiante è necessaria una forza ben superiore a quella di un ariete da campo o di un esercito. Esso è stato creato con l'aiuto dei più potenti Majutsu-Genso del Katai»
«Magia geomantica...» mormorò con stupore Albins.
«Inoltre – proseguì il vecchio – se anche il Portale venisse distrutto, esiste un altro accesso al tempio, che vi sarà mostrato a tempo debito.
Prima, tuttavia, vorrei che mi rendeste partecipe di ciò che avete scoperto e di quanto è accaduto dal giorno del vostro arrivo. I rapporti che ricevo sono contrastanti e pieni di interpretazioni e congetture. Forse voi, che siete stranieri, vedete le cose in un modo diverso dal nostro...»
Invitato da BrightBlade, Albins iniziò a narrare le loro avventure al Tatsujin, che ascoltò il resoconto interrompendo frequentemente il ninja per chiedere precisazioni e chiarimenti.
Haruvien ascoltava il racconto dell'Aspirante con sguardo rapito, mentre Arynn si guardava intorno guardinga. La ragazzina sembrava lievemente in apprensione, come se non si sentisse sicura neppure in quel luogo irraggiungibile per qualsiasi malintenzionato.
Al termine del racconto, il Tatsujin finì il tè con un unico, lungo sorso, quindi rivolse i suoi occhi ai ragazzi.
«E voi, bambini?»
I ragazzi si guardarono, incerti su cosa rispondere. Fu Jekyll a toglierli d'imbarazzo, spiegando al vecchio del loro incontro e dei misteriosi assalitori che per due volte avevano tentato di rapirli. Subito dopo, BrightBlade raccontò della sua visione sul misterioso diamante magico. Quando il Tatsujin udì il racconto, trasalì.
«Tutto quadra...»
Il Paladino di Atlantide si interruppe, fissando interrogativamente il vecchio.
Dopo qualche secondo, questi disse:
«Non molto tempo fa, i Kami hanno visitato i miei sogni. Ricordo perfettamente le loro parole:
Dalla terra che non è più giungerà un seme di tenebra, e le quattro porte del tempo saranno in guerra fra loro.
I Kami predissero anche il vostro arrivo e quello dei bambini, e molte altre cose che non mi è concesso rivelarvi»
Mentre pronunciava le ultime parole, il Tatsujin guardò per un attimo alle spalle dei suoi interlocutori. Soltanto BrightBlade si accorse del gesto impercettibile. Improvvisamente, avvertì una vaga minaccia attorno a lui, senza che fosse possibile individuarne la causa. Il Vassallo si guardò attorno, ma non vide alcun pericolo: tuttavia, si accorse che anche Eoden, il lupo di Jekyll, era irrequieto.
Scuotendo il capo, l'atlantideo tornò a concentrarsi sul Tatsujin, ma in quel momento udì nella sua testa la voce di Eruner:
«C'è qualcosa che non va, maestro?» domandò l'Aspirante telepaticamente.
«Credo che siamo in pericolo, ma non capisco perché. Comunicate agli altri di stare all'erta e tenete gli occhi aperti».
Quindi, il Vassallo si rivolse direttamente al Tatsujin:
«La terra che non è più è senza dubbio la mia patria scomparsa, Atlantide; quanto al seme, ormai siamo certi che si tratti del Cristallo degli Elementi, anche conosciuto come il Diamante Nero»
Il Tatsujin annuì.
«Credo di sì. Se la vostra visione è veritiera, questo diamante ha il potere di corrompere le menti, annebbiandole con un'avidità insaziabile...»
«E se questo diamante finisse nelle mani di un Guardiano – chiese Drago – riuscirebbe a corromperlo a tal punto da spingerlo a volersi impossessare delle altre Bannin Kama? Questo spiegherebbe gli attacchi ai Templi...»
«Esatto! Tuttavia non vedo un legame con i disordini a Katai... possibile che i Sawamura si siano alleati al nostro ipotetico Guardiano corrotto?» disse Claudium.
Albins scosse il capo.
«Impossibile. Vi sembrerà strano, ma la fedeltà dei Sawamura al Katai è incrollabile!»
«E allora il complotto contro lo Shogun?» ribatté Drago.
«Badate bene: io ho detto “fedeltà al Katai”. Per quanto i Sawamura siano ritenuti i ninja dello Shogun, in realtà la loro fedeltà va al paese, non a colui che lo governa. È una specie di “garanzia” contro la corruzione, e per controbilanciare il potere che lo Shogun può esercitare tramite la casta dei samurai, che invece è fedele unicamente a lui. È anche per questo che samurai e ninja non si guardano di buon occhio. Comunque, se i Sawamura sono parte del complotto – cosa peraltro da dimostrare – evidentemente i loro capi hanno qualche ragione per pensare che l'attuale Shogun stia diventando un pericolo per il paese... il che, lo ripeto, mi sembra strano.»
Il vecchio Tatsujin fece per parlare, ma fu interrotto da un breve accesso di tosse. Ripresosi in fretta, disse:
«Se cammini nella nebbia, non guardare in lontananza: guarda invece dove metti i piedi.
Che cosa dunque sappiamo? Qualcuno vuole impossessarsi dei sacri Bannin Daisho; ha attaccato il Tempio della Primavera e il Tempio dell'Inverno. Mi è concesso rivelarvi che almeno in un caso egli ha fallito: il Daisho no Soshun, cioè quello del Tempio della Primavera, è stato salvato. E vi dirò di più: incontrerete presto il suo attuale custode. Per quanto...»
Un nuovo accesso di tosse, questa volta più intenso, interruppe il Tatsujin.
«Per quanto concerne il Tempio dell'Inverno, il Daisho no Toki non si trova più nel Tempio. Ho visto un uomo in cammino verso alte montagne, un esercito in marcia e una oscura minaccia dal cielo»
«Non potreste essere più chiaro?» domandò Claudium, pur prevedendo in cuor suo la risposta.
Il vecchio fu di nuovo scosso da violenti accessi di tosse, quindi rispose:
«Purtroppo, ultimamente le mie visioni si sono fatte sempre più confuse. Temo che qualcuno abbia gettato un maleficio sulla mia dimora»
«Credo siate nel vero, Tatsujin-dono – disse BrightBlade – Entrando ho avvertito anch'io una forte interferenza magica, ma credevo fosse dovuta al potere del Portale Cangiante.
Dunque, incontreremo presto il custode di una delle Falci, mentre un'altra è probabilmente in viaggio verso una delle catene montuose del Katai. Se non ricordo male, ne avete solamente due degne di questo nome, una a nord-est e una a sud»
