00 07/09/2010 17:11
Quella mattina, Fedrick si svegliò più presto del solito. Lanciando un'occhiata agli stipiti accostati, il giovane scultore si accorse che il cielo stava appena iniziando a rischiararsi e il sole era ancora lungi dal sorgere.
Accanto a lui, Diane dormiva ancora, il volto reclinato parzialmente nascosto dai lunghi capelli color nocciola che lo avevano fatto innamorare perdutamente due anni prima.
Lo scultore scostò una ciocca dei capelli e sfiorò la fronte della moglie con le labbra, quindi si alzò senza far rumore ed indossò le brache e una tunica leggera.
La casa, disposta su due piani, non era molto grande. Secondo lo schema classico, il piano terra era interamente occupato dalla bottega dello scultore, mentre il piano di sopra contava appena tre stanze: la loro camera, il ripostiglio e la stanza del focolare, che fungeva da cucina, soggiorno e sala da pranzo.
Fedrick scese silenziosamente le scale senza neanche accendere la candela, trovò senza fatica i sandali lasciati al solito posto, e uscì.
Mentre scendeva lungo Via delle Querce, il giovane si mise a guardarsi attorno, vagamente disorientato. C'era qualcosa di diverso nell'aria, ma Fedrick non capiva cosa fosse. Del resto, già il fatto stesso che si fosse svegliato prima del tempo, proprio lui che conduceva una vita regolare come un cronografo creliano, era inspiegabile.
Nella semi oscurità che precede l'alba, Fedrick attraversò Viale Gran Massiccio, fermandosi per scrutare il grande castello dimora del Sommo.
Oltre le mura irte di merli, si scorgeva appena nel cielo ancora buio la sagoma un po' più nera del Gran Massiccio, che da secoli e secoli vegliava sul Regno come un grande guardiano di roccia.
A parte il regolare incedere delle torce sugli spalti, segno di altrettante sentinelle che vigilavano senza sosta anche in quell'epoca di pace relativa, tutto era immobile.
Non un uomo camminava per strada: quasi tutti gli abitanti del Regno dormivano e solo i fornai erano già al lavoro, come testimoniava l'odore fragrante del pane appena sfornato.
Quella piacevole sensazione olfattiva ebbe l'inspiegabile potere di risvegliare un altro senso fino a quel momento assopito, e cioè l'udito. Improvvisamente, Fedrick si accorse che nell'aria c'era un tenue tramestio del tutto indecifrabile.
Poiché i rumori sembravano provenire dal Quartiere dei Grifoni, lo scultore imboccò Via dell'Unicorno, facendosi poi guidare dalle sue orecchie attraverso il dedalo di case e botteghe variopinte.
Quella zona gli era ben nota, in quanto lì vicino si trovava il famoso Quartiere del Peryton, dove abitavano i migliori artigiani del Regno e dove anche lui sognava di poter comprare, un giorno, una casa più grande per Diane e il bamino che avevano appena scoperto di aspettare.
Dopo essere passato all'ombra della Cattedrale e aver rivolto una silenziosa preghiera affinché i suoi sogni si realizzassero, Fedrick si ritrovò a costeggiare le mura del Forte dei Guerrieri. In quei pressi l'attività era maggiore che altrove: da oltre gli spalti si sentiva già la cadenza irregolare dei cadetti in corsa sciolta nel cortile interno.
Infine, il motivo del trambusto che lo aveva probabilmente svegliato si palesò ai suoi occhi.
Poco lontano dal Forte dei Guerrieri, si ergeva una massa bianca, dal cui interno giungeva una vasta gamma di rumori attutiti. Guardando meglio, Fedrick intuì che ciò che stava guardando era una grande impalcatura, completamente avvolta da teli in modo da impedire a chiunque di capire cosa si stesse realizzando al suo interno.
Lo scultore iniziò a girare attorno alla struttura, cercando di capire qualcosa. Le dimensioni della zona chiusa erano davvero impressionanti: si trattava all'incirca di un rettangolo lungo almeno centocinquanta metri e largo un centinaio, e i teli si alzavano in alcuni punti anche per più di venti metri. E la cosa più incredibile era che dell'immane struttura non vi era stata traccia fino alla sera prima: sembrava che tutto fosse stato partorito dalla terra in poche ore, e Fedrick pensò che sicuramente i misteriosi inquilini delle cinque torri dei Collegi di Magia avevano avuto una parte in quella losca faccenda.
Mentre finiva di fare il giro, domandandosi quale diavoleria si stesse fabbricando in quel cantiere, lo scultore girò l'angolo e si fermò di soprassalto.
