00 13/09/2009 16:52
I due lasciarono vagare lentamente lo sguardo sul selciato della piccola piazzetta, ormai completamente ricoperto dai corpi dei predoni, poi, i sensi all'erta, si avviarono nel dedalo di viuzze per tornare sul Kanjoudoro.
Il Cavaliere del Nord si sfilò l'elmo dal lungo pennacchio bianco e lo osservò pensieroso.
Sono in missione da un giorno ed è già lordo di sangue!! meditò tristemente.
BrightBlade osservava l'amico, divertito: da poco tempo era stato elevato dai Sommi al rango di Vassallo ed aveva l'impressione che si sentisse ancora un po' frastornato nel suo nuovo ruolo.
Jekyll si sentiva molto sollevato: aveva trovato il suo Gran Maestro e, con al fianco il Vassallo più potente dello Regno, sentiva crescere nel cuore la sensazione che tutto si sarebbe risolto per il meglio.
Mentre camminavano a passo non troppo celere per non destare curiosità e sospetti, BrightBlade raccontò brevemente la storia della sua ricerca del Diadema e ragguagliò il compagno sul motivo della loro missione in Katai e sulla complessa situazione politica interna alla città che avevano incontrato al momento del loro arrivo.
Jekyll rimase in silenzio, meditando sulle parole del suo Gran Maestro.
<<Questo spiegherebbe, almeno in parte, l'urgenza con la quale i Sommi mi hanno inviato in Katai per cercarvi!>> mormorò Jekyll, guardandosi intorno.
Erano giunti nuovamente sul Kanjoudoro: il giorno era ormai morente e già le prime fiaccole venivano accese agli angoli delle strade, mentre l'ombra della sera oscurava il grande palazzo dello Shogun. Non c'era più traccia delle bancarelle e della folla ordinata che fino a pochi istanti prima aveva riempito le vie della città di Katai, che ora appariva più simile ad una città fantasma che ad una capitale ricca e splendente.
BrightBlade indugiò con lo sguardo sulla sagoma scura del grande palazzo intorno al quale si snodava il Kanjoudoro, riflettendo su quanto sarebbe accaduto da lì a poco all'interno delle sue ricche sale.
<<Che strana atmosfera!>> commentò Jekyll, guardandosi intorno.
Il Gran Maestro annuì, il viso contratto in un'espressione tetra, poi si volse nuovamente verso l'amico.
<<Come siete giunto fino in Katai, Jekyll? Io e gli altri siamo partiti dallo Regno già da molte settimane ed abbiamo viaggiato con la nave più veloce!>>
<<Quando attraversai il tunnel sotto il Gran Massiccio, dopo aver affrontato l'ombra dalla spada di ambra, trovai una pietra geomantica!>> gli rispose il Cavaliere del Nord, mentre un piccolo gruppetto di persone si affrettava, diretto verso uno dei molti vicoli che si aprivano nella grande strada circolare su cui stavano camminando i due Vassalli.
<<Una pietra geomantica?!>> lo stupore si dipinse sul viso del Paladino di Atlantide <<Come è possibile, Jekyll? Siete arrivato in Katai usando una pietra geomantica?>>
<<Non certo per merito mio, Gran Maestro!>> si schernì il Cavaliere del Nord <<I Sommi hanno usato il loro potere per farci giungere in Katai...temo di non essere in grado di usare una pietra geomantica!>>
I due Paladini si avviarono per la maggiore delle strade che si intersecava con il Kanjoundoro, la strada che il avrebbe condotti alla porta della città.
<<Ci stanno osservando!>> commentò, con una nota di rassegnazione nella voce, BrightBlade.
<<Me ne sono accorto anch'io!>> assentì Jekyll, scoccando una rapida occhiata ad alcune ombre seminascoste nel buio, sopra i tetti delle case: sagome nere dalle quali spuntavano, ben riconoscibili, i profili di lunghi archi, portati a spalla, e di faretre ben rifornite di frecce.
I due Vassalli continuarono a camminare, ben sapendo che, se non avessero dato alcun motivo di sospetto, le sentinelle appostate sopra di loro non si sarebbero allarmate.
<<Con il buio, la città sembra essersi trasformata in luogo cupo...>> iniziò Jekyll.
<<Piuttosto, direi che la città sembra un luogo nel quale regna la paura di uscire in strada dopo il buio!>> commentò il Paladino di Atlantide.
Nonostante la consapevolezza di essere sotto controllo iniziasse ad innervosirli, i Paladini raggiunsero la grande porta della città.
<<Ecco i miei amici!>> esclamò, ironico, Jekyll, guardando il gruppo di guardie, ferme ai lati della porta.
<<Speriamo che non siano in cerca di guai!!>> si augurò BrightBlade.
Come se lo avessero sentito, le guardie iniziarono ad avvicinarsi ai Vassalli, vociando e ghignando.
<<Ecco lo straniero di prima!>> sorrise in modo poco amichevole uno degli sgherri <<Avete fatto amicizia in Katai?>> chiese, osservando insistentemente BrightBlade.
Jekyll ringraziò in cuor suo il buio che velocemente stava ricoprendo la città: grazie a quella poca luce, nessuna delle guardie avrebbe potuto vedere il bianco pennacchio dell'elmo che portava sotto braccio macchiato di sangue.
<<Avete ragione, messere!>> rispose educatamente il Cavaliere del Nord <<Egli è l'amico di cui vi parlavo, durante il nostro primo incontro!>>
<<Ohoh...il grande oratore che non sa trovare le parole per descrivere la nostra splendida città?>> chiese la guardia tarchiata, mentre sul viso di BrightBlade passò, veloce, un'espressione stupita.