«Esattamente. A nord e ad est si trovano i monti Suihei, che circondano Katai come in un abbraccio; a sud invece si innalzano i picchi dei monti Kabe, che però sono assai lontani dal Tempio dell'Inverno»
«Quindi, ci basterà andare in questi monti Suihei, giusto?» chiese Drago.
Albins scoccò un'occhiata sardonica all'amico:
«Mi duole dirvelo, ma i Suihei sono lunghi centinaia di chilometri. In effetti, se fossi io il Custode del Tempio dell'Inverno, mi nasconderei proprio lì. Se è davvero lui, rintracciarlo sarà come cercare il proverbiale ago nel pagliaio. Almeno, faticheranno anche gli altri a trovarlo...»
«Ascoltatemi ora! Non ci resta molto tempo. Come saprete, Tachi Senmeina ha lasciato Katai con tutti i suoi guerrieri e si è ritirato nello Hyouga Ganseki, alle pendici dei monti Suihei. Le sue intenzioni sono chiare: lasciano la capitale egli protegge lo Shogun, poiché chiunque prendesse il potere non potrebbe respingere un loro assedio...»
«I Sawamura hanno commesso un errore attaccandoli così apertamente – intervenne Albins – Se fossero riusciti a tenerli nella città, dove il loro potere è maggiore, avrebbero potuto consumarli lentamente...»
Il Tatsujin lo fissò, quasi seccato per l'interruzione.
«I Sawamura non sono degli stolti. Certo, avrebbero potuto scatenare una guerra di logoramento nei vicoli di Katai, e probabilmente alla fine avrebbero vinto: e invece, hanno fatto di tutto per provocare la partenza dei samurai. Credete che sia un errore? Io no! Pensate a questo: se un altro esercito attaccasse la capitale in questo momento, chi difenderebbe la città? Lo Hyouga Ganseki dista dieci giorni di marcia: più che sufficienti per prendere una città priva dei suoi difensori, senza neanche considerare l'aiuto dei Sawamura dall'interno!»
«Ma in Katai non c'è un altro eser...»
«Eppure il Tempio dell'Inverno non si è bruciato da solo fino alle fondamenta! Né i settecento monaci del Tempio della Primavera si sono gettati sulle proprie armi!»
Tra un colpo di tosse e l'altro, il Tatsujin continuò a parlare, animandosi sempre più.
«Qualsiasi cosa stia succedendo, c'è una terza forza in campo! Non i Sawamura, non quello sciocco di Ankoku! Ascoltatemi! Raggiungete Senmeina e convincetelo a tornare a Katai! Trovate quella pietra...»
Sotto lo sguardo attonito dei presenti, il vecchio iniziò a schiumare sangue dalla bocca.
«Tatsujin-dono!»
«Trovate Senmeina... trovate il Diamante...»
Mentre ancora parlava, il Tatsujin si accasciò sul pavimento, in preda alle convulsioni.
BrightBlade si sentì tirare per il mantello: si voltò e vide Arynn e Haruvien svenire sotto i suoi occhi. E allora gli fu chiaro:
«Dannazione! Veleno nell'aria!»
Il Paladino di Atlantide maledisse la sua stoltezza. Eppure l'aveva sentito...
«Veleno? Da dove?» chiese Eruner, osservando preoccupato Arynn e Haruvien.
«Dall'esterno! Avevo sentito uno strano odore, prima di entrare!»
«Ma il Portale...» disse Jekyll.
«Il Portale ferma gli uomini malintenzionati: il veleno, fino a prova contraria, non ha “intenzioni”! Dobbiamo uscire di qui! Tutti quanti! Prendete il Tatsujin»
Albins si voltò verso il Vassallo.
«E' inutile... è già morto»
Quello del ninja era il volto della vendetta; BrightBlade ne fu quasi spaventato.
«Coraggio Albins! Troveremo il responsabile, ve lo prometto, ma ora dobbiamo uscire!»
Per loro fortuna, tutti i Seguaci del Regno erano protetti dai veleni, ma se i due Vassalli ne erano praticamente immuni, lo stesso non si poteva dire per gli Aspiranti: BrightBlade sapeva bene che se non si fossero sbrigati a uscire, anche loro avrebbero iniziato a subire gli effetti della tossina.
Il ninja rimase immobile per qualche istante, quindi si alzò in piedi.
«Da questa parte»
Subito gli Aspiranti gli corsero dietro; BrightBlade e Jekyll presero in braccio Arynn e Haruvien e quindi seguirono i compagni attraverso il corridoio.
In pochi secondi, la comitiva giunse ad un cortile interno, al centro del quale campeggiava un grande arco di legno. Attorno al portale giacevano molti monaci, ognuno riverso nella propria pozza di sangue.
«Questo dovrebbe condurre fuori» disse il ninja.
«Come lo sapete?»
«Questi monaci sono morti da parecchi minuti; guardate il sangue rappreso... Il veleno deve essere entrato da qui»
«Questo significa che probabilmente il nemico ci attende oltre questo portale» disse BrightBlade, sistemandosi Arynn sulla spalla sinistra in modo da liberare una mano per brandire la spada.
«Preparatevi a comb...»
«Fermi! Aspettate!»
Dall'altro lato del cortile, si fece avanti un giovane il cui volto era celato dietro un fazzoletto annodato attorno alla nuca. Lo sconosciuto indossava un abito simile a quello del Tatsujin, ma di colore verde pallido e con ricami dorati. La veste, inoltre, era a dir poco malconcia, imbrattata com'era di polvere e fango e lacera in più punti. Inoltre, l'uomo portava legato sulla schiena un vistoso fagotto, di forma oblunga.
«Se uscirete da lì vi prenderanno! Seguitemi, conosco un'altra uscita!»
Senza fare domande, BrightBlade si mise sui suoi passi, seguito dai compagni.
Lo sconosciuto li guidò attraverso un dedalo di stanze, fino a raggiungere quello che poteva essere tranquillamente definito un ripostiglio.
Lo stanzino era strapieno di ogni genere di oggetti: eleganti brocche d'oro, statue di pietra dalla posa ieratica, rotoli di carta di riso, casse di legno e un'infinità di statuine di terracotta, per lo più raffiguranti alcuni dei moltissimi Kami che popolano la mitologia del Katai.
In fondo alla stanza, poggiata malamente contro la parete, si trovava una riproduzione in scala ridotta dell'arco di legno che i compagni avevano visto poco prima; ai piedi dell'artefatto giaceva un semplice drappo di lino ingiallito e impolverato, che probabilmente copriva l'arcata.
«Per di qua!» disse il monaco, e prima che gli altri potessero aprir bocca svanì dentro il portale.
«E va bene... occhi aperti, mi raccomando!» disse BrightBlade; quindi, seguito a stretto giro dai compagni, attraversò l'arco e sparì.

