00 07/02/2009 10:56
ot-Chiedo scusa a tutti...temo di essermi fatto prendere la mano [SM=x92705] ...spero che abbiate la pazienza di leggere tutto [SM=x92713] -ot

…intanto nel Regno di Blue Dragon…

L’armatura d’argento del Cavaliere del Nord brillava nel sole di una splendida giornata: il cielo, sotto cui lo Regno si era svegliato, era di un azzurro tanto profondo da confondersi con la croce di alabastro blu, incastonata nel pettorale della corazza, mentre il Paladino si dirigeva al Castello.

Jekyll era stato svegliato poco dopo l’alba da un giovane messo, che fece un’alquanto goffa irruzione nei locali che il Gran Maestro dei Paladini, BrightBlade, aveva messo a sua disposizione all’interno della Gilda.
«Cavaliere! Destatevi, cavaliere!» riuscì ad ansimare faticosamente il giovane, mentre si appiattiva contro una parete, minacciato dal ringhio di Eoden, perennemente di guardia al suo padrone.
«Cosa succede?!» mormorò il Cavaliere del Nord, mettendosi a sedere sul letto e fissando il ragazzo: non doveva avere più di quattordici anni.
«Eoden, torna qui, non vedi che è solo un ragazzo?» Jekyll sorrise al compagno di tante avventure.
Il grande lupo bianco si voltò ad osservare Jekyll, poi, agitando la coda, tornò dal Paladino che, subito, iniziò ad accarezzare la sua folta, candida pelliccia.
«Dunque, mio giovane amico, cosa succede di tanto urgente da destarmi a quest’ora?» chiese, curioso, il Cavaliere del Nord, osservando il giovane messo del Castello, dopo aver scoccato un’occhiata distratta oltre la finestra della stanza: fuori, il sole aveva appena iniziato a colorare il cielo.
«Perdonate la mia incursione, signore, ma porto un messaggio urgente che ho l’incarico di riferire unicamente a voi!» balbettò il ragazzo, aggiustandosi la giubba, per rimettersi in ordine davanti al Paladino.
«E, di grazia, ragazzo, posso sapere chi ha tanta urgenza di farmi avere notizie?» Jekyll era un uomo temperante, ma l’essere svegliato di soprassalto non aiutava certo questa qualità, inoltre le insegne del Castello del Regno che il Paladino vedeva sulla giubba del giovane gli facevano intuire l’importanza del messaggio che doveva essergli recapitato.
«Ecco…cavaliere…vedete…» il messo ricominciò a farfugliare.
«Esponente con calma ciò che avete da riferire!» lo esortò il Cavaliere del Nord, alzandosi e dirigendosi ad un piccolo tavolino, dove una brocca d’acqua fresca ed una bacinella lo attendevano.
Mentre il giovane riprendeva fiato, Jekyll si sciacquò il viso ed il torace, avendo cura di nascondere al suo ospite le numerosi cicatrici che tempestavano le braccia ed il torace, ricordo dei duri tempi dell’addestramento tra i ghiacci eterni del Continente Occidentale.
«Cavaliere del Nord, il Sommo Ostri ed il Sommo Palank vi attendono nella Sala del Triplice Trono!» disse, tutto in un fiato, il ragazzo.
«Cosa?!» il Cavaliere del Nord si voltò di scatto per guardare il messaggero, rovesciando la bacinella piena d’acqua.
«Hanno una missione da affidarvi…una missione che non può attendere!»
Jekyll si precipitò verso il proprio equipaggiamento, ma il giovane lo fermò.
«Non ora, Cavaliere del Nord! I Sommi mi hanno inviato da voi a quest’ora perché sapeste che desiderano parlarvi…ma non prima che concludiate i vostri quotidiani allenamenti!»
Lo stupore si dipinse sul volto del Paladino.
«I Sommi tengono molto a che i loro Vassalli siano sempre in forma!» mormorò il ragazzo, arrossendo.
«Come?» Jekyll pensò di non aver capito bene.
«Il Sommo Ostri mi ha detto di dirvi così, messere!» si giustificò il messaggero, temendo l’ira del Cavaliere del Nord.
Sul volto del Vassallo comparve un sorriso.
«Bene! Dite ai Sommi che sarò da loro entro la decima ora!» disse Jekyll, iniziando ad indossare la sua armatura d’argento.

