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Lo Spartito Obliato -aggiornato per la lettura di tutti-

Ultimo Aggiornamento: 25/06/2016 19:03
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Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
03/02/2016 13:05
 
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I lavori di ristrutturazione del fortino procedettero rapidi senza pause, da ben quindici giorni, sia di giorno che di notte. Eruner aveva organizzato molto bene i turni di lavoro, che a rotazione toccavano a chiunque nel fortino compresi gli Aspitanti Vassallo e lo stesso Gianlù. Ai lavori si propose anche il principe Lumix, grazie alla faccia tosta del neo elfo, ma il Comandante e i Maestro Cavalieri si opposero; quindi la partecipazione del principe fu solo simbolica, ovvero di interessamento alla direzione degli stessi lavori. Unica persona che non era interessata a quel gran via vai di soldati, improvvisati come operai, fu Kreit. La strana ragazza passava tutto il tempo seduta a leggere i libri della biblioteca oppure ad ammaliare il sesso opposto con frasi maliziose e movenze sensuali; proprio allo scopo di prendere in giro il prossimo.
Durante i lavori non ci furono particolari complicazioni e incidenti, a parte un martello in caduta libera che sfiorò Thor. Quasi tutti avevano lo stesso ritmo di lavoro, ma DragonKnight era davvero instancabile, tanto da accollarsi anche i lavori degli altri.
<<DragonKnight amico, se non vi riposate vi farete spuntare un ernia grossa quanto un pallone. Evitate di sforzarvi inutilmente, tanto Eruner ha temporizzato i lavori!>> disse Black Drake.
<<Avete ragione… non sia mai!>> esclamò DragonKnight posando un enorme cassa.
<<Eh ragazzi, non serve massacrarsi. Relax>> intervenne Kreit.
<<ah ah ah relax>> ripeté Kyle.
<<Oh oh! Ha parlato la maestra dei relax! La signoria vostra potrebbe almeno servire un boccale d’acqua. Al posto di andare a lanciare i sassolini addosso a quello psicopatico Eruner!>> disse Black Drake.
Kreit fece una linguaccia al suo ultimo interlocutore.
<<Chi sarebbe lo psicopatico?>> domandò Eruner spuntando alle spalle di Black Drake e Thor.
<<Ah! E-Eruner eh eh eh. Dai che l’ho detto per scherzare. Ah ah ah>> disse Black Drake.
<<Ah ah ah>> rise di gusto DragonKnight.
Proprio in quel momento si presentarono Alkor, Rhetar in forma umana, Arkan e i suoi mastini. I due Aspiranti Vassallo si fecero annunciare e accogliere dentro le mura di Lugonoreum.
Una volta dentro, Alkor spiegò di ciò che aveva visto nei pressi delle Mura Rosse e della spiaggia, oltre al fatto che raccontò di ciò che aveva fatto all’accampamento di Rufus.
<<Mi dovete credere amici, dopo aver sabotato l’accampamento, sembrava che eravamo ben lontani da Rufus e i suoi, ma all’improvviso nel fitto della boscaglia sono spuntati, come dal nulla un folto numero di esploratori>> disse Alkor, mentre gli fratelli d’arme lo ascoltavano attentamente.
<<Quel che è peggio dalla spiaggia ci sono piombati addosso dei terribili cavalieri dall’armatura color celeste pallido. Ci hanno dato la caccia, come si fa con le volpi>> dichiarò Arkan.
<<Li abbiamo seminati e dispersi, però ci hanno obbligato a fare un giro molto più lungo ed eravamo sfiniti dalla fatica e dalla fame. Pensate, che Rhetar non aveva la forza necessaria a ritornare in forma di drago. Ecco perché ci abbiamo messo così tanto a ritornare a Lugonoreum>> agginse Alkor.
<<Avete corso un bel rischio, ma siete riusciti a mettere a segno due obiettivi! Non rivelare al nemico la forma originale di Rhetar, quindi non perdere il fattore sorpresa, e rallentare per bene Rufus>> concluse Gianlù.
