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Le Falci dei Custodi

Ultimo Aggiornamento: 13/03/2013 13:09
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23/07/2009 19:50
 
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OT:
1) In effetti è una riflessione piuttosto complicata, ma non credo di poter chiarificarla meglio se non con un saggio breve sulla concezione del tempo - che non è il caso di fare qui.
Semplificando brutalmente la questione, la riflessione del monaco è sull'importanza delle ricorrenze (ad esempio Natale o il proprio compleanno) che ritornano sempre uguali eppure segnano lo scorrere del tempo, e che per qualcuno che è eterno invece sono prive di significato.
Una riflessione che, sebbene può apparire "orientaleggiante", in realtà è comune a tutte le culture prodotte dall'uomo, Occidente in testa: come se commemorare, festeggiare e istituire ricorrenze fosse essenziale alla nostra vita. E, del resto, "ricordati di santificare le feste" non è forse il 2° Comandamento?

2) Acc... si vede che quel giorno ero prodigo di "l"... [SM=x92706]

4) Boh? Bisognerebbe chiederlo al Sommo! Comunque, gli elfi con le orecchie a sventola sono credo "alla manga giapponese", mentre quelli con le orecchie dritte sono "alla Tolkien".

5) In verità, in un'ambientazione orientale come il Katai il numero progressivo in caratteri romani sarebbe ben più strano dell'ereditare lo stesso nome del proprio predecessore!
Comunque sì, ho letto la Belgariad e il Malloreon: due saghe bellissime!

PS: Il libro mi interessa moltissimo: puoi mandarmi il titolo con una FFZmail o via mail normale?
[Modificato da BrightBlade 23/07/2009 19:54]





BrightBlade
Vassallo e Ambasciatore del Regno di Blue Dragon
Gran Maestro della Gilda dei Paladini di Blue Dragon
___________________________________________
I Giardini di Atlantide
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Eroe
24/07/2009 14:16
 
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OT

1) Capito...
In effetti, più che il ragionamento in sé, quello che non capivo era,
perché una vita immortale dovesse comportare una perdita d'identità...

2) Per non parlare di quella "y"... Vabbè, nessuno è perfetto...

3) Capito...

4) Beh, sarebbe la trasposizione nel nostro sistema di scrittura di uno dei loro ideogrammi, non credo sia poi così strano...
In ogni caso, si può fare benissimo anche nell'altro modo, basta spiegarne il perché...

5) Allora perché non le hai recensite? Nella Biblioteca non le vedo (a proposito della Biblioteca... Ho notato che l'ordine dei titoli è rigorosamente alfabetico, così che, se cerchi libri dello stesso ciclo o dello stesso autore, magari devi fare i salti mortali per trovarli... non è che si può fare qualcosa?)... In ogni caso hai ragione, David Eddings è un vero maestro del genere...

P.S. Subito, capo!
[Modificato da Vodia 24/07/2009 14:18]
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Sesso: Maschile
Maestro
18/08/2009 00:54
 
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Le porte della città di Katai erano aperte e, nonostante fosse ancora abbastanza lontano da esse, Jekyll poteva già sentire i rumori della città: le grida dei mercanti, il rumore scrosciante delle ruote dei tanti carri sull'acciottolato, le urla dei bambini che giocavano.
Mentre avanzava lentamente, il Vassallo si concentrò per cercare il Gran Maestro della Gilda dei Paladini: sentiva la sua aura come se fosse ovattata e, ora che si avvicinava alla città, si accorse anche di altre aure...aure note: distingueva chiaramente Eruner, Claudium, Drago ed Albins.
Un sorriso distese le labbra del Cavaliere del Nord al ricordo delle avventure vissute con Albins, Claudium e Drago.
-Cosa avete da sorridere, straniero?- ringhiò una voce.
Jekyll, perso nelle sue meditazioni, era giunto ormai in prossimità dell'ingresso alla città e le dieci guardie armate, poste di sentinella, lo avevano scorto e gli erano andate incontro.
-Forse vedi qualcosa di divertente in noi o nella nostra città?-lo interrogò una voce rauca e fonda, che appartenva ad una sentinella tanto tarchiata da sembrare stretta dentro la sua armatura.
-Perdonatemi, signori! Non sorridevo nè della vostra città nè di voi...stavo pensando a ciò che mi ha detto qualche tempo fa un mio amico, di ritorno da questo splendido paese.
-E cosa vi ha raccontato, di grazia, di così divertente da strapparvi ancora un sorriso?- volle sapere una delle guardie, puntando al petto dello straniero una lancia dalla punta sottile.
-Nulla...anzi! Ricordo che questo mio amico si è prodigato in descrizioni dettagliate della vostra città. Egli crede di essere un grande oratore, ma ora che sono qui, mi rendo conto che, nonostante tutti i suoi sforzi, non è riuscito a rendere assolutamente giustizia allo splendore della città!- rispose, pacato, Jekyll.
Il Vassallo, avvolto nel suo ampio mantello, era riuscito, fino ad ora, a nascondere buona parte della sua armatura e soprattutto le proprie armi, ma temeva di venire smascherato, se non fosse riuscito ad allontanarsi da quelle guardie in tempo: certo avrebbe potuto sopraffarle, ma non sarebbe stato saggio...almeno fino a quando non fosse riuscito a rintracciare BrightBlade ed ad avvisarlo del libro che aveva lasciato in custodia di Eoden e dei due fanciulli.
-Lo credo bene, straniero! Nessuno è in grado di decantare la meraviglia del Katai con una lingua mortale...solo gli dei conoscono parole così perfette!- sentenziò la sentinella tarchiata, mentre con lo sguardo continuava a studiare lo straniero.
-Comunque...cosa vi porta in Katai, messere?- volle sapere una guardia dai lunghi capelli neri e dal viso profondamente segnato.
Per un attimo Jekyll fu tentato di rispondere come aveva fatto entrando a Vetoio, solo qualche giorno prima, ma sapeva che una risposta scontrosa avrebbe scatenato lo scontro: da tutto quello che lo circondava, il Vassallo percepiva tensione e sospetto.
-Nessun affare particolare, signori! Vengo dal Nord per ammirare il vostro paese, niente di più...solo per ammirazione!- rispose, tranquillamente, Jekyll.
Le guardie fecero per ribattere, ma vennero richiamate all'ordine: il ragazzino che era stato messo alle costole di due stranieri in giro per il mercato era improvvisamente scomparso...e la stessa cosa era successa agli uomini pedinati.
Le sentinelle si allontanarono malvolentieri, perchè avrebbero voluto continuare a giocare con l'uomo che avevano fermato, già molti pensavano a cosa avrebbe fatto se lo avessero arrestato e torturato...in realtà, avrebbero dovuto ringraziare la loro buona stella, ma questo non potevano saperlo.
Jekyll potè, così, entrare in città e, prima che qualcuno potesse notarlo, si mescolò tra la folla e si diresse verso il palazzo dello Shogun.
-Gran Maestro, amici, aspettatemi!- mormorò.

Ot-Ciao, ragazzi, sono tornato! Tutto bene? -Ot
[Modificato da @Jekyll@ 18/08/2009 01:21]
19/08/2009 14:09
 
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OT- Tutto benone grazie. Aspettiamo adesso che Bright continui con la festa a palazzo e magari nel frattempo si uniscono Eruner e gli altri. -OT
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Maestro
09/09/2009 19:46
 
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NdBright:
Ho modificato l'ultimo post di Claudium per renderlo coerente a quello che inserirò nei prossimi giorni. Per tutti i partecipanti, al ritorno dai vostri incarichi (raccogliere informazioni e preparare il cosiddetto "intruglio malefico") BrightBlade non è presente nella discussione narrata nel post di Claudium (che ho quindi modificato leggermente).
Scusate per la mia assenza, ma sto vivendo mesi movimentati!
[SM=x92706]
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Gran Maestro
09/09/2009 21:20
 
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OT-Non preoccuparti Brightblade,tutti abbiamo momenti che ci portano a stare lontano dal Regno.A proposito era l'intruglio canterino non malefico.[SM=x92706]-OT
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Maestro
10/09/2009 16:56
 