E così ora si trovava davanti ai cancelli del Castello, pronto ad incontrare i Sovrani del Regno.
Quando fece il suo ingresso, i Guardmen lo salutarono, qualcuno si chinò ad accarezzare il bianco pelo di Eoden e, in poco tempo, il Vassallo si trovò di fronte al portone della Sala del Triplice Trono.
Prima che potesse proferire parola, i Guardmen di piantone aprirono i pesanti battenti di legno lavorato e Jekyll entrò, seguito dal grosso lupo bianco.
In fondo all’ampio salone, i Sommi sedevano sui loro scranni e lo fissavano placidamente, alle loro spalle le macerie del Triplice Trono, inondate dalla luce che entrava dalle ampie finestre.
«Venite avanti, Jekyll!» lo invitò il Sommo Palank, alzandosi.
Il Vassallo avanzò fino a trovarsi al cospetto dei Sommi e si inginocchiò: anche Eoden, sensibile alla grande aura dei Sovrani, chinò il muso, rispettoso.
«Mi avete fatto chiamare, Sommi?»
«Ebbene sì, Jekyll! Io ed il Sommo Palank abbiamo una missione da affidarvi!» rispose il Sommo Ostri, facendo cenno con una mano al Vassallo di alzarsi, mentre il Sommo Palank raggiunse Eoden e si chinò ad accarezzarlo tra le orecchie: sapeva quanto il grande lupo bianco amasse quel genere di attenzioni.
«Sono al vostro servizio, maestà!» disse Jekyll, alzandosi.
«La Guarnigione VIMA di Vetoio ha un nuovo Comandante…un giovane estremamente promettente…» iniziò il Sommo Ostri.
«…ma la sua nomina non sarà definitiva fino a quando non gli verrà consegnato il diploma, firmato dai Sommi! Il suo nome è Norel…dovreste conoscerlo, se non sbaglio!» terminò per lui il Sommo Palank, estraendo da sotto il mantello, un foglio di pergamena, arrotolato e sigillato con lo Stemma del Drago.
«Norel?! Proprio lui?» chiese sbalordito Jekyll «Il mio vecchio compagno di addestramento? Ora Capitano della Guarnigione VIMA di Vetoio?»
I Sommi sorrisero davanti alla meraviglia del Cavaliere del Nord ed annuirono: Jekyll avrebbe compiuto una missione per il Regno, ma avrebbe anche potuto incontrare, dopo tanti anni, un vecchio amico.
«Vi chiediamo di essere Rappresentante del Regno e di consegnare, nel nome del Sommo Blue Dragon, il suo diploma al nuovo Comandante VIMA di Vetoio!» il Sommo Ostri si avvicinò a Jekyll, fissandolo intensamente negli occhi.
«Vassallo del Sommo Blue Dragon, accettate questo incarico?» chiese il Sommo Palank, affiancandosi ad Ostri.
«Certamente, maestà! Accetto di buon grado!»
Il Sommo Palank porse al Paladino la pergamena contenente la nomina del nuovo Capitano VIMA.
«Partirò per Vetoio immediatamente!» disse Jekyll, nascondendo la pergamena sotto il pettorale d’argento della sua armatura.
«Il villaggio di Vetoio è sempre stato un posto molto tribolato, Jekyll! Quando sarete arrivato, portate i nostri saluti alla popolazione e ricordate ad essa che il Regno di Blue Dragon sarà sempre pronto ad aiutare Vetoio in ogni momento!»
«Come desiderate, Sommo Ostri!» rispose Jekyll, chinando il capo.
«Ora andate, Vassallo!»
Il Cavaliere del Nord si inchinò nuovamente, poi, richiamando Eoden con un gesto della mano, uscì dalla Sala del Triplice Trono e si diresse verso le stalle della Gilda dei Paladini per preparare Fendor, il suo possente stallone grigio.