*****


«Mio signore, ormai il veleno avrà fatto effetto...»
Il cavaliere nero restò in silenzio.
«Mio signore?
Signore, quali sono i vostr...»
Senza preavviso, il cavaliere sguainò la spada e la piantò nel petto del molesto attendente, uccidendolo all'istante.
Quando il cadavere dell'uomo fu scivolato via dalla sua lama affilatissima, il cavaliere la portò alla lingua e leccò con piacere il sangue caldo della sua più recente vittima.
«Alzati» disse quindi, accompagnando il comando con altre parole incomprensibili.
Lentamente, il corpo del soldato tornò a animarsi, rimettendosi in piedi con discreta agilità.
«Confido che ora terrete a freno la lingua» disse ghignando il cavaliere.
Quindi, si voltò verso l'uomo incappucciato alla sua sinistra.
«Ed ora, Majutsu, fareste bene ad aprire quel Portale... Voglio essere dentro prima che tramonti il sole. Chiaro?»
Lo stregone incappucciato annuì vagamente, o forse era solo il tremore che si era impossessato del suo corpo.

*****


«State bene?»
Forse per colpa della posizione precaria del piccolo portale di legno, i compagni emersero dall'altra parte del varco dimensionale a mezzo metro da terra, rovinando malamente l'uno sull'altro.
Si trovavano in una camera scura, quasi una caverna, tanto scarso era il lavoro di rifinitura delle pareti.
Vassalli e Aspiranti si misero faticosamente in piedi, quindi BrightBlade si avvicinò al nuovo venuto.
«Siete Yoshiro?»
Il monaco strabuzzò gli occhi.
«Come lo sapete?»
«Il Tatsujin ci aveva predetto che vi avremmo incontrato presto, ma non pensavo così presto. A questo punto, inizio a pensare che avesse previsto anche la sua morte»
«Il Tatsujin è morto?»
«Purtroppo sì, e forse lo saremmo anche noi, se non foste arrivato. Vi dobbiamo la vita, Yoshiro»
«Io...»
Il giovane era tentato di essere diffidente, ma dopotutto quegli stranieri avevano superato il Portale Cangiante. Così, decise di uscire allo scoperto.
Tolta dalle spalle una voluminosa sacca di cuoio, la depose a terra con estrema cura ed iniziò a sciogliere i molti legacci che la tenevano chiusa. Quando ebbe finito, mise le mani all'interno e quindi estrasse il contenuto della sacca, e mentre lo faceva si chinò fino a toccare il terreno con la fronte, dicendo:
«Shinsei Shinjikigen-Katana soshite Shinsei Midori-Keiken, Bannin Daisho no Soushun»
Nelle mani levate in alto, il monaco stringeva due splendide armi: un pugnale leggermente ricurvo, il cui fodero era incrostato di smeraldi, e una lunga spada dal fodero dipinto di bianco, verde e oro, e la cui elsa culminava nella testa di un drago che aveva rubini al posto degli occhi.
Superato l'attimo di stupore, Drago diede un colpetto di gomito ad Albins e chiese:
«Che ha detto?»
Il ninja si voltò e disse:
«Ha detto: “Sacra Spada della Rinascita e Sacro Germoglio Verde”. Sono le Falci del custode del Tempio della Primavera!»
Dopo un attimo, Yoshiro parlò ancora:
«Devo consegnarle a un nuovo Custode: il Tatsujin vi ha rivelato il suo nome?»
«Sì. Voi» rispose semplicemente BrightBlade, che non amava le cerimonie.
Yoshiro impiegò qualche secondo prima di capire.
«Come? È... è impossibile, io non sono altro che un giovane monaco!»
«Eppure siete arrivato fino alla Jutaku sano e salvo, nonostante tutti vi stiano cercando» disse Jekyll.
«Ho solamente fatto il mio dovere e...» ribatté il monaco.
BrightBlade lo interruppe:
«Ciò non di meno, il Tatsujin vi ha chiamato Custode.
Ora ascoltatemi: questi due bambini hanno respirato il veleno. Io posso guarirli, ma potrei metterci dei giorni. Questo luogo è sicuro?»
«Siamo in un'antica tomba a non molta distanza dalla Jutaku. Solo noi monaci conosciamo questo accesso alla Jutaku, ma è probabile che gli assalitori vengano da queste parti, prima o poi»
