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Lo Spartito Obliato -aggiornato per la lettura di tutti-

Ultimo Aggiornamento: 25/06/2016 19:03
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Sesso: Maschile
Cacciatore di demoni
Regio Analista
26/01/2016 12:20
 
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Lasciata la casa del Maestro Logum, i seguaci di Blue Dragon galopparono senza trovare problemi, anche durante le notti che si accamparono le sentinelle non notarono nulla di strano, passarono per Nova Pax fino ad arrivare a Little Whater la sera del quarto giorno dalla partenza da casa del Maestro Logum. Erano passati già 9 giorni da quando erano partiti dal Regno di Blue Dragon e a parte la piccola scaramuccia iniziale non sembrava che alcuno sapesse della loro missione. Otrebmu che era stato già in quel villaggio, guidò i compagni alla locanda dove dopo una cena abbondante, affittarono delle stanze per la notte. Ser Gianlù disse che il giorno dopo sarebbero andati ai cantieri navali dove la nave li aspettava, Ittoram annuì, conoscendo la strada, sapeva che ci avrebbero messo una mezz'oretta per arrivare. Tutti si augurarono la buona notte e andarono a riposare.
Il giorno dopo sarebbero partiti per Direnia. In tutto quel tempo Ikarus non aveva spiccicato una parola e nessuno aveva cercato di farlo parlare. Pareva continuamente assorto in un alterco discorso con se stesso. Non pareva turbato, ne infelice o ferito, solo, molto distante dal gruppo. Per giorni infatti aveva continuato a parlare mentalmente con quella voce, imparando a conoscerla. Asheer così si chiamava il ragazzo che lo aveva attaccato. Presto iniziò a non considerarlo più ostile, anzi, quasi una sorta di rispetto reciproco si instaurò tra i due. Ora i loro discorsi erano più costruttivi, anche se spesso terminavano in insulti sui rispettivi ruoli. Anche quella sera Ikarus pregò, questa volta non più inginocchiato davanti al suo giaciglio, ma nella piccola chiesa della cittadina. Prima di concedersi al sonno come i suoi compagni, visitò le stalle e diede il suo saluto anche al cavallo al quale si era affezionato. La mattina tutti si destarono presto, elettrizzati all'idea del viaggio in nave e dei suoi pericoli. Ikarus compreso.
Mangiarono svelti e si prepararono altrettanto velocemente. Nemmeno a metà mattinata furono alle navi. Quando arrivarono i loro occhi si stupirono nel constatare che una sola nave era ormeggiata ai moli. Ma la cosa che li stupiva maggiormente era che la nave aveva dimensioni colossali! Nessuno di loro aveva mai visto una nave tanto grande, quasi ci si stupiva che stesse a galla. Dopo essersi guardati senza parole proseguirono fino al molo. Una grande attività, come un porto che si rispetti, persone andavano e venivano, trasportando oggetti di ogni sorta. Due uomini invece non parevano fare nulla di faticoso. Uno aveva un grande cappello nero, una casacca nobile e ricamata di bordature dorate, l'altro invece era tatuato da capo a piedi, con orecchini d'oro che bordavano interamente tutte e due le orecchie come vestiario aveva dei semplici pantaloni da marinaio legati da una cinta rossa. Tutti e due studiavano un grande foglio di carta steso su una tavola ed il quel momento il gruppo convenne che uno dei due doveva essere il capitano dell'imponente vascello. Iniziarono ad avvicinarsi, quando l'uomo dal cappello nero, si volse, sguardo di pietra, non un emozione trapelò dal suo viso.
<<Voi sareste?>> disse sprezzante...
Arkan che non era abituato a vedere il mare e tanto meno una nave così grande restò a bocca aperta.
<<E così è questa la nave?!>> mormorò Enricus IX.
Poi, alzando lo sguardo vide l'uomo in piedi davanti a loro.
<<Allora, mi volete dire chi siete o vi devo sbattere fuori dalla mia nave?>> chiese l’uomo con fare inquisitorio.
<<Ah, voi dovete essere il capitano, immagino!>> disse il bardo con un sorriso, per poi dire allegro:<<Lieto di avervi a bordo, sir!>>
Il capitano lo guardò perplesso e leggermente alterato disse: <<Come sarebbe a dire, lieto di avervi a bordo, sir? La nave è mia, non vostra!>>
Il bardo lo squadrò per un secondo e disse in modo enigmatico per gli altri compagni: <<Ah, già, dimenticavo! In ogni caso noi siamo la compagnia dei Templari Sin Fein, può essere che abbia sentito nominare per fama qualcuno di noi>>
Il capitano inizio a guardare strano e poi a riflette, ma Enricus con un inchino aggiunse: <<siamo tutti membri del Lo Regno di BlueDragon!>>
A sentire da dove provenivano il capitano si inchinò e domandò:<<Dove volete che vi porti, eroi?>>
-YAAAAWWWWWWNNNNN-
Un sonoro sbadiglio ruppe d'improvviso l'aria di solennità che era calata sul gruppo. Tutti si voltarono verso Eruner. Il giovane Paladino rimase con la bocca spalancata e si mise a fissare uno per uno gli astanti: la maggior parte stava iniziando a ridacchiare, Otrebmu non riusciva più a trattenere l'ilarità e Gianlù aveva un'espressione rassegnata. Ikarus come al solito era distante dal gruppo.
