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17/09/2008 14:36 | |
Come ha scritto Joe, le difficoltà servono per mettere alla prova se stessi e migliorare, ma soprattutto per crescere: mi sembra proprio che tu l'abbia capito.
E questa è una cosa preziosa: viviamo in un mondo in cui la gente si "anestetizza", vive cercando di ignorare o aggirare ogni problema. In fondo, questo è il frutto avvelenato del "carpe diem": il futuro angoscia e il passato è rimorso, per cui la gente vive in un eterno presente, senza invecchiare (o meglio: invecchia, ma non diventa adulta).
Ma un uomo è uomo se ha una storia, se ha vinto e perso (non importa davvero). In una parola: se ha vissuto (e non se vive). E' questo l'adulto, ovvero l'uomo.
E così, quando scrivi di essere un adolescente, sai già di star mentendo almeno un po': hai vissuto, non ti sei nascosto (o imprigionato?) in un te stesso "sempre presente". Hai combattuto, probabilmente hai visto morire una parte di te: sei cambiato.
In altre parole: sei già un po' un uomo.
Bentornato! |
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