Cercasi urgentemente compagni di viaggio!

Luce si svegliò con la testa che le girava, ma nonostante ciò cercò di sollevarsi per osservare il luogo in cui si trovava.
La vista le si appannava "probabilmente" pensò "mi hanno dato qualcosa per indebolirmi".
La stanza in cui si trovava era circolare, piccola, ma accogliente. Cerco di individuare da dove venisse la luce del sole, ma non riusciva a individuare finestre, finchè guardando in alto scorse un piccolo lucernaio, purtroppo troppo alto per essere raggiunto senza l'ausilio di una scala.
Scoraggiata si ributtò sul letto, cercando di trovare un qualcosa che le permettesse di arrivare alla finestrella, per potersi rendere conto di dove si trovava.

Randal era chino poco lontano dal cadavere e stava scrutando il terreno.
-Sono tre, piu' Luce, umanoidi.
Dobbiamo sbrigarci, ogni minuto e' prezioso.
Presto seguitemi.-
e inizio' a correre lungo il ruscello.

-Che strano-penso Majere-non sapevo che riuscisse a seguire le traccie ...e pure correndo !

E a pensarlo non era il solo...

OT-Amici vi dispice se intervengo nella storia anche se è già cominciat?-OT

Un lupo bianco superò il gruppo in corsa, seguito dal rumore degli zoccoli di un cavallo al galoppo. Randal e gli altri si fermarono e si voltarono. Un cavaliere su un possente destriero grigio li raggiunse in un attimo. L'armatura d'argento e la croce di alabastro blu incastonata nel pettorale brillavano alla luce del sole e l'ampio mantello bianco e blu cadeva ordinato dalle spalle dello sconosciuto. I tre si schierarono in posizione difensiva:tra le creature che avevano distrutto la città di Nivis erano stati visti tre umani e niente al mondo impediva che quel cavaliere fosse uno di loro.
-Holux, messeri! Mi chiamo Jekyll, sono un Cavaliere del Nord, ma dalle mie parti mi chiamano Il Mancino. E quello laggiù è Eoden, il mio lupo e fedele compagno. Mi trovavo nel Regno per chiedere al Sommo di accettarmi al suo servizio come Aspirante Vassallo. In attesa del suo responso, mi recai alla vostra bottega, messer Randal, per chiedervi di riparare uno dei miei scudi, ma mi fu riferito che eravate partito insieme ad un'elfa qualche giorno prima.
-Di certo non ci avrete seguito fin qui, recuperando più di tre giorni di svantaggio, per chiedermi di riparare il vostro scudo, messere! Cosa volete...veramente?- chiese Randal minaccioso, sollevando il suo pesante maglio da fabbro.
-Avete ragione, messer Randal, non sono qui per il mio scudo. Vedete, gli elfi hanno aiutato molo il mio popolo e gli sono sempre stati amici; a sud, dove le nostre terre cominciano a scaldarsi e confinano con una grande foresta, vive un gruppo di elfi dei boschi che, da sempre, ci è stato alleato e ha fatto da sentinella ai nostri confini meridionali, permettendoci di difenderci dalle invasioni di troll che periodicamente hanno luogo dalle mie parti. Per qesto motivo e per il fatto che non sopporto che si possa volere il male di creature intrinsecamente buone come gli elfi, mi sono sentito in obbligo di darvi una mano. Penso che potrei esservi molto utile. Eoden può seguire le tracce della madamigella elfa e dei suoi aggressori meglio di quanto possa fare ciascuno di noi, senza contare che gli elfi, per loro natura, possono stabilire delle connessioni con il mondo naturale e con gli animali; forse la vostra compagna, anzi la nostra, se mi vorrete con voi, riuscirà a sentire il mio lupo e, tramite lui, a guidarci alla sua prigione. Inoltre conosco la storia del Medaglione delle Stelle.
Randal e gli altri si accigliarono subito sentendo nominare il nome del magico oggetto di Luce.
-Non temete, messeri, nelle mie terre si racconta che molto tempo fa un potente mago chiese alla nostra gente di permettergli di nascondere tra i ghiacci eterni un magico medaglione ricavato dalla scaglia di un drago, affinchè il gelo estremo attenuasse l'aura magica emessa da quel misterioso oggetto, fino a quando non fosse tornato qualcuno a prenderlo. Il re di Nivis mi ha descritto il medaglione che aveva al collo la bambina elfa che trovò durante una battuta di caccia e corrisponde alla descrizione che si fa di quell'oggetto nelle mie terre.
I tre si guardarono dubbiosi: sembrava che ci si potesse fidare di quel cavaliere, sotto l'elmo d'argento sormontato da un pennacchio di penne di aquila bianca, il suo viso schietto ed aperto e lo sguardo sereno ma determinato sembravano assolutamente sinceri.
-Ancora una cosa. Benchè veda un mago tra voi, credo che questo mio pendente possa essere utile. E'la Stella di Zenit: può emanare una luce bianca in grado di penetrare le tenebre più fitte e questo potrebbe permetterci di dividerci durante eventuali imprese notturne, se fosse necessario- disse Jekyll mentre estraeva da sotto il pettorale dell'armatura una catenella d'oro stretta al collo e a cui era fissata una gemma di cristallo. Al suo interna brillava tenuamente quello che sembrava un fiocco di neve.
Jekyll smise di parlare; ora toccava ai viaggiatori, che aveva raggiunto dopo una cavalcata estenuante, decidere se fidarsi di lui. Si rendeva conto che il suo arrivo così improvviso poteva insospettire, ma lui voleva solo proteggere l'elfa ed il suo magico medaglione. Sperava con tutto il cuore che gli credessero.
Da lontano l'ululato di Eoden avvertì che aveva trovato le tracce di Luce e dei suoi rapitori.

