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Il sistema penale inquisitorio

Ultimo Aggiornamento: 03/11/2016 13:10
28/08/2016 20:37
 
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X Ostri

Diciamo che il mio scopo era capire se quella che mi è stata insegnata è una verità o una semplice semplificazione da libro di testo. Considerando quello che scrivi, secondo cui a te non torna che giudice ed accusatore fossero la stessa persona e sul fatto che il procedimento variasse in base a zona ed epoca, propendo più per la seconda ipotesi allora.

Lungi da me da considerare il sistema accusatorio come migliore; per quanto mi riguarda è semplicemente diverso. L'inquisitorio infatti è molto efficiente nel formulare una sentenza in tempi rapidi mentre nell'accusatorio la giuria è di tipo popolare (e quindi facilmente suscettibile di manipolazioni) e l'accusa devo essere portata avanti da un privato (col rischio quindi che se nessuno accusi il processo non inizi nemmeno, cosa che nel nostro sistema penale viene evitata grazie alla presenza del pubblico ministero, un organo terzo che ha il dovere di formulare un'accusa in presenza di determinate condizioni).

Per quanto riguarda il mio parere sulla situazione processuale moderna mi hai fatto una domanda mica da ridere, Ostri [SM=x92713]
Innanzitutto premetto che non sono un professore di diritto o un magistrato/avvocato con esperienza ventennale, perciò la mia è la semplice opinione di un laureato in giurisprudenza.
Se un sistema possa essere definito come inquisitorio, accusatorio o misto non è una questione di efficienza ma di caratteristiche. A mio parere trovo giusto che la fase di indagini preliminari sia di tipo inquisitorio (mica puoi rendere pubblico che il tuo unico problema per confermare la colpevolezza dell'imputato principale è trovare l'arma del delitto [SM=x92705] ). La fase dibattimentale poi mi sembra ancora giusta ad essere di carattere accusatorio, perchè bisogna mettere le parti nella condizione di contestarsi a vicenda per capire quale sia la verità.
Circa invece l'atteggiamento dei giudici nel formulare una sentenza qui purtroppo devo aprire una parentesi bella lunga... (meglio se vi fermate un attimo e vi fate un tè prima di continuare a leggere [SM=x92713] )
Come affermato giustamente da te Ostri, storicamente la funzione del giudice è quella di trovare una mediazione tra legge e caso concreto, cioè quella di applicare una valutazione di carattere umano che una macchina non potrebbe mai fare (altrimenti basterebbe usare dei computer per fare i processi). Sul ruolo ricoperto dal giudice nella formulazione del giudizio o, meglio, su "quanto" di quello che pensa lui come individuo metta nella sentenza, è un argomento su cui vengono scritte addirittura intere tesi di laurea. Teoricamente il confine tra legge e giudice è molto netto: il legislatore ha la funzione di scrivere le leggi, i giudici di applicarle. Violare tale principio equivale a rompere l'equilibrio tra i tre grandi poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario). Tuttavia, spesso e volentieri il legislatore formula leggi dubbie o che non coprono tutti i casi del reale (esempio stupido: è punito con la pena della reclusione chi ruba le biciclette rosse. Ma quelle color mattone le considero rosse o no? E se la bici era blu ma poi la hanno colorata di rossa?). Ecco quindi emergere la funzione fondamentale del giudice nota come "interpretazione". Ma l'interpretazione consiste solo nel chiarire come applicare una legge o consiste nell'alterare il significato della legge stessa, creandone magari una nuova? Ecco una domanda molto difficile. Teoricamente l'interpretazione non può spingersi fino a cambiare il significato della legge, perchè equivarrebbe ad invadere il potere legislativo, ma praticamente invece lo fa. Prendiamo per esempio il mobbing. Nel nostro codice penale non esiste il reato di mobbing eppure le persone in Italia vengono comunque punite per questo. Come è possibile? Perchè la giurisprudenza (cioè i giudici) ha compensato tale vuoto lasciato dal legislatore (che non ha mai introdotto questo reato) prendendo la fattispecie di "Maltrattamenti contro familiari e conviventi" ampliandola anche ai casi di maltrattamenti sul lavoro tramite un'interpretazione secondo cui nel concetto di famiglia può essere ricompreso anche il rapporto tra lavoratore e datore di lavoro. Tale funzione può sembrare forse sovversiva ma in realtà è fondamentale, perchè permette al giudice di adattare la legge al caso concreto; inoltre essa è storicamente attestata, in quanto nelle prime fasi del diritto romano i Pontefici Massimi, cioè i sacerdoti preposti all'applicazione delle leggi, formalmente lasciavano intatte le antiche leggi che non avevano facoltà di modificare ma praticamente ne creavano di nuove "interpretando" quelle già esistenti.
Ho aperto questa lunga parentesi per spiegare come nel nostro ordinamento il giudice faccia perciò tutto il contrario che applicare letteralmente la legge. Certo, ci sono dei confini che non può oltrepassare, perchè ci sono norme che deve rispettare alla lettera (per esempio, se c'è scritto che la pena va da 10 a 15 anni non può decidere di darne 20), pena (nel migliore dei casi) ad un annullamento nel giudizio di gradi successivo o (nel peggiore) ad un provvedimento disciplinare da parte del Consiglio Superiore della Magistratura. Ma ti dirò di più: esiste in ambito giuridico un istituto chiamato "giudizio di compensazione". Quando infatti in un caso sono presenti sia circostanze attenuanti (es. Riduzione di un terzo della pena) e aggravanti (es. Aumento di un quarto della pena) il giudice, al fine di non applicare meccanicamente una somma algebrica, è autorizzato a decidere quali circostanze applicare in base al caso concreto, giudicando se prevalgano le attenuanti o le aggravanti


X Vinyadan

Purtroppo dipende da che giudice ti capita: ci sono giudici in gamba ed altri che fanno come gli pare.

Conosco poco il sistema inglese, giusto la distinzione fondamentale tra common law e civil law ed alcuni istituti specifici tipo il trust, ma quello che mi descrivi mi fa venire in mente due istituti giuridici italiani, i quali potrebbero esservi in qualche modo connessi:
- la messa in stato di accusa da parte del Parlamento del Presidente della Repubblica (i giornali lo chiamano impeachment ma impropriamente perchè quella è la messa in stato di accusa da parte del Congresso del Presidente degli Stati Uniti).
- l'autorizzazione a procedere che il Parlamento deve rilasciare perchè un Pubblico Ministero possa accusare penalmente un parlamentare.
[Modificato da Claudium 28/08/2016 20:48]
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