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Sebbene avesse viaggiato in lungo e in largo, Jekyll non era del tutto preparato allo spettacolo della cosiddetta “capitale d'Oriente”. Il Vassallo si era aspettato di trovare una grande città commerciale: ed in effetti Katai lo era, ma in un modo del tutto inatteso.
Le strade pullulavano di venditori intenti a decantare le virtù delle loro merci, come avveniva a Direnia o a Griferia nei giorni di mercato, ma al posto del vociare concitato che caratterizzava quei luoghi, la città era avvolta in un brusio discreto, simile al mormorio di un grande mare ascoltato da dietro una collina. Persino gli odori erano diversi: Jekyll si sarebbe aspettato una miscela pungente di spezie e invece, almeno a quell'ora – era ormai pomeriggio inoltrato – l'aria profumava di muschio e riso fermentato.
Persino i movimenti della gente erano diversi: le persone camminavano rapidamente, a testa bassa, fermandosi per salutare con inchini aggraziati qualche conoscente. L'effetto era quello di una folla “ordinata”, completamente estranea all'esperienza del Vassallo.
Katai si mostrava agli occhi dello straniero nel suo abito migliore: eppure, dopo avervi passeggiato per mezz'ora, Jekyll iniziò a scorgere anche i lati più oscuri della città.
Se le vie principali erano grandi e pulite, i vicoli laterali erano spesso poco più che stretti e oscuri passaggi, specialmente in periferia, ed erano per lo più occupati da mendicanti o da ragazze poco più che quindicenni che si affacciavano appena sulla strada maestra e ammiccavano ai passanti con aria fin troppo esperta, chissà se per concedersi o per derubare.
Un altro dettaglio ad avere inizialmente colpito il Cavaliere del Nord era la quasi totale assenza di guardie: a parte quelle incontrare all'ingresso, aveva scorto una sola pattuglia. D'altronde, aveva pensato Jekyll, una città così tranquilla e pulita non sembra proprio averne la necessità...
In realtà, il Vassallo si era ben presto accorto che le strade – e più ancora i tetti – pullulavano di uomini intenti semplicemente a “osservare”. Qualche minuto prima, aveva incrociato lo sguardo con uno di questi guardiani invisibili e ne aveva dedotto che si trattava di avversari temibili. Il ninja – o qualsiasi cosa fosse quell'uomo – non lo aveva degnato che di un rapido sguardo, ma Jekyll immaginò che, se avesse suscitato l'interesse di quegli uomini, sarebbe stato decisamente difficile sfuggire ai loro occhi implacabili.
Mentre pensava, Jekyll era intanto giunto al Kanjoudoro, la più grande strada della città, che si avvolgeva come un anello attorno al Palazzo dello Shogun. Con disdetta, il cavaliere si accorse che l'ingresso al Palazzo era proprio dall'altro lato.
Beh, un lato vale l'altro, pensò il Vassallo, e scelse di aggirare il Palazzo da destra.
All'inizio, quando era entrato in città, riusciva a percepire abbastanza chiaramente l'aura di BrightBlade, ma in quel momento non avvertiva nulla. L'atlantideo aveva deciso di nascondere la sua posizione: un comportamento strano per un Paladino abituato ad affrontare a testa alta qualsiasi minaccia.
Metodi insoliti per una città insolita...
All'improvviso, Jekyll si fermò. Gli era sembrato di sentire un grido, ma attorno a lui la gente continuava a camminare come se nulla fosse. Devo avere i nervi a fior di pelle...
Il Vassallo stava per rimettersi a camminare, quando udì di nuovo un grido, questa volta distintamente.
Portando istintivamente le mani alle armi, il Cavaliere del Nord si guardò attorno. I passanti continuavano a passargli accanto, ignari di tutto. Mentre scandagliavano la folla in cerca di possibili minacce, i suoi occhi furono attratti da uno sprazzo di colore in movimento.
Guardando meglio, il Vassallo fece appena in tempo a vedere una persona – forse una donna – scomparire in un vicolo buio trascinata da una figura ammantata di nero.
Senza perdere tempo, si precipitò in quella direzione, mentre un silenzioso campanello di allarme squillava nella sua testa.
C'è qualcosa che non va...
Attraversata la strada, Jekyll entrò nella stradina. Stava facendosi sera, ma il Kanjoudoro era ancora ben illuminato dal sole: il passaggio dal grande viale al vicolo fu come un tuffo in un'ampolla di inchiostro nero.
Quando gli occhi si abituarono all'oscurità, il Vassallo scorse un movimento in fondo al vicolo. Dopo aver raggiunto di corsa il punto in cui la strada svoltava, colse il guizzo di un mantello nero nel vicolo successivo, e la stessa cosa avvenne nei tre incroci seguenti, senza che il Cavaliere del Nord riuscisse mai a vedere chiaramente le persone che stava pedinando. Non riusciva neppure a capire se stesse guadagnando terreno: a volte, il grido della persona in pericolo – Jekyll aveva concluso dalla voce che doveva proprio essere una donna – sembravano venire da dietro l'angolo, ma a ogni svolta il Vassallo riusciva appena in tempo a scorgere un indizio sulla prossima direzione delle figure che lo precedevano.
Dopo almeno venti minuti di svolte, Jekyll si fermò in una piccola corte, respirando affannosamente.
L'aria, in quel dedalo di viuzze e stretti passaggi, era fin troppo stagnante, e le casupole erette una accanto all'altra, in una precaria lotta per l'esiguo spazio disponibile, rendevano l'atmosfera opprimente persino in quello slargo. Grazie agli anni trascorsi all'avventura, il Vassallo aveva ancora un'idea della direzione da prendere per tornare sul Kanjoudoro, ma il percorso a ritroso gli sarebbe costato molto più tempo. Per di più, sembrava che i malfattori fossero finalmente riusciti a seminarlo.
«Maledizione!» borbottò il Cavaliere del Nord.
Si voltò per tornare sui suoi passi, ma due figure sbucarono dal nulla a sbarrargli la strada, ed il rumore di passi felpati suggerì al guerriero che alle sue spalle la situazione non era migliore.
«Chi siete?»
Gli sconosciuti non risposero, ma guardandole meglio Jekyll iniziò ad avere qualche sospetto ed i suoi dubbi si tramutarono in certezza quando una delle figure parlò:
«Consegnateci il libro e i mocciosi»
Con un fluido movimento, il Vassallo sguainò le sue due armi, la Sciabola d'Argento e la Spada di Acciaio Azzurro, preparandosi ad affrontare nuovamente i predoni che aveva già sconfitto a Vetoio.
«Non ci penso nemmeno!»
Senza il minimo preavviso, le figure attaccarono.
Jekyll aveva di fronte a sé due combattenti e aveva valutato che ce ne fossero altrettanti alle sue spalle. Ciò che non si aspettava erano i nemici che si lanciarono su di lui dai tetti delle catapecchie.
Nondimeno, il Vassallo non si diede per vinto. Ben sapendo di non poter resistere a lungo completamente circondato, condusse abilmente lo scontro fino a un porticato, che si affacciava sulla corte. Sfruttando come copertura le solide travi di legno che sorreggevano i piani superiori della casa, il Vassallo diminuì di molto le direzioni da cui poteva essere attaccato, e lasciò che le sue due spade guizzassero liberamente fra i nemici.
Con una finta di corpo, riuscì a deviare uno contro l'altro gli assalti di due predoni, che crollarono a terra ai suoi piedi. Un attimo dopo, il Vassallo ruotò sul piede destro, spostandosi da un lato all'altro di una trave mentre le spade ambrate degli avversari si piantavano nel legno nel punto in cui si trovava poco prima. Senza dar tempo ai nemici di liberare le proprie lame, Jekyll li abbatté con un unico, largo fendente della sciabola, mentre la Spada di Acciaio Azzurro deviava all'esterno un affondo diretto al petto del cavaliere.
Dopo essersi sbarazzato di quell'avversario con una raffica di colpi micidiali, il Cavaliere del Nord si guardò attorno. Dai vicoli, continuavano a sbucare nuovi avversari; quanto a lui, l'inseguimento lo aveva affaticato non poco, ma non disperava di poter tenere testa ai predoni. Per quanto avessero il vantaggio del numero, presi singolarmente erano del tutto inferiori al Vassallo in quanto a abilità con le armi, e sembravano non disporre di alcun potere magico all'infuori dell'illusione con cui lo avevano presumibilmente attirato nella trappola.
I successivi cinque minuti videro la piccola piazza tramutarsi nel luogo di un massacro: i predoni accorrevano da ogni lato, ma Jekyll, spalle al muro, li metteva implacabilmente fuori combattimento, uno dopo l'altro.
Se continuano così, ben presto ci saranno troppi cadaveri per combattere, pensò mestamente il Vassallo. Aveva ormai abbattuto una quindicina di avversari e iniziava ormai a vedere i primi cenni di indecisione negli occhi dei nemici.
Si mosse per parare un nuovo affondo da destra, ma uno dei predoni sull'altro lato lo colpì di striscio a una gamba. Jekyll cadde in ginocchio, e il colpo ricevuto gli salvò la vita: una frazione di secondo dopo, tre dardi piumati si conficcarono con uno schiocco sordo nel muro di legno proprio sopra la sua testa.
Alzando gli occhi, Jekyll vide altrettanti predoni, probabilmente arrivati solo in quel momento, ricaricare freneticamente le balestre. Tuttavia, dovette di nuovo concentrarsi sugli avversari più vicini a lui, evitando gli affondi delle spade con una capriola e tornando in piedi.
Dopo aver disarmato il combattente più vicino e trafitto altri due predoni con una mossa degna di un manuale di scherma, il Vassallo si voltò e menò un fendente d'istinto: la spada si mosse appena in tempo per intercettare due dei dardi diretti contro cavaliere, ma un terzo lo colpì alla spalla sinistra. L'armatura argentea del Cavaliere del Nord assorbì gran parte del colpo e impedì alla punta avvelenata di trafiggere le carni del Vassallo, che però cadde a terra per la forza del colpo.
Immediatamente, i predoni si fecero sotto.
Jekyll si rialzò con un balzo, pronto a difendersi, ma percepì qualcosa di mortalmente veloce sfrecciare a un palmo dal suo orecchio destro. Il primo dei predoni si bloccò a mezz'aria, la spada sollevata sopra la testa in un affondo che non sarebbe mai arrivato, mentre il secondo lasciò cadere la spada, stringendosi il petto prima di stramazzare al suolo: entrambi erano stati colpiti da frecce piumate di bianco e azzurro.
Un gorgoglio raccapricciante gli comunicò che anche uno dei balestrieri era stato colpito.
Un attimo dopo, udì il suono familiare di due spade simili alle sue che venivano sguainate.
«Volete i balestrieri o gli schermidori?» chiese BrightBlade, ponendosi al suo fianco.
«Visto che ve ne intendete, lascio a voi le armi da tiro» rispose il Cavaliere del Nord, voltandosi verso i predoni rimasti.
Se un Vassallo rappresentava una sfida ai limiti dell'impossibile per i predoni, la presenza di due di loro era semplicemente troppo.
Gli altri due balestrieri si diedero alla fuga senza neppure finire di ricaricare le balestre, ma uno di loro fu troppo lento: BrightBlade lo centrò con un fendente di piatto della Lama di Atlantide talmente violento da scaraventarlo a tre metri di distanza; dall'altro lato, libero dalla preoccupazione dei quadrelli in arrivo, Jekyll diede libero sfogo alla sua perizia nel combattimento con due lame, spazzando via i predoni rimasti come un'onda su un castello di sabbia.
Dopo aver pulito le spade dal sangue scuro dei nemici, i due Vassalli si strinsero in un forte abbraccio.
«Cosa ci fate in Katai, Jekyll?» domandò quindi BrightBlade.
«E' una lunga storia, ma vi riferirò il nucleo: mentre ero a Vetoio per conto del Sommo, mi sono imbattuto in due fanciulli che si erano messi sulle vostre tracce su consiglio di Syrienne».
All'udire il nome della sua amata, il Paladino di Atlantide ebbe un sussulto. La sua vita come servitore del Regno gli concedeva poco tempo per stare con lei, eppure il legame che li univa non aveva fatto che crescere con la distanza.
«I due fanciulli, Arynn e il piccolo Haruvien, hanno con loro un libro che dicono di poter consegnare soltanto nelle vostre mani e una profezia della Sacerdotessa. Se ho ben capito, qualcuno si è messo alla ricerca di un certo Cristallo Nero, vi dice nulla?».
Il volto di BrightBlade si rabbuiò. Erano passati molti anni da quando si era conclusa la sua cerca del Diadema, e l'atlantideo aveva iniziato a sperare che il suo passato lo lasciasse in pace.
«Purtroppo sì. Si tratta di uno dei tre artefatti più potenti mai forgiati dalla mia gente. Gli altri due sono il Diadema e la Verga del Potere».
Per recuperare il Diadema, BrightBlade aveva affrontato l'avventura più difficile della sua lunga vita; aveva conosciuto Syrienne, è vero, ma aveva anche rischiato di perderla per sempre...
«Subito dopo l'arrivo dei ragazzi – stava continuando Jekyll – mi sono scontrato con una creatura malefica, probabilmente un'ombra, che ha cercato di sottrarmi i fanciulli prima a Vetoio e poi nel tunnel sotto il Gran Massiccio. Costoro – disse, indicando i corpi disseminati attorno a loro – sono i seguaci di quella creatura. Mi stupisco di trovarli anche qui in Katai»
«Dove si trovano i fanciulli, ora?» domandò l'atlantideo.
«Li ho lasciati fuori città con Eoden. Katai mi sembrava pericolosa e purtroppo le mie sensazioni erano corrette. Sarà meglio andare: se hanno trovato me, potrebbero trovare anche loro».
Il Cavaliere del Nord fece per avviarsi, ma il Gran Maestro lo trattenne.
«Aspettate».
Avvicinatosi all'uomo che aveva stordito poco prima con il fendente di piatto, BrightBlade lo schiaffeggiò con violenza. Il predone aveva sembianze umane, ma la pelle era nera e vagamente traslucida, come quella dei drow. Non appena ripresosi, il manigoldo si guardò attorno in cerca di un'arma, ma l'unica nei paraggi era la Lama di Atlantide puntata minacciosamente alla sua gola.
«Chi siete?»
Per tutta risposta, il farabutto sputò in faccia al Paladino.
BrightBlade si pulì con calma studiata la guancia, su cui aveva lasciato crescere una barbetta incolta. Quindi, tornando a fissare il suo prigioniero con sguardo glaciale, ripeté la domanda.
«Uccidetemi: non vi dirò niente» sbottò quello.
Improvvisamente, BrightBlade rinfoderò la spada, sotto lo sguardo stupito di Jekyll.
«In questo caso, allora, ascoltatemi attentamente. Tornate dal vostro padrone, chiunque egli sia, e ditegli che se desidera così tanto quel libro, farebbe bene a venirselo a prendere di persona, invece che mandare avanti dei buoni a nulla come voi. E ora filate!»
Ancora incredulo per essere stato lasciato in vita, il predone si rialzò in piedi incespicando e si precipitò verso un vicolo. Non erano passati che pochi istanti, tuttavia, quando la sua espressione passò dalla gioia alla paura e quindi al dolore. L'uomo si portò una mano alla gola, da cui sporgeva un piccolo dardo piumato, quindi crollò a terra rantolando, in preda alle convulsioni.
Immediatamente, i Vassalli sguainarono le armi, ma nessun dardo venne scagliato in loro direzione: evidentemente gli aggressori non ignoravano la famosa immunità al veleno dei Paladini. Dopo diversi secondi di attesa, i due rinfoderarono le spade e si avvicinarono al predone.
La morte lo aveva paralizzato in una posizione grottesca, le membra contorte bloccate negli ultimi spasmi incontrollati prima della fine. Una bava giallastra gli aveva riempito la bocca, colando su una guancia fino a terra.
Con un sospiro, Jekyll si voltò verso l'amico.
«Ma fanno sempre così da queste parti?»
BrightBlade annuì con sguardo tetro.
«Sembra sia un'usanza abbastanza consolidata. Non è il primo che vedo morire in questo modo, e posso assicurarti che il veleno di quei dardi è dannatamente efficace».
«Lo credo bene» disse Jekyll, scoccando un'occhiata al cadavere ai suoi piedi.
«Tuttavia, non capisco – continuò il Cavaliere del Nord – non stava per rivelarci informazioni importanti, o qualcosa di simile...».
BrightBlade si era chinato sul corpo, e aveva raccolto il dardo avvelenato.
«Ma aveva fallito» disse quindi, mentre riponeva l'oggetto in una tasca del mantello, dopo averlo avvolto con un fazzoletto di stoffa.
«In compenso, forse Albins saprà identificare questo dardo, anche se credo di sapere già a chi appartenga...».
«Ma che diamine sta succedendo qui a Katai?» domandò Jekyll.
«Ve lo racconto strada facendo. Si sta facendo sera, e devo tornare a Palazzo entro la notte. Portatemi dai ragazzi» rispose BrightBlade, incamminandosi con l'amico.