OT- .Ops, temo di essermi fatto prendre la mano. Prometto che le prossime volte sarò più sintetico. Chiedo venia.

OT X Jekill Il vostro racconto é molto bello, secondo me non fà che impreziosire la storia. Meglio, molto meglio cosi, che essere telegrafici come spesso si fà.

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Scritto da: Lady Rowena 22/03/2006 14.38
OT X Jekill Il vostro racconto é molto bello, secondo me non fà che impreziosire la storia. Meglio, molto meglio cosi, che essere telegrafici come spesso si fà.

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OT-Vi ringrazio, milady . Le vostre parole mi rincuorano.

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Scritto da: ()Luce() 22/03/2006 17.30
Più siamo meglio è! scrivete molto bene. -OT

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OT-Molte grazie, madamigella Luce! Farò del mio meglio per continuare così!-OT

Randal rimase a fissare il nuovo arrivato, come se avesse voluto attraversarlo da parte a parte. Jekyll sostenne lo sguardo del fabbro, ma sentiva che anche Majere e Ogino DC lo stavano osservando attentamente.
"Devono credermi...devono! Sono Aspiranti Vassalli, non degli sprovveduti. Sapranno leggere il mio cuore!"
Il maglio di Randal si abbassò e l'espressione del fabbro si rasserenò. Un lieve sorriso gli incurvò le labbra.
-Bene, messere, mi avete convinto, vi credo! Ma dal momento che non spetta solo a me decidere- disse voltandosi a guardare i suoi amici-dobbiamo essere tutti d'accordo, prima di rispondervi. Dunque, amici miei, avete qualcosa da dire?
Ogino scrollò le spalle.
-Per me va bene. Mi sembra sincero, messer Randal. Credo che messer Jekyll abbia ragione: il suo lupo ci sarà molto d'aiuto, se, come credo, le tracce ci porteranno dentro il bosco oltre il ruscello.
-Ogino ha ragione. Anche a me sembra sincero, inoltre sento provenire un'aura positiva dalla sua armatura e dalle sue armi, se fosse un uomo incline alla menzogna, non credo che potrebbe indossarle. Per dirla tutta, invero, anche la Stella dello Zenit potrebbe esserci d'aiuto. Quella boscaglia mi sembra alquanto fitta e se le nostre ricerche durassero troppo a lungo resteremmo al buio rapidamente.
-Ne convengo, messer Majere. Allora siamo tutti d'accordo! Vedo con piacere che anche voi siete del mio stesso parere. Messer Jekyll...
Eoden fece sentire nuovamente la sua voce, interrompendo il fabbro. Majere si voltò verso il lupo.
-Messer Jekyll, credo che il vostro compagno abbia fiutato qualcosa. E' già la seconda volta che ci richiama!Amici, penso che i convenevoli siano durati abbastanza, dobbiamo salvare Lady Luce!
-Mi sembra giusto, messeri! Seguiamo Eoden! Avaniti Fendor, vai!- disse Jekyll, spronando il possente cavallo grigio.