Dopo aver richiuso le "fauci", disse sogghignando: <<Ho sonno! EhEhEh... Eheh... eh... EHM... Che figuraccia... scusate>>
Il capitano non sapeva cosa pensare, avendo un idea abbastanza “classica” dei seguaci di Blue Dragon. Se quelli erano dei seguaci di Blue Dragon, allora doveva rinnovare ciò che ne sapeva al riguardo. Intanto Enricus era riuscito a riprendersi dal momento di smarrimento e si voltò verso il Capitano, spiegando cosa desideravano da lui. Guardando meglio Eruner, DragonKnight scosse la testa e pensò se prima di quel momento fosse stato veramente un drago. Poi guardò la nave. Ne aveva già viste, e molte anche, ma mai di queste dimensioni. Si chiese cosa la alimentasse, oltre al vento, perché per spostare tutta quella massa non bastava solo quello. Dopo essere salito a bordo pensò di andare a chiedere al capitano.
<<Mi scusi, signor capitano, ma dalle dimensioni questa è una nave speciale. Potrebbe per favore spiegarmi il metodo di costruzione e il metodo di locomozione? Sa quando viaggio non posso fare a meno di prendere nota di tutto quello che vedo>> chiese Dragon Knight al capitano.
<<Quel che sa fare questa nave vi farà rimanere di stucco, credetemi>> rispose il capitano per poi andare avanti senza dire nient’altro.
Una ventata gonfiò la maestosa vela della nave, facendo scricchiolare il legno massiccio dell'albero maestro. I capelli di Arkan venivano spostati dalla brezza che proveniva dal mare, sembrava quasi che assaporasse il momento, ma non poteva distrarsi molto fin quanto i due mastini girovagando per la nave infastidivano i marinei che se avessero potuto li avrebbero buttati in mare. Alkor salì sul ponte e dopo poco si diresse verso il castello di prua. Era nuovamente per mare. Molti ricordi gli giunsero alla memoria, sopratutto quelli riguardanti la ricerca della Reliquia di Heirean. Quella volta l'oceano era stato una tappa importante del loro viaggio, come lo era anche questa volta. Si voltò a guardare i marinai indaffarati sul ponte e rimase divertito dal trambusto creato dai mastini di Arkan. Erano momenti felici, tutto sommato e andavano goduti fino in fondo. Il tempo delle incertezze sarebbe presto giunto. A quei pensieri volse lo sguardo verso il cielo terso... per Alkor il tempo stava giungendo!
Il Mare Oceano, finalmente era stato raggiunto. Sulla tolda della "Stella del Sud", la maestosa nave progettata e costruita per diventare l'ammiraglia della flotta di Blue Dragon nell'oceano occidentale, Gianlù respirava a pieni polmoni l'aria pregna di salsedine, mentre guardava l'elemento acquatico, l'unica sostanza in natura, capace di riprodurre i pensieri che agitavano i cuori umani. Il mare, quale meraviglioso teatro di epiche imprese, quand'era in tempesta, non faceva altro che riprodurre lo stato d'animo di chi avesse la mente turbata da tristi pensieri, ma quand'era calmo e piatto, assomigliava all'animo di un uomo in pace con se stesso e col mondo. Ora solo una leggera brezza spirava, ma il Vassallo, a detta del saggio maestro eremita, sapeva che sulle coste invisibili, che stavano di fronte, una tempesta inimmaginabile si preparava, per questo, per tutto quel tratto del viaggio era rimasto taciturno ed in disparte, ma ora, che nei suoi polmoni si respirava quell'aria con la quale era cresciuto, una ventata di ottimismo aveva fatto brezza.
Il Capitano Hannok, tale era il suo nome, nonostante si fosse mostrato burbero all'inizio, si era messo al loro completo servizio. Egli ignorava quale fosse la missione del gruppo, ma sapeva che era di vitale importanza che i Sin Fein raggiungessero Direnia il prima possibile, quindi avvicinandosi a Gianlù ed Enricus, disse loro: <<E’ tutto pronto, domani all'alba potremo salpare le ancore!>>
<<Molto bene>> rispose il bardo, mentre il Paladino domandò: <<avete caricato anche la miscela segreta?>>
Il capitano, rispose di si ed aggiunse che le turbine erano pronte a girare a pieno ritmo, tutte le prove fatte, avevano confermato che potevano raggiungere la piena potenza senza alcun problema.
I due Vassalli si scambiarono un occhiata divertita, chissà come avrebbero reagito gli altri quando la nave avrebbe cominciato a volare in aria, ma del resto, le turbine che dovevano darle la spinta veloce e la miscela che esse bruciavano, era un vero capolavoro di ingegneria, e fu in quel momento, che sulla nave fece la sua apparizione anche un altro strano personaggio, ben vestito, anche se la caratteristica principale era che gli mancava un braccio.