OT: lascio a voi il compito di descrivere la prima parte della festa, in cui gli ospiti vengono introdotti in una specie di "buffet". La scena dovrebbe concludersi con l'esibizione di una danzatrice, dopodiché arriviamo io e Jekyll e probabilmente anche i ragazzi.
Nel frattempo, io e Jekyll scriveremo la parte in cui io incontro Arynn e Haruvien e poi torno a Katai in tempo per il clou della festa di Hidetada. Scusate per la lunga assenza!
[Modificato da BrightBlade 11/09/2009 13:04]
10/09/2009 17:38
 
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OT- Capito le direttive. Scudi di luce creati da Jekyll? Ma così mi fate perdere l'esclusiva [SM=x92707]
Comunque bel post e bello scontro [SM=x92702] -OT
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10/09/2009 17:51
 
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OT:
Claudium, 10/09/2009 17.38:

OT- Capito le direttive. Scudi di luce creati da Jekyll? Ma così mi fate perdere l'esclusiva [SM=x92707]
Comunque bel post e bello scontro [SM=x92702] -OT


Se devo proprio dirla tutta, anche io ho un mio personale scudo di luce (che evoco dicendo "Khan", che in atlantideo significa sia "scudo" che "signore" o "re"... ed è una citazione di un noto cartone giapponese). Comunque hai ragione, si vede che le mie ultime letture mi hanno vagamente influenzato!
[SM=x92706]
In ogni caso, modifico leggermente il post!
[SM=x92702]
10/09/2009 18:33
 
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OT- Ma figurati Bright, stavo scherzando. Ho messo al mio pg la cosa degli scudi per dargli una sorta di "marchio" di riconoscimento ma tranquillo, va bene anche se la usano altri. Dopotutto anche Gianlù usava una mossa simile se ricordo bene -OT
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Maestro
13/09/2009 16:52
 
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I due lasciarono vagare lentamente lo sguardo sul selciato della piccola piazzetta, ormai completamente ricoperto dai corpi dei predoni, poi, i sensi all'erta, si avviarono nel dedalo di viuzze per tornare sul Kanjoudoro.
Il Cavaliere del Nord si sfilò l'elmo dal lungo pennacchio bianco e lo osservò pensieroso.
Sono in missione da un giorno ed è già lordo di sangue!! meditò tristemente.
BrightBlade osservava l'amico, divertito: da poco tempo era stato elevato dai Sommi al rango di Vassallo ed aveva l'impressione che si sentisse ancora un po' frastornato nel suo nuovo ruolo.
Jekyll si sentiva molto sollevato: aveva trovato il suo Gran Maestro e, con al fianco il Vassallo più potente dello Regno, sentiva crescere nel cuore la sensazione che tutto si sarebbe risolto per il meglio.
Mentre camminavano a passo non troppo celere per non destare curiosità e sospetti, BrightBlade raccontò brevemente la storia della sua ricerca del Diadema e ragguagliò il compagno sul motivo della loro missione in Katai e sulla complessa situazione politica interna alla città che avevano incontrato al momento del loro arrivo.
Jekyll rimase in silenzio, meditando sulle parole del suo Gran Maestro.
<<Questo spiegherebbe, almeno in parte, l'urgenza con la quale i Sommi mi hanno inviato in Katai per cercarvi!>> mormorò Jekyll, guardandosi intorno.
Erano giunti nuovamente sul Kanjoudoro: il giorno era ormai morente e già le prime fiaccole venivano accese agli angoli delle strade, mentre l'ombra della sera oscurava il grande palazzo dello Shogun. Non c'era più traccia delle bancarelle e della folla ordinata che fino a pochi istanti prima aveva riempito le vie della città di Katai, che ora appariva più simile ad una città fantasma che ad una capitale ricca e splendente.
BrightBlade indugiò con lo sguardo sulla sagoma scura del grande palazzo intorno al quale si snodava il Kanjoudoro, riflettendo su quanto sarebbe accaduto da lì a poco all'interno delle sue ricche sale.
<<Che strana atmosfera!>> commentò Jekyll, guardandosi intorno.
Il Gran Maestro annuì, il viso contratto in un'espressione tetra, poi si volse nuovamente verso l'amico.
<<Come siete giunto fino in Katai, Jekyll? Io e gli altri siamo partiti dallo Regno già da molte settimane ed abbiamo viaggiato con la nave più veloce!>>
<<Quando attraversai il tunnel sotto il Gran Massiccio, dopo aver affrontato l'ombra dalla spada di ambra, trovai una pietra geomantica!>> gli rispose il Cavaliere del Nord, mentre un piccolo gruppetto di persone si affrettava, diretto verso uno dei molti vicoli che si aprivano nella grande strada circolare su cui stavano camminando i due Vassalli.
<<Una pietra geomantica?!>> lo stupore si dipinse sul viso del Paladino di Atlantide <<Come è possibile, Jekyll? Siete arrivato in Katai usando una pietra geomantica?>>
<<Non certo per merito mio, Gran Maestro!>> si schernì il Cavaliere del Nord <<I Sommi hanno usato il loro potere per farci giungere in Katai...temo di non essere in grado di usare una pietra geomantica!>>
I due Paladini si avviarono per la maggiore delle strade che si intersecava con il Kanjoundoro, la strada che il avrebbe condotti alla porta della città.
<<Ci stanno osservando!>> commentò, con una nota di rassegnazione nella voce, BrightBlade.
<<Me ne sono accorto anch'io!>> assentì Jekyll, scoccando una rapida occhiata ad alcune ombre seminascoste nel buio, sopra i tetti delle case: sagome nere dalle quali spuntavano, ben riconoscibili, i profili di lunghi archi, portati a spalla, e di faretre ben rifornite di frecce.
I due Vassalli continuarono a camminare, ben sapendo che, se non avessero dato alcun motivo di sospetto, le sentinelle appostate sopra di loro non si sarebbero allarmate.
<<Con il buio, la città sembra essersi trasformata in luogo cupo...>> iniziò Jekyll.
<<Piuttosto, direi che la città sembra un luogo nel quale regna la paura di uscire in strada dopo il buio!>> commentò il Paladino di Atlantide.
Nonostante la consapevolezza di essere sotto controllo iniziasse ad innervosirli, i Paladini raggiunsero la grande porta della città.
<<Ecco i miei amici!>> esclamò, ironico, Jekyll, guardando il gruppo di guardie, ferme ai lati della porta.
<<Speriamo che non siano in cerca di guai!!>> si augurò BrightBlade.
Come se lo avessero sentito, le guardie iniziarono ad avvicinarsi ai Vassalli, vociando e ghignando.
<<Ecco lo straniero di prima!>> sorrise in modo poco amichevole uno degli sgherri <<Avete fatto amicizia in Katai?>> chiese, osservando insistentemente BrightBlade.
Jekyll ringraziò in cuor suo il buio che velocemente stava ricoprendo la città: grazie a quella poca luce, nessuna delle guardie avrebbe potuto vedere il bianco pennacchio dell'elmo che portava sotto braccio macchiato di sangue.
<<Avete ragione, messere!>> rispose educatamente il Cavaliere del Nord <<Egli è l'amico di cui vi parlavo, durante il nostro primo incontro!>>
<<Ohoh...il grande oratore che non sa trovare le parole per descrivere la nostra splendida città?>> chiese la guardia tarchiata, mentre sul viso di BrightBlade passò, veloce, un'espressione stupita.
Jekyll annuì e sorrise, amichevole.
<<Mi sta accompagnando fuori dalla città!>> disse Jekyll.
<<Come?! Con tutta la strada che avete percorso per giungere sin qui, non vi trattenete nemmeno una giornata? Di certo non avrete avuto modo di visitare Katai come sarebbe doveroso!>> esclamò un soldato dal viso segnato, cercando, senza molto impegno, di essere cortese.
<<Senza contare che viaggiare di notte, da queste parti, è molto pericoloso!>> aggiunse un terzo militare.
<<Non preoccupatevi per me, signori, so ben difendermi! Purtroppo, affari urgenti mi costringono a lasciare la vostra magnifica città! Ma sono convinto che tornerò presto!>>
<<Secondo me, vi converrebbe aspettare l'alba!Katai brilla di una luce particolare al sorgere del sole, soprattutto se la osservate dall'alto...per esempio...>> iniziò il militare dal viso sfregiato.
<<...dalla finestra di una cella della nostra prigione!>> concluse la guardia tarchiata, sguainando la spada e puntandola alla gola del Vassallo.
Jekyll e BrightBlade si scambiarono un'occhiata rassegnata.
<<Forse sarebbe saggio, da parte vostra, seguirci, nobili cavalieri!>> ringhiò una delle sentinelle.
<<Non credo proprio!>> intervenne, per la prima volta, con voce pacata il Gran Maestro della Gilda dei Paladini <<Sono atteso, stasera, al ricevimento che si terrà nel Palazzo dello Shogun!>>
Le guardie parvero colte alla sprovvista: nessuno che loro conoscessero osava pronunciare anche la sola parola shogun, inoltre, il portamento di quello straniero aveva un qualcosa di talmente regale da rendere del tutto verosimile che fosse ospite del loro signore.
<<Ma...>>iniziò la guardia tarchiata, abbassando la lama arrugginita della sua spada dalla gola di Jekyll.
<<Non penso che i vostri superiori sarebbero contenti di sapere che avete causato un ritardo ad un ospite dello Shogun!>> continuò BrightBlade.
A ben guardare, lo straniero con la barbetta incolta doveva proprio essere un ospite di rango, se aveva il coraggio di parlare dello Shogun così apertamente ed osava liberamente minacciarli di rivolgersi ai loro superiori.
<<Facciamo così, signori>> iniziò lo sfregiato <<Vi lasceremo passare, ma se voi>> ed indicò BrightBlade con aria di sfida <<non rientrerete prima del sorgere della luna, verremo a cercarvi e, qualora doveste ripresentarvi a questa porta verreste giustiziati immediatamente!>>
<<Mi sembra una proposta sensata!>> sorrise il Paladino di Atlantide.
Le guardie si aprirono in due ali e lasciarono passare i Vassalli; mentre li superava, Jekyll notò che le guardie avevano lo sguardo vacuo, fisso nel vuoto.
<<Come avete fatto?>> chiese Jekyll, quando furono a distanza di sicurezza.
<<Non è niente di che, amico mio!>> BrightBlade scrollò le spalle <<Le persone semplici sono facilmente condizionabili...basta una buona dose di sicurezza in se stessi, nominare cose o persone importanti per chi si ha davanti ed il giusto tono di voce!>> concluse, sorridendo.
<<Piuttosto, Jekyll, cos'è la storia del grande oratore?>> chiese il Paladino di Atlantide, con una nota di divertita curiosità nella voce.
Il Cavaliere del Nord raccontò al Gran Maestro del suo incontro con le guardie, quando era giunto in prossimità della Porta della città, poco dopo il suo arrivo dallo Regno di Blue Dragon.
I due Vassalli continuarono a chiacchierare per qualche istante, poi, ad un tratto, Jekyll si fermò.
<<Siamo arrivati!>> esclamò, guardandosi intorno, poi emise un fischio lungo e sottile, cui, poco dopo, rispose un poderoso ululato.
Da una folta macchia di vegetazione poco lontano, emerse un grosso lupo bianco e, dietro di lui, due fanciulli.
<<Ecco Eoden ed i ragazzi!>> disse BrightBlade, sollevato di vedere che il grande lupo bianco aveva fatto buona guardia e che nulla di male era capitato ai fanciulli.
<<Loro sono Arynn ed Haruvien>> disse il Cavaliere del Nord, quando i ragazzi furono vicini <<Lui, ragazzi, è l'uomo per il quale siete stati inviati da Syrienne!>>
I due fanciulli osservarono a lungo, gli occhi sgranati dalla soggezione e dalla curiosità, BrightBlade.
<<Deve essere certamente lui!>> mormorò il piccolo Haruvien, afferrando il braccio della sorella.
<<Corrisponde perfettamente alla descrizione che la Sacerdotessa ha fatto di lui...anche la sensazione che avremmo percepito, quando ci fossimo trovati al suo cospetto!>> annuì Arynn.
Dopo un attimo di esitazione, come se temesse di essere stata tratta in un inganno ben congegnato, la fanciulla porse a BrightBlade un cofanetto di legno.
Il Vassallo prese la scatola e vi lasciò scorrere le dita sopra, gli occhi chiusi, la mente rivolta verso un mondo lontano...lontanissimo, poi, lentamente ne sollevò il coperchio e prese il libro che vi era contenuto.
L'espressione tesa e concentrata, BrightBlade sospirò ed aprì l'antico volume.
[Modificato da BrightBlade 13/09/2009 23:25]
14/09/2009 16:18
 
