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Il Vassallo perfetto

Ultimo Aggiornamento: 23/09/2020 12:32
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Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Cronologo
07/09/2020 19:47
 
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L’Aspirante entrò cosi al primo piano dell’edificio, trovandosi in un piccolo atrio, quasi fosse un corridoio, vi erano porte a destra, sinistra e di fronte, alla sinistra dell’ingresso vicino alla porta in fondo vi era una scala a chiocciola, vi erano delle librerie lungo le pareti.
Solar provò a entrare nella stanza di sinistra, la porta si aprì senza far rumore, guardando dentro l’ampio locale capì che si trattava della cucina, vi era una porta in fondo sulla parete di destra, ma dedusse che Otrebmu non era certo tornato per mangiare, richiuse e andò dalla parte opposta aprendo la porta, anche quella si aprì senza far rumore.
L’Aspirante entrò cosi nella stanza di destra che lo fece rimanere a bocca aperta, era grande forse quasi il doppio della cucina, in fondo a sinistra vi era una porta, ma quello che aveva stupito Solar era l’arredamento, sulla parete di fronte alla porta vi era una grande finestra, con ai lati pesanti cortine di broccato, alla parete a destra della porta vi era una grande scrivania di ebano intarsiato e nell’angolo un camino.
Le pareti erano ricoperte di librerie con scaffali pieni di libri rilegati in pelle colorate, nella stanza vi erano mobili di quercia massiccia ricolmi di libri e non solo, vi erano libri anche sulle poche sedie e poltrone della stanza, e sul pavimento di legno.
Solar era sconcertato i libri erano posti come a creare corridoi o percorsi, non sapeva se saltarli o non seguire i tracciati attivava qualche trappola.
<<Proprio strana questa casa>> si ripeté Solar.
Notò che vicino alla porta a sinistra vi era uno strano mobile, non era una libreria, invece che scaffali aveva dei vani più o meno larghi con delle targhette in metallo d’avanti. Solar riconobbe solo alcuni nomi, di città o villaggi altri sembravano nomi propri di persone. D’avanti a quello strano mobilio vi era un basso e largo tavolino con sopra pergamene arrotolate e lettere con sopra dei nomi. Solar ne lesse qualcuna, senza però toccare nulla, alcuni erano di città o villaggi altri non li riconosceva. <<Saranno, di qualcuno che vive in qualche città, o villaggio, Lumix, Kraten… Lumix non sarà?...>> aggiunse pensieroso l’Aspirante.
Chiusa la porta, entrò nella stanza di fronte al portone d’ingresso e anche qui rimase a bocca aperta, si trattava di un grande soggiorno, vi erano tavoli con sedie, ma anche divani e poltrone di cuoio nero, al centro sul pavimento di legno faceva bella mostra uno stupendo tappeto sicuramente proveniente dal Katai. Alle pareti vi erano, quadri e panoplie di armi antiche, trofei, maschere di paesi lontani e armi.
Vi erano due porte, sulla parete di sinistra, una su quella in fondo e una su quella di destra. Solar pensando che una delle due porte a sinistra doveva introdurre nella cucina, provò ad aprire l’altra che corrispondeva a quella della stanza con cui comunicava la cucina. Aprendola però si trovò nella dispensa-magazzino. Sulla parete di sinistra vi era la porta che conduceva alla cucina e delle scale che scendevano, ma escluse che il Vassallo fosse andato in cantina. Arrivato alla porta in fondo alla sala, la aprì e uscendo si trovò all’aperto. A destra e sinistra vi erano 2 strutture di legno lunghe qualche decina di metri e in fondo si vedeva un boschetto e una serra. Solar si stupì di non vedere delle torri dietro l’edificio ricordandosi di averle viste entrando.
<<Quindi, le torri si trovano sopra all’ultimo piano?>> si chiese l’Aspirante << Sempre più strana questa casa>> concluse.
Solar rientrò in casa, percorse il soggiorno e tornò nell’ingresso avendo deciso di salire la scala a chiocciola, che scoprì, scendeva oltre a salire. Salito al primo piano, si trovò in una piccola stanza, con librerie sulle pareti, con porte a sinistra delle scale, in fondo a destra e sulla parete di fronte. Un rapido controllo alla stanza di sinistra, aveva rivelato una camera da letto, con una porta in fondo, uno controllo a quella di fronte aveva sorpreso l’Aspirante essendo quasi vuota escludendo un paio di sedie, un tavolo con alcuni libri sopra, sul pavimento, soffitto e pareti vi erano dei simboli magici parzialmente incisi o dipinti.