...a Vetoio…

Il viaggio fino al villaggio si era svolto senza il più piccolo contrattempo; Fendor sembrava volare, anziché galoppare, ed Eoden era stato più che felice di sgranchirsi le zampe correndo. Ora le porte di Vetoio erano in vista, presidiate da un piccolo drappello di uomini in arme. Jekyll tirò le redini della sua cavalcatura per farla rallentare, fino a portarla al passo, mentre Eoden protestò con un latrato per l’interruzione di quella corsa a perdifiato. Mentre il Cavaliere del Nord si avvicinava al villaggio, si prese qualche momento per osservare la sua cavalcatura: Fendor era un gigantesco cavallo dal mantello completamente grigio, molto più alto dei normali destrieri, le sue lunghe zampe gli consentivano una vantaggiosa posizione sopraelevata anche sui manti nevosi più spessi, oltre che un’incredibile velocità di galoppo, tuttavia il viaggio lo aveva provato: il possente collo muscoloso e la groppa erano coperti di bianco sudore schiumoso.
«Amico mio» mormorò il Cavaliere del Nord, dando piccoli colpetti di gratificazione sul fianco del collo poderoso «quando torneremo nello Regno, dovrai metterti sotto con maggior impegno…chiederemo agli stallieri della Gilda di crearti un programma di allenamento su misura!»
Jekyll era molto orgoglioso del suo cavallo e, dentro di sé, era molto soddisfatto delle sue prestazioni: certo il viaggio era stato pesante…ma quanti cavalli avrebbero potuto sostenerlo a quell’andatura?
Il ringhio sommesso di Eoden distrasse il Cavaliere del Nord dalle sue riflessioni.
«Cosa succede, Eoden?» chiese, mentre una nota di tensione iniziava a trasparire dalla sua voce: Eoden non era solito ringhiare per nulla.
Quattro degli armati di guardia all’ingresso del villaggio si erano staccati dal resto del gruppo e si dirigevano, con passo deciso, verso di lui.
«Fermo dove siete, straniero!» gridò uno di loro.
Jekyll, senza battere ciglio, tirò ancora le rendini di Fendor per fermarlo sul posto.
In breve le quattro guardie lo circondarono, armate di lunghe lance di ferro. Sui loro visi un sorriso truce tentava, inutilmente, di intimidire il Vassallo.
«Cosa siete venuto a fare a Vetoio, cavaliere?» chiese una guardia, puntando la sua lancia sotto il mento del Paladino.
«Gli affari che mi portano a Vetoio riguardano solo chi mi manda e la persona con cui devo parlare…vi basti sapere che vengo in pace e che queste armi non sono necessarie!» rispose, placido, Jekyll, sfiorando con la mano sinistra la punta della lancia che lo minacciava.
Subito ghiaccio talmente vivo da sembrare blu iniziò a rivestire la punta di ferro dell’arma ed a correre lungo il manico di legno; quando il ghiaccio toccò le mani della guardia, l’uomo fu costretto a lasciare la presa, vinto dal freddo estremo. La lancia, cadendo a terra, si frantumò come se fosse stata di cristallo.
Le guardie, stupite da quanto era successo, spiccarono un piccolo balzo all’indietro, allontanandosi dal grande cavallo e mettendosi in posizione di difesa; i commilitoni che erano rimasti alla porta del villaggio, visto l’accaduto, si precipitarono in supporto dei loro compagni.
«Che succede qui?!» sbraitò il più anziano di loro, forse il comandante della guarnigione.
«La vostra accoglienza, signore, lascia molto a desiderare!» commentò Jekyll, sorridendo.
«Come osate…» iniziò una guardia, sguainando la propria spada.
«Riponi immediatamente l’arma, soldato, se non vuoi pulire le latrine della guarnigione per il prossimo mese!» gli gridò di rimando il comandante «Pensi davvero che la tua spada possa fare qualcosa contro costui? Non hai visto cosa ha fatto della lancia del tuo compagno?» poi tornò a fissare lo straniero a cavallo.
«Perdonateci, cavaliere, ma non siamo avvezzi a vedere uomini in arme arrivare alle porte del nostro villaggio, senza allarmarci!» aggiunse, sorridendo.
«Lo so bene, Capitano Lar!» rispose Jekyll, sorridendo a sua volta «Non temete, non è accaduto nulla!»
«Cosa vi porta a Vetoio, signore?» chiese ancora il Capitano della Guarnigione.
«Devo incontrare il Borgomastro e il Capitano Norel!»
«Passate pure, cavaliere! Vi scorterò io stesso!» poi, voltandosi verso l’ingresso del villaggio, gridò «Aprite la porta!» quindi si scansò, per consentire a Fendor di procedere.
