Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

 
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Ultimo Aggiornamento: 21/02/2005 16:59
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Sesso: Maschile
Paladino
21/02/2005 16:59
 
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A quelle parole la mente di Alucard si annebbiò e non si sentì più lui, ma come se egli fosse il tempo e lo spazio stesso, cominciò a vivere qualcosa. Era una stanza buia, illuminata fiocamente da alambicchi e grossi container vitrei collegati fra loro, dentro ad essi fluiva una strana luce. I contenitori capienti erano disposti come su di un anfiteatro, simili a spettatori e dentro ad essi vi erano infatti persone; ma a guardarvi meglio dentro era difficile definire quelle cose “persone”, erano obbrobri, mozziconi di corpi semi composti e semi decomposti. Ed ogni tanto si muovevano, piccoli spostamenti, ma davano l’impressione che quelle cose fossero ancora vive. In alto alla scalinata vi era poi un contenitore meno consunto rispetto ad altri, si sarebbe detto nuovo, se non fosse stato per la polvere e le tele di ragno che vi erano affisse. Quel che conteneva era un feto, così giovane da non poter ancora capire di che genere o razza fosse. Sembrava a posto, l’unico germe di vita dignitoso presente in quel luogo malefico.
Da lontano si sentirono le cadenze di passi decisi, di tacchi duri colpire sulla pietra fredda. Era una donna, pallida in volto da sembrare morta, in netto contrasto con la sua capigliatura sanguigna. Acconciata come una gran dama, indossava una lunga veste vermiglia con uno strascico violaceo. Severa guardò i container, fece per andarsene, poi si girò di scatto e con un cipiglio della mano scaraventò da sola due di quei grossi contenitori lontano. La sua bocca una smorfia esagerata e negli occhi la follia. –Io sono Cassandra, e voi dovete nascere! Voi dovete essere i miei figli! Io merito questo potere, io la grande Cassandra, a cui tutte le divinità dovranno sottomettersi e lo proverò!–, a quelle urla rispose uno strano coro di sibili doloranti, lunghi sospiri d’agonia, provenienti da quelle “cose” ch’ella stessa aveva appena distrutto.
Cassandra, salì l’anfiteatro fino a giungere al feto. –Sei l’ultimo, caro figlio mio. È ora il momento di far crescere in te la mia vita, sei giunto allo stadio degli altri prima che si deformassero e divenissero inutilizzabili al mio scopo, sento che non mi deluderai, che non mi deluderò…–

[Modificato da Alucard82 21/02/2005 17.02]






Alucard fece uno sforzo di volontà e si liberò dalla presa dell'essere, corse via mentre due voci dietro di lui gridavano di fermarsi.
Sale lo affiancò volando, anche lui dicendo di tornare indietro.
<> rispose Alucard.
Il Vassallo corse finchè non trovò l'uscita della caverna e si diresse dove era apparso, formulò un'incantesimo che riattivò il portale e lo attraversò.


[Modificato da Otrebmu Ittoram 07/11/2011 02:42]
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