Gianlù, vedendolo si illuminò e avvicinandosi, gli disse: <<Capitano Radulphus, è un piacere rivedervi di nuovo all'opera!>>
<<Salve capitano!>> disse il bambino sbucando da dietro Gianlù appena vide che qualcuno nominava il capitano. Non voleva essere scortese e non salutarlo, quindi fece un sorriso gigantesco.
<<Anche bambini combattono come soldati adesso?>> disse un mozzo che guardava il gruppo.
<<Ma no>> disse un altro, lì vicino per poi continuare a dire: <<Lui sarà un passeggero, dovranno fare un tratto assieme, non credo che ci siano dei bambini che combattono. Per chi li avete presi? Non dimentichiamoci che ci sono Vassalli e Aspiranti Vassalli del Sommo Blue Dragon>>
Anche se Kyle aveva sentito tutto, stette zitto dopo, non disse nulla e qualcuno notò anche che s'era rabbuiato tutto insieme.
<<Salve sono Black Drake>> disse il paladino al capitano stringendogli la sua ultima mano.
<<Salve. Vassallo o solamente aspirante?>> chiese al paladino il capitano.
<<Aspirante...>> disse iniziando a fare passi indietro e a diventare scherzosamente triste.
<<Black, io ed il capitano stavamo parlando... levatevi gentilmente dai piedi, grazie>> disse altrettanto scherzosamente e per niente triste al paladino Gianlù
<<Ok signor si>> disse Black Drake girandosi per poi fare il broncio verso Mariuccia, facendola ridere.
Anche Mariuccia, contentissima di poter finalmente viaggiare per mare, cosa che la divertiva e le piaceva molto, si presentò al capitano. Dopodiché si appoggiò ad un fianco della nave e reggendosi il mento con una mano, con aria persa, immersa nei suoi pensieri, si mise ad osservare l' orizzonte e il misterioso elemento che scorreva veloce sotto e tutt' intorno alla robusta nave. DragonKnight era nella camera dove stava annotando la struttura della nave e preparato gli schizzi preparatori. Scrisse sul suo diario quello che era successo negli ultimi giorni e scrisse le sue riflessioni. Poi uscì dalla camera visto che la giornata era molto bella e si avvicinò al secondo del capitano.
<<Mi scusi ma se è possibile vorrei salire sull'albero Maestro della nave?>> domandò DragonKnight.
<<Prego, basta che non distragga il marinaio!>> rispose il capitano in seconda.
<<Perfetto grazie>> disse ingraziando DragonKnight.
<<Non c'è di che>> concluse il lupo di mare.
Allora si arrampicò e arrivò lì in cima. La visione era stupenda. Alle spalle la terra da poco lontana e davanti l'Oceano sconfinato.
<<Ah, che visione stupenda però a voi marinaio dovrà stancare vederla sempre non è vero?>> chiese l'elfo guardano il marinaio scrutare l'orizzonte.
<<Già, forse. Anche se è sempre piacevole stare qui>> disse staccando l'occhio dall'oculare.
<<Meglio non parlare più, il secondo del capitano mi ha detto di non parlarvi e non distrarvi>> aggiunse DragonKnight.
<<Be', fate come volete>> rispose il marinaio.
Allora girò di nuovo lo sguardo verso il mare e una leggera brezza sfiorava i due personaggi lassù, quasi isolati dal mondo.
Eruner osservava i marinai al lavoro appoggiato con la schiena al bordo del ponte, quando notò Mariuccia. Credendo che la giovane si fosse intristita, decise di divertirsi un po' a tirarle su il morale, usando un giochetto insegnato agli allievi della Scuola dell'Acqua per prendere padronanza con l'elemento. Sollevò dalla superficie del mare una sfera d'acqua e la portò all'altezza degli occhi della giovane maga, che dapprima indietreggiò dal bordo pensando ad un attacco, ma che poi si avvicinò incuriosita. La sfera fu scossa da un leggero tremito, quindi si trasformò in un'immagine del volto di Mariuccia. Dopo aver fatto l'occhiolino, la magia mutò in un piccolo drago, che dopo un leggero ruggito volò intorno la testa della maga e atterrò sul ponte, attirando l'attenzione di tutti. Una volta toccato il legno mutò nuovamente, divenendo un cavallo che prese a correre in lungo ed in largo. L'animale, dopo un'impennata, si divise in centinaia di piccole sfere, che volarono a spirale lungo l'albero maestro e si bloccarono di fronte a Dragon Knight, riunendosi un bellissimo cigno, che planò verso Eruner e si ricompattò nella sfera iniziale sulla mano del sorridente Paladino. Quindi la sfera andò oltre il bordo del ponte e, quando la magia l'abbandonò, ricadde in mare. Eruner guardò Mariuccia e le disse:<<Speravo di tirarvi un po' su il morale! Qui è un tale mortorio>> DragonKnight era un po' stupito del giochetto fatto dal Mago dell'Acqua, ma subito se ne rese conto e guardò giu. Ecco che fine aveva fatto la sfera, di nuovo in mare. Poi scese giù dall'albero maestro, lasciando il marinaio con il cannocchiale puntato sull'orizzonte, e iniziò a guardare, senza farsi notare, prima Eruner e poi tutti gli altri. Guardò il mare sempre più calmo e la nave che filava come un freccia sull'acqua. Poi si sedette a terra e cadde in trance. La sua mente era perfettamente lucida ma aveva sentito il bisogno di farlo. Poi si alzò con gli occhi chiusi ed entrò nella sua camera, coricandosi nel letto. Non si sa cosa aveva ma stava mutando, in un modo o nell'altro.