«Stupidi villani!» Jekyll sentì borbottare il Capitano Lar «Come osate minacciare quel cavaliere? Non avete visto il lupo che lo accompagna? Possibile che siate gli unici in tutta Vetoio a non riconoscere un Aspirante Vassallo del Regno del Sommo Blue Dragon…e per giunta un Paladino?!»
Jekyll, avvolto nel suo ampio mantello bianco e blu, sorrise: dunque a Vetoio credevano che lui fosse ancora un Aspirante Vassallo…lo trovava molto divertente.
Le risposte confuse e le giustificazioni delle guardie si persero nei rumori della vita quotidiana che investirono Jekyll, quando entrò nel villaggio: Vetoio gli era sempre piaciuto ed il recente intensificarsi dei commerci con il Regno aveva giovato all’economia di quel modesto insediamento.
Strade rifatte ed edifici ristrutturati da poco, tante botteghe aperte lungo i lati della strada principale, le grida dei mercanti, il frastuono delle fucine…tutto sembrava essersi messo per il meglio nel piccolo villaggio e questo era merito dei Sommi.
In pochi minuti, Jekyll e la sua scorta giunsero davanti all’abitazione del Borgomastro che, intento a sistemare uno degli scuri del pian terreno, non si accorse di nulla.
«Borgomastro!» chiamò il Capitano Lar, facendo sobbalzare l’anziano.
«Cosa avete da gridare sempre, Capitano!» borbottò il Borgomastro «Non sono sordo e giungere di soppiatto alle mie spalle non gioverà certamente alla mia salute! Inoltre…» la voce dell’uomo si spense, quando vide lo straniero a cavallo: la lucida armatura d’argento con la croce di alabastro blu incastonata nel pettorale, il grosso lupo bianco che lo accompagnava ed il possente cavallo grigio su cui montava…non poteva essere altri che il Cavaliere del Nord.
«Nobile cavaliere, benvenuto a Vetoio!» disse il Borgomastro, ripresosi dalla sorpresa «Per noi tutti è un onore ricevere la visita di un Aspirante Vassallo del Sommo Blue Dragon!»
Jekyll smontò di sella ed andò a rendere omaggio all’anziano.
«Borgomastro, giungo a Vetoio per rinnovare l’amicizia e l’alleanza tra il Regno di Blue Dragon ed il vostro villaggio! I Sommi, i Vassalli tutti ed ogni Aspirante Vassallo del Regno sono e saranno sempre pronti a difendere questo villaggio di amici!»
«Le vostre parole mi rincuorano molto, Aspirante Vassallo, tempi duri quelli di oggi…tuttavia, ringraziando il Padre Creatore, nessuna minaccia concreta insidia la pace del villaggio! Quindi, se non sbaglio, la vostra venuta deve avere anche un’altra motivazione.»
Jekyll sorrise compiaciuto: quel uomo era sempre stato famoso per il suo acume e, nonostante i numerosi anni che pesavano sulle sue spalle, non era cambiato affatto.
«Dite bene, signore!» rispose Jekyll, estraendo da sotto il pettorale d’argento, la pergamena che gli era stata affidata dai Sommi «Vengo anche per consegnare nelle mani di Norel, nuovo Capitano della Guarnigione VIMA di Vetoio, il suo Diploma di Nomina, firmato dalle mani dei Sommi Ostri e Palank!»
«Cosa?!» il vecchio Borgomastro sembrava meravigliato «Non abbiatevene a male, Cavaliere del Nord, ma, a meno che la mia memoria non mi inganni, la tradizione vuole che sia un Vassallo del Sommo Blue Dragon a consegnare il Diploma di Nomina ai nuovi Capitani della Guarnigione VIMA e non…» si interruppe, non sapendo come terminare.
«…un “semplice” Aspirante Vassallo? Messere, state pur sicuro: nulla nella tradizione, che correttamente rammentate, sarà modificato…io sono un Vassallo del Sommo Blue Dragon!»
Mentre lo stupore sul viso dell’anziano Borgomastro si faceva ancora più grande, si udì il frastuono di un elmo che cadeva pesantemente a terra.
«Te la sei presa addirittura con un Vassallo, maledetto idiota!» gridò il Capitano Lar, dopo aver dato uno schiaffo sulla nuca alla guardia che aveva puntato la lancia sotto il mento di Jekyll «Ringrazia la buona stella sotto cui sei nato che non ti abbia incenerito solo con lo sguardo!!!»