Aprendo la porta di destra vedendo vari letti capì che doveva essere una stanza per gli ospiti, anche qui vi era una porta in fondo.
Solar usci dalla stanza, e andando alle scale salì ancora. Si trovò in un’altra stanza ma più grande delle due ai piani inferiori, sulle pareti vi erano delle librerie colme di volumi e vi erano tre porte, a destra, a sinistra e di fronte.
L’Aspirante provò a entrare nella stanza a sinistra e scoprì che era una grande stanza con le pareti coperte di librerie che toccavano il soffitto, piene di tomi. Altri mobili più bassi erano pieni di boccette sigillate e non, piene di erbe o altri parti di fiori e piante. Vi erano anche tre tavoli con sopra, mortai, pestelli, cesoie, piccoli bisturi e corde sottili.
Vi era una porta socchiusa sulla parete di destra da cui provenivano delle voci. Solar entrò nella stanza con circospezione, arrivato alla porta poté distinguere le frasi di una conversazione.
<<Avevate detto, che sareste stato lontano, solo pochi giorni, invece sono state settimane>> diceva una voce molto giovane.
<<Si lo credevo anch’io, non sapevamo che ci sarebbe stato qualche imprevisto>> rispondeva la voce del Mastro Erudito.
<<Ho dovuto dargli da mangiare per tutto questo tempo, quelle bestiacce stavano per staccarmi un braccio!>> disse concitata la giovane voce <<Avete capito che stavo per perdere un arto?>> concluse.
<<Anche se lo perdevate, lo avreste ritrovato subito, nelle loro fauci>> rispose la voce di Otrebmu.
<<Ha ragione>> rispose una voce anziana, dopo una risata.
<<Non scherzate Otrebmu e voi non dategli corda Kazol>> rispose la voce del giovane.
<<Avete trovato quel libro che cercavate, qui nella biblioteca magica?>> chiese Kazol.
<<Ne qui, ne nella biblioteca al primo piano dove ho lo studio, forse nelle librerie fuori la stanza dell’erboristeria o in qualche altra libreria della casa>> rispose il Vassallo.
<<Non ho tempo ora per trovarlo, cercherò dopo il resoconto ai Sommi, devo passare per la stanza delle pozioni però, andiamo>> concluse Ittoram.
<<Bene andremo a fare quello che ci avete chiesto e poi vi raggiungeremo>> disse la voce anziana.
Solar fece appena in tempo a fare qualche passo indietro che la porta si aprì e un ragazzo sui diciassette anni con dei capelli neri corti e un viso lentigginoso, ne uscì.
<<E voi chi siete? Che ci fate nell’erboristeria?>> chiese il ragazzo, fermandosi prima di scontrarsi con l’Aspirante.
<<Ecco… io…>> stava rispondendo Solar.
<<Solar che ci fate qui?>> chiese Otrebmu dietro il ragazzo, che si spostò per farlo passare.
<<Ecco pensavo che il luogo di riunione fosse ai Cancelli, ma i Guardman mi hanno detto di no, e di cercare la vostra casa cosi me lo avreste indicato>> rispose l’Aspirante, con fare imbarazzato.
<<Certo, ma tra poco ci andrò, potete venire con me, devo fare solo una paio di cose>> spiegò Otrebmu, mentre si dirigeva all’altra porta.
Solar gli corse dietro, seguito dal ragazzo e da Kazol, un uomo sulla settantina, con capelli bianchi corti e una lunga barba bianca, che era uscito dalla stanza subito dopo Ittoram, chiudendo la porta.
I quattro uscirono dalla stanza, il Vassallo e l’Aspirante entrarono nella porta di fronte, gli altri due scesero le scale. Otrebmu entrato si diresse ad alcuni scaffali sulla parete di sinistra, prese delle boccette di vetro ed entrò nella porta che si trovava li vicino entrando nell’altra stanza.
<<Rimanete li Solar, torno subito>> disse Otrebmu, facendo capolino dalla porta.
