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Nello stesso periodo in cui Jekyll era dedito alla ricerca e all’opera di persuasione del Vassallo Valer, nelLo Regno, sotto l’enorme telone bianco il cantiere andava avanti spedito, seppur dovesse affrontare normali intoppi, comuni a tutti i cantieri: piccoli infortuni, piccole imperfezioni che costringevano gli addetti a rimettervi mano e così via.
La stessa notte in cui Jekyll cercò di convincere Valer, a centinaia di miglia di distanza il giovane Musner attendeva al trasporto ai piani superiori di un grande cesto pieno di piastrelle di terracotta ad opera di un sistema di carrucole che i suoi compagni stavano usando:
-Bene ragazzi basta così, facciamo una piccola pausa. Ci rivediamo tra qualche minuto- disse con la sua voce altisonante non appena il cesto fu issato all’altezza di quello che sarebbe stato il secondo piano dell’edificio e posato sull’ancora grezzo pavimento.
Sedutosi sovrapensiero rivisse gli eventi di quelle ultime settimane: dalla inattesa richiesta di lavorare come manovale ad una nuova opera all’interno del Regno, all’improvvisa malattia del suo supervisore che, seppur non grave, gli aveva permesso, assieme alla sua voce che gli permetteva di sovrastare i forti rumori del cantiere, di farsi nominare come supplente sorvegliante scavalcando molti colleghi più anziani di lui, ma fortunatamente senza suscitare in alcuno invidie e malumori.
Il tempo però della pausa era finito ed alzandosi si preparò a richiamare i propri uomini; si stava dirigendo verso il punto in cui operava la sua compagnia quando all’improvviso udì: -ATTENTI!!!- ed un forte schiocco sopra la sua testa, alzando in un attimo lo sguardo vide un’immensa trave di legno che stava precipitando proprio sopra di lui e si gettò a terra, ben consapevole di essere ormai spacciato.
Un lampo bianco, ecco cosa vide, un lampo bianco e subito dopo la trave trasformarsi in due tronconi e cadere innocui, con un tonfo, ai suoi lati.
Alzatosi, ancora tremante per lo spavento, vide in lontananza un uomo ammantato di bianco che, camminando tranquillamente, si allontanava da lui ponendo nel fodero appeso alla schiena un grande spadone a due mani.
Voleva ringraziarlo, ma appena provò a fare un passo verso l’uomo cadde nuovamente poiché i suoi nervi non erano ancora pronti a sorreggerlo; alzato subito lo sguardo non fu più in grado di vedere il suo salvatore in mezzo alla folla di lavoratori che accorreva verso di lui per sincerarsi delle sue condizioni.
Riavutosi chiese ad uno dei suoi uomini: -Chi era quell’uomo? Volevo ringraziarlo, ma è sparito…-
-Quello è l’Ombra…- rispose il manovale, Musner venne così a sapere che fin dalla prima notte del cantiere era comparso un uomo che interveniva per impedire incidenti, aiutare coloro che si imbarcavano in lavori più grandi di loro e per sedare le normali piccole incomprensioni che si creavano tra lavoratori, mentre per tutto il resto del tempo sembrava quasi svanire: ecco perché veniva chiamato dai manovali l’Ombra.
Varie volte l’ombra si era fatta vedere, generalmente avvolta in un mantello blu scuro, altre in quello bianco che lui stesso aveva veduto e bene presto Musner si rese conto che sotto quel mantello doveva esserci un Aspirante se non addirittura un Vassallo del Sommo Blue Dragon.

Qualche settimana dopo fu egli stesso spettatore della comparsa dell’Ombra: ancora una volta era scoppiata una lite tra due gruppi di lavoro a causa dei turni di riposo e i due gruppi si stavano affrontando l’uno di fronte all’altro. I due uomini più grossi si stavano preparando a darsele di santa ragione ciascuno incitato dal proprio gruppo di appartenenza quando l’Ombra comparve all’improvviso; la sua sola presenza fu sufficiente a zittire tutti i lavoratori, probabilmente intimiditi dal peso dello sguardo di quell’uomo, che sentivano su di loro seppur non potessero vederlo nell’ombra delle falde del cappuccio bianco.
Solo i due energumeni parevano indifferenti alla comparsa dell’Ombra, ma il primo si calmò non appena sentì sulla spalla una pressione e vide con la coda dell’occhio una mano guantata di mithril, l’altro fu a sua volta soggiogato da quello sguardo invisibile che aveva già zittito i suoi compagni, e fu allora che l’Ombra disse la sua prima ed unica parola ai lavoratori in tutto il periodo in cui restò aperto il cantiere -Fratellanza…-
Il richiamo ad uno dei Valori più importanti del Regno servì e bastò per spegnere ogni residua scintilla di malumore ed ogni volta che, nelle settimane seguenti, nasceva inevitabilmente una disputa la sola parola “fratellanza” sussurrata piano tra i lavoratori era sufficiente per ripianare la situazione, mentre l’Ombra continuava a vegliare, ma da allora sempre nascosta.

Erano passate alcune settimane dall’evento e Musner aveva appena sentito terminare l’intervento dell’Architetto, quelle parole gli avevano dato nuova energia e lo avevano fatto sentir fiero di partecipare al progetto: “L’Architetto, lo Scrittore e l’Ombra con questi uomini all’interno del cantiere, che hanno così tanta cura per l’opera…che persone straordinarie…il risultato finale non potrà essere nientemeno che magnifico…”




Odius, pretoriano del Regno e poeta a tempo perso

Il cielo d'Irlanda è Dio che suona la fisarmonica:
si apre e si chiude con il ritmo della musica

Si vis pacem, para bellum. Gaio Giulio Cesare