Alkor dopo aver prestato attenzione per qualche istante al trucchetto di Eruner, spostò lo sguardo verso l'orizzonte. Il cielo era terso e nulla, se non qualche sporadica nuvola portata dal vento, pareva turbarlo. L'atmosfera sulla nave era allegra seppure con moderazione, ma ciò lo sfiorava appena. Qualcosa turbava il suo animo e come a volte gli capitava desiderò di rimanere solo. Con quel pensiero in testa guardò Rethar, che subito intuì le intenzioni dell'amico. Il fedele Drago, in un lampo di luce, mutò così forma prendendo quelle fattezze che tanto incutevano rispetto e paura ai comuni mortali, poi fissò Alkor attendendo una sua mossa. Il Cavaliere del Drago non lo fece aspettare che pochi secondi avvicinandosi senza dire una parola. Guardò per un istante i compagni sparsi sul ponte e salì in groppa alla maestosa creatura, pochi momenti dopo erano in volo verso la libertà del cielo.
Il bambino sul ponte intanto, mentre la nave attraversava le onde, iniziò a sentirsi male; la testa gli doleva sempre di più tra le sue mani, mentre cominciò a gemere di dolore. La lepre che aveva ottenuto il permesso di rimanere sul ponte assieme a lui gli si fece vicino, ma anche lei iniziò a sudar freddo. Nel frattempo la nave correva veloce, senza intoppi. Ikarus notò il corpo dell'Aspirante Vassallo bambino che era oramai a terra, e respirava a fatica, e vi si fece vicino. Mariuccia invece poco lontano si stava già incamminando a passo svelto per vedere che accadeva. Sia il bambino che la sua lepre iniziarono ad emettere una lieve luce multicolore. Coloro che gli si erano avvicinati per vedere che fosse successo rimasero al quanto stupiti e sconcertati, non sapevano cosa stesse succedendo, in quanto la natura del fenomeno non era maligna.
<<Tranquilli, non è nulla>> disse una voce proveniente probabilmente dal bambino. Ma chiaramente non era la sua voce usuale, sembrava formata da quattro voci, di cui era capace emettere il piccolo Aspirante Vassallo, che intanto si era leggermente ripreso e si era messo in piedi, reggendosi a uno degli alberi poppieri. Fu allora che tutti notarono che la lepre era scomparsa, mentre l'energia cominciò a vorticare attorno al corpo dell’enigmatico bambino, sempre più veloce e intensa, variando la propria forma in modo anomalo e assumendo un colore violetto. I compagni osservavano la scena incuriositi.
Ad un tratto il fenomeno luminoso si proiettò rapido al cielo per poi sparire. Al suo posto apparve una ragazza discendente dal cielo, abbigliata di nero in abiti piuttosto succinti. Ai sensi degli uomini del Sommo Blue Dragon, la strana ragazza sembrava possedere una spiritualità neutra. Sorrise, aveva uno strano cappello a punta che poi si tolse e si inchinò dicendo: <<Salve a Voi. E’ da molto che non c'è più stata l'occasione d'incontrarvi, addirittura sono finita, per colpa di quel bambinetto che non è altro, sulla luna. Ed ora sono tornata, sotto nuove vesti. Ma prima di servirvi avrei l’urgente bisogno di sgranchirmi un po’ le gambe. Chi sarebbe così gentile da fare un piccolo duello con me, non preoccupatevi non ho cattive intenzioni>>.
<<Il Vostro discorso, signora, non ha molto senso, sapete? Che senso avrebbe combattere qui? la nave rischierebbe di danneggiarsi>> rispose l’assennata Mariuccia, sul chi va là.
<<Non qua, infatti, ma in volo>> esordì la ragazza con un salto che la sbilanciò un poco, ma tornò in piedi, e una volta ritrovato l'equilibrio, finì con un altro dei suoi sorrisi.
<<Ma...>> disse Ikarus perplesso, ma fu interrotto da Gianlù che sbucò dalla folla di marinai accorsi a vedere chi era arrivato.
<<Kreit! Siete voi?>> domandò il Vassallo.
<<Esattamente, mastro Gianlù, lieta di rincontrarvi>> rispose la strana donna esordendo in un altro, esagerato, inchino.
Sulla spalla di Kreit si poggiò un insolito e splendido falco bianco, così come si era trasformato Kyle in Kreit, così il falco bianco era la nuova forma materiale del coniglio.
<<Che avete fatto? Siete... diversa.... insomma..... quella go-gonna così... e quel cappello.... sono abiti così... strano per voi, l'altra volta ricordo che eravate vestita in maniera molto umile... cosa è successo? Per non parlare poi di tutto quel trucco.... che vi è accaduto per portarvi a diventare così?>> iniziò ad indagare Gianlù incredulo e assai colpito dal vestiario insolito della giovane donna.
