00 17/09/2009 21:27

Solo, silente, sordido, fosco
seme di serpe nascosto nel bosco
sempre sussurro il mio sibilo losco.

Nel ventre covo ingannevole vento
vortice fetido, vacuo fermento
effimera vita fatalmente offendo

Brilla il mio involucro come una stella
lambisce l'oculo con forma bella
sobilla l'alma con lesta favella.

Come la notte è il mio oscuro sembiante
cupo, infernale, beffardo e intrigante
pietra bramata da mano tremante:

corrotto, infido, nero diamante.


Tutto era buio attorno a lui. Jekyll, Arynn, Haruvien erano come svaniti, sostituiti da un'oscurità impenetrabile. In lontananza il battito cupo di un cuore: tum... tum... tum...
Pian piano i colpi si fecero più vicini e il Paladino iniziò a sentire alcune voci cantare ritmicamente in una lingua a lui familiare. Ebbe una fugace visione di suo padre, intento a lavorare la terra della loro fattoria, sull'Isola Bianca: un ricordo dei suoi primissimi anni di vita, prima che fosse condotto al Tempio e iniziasse una nuova vita.
I colpi, ormai vicinissimi, erano diventati ora potenti come il maglio di un fabbro. La terra iniziò a tremare, e all'improvviso un fiotto di luce squarciò le tenebre.
Stranamente, BrightBlade non restò accecato. Vedeva come attraverso il vetro spesso di una bottiglia, che alterava completamente la percezione dei colori: i toni scuri erano esaltati e la luminosità era fortemente attutita.
Attraverso quella strana vetrata, distinse chiaramente il volto scuro e rugoso di un uomo gigantesco, i capelli neri striati d'argento e la riccia barba impastata di polvere.
L'uomo allungò la mano callosa, grande più dell'atlantideo, e sfiorò il vetro come per saggiarne la consistenza. Quindi, sparì alla vista.
Passò qualche minuto, e una dozzina di altri volti fecero capolino. Iniziarono a lavorare alacremente attorno al vetro, con picconi grandi come le torri di un castello, vanghe che avrebbero potuto sradicare un villaggio e scalpelli alti come abeti di Crelia.
Alla fine, BrightBlade si sentì sollevare dalle mani possenti di uno di loro. Con stupore, si accorse di non sentire il suo corpo: era come se il suo essere fosse ridotto, in quel frangente, ai soli sensi della vista e dell'udito.
L'omone barbuto lo avvicinò all'occhio enorme e lo scrutò, rigirandolo nelle mani, quindi lo portò alla cinta e aprì una bisaccia. L'oscurità tornò ad avvolgerlo.
Seguirono immagini confuse, sfocate: uomini che lottavano, colpendosi con mazze e picconi. La terra beveva avidamente il sangue e nell'aria si udiva un lamento...
Ora si trovava in una fucina. Una calotta dorata fu saldata sopra la sua testa, e una catena d'oro legata a quest'ultima: quindi, fu posto in un cofanetto di legno intarsiato. Poco dopo, un altro oggetto venne calato nel contenitore e BrightBlade si ritrovò circondato da una cortina d'oro e d'argento, lavorata con una perizia che rasentava l'impossibile. All'inizio non lo riconobbe, poi, quando ne udì il suo sussurro, non ebbe dubbi: era il Diadema!
La scatola si chiuse, lasciandoli nell'oscurità.
Altre immagini indistinte. La scatola si aprì di nuovo e i due oggetti vennero sollevati da mani guantate di bianco. BrightBlade guardò il volto dell'uomo ed ebbe un sussulto: il Gran Veggente di Atlantide! Vide il vegliardo prendere in mano il Diadema e subito gettarlo a terra; udì la sua voce lontana ordinare di prenderlo e custodirlo nelle segrete; lo ascoltò raccomandarsi che nessuno mai lo riportasse alla luce del giorno. Da un angolo, Keeran Lathern, pupillo del Gran Veggente, guardava l'oggetto, una strana luce negli occhi.
Ma il momento passò. Il vecchio prese in mano anche lui.
«Un diamante nero... bellissimo...» lo udì mormorare. Nell'aria, un lugubre canto.
E così, era dentro il diamante... o forse sono io stesso il diamante, vedo ciò lui ha visto.
Notte. Festa a palazzo. Una donna bellissima occupò tutta la visuale. Occhi neri come la notte, densi come la pece, capelli corvini.
«Nessuna donna potrebbe portare questo gioiello se non voi, Althera. Accettatelo»
Era il Gran Veggente a parlare. Il diamante passò di mano.
Si trovava ora in un'isola selvaggia, sferzata dai venti. Tuoni in lontananza, tuoni che giungevano non dal cielo, ma dal mare. Grida di dolore, clangore di acciaio contro acciaio e il lugubre richiamo del diamante, come voce di donna.
Intrappolata in uno studiolo arredato elegantemente, Althera singhiozzava. Colpi alla porta. La donna strinse un bastone da passeggio. Il legno cedette come uno schianto, e tre sgherri fecero irruzione nella stanza. Guardarono la nobildonna e risero sguaiatamente.
Il tumulto non durò che pochi istanti. La disarmarono, la spinsero a terra, si gettarono su di lei come lupi affamati. BrightBlade chiuse gli occhi, ma non aveva mani per tapparsi le orecchie.
Udì i lamenti disperati della principessa unirsi ai gemiti animaleschi dei pirati. Un grido strozzato, poi il silenzio.
Si costrinse a guardare. Uno dei pirati strappò il diamante dal collo della donna, poi uscì. Il Paladino avrebbe almeno voluto coprire quel corpo martoriato, ma il suo destino era legato a quello del diamante. Uscì anche lui.
L'aria sapeva di salsedine. La vecchia nave fendeva le onde con passo incerto, come un ubriaco, spingendosi sempre più a nord.
Il diamante era di Khun, il Re dei Pirati: così lo chiamava la ciurma. Videro i monti di ghiaccio e assalirono molte navi: il sangue si mescolò all'acqua salmastra. Dovunque andasse, la nave lasciava alle spalle una scia di cadaveri così numerosi da poter seguire a ritroso la rotta del vascello.
Dopo aver flagellato i mari del nord, i pirati veleggiarono ad est, verso le calde acque dell'Oriente.
Altre navi da saccheggiare. Navi diverse, navi dello Shogun...
Di nuovo, il diamante cantava.
Khun crollò a terra, trafitto da frecce piumate. Attorno a lui, la battaglia infuriava. Un pirata si avvicinò al capitano, prese il diamante. Khun lo afferrò a una gamba, ma il pirata levò la sciabola in alto. Il lamento del diamante raggiunse il suo apice...
Il pirata era in mare, nuotava selvaggiamente. Il cuore batteva all'impazzata. Tra un'onda e l'altra, una terra sconosciuta all'orizzonte.
E la subdola voce del diamante a incitare il bandito:
«Coraggio...»





BrightBlade
Vassallo e Ambasciatore del Regno di Blue Dragon
Gran Maestro della Gilda dei Paladini di Blue Dragon
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I Giardini di Atlantide