Gianlù non attese altro tempo e subito fece radunare gli uomini del Sommo Blue Dragon nella sala del principe Lumix. Nell’ampia sala, oltre al principe e al suo comandante, non mancarono i maestri cavalieri e alcuni sottoufficiali dei vari reparti del esercito direno di Lugonoreum.
<<DANNAZIONE!>> sbraitò ser Tancredi, scaricando per la frustrazione un sonoro pugno sul tavolo, per poi continuare a dire rabbioso:<<Non è possibile che sua maestà Rufus sia così scellerato! Dopo tutti questi anni passati a ricostruire i vari villaggi e i grandi borghi di Direnia, non mi sembra giusto dopo tutto il lavoro svolto dalla buon anima di suo fratello Re Rhupert! Non è giusto!>>
<<Calmatevi ser Tancredi, dare a pugni un tavolo e gridare come un forsennato, non risolve assolutamente niente>> intervenne il comandante del fortino.
<<Ha ragione il comandante, è inutile scaldarsi. Troveremo un modo>> aggiunse ser Romualdo, con alle spalle e in piedi Solar Knight sconvolto.
<<Io urlo, perché ho capito a che gioco sta giocando! Quel folle una volta tolto di mezzo sua maestà il principe Lumix, ingloberà il nostro esercito al suo! Da quel che hanno visto Alkor e Arkan, quelli erano DireniaKnight; la cavalleria più potente e organizzata di Direnia. Con il loro aiuto, presto si ritroverà con i territori incrementati dal Galandrax, ma soprattutto avrà accerchiato i territori della capitale! A questo punto sarà un gioco sottomettere i gerarchi di Direnia e sua maestà la Regina, ma la cosa grave avrà formato una forza militare incredibile, che gli consentirà di muovere guerra agli altri due fratelli. Sarà uno scontro violento, talmente tanto violento, che il numero dei morti sarà inimmaginabile! E chi rimarrà vivo, si ritroverà ad una situazione analoga a ottant’anni fa! Distruzione, morte e desolazione! Tanto vale consegnare subito la regione del Galandrax e intercedere a suo favore presso la regina>> spiegò il furente maestro cavaliere, ser Tancredi.
Alle parole su un futuro nefasto appena pronunciate da ser Tancredi, nella sala piombò un silenzio e una calma irreale; perfino i passeri, che svolazzavano nei pressi delle vetrate, si erano ammutoliti. A interrompere i silenzio ci pensò l’unico Vassallo presente nella sala.
<<Signori non disperiamo! Sappiamo anche noi di quanto siano vere le parole di ser Tancredi, ma come vedete siamo ancora qua>> disse Gianlù.
<<Appunto! Non abbiamo lavorato per niente in questi giorni? Io mi rifiuto di darla vinta>> dichiarò Eruner in piedi dietro DragonKnight, che era seduto.
<<Non sottovalutateci, di questi guai ne abbiamo esperienza da vendere>> disse DragonKnight.
<<E come intendete fare ser Gianlù?>> domandò il giovane principe.
<<Per capirci chiaro… la situazione è questa maestà. Vostro fratello è arrivato sulle spiagge del Galandrax oltre le Mura Rosse, e nonostante l’espediente di Alkor nel rallentarlo, temo che in due settimane ci sarà addosso. Conviene a tutti noi evitare inutili spargimenti di sangue e per questo dobbiamo evitare a tutti i costi un confronto diretto. Il piano è semplice, ma molto efficace per stroncare sul nascere la prima battaglia di Rufus, nonché l’inizio della guerra civile che devasterà il continente occidentale, adotteremo la stessa strategia usata molti anni fa contro la tremenda Armata dei Ghiacci!>> enfatizzò Gianlù.
<<Ho capito! Vecchia volpe. Voi volete fare direttamente scacco matto!>> disse enigmatico DragonKnight.
<<Ma certo! Come abbiamo fatto a non pensarci subito. Basta catturare il principe Rufus e costringerlo alla resa, così la situazione si capovolgerà totalmente al nostro favore. Avremo tre porzioni di territorio Direno, di cui uno è proprio la capitale. Gli altri due fratelli ci penseranno due volte prima di attaccare, grazie anche all’appoggio della Regina Flavia. A quel punto dovremmo solo focalizzarci su di loro, e vedere quali reazioni avranno>> intervenne Black Drake avendo capito il piano di ser Gianlù.
