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Rastebana, la lotta per la successione

Ultimo Aggiornamento: 17/09/2005 12:02
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Sesso: Maschile
Grande Eroe
02/04/2005 10:19
 
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Il fuoco. Ancora il fuoco.
Enzucc era da poco riuscito ad addormentarsi.
Si era girato e rigirato tra le lenzuola, terribilmente irrequieto nell’infinito errare della sua mente;
come se si stesse compiendo fin dalla notte della fusione con la pietra,
una battaglia interiore tra angosciose sensazioni e serene visioni,
che alla luce del giorno vedeva vittoriose queste ultime,
ma che al calar delle tenebre recava in trionfo quelle altre.

Paura di chiudere gli occhi.
Di abbandonare le certezze, minime ma pur sempre tali, che gli regalava la vista.
E di avvicinarsi a qualcosa che solo per un attimo potesse avvicinarlo
ad una dimensione che gli pareva sempre più ignota…

Ma alla fine, sonno lo vinse
e con esso,
anche tormento gli fece compagnia.

Non più il calore,
né il delicato abbraccio delle lenzuola,
ma la fredda roccia,
ruvida e inospitale.

E tonante voce invaderlo impetuosa:

Sette monete nel pugno della tua mano,
di sette si svelerà l’arcano.
Ma angelo e demonio si scontrarono
e altri sette ne crearono.
Del Sommo che onore e gloria tra le genti,
le ardue imprese conoscesti;
del Sommo che disprezzo e rancore rammenti,
nemmeno le più efferate crudeltà immagineresti!
Ma tosto è giunto il momento
che avvenga tal evento.
L’infinita tua battaglia
tra un’immagine riflessa
e la realtà stessa.


E quando fu emesso ultimo fiato
di siffatto anatema,
fu di nuovo come sprofondare
in un profondo abisso.


Ma il repentino ritorno alla realtà
non seppe restituirgli la serenità svanita,
giacché d’istante fu svegliato da disperate grida:

AIUTO!!!! AIUTO!!!! LA LOCANDA VA A FUOCO!!!!!

Enzucc aprì appena gli occhi.
Di scatto si alzò dal letto.
Intorno a sé fumi intensi e fiamme alte sembravano aver già avvolto la stanza.
Ma ben più angosciante spettacolo si parò di fronte a sé quando abbassò lo sguardo:
riverso sul pavimento un uomo esanime con un coltello conficcato nel petto.
Lo riconobbe come l’oste che gli aveva offerto ospitalità nella locanda.
Fu preso dall’impeto di urlare, ma non vi riuscì.
Qualcosa pareva bloccarlo.
Guardò ancora per terra.
Sette monete erano affianco al cadavere.
Le sue.
Macchiate di sangue.

GAHKTAMI!!!!!!! SAMAMETH, GAHKTAMI!!!!!

Fu lo straziante ultimo urlo che invase la sua mente.
Poi fu solo il dolore.
Di un colpo al capo.
E il buio.
Dei sensi.
E il silenzio.
Più cupo.

[Modificato da Enzucc 02/04/2005 10.20]

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