«D'accordo. Siete a conoscenza degli ultimi eventi?»
Yoshiro scosse il capo.
«Eruner, aggiornatelo»
L'elfo spiegò brevemente al monaco del complotto e dell'attacco al Tempio dell'Inverno, accennando anche alle visioni del Tatsujin, quindi passò al Diamante Nero e alle sue possibili implicazioni. Quando ebbe finito, BrightBlade riprese a parlare:
«Prima di morire, due sono state le raccomandazioni che il Tatsujin ci ha dato: raggiungere il comandante dei samurai, Senmeina, e trovare il Diamante Nero.
Se i timori del Tatsujin sono fondati, Katai potrebbe essere attaccata da un momento all'altro, quindi raggiungere i samurai ha la massima priorità.
D'altro canto, Arynn e Haruvien non potranno muoversi finché non li avrò guariti. Pertanto, se siete d'accordo la mia decisione è questa: voi, Yoshiro, condurrete i miei compagni fino allo Hyouga Ganseki. Avvertirete i samurai e se possibile vi metterete in cerca del Custode dell'Inverno, che a quanto pare si è nascosto nei monti Suihei.
Nel frattempo, io e Jekyll ci occuperemo dei ragazzi e quindi partiremo in cerca del Diamante Nero»
«Perdonatemi, maestro – intervenne Eruner – non sarebbe meglio che almeno uno fra voi e Jekyll ci accompagnasse?»
«Vi ho narrato molte volte della mia cerca del Diadema, Eruner, e temo che questo Diamante Nero non sarà molto più facile da trovare e neutralizzare. L'ultima volta, è bastato a stento l'aiuto di alcuni membri degli Antichi, quindi non intendo sottovalutare la situazione.
E poi... siete forse degli smidollati? Ai miei tempi, quando ero Aspirante, i Vassalli non si sognavano neppure di accompagnarci nelle nostre imprese; ce la dovevamo cavare da soli, in ogni situazione, per quanto ardua fosse l'impresa, eppure siamo sopravvissuti.
Inoltre, non sto certo affidando il destino del Katai a degli incompetenti. Voi siete fra gli Aspiranti più promettenti che ci siano in questo momento, dovete assumervi le vostre responsabilità nei confronti nel Regno. È questa la Via del Vassallo: servire il Regno secondo i propri talenti»
Quindi, dopo un attimo di silenzio, il Paladino di Atlantide riprese:
«Bene, ora basta discorsi e mettetevi in marcia.
Eruner, affido a voi il comando. Utilizzate il nostro collegamento telepatico per tenermi aggiornato, se la distanza fra di noi lo consentirà; io farò altrettanto. Quando lo incontrerete, portate i miei saluti a Senmeina: forse non si ricorderà di me, ma ci siamo conosciuti, qualche anno fa. E ricordatevi: Katai ha la massima priorità. Riportate i samurai nella capitale e difendetela a qualunque costo.
Albins, confido che abbiate mantenuto qualche contatto e che saprete come utilizzarlo. Occupatevi dei Sawamura, scoprite qual'è la loro posizione in questa vicenda. So che voi e Drago lavorate molto bene insieme, quindi vi consiglio di lavorare in coppia.
Infine, Claudium, vi affido Yoshiro. Le vostre arti difensive sono eccellenti, fatene buon uso. Quando questa storia sarà finita, conto di insegnarvi qualche nuovo scudo per la vostra “collezione”, nel frattempo allenate le tecniche che già conoscete.
E' tutto chiaro?»
Gli Aspiranti annuirono, risoluti.
BrightBlade si alzò in piedi e sguainò la spada.
«Allora buon viaggio, e che la Luce illumini il vostro cammino!»
Mentre parlava, il Vassallo levò la spada in alto, e per un attimo la lama sfavillò di luce propria.
I compagni avvertirono una strana sensazione di calore pervadere le loro membra, cancellando la stanchezza e riempendo i loro cuori di determinazione.
Uno dopo l'altro, abbracciarono i Vassalli e lasciarono la camera, decisi come non mai a raggiungere i monti Suihei e difendere Katai da qualsiasi esercito l'avesse attaccata.
Quando furono usciti, BrightBlade rinfoderò la spada e si voltò verso Jekyll.
«Ed ora, pensiamo ai ragazzi».


