Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Blue Sky: libro fantasy a favore dei bambini africani

Ultimo Aggiornamento: 23/08/2010 13:19
OFFLINE
Email Scheda Utente
Sesso: Maschile
Eroe
20/11/2008 06:53
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Esperienze di Missione a Migoli
Nel festeggiare il mio millesimo post (ormai è da un po' che sono nel Regno [SM=x92705]) è un privilegio descrivervi le emozioni da me provate a Migoli:

ESPERIENZA 1:
E' un'ardua impresa tentare di descrivere a parole la tempesta di emozioni che ho provato nei miei 18 giorni di permanenza a Migoli.
Ricordo ancora il colloquio con Padre D., prima della mia partenza, quando mi disse:"Ora io cercherò in tutti i modi possibili di scoraggiarti a partire", illustrandomi i rischi e i pericoli che avrei dovuto affrontare. Non mi sono per nulla fatto intimorire, poiché in cuor mio sapevo che sarei stato sotto la protezione divina.
Arrivato a Migoli, sono stato accolto dalla popolazione come se fossi uno di loro: ho avuto come la sensazione di essere stato là da sempre! Anche se ci sono state difficoltà legate alla lingua, in realtà il linguaggio dell'amore è quello che ha trionfato e trionferà sempre.
Stare là è come assistere quotidianamente ad un soave concerto: l'alba, la natura, gli animali, la terra a contatto con i piedi nudi dei suoi abitanti, i bambini che giocano felici intere giornate con un pezzo di legno, le case di fango spesso mezze distrutte, il tramonto e il cielo notturno tempestato di stelle spendenti emettono armoniosamente una propria melodia. Tale melodia non può essere ascoltata con le nostre orecchie, ma solo col nostro cuore, in quanto non rappresenta altro che la massiccia presenza di Dio!
Alcune chiese erano fatte di pietre, legno e paglia, ma i canti, le danze e l'immensa fede della popolazione rendevano le celebrazioni davvero toccanti: usando semplicemente parti di biciclette, pezzi di legno e tappi di bottiglie, la gente riusciva a trasmettere intense emozioni, tanto da farmi commuovere. Ciò poiché non si loda il Signore solo con gli strumenti musicali, ma soprattutto e specialmente col cuore.
A proposito di fede, vorrei riportare una frase, su cui ho molto meditato, detta da un ragazzo di Migoli per consolare un amico che stava male:"La malattia è la benedizione di Dio". Infatti, quando stiamo poco bene, la prima cosa che facciamo è metterci in contatto con l'Onnipotente. Magari noi avessimo tanta fede! Noi che siamo sempre tanto bravi a lamentarci...
Diversi sono poi i piccoli grandi gesti che mi hanno fatto riflettere: il modo di spolpare e quasi sbranare ciò che mangiano, mentre noi siamo spesso schizzinosi e lasciamo quasi tutto sul piatto; il modo di ricevere gli oggetti con due mani e con un inchino, mentre noi usiamo una sola mano e magari con la faccia girata dall'altro lato... Questi sono segni dell'amore e della dedizione che loro mettono in qualunque cosa e tutto ciò che a noi può apparire insignificante per loro ha un valore immenso.
Ogni volta che avevo qualche minuto libero, ne approfittavo per recarmi all'orfanotrofio, in cui venivo accolto con immensa gioia dai bimbi, subito pronti ad aggrapparsi alle mie gambe, per cercare un po' di calore umano, sicuramente mai abbastanza da colmare il loro vuoto. Si attaccavano a me con tanto ardore da farmi commuovere e rendere davvero difficile il distacco.
Concludendo, sono partito per scoprire luoghi nuovi e gente nuova, ma in realtà ho scoperto meglio me stesso: Dio ha inondato il mio cuore di tanta luce da far accendere in me una fiamma ardente. Ciò che ho capito è che la mia vera missione inizia adesso, al mio rientro, ed è quella di estendere la fiamma che arde in me a tutti voi, così da far risplendere anche i vostri cuori.

