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Le Falci dei Custodi

Ultimo Aggiornamento: 13/03/2013 13:09
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Sesso: Maschile
Maestro
26/10/2009 11:01
 
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«Sapete, Albins? La vostra terra mi ricorda Atlantide... Forse sono i colori colori, o forse è il clima capriccioso...»
«Ah... Capriccioso, ecco... lui lo chiama ''capriccioso''...» borbottò Drago, cercando di sprofondare ancora più nel suo mantello, come se potesse ripararlo in qualche modo dal nubifragio.
Da quando avevano lasciato la capitale, sembrava che la natura avesse deciso di ostacolarli con ogni mezzo. Il giorno prima, avevano camminato per tutto il pomeriggio lottando passo dopo passo contro un vento impetuoso che soffiava esattamente contro di loro. Quando si erano accampati, piangevano tutti come fontane a causa della polvere, nonostante Albins gli avesse fatto annodare sugli occhi una fascia di seta. Poche ore dopo il tramonto, poi, erano stati investiti da un violento temporale e un fulmine era caduto a poche centinaia di metri dal loro campo, sebbene non ci fossero alberi nell'arco di chilometri. La temperatura era letteralmente crollata e il giorno dopo si erano svegliati coperti da una sottile patina di brina. A quel punto, la verde pianura si era trasformata in un grigio pantano, attraverso il quale avevano arrancato per ore e ore, prima di concedersi una sosta quando il sole era al culmine e sembrava poter alleviare con i suoi tiepidi raggi le loro sofferenze. Inutile a dirsi, si era di nuovo alzato il vento, una gelida brezza dal settentrione che sembrava poter penetrare fin nelle ossa. Ben presto, il sole era stato nuovamente oscurato dalle nubi e poche ore dopo era scoppiato un temporale ben peggiore di quello della nottata precedente.
La tempesta era veramente impressionante. L'acqua mulinava attorno a loro come posseduta da un demone capriccioso, sferzandoli da ogni lato con la forza di una grandinata. Tuoni e fulmini scoppiavano al ritmo di un tamburo da guerra, terrorizzando i cavalli. Soltanto Tame, il destriero di BrightBlade, sembrava indifferente al pandemonio che lo circondava, e la sua sicurezza era probabilmente l'unica cosa che tratteneva gli altri cavalli dal fuggire in preda al panico.
Del resto, anche il suo cavaliere sembrava immune alla pioggia che lo tartassava. Il Paladino di Atlantide sembrava tutt'uno con la pioggia attorno a lui. Cavalcava a testa alta, incurante dell'acqua che gli infradiciava i capelli e si raccoglieva sul mento barbuto. Davanti a lui, Arynn sembrava essere abbastanza a suo agio, avvolta completamente nel mantello di pelliccia che il Vassallo le aveva sistemato sulle spalle.
Accanto al Gran Maestro, anche Jekyll non sembrava particolarmente infastidito dal maltempo.
Forse è per questo che lo chiamano ''Cavaliere del Nord'', pensò Claudium, che avrebbe voluto condividere con i due Vassalli quell'apparente immunità ai rigori del clima.
L'Aspirante si guardò attorno. Alla sua destra, Eruner e Albins cavalcavano fianco a fianco. Il ninja era completamente impassibile, come se la pioggia non lo riguardasse. Sembrava che stesse rimuginando tra sé e sé sulle teorie esposte giorni prima a proposito dei Sawamura. Anche se non aveva detto nulla al riguardo, Claudium sospettava che la visione della cerbottana intarsiata mostratagli da Jekyll avesse suggerito al ninja più di quanto le sue parole lasciassero intendere.
Quanto a Eruner, era l'unico della compagnia che sembrava quasi godere della pioggia. Sebbene il suo corpo fosse scosso a tratti da piccoli brividi, il Guerriero di Atlantide si era privato del suo caldo mantello, un tempo appartenuto a BrightBlade, per cederlo ad Haruvien, che cavalcava assieme a Jekyll. Del resto, Eruner non era certo una persona ''convenzionale''. Claudium iniziava a sospettare che, come si diceva, gli elfi pensassero davvero in modo diverso. Spesso e volentieri, Eruner si comportava come se fosse al di sopra degli eventi, o come se li vedesse da una prospettiva del tutto diversa. Una persona normale avrebbe scambiato questa attitudine per indifferenza e superficialità, ma Claudium sapeva che non era così. Però, non sapeva come stavano esattamente le cose: chissà cosa pensava Eruner in quel momento...
«Secondo voi, durerà ancora a lungo?»
Era stato Drago a parlare. Claudium si sentì rincuorato: come lui, la Guardia Reale non cercava minimamente di nascondere il suo nervosismo per la pioggia che li sferzava.
«Chi può saperlo... A quanto pare, ci sono davvero molte cose che ignoriamo di questa terra».
Drago sbuffò.
«Beh, se è così, allora spero di non dover conoscere le altr...»
«Fermatevi!»
Eruner aveva tirato le redini del cavallo con tale violenza da farlo quasi impennare.
«Che succede?» domandò BrightBlade.
«La Jutaku-Tatsujin è proprio davanti a noi» disse Eruner, con sguardo torvo.
Albins si guardò attorno, leggermente sorpreso. Sebbene si trovassero su una collinetta, pioveva così forte che la visibilità era ridotta a poche decine di metri: persino lui, che era originario di quelle terre, non si era reso conto che avessero raggiunto la destinazione.
«Un'altra prova dell'infallibile vista degli elfi» disse infatti il Ninja, sorridendo in direzione dell'Aspirante.
Eruner, però, non ricambiò il sorriso, ma disse:
«Purtroppo, i miei occhi di elfo vedono ben altro. La Jutaku è sotto attacco».
I compagni tacquero, fissando la muraglia di pioggia come se potessero vedere attraverso di essa.
BrightBlade scese da cavallo e fece qualche passo in avanti.
«Avete ragione. Se la pioggia non mi confonde, ci sono molte aure ostili in quella direzione».
«Io riesco a vederle, Maestro. Sembrano truppe irregolari, per lo più lancieri. Stanno accerchiando il castello».
«Credevo che il Tatsujin vivesse in un tempio» disse Jekyll.
«La Jutaku-Tatsujin è una delle più antiche fortezze del Katai – spiegò Albins – e fu costruita molte centinaia di anni fa attorno al più importante tempio del paese, che ora è stato inglobato dalla struttura centrale. Eruner, quanti assalitori vedete? Senz'altro non saranno pochi...».
Eruner aguzzò lo sguardo, quindi fece una smorfia.
«Saranno circa cinquecento, uno più, uno meno».
Se non fossero già stati pallidi per il freddo, gli Aspiranti sarebbero sbiancati.
«E noi come facciamo a passare?» domandò per tutti la voce cristallina di Haruvien.
BrightBlade si voltò verso i compagni.
«Ci vuole un diversivo. Albins, suppongo abbiate letto gli scritti di Suntsu»
«Naturalmente» rispose il ninja, e gli altri videro sul suo volto un sinistro sorriso...
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