OT:
OK, da qui le nostre strade si dividono. Comunque, non vi lascio "soli": ogni tanto interverrò anche nella "quest degli Aspiranti" in base alla trama concordata con Eruner; inoltre, per qualsiasi dubbio o suggerimento mandatemi una mail!
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Maestro
11/02/2010 01:22
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Jekyll annuì, pensieroso, guardando gli Aspiranti che rapidamente si stavano allontanando, accompagnati da Yoshiro. L'effetto galvanizzante del lampo di luce emesso dalla spada del Gran Maestro aveva avuto su di lui un effetto certamente inferiore rispetto a quello creato sugli amici e non poteva non pensare che, forse, Eruner non avesse tutti i torti, d'altra parte...conosceva BrightBlade da molto tempo, ormai, anche se non aveva mai avuto occasione di combattere al suo fianco e sapeva bene che non era uomo da intimorirsi invano: se il Gran Maestro, infinitamente più potente di lui, riteneva che due Vassalli fossero indispensabili, e forse a fatica suffcienti, per la ricerca del misterioso artefatto, così doveva essere, senza contare che veramente Eruner, Albins, Drago e Claudium erano tra i migliori Aspiranti che il Regno avesse a disposizione.
<<Jekyll, siete turbato...>> disse il Gran Maestro, osservando attentamente il Vassallo dall'armatura d'argento: lo conosceva bene, era un suo allievo, aveva ascoltato la sua storia prima che arrivasse nel Regno, sapeva delle imprese da lui compiute...e sapeva che, anche se spesso tendeva ad appartarsi ed a diventare taciturno e riflessivo, difficilmente si impensieriva.
<<Nulla che non si possa affrontare più avanti, amico mio!>> rispose il Cavaliere del Nord, sfilandosi l'elmo argentato dal lungo pennacchio bianco <<Prima pensiamo ai fanciulli!>> sorrise.
BrightBlade annuì.
<<Occupatevi di Arynn...è più grande ed il suo fisico è certamente più resistente al veleno...io mi occuperò del piccolo Haruvien, che mi sembra in condizioni più compromesse!>>
Dopo un breve cenno di assenso, Jekyll si chinò sulla ragazza e, con un gesto della mano chiamò a sè il grande lupo bianco.
BrightBlade rimase ad osservare il compagno che bisbigliava nel morbido orecchio bianco mentre con una mano accarezzava il grande testone del lupo e non potè evitare di chiedersi quanto le nature di quei due fossero simili.
Dopo pochi istanti Eoden si allontanò ed andò ad accucciarsi all'entrata.
<<Eoden starà di guardia!>> commentò Jekyll con fare pratico.
I due Vassalli iniziarono a concentrarsi, ciascuno chino accanto al proprio piccolo paziente.
Il tempo passava lentamente, nel silenzio più totale, interrotto di tanto in tanto dal rumore di Eoden che cambiava posizione.
Nella testa di Jekyll tutte le informazioni e gli avvenimenti degli ultimi giorni si intrecciavano, si rincorrevano e, per quanto si sforzasse, il Vassallo non riusciva farsi un'idea precisa della situazione in cui si erano trovati immischiati...qualcosa sfuggiva ancora alla loro comprensione.
Luce ed ombra si alternarono nella camera nascosta. Lo sguardo tranquillo di Jekyll percorse il corpo della giovane Arynn e si rallegrò nel notare che era scomparsa quasi completamente quell'espressione di sofferenza che stravolgeva i fini lineamenti, mentre i suoi poteri di guarigione iniziavano ad agire ed il gelo emanato dalle sue mani rallentava gli effetti del veleno.
Luce e ombra si diedero ancora il cambio due volte nella piccola camera e Jekyll continuava a meditare, in un angolo lontano della sua mente, quando una mano sulla sua spalla lo toccò per poi ritrarsi velocemente.
Il Cavaliere del Nord si voltò di scatto, colto alla sprovvista.
<<Jekyll, dobbiamo fare una pausa! Sono già passati tre giorni e dobbiamo riposare anche noi...abbiamo ancora moltissime cose da fare e sarà bene essere nel pieno delle nostre forze!>> disse BrightBlade, osservando, curioso e divertito, il ghiaccio che gli aveva imprigionato la mano al semplice tocco dell'armatura d'argento.
<<Avete ragione!>> rispose il Cavaliere del Nord, alzandosi, mentre il Gran Maestro si liberava della gelida morsa.
Jekyll raggiunse Eoden all'ingresso della camera e lanciò un'occhiata all'ambiente circostante: riconosceva il rilievo di roccia su cui sorgeva la Jutaku, solo che ora ne erano lontani e la potevano osservare dal lato orientale. Sulla piana circostante la fortezza si vedevano alcune figure nere, ferme, intente ad osservare le mura possenti. Improvvisamente, una fiammata, di un vivido color verde, lampeggiò laddove doveva essere posizionato il Portale Cangiante e, poco dopo, l'eco lontana di un grido, che nulla aveva di umano, giunse ai Vassalli, faccendo loro accapponare la pelle...anche i bambini si mossero inquieti nel loro sonno senza sogni.
<<Rabbia, inquietudine, ansia e frustrazione!>> mormorò il Cavaliere del Nord.
<<Proprio così! Chiunque siano...non sono esseri umani, non sono amichevoli, ma sono molto determinati ad entrare nella Jutaku!>> disse il Gran Maestro, affiancandosi all'amico.
<<E non passerà molto tempo prima che capiscano che stanno percorrendo la via più sbagliata...poi inizieranno a cercare un altro ingresso..>>
