Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

 
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New adventure: La Tela

Ultimo Aggiornamento: 20/02/2011 00:38
03/09/2008 14:14
 
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Finalmente il ninja arrivò al villaggio e si avviò nella direzione che i suoi compagni avevano intrapreso. Giunse così fino al limitare del paese, dove la sua vista venne attratta da un insolito luccichio proveniente dal terreno.
Albins si chinò ed esaminò il suolo; il luccichio proveniva da un piccolo ago; la sua punta era imbevuta di un liquido che l’Aspirante riconobbe come un potente sonnifero.
Maledizione… quei bastardi devono avergli addormentati tendendogli un’imboscata… Allora, facciamo due conti: io ho lasciato i miei compagni circa un’ora e mezza fa e loro devono avere impiegato non più di un’ora per arrivare qui… L’imboscata deve essere avvenuta quindi poco più di mezzora fa… Ciò vuol dire che sono ancora vicini… Qui però non ci sono tracce… Dannazione! Dovrò procedere alla cieca… Spero di trovarli in tempo…
Albins fece appello alle sue forze e ricominciò la sua corsa battendo tutte le strade che i mercenari avrebbero potuto percorrere. Dopo aver cercato invano per alcune ore, il ninja si arrestò, assalito ormai dalla disperazione, quando finalmente udì avvicinarsi dei cavalli. Mimetizzatosi nella radura l’Aspirante attese, sperando che quello che si stava avvicinando fosse il suo nemico, e così era. Alla vista dei suoi compagni, trasportati con noncuranza sul dorso dei loro cavalli, Albins venne colto da un impeto di rabbia; il ninja sarebbe sicuramente intervenuto se il suo buon senso non lo avesse trattenuto; dopotutto un attacco frontale non poteva di certo risolvere la situazione. Attese così il passaggio della compagnia che continuò a seguire a debita distanza fino al suo nascondiglio. Doveva pensare ad un piano per liberare i suoi amici…

