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Lo Spartito Obliato -aggiornato per la lettura di tutti-

Ultimo Aggiornamento: 25/06/2016 19:03
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03/06/2016 12:53
 
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Si fece l’alba e incominciò a piovere, quando l’esercito d’assedio di Rufus lasciò l’area antistante il fortino. La pioggia cadeva incessantemente al suolo, mutandolo in poco tempo in fango e rendendo scivoloso ogni spostamento, quanto più che il suolo era stato reso spoglio dell’erba da parte delle migliaia di piedi e zoccoli. Muoversi nel pieno della stagione invernale era diventato disagevole per un così gran numero di uomini, ma la fretta del principe Rufus di ritornare ai vascelli era più forte della stessa pioggia, rischiava di perdere la sua guerra nella conquista del potere.
Intanto nel fortino, veduto andar via del nemico, le sentinelle e le guardie avvisarono immediatamente i loro superiori, che a loro volta avvisarono gli ufficiali responsabili e da questi fino al comandante e il principe.
Ben presto anche ai piani inferiori del palazzo si radunarono tutte le persone importanti dello schieramento di Lumix per decidere sul da farsi.
Nell’atrio grande si radunarono in piedi il comandante, il principe, gli alti ufficiali e gli uomini di Blue Dragon, mentre fuori molti soldati interessati osservavano dalle finestre, per farsi un idea del futuro di Lugonoreum e di tutta Direnia. Si discusse sulla situazione direna, sugli schieramenti in lotta e sull’interessamento di Blue Dragon per la pace del continente.
<<Ebbene, questa è l’ultima volta che ci raduniamo qui al palazzo, perché è tempo di agire>> disse il bardo.
<<Noi non ci fermeremo qui, partiremo per Direnia e faremo tutto il possibile per fermare i due principi>> aggiunse ser Gianlù.
<<Vi ringrazio, essendo la mia terra, verrò con voi e con voi verranno anche ser Tancredi, ser Tobias e ser Romualdo>> disse il comandante Metellius.
<<Ci potete contare!>> esclamò ser Tancredi.
<<Vi saremo grati per sempre>> dichiarò ser Tobias.
<<Ho fatto organizzare per la campagna della capitale tutti i centosessanta cavalieri e quattrocento soldati. Purtroppo non avevamo altri uomini, la maggior parte sono feriti e almeno una cinquantina deve rimanere al fortino>> disse ser Romualdo con atteggiamento di profondo imbarazzo.
<<Non preoccupatevi, anche se non è molto, sono sempre braccia in più>> disse ser Enricus.
All’improvviso alcuni ufficiali picchieri si spostarono per far passare il principe Lumix. Il giovane nobile si portò al centro dell’atrio sotto lo sguardo colpito dei presenti. Il comandante capì cosa il suo sovrano stava per fare ed era pronto a convincerlo a desistere dai suoi propositi, tuttavia non disse nulla quando uno dei due Vassalli incitò con gesti a far prendere parola il principe.
<<So che io sono parte insignificante di questo assurdo conflitto dei miei fratelli, ma se mi è concesso, vorrei partecipare e fare la mia piccola parte. Vorrei rivedere mia madre la regina e tentare di far mobilitare il suo esercito… che è suo solo di nome, ma nei fatti è sotto il diretto controllo del Gran Consiglio. Ho alcuni alleati che potrebbero spiegare la delicata situazione al resto dei gerarchi e ai sette gran gerarchi. Chiedo solo di farmi provare a fare la mia parte>> spiegò le sue intenzioni il principe.
<<Le vostre parole rendono l’idea di quanto siete più maturo dei vostri fratelli, principe Lumix. Spero che, possiate portare dalla vostra parte il Gran Consiglio di Direnia e che alla fine di questa vicenda, voi possiate indossare la corona dei vostri avi>> disse ser Enricus.
<<Personalmente, non sono contrario a un vostro intervento, ma l’ultima parola spetta ai vostri sudditi… sempre. Badate a queste parole. Sono le parole del mio re, che possano esservi d’esempio: Non son fatto per comandare, lascio agl’altri tale compito, io sono fatto per servire e servirò fin quando ne avrò le forze>> disse ser Gianlù scostando l’ampio mantello e accennando un inchino.
<<Il nostro re è ispirato da Sapienze più grandi di lui e di tutti noi messi assieme>> aggiunse il bardo.
<<Sono orgoglioso di avervi come mio sovrano, seguirò la vostra volontà>> disse poi Metellius.
<<Grazie ser Gianlù, grazie ser Enricus, comandante e a tutti voi, grazie>> disse il principe.
<<Bene, ora che è tutto deciso, andiamo e che il cielo ce la mandi buona>> concluse Enricus.
Dopo la riunione svoltasi nell’atrio del palazzo, iniziarono immediatamente i preparativi per la missione della capitale. Tutti nel fortino fecero la loro parte. I rifugiati uscirono allo scoperto e iniziarono i lavori di ricostruzione del villaggio di Lugonoreum, una piccola parte dei soldati si occupò dei morti e della pulizia delle aree circostanti, un’altra parte insieme agli uomini di Blue Dragon si armava e si riforniva per il viaggio verso la capitale.
Nel frattempo ser Gianlù andò a far visita le prigioni del fortino. Il Vassallo scese le alte gradinate dei sotterranei, si fece aprire il cancello del corridoio da una guardia e dopo un breve cammino arrivo davanti a una cella. Alcuni prigionieri lo insultavano, altri preferivano tacere. Ser Gianlù scrutò tra i prigionieri in cerca di uno in particolare, il suo sguardo si posò su un uomo seduto su un secchio di legno rovesciato.
<<Voi siete ser Galvano, giusto?>> domandò il Vassallo.
<<Si sono io, cosa vuole un Vassallo del vostro stampo da uno sventurato cavaliere come me?>> ribatté il cavaliere.
<<Niente ser Galvano, pensavo solo di restituire a tutti voi la libertà>> rispose semplicemente ser Gianlù.
<<La libertà? A un nemico? Il Vassallo deve aver perso il nume della ragione se fa un azione del genere>> criticò ser Galvano mostrando un sorriso sprezzante verso i suoi uomini, i quali contraccambiarono sbeffeggiando.
<<No, il Vassallo vuole solo che tutti voi collaboriate per il bene comune, alle dipendenze di un principe, che seppur giovanissimo, giusto>> continuò a dire ser Gianlù.
<<Non posso schierarmi contro il principe Rufus, ne va della mia morale di comandante dei DireniaKnight>> disse ser Galvano prendendo a male il discorso del Vassallo.
<<No, non intendevo questo. Non avrei mai preteso una cosa del genere>> disse ser Gianlù.
<<Allora cosa volete?>> domandò il cavaliere assumendo una posizione di allerta.
<<Che in qualità di prigionieri aiutaste la gente di Lugonoreum, in modo da consentire al principe Lumix di portare più soldati con se a Direnia>> chiarì infine il Vassallo.
<<A Direnia? Cosa sarà mai successo la fuori?>> si iniziò a domandare ser Galvano.
<<Non immaginate minimamente, cosa può accadere nell’arco di tempo di un solo giorno! Mentre tutti voi fino a ieri eravate impegnati ad assediare Lugonoreum, il principe Julius ha in poco tempo conquistato Surad ed ora si accinge a conquistare Direnia>> rivelò ser Gianlù.
<<Che cosa? Il principe Julius ha fatto questo? Ma è impossibile! Li ci sono ben diecimila soldati ed anche piuttosto preparati>> disse incredulo il comandante dei DireniaKnight.
<<Se non vi deciderete a fare il vostro dovere per Direnia, non ci sarà pace nemmeno nel resto del continente e del mondo intero. Il principe Rufus perderà, perché il fratello ha previsto ogni sua azione!>> dichiarò il Vassallo accennando di andar via.
Il capo dei DireniaKnight iniziò a credere alle parole del Vassallo e d’istinto si volto verso i suoi uomini prigionieri, cercando un parere, degli indizi, qualche consenso. Il Vassallo si voltò di nuovo verso l’importante prigioniero e attese una sua risposta, che non avrebbe tardato molto a essere data.
Intanto nel grande spiazzale del fortino si erano radunate tutte le truppe di Lumix scelte per andare a Direnia. La pioggia si era momentaneamente placata. Enricus, Ikarus, Eruner, Mariuccia, Alkor, Otrebmu, Kreit, Black Drake, DragonKnight, Arkan e Thor erano tutti pronti a partire, avevano scartato le armature da mercenario e di nuovo indossavano dopo un lungo lasso di tempo i loro equipaggiamenti. La missione degli uomini di Blue Dragon oramai aveva perso la copertura dell’anonimato, tutto si sarebbe svolto alla luce del giorno, con i simboli ben in vista.
Dalle prigioni uscì ser Gianlù seguito da ser Galvano e il resto dei prigionieri. Alcuni uomini di Lumix, preoccupati, misero mano alla spada.
<<Tranquilli, loro aiuteranno gli abitanti di Lugonoreum a riparare i danni>> assicurò ser Gianlù.
<<Ottimo ser Gianlù, per la vostra diplomazia sbalordiresti anche il buon ser Madhead!>> si congratulo ser Enricus andatogli incontro.
<<Troppo buono da parte vostra Enricus. Comandante Metellius, ora potete disporre di altri cinquanta soldati, perché li sostituiranno ser Galvano e gli altri>> rispose l’altro.
<<Voi Vassalli avete molte frecce al vostro arco>> disse il comandante.
<<Siamo abituati a situazioni ben peggiori, dove i nemici sono delle bestie immonde e non hanno alcuna pietà>> disse ser Gianlù.
<<Amici, miei alleati, ora si parte per Direnia>> concluse ser Enricus.
Le forze di Lumix iniziarono la loro marcia contro il tempo. Avrebbero fermato il pericoloso principe Julius? Avrebbero evitato a Direnia una nuova carneficina? Chi sarebbe diventato il re? Tutto ora era nelle mani di pochi uomini di valore, gli uomini di Blue Dragon.