<<Un viaggio, molto, molto lontano, al di là delle terre conosciute.... molto al di là. Come potete ben vedere, messere, non solo il mio apparire è cambiato, ma il mio modo di parlare e di comportarmi sono cambiati. Non trovate?>> domandò adesso la donna in posa molto provocante.
<<Già.... sembrate quasi un'altra persona... Quell'aura non è molto rassicurante per noi>>constatò Gianlù.
<<E' solo apparenza, state tranquilli tutti e non preoccupatevi, sono buona fino al midollo.... bramo solamente qualcuno con cui poter sgranchire i muscoli, mi pare che siano passati seicent'anni e passa dall'ultima volta che ne ho avuto modo>> disse misteriosa la donna.
<<seicent… dopo mi direte dove avete preso l’elisir di lunga giovinezza! Eh!>> aggiunse Mariuccia, mentre la ragazza di nome Kreit le sorrise di nuovo, con fare vanitoso.
La luce che aveva preannunciato l'arrivo di Kreit non passò inosservata neanche al pensieroso Cavaliere del Drago, il quale, con un'abile manovra, portò la sua creatura sopra l'imponente vascello, per capire cosa stesse succedendo. Vide la nuova arrivata e intercettò le sue ultime parole, sebbene la distanza fosse molta. Improvvisamente i pensieri rivolti al futuro svanirono e l'istinto ebbe il sopravvento. Anch'egli aveva voglia di un po’ d'azione e un duello senza rischi e quindi non troppo impegnativo poteva essere un'ottima occasione per distrarsi un poco.
<<Milady, perdonate l'intrusione, ma ho udito il vostro desiderio di sgranchirvi un poco. Se permettete protei essere io il vostro sfidante, sopratutto se un duello aereo è di vostro interesse!>> disse Alkor.
Un sorriso lievemente accennato comparve alla fine dell'affermazione. Mentre i mastini stavano cercando di capire cosa succedeva, tra il giochetto di Eruner e il cambiamento di Kyle, Arkan guardava compiaciuto la scena seduto sul legno che faceva da peso alle vele.
<<Salve Kreit, era un pezzo che non ci vedevamo! Vi trovo molto attraente vestita così>> disse Arkan, mentre Kreit allungò un leggero sorriso come risposta.
<<Bene bene! Visto che voi due volete sgranchirvi in volo, tanto vale che lo facciamo tutti, in fondo, ora siamo lontani dalle coste e da sguardi indiscreti. Capitano Radulphus, date il via alle operazioni>> ordinò Gianlù pronto a vedere la reazione di sorpresa dei compagni.
Radulphus fece cenno di sì con la testa, dopodiché, rivolgendosi al suo secondo ordinò: <<Capitano Hannock, tutte le squadre di manovra al loro posto, prepararsi al decollo!>>
<<Decollo?>> si chiesero all'unisono gli altri combattenti del Drago Blu, Kreit compresa, ma prima che lo stupore passasse, due robuste ali, spuntarono dalle fiancate della nave, e quando furono dispiegate per intero, la miscela segretamente preparata, cominciò a bruciare nelle turbine installate nella stiva, ed improvvisamente, tutta la nave, iniziò ad alzarsi i volo, preparandosi a raggiungere una velocità mai vista prima.
<<Fantastico>> ruggì il bardo, con i capelli tenuti sull'onda dell'aria, per poi rivolgersi a Gianlù:<<Così era questo ciò che dicevate, eh?>> Gianlù rispose con un sorriso.
Mentre i due compari estraniati da tutti ridevano e scherzavano fragorosamente sulla portentosa nave volante, e con occhiate maliziose indicavano la nuova arrivata, Kreit e Alkor presero posizione ed iniziarono il duello. Kreit si avvicinò al cavaliere e gli strinse la mano, fatto ciò recitò un incantesimo e sei ali blu uscirono dal suo corpo, e cominciò a volare.
<<Prima che pensiate chissà cosa, sappiate che non sono un angelo e affini, ma questa è solo una magia assai potente>> disse la donna spiccando il volo.
E il cavaliere si rimise in groppa a Rethar, ed insieme si diressero nei cieli, abbastanza lontano da essere sicuri di non coinvolgere la stupenda nave volante con i suoi marinai.
<<La vostra arma, Signora? >> domandò Alkor.
<<Giusto, stavo per dimenticare >> disse la ragazza mordendosi la lingua scherzosamente e mettendosi una mano nei folti capelli rossi. Pronunciò qualche parola e davanti al petto generoso di Kreit ne uscì Inferna, la spada infuocata di Kyle.
Alkor non si fece intimidire dall'entrata ad effetto della spada, ma si mise in posizione di difesa. Il combattimento stava per iniziare, ora i due erano uno di fronte all'altra, Alkor serio in volto mentre Kreit sorrideva divertita. E lei si avvicinò ad Alkor, per cominciare ad attaccarlo, ma questi schivò il colpo come se nulla fosse, e così per qualche minuto, quando il cavaliere del drago cominciò a contrattaccare. Kreit era migliorata parecchio ma aveva comunque difficoltà a parare tutti i colpi, ma sul suo viso rimaneva un sorriso divertito.