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Pochi minuti dopo il ritorno degli Aspiranti nelle loro camere, alcune ancelle bussarono alle porte degli eroi per consegnarli gli abiti che avrebbero dovuto indossare durante il banchetto.
Essi erano molto simili a quelli che avevano indossato durante l'udienza con il figlio delllo Shogun.
Quando i quattro furono vestiti, le ancelle accompagnarono il gruppo fino all'entrata del locale dove si sarebbe tenuto il ricevimento; mentre si avvicinavano al portone, gli Aspiranti notarono un gran calca di persone attendere silenziosamente l'apertura delle porte: quelli dovevano essere probabilmente i dignitari di corte che avrebbero partecipato al banchetto insieme a loro.
Non appena arrivati, il gruppo venne raggiunto da un uomo di esile corporatura, sulla quarantina, che con un tono di voce molto freddo si presentò dicendo:
<<Salve cari ospiti. Il mio nome è Ryuuhyou e sono qui per darvi alcune informazioni sull'etichetta da tenete durante il ricevimento. Appena si apriranno le porte entreremo tutti in fila l'uno dietro all'altro e raggiungeremo il centro della sala. Una volta reso omaggio al mio Signore Hidetada con un lieve inchino, potrete occupare il posto che più vi aggrada. Mi raccomando però: nella fila dovrete essere gli ultimi. L'onore di rendere omaggio allo Shogun o a chi ne fa le veci per primi spetta solo ai dignitari>>.
<<Vi ringrazio per le informazioni Ryuuhyou, ma ho vissuto in Katai per la maggior parte della mia vita ed ho già informato i miei compagni riguardo all'etichetta da seguire in queste circostanze. Piuttosto, perchè siete stato voi ad raggiungerci invece del Maestro di Palazzo Aiko Matsu?>> chiese Albins.
<<Il Maestro di Palazzo è al momento impegnato in faccende alquanto impellenti e non è potuto essere presente. Nel caso aveste bisogno di informazioni rivolgetemi pure a me>> e dopo aver detto queste parole con la medesima freddezza di prima, Ryuuhyou si allontanò senza nemmeno congedarsi dal gruppo.
<<Non mi piace. Ankoku sta già iniziando a tagliar fuori dall'amministrazione tutti i fedeli di Ieyasu>> disse preoccupato Claudium.
<<Avete ragione, ma al momento non possiamo farci niente; l'unica cosa che conta adesso è la nostra missione. Attenti, stanno per aprire le porte>!>> disse Drago poco prima che due servi aprissero il portone che dava accesso al locale.

La sala che gli Aspiranti avevano di fronte era molto grande.
Sia il pavimento che il soffitto della stanza erano piastrellati con grandi e chiare tavole di legno, mentre le pareti erano decorate con grandi teli bianchi raffiguranti le effigi imperiali.
Nel senso della lunghezza vi erano poi 5 lunghi e bassi tavoli neri che occupavano la maggior parte del locale; accanto ai tavoli erano posti poi in fila ordinata diversi cuscini colorati; probabilmente era lì che gli invitati avrebbero dovuto sedersi.
Il fondo della sala era invece occupato da un baldacchino bianco e rosa, finemente decorata con disegni raffiguranti alberi di ciliegio in fiore. Sul baldacchino gli Aspiranti videro Hidetada, il figlio dell'imperatore, mentre accanto a lui essi riconobbero la persona si Ankoku Gingitsune; egli era un uomo sulla cinquantina, di corporatura robusta, vestito con abiti scuri molto curati e con i capelli fini raccolti in un codino sopra alla testa: praticamente la stessa pettinatura di tutti i dignitari lì presenti.

Il ricevimento si svolse esattamente come Albins aveva spiegato ai compagni: la fila procedette fino al centro del salone e poi avanzò ordinata verso il baldacchino di Hidetada per rendergli omaggio.
Quando fu il turno degli Aspiranti questi compirono un leggero inchino che venne contaccambiato da Ankoku.
<<Salute a voi cari ospiti. Penso di parlare a nome del mio Signore affermando che non solo Hidetatda, ma che anche lo Shogun in persona, se fosse presente, apprezzerebbe la vostra partecipazione a questo ricevimento.
Mi pare però di notare che all'appello manca BrightBlade-san, il Paladino a guida del vostro gruppo. Non si sentiva forse molto bene?>> disse Ankoku, lasciando trasparire dalle sue parole una leggera punta di sospetto.
<<Purtroppo non sappiamo dove sia al momento il mio Maestro, Sere. Sicuramente il suo ritardo a questa festa è motivato da cause di forza maggiore, ma non vi crucciate: sono sicuro che prima della fine del ricevimento egli verrà a rendere omaggio al vostro imperatore>> disse sicuro Eruner.
Concluso il discorso di Eruner i quattro si congedarono da Hidetada e da Ankoku, che non smise di fissarli finchè tutto il gruppo non fu seduto.
Gli Aspiranti decisero di sedersi l'uno separato dall'altro in modo da poter parlare con più persone possibili. Quando tutti furono infine seduti il banchetto iniziò: i servi iniziarono a distribuire pietanze che andavano dal riso, al sakè, al pesce crudo, mentre suonatori e cantanti locali allietavano l'atmosfera con canti e musiche tipiche della loro terra.
[Modificato da Claudium 14/09/2009 16:27]
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14/09/2009 19:46
 