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

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21/06/2016 18:22
 
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Frammenti di storia: Le prove degne di un re –Seconda parte-

Si guardò intorno, la folla si era fatta silenziosa. Solo il ringhiare sommesso dei leoni era udibile nell’arena. Là, tra una belva e l’altra, sopra una colonnina bianca, la chiave d’oro scintillava alla luce dei raggi solari; prenderla non era affatto facile. Lucrezia si era avvalsa del nerboruto Manlius, ma il giovane principe aveva deciso di affrontare la prova da solo, come il cinico Julius nelle due prove precedenti davanti al cinghiale e all’enorme ofide. Avanzò lento, munito di uno spadino più bello che utile, ma abbastanza leggero da poter essere maneggiato all’occorrenza. Le due fiere, rianimate da un violento istinto primordiale, iniziarono a sferrare artigliate all’aria, a meno di mezzo metro di distanza. La paura iniziò a lavorarsi le gambe di Lumix, infliggendo una sorta di paralisi al limite del tetanismo. I due leoni iniziarono a ruggire più forte, eccitati alla vista di una preda immobilizzata dalla paura. Tra la folla si levarono voci di compassione. Alcune incoraggiavano il giovane a correre e concludere la prova, altre incitavano le guardie dell’arena a intervenire, altre ancora si disperavano. Sulla tribuna reale Re Rhupert osservava preoccupato, Lumix era in fin dei conti solo un ragazzino che aveva da poco raggiunto la maggiore età. La regina Flavia era sul punto di svenire, quando lesto ser Madhead l’afferrò per un braccio, assicurandole che al figlio non gli sarebbe successo niente. I leoni erano legati e a pochi passi da loro vi erano due gruppi di lancieri pronti a intervenire, li avrebbero uccisi se fosse stato necessario.
<<Pff che vigliacco, come può pretendere di fare il re!>> vomitò dal proprio ego smisurato il principe Rufus.
<<… è solo un ragazzino>> disse a pochi passi Julius.
Il principe Rufus storse il naso, come per disprezzare l’intervento dell’altro fratello.
<<Meno male Manlius, io sarei morta di paura, i serpenti sono decisamente più docili>> affermò la principessa Lucrezia.
<<Mia signora, ogni vostro ordine per me è legge>> aggiunse Manlius.
Le urla della folla mossa a compassione fecero ritornare quel briciolo di coraggio a Lumix. Una scossa lo passo dai piedi alla testa. Lumix, senza esitazione, compì un salto che lo portò lontano dai grossi felini verso la colonnina bianca. Si voltò e spaventato dai leoni che balzavano invano, il giovane principe corse tremolante e afferrò la chiave d’oro.
La folla urlo di gioia, la regina riprese il suo naturale colorito e il re fece un sospiro affannoso di sollievo. L’esperto ser Madhead rimase sbalordito, una voce gli diceva ripetutamente: quel ragazzo è della nostra stessa tempra, ma non è ancora pronto.
Il ciambellano di corte invitò il principe Rufus ad affrontare la prova.
Spavaldo e sicuro di se, Rufus scelse di affrontarla da solo. Una volta arrivato davanti al breve percorso dei leoni, il principe maggiore iniziò a camminare a testa alta e con aria fiera. Nonostante tutta l’apparenza, i leoni iniziarono a ruggire feroci con la bava alla bocca. Rufus gli lanciò contro una serie di maledizioni e imprecazioni, poi senza darla a bere ai meno esperti fece una breve corsetta, arrivò alla colonna e prese la chiave. Passò la prova.
Fu la volta di Julius. Questi arrivato sul breve percorso della prova. Iniziò ad attraversarlo. I leoni ruggirono rabbiosi. Il principe dai capelli corvino ne guardò uno negli occhi, la belva abbassò le orecchie e ringhiò al livello del suolo; ma l’altro leone riuscì, a furia di strattonare la catena, a staccare il picchetto. L’enorme felino saltò alle spalle del principe Julius. La folla trasalì. Re Rhupert scattò in piedi dal suo scranno. Stava già per intervenire il gruppo di lancieri, quando il principe Julius, senza accennare il minimo sforzo, afferrò con una mano la pelliccia del petto dell’animale. Il leone si ritrovò al suolo. Il principe se l’era tolto di dosso.
La belva ringhiante tentò poi di aggredire l’avversario umano. Fu un fendente rapido. Il leone si ritrovò con la testa divisa in due, pulsante sangue a fontana. L’altra belva si acquietò dal terrore. Il silenzio.
Poi il principe Julius prese la catena e trascinò l’animale morto dove era, quando era vivo. Il principe guardò per un istante negli occhi dei soldati e abbassato, puntò il picchetto su una parte di suolo integra. Lo spinse fino a farlo sprofondare totalmente nel terreno, solo l’anello e la catena erano visibili. Julius alzò la testa.
Alla fine di un interminabile silenzio, il popolo direno andò in visibilio. Volarono fiori e lodi. L’entusiasmo della folla era incontenibile, il principe aveva preso la chiave e concluso la prova di coraggio in un modo spettacolare, che mai nessuno si sarebbe aspettato da un nobile.
<<Incredibile!>> esclamò re Rhupert lasciandosi cadere seduto sul suo scranno dorato.
Che mi venisse un colpo, quest’uomo può eguagliare il prode Parfisal… Non dovrebbe essere possibile! Non è nemmeno Aspirante Vassallo… dovrei chiedere parere ai Sommi. Pensò ser Madhead.
Le prove di coraggio terminarono e iniziarono quelle delle abilità. Non mancarono nuovi colpi di scena. Nella prova del tiro con l’arco e della cavalcata la principessa Lucrezia eccelse, adombrando le abilità grezze degli altri. Nella prova del duello la superiorità di Julius annichilì il campione ser Galvano. Anche Rufus superò la prova, vinse per corruzione, essendo il campione, all’oscuro di tutti, un suo alleato. Ser Galvano si vergognò quando sconfisse senza dar possibilità ser Tancredi, sostituto del principe Lumix, e Manlius, sostituto della principessa Lucrezia.
Iniziarono le tre prove di comando. La prima prova consistette nello spegnere una grande catasta di legno e salvare il fantoccio di paglia. Quasi tutti i principi superarono la prova, tranne Rufus, che con aria superficiale aveva preso il fantoccio senza far attenzione a una piccola fiammella. Rufus fece ricadere la colpa del suo insuccesso sul comandante Stargard, incolpato per goffaggine, e sul capitano Aetius, incolpato di aver battuto la fiacca.
La seconda prova di comando venne superata con successo da tutti i principi, si trattò di dirigere un schiera di alabardieri in una sorta di parata militare.
Fu il momento dell’ultima prova: la camminata bendata!
Nell’arena furono erette un serie di pedane di ogni lunghezza che, disposte in maniera irregolare, formarono un percorso sospeso su pozze di fango e cumuli di fieno. Al di sopra del percorso i collaboratori dei principi si sarebbero mossi bendati per prendere lo stendardo dell’Aquila Direna. Questi sarebbero stati guidati localmente dai rispettivi principi. La prova avrebbe avuto un solo vincitore, colui che si sarebbe impossessato dello stendardo. La curiosità del popolo crebbe.
Per la prova furono scelti il capitano Aetius per il principe Rufus, una guardia personale per la principessa Lucrezia, Genziana per il principe Julius e ser Tancredi per il principe Lumix.
<<Che significa? Julius ha fatto iscrivere solo ser Probus! Perché mi fate partecipare Genziana?>> obiettò la principessa Lucrezia.
<<Ehm mia signora, non è colpa mia! Il principe Julius ha fatto direttamente richiesta a sua magnificenza Re Rhupert e la richiesta è stata accolta>> giustificò il ciambellano.
<<Non è giusto, quel che è detto è detto. Ha forse paura della goffaggine di ser Probus?>> insinuò la principessa, rivolta con sguardo malevolo al fratello in lontananza, che era intento ad allacciare l’elmo dell’alabardiera.