Da stupita, l’espressione del Borgomastro divenne interrogativa.
«Cosa è successo, dunque?» chiese, minaccioso, al Capitano Lar.
«Nulla di importante, Borgomastro!» sorrise Jekyll «Una guardia non mi ha riconosciuto e mi ha scambiato per un malintenzionato od uno in cerca di guai…insomma, nulla di rilevante, sono cose che possono capitare!»
Il vecchio guardò il Cavaliere del Nord.
«Davvero, non vi sentite oltraggiato dalla scortese accoglienza che vi è stata riservata?» chiese, quasi timidamente.
«Affatto! Sono cose che possono accedere! Quella guardia stava compiendo il suo dovere, dopotutto. Non datevene pensiero!» rispose Jekyll, sorridendo, sapendo, tuttavia, che il Capitano Lar avrebbe fatto davvero pulire le latrine della caserma all’incauto soldato.
«Bene!» concluse l’anziano «Capitano, voi e le vostre guardie tornate pure alle vostre incombenze!»
I militari si congedarono e, ben inquadrati, si diressero verso la porta del villaggio.
«Farò portare il vostro cavallo presso le nostre stalle, cavaliere, di modo che possa essere strigliato e foraggiato a dovere!» disse il Borgomastro, mentre con un gesto della mano chiamava un giovane garzone «Intanto accomodatevi nella mia casa, lì voi ed il vostro lupo potrete dissetarvi e ristorarvi, mentre attendiamo che scenda la sera! Mi auguro che mi userete la cortesia di fermarvi presso di me per la notte, così da poter presenziare anche voi alla cerimonia di investitura del nuovo Capitano VIMA e consegnargli personalmente il diploma di nomina che avete portato con voi!»
«Vi ringrazio, Borgomastro, e sono lieto di accettare» assentì il Paladino «Mi piacerebbe incontrare il Capitano Norel, che fu mio compagno durante i lunghi anni dell’addestramento, ma so che rimarrà in ritiro fino al momento della cerimonia!» sospirò Jekyll, rassegnato a dover attendere ancora un giorno prima di incontrare il suo vecchio amico.
Le ore passarono veloci e serene, la voce che un Vassallo era giunto a Vetoio si era sparsa rapidamente e molti fanciulli assediarono la casa del Borgomastro per vedere l’illustre visitatore: Jekyll si concesse di buon grado alle loro attenzioni, raccontando loro delle eroiche gesta dei Sommi, dei Vassalli e degli Aspiranti ed incantando i più giovani con piccole magie.
All’imbrunire gli adulti vennero a prendere i loro figlioli, più per la curiosità di vedere il Vassallo che per timore che essi facessero tardi per la cena, ed ognuno di loro si scusò se il proprio bambino poteva in qualche modo averlo disturbato.
Rimasto solo, Jekyll si sedette su un piccolo muretto di pietre, con Eoden accucciato tra i piedi, ed assaporò quel momento di solitudine, mentre osservava le strade del villaggio che si andavano svuotando: Vetoio era un villaggio di gente semplice, che cenava al tramonto ed andava a coricarsi presto per giungere riposata alla successiva giornata di lavoro.
«Messere!» lo chiamò il Borgomastro, dopo alcuni minuti «Venite! Il cibo è in tavola!»
Il Vassallo si voltò ad osservare l’anziano: piccolo di corporatura, il viso ovale incorniciato da una folta e lunga chioma bianca, si muoveva come se avesse avuto almeno trent’anni meno di quelli che dimostrava.
La cena fu semplice e frugale e terminò con una torta di frutta, fatta appositamente per l’occasione dalla moglie del Borgomastro, ed un paio di bicchieri di un forte liquore alle erbe che l’anziano padrone di casa giurava essere pregiatissimo e riservato unicamente agli ospiti più importanti. Terminato il pasto, Jekyll aiutò a risistemare le stoviglie, nonostante le proteste del vecchio Borgomastro e l’imbarazzo divertito della consorte.
«Cavaliere, venite con me! Vi mostrerò la stanza in cui potrete riposare stanotte! Non è molto, ma è tutto ciò che possiamo offrirvi!» disse l’anziano, prendendo una candela ed inerpicandosi su di una ripida rampa di scale in legno.