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Fra tutte le pietanze distribuite,non vi era quasi nulla che piacesse a Drago…osservò il sushi con aria disgustata…era a base di riso cotto condito con aceto di riso, zucchero e sale, il tutto combinato con un ripieno o guarnizione di pesce, alghe, vegetali ed uova. Non osò nemmeno sfiorarlo, solo il sakè faceva al caso suo,ma preferì solo assaggiarlo per mantenere la mente lucida. In effetti gli Aspiranti non si trovavano alla festa per allietarsi o divertirsi,ma il loro scopo era ben più arduo e segreto di quanto non sembrasse,ovvero, estorcere informazioni utili per la missione. In questo caso entrava in gioco il famoso intruglio preparato tempo prima da Albins e dal buon vecchio Yoshizawa.
Si erano schierati in modo alquanto strategico,Albins siedeva all'ala opposta,ovvero ovest,Claudium nelle retrovie ed infine Eruner nei pressi del centro. Solo così avrebbero carpito quante più informazioni possibili.
Drago invece era seduto nell’ala est del salone vicino ad alcuni strambi dignitari,uno fra essi che sedeva nelle vicinanze indossava un abito in tessuto blu variopinto alquanto bislacco ed aveva una barba fluente ed appuntita di colore bianco,il che poteva determinare l’età di quell’uomo.
Chissà se non possa sapere qualcosa costui,devo provare quanto prima questa diavoleria per vedere proprio come funziona,ovviamente con molta cautela…pensò maliziosamente la Guardia Reale,non dubitando della sua efficacia.
Improvvisamente i menestrelli ed i suonatori locali cessarono i propri canti ed incominciò una strana musica che diede inizio alle danze. Una strana danzatrice,finemente addobbata con sete fluenti fece la sua apparizione al centro del salone. Una donna alquanto giovane,snella,capelli color ambra e splendidi occhi azzurri si esibì in una danza particolare.
Però non credevo che le donne di questo paese fossero così…attraenti…e così il pensiero di Drago ricadde momentaneamente su quella donna. Ma vagando nella sua mente rimembrò un’altra donna che conobbe tempo fa al villaggio di Ofena e di cui si infatuò,questa fu la scintilla che risvegliò il suo animo e che lo fece ritornare alla realtà. D'un tratto avvertì la presenza dell'aura del Paladino di Atlantide,ovvero Brightblade,ma con lui vi era un'altra aura piuttosto familiare ma non riusciva a carpire bene chi fosse...
Credo proprio che ora anche Claudium,Eruner ed Albins abbiano sentito i nostri amici arrivare...se non addirittura prima di me,pensò. Adesso bisognava solo concentrarsi sul come e sul chi utilizzare l'intruglio senza suscitare il benchè minimo sospetto. Forse Drago aveva già una mezza idea al riguardo.

OT-- Spero di aver introdotto benino la scena della danzatrice --OT
[Modificato da Drago.89 15/09/2009 09:57]
15/09/2009 20:38
 
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Per individuare a quale persona sarebbe stato più facile estorcere informazioni, Claudium, prima di sedersi, aveva deciso di utilizzare la sua facoltà di "leggere" l'aura delle persone.

Nonostante quel potere fosse connaturato con la sua carica di Paladino, così come la capacità di guarigione e la maggiore resistenza contro gli attacchi degli esseri oscuri, esso si era manifestato nel giovane molto dopo la fine del suo addestramento; per la precisione solo sul finire della sua recente avventura presso la città di Omar. Ma del resto Claudium è stato fin dalla sua entrata in Gilda un caso po' "particolare"; lo dimostra il fatto che egli avesse sempre saputo utilizzare con grande maestria qualsiasi incantesimo protettivo appartenente alla GrandeSfera della Luce, tipologia di magie che forse era più appannaggio dei maghi piuttosto che dei paladini.
E questa abilità gli era tornata utile durante il banchetto in quanto, dopo un po' di esercizio, Claudium non imparò solo a distinguere le aure positive da quelle negative, ma anche a riconoscerne il "colore", ovvero ad avvertire quale fosse l'attuale stato d'animo della persona che aveva di fronte. Naturalmente però, a causa della mancanza di esperienza, Claudium poteva utilizzare quel potere solo se si trovava molto vicino alla persona interessata e solo "analizzando" una persona alla volta.

Così Claudium, mentre camminava per ricercare un posto a sedere, usò il suo potere per leggere l'aura delle persone a cui passava vicino.
Fu così che trovò il suo uomo: la sua era un'aura scura, tipica di quelle persone meste, che aspettano solo l'occasione giusta per sfogarsi con qualcuno sulla causa della loro tristezza.
Fu allora che Claudium si sedette, convinto di avere trovato la persona che facesse al caso suo.

Dopo alcune ore di ricevimento, tra cibo e splendide danze, Claudium avvertì l'aura di BrigthBlade e, con grande gioia, l'aura dell'amico Jekyll comparire nel palazzo.
Uhm... mi sa che dovremmo accorciare i tempi se vogliamo raccogliere abbastanza informazioni: se BrightBlade comparirà così in ritardo al banchetto non so che reazione potrebbe avere Hidetada nei nostri confronti pensò Claudium prima di passare all'azione...

<<Scusatemi buon uomo, mi potreste gentilmente passare la ciotola di riso accanto a voi?>> domandò gentile e pacato Claudium.
<<Certo, ecco>> rispose mesto l'uomo accanto a lui.
<<Orsù, perchè quel muso lungo? Siamo ad un banchetto dove viene servito dell'ottimo cibo e suonata della splendida musica. Non si può essere giù di morale in una situazione come questa>> disse il Paladino.
<<Non si può essere giù di morale? Se solo sapeste...>>
<<Sapere cosa? Ditemi pure...>>
<<Niente, scusatemi... fate conto che non abbia parlato>> disse l'uomo mettendosi sulla difensiva.
Qui mi servirà un po' di aiuto... pensò Claudium mentre prendeva una tazza di sakè sulla sua destra. Molto discretamente il Paladino mosse dentro alla bevanda una piccola sferetta di luce.
Al suo interno era contenuta la polvere preparata da Albins e Claudium aveva dovuto sopportare uno sforzo non indifferente per riuscire a mantenere attiva l'incanto per tutto quel tempo.
<<Messere, ho capito che qualcosa vi cruccia. Ora, non vi chiederò di raccontarmi di cosa si tratti, ma vi invito a dimenticare i vostri guai, almeno per questa serata>> disse sorridendo Claudium mentre porgeva all'uomo la tazza di sakè.
Dopotutto un po' di contro-psicologia non guastava.
L'uomo dapprima rimase un po' titubante, ma poi sorrise e bevve tutto d'un fiato il sakè che gli era stato offerto.
Claudium iniziò a chiacchierare con l'uomo in attesa che la polvere e l'alcool facessero effetto.
Claudium iniziò a provare un certo disgusto per questa sua innata attitudine ad ingannare le persone, tuttavia il Paladino sapeva bene che quello che stava facendo era motivato da una giusta causa.
Dopo alcuni minuti passati a bere e a chiacchierare, Claudium fece la sua mossa:
<<...e fu così che, anche se feriti gravemente, io ed i miei compagni riuscimmo a sconfiggere i mercenari. Ah! Come vi invidio! Qui a palazzo, con tutti questi ninja che vi proteggono, voi non avete nulla da temere da gente del genere>>.
<<Sì, nulla da temere...>> l'uomo si mise a ridere <<...certo, noi non abbiamo mai nulla da temere con cinquanta di ninja che osservano ogni nostra mossa a partire dal nostro risveglio fino a quando non ci siamo addormentati. Sì sì, nulla da temere... nemmeno quando le guardie ci arrestano per interrogarci sul perchè abbiamo lasciato anche solo una minuscola sbavatura di inchiostro a fianco al testo delle missive da inviare all'estero, convinti che siano segnali in codice per i nostri nemici>>.
<<E perchè mai dovrebbe avvenire tutto ciò?>> domandò Claudium simulando ingenuità.
<<Perchè la paura fa compiere azioni sciocche e se mai Ankoku sospettasse un complotto...>> l'uomo si interruppe capendo di aver detto qualcosa di troppo.
<<Ankoku? E perchè mai dovrebbe avere paura di un complotto? Dopotutto è lo Shogun che detiene il potere. Semmai è lui a dover avere paura dei complotti...>>
L'uomo si guardò intorno in modo da essere sicuro che nessuno li stesse ascoltando. Poi abbassando la voce si rivolse al Paladino:
<<Sentite, voi mi siete simpatico e perciò ho deciso di darvi un consiglio: se fossi al posto vostro e dei vostri compagni me ne andrei via da palazzo il prima possibile. E' in corso un colpo di stato qui a Katai e l'artefice di tutto è proprio il ministro Ankoku. Non posso dirvi molto ma, da quando qualche settimana fa la nobile casta dei samurai se ne è andata, le cose sono iniziate a precipitare...>>
Come mai io ed Eruner non ne abbiamo saputo niente?
<<I samurai se ne sono andati? Ma da quel che ho letto sui libri del mio continente sono i guerrieri più fedeli allo Shogun, forse addirittura più di quelli del clan Sawamura>>.
<<Ed è proprio per la loro fedeltà verso lo Shogun che hanno preso questa decisione. Un tempo il clan ninja Sawamura e la nobile casta dei samurai erano come due facce di una stessa medaglia. Entrambi erano pronti a sacrificare se stessi in nome della fedeltà allo Shogun ma, mentre i primi agivano nell'ombra utilizzando qualsiasi mezzo a loro disposizione pur di portare a termine la loro missione, i secondi, invece, agivano solo alla luce del sole e combattevano sempre con onore. Certo, tra le due c'era sempre stata un'accesa rivalità, dettata soprattutto dalla loro opposta visione di come lo Shogun andasse servito, però mai nessuna aveva osato aggredire l'altra.
In questi ultimi mesi, però, le attività già oscure del clan Sawamura si sono fatte sempre meno evidenti.
Poi, qualche settimana fa, il ministro Ankoku richiedette un'udienza con quello che voi definireste il "Gran Maestro" della casta dei samurai, e cioè con Tachi Senmeina e gira voce che questi, dopo l'udienza, avesse cacciato via il ministro, intimandogli di non osare più presentarsi presso uno dei loro locali, pena la morte.
Poi, ci fu l'evento: cinquanta ninja indossanti abiti neri come la notte con fasce rosso sangue legate alle braccia, tesero un agguato a Senmeina mentre attraversava da solo un vicolo. Inutile dire che quei cinquanta ninja sono ormai tutti sottoterra.
Lo scandalo però fu grande; la nobile casta dei samurai accusò il clan Sawamura di essere l'artefice dell'attentato, ma Gingitsune tranquillizzò la popolazione affermando che quei ninja erano in realtà impostori che volevano gettare fango sul clan.
Per tutta risposta, tutti i samurai di Katai abbandonarono a cavallo la città in assetto da guerra. Si dice inoltre che quel giorno Senmeina, prima di partire, avesse giurato che lui ed i suoi guerrieri avrebbero riportato lo Shogun al potere eliminando tutto il marcio che c'era nel nostro paese e che lo avrebbero fatto a cominciare dallo scoprire chi fosse l'artefice degli attacchi ai Templi delle Stagioni e dal recuperare le due Bannin-Kama perdute.
Se ripenso a quel giorno sto ancora male; pensate: i samurai, i più nobili guerrieri del nostro paese, costretti a lasciare la capitale come volpi che scappano dai cacciatori.
Naturalmente la popolazione è stata tenuta all'oscuro di ciò, e l'episodio venne spiegato come un mobilitamento della casta imposto dallo Shogun per indagare sugli attacchi ai Templi.
Da allora, però, Ankoku iniziò a guardarsi le spalle, temendo tentativi di contro-complotto nei suoi confronti, e col tempo è diventato estremamente paranoico, atteggiamento trasmesso al nobile Hidetada, la povera pedina del suo piano.
Ankoku al momento è sospettoso soprattutto nei confronti del vostro gruppo.
E' convinto che il vostro re vi abbia inviati ad ostacolare i suoi piani e non ad indagare sugli attacchi ai Templi. E di certo l'assenza della guida del vostro gruppo a questo banchetto non migliorerà le cose.
Se fossi in voi me ne andrei subito, al più tardi all'alba di domani>>.
Dopo aver concluso il suo discorso l'uomo si avvolse nel silenzio e Claudium non osò chiedergli altro; dopotutto aveva già raccolto tutte le informazioni che gli servivano.
[Modificato da Claudium 16/09/2009 13:09]
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17/09/2009 21:27
 
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Solo, silente, sordido, fosco
seme di serpe nascosto nel bosco
sempre sussurro il mio sibilo losco.