La scia aveva un odore umido, quasi putrido e si avvicinava pericolasamente alle rive del ruscello e lì con l'odore dell'acqua, della vegetazione e della terra bagnata sarebbe stato difficle seguirla, soprattutto se il suo Padrone e gli altri umani non si fossero affrettati a seguirlo. Non sapeva cosa potesse aere quell'odore ma era certo che non promtteva niente di buono. Si trattava i guai. Guai grossi. Più il tempo passava e più tenue diventava l'odore, anche se il suo naso gli suggeriva che sotto quell'olezzo quasi intollerabile, era nascosto un aroma più dolce e delicato, un profumo amico che avrebbe potuto essere così intenso a comunicare con esso, ma c'era quell'altro odore...

Eoden correva in preda alla fretta di seguire le trace prima che svanissero. Jekyll era poco dietro di lui; il fatto di essere a cavallo lo avvantaggiava sui suoi compagni, che lo seguivano a circa una quindicina di metri. Il lupo cambiò improvvisamente direzione e attraversò con quattro balzi il letto del ruscello, sollevando bianchi spruzzi di schiuma nell'aria limpida di quella giornata e puntò decio verso la fitta boscaglia sull'altra sponda del corso d'acqua.
Jekyll raggiunse il suo fedele compagno sul limtare della vegetazione; poco distante sentiva il rumore della corsa dei suoi nuovi compagni che lo seguivano
La boscaglia era molto fitta, non sarebbe stato semplice avanzare al suo interno. Smontò da cavallo e le legò le briglie di Fendor ad un vicino ceppo di legno.
-Amico mio, non credo che riusciresti a muoverti là dentro. Dovrai aspettarci qui- disse battendo delicatamente una mano sul collo muscoloso del suo cavallo.
Eoden cominciò a ringhiare sommessamente, il pelo dritto lungo tutta la schiena. Jekyll lo raggiunse, si chinò al suo fianco e cominciò ad accarezzarlo.
-Buono! Buono, Eoden- il lupo tacque subito al contatto della mano del suo padrone.
Un soffio di aria gelida e maleodorante sfiorò il cavaliere chino sul suo compagno che ricominciò a ringhiare.
Jekyll volse lo sguardo verso il folto del bosco. Sembrava che la luce facesse fatica a penetrare in quel luogo, tutto era buio. Un altro refolo di aria fredda e fetida uscì dalla vegetazione.
-Hai ragione, vecchio mio! Non piace anche a me...neanche un po'!
Randal, Ogino e Majere raggiunsero Jekyll. Appena li sentì dietro di sè, kil cavaliere si alzò.
-Cosa ne pensate, amici miei?- chiese a mezza voce, continuando a guardare dentro quel bosco.
Eoden continuava a ringhiare, deciso a ribadire la sua perplessità.