Claudium riprese lentamente conoscenza.
Si trovava in una caverna non molto grande, dalla forma pressoché circolare, alta circa tre braccia nel suo punto più alto e larga cinque; era difficile dire quale fosse il colore delle pareti, poiché esso era nascosto da una piacevole luce rosa, che donava alla caverna un aspetto rassicurante. Il paladino scoprì che la luce proveniva da una piccola sfera rossa, posta al centro del locale, attorno al quale erano riuniti i loro aguzzini. Claudium provò a muoversi ma scoprì di essere immobilizzato da pesanti corde; la stessa cosa valeva per i suoi compagni, abbandonati con noncuranza contro la parete; persino il povero Eoden era stato legato, muso compreso. Erano stati inoltre spogliati dllle loro corazze, delle armi e dei loro oggetti, che ora brillavano sotto la sfera rossa.
Dopo aver realizzato di essere stato catturato, Claudium finse di essere ancora svenuto, in modo da poter studiare i suoi nemici ed escogitare un piano per fuggire. I mercenari erano cinque in tutto.
Il primo era un minotauro gigantesco, seminudo, eccezion fatta per un piccolo gonnellino nero, e per i giganteschi bracciali d’acciaio; non sembrava un tipo molto intelligente e veniva trattato quasi come un servo.
Il secondo era un mago, di statura bassa, completamente avvolto da una tunica nera e con il capo coperto da un cappuccio; era un tipo loquace e pieno di sé, quasi narcisista; accanto al lui splendeva un bastone nero, sormontato da un teschio ghignante.
La terza era una donna dai lunghi capelli corvini e molto formosa; indossava abiti di pelle nera molto attillati e succinti; come tutte le donne belle era molto sicura di sé e perfettamente conscia del suo fascino, dato da una bellezza esotica difficilmente riscontrabile in donne comuni; dal fianco spuntavano una frusta ed una serie di coltelli.
Il quarto era un centauro alquanto snello, con una corazza nera a coprirgli il petto; era un tipo parecchio taciturno, ma sembrava sapere il fatto suo; portava accanto un elmo nero, un lungo arco ed una faretra stracolma di frecce.
Il quinto era un umano; dall’atteggiamento che gli altri mercenari tenevano con lui, il paladino capì che era il capo della banda; era un tipo di bell’aspetto, dai capelli corvini e molto astuto; dai suoi occhi proveniva una strana luce per niente rassicurante; vestiva con una corazza completamente nera che proteggeva le parti essenziali del corpo; al fianco portava una spada; Claudium ne riconobbe subito la forma: quella era una katana.
A poco a poco anche i suoi compagni si svegliarono e fu allora che i mercenari intervennero:
“Guardate, finalmente si sono svegliati!” esclamò la donna.
“Ragazzi, perché non diamo il benvenuto ai nostri ospiti?” disse il centauro mostrando al gruppo il pugno.
“Tranquillo Arrow, ci sarà tempo anche per quello…” disse l’uomo, tranquillizzando il centauro. Quindi si alzò in piedi e si avvicinò a Claudium “... Spero che abbiate dormito bene, eravate così stanchi…”
“Come diavolo avete fatto a materializzare un’intera scorta dal nulla ed a renderla tangibile? Ci vorrebbe come minimo un potente arcimago per farlo e quello sgorbietto non mi pare proprio che lo sia” intervenì Drago, rivolgendosi con tono di sufficienza al mago.
“BRUTTO BASTARDO! TE LO FACCIO VEDERE COME TI RIDUCE ADESSO LO SGORBIETTO!” gridò il mago afferrando il bastone.
"TOCCALO ANCHE CON UNA SOLA SCINTILLA E GIURO CHE DIVENTI LA CENA DI HORNS, E’ CHIARO?” urlò l'uomo.
Claudium aveva capito al volo il piano della Guardia Reale: aveva provocato una lite tra i due per dare tempo al paladino di usare la sua magia. L’Aspirante colse l’occasione al volo e mentre i due litigavano provò ad evocare una piccola fiamma, ma, con sua grossa, sorpresa l’incantesimo non riuscì; sembrava che il paladino avesse perso il suo legame con gli elementi; nemmeno le magie di Luce gli riuscirono. Dannazione, eppure è il mio elemento!
Improvvisamente la donna si alzò ed avvicinatasi al paladino disse:
“Sprechi tempo se tenti di liberarti con degli incantesimi. Il nostro caro Skull ha imposto un sigillo a te ed ai tuoi amici, quindi per un po’ sarete innocui come agnellini”.
Compiaciuto del successo del suo sigillo, il mago si calmò, limitandosi a deridere il gruppo. L’uomo continuò quindi a parlare:
“Bene simpaticone, risponderò volentieri alla tua domanda. Tanto ormai non potete più nuocere a nessuno. Quelle illusioni da cui siete stati ingannati sono state create dall’ amuleto che Skull porta al collo…” il mago mostrò un serpente nero le cui spire si intersecavano fino a formare un medaglione “… ed è molto potente. Per nostra sfortuna non abbiamo pensato al fatto che le nostre illusioni non hanno odore; è per questo che il vostro caro cagnetto si è agitato tanto. Comunque il piano è riuscito lo stesso”.
“Allora perché ci tenete ancora in vita? Volete chiedere un riscatto al Regno?” chiese Jekyll.
“Così da trovarci una ventina di Vassalli a darci la caccia? Nemmeno per sogno. Vi abbiamo risparmiato perché vogliamo sapere dove si trova il vostro protetto e come usare i poteri delle vostre armi. Dopodichè non ci servirete più”.
“E cosa vi fa pensare, di grazia, che noi parleremo?” aggiunse Claudium.
“Diciamo che sappiamo essere molto persuasivi quando vogliamo” e detto questo tirò un calcio fortissimo nello stomaco dell’Aspirante che si accasciò al suolo sputando sangue.
“CANE VIGLIACCO!!!” urlò furioso Lamion mentre gli altri Aspiranti gli facevano eco.
“Questo era solo un assaggio. Se parlerete subito vi garantisco un trapasso veloce ed indolore, altrimenti vi lascerò alle cure di Horns che ha sempre tanta fame, vero?”
Il minotauro rispose mostrando i lunghi denti affilati.
“Vi darò una notte di tempo per rifletterci, dopodichè passeremo ai fatti. Buon riposo…eroi” disse accompagnando l’ultima parola con una lunga risata. Concluso il discorso, la donna e l’uomo tornarono a sedersi.

“Che cosa possiamo fare, Claudium?” sussurrò Jekyll.
“Non ne ho idea. Noi non abbiamo più le nostre armi ed io non posso usare la mia magia. Inoltre queste corde sono troppo spesse per essere tagliate con le rocce qua intorno. Non so davvero cosa possiamo fare”.
“Aspettate, c’è ancora Albins. Lui è un ninja molto in gamba” aggiunse speranzoso Drago.
“Avete ragione, Drago, ma Albins lo abbiamo lasciato indietro e sicuramente questi squilibrati avranno cancellato le loro impronte mentre ci trasportavano. Temo che non riuscirà a trovarci entro domani mattina”.
“Quindi cosa ci proponete di fare? Di arrenderci?” domandò spazientito Lamion.
“Non ho mai detto questo, Lamion. Adesso penseremo tutti insieme ad escogitare qualcosa per liberarci. Solo, vi consiglio di raccomandare l’anima a Dio stanotte. Forse domani lo raggiungiamo".
[Modificato da Claudium 03/09/2008 14:19]
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