<<Non corriamo troppo, perché tra di noi e il principe Rufus ci passa un esercito ben organizzato e preparato al peggio>>disse poi Alkor scostandosi dal muro dove era poggiato.
<<Infatti, dovremmo prima stancarli e demoralizzarli! Piazzeremo varie trappole dietro le mura rosse. Scaveremo delle buche profonde metà uomo, le riempiremo di acqua e resine appiccicose e le copriremo. Loro ci finiranno dentro e perderanno molto tempo e si stancheranno molto>> rivelò il Vassallo.
<<Scavare buca non è stancante?>> domandò Thor.
<<Si, ma se si è a corto di cibo e acqua! Mentre Eruner e voi vi siete dedicati al fortino. Io quando ero libero dai lavori, mi son preoccupato di farci fornire un buon quantitativo di provviste>> disse ser Gianù.
<<Volete dire che i carri provenienti da Lugonoreum, questo avevano dentro? Provviste?>> domandò Black Drake.
<<Non esattamente come dici, i villaggi del Galandrax sono poverissimi. I carri provenivano da Direnia, grazie ad “un’amica”!>> rese noto Gianlù.
<<Lady Rowena, adesso capisco. È li solo per quello?>> domandò Arkan.
<<No, ma non è questo il momento di parlarne. Ora c’è da organizzarci>> disse Gianlù.

Nell’anno di grazia 917, con la sconfitta del tirannico imperatore Lucius Auron IV, Logum e i suoi fecero rientrare l’immenso esercito direno nei territori della capitale e posizionarlo sul confine tra Direnia e l’Antro Oscuro di Red Dragon; un confine fisico noto come Mura Rosse, nomea dovuta al fatto che oltre di esse vi erano i pericolosi territori del Dragone Rosso. In origine vi erano, tra le montagne di Red Dragon e l’Impero di Direnia, delle lunghe mura che decorrevano dall’Oceano di Corallo al Mar Oceano, prima che diventassero vecchi ruderi abbandonati; ed erano state costruite per contenere i possibili attacchi dell’orda mostruosa di Red Dragon. Le mura erano strutturate in modo tale da risultare un ottima prima difesa, ed erano per la maggior parte composta da resistenti rocce basaltiche con incuneatura orientata verso Direnia, che garantivano un’elevata resistenza anche ai peggiori urti d’ariete. Esse erano di poco più alte di un cavallo. I balestrieri potevano scoccare quadrelle e verrettoni attraverso delle fenditure, mentre posizionati dietro di loro gli arcieri potevano scoccare le frecce al di sopra delle stesse mura, provocando alla prima ondata di mostri un danno considerevole. Alla seconda ondata picchieri, lancieri e alabardieri potevano posizionarsi, da sopra le mura e tra i vari accessi, per contenere la furia dei nemici, a suon di affondi e fendenti. Nella strategia di difesa delle mura non veniva concessa pietà per le oscure creature di Red Dragon, in caso di loro sconfitta e ritirata, attraverso i vari accessi delle Mura Rosse partivano alla carica dei nemici i potenti DireniaKnight, comandati allora dal Gen. Gallorum. Peccato che verso la fine del mese di marzo del medesimo anno, apparve una singola creatura delle tenebre dai poteri inimmaginabili, pari, se non superiori a quelle di un Wurgron. La sconfitta dell’immenso esercito di Direnia e la distruzione della capitale, furono un duro colpo per Logum e i suoi amici, ma soprattutto l’inizio di una guerra catastrofica che si protrasse fino all’ultimo scontro noto come la Battaglia dei Draghi, al termine della quale l’umanità, rischiò per davvero l’estinzione. Dopo più di ottant’anni da quella prima disfatta, le Mura Rosse giacevano in un totale abbandono e nella dimenticanza delle nuove generazioni.
Gianlù, Alkor, Rhetar, DragonKnight, Arkan, Ser Romualdo, Ser Tobias e Ser Tancredi alla guida di mezza guarnigione del fortino di Lugonoreum partirono verso i ruderi abbandonati delle Mura Rosse, con il preciso compito di sfruttarle come mezzo di rallentamento per le forze soverchianti, del prepotente Principe Rufus.