«Andrà certamente benissimo, Borgomastro, non preoccupatevi! Io ed Eoden siamo abituati a dormire all’aria aperta e già l’avere un tetto sopra la testa è per noi un lusso!» disse il Paladino, seguendo il padrone di casa.
«Non è forse vero, amico mio?» chiese, rivolgendosi al grande lupo bianco che gli rispose con un latrato che doveva essere certamente un assenso.
La camera era piccola, ma confortevole con una finestra che dava sulla via principale del villaggio. Jekyll si stese sul letto e respirò profondamente, assaporando il profumo di legno che aleggiava in quella stanza e sorrise al pensiero di tutte le premure e le attenzioni che il Borgomastro e sua moglie gli avevano riservato, da quando era giunto. Così si addormentò, mentre Eoden prendeva posto ai piedi del letto.
Quando i primi raggi del sole filtrarono tra gli scuri socchiusi della finestra, Jekyll si destò e, senza fare il minimo rumore, si preparò ed uscì dall’abitazione del Borgomastro.
Vetoio era ancora addormentata, ma da lì a poco gli abitanti si sarebbero riversati nelle strade, avrebbero aperto i loro negozi ed il rumore della vita avrebbe nuovamente riempito l’aria. Eoden, il naso incollato a terra, iniziò la perlustrazione degli odori che si erano formati durante la notte nel cortile della casa.
«Siete molto mattiniero, Cavaliere del Nord!» disse una voce, un po’ rauca, alle sue spalle.
Il Paladino si voltò e vide il Borgomastro ritto sull’uscio della casa: tra le mani reggeva due grandi tazze fumanti.
«Anche voi lo siete, signore!» sorrise, divertito, Jekyll.
«Beh…» iniziò l’anziano, raggiungendo il Vassallo e porgendogli una tazza «… vedete, alla mia età, si dorme poco… è come se il nostro corpo, sapendo che si avvicina l’ora della morte, volesse vivere più istanti possibili, anziché lasciarli perdere con il sonno!»
«Discorsi lugubri, Borgomastro…per una giornata che dovrebbe essere di festa!» commentò il Vassallo, prendendo la tazza dalle mani del Borgomastro.
Il vecchio annuì, pensieroso.
«Vi chiedo scusa, cavaliere, ma l’inizio di un nuovo giorno mi porta spesso a fare di queste tristi riflessioni… sapete, potrebbe essere l’ultimo! E’ così che si vive alla mia età… con la consapevolezza che ogni istante potrebbe essere l’ultimo! Ma questi pensieri, ormai, sono fedeli compagni… se non mi attraversassero più la mente, probabilmente mi sentirei più solo… mi aiutano ad apprezzare meglio tutto quello che mi circonda!»
Jekyll rimase silenzioso, meditando sulle parole del Borgomastro.
«Tuttavia, avete ragione voi!» disse ancora l’anziano «Questi non sono pensieri per una giornata di festa… e quella di oggi sarà certamente una giornata festosa!!»
«Ne sono certo!» disse il Paladino.

I preparativi per la cerimonia iniziarono di buon mattino, la via che conduceva dalla porta di Vetoio alle sede della VIMA venne decorata con fiori e semplici festoni di tessuti colorati, la popolazione del villaggio era in fermento, mentre i bambini correvano in ogni direzione, gridando allegri.
A Jekyll venne chiesto di attendere presso la sede VIMA l’arrivo del nuovo Capitano e così, poco prima che il sole raggiungesse il punto più alto del suo percorso, il Vassallo giunse davanti al piccolo edificio, in sella al possente Fendor ed accompagnato da Eoden; il Borgomastro avrebbe atteso l’arrivo della Guarnigione VIMA alle porte del villaggio.
Quando le campane della piccola chiesa di Vetoio iniziarono a suonare i loro primi dodici rintocchi, le porte del villaggio si aprirono ed un gruppo di armati a cavallo fece il suo ingresso: il clamore della folla salì al cielo e Jekyll, sebbene non fosse in vista della porta di Vetoio, seppe subito che il suo vecchio compagno di addestramento era entrato nel villaggio.
Dopo alcuni minuti il corteo giunse all’inizio della strada che conduceva alla sede VIMA e, in vista dell’edificio, si arrestò. Il Borgomastro si fece avanti poi, voltandosi a guardare il seguito, sorrise.