<<...e, per allora, sarà bene essere già lontani di qui!>> terminò BrightBalde.
<<Eppure io ho come la sensazione di aver già incontrato quegli individui, almeno uno di loro...solo che ora ne avverto il potere e la presenza in modo molto più intenso!>>
BrighBlade scoccò all'amico un'occhiata interrogativa, mentre nella sua mente si iniziava a delineare una risposta.
<<Vetoio!!>> esclamò Jekyll, precedendo il compagno di poco <<L'ombra dalla spada di ambra!!>>
Il Gran Maestro annuì, pensieroso.
<<Loro sono l'altra forza in campo, ma questa volta non sono ombre...sono reali! Dovremo rinunciare alla nostra pausa, Jekyll, o rischieremo uno scontro che ora non possiamo permetterci!>> commentò, grave, il Vassallo, accennando con la testa ai due fanciulli ancora privi di sensi.
<<Rimettiamoci al lavoro!>> annuì Jekyll.
I due Vassalli rientrarono e nuovamente si chinarono sui due corpicini ancora inerti.
Ancora una volta luce ed ombra si alternarono, mentre le condizioni dei due fratellini continuavano a migliorare lentamente. Poi il silenzio fu squarciato da un urlo straziante, pieno di dolore e disperazione: i due Vassalli si scambiarono un'occhiata allarmata.
<<Qualcuno è stato punito per aver fallito!>> sentenziò BrightBlade, senza sapere quanto fosse vera la sua affermazione.
Eoden iniziò a ringhiare sommessamente e, subito, Jekyll gli si avvicinò.
<<Cosa succede, amico mio? Guai in vista?>> chiese il Vassallo al grande lupo bianco come se l'animale avesse potuto rispondergli: BrightBlade, però, iniziava a pensare che fosse proprio così...quei due parlavano tra loro due lingue completamente diverse, ma si capivano alla perfezione!
<<Sì...guai in vista!>> commentò il Paladino dall'armatura d'argento, rientrando.
<<Cosa intendete dire, Jekyll?>> chiese il Gran Maestro, con un velo di apprensione nella voce.
<<Cinque figure si stanno avvicinando...credo che siano esploratori! Non ci metteranno molto a scoprire l'ingresso di questa camera!>> il Cavaliere del Nord si guardò alle spalle rapidamente, sentendo il ringhio di Eoden aumentare di tono <<Gran Maestro, occupatevi dei fanciulli, poichè le vostre abilità sono maggiori delle mie...io penserò agli esploratori! Non percepisco una potenza particolare provenire da loro! Il nemico che mi preoccupa è rimasto davanti al Portale Cangiante! Se si avvicineranno tanto da poter scorgere l'ingresso a questa camera, Eoden ed io li fermeremo!>>
BrightBlade parve soppesare il piano di Jekyll, poi annuì.
<<Solo fate attenzione alla vostra aura, amico mio! Se l'avversario che avete incontrato a Vetoio è davvero così forte, vi percepirà!>>
<<Non temete, grazie ai vostri insegnamenti ho imparato a controllare la mia aura...>> disse il Cavaliere del Nord <<...anche se non riesco ancora ad annullarla completamente!>> ammise, poi, con un po' di reticenza.
<<Fate del vostro meglio!>> sorrise il Gran Maestro.
Jekyll indossò il cimiero d'argento ed uscì nella luce grigia, seguito da Eoden.
BrightBlade rimase in ascolto per qualche eterno minuto, poi tornò dai fanciulli: il più, ormai, era fatto, ma non si erano ancora ristabiliti completamente.
Rumori soffocati ed un tintinnio ovattato turbarono la concentrazione del Gran Maestro dopo circa tre ore, BrightBlade alzò la testa un'istante, i sensi tesi al massimo, poi, proprio mentre stava per ricominciare a curare i fanciulli, un'ombra riempì lo specchio della porta, oscurando la fioca luce che illuminava la piccola camera.
Il Gran Maestro saltò in piedi e si diresse subito incontro al Cavaliere del Nord.
Eoden gli saltò addosso, facendo le feste all'amico del suo padrone ed il Vassallo non potè non notare che il candido pelo del muso era macchiato di sangue nero.
Mentre cercava di contenere l'esuberanza del grosso lupo bianco, BrightBlade chiese regguagli al compagno.
<<Tutti eliminati e tutti cingevano al fianco una spada d'ambra...perdonate il ritardo, ma ho dovuto affrontarli uno alla volta, per meglio contenere la riduzione della mia aura, tuttavia non credo che abbiano avuto il tempo di comunicare, anche telepaticamente, con chi si trova davanti al Portale Cangiante>>
<<Tuttavia, dovremo lasciare questa camera il prima possibile! Non passerà molto tempo prima che il mandante di questi esploratori inizi ad insospettirsi nel non vederli tornare!>>
<<C'è dell'altro, amico mio!>> Jekyll tacque, mentre una ruga di preoccupazione comparve sulla sua fronte.
<<Cosa succede, Jekyll?>> chiese il Gran Maestro con voce grave.
<<L'ultimo esploratore ha pronunciato un nome, prima di spirare...un nome che mi ha molto turbato!>>
<<Quale nome?!>> volle sapere BrightBlade: ora nella voce del potente Vassallo iniziava a serpeggiare un timore sinistro.
<<Haruvien>> la voce del Cavaliere del Nord era perfettamente piatta, ma il suo volto era sgomento.
BrightBlade, Gran Maestro della Sacra Gilda dei Paladini del Regno di Blue Dragon, impallidì, sconvolto.
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Gran Maestro
12/02/2010 15:13
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