Nel ventre covo ingannevole vento
vortice fetido, vacuo fermento
effimera vita fatalmente offendo

Brilla il mio involucro come una stella
lambisce l'oculo con forma bella
sobilla l'alma con lesta favella.

Come la notte è il mio oscuro sembiante
cupo, infernale, beffardo e intrigante
pietra bramata da mano tremante:

corrotto, infido, nero diamante.


Tutto era buio attorno a lui. Jekyll, Arynn, Haruvien erano come svaniti, sostituiti da un'oscurità impenetrabile. In lontananza il battito cupo di un cuore: tum... tum... tum...
Pian piano i colpi si fecero più vicini e il Paladino iniziò a sentire alcune voci cantare ritmicamente in una lingua a lui familiare. Ebbe una fugace visione di suo padre, intento a lavorare la terra della loro fattoria, sull'Isola Bianca: un ricordo dei suoi primissimi anni di vita, prima che fosse condotto al Tempio e iniziasse una nuova vita.
I colpi, ormai vicinissimi, erano diventati ora potenti come il maglio di un fabbro. La terra iniziò a tremare, e all'improvviso un fiotto di luce squarciò le tenebre.
Stranamente, BrightBlade non restò accecato. Vedeva come attraverso il vetro spesso di una bottiglia, che alterava completamente la percezione dei colori: i toni scuri erano esaltati e la luminosità era fortemente attutita.
Attraverso quella strana vetrata, distinse chiaramente il volto scuro e rugoso di un uomo gigantesco, i capelli neri striati d'argento e la riccia barba impastata di polvere.
L'uomo allungò la mano callosa, grande più dell'atlantideo, e sfiorò il vetro come per saggiarne la consistenza. Quindi, sparì alla vista.
Passò qualche minuto, e una dozzina di altri volti fecero capolino. Iniziarono a lavorare alacremente attorno al vetro, con picconi grandi come le torri di un castello, vanghe che avrebbero potuto sradicare un villaggio e scalpelli alti come abeti di Crelia.
Alla fine, BrightBlade si sentì sollevare dalle mani possenti di uno di loro. Con stupore, si accorse di non sentire il suo corpo: era come se il suo essere fosse ridotto, in quel frangente, ai soli sensi della vista e dell'udito.
L'omone barbuto lo avvicinò all'occhio enorme e lo scrutò, rigirandolo nelle mani, quindi lo portò alla cinta e aprì una bisaccia. L'oscurità tornò ad avvolgerlo.
Seguirono immagini confuse, sfocate: uomini che lottavano, colpendosi con mazze e picconi. La terra beveva avidamente il sangue e nell'aria si udiva un lamento...
Ora si trovava in una fucina. Una calotta dorata fu saldata sopra la sua testa, e una catena d'oro legata a quest'ultima: quindi, fu posto in un cofanetto di legno intarsiato. Poco dopo, un altro oggetto venne calato nel contenitore e BrightBlade si ritrovò circondato da una cortina d'oro e d'argento, lavorata con una perizia che rasentava l'impossibile. All'inizio non lo riconobbe, poi, quando ne udì il suo sussurro, non ebbe dubbi: era il Diadema!
La scatola si chiuse, lasciandoli nell'oscurità.
Altre immagini indistinte. La scatola si aprì di nuovo e i due oggetti vennero sollevati da mani guantate di bianco. BrightBlade guardò il volto dell'uomo ed ebbe un sussulto: il Gran Veggente di Atlantide! Vide il vegliardo prendere in mano il Diadema e subito gettarlo a terra; udì la sua voce lontana ordinare di prenderlo e custodirlo nelle segrete; lo ascoltò raccomandarsi che nessuno mai lo riportasse alla luce del giorno. Da un angolo, Keeran Lathern, pupillo del Gran Veggente, guardava l'oggetto, una strana luce negli occhi.
Ma il momento passò. Il vecchio prese in mano anche lui.
«Un diamante nero... bellissimo...» lo udì mormorare. Nell'aria, un lugubre canto.
E così, era dentro il diamante... o forse sono io stesso il diamante, vedo ciò lui ha visto.
Notte. Festa a palazzo. Una donna bellissima occupò tutta la visuale. Occhi neri come la notte, densi come la pece, capelli corvini.
«Nessuna donna potrebbe portare questo gioiello se non voi, Althera. Accettatelo»
Era il Gran Veggente a parlare. Il diamante passò di mano.
Si trovava ora in un'isola selvaggia, sferzata dai venti. Tuoni in lontananza, tuoni che giungevano non dal cielo, ma dal mare. Grida di dolore, clangore di acciaio contro acciaio e il lugubre richiamo del diamante, come voce di donna.
Intrappolata in uno studiolo arredato elegantemente, Althera singhiozzava. Colpi alla porta. La donna strinse un bastone da passeggio. Il legno cedette come uno schianto, e tre sgherri fecero irruzione nella stanza. Guardarono la nobildonna e risero sguaiatamente.
Il tumulto non durò che pochi istanti. La disarmarono, la spinsero a terra, si gettarono su di lei come lupi affamati. BrightBlade chiuse gli occhi, ma non aveva mani per tapparsi le orecchie.
Udì i lamenti disperati della principessa unirsi ai gemiti animaleschi dei pirati. Un grido strozzato, poi il silenzio.
Si costrinse a guardare. Uno dei pirati strappò il diamante dal collo della donna, poi uscì. Il Paladino avrebbe almeno voluto coprire quel corpo martoriato, ma il suo destino era legato a quello del diamante. Uscì anche lui.
L'aria sapeva di salsedine. La vecchia nave fendeva le onde con passo incerto, come un ubriaco, spingendosi sempre più a nord.
Il diamante era di Khun, il Re dei Pirati: così lo chiamava la ciurma. Videro i monti di ghiaccio e assalirono molte navi: il sangue si mescolò all'acqua salmastra. Dovunque andasse, la nave lasciava alle spalle una scia di cadaveri così numerosi da poter seguire a ritroso la rotta del vascello.
Dopo aver flagellato i mari del nord, i pirati veleggiarono ad est, verso le calde acque dell'Oriente.
Altre navi da saccheggiare. Navi diverse, navi dello Shogun...
Di nuovo, il diamante cantava.
Khun crollò a terra, trafitto da frecce piumate. Attorno a lui, la battaglia infuriava. Un pirata si avvicinò al capitano, prese il diamante. Khun lo afferrò a una gamba, ma il pirata levò la sciabola in alto. Il lamento del diamante raggiunse il suo apice...
Il pirata era in mare, nuotava selvaggiamente. Il cuore batteva all'impazzata. Tra un'onda e l'altra, una terra sconosciuta all'orizzonte.
E la subdola voce del diamante a incitare il bandito:
«Coraggio...»





BrightBlade
Vassallo e Ambasciatore del Regno di Blue Dragon
Gran Maestro della Gilda dei Paladini di Blue Dragon
___________________________________________
I Giardini di Atlantide
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Paladino Lord
19/09/2009 15:33
 
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Albins sentì quasi venir meno le gambe quando udì quella voce…Ormai erano anni che aveva dimenticato quel timbro delicato e dolce, che lo aveva ammaliato ai tempi delle decisioni importanti, degli allenamenti, delle fatiche…Quella era senz’altro la voce di Shu Qi, la ragazza che aveva rapito il suo cuore, l’unica che avesse sinceramente amato e che probabilmente avrebbe amato per sempre. Purtroppo il loro amore era sbocciato proprio quando il ninja doveva scegliere tra una vita sacrificata agli allenamenti e una di libertà e sregolatezza.
«Mi aveva convocato lo Shogun in persona per parlarmi di una certa cosa…Per fortuna passai dal laghetto per arrivare alle stanze, invece di accorciare passando all’interno, altrimenti non avrei mai visto il fiore più bello del Katai.» disse Albins girandosi e guardando negli occhi la ragazza a un passo da lui.
Era più bella che mai, avvolta in un vestito di fine seta di un rosso porpora, con bordature dorate ricoperte da lettere di una lingua antica, da cui era poi derivata quella in uso in Katai. I capelli uniti in una lunga treccia le scendevano lungo la schiena.
Shu Qi arrossì ai complimenti del ninja e disse:
«Mi fa piacere che siate tornato…è bello rivedervi»
«Anche a me» rispose Albins.
Rimasero a guardarsi per un tempo che al ninja parve un’eternità, ma in realtà fu un attimo, ma troppo intenso.
Albins fece per andarsene ma la ragazza lo fermò prendendogli il braccio:
«Perché?...»
«Shu... ti ho fatto troppo soffrire..E anche io ho sofferto…non so nemmeno come faccio a guardarti negli occhi. Ma...» Shu Qi lo bloccò.
«Non ho mai incolpato voi…Il mio odio va a questi tempi bui e malvagi e sì, un po’ anche a voi, ma solo all’inizio riuscii ad odiarvi, poi col tempo, riflettendo e mettendomi nei vostri panni, sono arrivata alla conclusione che forse avrei fatto anche io la stessa cosa. Sembra che entrambi siamo riusciti ad andare avanti» gli disse, anche se probabilmente all’ultima frase non ci credeva.
«Siete un tesoro… Sapete, penso spesso ai periodi passati assieme, e ho solo bei ricordi… Solo una cosa avrei voluto chiedervi…»
«Sì?…»
«Niente niente, come al solito sbaglio a parlare. Non è il momento, né il luogo».
La ragazza comunque non fece altre domande, e se aveva curiosità di sapere, non lo diede a vedere.
«Comunque non rattristiamo la serata, in fondo siamo qui per festeggiare no?» disse Albins
«Avete ragione. Piuttosto perché i vostri amici non siedono con voi?»
«Ah..si, ognuno di loro ha deciso di socializzare in questo brave periodo di permanenza, quindi ci siamo divisi».
Anche se conversava con Shu Qi, il ninja osservava l’ambiente, ma aveva l’impressione di non poter continuare la missione, essendo impegnato. E dato che non aveva intenzione di lasciare Shu Qi, decise di affidarsi ai suoi compagni.
I suoi sguardi si posarono prima su Drago, poi su Eruner, e infine su Claudium, che ricambiò lo sguardo abbassando la testa.
Era il segnale che aveva scoperto qualcosa. Albins si tranquillizzò e si concesse un po’ di tempo, prima mangiò qualcosa seduto vicino a Shu Qi e ad altre persone, che dai loro vestiti sembravano essere di rango elevato, poi uscì fuori al giardino con Shu Qi. Alla fine della festa, quando anche BrightBlade fosse arrivato, ognuno avrebbe raccontato cosa scoperto.