«Capitano Norel, Vetoio vi dà il benvenuto! A voi ed ai vostri uomini, ogni singolo abitante del villaggio sa che potrà rivolgersi e sa che da voi e dai vostri uomini sarà protetto. Voi sarete lo scudo, il baluardo di Vetoio contro il Male che ci circonda! E, come è usanza, il vicino Regno di Blue Dragon ha inviato un suo Vassallo per sancire questo vostro impegno, in rappresentanza dei Sommi!»
Quando ebbe finito di parlare, il Borgomastro voltò nuovamente le spalle al corteo e riprese ad avanzare, mentre la folla riprendeva ad applaudire festante.
Rapidamente il gruppo si avvicinava alla sede VIMA e più avanzava più il cuore di Jekyll correva veloce.
In segno di rispetto, come voleva il protocollo della cerimonia, il Capitano della VIMA, guardando a terra, si fermò a debita distanza dal Vassallo che lo attendeva e, smontato da cavallo, si diresse a piedi verso di lui, sempre volgendo gli occhi al suolo. Senza guardare il Vassallo, il Capitano, giunto davanti a lui, si inginocchiò, ma un tuffo al cuore lo fece esitare per un istante: aveva visto un lupo bianco…possibile che il Vassallo inviato dai Sommi a consegnarli il Diploma di Nomina fosse…?
«Norel di Crelia, per volontà e con il consenso dei Sommi Ostri e Palank, Sovrani del Regno di Blue Dragon, e dei Capitani VIMA, sparsi nelle diverse sedi create su tutte le Terre Conosciute, siete da questo momento il Capitano della Guarnigione VIMA di Vetoio! Accettate l’incarico e gli oneri che da esso derivano?» la voce di Jekyll risuonò alta, nel silenzio che era calato sul villaggio, in quel momento solenne.
«Al vostro cospetto, Vassallo di Blue Dragon e Rappresentante del Regno dei Sommi, io accetto l’incarico che mi è stato affidato e gli oneri che da esso mi deriveranno, confidando nel Padre Creatore di poter rimanere sempre degno di questo compito!»
«Con l’aiuto del cielo lo sarete!» Jekyll porse al Capitano Norel il Diploma di Nomina, poi aggiunse «Norel di Crelia, Capitano della Guarnigione VIMA di Vetoio, alzatevi!»
Il militare obbedì e, alzatosi, fu libero di guardare negli occhi il Vassallo che gli aveva consegnato il Diploma di Nomina.
«Voi…?» riuscì solamente a domandare, sorpreso e soffocato dall’emozione di rivedere Jekyll dopo tanti anni.
«Congratulazioni, amico mio!» sorrise il Paladino ed abbracciò il vecchio compagno di addestramento.
I festeggiamenti proseguirono per tutto il giorno con grandi tavolate, organizzate lungo le strade del villaggio, e qualche piccola distrazione creata per i bambini.
Come isolati dal frastuono e dai festeggiamenti, Norel e Jekyll rivivevano i tanti ricordi che li legavano e si raccontavano le avventure che avevano vissuto fino a quel giorno.
«Devo complimentarmi con voi, Jekyll! Siete divenuto addirittura un Vassallo!!»
«I Sommi sono stati generosi ad elevarmi a tale carica…mi auguro solo di esserne degno! Fortunatamente nel Regno ci sono molti Vassalli che mi sono amici e che mi aiuteranno, qualora ne avessi bisogno!»
«Sono felice per voi, amico mio!» sorrise Norel, versando dell’altra birra nei loro boccali.
«Ed io per voi, Norel! Non mi sarei mai aspettato di vedervi nella VIMA di Vetoio, la sede più vicina al Regno di Blue Dragon…è un posto molto prestigioso e pericoloso…sono felice siate voi a ricoprirlo!»
«Pericoloso?» chiese, inarcando un sopracciglio il Capitano VIMA.
Jekyll annuì.
«Le forze che sperano nel crollo e nella sconfitta del Regno sono sempre all’opera e se per conquistare il cuore degli uomini e le loro case possono lavorare di soppiatto, in vicinanza del Regno l’unica possibilità che hanno è quella di manifestarsi all’improvviso e con tutta la loro potenza! E’ vicino al Regno e sotto le sue mura che si combattono le battaglie più cruente e difficili… porre l’assedio al Regno e conquistarlo… ecco l’obbiettivo finale del Male che ci circonda!»