<<Non c’è da preoccuparsi, tanto vincerà il capitano Aetius! Inutile che vi illudete tutti quanti. Ah ah ah i soliti poveri illusi>> sganasciò il principe Rufus costeggiato dai suoi assistenti.
<<Siete uno spaccone! Vincerà la mia guardia>> ribatté la principessa Lucrezia.
<<Chi? Quel pivello in armi? Siete spacciata, non vincerete>> disse il principe Rufus indicando e schernendo la guardia personale della sorellastra.
La guardia della principessa sembro rimpicciolirsi alle provocazioni del principe Rufus e alle risate dei suoi accompagnatori. La principessa, invece, inizio a bacchettare il suo provocatore.
<<Comunque miei signori, potete mandare chi volete. Re Rhupert ha ritenuto inutile la regola dell’iscrizione, per questa prova>> disse il ciambellano tentando si riappacificare i due principi.
<<No per me va bene così. Vincerà la mia guardia. Tsk>> replicò la principessa.
<<Illudetevi quanto vi pare>> controbatté il principe.
Re Rhupert, dopo aver preso una pausa, ritornò con la sua ancella al suo posto nelle tribune. Il ciambellano, ritornato anch’egli a fianco del re, annunciò al popolo direno presente in arena l’inizio della prova.
I quattro campioni, scelti dai rispettivi principi, salirono le scale di legno e si posizionarono sulla prima pedana vicini alla linea d’inizio percorso. A seguire salirono due uomini muniti di bende nere. Il capitano Aetius, la guardia di Lucrezia, l’alabardiera Genziana e ser Tancredi vennero bendati fortemente, la vista non gli sarebbe servita, solo la voce del proprio principe sarebbe bastata a indirizzarli sul percorso fino a raggiungere il traguardo. Re Rhupert colpì con una bacchetta di bronzo una piccola campana, la prova era ufficialmente iniziata.
<<Genziana fate sette passi avanti e tre passi sulla destra>> iniziò Julius a condurre la sua concorrente.
L’affascinante alabardiera scatto in avanti e fece sicura il primo tratto del percorso come detto dal suo principe. Fu svelta, senza esitare arrivò al tratto successivo.
<<Cosa aspettate Aetius andate avanti!>> incitò il principe Rufus.
<<Muovetevi, dovete andare avanti! Vi dico io quando fermarvi>> disse la principessa al suo concorrente.
Anche gli altri due partecipanti iniziarono il percorso. Solo ser Tancredi doveva partire. Il cavaliere di Lumix iniziò a camminare lentamente, di tanto in tanto barcollando su una tavola e su un’altra.
La giovane Genziana, seguendo alla lettera le parole di Julius, si era portata a metà percorso, acquisendo un vantaggio enorme. La guardia della principessa Lucrezia venne superata dal capitano Aetius. Ser Tancredi era ancora a un quarto del percorso. Vi erano tavole bagnate, appiccicose e forate, sarebbe bastata una piccola distrazione per cadere dal percorso sospeso.
Intanto che l’alabardiera procedeva spedita verso il traguardo, la guardia della principessa riprese la sua seconda posizione, lasciando il capitano Aetius in una terza posizione piena di imprecazioni e ingiurie del principe Rufus. La principessa rise di gusto e distratta non avvertì il suo concorrente di una tavola sospesa. La guardia avanzando si sentì mancare il suolo, perse l’equilibrio e cadde, ma non giù dal percorso.
<<Grrr dannazione, rialzatevi! Potevate attendere le mie istruzioni!>> rimproverò con voce acuta la principessa.
Intanto sopraggiunse il capitano Aetius e con una faziosa indicazione del principe, urtò la guardia della principessa facendola finire giù dal percorso. La principessa Lucrezia perse la prova, lasciandosi prendere da risate nervose e pianti isterici.
Genziana era giunta all’ultimo tratto del percorso, composto da molti tronchi impiantati nel terreno. Il principe Julius indicò come attraversarlo, come suo solito, in un unico suggerimento.
L’alabardiera saltò ben quindici tronchi, ma dimenticò la posizione del sedicesimo e compì un passo falso.
Genziana sbilanciata e senza qualcosa a cui aggrapparsi, cadde all’indietro. Il principe Julius lasciò rapidamente la sua posizione e compiendo un grosso balzo afferrò a volo l’alabardiera. Anche il principe Julius perse la prova, ma suscitò un forte applauso del pubblico dell’arena.
<<Dei pagliacci in meno! Forza Aetius camminate!>> disse soddisfatto il principe Rufus.
Il capitano Aetius ruppe una tavola per il troppo peso, era anche lui in bilico. Ser Tancredi gli passò di fianco, stava per superarlo, quando il principe Rufus ordinò al capitano di agitare le braccia. Aetius seguì l’ordine e urtò più volte l’altro concorrente. Il principe Lumix suggerì al suo cavaliere di abbassarsi e mantenersi alle tavole, che sul lato di Aetius si ruppero completamente. Il capitano finì in una pozza di fango e catrame.
<<GRRRR AEEEETIUUS IMBECILLE!>> urlò il principe Rufus.
Ser Tancredi riprese a percorrere il labirinto sospeso e dopo molte esitazioni ed incertezze, di lui e del suo principe, raggiunse il traguardo. Lumix, contro ogni pronostico sfavorevole, aveva vinto la prova.
Nell’arena entrarono molti uomini di fatica e in poco tempo la sgomberarono degli ostacoli del percorso. I quattro principi e i loro accompagnatori si portarono al centro dell’arena sotto la tribuna reale. Quando si alzò Re Rhupert dal trono, per rispetto la voce del popolo direno tacque e l’arena entrò nella sua fase più solenne delle premiazioni.
<<Sono sbalordito fratelli miei e mio amato popolo con quanta abilità sono state affrontate le prove>> iniziò a valutare il re.
Ser Madhead era in piedi e si portò leggermente avanti interessato dal discorso del re e dal vedere le reazioni del popolo e dei principi. Era curioso, voleva vederci chiaro, Blue Dragon doveva sapere di quanto fosse maturata Direnia in questi lunghi anni.
<<Ho visto in tutti voi dei validi partecipanti, avete grinta e molto coraggio, ma mi dispiace… nessuno di voi può dirsi di aver superato la mia valutazione finale. Nessuno di voi è ancora pronto per prendere il mio posto!>> sentenziò Re Rhupert.
Alle parole del re si levò un mormorio sempre più assordante. I principi non la presero tutti bene. Il principe Rufus iniziò a sbraitare il suo disappunto, aveva vinto molte prove ed era il più adulto dei tre. La principessa Lucrezia iniziò ad alludere sottovoce dell’incapacità mentale del Re di decidere. Il principe Julius, avendo superato con successo quasi tutte le prove, iniziò a prendersela con se stesso per il fallimento dell’ultima, mentre un’intimorita Genziana lo guardava con sensi di colpa. Il principe Lumix non obiettò e da subito accettò il giudizio del re. Anche i collaboratori iniziarono a discutere delle prove.
Il ciambellano colpì con forza la piccola campana e tutti tacquero di nuovo.
<<Ognuno di voi è stato bravo a modo suo. Rufus nonostante la vostra età e il vostro carattere impaziente, siete riuscito a superare prove molto difficili. Lucrezia, la vostra abilità con l’arco e la vostra scaltrezza mi sono rimaste ancora impresse. Julius, voi siete un uomo estremamente forte e coraggioso. Lumix voi avete una volontà di ferro. Tutte cose lodevoli, ma per essere il sovrano di un regno così grande non basta. Rufus, voi dovreste avere più controllo degli altri e pretendere di meno dai vostri assistenti. Lucrezia, lo stesso vale per voi. Julius, dovete essere meno severo con voi stesso e non dovete sottovalutare le prove. Lumix la sicurezza è un requisito essenziale per essere re. Mi dispiace, mi dispiace profondamente di avervi fatto perdere tempo. Dovete maturare e troverò per tutti voi la soluzione giusta, o non mi chiamo più Re Auron Rhupert>> spiegò il re direno a tutti i presenti.
I cimenti direni non diedero i risultati sperati. Nessun principe era il favorito, pronto a prendere scettro e corona. Direnia aveva ancora un futuro incerto, Re Rhupert avrebbe dovuto trovare presto una soluzione.
[Modificato da SolarKnight 21/06/2016 18:22]