Al fortino rimasero oltre al comandante e al Principe Lumix, Eruner, Kreit, Black Drake e Thor, con l’altra mezza guarnigione per poter ultimare i lavori di rinforzo delle mura di Lugonoreum.
Il tempo scorreva velocemente e a sfavore degli uomini del Sommo Blue Dragon.

Il ritorno dell’Aquila d’Oro: Destino di Sangue e Ferro

A Vigel il clima era diventato improvvisamente rigido, le foglie degli alberi erano cadute già da molto tempo e la pioggia aveva creato canali naturali per le grandi distese collinari. Un umidità palpabile penetrava le immense e silenziose foreste della regione, perfino gli animali più possenti evitavano la calma mortale dei luoghi, immemori di silenziosi campi di battaglia. Luoghi al momento liberi da presenze nefaste e insidiose, dove un antico “sole nascente” ebbe a impugnar croce e spada, e in un pozza di sangue e un aere permeato dal dolore ebbe a combattere. L’inverno aveva preso il trono delle stagioni a Vigel e prepotente faceva sentire la sua presenza. La notte aveva lasciato sul campo di addestramento uno spesso manto di lana bianca e lucente, i soldati del principe Julius lo stesso faticavano. Grida e ordini echeggiavano dal campo al paese, dal paese ai luoghi circostanti.
<<Non dovete fermarvi, chi si ferma è morto!>> urlava l’ufficiale, ripetuto da altri due attendenti nel campo, per allungargli la parola.
Una lunga schiera di soldati era disposta su dieci file e in alternanza praticavano i piegamenti sulle braccia, continuamente provati dai venti gelidi.
<<Noi siamo destinati a governare Direnia, noi siamo la nuova Aquila D’Oro. Julius è il nostro re>> continuò a dire l’ufficiale, come se il clima non bastasse a metter a dura prova i soldati.
Un soldato vinto dalla fatica si accasciò al suolo, stava per soccombere al freddo, quando i due compagni a fianco tentarono di rialzarlo.
<<Non aiutatelo! Chi è un debole è destinato a perire. La vittoria è dei forti! Guardate Lord Fred Hammer! Lui non ha bisogno di nessuno e di niente, nonostante il freddo ugualmente indossa la sua immensa corazza d’acciaio e il suo smisurato martello da guerra>> intervenne l’ufficiale, indicando in un angolo un omone di due metri in armatura fare i piegamenti sulle braccia.
I due compagni lasciarono l’amico a se stesso, e quest’ultimo disperato si rialzò da solo e continuò l’estenuante esercitazione in mezzo ad un campo oramai bagnato dalla neve disciolta.
<<Non posso che elogiare il vostro operato>> disse un vecchio cavaliere con una lancia.
<<Eponimus, mio signore. Sto mettendo in pratica i vostri ordini>> disse l’ufficiale di prima.
<<Fate bene! Perché il nostro è destino di sangue e ferro, null’altro!>> disse il principe Julius arrivando dall’altro lato del campo e camminando in mezzo ai soldati in esercitazione.
<<Maestà!>> disse l’ufficiale omaggiando il suo principe con un inchino, imitato anche da Eponimus.
<<E col sangue e col ferro che l’Aquila d’Oro rinascerà, perché un Ideale sopravvive ai suoi uomini. Gli uomini vanno, l’Ideale resta>> disse il principe perentorio.
Alle parole del principe tra i soldati la paura e il timore raddoppiarono, mentre Julius con passo fermo camminò in mezzo a loro, fino a raggiungere Eponimus e l’ufficiale.
<<Uomini vi concedo il riposo, potete fermarvi>> disse il principe.
I Soldati rallentarono fino a fermarsi, e confusi non capivano perché l’ allenamento di sempre venisse così improvvisamente interrotto; tra di loro si levò qualche vocio perplesso.
<<La gloria e lo splendore della Direnia Imperiale è scesa tra di noi, sotto l’Aquila D’Oro formo ufficialmente la leggendaria Direnia Royal Force!>> manifestò il principe scuotendo il vessillo dell’Aquila dell’Imperatore Auron IV e cingendolo a mantello.