Luce intanto osservava la stanza, ma sembrava che niente la potesse aiutare nel suo scopo...
Ad un tratto in un angolo buio della stanza, noto degli scatoloni, che si prestavano perfettamente all'intento. Purtroppo erano fragili e Luce temeva che non avrebbero retto sotto il suo peso; di nuovo sconfortata si lasciò cadere sul lettino della stanzetta, chiuse gli occhi un attimo.
quando li riaprì il suo sguardo era più risoluto che mai, e la forte emicrania, andava via via scomparendo, e la mente di Luce ragionava di nuovo lucidamente: "l'effetto della droga, và scomparendo!" pensò, e rincuorata da questo si mise a frugare nella stanza. Le servivano dei cuscini per riempire gli scatoloni, che poi sarebbero stati ribaltati, senza che salendoci sopra si rompessero.
Ad un certo punto notò una cassapanca, chiusa da un lucchetto arrugginito. Senza molti sforzi lo fece saltar via, e meraviglia! L'interno era pieno di cuscini, alcuni odoravano di muffa, ma certo questo non le importava. così sistemò negli scatoloni i cuscini, in una specie di scala improvvisata. Si issò in cima e notò subito dalla finestra che non era molto lontana dal luogo in cui era stata rapita. Il tetto della casa in cui si trovava, faceva pensare a quello di una fattoria.
Scese dalla "scala" e con uno sgabbello frantumò il vetro della finestra e si issò sul tetto. Non era alto, e si poteva facilmente calare giù per la grondaia. ad un tratto l'ululare di un lupo la fece sobbalzare...

Poi sentì che qualcuno apriva la porta della sua camera, e lanciava un grido d'allarme:-Maledizione!- sussurrò fra sè e sè.

Ogino Dc dichiarò: -Questo bosco è stregato da migliaia di anni!E' l'habitat naturale dei Mutaforma.Da solo non mi avventurerei per nessun motivoignificherebbe morte certa.
Però stavolta siamo in quattro!Anzi in cinque con il lupo!-
I nostri eroi si addentrarono nel bosco.
Majere ammonì: -Quando camminate non appoggiatevi ai rami.Se controllate bene ci sono numerosi serpenti velenosi che vi possono ingannare:il mimetismo è la loro specialità.Se nonostante le dovute precauzioni subite comunque il loro morso dovete mangiare una carota.Non chiedetemi il perchè,ma contro il veleno di queste creature l'unico rimedio è la carota-
Eoden cominciò a ringhiare e a trascinare il padrone verso avanti,senza mai cambiare direzione.
Randal suggerì: -Il lupo non mi sembra spaventato!Non vuole fuggire,ma anzi punta verso la probabile locazione del nemico.Potreste lasciarlo libero!-
Jekyll rispose: -Una buona idea.Ma saremmo in grado di seguire Eoden nel fitto di questo bosco?Mi sembra troppo pericoloso!-
Ogino fece notare: -Ciò che dice Jekyll è giusto.Anche se poi fossimo in grado di seguire il lupo corriamo il rischio di arrivare a destinazione stanchi.Dividersi non è un'idea giusta.Però se la creatura è così agitata potrebbe esserci un'emergenza.E il nostro ritardo potrebbe rivelarsi fatale per qualcuno!-

Randal faceva oscillare pigramente il suo pesante maglio, mentre con gli occhi cercava di penetrare l'ombra che regnava dentro la boscaglia. Una sottile ruga di preoccupazione segnava la sua fronte. Jekyll guardò i suoi compagni, anche loro avvertivano un pericolo in agguato tra gli alberi; si chinò nuovamente sul suo lupo e, riprendendo ad accarezzarlo, mormorò:
-Coraggio Eoden! Facci strada, portaci dall'elfa, portaci da Lady Luce! Vai!

Fendor, irrequieto, emise un lungo nitrito, che nessuno potè sentire.