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22/06/2016 23:13
 
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Erano passati nove giorni dalla rapida conquista di Surad, diventata territorio della Nuova Aquila D’Oro. Il principe Julius sulla bocca dei sudditi direni era già diventato una leggenda. La Nuova Aquila D’Oro aveva acquisito oramai un prestigio immenso. Con la capitolazione degli alti ufficiali di Surad, il grande esercito di Rufus si sfaldò, come per effetto domino, in tanti distaccamenti senza capo. Una piccola parte dell’esercito di Rufus integrò la cavalleria del principe di Vigel. Julius, che con i suoi cavalieri, più quelli della sorella e con alcuni cavalieri di Surad, formò un inarrestabile squadrone di cavalleria di ben millecinquecento cavalieri, che al loro passaggio facevano tremare la terra peggio di un terremoto. Il frastuono di quell’impressionante numero di cavalieri in movimento sembrava presagire la fine del mondo.
Il principe Julius bruciò rapidamente le sue tappe. Consolidato il suo potere a Surad e spostò il suo campo d’azione sulla capitale.
A Direnia la lotta tra l’esercito della regina e la cavalleria di Julius fu cruenta, ci furono moltissimi feriti e svariati morti, mentre ai civili non venne torto un capello. Le case, i negozi, i mercati e qualsiasi altro edificio non venne violato dagli uomini di Julius. La roccaforte direna venne barricata dalle guardie della regina in ogni accesso. L’assedio durava da ore. Nel frattempo il Gran Consiglio si era riunito in assemblea straordinaria. Fra i gerarchi e i gran gerarchi vi era un clima teso e feroce.
<<Che cosa significa tutto questo? Lord Polidori, il vostro principe ha improvvisamente assediato la capitale>> disse uno dei sette Gran Gerarchi seduto al tavolo centrale.
<<Non ho idea, è avvenuto tutto così all’improvviso>> rispose l’interpellato.
<<Ma voi avete vari uomini a Vigel, come fate a non sapere niente? E che cosa sta facendo Lord Hammer? Questo è un reato grave>> interrogò di nuovo il Gran Gerarca.
<<Vi assicuro Gran Lord Mervenius che non sono stato assolutamente informato>> giustifico il nobiluomo.
<<Lord Polidori era vostro compito tenere sottocontrollo il principe Julius!>> intervenne un altro.
<<Che ottusi che siete tutti quanti, ma non lo capite?! Il principe Julius avrà in questi mesi tagliato ogni forma di comunicazione che non fosse sotto il suo controllo!>> disse un nobile con aria sveglia.
<<E cosa suggerite di fare Lord Nirobes? Volete che un bamboccio viziato ci comandi? A questo punto sarebbe stato meglio per tutti noi nominare il principe Rufus re di Direnia, quanto ne avevamo il tempo. Tanto Re Rhupert era già morto e non avrebbe potuto decidere>> disse un altro Gran Gerarca dall’addome batraciano molto vistoso.
<<Ah! Il principe Rufus?! Sarebbe stato meglio per i vostri affari, Gran Lord Grassus!>> intervenne un altro ancora.
Nell’aria rimbombò una vibrazione tremenda, simile a una potente esplosione, poi tantissime urla di soldati e collisioni ferrose. Per un momento nella sala ci fu un silenzio, che rapidamente venne interrotto.
<<La fuori è l’inferno, dovremmo fare qualcosa!>> testimoniò un nobile venuto da fuori.
<<Se non anticipiamo il principe, potremmo pentircene!>> sostenne il Gran Gerarca Bazaris.
<<Cosa proponete di fare?>> domandò un suo pari.
<<Gli andiamo incontro e ordiniamo ai nostri di abbassare le armi, così obbligheremo indirettamente il principe a fare lo stesso. In tal modo nessuno risulta essersi arreso e quando porteremo il principe Julius a trattare, non potrà avanzare troppe pretese. Troveremo un modo per farlo trattare a vantaggio dell’intera collettività>> pianificò il gran gerarca.
<<Cosa vi fa pensare che il principe ritratti i suoi piani con voi?>> domandò lo stesso Lord Nirobes di prima.
<<Lo inviteremo ad entrare e ci saranno molte guardie ad attenderlo. Lord Nirobes voi statene fuori, nessuno vi ha interpellato. Fate fare a chi ha più esperienza di voi!>> dichiarò il Gran Gerarca Bazaris.
Intanto l’intero cortile del castello era occupato da numerosi uomini in lotta. Le guardie munite di spade ed alabarde avevano bloccato con pali di legno e tavoli le entrate e posto numerose barricate nel cortile, mentre gli arcieri da sopra i camminamenti allontanavano i cavalieri intrusi. Ci fu una seconda esplosione causata da strane sfere oscure. Julius avanzava alla testa della nuova Direnia Royal Force. Invano gli assediati riuscivano a fermare l’avanzata del principe e dei suoi uomini.
A un certo punto delle trombe suonarono e il cortile si riempi di molte altre guardie. Poi una voce ordinò agli arcieri di abbassare l’arco. Tra il principe Julius e il generale Eponimus vi fu un breve sguardo d’intesa.
Anche il principe ordinò ai cavalieri di seguire l’esempio degli arcieri e delle guardie del castello. Il capo delle guardie invitò il principe ad entrare nella grande sala dell’assemblee. Il principe accettò l’invito e salì ai piani alti del castello, seguito da Eponimus, Probus, Lord Hammer e Genziana, sotto lo sguardo frustrato delle guardie. Entrò nella grande sala rettangolare dell’Assemblea, circondato da tante persone altolocate dagli sguardi preoccupati. Erano principalmente preoccupate dei loro sorti economiche, indifferenti ai più eclatanti e numerosi spargimenti di sangue. Il principe penetrò col suo sguardo la grande sala, oltrepassò la pavimentazione libera al centro e si soffermò sul lungo tavolo centrale. Là, seduti su un solo lato lungo del tavolo, uno di fianco all’altro, vi erano i sette Gran Gerarchi. I cinque convitati si portarono al centro della sala.