Solar si guardò intorno, anche in questa stanza vi erano, su tutte le pareti, delle librerie piene di libri, alte fino al soffitto, tranne dove si trovavano le finestre, molti tavoli si trovavano nella stanza con vicino mobili alti massimo due metri. Sopra vi erano diversi oggetti, bisturi, pinze, aghi di sutura, vasi contenenti fili chirurgici immersi in un liquidi rossastro. Su altre mensole vi erano file di lucenti vasi allineati con delle etichette sopra, essenza di nitrato, tintura di canfora, formalina, sale ammoniaco, acetato di piombo, linimenti, cloruro di mercurio, vescicante rosso. Su altri ancora bicchieri graduati, mortai e pestelli, boccette, sugheri di tutte le dimensioni, scatole per pillole e cartine per le polveri.
Mentre Solar girava tra i tavoli, ne urtò uno, e fece un salto indietro finendo contro un altro, varie boccette di vetro tintinnarono, l’Aspirante si girò e nel farlo la sua mano ne colpì due il cui contenuto si versò sul tavolo. L’Aspirante vi avvicinò le mani volendo rimetterli nelle boccette, ma i due composti, uno di cristalli bianchi e l’altra un liquido giallo entrarono in contatto tra loro, una densa nuvola di fumo violaceo si sollevò finendo sul viso di Solar che tossì un paio di volte.
<<Che succede?>> si senti chiedere dalla voce del Vassallo, che rientrò nella stanza.
<<Mi dispiace si sono versati>> disse Solar, abbassando lo sguardo per scusarsi.
Il Vassallo si avvicinò a grandi passi, guardò le due boccette e disse serio: <<Mi dispiace per voi, se si è sprigionata una nuvola di fumo viola, era velenosa, ma non vi preoccupate, morirete tra due ore senza soffrire>> concluse.
Solar rimase senza parole, mentre il Vassallo si allontanava e rientrava nell’altra stanza.
Pochi minuti dopo il ragazzo e Kazol entrarono nella stanza e videro l’Aspirante in silenzio che guardava ancora il tavolo.
Il ragazzo si avvicinò e vide le due boccette versate e chiese: <<Sono venute in contatto tra loro i contenuti, sprigionando una nuvola viola, che vi è arrivata in viso?>>
Solar annuì bianco in viso.
<<Mi è successa la stessa cosa due mesi fa>> rivelò il ragazzo.
L’Aspirante sbatte le palpebre e gridò: <<COSA?>> per poi ricomporsi e chiedere: <<Come vi è successo due mesi fa? Ma siete ancora vivo!>> terminò esterrefatto.
<<Non è velenoso, è uno scherzo di Otrebmu, ma lo dice in modo cosi serio che uno ci crede>> spiegò il ragazzo.
<<Non morirò?>> chiese Solar.
<<No, a me lo disse solo due ore dopo>> rispose il ragazzo con una smorfia.
<<Non vale, Dasil, cosi mi avete rovinato lo scherzo>> disse Otrebmu che era appena entrato nella stanza, con un gran sorriso, per poi rientrare di nuovo nell’altra.
<<Grazie, ma io lo…>> disse Solar, non finendo la frase.
<<Uccido? L’ho pensato anch’io quando mi ha svelato lo scherzo>> rivelò Dasil.
<<Solar attento, anche se le sostanze di prima erano innocue, ve ne sono altre sui tavoli che, se mescolate possono essere infiammabili o esplosive come una palla di fuoco di un mago>> disse la voce del Mastro Erudito dall’altra stanza.
Solar guardò le varie mensole con sopra molti vasi di terracotta pieni di strane sostanze. Sul tavolo da cui si era alzata la nube viola, vi erano tre vasi vicini con dentro, una sostanza gialla, dall’odore zolfo, una nera che doveva essere carbone, e una bianca che non conosceva.
<<Si, quelle tre è meglio non mischiarle, ho visto delle belle esplosioni quando faceva degli esperimenti Otrebmu, ed erano piccole quantità, certo bisognerebbe dargli fuoco con l’acciarino>> raccontò Dasil.
<<Questa casa non è solo strana e anche pericolosa>> disse Solar.
<<Avete ragione.>> gli confermò Dasil <<Le sostanze che sono qui nel laboratorio alchemico, bisogna maneggiarle con cura, ma anche quelle della stanza delle pozioni dove si trova Ittoram, che cerca sempre antidoti ai veleni e ne ha molti sugli scaffali della stanza>> concluse.


[Modificato da Otrebmu Ittoram 07/09/2020 20:43]
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