Il gruppo avanzava a fatica: il sottobosco era spesso e cedevole, mentre le lunghe radici degli alberi secolari rendevano ancora più difficile procedere rimanendo compatti. Inoltre camminare senza toccare i rami più bassi, come aveva suggerito Majere, non sembrava affatto cosa semplice. L'aria era fredda, maleodorante ed immobile, pesante da respirare. Solo ogni tanto, come un putrido, lento respiro, una fetida brezza faceva frusciare le vesti ed i mantelli dei quattro uomini. Le tracce sul terreno erano scomparse. Ora non restava che affidarsi al fiuto del grosso lupo bianco.
-C'è troppo silenzio tra questi alberi e comincia a fare decisamente freddo!- disse Ogino DC, guardandosi intorno, attento a cogliere anche il più piccolo movimento sospetto e stringendo saldamente la sua arma multiuso.
-Direi che è anche troppo buio! Il sole oltre le cime di questi alberi è ancora alto nel cielo, ma dalla luce che c'è qui sembra che sia già notte fonda!- disse Majere, avanzando con circospezione per non inciampare in qualche radice insidiosa.
Randal procedeva in silenzio, più agile degli altri poichè era abituato a camminare nei boschi. Continuava a far oscillare il suo maglio, pronto a scagliarsi contro chiunque, uomo o mostro che fosse, avesse osato intralciare il suo cammino. Poco dietro al fabbro del Regno, Jekyll camminava, tenendo lo sguardo fisso su Eoden...qualcosa non andava. Lo richiamò, schioccando la lingua, per farlo avvicinare: non voleva che si allontanasse troppo, perderlo di vista avrebbe potuto significare smarrirsi in quel buio dedalo di rami, tronchi, radici e cespugli, ma se anche ci fosse stata un'imboscata sarebbe stato meglio averlo vicino.
Intanto, più si inoltravano nel bosco, più la già poca luce si affievoliva ed il buio sembrava divenire più spesso.

No, non andava affatto bene, adesso quell'odore era ovunque, qualunque cosa emanasse quella puzza ora sembrava che fosse dappertutto, in qualunque direzione girasse il naso. Non sapeva dove andare ed il suo Padrone voleva essere portato dove quell'odore aveva origine. Tutto era uguale, non c'era una direzione particolare da seguire, l'olezzo era...omogeneo. Non gli era mai capitata una cosa del genere, cominciava a sentirsi frustrato.
Poi, improvvisamente lo sentì. Più che altro era un'idea di odore, affiorava appena appena dal fetore di fondo che aleggiava nel bosco, ma era sicuro di non sbagliare, si trattava di quel profumo amico che aveva sentito vicino alle rive del ruscello. Doveva seguirlo prima che svanisse del tutto, doveva capire quale era la direzione da cui proveniva più intensamente; adesso che lo aveva sentito, focalizzò la sua attenzione su di esso: gli sembrava quasi di vederla, una scia del colore dell'oro, dritta davanti a lui, che si inoltrava nel cuore del bosco. Con tutti i sensi all'erta, Eoden accelerò lievemente la sua andatura, sperando che gli umani riuscissero a tenere il passo.

-Siamo sulla strada giusta, messeri! Eoden è impaziente e tenta di farci accelerare il passo! Ha fiutato qualcosa!- mormorò Jekyll, senza staccare gli occhi dal suo fedele compagno, facendo scivolare la mano sulla sua arma. La mano sinistra sull'impugnatura della sciabola d'argento.