All’improvviso comparvero dietro al principe nove figure e una decima dall’angolo del campo vi si unì al medesimo. Non erano tutti dei comuni umani e a guardarli i soldati rimasero sconcertati.
<<Io futuro Re Julius sono a capo della DRF e il mio braccio destro nonché secondo, è ser Eponimus vostro comandante e generale!>> iniziò a dire Julius.
Poi ognuno dei dieci personaggi si fece avanti, il primo.
<<Lui lo conoscete tutti, è ser Probus, gran maestro della mia cavalleria, l’ho scelto per la sua innata forza e competenza. Nessun cavaliere che si rispetti ignora il suo nome>> disse Julius.
Il gran maestro cavaliere squadrò con sguardo affilato l’intera guarnigione.
<<Lei è Lady Genziana, figlia del marchese Nestore della Casata del Cervo di Crelia! È una maestra alabardiera ed è destinata ad essere la vostra regina!>> disse con severità il principe.
La graziosa donna in armatura non riuscì a nascondere il suo viso arrossito e tentò di rimanere inflessibile davanti a tutti quei soldati.
<<Loro due sono il samurai Gerik da Niwa e il suo fidato aiutante, nonché parte della DRF, Hiroschi il tengu ninja del piccolo villaggio di Ikkedo. Insieme sono assassini ineguagliabili!>> disse Julius.
Per dar dimostrazione della loro abilità il samurai e il ninja fecero un breve duello, ma la straordinarietà restò per il fatto che lo fecero bendati e mostrando un elevata abilità nell’arte dell’Estrazione Rapida. Non un errore commisero, e le lame saettarono rapidissime e gemettero in pochi rapidi minuti.
<<Lui lo conoscete bene, è Lord Fred Hammer, conosciuto come la fortezza di Vigel. La sua armatura da sola viene spostata su un carro rinforzato, trainato da due potenti cavalli>> dichiarò Julius.
<<Non immaginiamo quanta forza possa sprigionare una sua martellata>> aggiunse Eponimus.
L’imponente uomo in armatura slegò il martello posto dietro la schiena e poggiandolo delicatamente a terra produsse ugualmente un forte rumore. A quella visione alcuni soldati sbiancarono.
<<Lei è Lady Virya una sacerdotessa oscura. Non lasciatevi ingannare dal bell’aspetto moresco, lei non conosce pietà in campo di battaglia>> disse il principe prendendo per una mano la sacerdotessa e presentandola ai suoi uomini.
L’elfa mora indossava lunghi abiti neri con risvolti e ricami scarlatti, sopra i quali una chioma argentea lucente scendeva fino al fondo schiena. La sacerdotessa fece un sorriso maligno.
<<Dove la spada non può arrivare ci pensa la balestra di Nehol e l’arco di Sires>>disse Julius.
Alle parole del principe si fecero avanti un nano con lenti a binocolo munito di balestra e una splendida donna dai capelli castani a caschetto e con cappotto invernale munita di arco. Se il nano e l’elfa mora potevano destare stupore per il loro aspetto, la donna munita d’arco lo fu ancor di più, perché a mezza vita aveva il corpo di serpente; era una naga.
<<Immagino che Sires vi abbia spaventato, con il suo aspetto metamorfo. Forse non avete ancora notato Rass e Hrols>> disse il principe indicando con orgoglio un uomo incappucciato armato di stocco e un grosso uomo con elmo cornuto, per poi continuare a dire: <<Rass è un eccellente schermidore a sangue freddo, nel vero senso della parola!>>
L’uomo indicato come schermidore si tolse il cappucci e rivelò essere un uomo lucertola. Gli occhi dalle pupille schiacciate di Rass si mossero su tutto il campo visivo, mentre una lingua leggermente bifida scivolò sotto i denti da una parte all’altra degli angoli della bocca.
<<Quello potrebbe sembrare un normale elmo cornuto, ma molti di voi ricorderanno la violenta creatura ingabbiata di alcuni giorni fa!>> esclamò il principe.