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23/06/2016 23:58
 
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Il principe Julius era fermo in attesa di domande. I suoi occhi si mossero silenziosi da una parte all’altra del campo visivo. Dall’ala destra e sinistra della sala, seduti nelle loro tribune, i nobili direni apparivano agitati e sottovoce scambiavano pareri, insinuavano dubbi e cospiravano. Sui loro volti apparivano pungenti sorrisi falsi e leggeri. Sguardi pregni di malizia si posavano sui cinque, che in quell’aria nauseante di assurda ipocrisia, contribuivano ad acuire vecchie ferite. Tutto ciò riportava alla mente del principe Julius tristi ricordi, sentiva di odiarli con tutte le sue forze. Avrebbe fatto semplicemente una carneficina e posto fine al malessere, che lo attanagliava psicologicamente. Fin a quando, uno dei sette Gran Gerarchi iniziò a parlare.
<<Sarebbe stato meglio incontrarci senza aver alzato un simile polverone. Vostra maestà principe Julius, come avete potuto violare il suolo della capitale in questo modo? Lo sapete che in questo modo avete dichiarato guerra alla regina e trasgredito il volere del defunto Re Rhupert?>> iniziò a chiedere il gran gerarca seduto esattamente a centro del tavolo.
<<Le ultime volontà di Re Rhupert? Peccato che non erano queste le ultime volontà di mio fratello, visto che è stato assassinato prima di poter nominare il suo successore, così come mia madre, la Regina Raisa!>> esclamò il principe Julius.
<<Cosa volete insinuare? Sapete benissimo che in entrambi i casi sono stati trovati e giustiziati gli assassini>> disse innervosito il gran gerarca.
<<Gran Lord Bazaris, le mie non sono insinuazioni e giustiziare qualche morto di fame non è la vera giustizia. È vero, erano gli esecutori materiali, ma sono mai stati presi i mandanti?>> disse il principe spaziando ampiamente con la visuale su tutti i gerarchi.
<<Quelli, che voi chiamate morti di fame, erano dei nobili aristocratici noti per le loro idee anarchiche, non avevano bisogno di mandanti>> rispose il gran gerarca.
<<Già, gli anarchici, quale miglior capro espiatorio! Quando mai sono esistiti anarchici per davvero? Il vero anarchico vuole solo vivere come una bestia. Quelli erano solo cani devoti ad altri padroni, padroni che li hanno abbandonati alla loro sorte>> disse sprezzante il principe.
<<Questo principe Julius, non è ne il luogo e ne il momento di simili discorsi. Ma cosa pretendete? Che trasgrediamo le regole per un vostro capriccio?>> disse con voce di rimprovero il Gran Gerarca Bazaris.
<<Il mio non è un capriccio, a quest’ora l’altro principe, Rufus, sta tentando di conquistare il Galandrax, mentre mia sorella cospirava e l’altro non sa come muoversi. Solo io, sono l’unico vero sovrano di Direnia, che metterà fine al caos che sta degenerando nel mio regno!>> rispose il principe Julius.
Siete solo un vecchio pazzo, un burattino che parla tanto per dar aria ai polmoni. Pensò il principe Julius, che innervosito picchiettava con le mani sulle braccia incrociate.
<<Ci state mancando di rispetto, sapete benissimo, che nemmeno la regina, la più alta carica ora presente a Direnia, oserebbe tanto>> disse un secondo gran gerarca.
<<Si vede che è giovane, non tiene conto che questa assemblea è stata nominata ai tempi di Re Taul. Diamogli una possibilità, chiudiamo un occhio per questo inconveniente>> disse un terzo gran gerarca.
Guardali come deviano il discorso. Vi farò vedere io cos’è il rispetto Meller. Una pietra sopra? Sono morti degli uomini per dare un futuro a Direnia. Una simile indifferenza delle vite umane, va pagata col sangue. Siete degli scellerati, degli scellerati. Rimuginava nella propria mente il principe Julius.
Il Gran Maestro Cavaliere Probus provava anch’egli la stessa rabbia del suo sovrano, avrebbe voluto scattare come un leone e lavare nel sangue così tanta ipocrisia. Il generale Eponimus e Lord Hammer sembravano impassibili e imperturbabili nella loro posa marmorea, ma erano come corde di violino, pronte a suonare al solo gesto della mano del principe. Invece, la bella Genziana impacciata si stringeva le spalle sotto gli occhi maliziosi e invadenti dei gerarchi. I nobili radunati in assemblea si sentivano sicuri, protetti dalle numerose guardie del palazzo, che gremivano le entrate della grande sala.
<<Principe Julius, siamo disposti a voler dimenticare presto questa assurda vicenda, come volete negoziare il ritiro delle vostre truppe?>> interpellò il gran gerarca Bazaris.
<<Poi principe, queste sono battaglie che non apportano nessun beneficio. Non sono come le battaglie di conquista dei vostri avi>> intervenne il gran gerarca Grassus.
<<Cosa ne pensa il principe? Penso, che sua maestà si sia reso conto dei danni economici che state apportando al regno>> disse il gran gerarca Radamontis.
<<Quante parole intrise di ipocrisia, dove, con la scusa di fare il bene del regno, si salvaguardano i propri interessi. Io dovrei negoziare? Giammai, perché sono venuto qui a sedermi sul trono di Direnia!>> rispose il principe Julius con sguardo furioso.
<<Lord Hammer dato che anche voi siete membro del Gran Consiglio di Direnia, fate ragionare il vostro principe!>> esortò il gran gerarca più anziano.
Il possente dragone della Direnia Royal Force non accennò un solo movimento, nessuna reazione, come a voler intendere che niente e nessun, che non fosse il principe Julius, lo avrebbe smosso. Di fianco a Lord Hammer, Eponimus stringeva più forte l’asta della lancia da guerra e con sguardo scaltro aveva già intuito strani movimenti alle entrate della sala e nelle camere a fianco. Probus era invece già con una mano sul pomolo della spada, pronto a saettare a qualsiasi incitamento.
<<Sua altezza ci state forse minacciando? Batate bene a quel che dite e a quel che fate, siete di fronte al Gran Consiglio di Direnia; solo il Re o la Regina può avere l’ultima parola>> disse categorico il gran gerarca Meller.
<<Il Gran Consiglio di Direnia è un istituzione centenaria ricostituita da Re Taul in persona, vostra altezza, dovete fidarvi della nostra esperienza. Negoziate che è meglio per tutti>> incoraggiò il vecchio gran gerarca Bazaris scattato in piedi.
<<Vostro padre era un vero re, aveva capito che da solo non poteva gestire un regno così importante come Direnia>> provocò il gran gerarca Radamontis, mentre si palpava i polpastrelli.
Il principe Julius fece un respiro profondo, era arrivato sul punto di perdere totalmente il controllo a causa dell’arroganza dei gran gerarchi Meller e Radamontis, ma soppresse il violento istinto di morte.
<<Re Taul era un debole! Se non vi fate da parte, sarò costretto a prendermi la corona con la forza>> replicò ostile il principe.
Alle parole del principe il gran gerarca che fino a quel momento era rimasto in silenzio, si alzo e con ampie gesta delle mani esortò l’intero Gran Consiglio ad ascoltarlo. Parlò di come sia impossibile scegliere un erede al trono, poi si voltò verso il principe e con mano sinistra lo puntò un elegante penna d’oca.
<<Visto che non volete ragionare, visti i danni apportati alla capitale, visto che stato violando le leggi direne e visto che state minacciando il prestigio della regina, principe siete accusato di alto tradimento e attentato alla corona di Direnia>> sentenziò il gran gerarca Koerus.
<<Siete il primo ad avermi accusato di tradimento e attentato, come vi sentite forti in vesti autorevoli!>> sfidò il principe.
<<E nemmeno l’ultimo! Guardie arrestate il principe e chi lo accompagna!>> ordinò il gran gerarca.
<<Mi invitate a nozze!>> esclamò il principe Julius.
Al centro della grande sala iniziarono a confluire le guardie; il principe e la sua scorta finirono con l’essere circondati. Molti nobili iniziarono a insultare e lanciare oggetti dalle loro tribune. Il gran gerarca Bazaris tentò inutilmente di portare i suoi pari all’ordine. Intanto il resto dei gran gerarchi si alzò ed iniziò ad uscire dalla sala.
<<Maestà gettate l’arma a terra e arrendetevi!>> disse il capo delle guardie.
<<Nemmeno per idea!>> rispose a tono il principe Julius.
Il principe diede una forte spinta al capo delle guardie, che lo proiettò addosso alle altre guardie, poi scattò in avanti fino al grande tavolo, lo saltò e si ritrovò al lato opposto, sotto gli occhi sbigottiti dell’anziano gran gerarca. Lord Hammer, ser Probus e il gen. Eponimus spinsero le altre guardie fuori dalla sala, alla stregua di potenti animali da soma. Lady Genziana si avvicinò alla finestra e fece segnale al resto della Direnia Royal Force di tenersi pronta con l’esercito in qualsiasi momento. Tre nobili sottovalutando l’alabardiera tentarono di agguantarla, ma vennero tramortiti facilmente con rapidi colpi di alabarda.
Il principe sbarrò la via d’uscita ai nobili e con la sua spada li intimò di arretrare in un angolo della sala.
Intanto nel cortile del castello era stato dato l’allarme, le guardie erano disorientate, gli uomini di Julius approfittando della pausa provvidenziale li avevano lentamente circondati, ma alcune si armarono di coraggio e attaccarono. Il minotauro della Direnia Royal Force caricò i reattivi, spintonandoli in una parete e mettendoli fuori combattimento. Lo stregone da parte formulò un sortilegio e delle fiamme oscure carbonizzarono due guardie che avevano provato a colpire il minotauro.
Quando il samurai fece un balzo in mezzo al cortile e allargò le braccia su un lato e un altro dei due schieramenti. Poi roteando la testa e facendo muovere scenicamente i suoi lunghi capelli neri disse:<<Uomini di guardia… calmatevi! La vita è breve, non buttatela via! Oramai le sorti sono state decise! Avete perso!>>
Mentre il samurai parlava alle guardie come se fosse su un teatrino tradizionale del Katai, il ninja tengu si impersonò nel ruolo di kuroko, colpendo ritmicamente con un asticella un piccolo tamburello.
<<Julius Sama è il vincitore, che vento impetuoso sta colpendo Direnia! Ciliegi in fiore per il mio signore! Ciliegi in fiore per l’uomo più forte!>> diceva enfatico il samurai.
Le guardie erano confuse e non riuscivano a credere alle proprie orecchie ciò che udivano dallo strano guerriero dell’est.
<<Ascoltate me, non date retta a questo folle. Abbassate le armi se ci tenete alla vita, o saremo costretti a imporvelo!>> intervenne il nano della Direnia Royal Force.
Nonostante gli ammonimenti del nano e del samurai, la tensione tra la guardia reale e i cavalieri di Julius era palpabile. Sarebbe scoppiato un violento scontro, quando dal castello scesero il principe Julius e i suoi quattro collaboratori più stretti, con i sette gran gerarchi prigionieri.
<<Non ci sarà nessuna battaglia, tutto il potere di Direnia è ora nelle mie mani!>> disse autorevole il principe Julius strattonando e mettendo in ginocchio il gran gerarca Koerus.
Uno dei gran gerarchi implorò in lacrime la Guardia Reale di arrendersi. Le guardie senza esitare gettarono le armi a terra e gli arcieri riposero arco e frecce nella faretra. Il castello di Direnia era diventato la nuova roccaforte del principe Julius. Il principe di Vigel era a un passo dal realizzare le sue ambizioni e ne avrebbe consolidato il potere, appena il restante esercito sarebbe approdato nel porto capitolino.
<<Adesso portatemi dalla regina!>> ordinò infine il principe.