NdBright: ho corretto i "tu" in "voi".
[Modificato da BrightBlade 21/09/2009 13:25]
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20/09/2009 03:08
 
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Il volto del Gran Maestro divenne cereo, non egli ebbe posato gli occhi sulle antiche pagine di pergamena rilegata, mentre una profonda ruga di concentrazione gli solcava la fronte.
Jekyll ed i ragazzi si preoccuparono non poco, ma non ebbero il tempo di agire dal momento che pochi istanti dopo, BrightBlade si riscosse, riacquistando il suo normale colorito.
<<Amico mio, state bene?>> chiese preoccupato il Cavaliere del Nord.
Il Paladino di Atlantide sembrò quasi non averlo udito o non aver compreso la domanda del compagno: i suoi occhi erano ancora fissi in un mondo lontanissimo.
<<BrightBlade?>> lo chiamò ancora Jekyll, scuotendolo delicatamente.
<<Sto bene, Jekyll, non preoccupatevi!>> gli rispose, finalmente, poi rivolse un sorriso ai due fanciulli che, pensierosi e tesi, lo osservavano.
Jekyll emise un rumoroso sospiro di sollievo.
Il Gran Maestro fece vagare lo sguardo all'intorno, poi fissò il cielo ormai completamente buio.
<<Dobbiamo tornare al palazzo dello Shogun! Si è fatto già molto tardi e la mia assenza sarà certamente stata notata e...opportunamente commentata, temo!>> disse il Vassallo.
I due Paladini ed i due fanciulli si misero nuovamente in cammino verso la grande città di Katai, preceduti da Eoden che avanzava in avanscoperta.
Quando il gruppo giunse alla porta della città le guardie iniziarono a guardarli sospettosi.
<<Ehi, straniero!>> apostrofarono Jekyll <<Non ve ne stavate andando?>>
Jekyll sorrise.
<<Il fatto è, signori, che mi avete convinto! Ormai è davvero molto buio e, insieme a questi miei amici, ho deciso che prenderò parte ai festeggiamenti al Palazzo dello Shogun!>> rispose il Cavaliere del Nord, parlando pacatamente e fissando negli occhi ciascuno degli sgherri che gli sbarravano la strada.
<<E voi sareste invitato dal nostro signore presso il suo palazzo?>> gli chiese la guardia tarchiata che sembrava essere il capo gruppo delle sentinelle.
<<A dire il vero, non proprio!>> ammise il Paladino <<Tuttavia credo che lo Shogun non potrà rifiutarmi un posto alla sua tavola!>> aggiunse convinto il Cavaliere del Nord.
Di nuovo, sul viso delle guardie comparve un'espressione vacua ed i loro occhi sembravano intenti a fissare un punto molto lontano da loro.
<<Se dunque siete certo che lo Shogun vi riceverà di buon grado, passate pure! Non sia mai detto che, per causa nostra, una delle leggendarie feste del nostro signore non riesca al meglio!>> mormorò la guardia dal viso segnato, facendosi da parte.
<<Grazie, signori!>> BrightBlade chinò leggermente il capo, abbozzando un piccolo inchino.
I due Vassalli ed i ragazzi varcarono la porta di Katai e puntarono direttamente verso il palazzo dello Shogun, camminando ad andatura veloce.
<<Imparate in fretta, Jekyll! Me ne compiaccio!>> sorrise BrightBlade, mentre la sagoma, ora illuminata, del grande palazzo compariva davanti a loro.
<<Ho avuto un ottimo maestro!>> gli rispose, strizzando un occhio, il Cavaliere del Nord.
Nessuno si frappose tra il gruppetto, preceduto dall'enorme lupo bianco, e la soglia del palazzo, ma quando giunsero al grande portone di legno di mandorlo intarsiato, due guardie, armate di lunghe e decoratissime alabarde, li fermarono, incrociando le armi al centro dei battenti chiusi dell'ingresso.
<<Chi siete? Cosa vi porta al palazzo dello Shogun, Signore del Katai, a tale ore?>> abbaiò una delle due guardie.
<<Io sono BrightBlade, Vassallo ed Ambasciatore del Sommo Blue Dragon! Sono atteso al ricevimento!>> si presentò il Gran Maestro.
<<I festeggiamenti sono già iniziati!>> rispose, sospettoso, l'altro militare.
<<Lo credo bene, ma il motivo del mio ritardo sarà una questione della quale chiederò spiegazioni allo Shogun!>> il tono di BrightBlade era duro ed il suo sguardo era divenuto di ghiaccio.
Le due guardie ritirarono le armi ed aprirono il grande portone, ma, quando tutto il gruppo si mosse, fermarono Jekyll ed i ragazzi.
<<Loro, lupo compreso, sono con me! Sono certo che lo Shogun non avrà nulla da ridire se prenderanno parte ai festeggiamenti anche se sono sprovvisti dell'invito!>> esclamò il Gran Maestro della Gilda dei Paladini.
Perplesse, le due guardie permisero anche al Cavaliere del Nord, ad Eoden ed ai due ragazzi di varcare la bellissima soglia del palazzo.
<<Ora, non ci resta che seguire l'odore del cibo ed il suono della musica!>> scherzò il Paladino di Atlantide.
In pochi minuti BrightBlade comparve sulla soglia del grandioso salone delle feste: nei brevi istanti che aveva a disposizione prima che qualcuno si accorgesse di lui, il Vassallo fece correre lo sguardo sugli invitati, individuando rapidamente gli Aspiranti Vassalli e si rallegrò nel vedere che si erano disposti in modo da poter coprire ogni angolo della sala.
<<Amico mio, ci stanno osservando!>> Jekyll riscosse il Paladino di Atlantide dalle sue riflessioni, perchè, notato il singolare gruppo che sostava sulla soglia, musiche e chiacchericcio si erano improvvisamente spenti, mentre gli occhi di tutti venivano puntati su di loro.
<<Perchè ci stanno guardando così?>> chiese, timido e spaventato, il piccolo Haruvien.
<<Perchè...>>Jekyll si interruppe: stava per spiegare al fanciullo che un gruppo di quattro persone ed un lupo bianco non poteva che attirare l'attenzione, quando si accorse che alla luce del salone BrightBlade e lui risultavano imbrattati di sangue.
<<Dunque la mensa dello Shogun non è degna della vostra considerazione, BrightBlade, che osate presentarvi in grande ritardo e lordo di sangue, davanti ai suoi ospiti?>> la voce di Hidetada era asciutta ed il figlio dello Shogun non tentava di mascherare per nulla il proprio disappunto.
BrightBlade avanzò lentamente fino al centro della sala, si volse verso il figlio dello Shogun e si inchinò.
<<Spero che vogliate perdonare il mio ritardo, signore, ma non credo che siate voi nella posizione di lamentarvi! Infatti, il mio ritardo è dovuto alla grande insicurezza che regna incontrastata nella vostra città!>>
<<Come osate criticare apertamente lo Shogun e suo figlio?!>> Ankoku saltò in piedi, paonazzo in viso.
<<Mi sto limitando a commentare il fatto che un ospite dello Shogun non sia libero di girare per la città senza essere aggredito!!!>> rispose, gelido, BrightBlade, poi continuò <<Il sangue che sporca le mie vesti e quelle dei miei amici è sangue di predoni che ci hanno aggrediti!>>
<<State farneticando, BrightBlade!>> commentò, intimorito dall'imperturbabilità del Vassallo.
<<Siete in errore, nobile Ankoku! Non farnetico! Avevo percepito l'arrivo in città di un altro abitante del Regno e mi sono recato a cercarlo per salutarlo, come è buona creanza fare tra amici, ma quando l'ho trovato, egli stava combattendo contro predoni vestiti di scuro e con spade dalle lame di ambra! Certamente capirete che mi è stato impossibile non intervenire al suo fianco, anche se sapevo che questo mi avrebbe fatto giungere in ritardo al banchetto!>>
<<Ma...>> Ankoku cercò di replicare, ma un gesto stizzito della mano di Hidetada lo zittì.
<<Vogliate presentarci i vostri amici, BrightBlade, affinchè anche loro possano sedere tra noi e godere di questo meraviglioso ricevimento.
<<Essi sono Jekyll, Cavaliere del Nord, Vassallo e Paladino del Sommo Blue Dragon ed il suo lupo bianco Eoden!>> disse BrightBlade, mentre Eoden, sentendosi chiamare, faceva il suo ingresso nella sala, seminando il panico tra le dame presenti.
Sul viso di Ankoku si leggeva il disappunto per essere stato così platealmente zittito dal giovane figlio dello Shogun ed ancor più per la presenza di un altro Vassallo all'interno del palazzo.
Jekyll si inchinò davanti ad Hidetada.
<<Perdonate la mia presenza, nobile signore! Non era mia intenzione recare disturbo alcuno!>> lo salutò Jekyll.
<<Ed i due ragazzi che lo accompagnano sono Arynn ed Haruvien, venuti da molto lontano per aiutarmi nella difficile missione che mi è stata affidata dal mio Re!>> BrightBlade terminò le presentazioni.
Mentre Ankoku osservava, gli occhi ridotti a fessure, il Vassallo dall'armatura d'argento ed il gigantesco lupo bianco accucciato ai suoi piedi, Hidetata sembrò molto più interessato ai due fancuilli.
<<Questi bambini sembrano essere molto affamati!>> commentò, mentre Arynn ed Haruvien si inchinavano goffamente davanti a lui <<Che questi nuovi ospiti abbiano da sedere e che possano ristorarsi dal lungo viaggio...e dalla battaglia!>> ordinò Ankoku, nel tentativo di ripristinare una parvenza di normalità al ricevimento.
Subito alcuni servi comparsi come dal nulla prepararono quattro posti accanto ad Hidetada e i due Vassalli ed i due ragazzi poterono finalmente sedersi ed iniziare a mangiare.
Mentre i festeggiamenti proseguivano e l'allegria ricominciò a diffonderesi nella sala, BrightBlade lanciava, di tanto in tanto, occhiate furtive ai quattro Aspiranti Vassalli: li scorgeva sempre impegnati in fitte conversazioni con i commensali seduti vicino a loro e sapeva per certo che stavano raccogliendo una buona quantità di informazioni.
Dopo diverse ore, a notte ormai fonda, la vivacità della festa iniziò a smorzarsi.
<<Ditemi, BrightBlade, come procede la vostra missione?>> volle sapere Hidetada, dopo essersi assicurato che tutti coloro che gli sedevano vicino o che potevano udirlo fossero sufficientemente ubriachi da non riuscire più a stare con la testa diritta.
<<Siamo appena arrivati, signore, ma una delle prime cose che vorremo fare è recarci all'ultimo Tempio che è stato assalito, così da raccogliere un po' di informazioni e testimonianze!>> gli rispose BrightBlade, mentre notava che Ankoku si raddrizzava, attento, per ascoltare meglio.
<<Mmmh...capisco...tuttavia, amico mio, temo che non troverete molto materiale su cui lavorare, sono passate ormai molte settimane e non ci saranno più tracce nè...>> riflettè, pensieroso, il figlio dello Shogun.
<<...testimoni!>> Ankoku intervenne, con fare beffardo <<La popolazione che abitava i paesi vicini ai Templi distrutti si è rapidamente allontanata da quei luoghi, temendo il ritorno dei predoni!>>
<<Questo me lo aspettavo!>> BrightBlade sorrise affettatamente ad Ankoku << Credo, però, che sia necessario recarci ugualmente in quei luoghi per poter valutare con i nostri occhi i danni provocati dai predoni, come li chiamate voi, nobile Ankoku, giusto per renderci conto delle capacità dei nostri avversari...e dei loro poteri!>>
<<I danni sono constatabili facilmente e difficilmente si attenueranno con il passare del tempo, Paladino!>> disse, sorseggiando da un calice d'oro, Hidetada <<Vi consiglierei, piuttosto di andare, per prima cosa a parlare al Tatsujin, il capo dell'ordine dei monaci che custodiscono i quattro Templi>>
Ankoku non riuscì a mascherare una smorfia di disappunto: quel giovane viziato si stava mostrando troppo accomodante nei confronti di quegli stranieri.
<<Egli potrà certamente darvi molte informazioni: è un uomo saggio e molto, molto potente! Abita a Nord della città di Katai, tra alte ed inarrivabili montagne, in assoluto eremitaggio, dal quale esce ogni tanto per discutere con mio padre di delicate faccende politiche...>> spiegò Hidetada <<Anche se da diversi mesi, dopo gli attacchi ai Templi, nessuno lo ha più visto!>> concluse, rabbuiandosi in viso.
BrightBlade sorrise.
<<Seguiremo certamente il vostro consiglio, giovane signore!>> rispose il Paladino di Atlantide, chinando il capo in segno di riconoscenza.
<<Per me è un piacere essere d'aiuto al Regno di Blue Dragon come il Sommo è d'aiuto al Katai, nei momenti di necessità!>> sorrise il figlio dello Shogun <<Quando sarete pronti a partire, vi farò avere una mappa dettagliata della zona in cui vive il Tatsujin!>>
<<Ancora grazie!>> ripetè il Gran Maestro dei Paladini.
<<Ora, si è fatto molto tardi ed io devo andare a riposare!>> Hidetada lanciò un'occhiata ad Ankoku che si era allontanato per parlare con alcuni servitori al fine di organizzare il congedo del figlio dello Shogun dal banchetto <<Tenete questa chiave d'oro...apre la porta dei miei giardini personali: là sarete libero di parlare ai vostri compagni, di raccontare loro ciò che vi è accaduto in città e di organizzarvi...>> si interruppe per lanciare un'occhiata ancora al suo ministro <<...lontano da orecchie indiscrete!>> terminò, porgendo, sotto un tovagliolo, una piccola chiave d'oro lavorato.