<<Sapete. Il difetto di avere una cavalcatura in volo, a mio parere, è quello che non ci si può muovere con tutta l'agilità possibile dal corpo>> disse Kreit.
Mentre osservavano la scena, Gianlù, rivolgendosi ridendo al Bardo, gli disse ammiccando: <<Sapete amico mio? Vista così, anch'io vorrei allenarmi con Kreit, ma in un altra maniera, non so se mi spiego>>
Enricus, rise a sua volta dicendo: <<Basta che non sprechiate tutte le vostre energie, vista la missione che ci attende. Ah ah ah ah!>>
<<Uomini, che razza di mascalzoni! Basta un vestitino da niente e subito danno i numeri, anche se sono Vassalli. Dove sono finiti i leggendari eroi di una volta?!>> disse stizzita e con le braccia conserte Mariuccia.
<<Se volete ve ne regalo io uno, mia signora!>> disse scherzoso Enricus.
<<Però a guardarvi bene, sotto quell’aria di studiosa, avete un fascino irresistibile>> disse Gianlù spingendo un po’ troppo il discorso.
<<… Perderei di credibilità. Non fatevi illusioni messer Gianlù, avete più possibilità con quella>> disse Mariuccia sorridendo.
<<Che peccato>> concluse Gianlù fingendo di esserci rimasto male.
DragonKnight era come in uno stato trance nel suo letto, ma era molto agitato. Nella sua mente vi era un’accanita battaglia tra pensieri proveniente dal suo subconscio e la sua volontà cosciente, quando all'improvviso qualcosa lo destò. Un vento potente si udiva e solo a bordo di un Drago si poteva sentire questa sensazione. Allora uscì dalla camera e schizzò sul ponte dove le nuvole erano più vicine e il mare più in basso del solito quando capì benissimo, che stavano volando! L’Aspirante Vassallo spiccò un balzo facendo scintillare tutte le sue spade al sole, al colmo della felicità. Non gli importava cosa pensassero i suoi compagni di lui, vedendolo a quel modo. Era da molto tempo che non sentiva il vento sulla sua pelle così bene come un tempo. Solo una volta il ragazzo aveva volato, e non che gli fosse piaciuto troppo.
I mastini di Arkan guardarono giù e quello che videro fu una bellissima visione, a decine di metri d'altezza, per la prima volta con la coda fra le gambe si acquietarono e si misero a dormire in disparte, per la gioia di tutti, soprattutto dei marinai.
Il combattimento in volo stava continuando come la conversazione tra Alkor e Kreit, tra un fendente e l'altro.
<<Sapete, mia Signora, il rapporto che c'è tra un drago e il suo cavaliere è così profondo da ovviare al problema da Voi detto! Comunque ve la cavate bene, Madama!>> disse Alkor a cavallo del suo drago.
<<Grazie Ser, anche voi non siete male, ma continuo a rimanere della mia idea!>> rispose Kreit.
Alcuni affondi del Cavaliere vennero parati con facilità dalla donna vagamente angelica e alcuni dei suoi colpi andarono a cozzare con la pelle scagliosa di Rethar, senza aprire ferite, ma quasi ad avvalorare la tesi della ragazza.
<<E sia! Proviamo a complicarvi un po’ la vita, madama!>> disse il Cavaliere del Drago.
Detto ciò una potente scarica elettrica eruppe dalle fauci del Drago, mancando d'un soffio la ragazza. L'obiettivo di tale attacco, però, non era colpire Kreit, ma quello di allontanarla per qualche istante. Raggiunto lo scopo, le menti di Alkor e Rethar entrarono in sincronia e parole arcane sgorgarono dalle loro bocche. Pochi istanti e una luce Argentea pervase il cielo diurno, come se una nuova stella fosse sorta. Una luce così abbagliante, che costrinse la Kreit a chiudere gli occhi. Al posto del Drago e del suo cavaliere una nuova figura era sorta, una figura ben conosciuta dal gruppo di eroi. Il “Balor Argenteo” aveva fatto la sua comparsa. Il suo corpo massiccio, sostenuto in aria dalle poderose ali grigioperlacee si trovava ora di fronte alla giovine.
<<Bene madama, lo scontro può proseguire!>> disse la creatura con voce profonda e cupa. Un lieve ghigno comparve sul suo volto cornuto.
La ragazza rimase sbalordita e si mise sulla difensiva, aspettando che il Balor colpisse per primo. Kreit evitò il primo colpo con facilità, in quanto era lento, esattamente come Alkor voleva farlo sembrare, ma il secondo fu velocissimo, tanto da cogliere di sorpresa l’avversaria, che sbalzò vicino alla nave. Rapidamente la donna alata riprese posizione di fronte al Balor, dove cominciò a far roteare la spada, in modo da creare un cerchio infuocato, che usò come un grande scudo per parare i successivi colpi del Balor, sempre più possenti, sempre più veloci.