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

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25/06/2016 00:02
 
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Questa è proprio una brutta faccenda, non posso ritornare tra i miei amici e non posso intervenire come Vassalla. Se si scopre che la vera regina non è al castello, questo principe potrebbe inventarsi di tutto e nella peggiore delle ipotesi addossarmi colpe che non esistono. Rifletteva la Vassalla vestita in abiti regali.
Dalla camera della regina aveva visto e sentito tutto, sapeva che il principe Julius aveva preso il castello e stava venendo a prenderla, credendo di trovarsi la regina Flavia.
Lady Rowena non era riuscita ad avvisare i suoi amici e prese la decisione di continuare a fingersi regina. Sentì aumentare il rumore di numerosi passi dal corridoio e istintivamente afferrò la sua spada e la nascose nel sottoveste. Posò il resto delle sue cose nel baule dinanzi al letto e corse verso l’armadietto, prese un cappellino velato e lo indossò.
In ogni caso, potrò sempre tirar fuori la mia spada e farmi una via di fuga tra i soldati, ammesso che mi smascherino. Pensò la Vassalla.
Si sentirono le guardie obiettare fuori dalla porta e poi bussarono. Lady Rowena si diede un’ultima sistemata e diede il permesso di entrare. Entrò dapprima l’alabardiera, poi seguirono il generale Eponimus e il colossale Fred Hammer.
<<Con chi ho il piacere di parlare?>> domandò Lady Rowena.
<<Sua maestà, mi presento, sono Genziana Falconieri, figlia del marchese Nestore della casata del Cervo di Crelia. Sono qui in veste di ufficiale del principe Julius>>
<<Cosa ci fa una così giovane nobildonna, proveniente da una prestigiosissima casata di Crelia, tra i soldati del principe Julius?>> incalzò la Vassalla.
<<Ehm io…>> iniziò a rispondere confusa la giovane alabardiera.
L’esperta Vassalla fissò attraverso le velature del cappello gli occhi di Genziana, con la sua enorme empatia Lady Rowena scoprì più di quanto la giovane avesse detto. Ci fu un lungo minuto di silenzio, che venne presto interrotto dal vecchio generale.
<<Se permettete rispondo io, abbiamo preso il castello. Sua maestà, ora siete sotto la protezione del principe Julius e siamo qui per comunicarvi, che siete invitata a prender parte del “discorso” del principe Julius, che si terrà nella piazza principale>> disse il generale Eponimus prendendosi il permesso di parlare.
Lady Rowena staccò lo sguardo dalla ragazza e si rivolse al generale di Julius:<<immagino che siete il generale del principe Julius, cosa vi fa credere che accetterò l’invito?>>
<<Sarebbe un vero peccato. Il principe Julius non ha nulla contro di voi e non partecipare all’evento, che si terrà in piazza, potrebbe screditarvi agli occhi del popolo>>
<<Il popolo non deve mai perdere la stima dei suoi sovrani, sarebbe sconveniente>> rispose la vassalla.
<<Contiamo sulla vostra partecipazione, i miei ossequi maestà, ci apprestiamo a liberarle la stanza>> concluse il generale.
Nella stanza della regina rimase solamente la Vassalla, che pensierosa si sedette al tavolino, cercando di escogitare qualcosa che la cavasse fuori dal problema inatteso. Pensò a trovare una soluzione, che non avrebbe rovinato per davvero la reputazione della regina e rischiato di farla finire prigioniera.
A Direnia il cielo si rannuvolò e minacciò di piovere per tutto il tempo, mentre un sottile e gelido vento imperversava tra le case e le vie del paese. Nella piazza venne rapidamente allestito un enorme palco di legno e alcune tribune. Su un lato dello stesso, minacciose, vennero erette quattro forche.
Gli ordini che il generale Eponimus aveva ricevuto dal principe Julius prevedevano, dopo la conquista di Direnia, un pubblico processo che avrebbe demolito definitivamente i subdoli nemici in seno al Gran Consiglio, affinché fosse consolidato il potere del nuovo sovrano e la fiducia dei sudditi direni.
Dall’incursione del castello erano passate poco più di tre ore dopo il mezzogiorno, ma prima del processo il principe Julius voleva imporre alla regina di dimettersi e cedere l’esclusività regia su Direnia.
La piazza si riempì di gente, vi erano soldati e guardie in ogni dove, nei vicoli delle strade, sui muri di cinta, sui tetti e intorno al palco. La popolazione era in trepida attesa di sapere cosa sarebbe successo e quali decisioni erano state prese per Direnia.
Lady Rowena fu scortata sul retro del palco. Non poteva credere a ciò che vedeva. Una guardia gli annunciò l’arrivo del principe, che non la fece attendere molto, presentandosi con la Direnia Royal Force al completo.
<<Trovo la vostra voce alquanto strana>> esclamò il principe Julius.
<<Coff coff, in questi giorni mi sono raffreddata, perché ero in pensiero per tutti voi principi!>> disse la Vassalla d’impulso.
Alla risposta di Lady Rowena il principe Julius cercò di scrutare tra i veli del cappello, assumendo una faccia perplessa, poi domandò: <<Vi hanno riferito qualcosa? Come mai eravate in pensiero?>>
Accidenti, cosa gli dico? È proprio degno della fama di suo nonno. Pensò Lady Rowena, che per non far capire di riflettere molto sulla frase del principe, finse di rimanere a sua volta perplessa e gli rispose: <<Che domande mi fate?! Lo sapete che in un palazzo come quello di Direnia girano strane voci e oggi ho avuto la conferma di ciò. È evidente!>>
<<Visto che siete al corrente di parte dei fatti, penso che avete capito perché vi ho fatto condurre in piazza>> disse il principe sorpreso della schiettezza della regina.
Lady Rowena incalzò subito il principe pur di sviare possibili sospetti, mitigando la sua attenzione su un discorso diretto: <<Vorrei saperlo apertamente da voi>>