I quattro Aspiranti ormai avevano lasciato la Jutaku alle loro spalle ed il loro morale era carico come un fulmine pronto ad esplodere in qualsiasi momento.
L’atmosfera era tranquilla dopotutto una pianura verde e sconfinata si estendeva sul loro cammino, mentre le mura della dimora del defunto Tatsujin diventavano sempre più un punto lontano.
Eppure in quel momento Drago pensava a quanto aveva lavorato per sperimentare una tecnica il che gli permettesse di combinare un attacco da vero Paladino.
E così è giunto il momento della verità…ora si vedrà cosa sono riuscito a cogliere degli insegnamenti del Gran Maestro Brightblade…ah ben ricordo gli allenamenti nella palestra della Gilda, il sudore freddo che mi imperlava la fronte, lo sforzo immane che impiegavo nel riuscire a lanciare un incantesimo di cura seppur lieve. Prima o poi verrà il momento di sfoderare Prima Lux…ma il maestro mi ha avvertito…

Ben presto i ricordi lo portarono indietro nel tempo di due mesi nella palestra della Gilda dei Paladini.

Brightblade squadrò la Guardia Reale prima di proferir alcuna parola, dopodiché menzionò:
<< Drago i vostri progressi sono sufficientemente accettabili, ma ricordate che il Prima Lux che siete riuscito a sperimentare, assimilandolo ad Alba, dovrebbe essere la vostra ultima risorsa in un combattimento…senza contare che c’è una probabilità che rimaniate esausto >>.
La Guardia Reale aveva l’armatura che colava acqua, ma non era semplice acqua…bensì il suo sudore, come se non bastasse aveva anche il respiro affannoso, ciononostante riuscì a tirar fuori una risposta.
<< Hanf…hanf…hanf, lo so bene Maestro, inoltre è il mio primo attacco che riesco ad imparare, hanf, cercherò di non deludere le vostre aspettative e soprattutto di usarlo come ultima risorsa >> poco dopo Drago rovinò copiosamente lasciandosi sopraffare dal peso della sua armatura, sfinito per quanto fatto sino ad ora.

Improvvisamente qualcosa fece svanire i suoi ricordi.
<< Ehi Drago? Ci siete? >> una voce familiare riportò la mente della Guardia Reale alla realtà. Era Claudium che trottava col cavallo al suo fianco.
<< Ahem…sì non badate a me Claudium, sto bene >> rispose Drago chiudendo definitivamente il discorso.
Alla vista di uno strano albero ricurvo Albins si fermò destando la curiosità e lo stupore di tutto il gruppo. Stranamente l’albero con residue foglie, forse un faggio, sembrava, con la sua malformazione indicare a destre ed a sinistra contemporaneamente.
Intervenne Eruner spezzando l’attimo di silenzio generale.
<< A questo punto una domanda è d’obbligo, anzitutto vorrei sapere quanto distano i monti Suihei e se come ha detto Albins sono così sconfinati non riesco proprio a capire come faremo a trovare i Samurai ed il Custode del tempio dell’Inverno…indi dove si va? >>
Yoshiro sembrava mostrare poco interesse, forse perché ben sapeva che il Ninja aveva tutte le carte in regola per condurli nel posto giusto, l’unica pecca era il fare attenzione ai dettagli. Sicuramente di anno in anno la conformazione del terreno, le piante prima o poi cambiano, di conseguenza proprio per questo è necessaria una maggiore attenzione.
<< Dovremo fare un bel cammino questo è sicuro, inoltre per adesso è inutile chiedersi come faremo a trovarlo, prima dovremmo arrivare alle porte della fortezza dei Samurai >> fece un attimo di pausa poi continuò << Vi chiederete per quale strano motivo mi sia fermato, nulla di speciale, dovevo solo rendermi conto di imboccare la strada giusta, proseguiamo >> spronò il cavallo verso destra seguito dalla combriccola. Aguzzando bene la vista dei boschi si protraevano non molto distanti.
Dopo svariate ore di viaggio iniziò ad imbrunire ed il paesaggio intorno a loro era cambiato radicalmente, in effetti iniziavano a scorgere fra le cime degli alberi qualche monte, ma erano ancora ben lontani dal traguardo.
Ad un certo punto avevano deciso di fermarsi, dato che di notte avrebbero rischiato di perdere l’orientamento, nonostante vi fossero due persone fra di loro che conoscevano il territorio, inoltre non avevano toccato cibo sin dall’arrivo alla dimora del Tatsujin ed i loro stomaci per quanto fossero Aspiranti iniziarono a brontolare. Gli unici che sembravano non dare né segni di stanchezza né voglia di toccar cibo sembravano Yoshiro, Albins ed Eruner.
Ovviamente Claudium e Drago avevano un diverso equipaggiamento rispetto ai propri compagni, le armature offrivano buona protezione ma prima o poi facevano sentire il proprio peso.
Così Eruner un po’ a malincuore ed un po’nervosamente decise di accamparsi dove Albins ritenne opportuno, ovvero intorno ad un cerchio di piccole rocce, immersi nel verde, fra alberi secolari, arbusti, fiori e trappole piazzate appositamente dall’astuto Ninja.
Alcuni insetti avevano iniziato una guerra campale con il malcapitato Drago ed avevano deciso di non dargli tregua per il resto della notte, infatti una scenetta esilarante si presentò agli occhi degli Aspiranti…la Guardia Reale iniziò a spostarsi svariate volte tentando di trovare pace o almeno avere una piccola tregua da quel continuo ronzio insopportabile.
<< Ah, ma non è possibile perfino qui, sto iniziando ad odiare questo posto, anzi fra poco sfodero Alba e Tramonto menando fendenti alla cieca…hahaha >> borbottò Drago, visibilmente seccato ed un po’ rassegnato.
Gli Aspiranti sbottarono per tutta risposta in una fragorosa risata, persino il taciturno Yoshiro accennò un vacuo sorriso. Dopo aver finito di sistemarsi a dovere venne finalmente il momento di mettere qualcosa sotto i denti.
Finirono ben presto un pasto frugale a base di pane raffermo, un po’di sushi che ancora una volta fece rivoltare le budella della Guardia Reale e qualche polpetta di riso trafugata dallo stesso Drago, la quale era l’unico cibo che riteneva saporito e che riusciva ad ingerire.
I turni di guardia vennero assegnati dall’elfo guardingo come non mai e forse un po’pensieroso, aveva un unico occhio ma se ben osservato gli si poteva leggere dentro.
Il primo ad iniziare fu Yoshiro. La notte fu tutt’altro che tranquilla. Ululati e rumori poco rassicurabili infondevano un’aria di mistero e pericolo, anche se il monaco oramai eletto a Custode non mostrava paura, piuttosto sembrava sospettoso, percepiva un qualcosa nell’aria ma non riusciva a capire cosa.
Non molto distante due figure coperte in volto, eccezzion fatta per gli occhi, confabulavano tra loro sussurrando.
<< Era ora, finalmente si sono divisi, Jan fai preparare il resto dei Ninja e ricorda loro che se falliscono saggeranno il dolce harakiri o peggio la mie katane >> concluse quello che sembrava essere il capo dei manigoldi, facilmente distinguibile per le sue katane molto diverse e per uno strano cinturone viola che portava.
<< Sawamura al mio ordine preparate l’attacco e state attenti alle trappole! >> disse colui che doveva essere Jan sempre con uno strano tono silenzioso.
Forse i sospetti di Yoshiro sarebbero presto diventati reali.
Il monaco Custode, non sentendosi a suo agio, preferì destare tutti riferendo loro questa strana sensazione di sospetto che provava. L’attacco cominciò ma quello che i Ninja trovarono non fu affatto quello che si aspettavano di trovare, fagotti svuotati, legna da ardere ormai sopita da tempo e giacigli vuoti.
Su di un’altura, piuttosto distante ma ben visibile dal campo vuoto dove i Ninja avevano attaccato, un elfo sorrise beffardo e divertito. Eruner, giorni prima, aveva avvertito il suo gruppo telepaticamente del pericolo che incombeva alle loro spalle, proprio per questo tutti avevano collaborato organizzando la messa in scena del campo vuoto, sia per sorprendere i propri inseguitori e chissà forse anche prenderli alla sprovvista.