<<E ora come la mettete?>> domandò il mezzo drago mentre attaccava.
<<Non mi lasciate altra scelta…>> rispose Kreit.
Le ali della ragazza erano scomparse con l'apparizione dello scudo infuocato, e anch’esso scomparve in un unico istante mentre apparve un rapido fendente di Inferna che cozzò forzosamente contro la spada del mostro. Kreit diede una spinta spada contro spada per allontanarsi compiendo una piroetta in aria e lanciare un altro incantesimo veloce. Apparve un secondo Balor. Era grigio e nero, dagli occhi rossi. Il Balor Argenteo sferrò un pugno al suo alter ego, che si frantumò.
<<Notevole, avete capito a colpo d'occhio che si trattava di un'illusione... ser penso che possa bastare, meglio risparmiarsi per le vere battaglie, ora mi sento meglio. Grazie>> affermò Kreit sospesa di nuovo in volo con le ali magiche.
Eruner aveva un'espressione avvilita e stanca, accentuata da un poderoso sbadiglio mal celato dalla mano guantata. White Ice si era addormentato ai suoi piedi, addirittura più annoiato del padrone. Il Paladino di Atlantide si voltò quasi senza voglia verso Quake e gli disse:<<Arkan, vi và di affrontarmi? Almeno faremo qualcosa invece di stare come degli ebeti a guardare loro che si sono divertiti>>
Neanche il tempo di finire di parlare che un oscuro ghigno comparve sul viso del giovane... A volte persino lui credeva che il Sommo avesse sbagliato nel sceglierlo come Aspirante!
White Ice mosse leggermente il muso, mostrando i denti affilati, senza alcun suono: stava ridendo anch'egli, ma dei due mastini del mercenario. Quasi come se gli parlasse, il mago volto il viso verso il lupo, annuendo e guardando nuovamente Arkan.
<<Signori>> si intromise il bardo, e con aria leggermente contrariata disse: <<Risparmiamo le forze. Il viaggio sarà comunque lungo, una settimana non è poco, e avremo bisogno di tutte le nostre forze. Suggerisco riposo. Al massimo qualche ora di allenamenti, ma senza strafare. Ricordatevi che non ci stiamo recando a fare un viaggio di piacere!>>
<<Eruner va bene che non c'è nulla da fare però godetevi almeno il viaggio. Oppure andate a dormire>> disse DragonKnight saltando da un albero all'altro della nave. Poi scese e si sedette a prua dove vedeva il mare e il cielo divisi a metà.
<<Risparmiare le forze... Dormire... Ma per favore!>> disse seccato Eruner.
Il mago dell'acqua scavalcò la balaustra lignea del ponte e precipitò verso l'oceano, sotto gli sguardi attoniti dei marinai che già si aspettavano di sentire il sordo tonfo del corpo inerme sull'acqua, dura come il granito da quell'altezza. Invece non giunse alcun suono. Incuriosito, un mozzo si sporse e rimase a bocca aperta nel vedere Eruner che camminava sulle acque. Anzi, che veniva portato dalle acque. Una colonna d'acqua infatti era sorta sotto i piedi del mago, bloccando la caduta e facendogli da mezzo di trasporto. Senza una parola, il paladino si allontanò dalla nave, assorto nei suoi pensieri ed irraggiungibile. Aveva schermato la sua mente anche alla telepatia, cosa che non avveniva mai. Evidentemente c'era qualcosa che lo preoccupava. Gianlù e Otrebmu, che conoscevano Eruner meglio di tutti gli altri Templari, si guardarono con espressioni cupe. Eruner, definito il sognatore, continuava a vagare per l'Oceano in completa solitudine. Sapeva perfettamente dove andare, ma si attardava, timoroso di quello che lo avrebbe aspettato. Il suo giovane volto era inespressivo, una maschera di cera che si increspava solo leggermente a causa dello sforzo magico. Gli occhi marrone scuro nei quali solitamente si poteva scorgere una scintilla di passione, di furore sfrenato, eredità dei poteri oscuri di un tempo, ora erano adombrati da un alone di preoccupazione e di odio. Era la seconda volta in poco tempo che si trovava in quella situazione. Il vecchio maestro dei Monti Gesl, avendolo osservato bene, aveva ben intuito che in Eruner vi albergava un anima perennemente in lotta, che con grande sforzo tentava di non farsi avvolgere dall’oscurità che lo insidiava nel profondo del suo cuore. Il Sommo Blue Dragon forse aveva fatto un azzardo nel nominare Aspirante Vassallo quell’uomo, ma era l’unico modo per salvarlo. Dovrò dirlo agli altri... No, meglio di no. Ne parlerò solo con Gianlu, poi deciderà lui cosa fare. Pensò Eruner.
<<Molto, molto strano. Per quelle poche volte che ho visto Eruner non l'ho mai visto così..chissà cos'ha. Credo che abbia qualcosa dentro e che prima o poi esploderà, finisce sempre così anche se non conosco molto bene i sentimenti di un ex-drago>> si disse preoccupato DragonKnight.