<<Ebbene, voglio che abdichiate e mi cediate il posto, per ora siete la più alta carica del Regno, voglio essere incoronato re con le buone, con tanto di benedizione da parte vostra. Poi procederò alla purga del Gran Consiglio e alla sistemazione dei principi. Con molta probabilità ci saranno molti processi e molti cadaveri penzolanti>> dichiarò il principe senza mezzi termini.
La faccia di Lady Rowena sotto i veli aveva assunto le caratteristiche connotazioni dello stupore più franco, era rimasta sconcertata dalla dichiarazione del principe. Fu proprio in quel momento che la Vassalla non trattenne la sua vera identità e schiettamente esternò il suo disappunto.
<<Il vostro piano è terribile, quanti volete eliminare con quelle forche?>> domandò Lady Rowena.
La voce della regina non era autentica e nemmeno pareva raffreddata, il principe e alcuni della Direnia Royal Force capirono di trovarsi davanti a un impostore.
<<Mi prendete per stupido? Chi siete? Mostrate il vostro volto!>> ordinò incollerito il principe Julius.
<<Cosa dite?! sono io la regina vostra matrigna>> cercò di giustificare la Vassalla.
Julius fece una grossa risata, anche se la donna lo aveva provato a ingannare, il principe trovò divertente il vano tentativo della donna di sviare.
<<È inutile che continuate a mentirmi, voi non siete assolutamente la regina Flavia, perché non avrebbe mai detto matrigna, ma madre!>> affermò il principe Julius.
<<Ghnn>> digrignò i denti Lady Rowena.
Mi ha scoperto! Va bene, mi ero preparata per questo! Pensò la Vassalla. Poi Lady Rowena si tolse il cappello e al momento costruì mentalmente una versione dei fatti, che non danneggiasse la reputazione della regina davanti alle sue guardie personali ben numerose.
<<Sono una mercenaria del principe Rufus ed ho fatto rapire la regina, io avevo preso il suo posto fin quando sua altezza Rufus sarebbe tornato! In modo “legale” avrei fatto incoronare il principe e in cambio avrei vissuto come regina a vita, non più a vivere come una mercenaria>> inventò Lady Rowena.
<<Bene, bene, voi e il vostro adorato principe avete scelto il giusto momento per fare le vostre mosse, questo mi facilità l’incoronazione! Prendetela e portatela nelle segrete del castello!>> parlò il principe.
Le guardie si avvicinarono per arrestare Lady Rowena, ma questa prese dal sottoveste la spada e prese posizione di difesa. Le guardie risero al tentativo della donna e una di loro le intimò di gettare l’arma e collaborare. Lady Rowena non le ascoltò e le guardie tentarono di bloccarla. Ci fu un rapido tafferuglio, la Vassalla con poderose e rapide mosse di spada disarmò e proiettò a terra le prime tre guardie, poi dovette affrontare altre guardie, e man mano che le metteva fuori gioco intervenivano altre guardie e anche i cavalieri del principe. La Vassalla si rivelò troppo sgraziata e maledettamente forte per una normale donna in armi. A quel punto il principe diede il consenso a ser Probus e al Gen. Eponimus di intervenire.
Lady Rowena, al primo allungo di spada dei due uomini, capì di avere due avversari forti quanto due buoni ed esperti Aspiranti Vassallo, e passò a maniere più drastiche, colpendo più forte e decisa.
Al principe Julius sembrò che la donna non si impegnasse al massimo e ne rimase profondamente colpito, come poteva una comune mercenaria surclassare due dei suoi migliori uomini? Allora fece intervenire il colossale Lord Hammer, che alzò da terra una grossa cassa di legno e la scagliò contro la donna.
Lady Rowena si accorse appena dell’oggetto che gli stava piombando addosso, sbalzò con un calcio il Gen. Eponimus e afferrò ser Probus per il braccio libero e lo adoperò come scudo. La cassa colpì quest’ultimo.
Il gran maestro dei cavalieri cadde a terra con la schiena dolorante. Intanto accorsero altri cavalieri e altre guardie. La Vassalla tentò la fuga per un lato libero della piazza, ma venne intercettata da Lord Hammer, che gli sferrò poderosi colpi di maglio. Lady Rowena schivò due violente martellate, che finendo a terra facevano tuonare il suolo, poi si fece sotto all’energumeno e gli sferrò una tremenda gomitata allo stomaco. Lord Hammer cadde in ginocchio, poggiando una mano a terra e sorreggendosi con l’altra all’asta del suo martello da guerra. Il principe perse la pazienza e sbarrò personalmente la strada alla falsa mercenaria.
<<Questa è la prova lampante che voi non siete altro che una Vassalla di Blue Dragon!>> asserì il principe.
<<Se prendo voi come ostaggio, potrei mettere fine alla guerra civile direna!>> ragionò la Vassalla.
<<Cosa vuole Blue Dragon? Non dovrebbe dare la caccia ai mostri? Queste sono faccende che non gli riguardano>> protestò il principe Julius.
<<Blue Dragon vuole la pace, non inutili spargimenti di sangue. Ora che avete capito con chi state parlando, fareste meglio ad arrendervi>> avvisò Lady Rowena.
<<Questo è quello che potrei chiedervi anch’io>> disse il principe.
Il principe Julius sfoderò la sua arma, un grosso spadone dorato con l’elsa a forma d’aquila e il manico d’avorio finemente lavorato. All’armarsi del principe, i suoi uomini retrocedettero, lasciando il campo libero.
Il principe alzò la spada al cielo, poi la portò in posizione orizzontale davanti ai suoi occhi.
<<Questo, milady, è uno spadone nato dalla rifoggia del mitologico Signore dei Venti, un’arma antichissima, e da alcuni frammenti della leggendaria Direnia Golden Star, l’arma di mio nonno detenuta indegnamente nell’armeria di Blue Dragon! Ammirate la potente Direnia Golden Fatum!>> rivelò il principe.
Lo spadone dorato sfavillò nelle mani del principe sotto la tenue luce dell’uggioso pomeriggio direno. Con uno strattone rapido ed improvviso, il principe Julius vibrò la sua orgogliosa arma, puntandola con la mano armata al suolo. Nell’aria si propagò un nobile suono metallico, che apparve come un solenne verso d’aquila
La Vassalla passò rapidamente sulla difensiva, imponendosi in posta frontale.