-Qualcuno...o qualcosa ci sta osservando- commentò Randal, quasi distrattamente.
I quattro viaggiatori camminarono ancora a lungo, nessuno di loro avrebbe saputo dire per quanto tempo esattamente: in quella strana ed immobile atmosfera, anche il tempo sembrava aver modificato il suo scorrere. Gli alti alberi intorno a loro sembravano colonne secolari di un'immensa cattedrale, le cui volte troppo alte erano nascoste allo sguardo dalle tenebre.
Lo schiocco di un ramo che si rompeva ed un lontano frusciare d'ali nel buio che avvolgeva le cime degli alberi lacerarono il silenzio opprimente che regnava nel bosco.
Eoden si fermò improvvisamente, le orecchie tese a captare ogni rumore. Anche il gruppo di uomini smise di camminare e rimase in ascolto. Il battito d'ali si stava avvicinando. Un rumore stridulo ed acuto invase l'aria. Diventava sempre più forte. La vegetazione bassa, che cresceva rigogliosa alle radici degli alberi maestosi, cominciò a frusciare. Altri rami si spezzarono, questa volta molto vicini.
Majere guardava in alto, scrutando tra le fronde per cercare di percepire un movimento.
-Ci siamo, messeri! Questa camminata cominciava ad essere troppo monotona! Iniziavo ad annoiarmi- disse Ogino, guardandosi intorno per cercare di individuare da dove provenissero quei rumori.
-Temo che tra poco avrete l'occasione di porre fine alla noia, messer Ogino- Jekyll pose la mano destra sull'impugnatura d'oro della sua spada di Acciaio Azzurro.
-Pipistrelli, forse vampiri. Dal rumore sembrerebbero numerosi...come sempre!- disse Majere continuando a scrutare tra le chiome degli alberi.
-Nel cielo pipistrelli. Ma che cosa si sta muovendo tra gli alberi, sulla terra? Cosa sta venendo verso di noi?- Randal divaricò leggermente le gambe per avere maggiore stabilità ed impugnò saldamente il maglio, sollevandolo al di sopra della testa, assumendo una posizione difensiva.
I rumori continuarono ad avvicinarsi, provenivano dalla destra del gruppo.
Ogino, Majere e Randal si spostarono in quella direzione, schierandosi davanti a Jekyll. Solo Eoden era più avanti di loro: fissava dritto davanti a sè, ringhiando.
-State indietro, messer Jekyll- Ogino sollevò il suo ombrello, mettendosi in guardia.
-Combatterò al vostro fianco, messere!- protestò Jekyll, avanzando di un passo.
-Non ne dubitiamo. Ma non siate impaziente, Jekyll, tra poco ci sarà da fare per tutti quanti, Eoden compreso- disse Randal con voce pacata, senza distogliere lo sguardo dal buio da cui provenivano quei sinistri rumori.
-Non abbiatevene a male, Cavaliere del Nord! Siamo Aspiranti Vassalli, lasciate a noi tre il compito di arrestare la prima ondata! Randal ha ragione, state pure tranquillo, avrete modo di dimostrare il vostro valore- Majere sollevò il suo bastone da mago, pronto a scagliare i suoi incantesimi.
-Avete ragione, messeri! Perdonate la mia impazienza- annuì Jekyll e, in un solo movimento, sguainò sciabola e spada, preparandosi ad affrontare l'assalto del nemico.

ot-come ti capisco luce
un baluginio nel buio, poi dagli alberi sbucarono decine di esseri antropoformi, ma certamente non umani. Combattevano con gli artigli, e quando cercarono di mordere il collo di Ogino, Majere capì: erano vampiri. Ma non era possibile che fosser ocosì tanti, e poi sconfiggerli non era difficile come poteva esserlo contro un comune succhiasangue.
-Randal, cosa sono?
urlò Majere, cercando di farsi sentire sopra al rumore delle spade che cossavano contro i corpi dei mostri
-Sono undovampiri, una sottorazza- tranciò in due un corpo ammantato -di vampiri.
La lotta non durò molto, alla fine per terra si contavano i corpi di venti... undovampiri (ma che razza di nome è???)
-Eoden!
Jekill siprecipitò vicino al lupo: era ferito a un fianco e sangiunava copiosamente.
-Fate largo messere- disse gentilmente Ogino -sono esperto in erbe curative e vedrò di far qualcosa per il lupo.
-Per oggi non possiamo muoverci- asserì -accampiamoci qui e montiamo la guardia.

Per tutta la notte Ogino, rivelandosi un ottimo guaritore assistettè Eoden, rifiutando le offerte di un cambio, ma al mattino la ferita era già quasi rimerginata.
-Complimenti, e grazie: questo lupo è il mio più caro amico.
Eoden si strusciò affetuosamente sulle gambe del cavaliere, quasi volesse sottolineare le sue parole.

[Modificato da M@jere 28/03/2006 17.56]

[Modificato da M@jere 29/03/2006 20.53]

Majere e i suoi compagni si svegliarono al sorgere del sole.
Dopo una frugale colazione, con l'unico scopo di avere le forze necessarie per il viaggio, si misero in marcia. A ritmo serrato percorsero la foresta in lungo e in largo, senza trovare traccia di una struttura che potesse ospitare i rapitori. Stavano per cessare le ricerche e e andare a chiedere aiuo, quando Majere scorse un baluginio tra le fronde degli alberi.
-Sembra una torre!
I quattro si diressero nella direzione indicata dall'elfo, e arrivarono sotto una torre completamente nera, arrocata su una sprogenza rocciosa.
-Non mi sembra invitante. Siamo sicuri che dobbiamo entrare lì?
Randal, Ogino, Jekill e Majere, dopo essersi fasciati le mani con delle pezze per non farsi male iniziarono a scalare la soprgenza. Arrivati più vicini all'edificio si accorsero che non era costruito ma intaglato nella roccia.
-Dobbiamo entrare- disse risoluto Majere