OT- Ecco il post finito,spero vi piaccia, libera inventiva per il combattimento, per chi vuole postare continui anche come meglio crede. -OT
[Modificato da Drago.89 12/02/2010 15:15]
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Gran Maestro
14/02/2010 12:56
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

OT- Vi informo che ben presto posterà Albins, abbiamo già concordato un possibile seguito. Per cui chiedo ancora un po'di pazienza. [SM=x92705] -OT
15/02/2010 14:23
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

ot
Non per criticare, va benissimo fin qui, ma prima di scrivere alcunchè vada oltre il semplice viaggiare (intendo traguardi importanti), informatemi. La storia l'abbiamo creata Bright e io, quindi, alla prova dei fatti, non vorrei andaste troppo al di là del deciso. Tolto questo, divertitevi a inventare tutti gli scontri che volete, ma non eccedete nel numero. Non per altro, ma dobbiamo tenere conto del fatto che Eruner ha più di 300 vp, mentre gli altri pg sono "nettamente" meno forti... Insomma, un avversario molto ostico per lui è virtualmente mortale per voi. [SM=x92713] Inoltre, al di là della potenza nuda e cruda, nei punti sono calcolati anche resistenza, esperienza, necessità di riposo e cose simili; è stata molto apprezzata la frase di Drago sul bisogno del riposo che viene visto in metri differenti. Non è per manie di potenza o arroganza, solo che rende molto più credibile l'intera storia dare queste piccole sfumature! [SM=x92702]
(Sto diventando una versione mescolata fra Bright e Otrebmu... [SM=x92712] )
[Modificato da Eruner 15/02/2010 14:26]
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Gran Maestro
15/02/2010 15:50
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

OT- Scusa Eruner ma io prima di postare avevo già fatto vedere la mia continuazione a Brightblade...e dopo averla visionata mi aveva detto che non c'era nessun problema. Per quanto riguarda gli avversari ostici, non dubito che un avversario forte per te Erunere sia ostico per noi, questo mi sembra più che ovvio...ho infatti concordato con Albins di far combattere te con il capo che sarebbe un osso duro. Alfine non sapevo che avrei dovuto informare anche te, comunque se per caso qualcosa non è coerente sono prontissimo a cancellare. [SM=x92713] -OT
15/02/2010 18:02
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

ot
No, no, ma infatti la mia non era una critica! Era solo per dire che, visto che ora ci siamo divisi è più immediato che chiediate a me, anche perché così riesco a farmi un'idea della direzione che prende la faccenda come diretto interessato. L'off-topic voleva essere una nota per il futuro, non un rimprovero. Nel caso qualcosa non mi tornasse, ne parlerei con Bright per avere una seconda opinione, ma visto che le storie sono due è più semplice che ognuno dei due ideatori si concentri su una soltanto.
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:24. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com




Vota bluedragon.it nella MTprox Top100