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25/06/2016 19:03
 
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Postasi un nuovo obbiettivo, Lady Rowena si avventò sul principe sferrando un colpo sgualembrato di inaudita violenza. Il principe oppose rapido un efficace difesa. All’impatto delle due favolose armi avversarie si generò uno stordente suono acuto. I più vicini testimoni dello scontro dovettero tamponarsi le orecchie con le mani. Si susseguirono altri fendenti di Lady Rowena e altrettante parate del principe. La Vassalla non gli sembrò vero trovare un uomo che potesse battersi alla pari con un Vassallo. Anzi, a Lady Rowena gli sembrò che l’avversario non si impegnasse del tutto. Si batté come una furia e disperata dai molteplici colpi andati a vuoto sferrò un affondo saettante. Il principe Julius rapido arretrò il piede destro, compiendo una mezza luna sul suolo, e si difese sferrando un colpo contrario. Un ottimo mezzo tempo che sbilanciò l’avversaria. Lady Rowena si vide arrivare un calcio che la gettò a terra.
Ci furono esultazioni tra gli uomini del principe.
La Vassalla si riprese subito e con un finto calcio avvolse la spada del principe nelle lunghe vesti della regina, che indossava. Lady Rowena strattonò il principe e lo colpì con una gomitata al volto. Il principe Julius digrignò i denti e arrabbiato ritirò l’arma a suo fianco. Il brusco strattone di spada lacerò le vesti, privando alla donna la lunga gonna.
Lady Rowena arretrò di alcuni passi e finì di tagliare i lembi appesi della gonna, rimase con parti di stoffa che la ricoprivano fino alle ginocchia. Erano ben visibili le calze ricamate di stoffe bianche e dorate. La Vassalla pareva una ballerina di danza classica e come tale acquisì una più evidente rapidità e agilità.
Lady Rowena ritornò alla carica e proiettò in avanti una rapida serie di sgualembri e ridoppi. Il principe, resosi conto dell’improvvisa pericolosità dell’avversaria, iniziò a colpire con più forza.
La Vassalla urlava per lo sforzo e aggrediva sempre più furiosa la difesa del principe; aveva capito che disarmarlo era impossibile, bisognava per forza ferirlo.
Il principe, incitato dai suoi uomini, a sua volta fu preso dal proprio impeto selvaggio e con un incredibile potenza penetrò nella guardia avversaria. Lady Rowena tentò di ritirare con un ridoppio roverso, ma venne sbalzata di nuovo con un incredibile spallata.
La cavaliera ruzzolò finendo contro un palo dell’impalcatura. Sbatté dolorosamente la schiena.
Lady Rowena si tamponò con un braccio la parte tramortita e si poggiò su un ginocchio.
Con quale forza quest’uomo si sta battendo?! Stento a crederci. Pensò la Vassalla.
<<Vi consiglio di arrendervi. Siete molto forte, ma non lo siete abbastanza per battermi>> disse il principe Julius.
<<Un Vassallo non si arrende tanto facilmente. Su di me gravano le responsabilità delle vostre azioni, non posso arrendermi>> ripose Lady Rowena, che facendo leva sulla spada si rimise in piedi.
<<Sciocchezze, un mucchio di sciocchezze. Mi dispiace per voi, io devo dare un ordine al mio regno. I tempi di quell’incapace di Re Taul sono finiti. Penso che avete sentito di quale fine abbia fatto l’ultimo re, Re Rhupert, nel suo breve periodo di monarchia, che per accontentare tutti si è ritrovato avvelenato>> controbatté il principe.
<<Si poteva trovare un altro modo, ma la guerra civile è una follia!>> obiettò la vassalla.
<<Non l’ho iniziata io e non terminerà senza di me, devo eliminare tutti i nemici di Direnia… e se voi siete una mia nemica, non mi risparmierò!>> dichiarò il principe Julius.
Il principe Juliius avanzò sicuro di sé. Lady Rowena portò con entrambi le braccia la spada al fianco sinistro e andò incontro al suo avversario. I duellanti si fronteggiarono.
Dopo un istante, sollevando il braccio nerboruto, il principe Julius sferrò un micidiale fendente che si abbatté sul filo della lama avversaria portata in posta reale. Lady Rowena fu come inchiodata al suolo e facendo forza liberò la sua spada per sferrare un taglio obliquo. Il principe deviò subito il colpo con la sua spada dorata e si buttò in avanti per chiudere la distanza. Tentò di bloccare l’avversaria con la sua mole.
Lady Rowena spinse con la mano libera il principe, arretrando di conseguenza, poi lo assaltò con altri colpi di spada. La rapidità e la forza che impiegavano i due avversari era impressionante, entrambi erano ad un livello insostenibile per tutti gli uomini d’armi presenti.
Non riesco a prevalere, sono sudatissima e lui mi sembra appena alzato dal letto. Pensò la Vassalla senza mai smettere di attaccare e contrattaccare il principe.
Lady Rowena arretrò, nella sua mente contemplò seriamente l’idea di fuggire dallo scontro. Il principe fece due brevi passi lateralmente e portò la sua spada vicino al viso.
<<Adesso vi mostro di cosa è capace il principe Julius! Questo colpo, i miei più vicini collaboratori, lo chiamano… il Giudizio dell’Imperatore!>> disse il principe.
La Vassalla vide con stupore un prodigio che aveva a dir poco dell’incredibile. La Direnia Golden Fatum si illuminò e da essa si levò un sottile vento che scompigliò i capelli del suo possessore.
Il principe Julius alzò la spada al cielo e urlando “Gloria a Direnia” sferrò un energico fendente, che da esso partì una folata di vento luminoso violentissima.
Lady Rowena si lanciò su un lato del terreno e sopra di lei passò rapido il colpo magico, abbattendosi su parte del palco. Il colpo inferto dal principe Julius distrusse con una potenza inarrestabile una grossa fetta del palco. Frammenti di legno e pezzi di corde si sparsero su un raggio di una quarantina di passi.
<<Quello che avete fatto è incredibile!>> affermò Lady Rowena.
<<A dir la verità, era da molto che non lo usavo e non credevo di aver raggiunto un tale risultato, ma la forza magica della mia spada elementale contribuisce parecchio. Adesso capite che non potete mai battermi? Non mi sono neppure impegnato a fondo>> disse orgoglioso il principe Julius.
<<Non posso che darvi ragione, siete un avversario assolutamente fuori dalla portata di molti Vassalli. Conosco solo un pugno di uomini che potrebbero battervi, quindi avete vinto>> disse decisa la Vassalla.
<<Mi fa piacere sentire le vostre parole. Per ora sarete trattenuta nelle prigioni Direne e se mi direte dove si trova la regina, potrei anche liberarvi. Guardie arrestate questa donna>> ordinò il principe.
La Vassalla non aveva intenzione di farsi arrestare e con sguardo leonino valutò l’area della piazza direna.
Le guardie le si avvicinarono e protesero le mani per disarmarla e incatenarla. Lady Rowena abbassò la testa e sembrò quasi sul punto di consegnare la spada, ma fece una mossa rapida. Col piatto della spada colpì circolarmente le tre guardie direne e prese a correre.
<<Cosa state facendo?>> domandò sconcertato il princip Julius.
<<Vi ho riconosciuto che avete vinto, ma non ho detto che mi consegno!>> disse beffarda Lady Rowena.
<<Grrr UOMINI PRENDETELA! EPONIMUS, PROBUS, HAMMER E TUTTI GLI ALTRI PRENDENTELA, NON FATELA SCAPPARE! MUOVETEVI, ORA E’ STANCA LA POTETE CATTURARE!>> sbraitò furioso il principe.
La Direnia Royal Force, le guardie e i cavalieri presenti si lanciarono all’inseguimento della Vassalla. Lady Rowena fuggì come una scheggia, era più leggera di tutti gli altri, che erano ingombrati dalle loro armature.
Era tanto rapida da sembrare una lepre, mentre i suoi inseguitori parevano lupi impacciati che scivolavano sul ghiaccio di una tundra invernale.
<<FERMATE QUELLA STREGA!>> urlò il generale Eponimus.
Mescolatasi nella folla che andava via via riempiendo la piazza, la Vassalla strappò rapidamente la gonna di una popolana e se la cinse alla vita. La poveretta privata della propria gonna venne scambiata per la fuggiasca e arrestata.
Lady Rowena era vicina alle mura perimetrali della capitale. Quando una sfera di fuoco gli venne addosso. La Vassalla parò subito il colpo e fu talmente rapida, per via della frenesia della fuga, che riuscì a rispedire il colpo magico al suo mittente.
Vidovi schivò a stento il suo colpo e, nella deflagrazione della sfera di fuoco, delle fiammelle lo cossero a una mano e bruciacchiarono i vestiti.
<<Piccola sfrontata. Nemmeno distratti questi Vassalli si fanno colpire!>> disse sommesso e stizzito Vidovi.
Lady Rowena era oramai fuori dalla capitale ed agitata continuò a camminare pensando a un nuovo piano.






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
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