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L'Antro

Ultimo Aggiornamento: 27/01/2005 17:00
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Sesso: Maschile
Grande Eroe
26/01/2005 21:13
 
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L'antro era buio, L'occhio non scorgeva neppure i palmi delle mani tenuti a poca distanza dalla faccia. L'umido, mescolato al perenne gelo che vi regnava, faceva gelare le ossa e procurava fitte come aculei nella carne.
Respirare l'aria gelida era insopportabile. Se si usava il naso, questo, pareva congelare come stretto in una morsa di ghiaccio perenne. Se invece, si usava la bocca, la gola pareva seccarsi e raffreddarsi, regalando un dolore sordo, che impediva di parlare.
Spesso il percorso curvava, saliva o discendeva brusco e irrimediabilmente si andava a sbattere contro una delle pareti.
Le sporgenze e le rocce aguzze, procuravano tagli e contusioni.
L'unica cosa che impediva di urlare doloranti, era appunto il gelo dell'antro, che agiva come un anestetico sulle ferite.
Altro fattore che rendeva ancora più insopportabile il faticoso passaggio era la fame, che attanagliava gli stomaci e dava crampi dolorosi agli intestini. Nulla per giorni, solo il buio, così fitto e denso che quasi poteva essere tagliato.
Ciò che non mancava era l'acqua, che sgorgava in piccole gocce gelate dal soffitto. Alcune volte cadevano lungo la schiena procurando brividi e spaventi.
Già, spaventi, perchè non si era soli in quella caverna maledetta. Altre creature della notte strisciavano e volavano nel buio. Tante erano affamate come chi entrava e non disdegnavano un rapido pasto, offerto dagli ingnari ospiti del cunicolo.
Senza armi era come volersi iscrivere ad un'esecuzione pubblica, si veniva sbranati, dilaniati, sventrati, squartati, masticati o ridotti in brandelli, dalle bestie dell'antro.
Anche con un' arma però, non si doveva avere l'audacia di credersi invincibili. Le creature infatti non si facevano scrupoli ad attaccare anche il più preparato.
Erano questi i momenti in cui non si doveva confondere il coraggio con la follia. Data la voracità delle creature, non vi era il pericolo d'incappare in un cadavere.
Si nutrivano di tutto, anche delle ossa, dei tendini e dei vestiti, nulla rimaneva. Queste creature erano anche abili nel tendere agguati, era quindi bene guardarsi dal soffitto.
In alcuni punti inoltre, la profondità e la distanza dall'esterno, impediva la circolazione dell'aria, si poteva quindi morire soffocati o asfisiati. Una spedizione di molti uomini sarebbe di certo fallita.
Il posto, non era adatto a una moltitudine. Ciò che però, pareva più leso era il morale, lo spirito. L'effetto che l'antro donava dopo un paio di giorni in quelle condizioni, era un misto di, tristezza, amarezza, depressione, torpore, disinteresse e rassegniazione. La speranza svaniva, crollava, s'infrangeva come uno specchio colpito da un martello.
Nessuno pensava di sopravvivere, di uscire, di salvarsi. Rasegnazione e consapevolezza. Certezza e tristezza. Agonia e Apatia. Un miscuglio di sensazioni che rendeva anche il più convinto e motivato, in un uomo senz'anima.
Svuotato di qualsiasi gioia. Privo perfino del dolore, indifferente alla vita. Un morto. Un senz'anima. Un dannato. Nulla, proprio come l'antro, vuoto e freddo.

L'antro nella sua oscurità non poteva regalare altro che morte.



Ot Piccola descrizione di un loco maledetto che mi è venuta in mente verso le undici di ieri sera...l'Antro...




Gran Priore della chiesa del Regno
Membro della Compagnia dei Templari Sin Fein
Sommo chierico

La fede è l'unica cosa che non potranno mai toglierci.
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