Dopo che il figlio dello Shogun si fu congedato, anche Aspiranti e Vassalli lasciarono il salone delle feste e si ritrovarono poco oltre la sua porta. Erano tutti stanchi e stavano per salutarsi calorosamente, quando BrightBlade li fermò con uno sguardo duro.
<<Seguitemi!>> ordinò, brusco.
Il Vassallo guidò gli amici ed i fanciulli ai giardini personali di Hidetada, che sapeva trovarsi nell'ala Est del grande palazzo.
Quando vi entrarono, rimasero tutti senza fiato: grandi alberi da frutto, con i rami carichi di fiori coloratissimi crescevano rigogliosi, sovrastati da un'ampia cupola di vetro e numerosi sentieri si snodavano tra i tronchi giganteschi.
Camminando al buio tra le grandi piante, BrightBlade raccontò del motivo per cui Jekyll ed i due fanciulli erano giunti in Katai, della sua visione e del suggerimento di Hidetada, mentre Eruner, Claudium, Drago ed Albins ragguagliarono gli altri su ciò che avevano saputo della situazione interna di Katai.
BrightBlade ascoltò in silenzio ciò che gli Aspiranti Vassalli avevano appreso e rimase pensieroso per alcuni interminabili minuti.
<<Il nostro programma originario dovrà subire qualche ritocco!>> disse, infine, guardando gli Aspiranti Vassalli con cui era giunto in Katai <<Io non posso, a questo punto, non cercare il Cristallo che, per altro, potrebbe essere direttamente o indirettamente collegato con le aggressioni ai Templi, ma è comunque necessario che le disposizioni dei Sommi vengano rispettate!>>
<<Cosa intendete dire?>> chiese Albins che aveva già intuito le intenzioni del Vassallo.
<<Credo che sia meglio dividerci in due gruppi, amici miei!>> disse, sospirando nel vedere le facce perplesse dei suoi compagni: l'idea non piaceva molto nemmeno a lui, poichè sapeva che dividersi voleva dire rendersi più deboli e dare nell'occhio, tuttavia non c'era altra soluzione e lui lo sapeva.
<<Ma...>>iniziò Claudium, sconcertato.
<<Io devo trovare il Cristallo, ma dobbiamo indagare sui Templi!>> BrightBlade interruppe il Paladino con un gesto della mano.
<<Potremmo aiutarvi noi a cercare il Cristallo!>> suggerì Drago, sapendo che BrightBlade non avrebbe acconsentito.
<<No, Drago! Se tardassimo ad indagare sui Templi attireremmo su di noi i sospetti della corte di Katai, che sa che siamo qui per questo e, inoltre, rallenteremmo ulteriormente l'adempimento degli ordini del Sommo!>>
<<BrightBlade ha ragione!>> intervenne Eruner, deciso <<Tuttavia credo che potremmo viaggiare insieme fino alla Jutaku-Tatsujin, la dimora del Tatsujin, così potremmo continuare a discutere dei nostri piani, senza contare che il monaco potrebbe avere informazioni utili sia per la ricerca del Cristallo Nero sia per gli attacchi ai Templi!>>
Dopo un attimo di riflessione, tutti annuirono e decisero che così si sarebbe fatto.
<<Ora sarà bene andare a riposare! Jekyll, ragazzi, sono certo che il nobile Ankoku, su espresso ordine di Hidetada, vi avrà fatto preparare un confortevole alloggio, affinchè possiate passare la notte serenamente!>> disse BirghtBlade, poi guidò il Cavaliere del Nord, gli Aspiranti Vassalli ed i ragazzi verso l'ala del palazzo ove erano le camere per gli ospiti.
[Modificato da @Jekyll@ 20/09/2009 03:09]
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Paladino Lord
20/09/2009 11:02
 
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Arrivati nei pressi delle proprie camere gli amici si augurarono un sereno sonno e si congedarono gli uni dagli altri, dirigendosi ognuno al proprio alloggio.
Ma mentre il ninja stava per andare il Paladino di Atlantide lo trattenne per chiedergli una certa cosa.
<< Albins, scusatemi, prima di andare potreste vedere una cosa?. >>
Il ninja inarcò le sopracciglia, colto un po’ alla sprovvista.
<< Certamente, in cosa posso esservi utile? >>
<< Beh essendo di qui potreste sapere cosa è questo. >>
BrightBlade estrasse da una tasca nel mantello un piccolo dardo piumato che porse delicatamente al ninja. Quest’ultimo lo girò tra le mani e lo pose alla luce della luna per osservarlo meglio.
<< Questo, se non sbaglio, e credo di no, è un altro ricordo dei Sawamura. La punta del dardo è ricoperta di un veleno potentissimo creato da loro stessi. Ricordo che tempo fa ho assistito all’assassinio di un nobile della famiglia Tenshui, fu una morte tremenda, colpito da uno di questi dardi alla spalla, si accasciò e i nervi si tirarono al tal punto da ucciderlo stritolando gli organi.
Ma come mai ne avete uno? Hanno tentato di colpirvi addirittura qui in Katai? >>
Gli raccontò il Ninja.
<< E’ la stessa morte che ha fatto un predone oggi. Dopo che lo avevo lasciato andare è stato colpito da uno di questi. >>
<< Possibile che i Sawamura abbiano ingaggiato dei mercenari per colpire Jekyll in Katai?. Probabile visto che non possono uccidere nessuno qui, o sarebbero banditi, perché per ordine dello Shogun deve regnare la pace nel regno tra le varie famiglie. Questo potrebbe significare che sono anche impegnati nel recupero di questo cristallo di cui parlate. Troppi tasselli però ci mancano affinché ci sia tutto un po’ più chiaro. Ma credo abbiate già la vostra teoria. >> disse abbozzando un’espressione che al Paladino sembrò quasi un sorriso.
<< Una teoria proprio no, però un pensiero mi gira in testa da un po’. È presto per parlare, e non sono ancora sicuro di niente. Ma come al solito mi siete stato indispensabile, il Sommo è stato veramente eccezionale a mandarvi con noi. >>
<< Sono lusingato. >> rispose il Ninja porgendo di nuovo il dardo a BrightBlade.
<< Ora andiamo a riposare amico, domattina ci attende un altro viaggio. >>
<< A domani allora. >> ed entrambi si diressero alle proprie camere.
Il Ninja aveva da pensare, ma si concesse qualche ora di sonno ritenendo che al mattino a mente lucida avrebbe ragionato sicuramente meglio.


OT-Bright ho pensato a questa versione per il dardo. Se non va bene e avevi in mente qualche altra cosa non ti preoccupare, cancello il post. ok? [SM=x92702] -OT
[Modificato da § Albins § 20/09/2009 11:04]
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Sesso: Maschile
Maestro
21/09/2009 13:38
 
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OT:
Va benissimo.
Comunque, in generale non abbiate alcun timore a sviluppare la storia come vi pare: la "trama" che abbiamo in mente io ed Eruner può essere tranquillamente modificata!

Invece, occhio alla "regola del Voi"!
[SM=x92702]
21/09/2009 18:12
 
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ot
Oh. Ho come l'impressione di essere rimasto vagamente indietro!!! Chiedo umilmente scusa... Ero impegnato in 500 cose diverse... Sono mortificato!
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