Un lembo del misterioso telo si era appena scostato, e due figure incappucciate ne erano uscite, confabulando fra loro. A giudicare dalla stazza, doveva trattarsi di guerrieri: ma, trovandosi nel Quartiere dei Grifoni, questo era del tutto normale.
I due uomini rimasero a parlare per qualche istante, quindi si salutarono. Mentre il primo rientrava nella misteriosa struttura, il secondo si allontanò, dirigendosi proprio verso l'angolo dietro cui era nascosto Fedrick. Lo scultore non era sicuro di star commettendo qualcosa di sbagliato. Dopo tutto, lui era solamente un onesto abitante del Regno che passeggiava nella sua città: tuttavia, il mistero di tutta quella faccenda aveva confuso la mente semplice dell'artigiano, che decise così di accovacciarsi dietro due casse sistemate nell'ombra accanto ai teli.
Dopo qualche secondo, lo sconosciuto oltrepassò il precario nascondiglio del giovane e proseguì oltre. Fedrick stava per tirare un sospiro di sollievo, quando improvvisamente l'uomo si voltò e si diresse deciso verso di lui.
Lo scultore si irrigidì e poi, quando fu certo che lo straniero lo aveva individuato, si alzò in piedi tremando leggermente.
«Holux!» lo apostrofò lo sconosciuto.
«Ho... hol... lux» balbettò lo scultore, indietreggiando di fronte all'interlocutore.
Ora che lo vedeva così da vicino, Fedrick si rese immediatamente conto che i suoi sospetti erano fondati. Quell'uomo alto e slanciato, dal fisico asciutto e scattante di un atleta, era decisamente un guerriero, e lo scintillio dell'armatura istoriata e l'inquietante bagliore dell'elsa di una grande spada non lasciavano spazio a dubbi.
«Io... mi dis... cioè... stavo...»
«Ma voi non siete quello scultore che ha bottega in Via delle Querce?»
Sono spacciato, pensò l'artigiano.
«Sì...»
«Come va il lavoro?»
«Be... bene, non mi lamento... ho... ho aperto da poco...»
«Già, in effetti vi ho notato proprio per quello... sapete, prima in quella casa abitava un mio conoscente... Ma ditemi, giovanotto, quanti anni avete?»
«Ventun'anni, signore»
Fedrick si rilassò un poco: la sua esecuzione sulla pubblica piazza non sembrava più così certa. Inoltre, ora che il cielo si stava rischiarando e ci si vedeva un po' meglio, quell'uomo barbuto aveva un volto vagamente familiare...
«Caspita, da quel che ho visto siete bravo per essere così giovane!» esclamò lo sconosciuto.
«Faccio quel che posso, signore...»
«E così si deve fare. Avete famiglia?»
«Mi sono sposato otto mesi fa... mia moglie si chiama Diane... ha lavorato anche alla Locanda...»
«Ah, forse ho capito... sapete, non sono un grande amante degli alcolici... Ma perdonatemi, non mi sono ancora presentato! Io sono...»
Ma certo!
«Ah! Scusate, signore, non vi avevo riconosciuto! Sono terribilmente desolato!»
«Suvvia, non lusingatemi!»
«Altroché signore... io sono Fedrick, Fedrick Garland. Mio padre era Jeoff Garland, di Vetoio»
«Molto piacere, Fedrick. Sono stato di recente a Vetoio, di ritorno dal mio ultimo viaggio. Anche vostro padre fa lo scultore?»
«Nossignore. Ha la bottega da carpentiere proprio nella piazza principale...»
«Ma certo! E se non vado errato, ci sa fare anche con gli animali, dico bene? Se non mi sbaglio, è proprio lui che mi ha ferrato il cavallo l'ultima volta. Un ottimo lavoro... Ma perdonatemi, forse avete da fare...»
«Nossignore! Ero solo uscito a fare due passi, e questa... questa cosa mi ha incuriosito... che cos'è?»
L'altro tacque per un istante.
«Beh – disse infine – diciamo che è una cosa segreta... però mi è venuta un'idea. Stavate andando da qualche parte in particolare?»
«Beh, volevo tornare a casa, signore. Non vorrei che Diane si preoccupasse...»
«Allora bisogna sbrigarsi. Ascoltatemi, vorrei farvi una proposta, ma per spiegarvi tutta la faccenda ci vorrebbe un po' di tempo... vi dispiace se vi accompagno verso casa?»
«Ma certo che no!»
«Eccellente. Allora, dovete sapere...»
[Modificato da BrightBlade 25/10/2010 13:42]