L’essere che indossava l’elmo cornuto e un apparente pelliccia, iniziò a emettere un forte sbuffo e a strusciare gli zoccoli al suolo. I soldati poco per volta realizzarono che quello dinanzi a loro non era un uomo, bensì un potente minotauro armato d’ascia.
<<Questa dinanzi a Voi è la nuova Direnia Royal Force, uomini siate pronti! La battaglia per il trono è imminente!>> urlò il principe.
Alle parole tuonanti del principe Julius nell’aria si levò un grido bestiale immane, un immensa viverna adamantina con sella e briglie prese posto su una delle torri del campo, spaventando a morte le sentinelle.
<<Ah ah ah ah sua altezza, la mia cavalcatura ha voglia di combattere>> disse Eponimus.
<<Pazientate mio valido generale. Pazientate, quando il mio deprecabile fratellastro farà la stupidaggine di attaccare quel pivellino di Lumix, piomberemo su Direnia e allora nessuno potrà opporsi>> rivelò il principe voltandosi di spalle, sventagliando il mantello e prendendo direzione verso il suo palazzo.
<<La pausa è finita uomini, l’allenamento riprende>> disse l’ufficiale.
La strategia del principe Julius stava prendendo forma; mentre altri principi erano impegnati a far altro, il principe di Vigel, aveva iniziato a plasmare la sua nuova armata con alla testa se stesso e radunando degli elementi singolarmente forti, aveva dato nuova vita alla oramai dimenticata Direnia Royal Force.


Direnia un tempo la capitale più grande del mondo, dopo l’immane catastrofe della Battaglia dei Draghi, aveva dapprima iniziato una lenta ripresa, poi in anni più recenti era entrata in una complessa fase di espansione territoriale. Non più sotto la minaccia delle forze oscure di Red Dragon, la maggior capitale del continente occidentale si era estesa e arricchita meglio di prima, sviluppando nuove strade, tante botteghe, nuovi cantieri, numerosi altri villaggi periferici e più aree portuali.
Situata come sempre nel cuore del continente, Direnia era ritornata a essere un punto di riferimento per gli altri paesi del mondo, anch’essi entrati in una lunga fase di ripresa.
Agli occhi di un estraneo, della vecchia Direnia erano rimasti solamente i ruderi dell’antichissimo ponte dei titani e dell’arena maggiore, i quali erano utilizzati come appoggio degli acquedotti e come punto di appiglio per le corde delle tende dei mercati. Ma all’occhio di un esperto viaggiatore e di un intenditore di architettura, sotto la nuova Direnia si celavano ben altre precedenti strutture; i resti dell’antica Direnia Imperiale, camere segrete erano sepolte nel sottosuolo, tra esse collegate da un intricata serie di tunnel e passaggi nascosti degne del più complesso labirinto esistente. Molto tempo fa, molte persone si cimentarono nell’impresa di esplorare i sotterranei della capitale, non riuscendoci e finendo col perdersi; a seguito di ciò Re Taul fece piazzare vari cancelli in ferro e delle guardie davanti agli accessi dei sotterranei. Si dice che prima del provvedimento del re, dopo le prime sparizioni, la gente di notte nelle proprie abitazioni poteva udire urla e lamenti raccapriccianti provenire dal sottosuolo.
Era pieno giorno, nella capitale vi era un gran via vai di gente, tra mercanti e avventurieri. La mancanza di un re era stata ben sopperita dal una buona intesa di governo da parte del Gran Consiglio di Direnia e da un’ottima gestione dell’ordine pubblico da parte degli organi militari presenti nella capitale.
Lady Rowena ben camuffata da normale avventuriera, passò inosservata tra i carovanieri provenienti dai villaggi vicini.
<<Oplà>> disse la Vassalla dandosi una spintarella dal retro di una carovana in movimento, per poi cadere in piedi e darsi una sistemata al busto logoro, fornito tempo fa da Ser Gianlù.