Jekyll annuì e sorrise, amichevole.
<<Mi sta accompagnando fuori dalla città!>> disse Jekyll.
<<Come?! Con tutta la strada che avete percorso per giungere sin qui, non vi trattenete nemmeno una giornata? Di certo non avrete avuto modo di visitare Katai come sarebbe doveroso!>> esclamò un soldato dal viso segnato, cercando, senza molto impegno, di essere cortese.
<<Senza contare che viaggiare di notte, da queste parti, è molto pericoloso!>> aggiunse un terzo militare.
<<Non preoccupatevi per me, signori, so ben difendermi! Purtroppo, affari urgenti mi costringono a lasciare la vostra magnifica città! Ma sono convinto che tornerò presto!>>
<<Secondo me, vi converrebbe aspettare l'alba!Katai brilla di una luce particolare al sorgere del sole, soprattutto se la osservate dall'alto...per esempio...>> iniziò il militare dal viso sfregiato.
<<...dalla finestra di una cella della nostra prigione!>> concluse la guardia tarchiata, sguainando la spada e puntandola alla gola del Vassallo.
Jekyll e BrightBlade si scambiarono un'occhiata rassegnata.
<<Forse sarebbe saggio, da parte vostra, seguirci, nobili cavalieri!>> ringhiò una delle sentinelle.
<<Non credo proprio!>> intervenne, per la prima volta, con voce pacata il Gran Maestro della Gilda dei Paladini <<Sono atteso, stasera, al ricevimento che si terrà nel Palazzo dello Shogun!>>
Le guardie parvero colte alla sprovvista: nessuno che loro conoscessero osava pronunciare anche la sola parola shogun, inoltre, il portamento di quello straniero aveva un qualcosa di talmente regale da rendere del tutto verosimile che fosse ospite del loro signore.
<<Ma...>>iniziò la guardia tarchiata, abbassando la lama arrugginita della sua spada dalla gola di Jekyll.
<<Non penso che i vostri superiori sarebbero contenti di sapere che avete causato un ritardo ad un ospite dello Shogun!>> continuò BrightBlade.
A ben guardare, lo straniero con la barbetta incolta doveva proprio essere un ospite di rango, se aveva il coraggio di parlare dello Shogun così apertamente ed osava liberamente minacciarli di rivolgersi ai loro superiori.
<<Facciamo così, signori>> iniziò lo sfregiato <<Vi lasceremo passare, ma se voi>> ed indicò BrightBlade con aria di sfida <<non rientrerete prima del sorgere della luna, verremo a cercarvi e, qualora doveste ripresentarvi a questa porta verreste giustiziati immediatamente!>>
<<Mi sembra una proposta sensata!>> sorrise il Paladino di Atlantide.
Le guardie si aprirono in due ali e lasciarono passare i Vassalli; mentre li superava, Jekyll notò che le guardie avevano lo sguardo vacuo, fisso nel vuoto.
<<Come avete fatto?>> chiese Jekyll, quando furono a distanza di sicurezza.
<<Non è niente di che, amico mio!>> BrightBlade scrollò le spalle <<Le persone semplici sono facilmente condizionabili...basta una buona dose di sicurezza in se stessi, nominare cose o persone importanti per chi si ha davanti ed il giusto tono di voce!>> concluse, sorridendo.
<<Piuttosto, Jekyll, cos'è la storia del grande oratore?>> chiese il Paladino di Atlantide, con una nota di divertita curiosità nella voce.
Il Cavaliere del Nord raccontò al Gran Maestro del suo incontro con le guardie, quando era giunto in prossimità della Porta della città, poco dopo il suo arrivo dallo Regno di Blue Dragon.
I due Vassalli continuarono a chiacchierare per qualche istante, poi, ad un tratto, Jekyll si fermò.
<<Siamo arrivati!>> esclamò, guardandosi intorno, poi emise un fischio lungo e sottile, cui, poco dopo, rispose un poderoso ululato.
Da una folta macchia di vegetazione poco lontano, emerse un grosso lupo bianco e, dietro di lui, due fanciulli.
<<Ecco Eoden ed i ragazzi!>> disse BrightBlade, sollevato di vedere che il grande lupo bianco aveva fatto buona guardia e che nulla di male era capitato ai fanciulli.
<<Loro sono Arynn ed Haruvien>> disse il Cavaliere del Nord, quando i ragazzi furono vicini <<Lui, ragazzi, è l'uomo per il quale siete stati inviati da Syrienne!>>
I due fanciulli osservarono a lungo, gli occhi sgranati dalla soggezione e dalla curiosità, BrightBlade.
<<Deve essere certamente lui!>> mormorò il piccolo Haruvien, afferrando il braccio della sorella.
<<Corrisponde perfettamente alla descrizione che la Sacerdotessa ha fatto di lui...anche la sensazione che avremmo percepito, quando ci fossimo trovati al suo cospetto!>> annuì Arynn.
Dopo un attimo di esitazione, come se temesse di essere stata tratta in un inganno ben congegnato, la fanciulla porse a BrightBlade un cofanetto di legno.
Il Vassallo prese la scatola e vi lasciò scorrere le dita sopra, gli occhi chiusi, la mente rivolta verso un mondo lontano...lontanissimo, poi, lentamente ne sollevò il coperchio e prese il libro che vi era contenuto.
L'espressione tesa e concentrata, BrightBlade sospirò ed aprì l'antico volume.
[Modificato da BrightBlade 13/09/2009 23:25]