ESPERIENZA 2:
Quando due anni fa ho lasciato la terra africana, ho chiesto al Signore un dono: quello di ritornare in quei luoghi assieme alle persone a me più care. Ed è così che ho condiviso la mia nuova esperienza, come se fosse una perla preziosa, con mia moglie Tatiana e mia sorella Agata.
Le giornate a Migoli iniziano sempre nel migliore dei modi: la Santa Messa, al termine della quale ci si prepara per celebrarla nuovamente in un altro dei diciassette villaggi della missione catanese. Al ritorno, ad attendere il sacerdote, c'è sempre una lunga fila di persone bisognose, le quali espongono i loro problemi, che noi occidentali non potremmo nemmeno immaginare. Nonostante tutto, nella mentalità africana, prima di chiedere qualsiasi cosa, vale a dire prima di pensare a se stessi, c'è sempre la delicatezza di chiedere all'altro come sta, se hai dei problemi, e solo dopo viene fatta la richiesta, che nella maggior parte dei casi consiste in un minimo sostentamento per sfamare i propri figli.
Nel villaggio di Migoli, un grande insegnamento mi è stato dato da un ragazzo ritardato ed epilettico, di nome Chungu (che in lingua swahili significa dolore), il quale, anche se parla a stento, ha una spiritualità eccezionale: prima di mangiare con una fatica indescrivibile si fa il segno della croce e chiude per qualche attimo gli occhi in segno di ringraziamento. Dalle sue ore passate a fissare un crocifisso dipinto sul muro ho imparato veramente tanto…
Un'altra importante testimonianza mi è stata donata in occasione del tragitto verso un altro villaggio. In quell'occasione, eravamo una trentina di persone in una jeep, strette come sardine e sbattute ripetutamente a causa dei continui sobbalzi del mezzo, dovuti al terreno molto scosceso. Mi chiedevo il perché era venuta tanta gente, a differenza delle altre volte, e pensavo tra me che forse era un modo per farsi una gitarella, per impegnare il tempo. Ma mi sbagliavo: erano venuti, pur soffrendo, per testimoniare su come hanno incontrato il Signore nella loro vita ai loro fratelli di un altro villaggio e per celebrare la Santa Messa. E noi che abbiamo tante chiese a portata di mano, in cui si celebra messa anche più volte al giorno, ci lamentiamo piagnucolando che non abbiamo il tempo per andarci!
Una cosa che è messa a dura prova in questa terra è sicuramente la pazienza. Siamo ormai abituati a fare così tante cose nell'arco della nostra giornata che, quando abbiamo del tempo per stare da soli con noi stessi, cadiamo in crisi. Stare da soli con sé stessi non è sinonimo d'isolamento, ma al contrario, chi ci riesce ritrova dentro di sé la profondità dei suoi sentimenti, basilare per l'equilibrio personale. Sono fondamentali tali pause per interrogarci su noi stessi e diventare padroni delle nostre attività, anziché schiavi delle nostre abitudini. "L'empio fugge anche se nessuno lo insegue, mentre il giusto è sicuro come un giovane leone" (Proverbi 28,1).
So che le parole sono inadatte ad esprimere i forti sentimenti interiori provati in questi giorni, ma c'è come un fuoco che arde dentro di me, che anche se volessi non riuscirei a soffocare. Ho vissuto in prima persona quella realtà e ormai mi sono compromesso: non posso non pensare ogni giorno, in ogni mia azione, a liberarmi del superfluo e tentare di vivere nella semplicità e nella condivisione.
Andando in terra di missione, si ha la voglia di agire concretamente, per esempio distribuendo delle caramelle, o vestendo un bimbo coperto di stracci. Ma dobbiamo chiederci per chi lo facciamo veramente: per loro o per noi stessi? Se scaviamo nella nostra anima, sappiamo che ciò ci gratifica, ma se vediamo con gli occhi di quei bambini, ci rendiamo conto che ciò che vogliono non sono degli oggetti materiali, ma ciò che dobbiamo donare è noi stessi! Siamo pronti a fare vera missione? Doniamo noi stessi, il nostro calore, il nostro amore… E se qualcuno di loro sbaglia, e cerca di approfittarne, perdoniamolo, perché è la povertà che lo spinge a questo. Bene, rimbocchiamoci allora le maniche e pensiamo alle loro condizioni di vita, a testimoniare la loro semplicità e umiltà con l'esempio: solo così saremo veri missionari.

Joe




Non si insegna quello che si sa o quello che si crede di sapere, si insegna e si può insegnare solo quello che si è. (Jean Jourès)
Se Dio ci permettesse di vivere la nostra esistenza senza incontrare nessun ostacolo, saremmo limitati. Non potremmo essere così forti come siamo. Non potremmo mai volare.


Gruppo su FB del mio primo libro in beneficenza:

Blue Sky e l'ingannevole mondo dell'apparenza



Gruppo su FB del mio secondo libro in beneficenza :

Giochi di ruolo e letteratura fantasy. Nuove frontiere di pastorale giovanile?

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]
Libro sul fantasy e GdR a favore dei bambini africani! (22 messaggi, agg.: 02/07/2012 11:30)

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 05:18. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com




Vota bluedragon.it nella MTprox Top100