La Vassalla si incamminò verso il palazzo reale, prendendo la strada principale, denominata Via Della Gloria Eterna. Ad un tratto Lady Rowena cambiò percorso ed entrò in una locanda, dove esternamente vi erano due uomini della Guardia Reale e un ufficiale. La valorosa donna del Sommo Blue Dragon passò dritto, facendo un lieve cenno di saluto e varcò la soglia della locanda. Entrando nell’atrio, Lady Rowena venne accolta dall’oste che sottovoce gli disse alcune parole, indicando i piani superiori e fornendola di una chiave numerata. La Vassalla salì le scale e una volta bussato entrò nella camera numero sedici piantonata da due guardie. Nella suddetta camera vi era tanto spazio da poter contenere un enorme letto a due piazze, un grosso armadietto, un tavolino e quattro sedie, con tanti altri arredi. Seduta su una poltrona vi era una giovane donna vestita in abiti sfarzosi e con in capo una coroncina; ai lati della poltrona vi erano affiancate due ancelle.
La donna si alzò dal suo collocazione e con pochi gesti della mano congedò le ancelle, per poi invitare Lady Rowena a prender entrambi posto al tavolino.
<<Lady Rowena è un piacere rivedervi>> disse la donna.
<<Piacere sempre mio, regina Flavia>> rispose con molto garbo la Vassalla.
<<Avete avuto più notizie dal fortino di Lumix?>> domandò la regina.
<<Maestà, l’altro giorno il mio fratello d’armi, ser Gianlù, mi ha fatto recapitare un messaggio, nel quale mi assicurava l’entrata dei vostri viveri e rifornimenti a Lugonoreum. Finalmente vostro figlio, potrà trarre un sospiro di sollievo per i suoi uomini, con l’aiuto dei miei amici potrà difendersi all’aggressione di Rufus. Ser Gianlù, per il prepotente Rufus, ha in riservo più di una sorpresa>> rispose prolissamente Lady Rowena.
<<In così poco tempo, come avete fatto ad avere notizie da Lugonoreum? È incredibile>> domandà La Regina.
<<Abbiamo dalla nostra parte un piccolo, raro e velocissimo “falco bianco”. È grazie a questa creatura che io e i miei compagni riusciamo a tenerci in contatto, nonostante le grandi distanze>> rispose la Vassalla.
<<Ve ne sarò grata per sempre. Spero solo che tutto questo non diventi una tragedia, sono molte le madri, le mogli, le sorelle e le figlie che ogni giorno, in udienza, mi implorano di fermare il principe Rufus, perché preoccupati per i loro uomini, ma non nulla posso contro la testardaggine del principe maggiore. In fin dei conti non mi considera più di una semplice concubina del defunto re Taul>> affermò la regina volgendo lo sguardo amaro alla finestra.
<<Capisco il vostro stato d’animo, maestà. Già non essere la madre naturale crea a volte delle difficoltà, ma essere molto più giovane degli stessi genera queste incomprensioni. Non fatevene una colpa, so per certo che avete fatto il possibile nel farvi amare>> rassicurò la Vassalla.
<<Vi ringrazio Lady Rowena. Vi è stato utile il manoscritto che ho trovato?>> domandò la regina Flavia.
<<Si, al suo interno c’erano intere mappe e planimetrie molto utili allo scopo. Quando ritornerò a Lugonoreum, faticherò nel contenere l’entusiasmo di ser Enricus>> rispose Lady Rowena.
<<Deve essere un uomo stravagante>> proferì la regina.
<<Eh, speriamo che il suo entusiasmo non si smorzi presto, quando si dovrà cercare nella labirintica “Vecchia Direnia”. Ho provato a esplorarla, ma da sola è difficile, in moltissimi punti nei passaggi sotterranei ci sono variazioni e crolli che non sono contemplati nelle mappe>> concluse la fiera Vassalla, alzandosi dalla sedia e salutando con riverenza la giovane regina.
Lady Rowena uscì dalla locanda e si avviò alle porte di Direnia, pronta a partire per Lugonoreum. La celebre Vassalla del Sommo Blue Dragon non poteva immaginare l’enorme piega che stava prendendo il corso degli eventi e che quattro dei suoi fratelli d’arme, tra cui Enricus, non erano più a Lugonoreum. Il cielo sembrava tingersi di rosso nel tardo pomeriggio.






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
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