La nave, frutto del prodigioso incontro tra una nuova tecnica chiamata scienza ed una delle più antiche magie arcane, volava veloce, nuvole solcavano pigramente i cieli, scosse appena dalla scia di vento che il vascello portava, giorni e notti si alternavano, come anche i timonieri e i marinai, quest'ultimi, unici nel loro genere, ad esser marinai di cielo. Dopo il duello tra Kreit ed Alkor e la scorribanda di Eruner, null'altro era accaduto, con gli uomini d'arme che si tenevano in allenamento, studiando anche la storia di Direnia e tutto ciò che sarebbe stato essenziale conoscere. Il sommo Blue Dragon contava a bordo della nave, seguaci del calibro di Enricus, Gianlù, Rowena, Otrebmu, Mariuccia, DragonKnight, Alkor, Arkan, Black Drake, Ikarus, Kyle e Thor. Tutti a loro modo brillanti, chi più chi meno. Ora con l’aggiunta anche di Kreit, c’erano abbastanza unità. Solo Eruner, il mago dell'acqua, aveva subito un cambiamento durante quel tragitto, mettendo da parte il carettere da guascone che aveva sempre dimostrato ed assumendo un aria cupa e taciturna. Solo l'altro Paladino a bordo, Gianlù, grazie anche ai suoi poteri di Vassallo, aveva inteso che qualcosa di strano albergava ora nel cuore del compagno, ma nulla disse, ben conoscendo l'orgogliosa caparbietà di Eruner e di aspettare che fosse lui a fare la prima mossa e fu così che sette giorni trascorsero e all'ottavo, un oceano di un altro colore si aprì sotto di loro: L'Azzurro mare, lasciava il posto alle verdi praterie di Direnia, dove la loro missione avrebbe finalmente avuto inizio.
Eruner era seduto sul pennone dell'albero maestro, con una gamba penzolante nel vuoto e lo sguardo sognante che vagava nel cielo terso. Era oramai mattina inoltrata e il Paladino vide finalmente fare capolino dalle cabine colui che stava aspettando. Gianlù aveva appena messo piede fuori coperta, quando la mente del giovane Paladino si fece largo con forza in quella del Vassallo. Immediatamente il Guardiano alzò lo sguardo verso l'alto, pensando
<<Ditemi Fratello, dovete per caso parlarmi? >> domandò Gianlù.
La domanda era puramente formale, entrambi sapevano la risposta. Il Mago dell'Acqua si lanciò dal pennone, riuscendo a intercettare le corde che facevano da scala per salire fino alle vele e scivolandovi sopra, arrivò fino al ponte. Con fare deciso, si diresse verso il Vassallo, che lo attese senza spostarsi. Una volta di fronte al Compagno Templare, Eruner alzò una barriera ghiacciata intorno a loro. Al suo interno vi era silenzio, nessun rumore proveniva dall'esterno e, almeno così pensava Gianlu, nessun rumore potevano udire gli altri. Cercando di spiegarsi con un leggero sorriso, Eruner disse: <<Dragon Knight vuole sapere ciò che vi dirò ora... Ma quando si è il primo impiccione del Regno come me, si imparano contromisure più che efficaci...>>
Appena finì questa frase, sul suo viso apparve un'ombra cupa, che ne tolse ogni parvenza di felicità. Il Mago dell'Acqua abbassò leggermente il capo e disse semplicemente: <<Mio fratello combatterà contro di noi... Credo che già sappiate la storia di ciò che accadde non molto tempo fa tra me e Vidovi, ma ve la narrerò ugualmente...>>
E così il Sognatore, raccontò della spedizione tra i ghiacci. Una volta terminato, alzò la testa e guardò Gianlù negli occhi: <<Volevo solo che lo sapeste. I suoi poteri sono molto forti, più dei miei, ma vi chiedo solo una cosa. Quando e se lo incontreremo, sarà mio e ne voi, ne gli altri, interferirete. Qualunque cosa accada. E' una faccenda che riguarda la mia famiglia…>>
Il discorso di Eruner non fu molto lungo, ma fece rimanere perplesso Gianlù, che lo esortò a non compiere pazzie. La barriera cadde e i due tornarono a far parte del Mondo, sotto gli occhi indagatori degli altri membri dell’equipaggio.
Otrebmu era rimasto per la maggior parte del tempo nella sua cabina a studiare tutto quello che si sapeva della Città di Direnia, dalle leggende alla mappa della città, lo scontro tra Alkor e Kreit e i giochi di Eruner gli avevano solo fatto scuotere la testa, pensava che per essere una missione segreta si facevano notare un po' troppo. Effettivamente Otrebmu non piaceva il modo in cui le cose venivano gestite, credeva che ser Gianlù era troppo permissivo ed Enricus troppo preso nelle sue cose. Quando l'ottavo giorno arrivarono a destinazione uscì dalla sua cabina e notò il comportamento di Eruner e la sua discussione con Ser Gianlu' avvolti da uno strato di ghiaccio, la cosa gli fece alzare un sopracciglio, ma fece come se non fosse successo nulla, continuando a guardare il panorama verde che era ormai sotto di loro.
[Modificato da SolarKnight 26/01/2016 12:20]






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere
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