Luce intanto osservava il tetto alla ricerca di qualcosa, come una grondaia, che la aiutasse a calarsi giù. Ad un certo punto lo sentì ancora: l'ululato di un lupo. Una tegola si staccò dietro di lei, e Luce si voltò di scatto, in tempo per vedere che un omone, stava per calarle sulla testa un pesante bastone.
Schivò il colpo e agile come un gatto, caratteristica ripresa dalla discendenza elfica,salì più in alto. l'omone sbuffava e ansimava per la fatica di raggiungerla; gli occhi, sovrastati da folte sopracciglia nere, puntati su di lei. Luce cercò di restare calma:"dopotutto sono un'aspirante vassalla...", ma il pensiero non la rincuorò e il suo sguardo smarrito non sfuggì all'uomo davanti a lei, il cui viso si contorse in un ghigno.
L'omaccione si gettò su di lei per fermarla, ma sempre velocissima, Luce saltò più in alto sfuggendo dalle sue grinfie. L'uomo era infuriato e tentò ancora una volta di prendere la prigioniera, e per poco non riuscì nel suo intento, ma con un piccolo sgambetto, Luce lo fece cadere a terra, ed egli per poco non precipitò giù.
-Ops! Scusatemi so che non è leale, ma è legittima difesa! Subito l'uomo, iniziò a imprecare e a dire parole che e meglio non ripetere, e rosso per la collera urlò: -Ma proprio quando ero di guardia io dovevate svegliarvi? Un altro giorno a nanna no, eh?
Luce stupita esclamò:-UN GIORNO??
-Sì un giorno, sembravate proprio un angioletto quando dormivate, ma con la mia solita fortuna....- e qui lanciò un'altra bestemmia...
Luce si distrasse e iniziò a pensare alla preoccupazione degli amici, e cogliendo questo momento di debolezza l'omone l'afferrò per la vita.
-E adesso basta giocare e da brava tornate nella vostra stanza.
Disse quello ridendo.
Luce cercava in tutti i modi di liberarsi da quella stretta d'acciaio, ma constatando che ogni suo sforzo era inutile si lasciò trascinare, facendosi prendere dallo sconforto.
Ad un tratto, però, mentre stavano per rientrare dal lucernaio, un ululato scosse i dintorni e scorse una figura ben conosciuta: -Randal! Sono qui!- urlò di gioia e con le ultime forse della disperazione, si liberò dalla stretta dell'uomo.
Dopo Randal sopraggiunsero altre tre figure , due delle quali Luce riconobbe essere Majere e Ogino, ma la terza le era del tutto sconosciuta.

[Modificato da ()Luce() 10/04/2006 15.26]

ot-Ok, cambiamofirnma nei racconti

mmm, perchè non mi fa la firma alternativa????

[Modificato da M@jere 12/04/2006 14.02]

OT- Non si potrebbe supporre un effetto illusorio della prigione di Luce? Mi spiego: Randal, Majere, Ogino e Jekyll, essendo fuori dalla prigione la vedono come essa è veramente, mentre Luce, che ne è prigioniera, vede un ambiente meno ostile così da poter pensare che un'eventuale evasione sia una cosa relativamente senza problemi? Avrebbe così potuto sentirsi, diciamo, invogliata ad evadere e se fosse morta nel tentativo...poco male! Ai suoi rapitori potrebbe non interessare particolarmente averla viva...il suo medaglione potrebbe essere più importante! E' solo un suggerimento...che ne dite?-OT

[Modificato da @Jekyll@ 10/04/2006 18.08]

Avete ragione tutti, scusate tantissimo...
Jekill sei un genio!!

[Modificato da M@jere 12/04/2006 14.03]