«Avete ragione… fortunatamente questi ultimi tempi sembrano più tranquilli! Da molti mesi, ormai, in nessun territorio presidiato dalla VIMA si sono osservati movimenti di creature oscure…»
«...non abbassate la guardia, amico mio! Mai, mi raccomando!» lo interruppe Jekyll.
«Contateci!»
Quella sera Vetoio rimase sveglia fino a tardi, musiche, balli e giochi intrattennero gli abitanti del villaggio a lungo, poi, lentamente, la festa si spense e la gente si ritirò nelle proprie case.
«Si è fatto tardi, Norel!» disse Jekyll, osservando gli abitanti che si allontanavano, non senza aver prima omaggiato il nuovo Capitano VIMA.
«Domani, di questa festa non rimarrà traccia alcuna… devono tornare al lavoro!»
«Già… ed io dovrò tornare nel Regno! Sarà meglio che vada a riposarmi un po’… passerò a salutarvi prima di partire, amico mio!»
«Lo spero davvero!» rispose il Capitano Norel, abbracciando Jekyll.
Il Vassallo tornò lentamente verso la casa del Borgomastro, assaporando la quiete che regnava incontrastata per le strade e meravigliandosi per la velocità con cui i laboriosi abitanti di Vetoio si erano già ritirati nelle proprie dimore: solo i passi del Cavaliere del Nord si udivano per le strade deserte.
«E così, amico mio» mormorò, voltandosi ad osservare Eoden che lo seguiva «Abbiamo svolto la nostra missione e tutto è andato nel migliore dei modi… e sono contento di aver rivisto un vecchio amico!»
Eoden rispose con un uggiolio disinteressato, mentre la sua attenzione era attirata inesorabilmente dai resti della festa.
Godendo della fresca aria notturna e del chiarore della luna, Jekyll giunse alla casa del Borgomastro, già immersa nel buio; senza fare il minimo rumore vi entrò e si diresse nella camera che gli era stata messa a disposizione.
Soddisfatto della giornata, il Vassallo si distese sul piccolo letto e si addormentò profondamente.

«AIUTO!!! AIUTO!!!»
Jekyll fu destato di improvvisamente dal grido e corse ad affacciarsi alla finestra. In lontananza il rumore di un cavallo al galoppo.
«AIUTATECI PER FAVORE!»
Il Vassallo si precipitò in strada, mentre già le prime luci all’interno delle case si accendevano; un meraviglioso cavallo elfico dal manto argentato e con criniera e coda color della luna, sopraggiunse nella piazza del paese, devastando quanto ancora rimaneva dell’allestimento per la festa e portando in groppa due piccoli cavalieri. Il Cavaliere del Nord si pose davanti ad esso per fermarne la corsa, mentre Eoden iniziava a ringhiare.
«Che ti prende, Eoden?!» chiese, meravigliato, Jekyll, ma già mentre formulava la domanda si accorse che il grande lupo bianco non stava guardando il cavallo, ma oltre di esso, osservava minaccioso la Porta di Vetoio.
Il Cavaliere del Nord aiutò a smontare di sella una fanciulla dai lineamenti fini, pallida, con una brutta ferita al braccio destro.
«Grazie, messere, ma pensate a Haruvien, non curatevi di me!» gli disse la ragazza, portandosi una mano sulla ferita, nascondendola alla vista del Vassallo: sotto il braccio ferito portava una scatola di legno.
Jekyll prese tra le braccia il corpo immobile di un ragazzino, di non più di dodici o tredici anni, temendo il peggio, ma non appena lo sfiorò si rese conto che la vita era ancora in lui.
Eoden iniziò a latrare furioso, mentre il suo candido pelo si alzava.
«Ce la fai a camminare?» chiese il Vassallo, osservando la fanciulla e domandandosi quanti anni potesse avere.
«Certo, messere, non preoccupatevi per me!» le rispose, mascherando una smorfia di dolore.
«Seguimi!» le ordinò.
Jekyll e la fanciulla si diressero verso una carrozza a lato della strada e, dietro di essa, il Cavaliere del Nord depose il fanciullo ancora privo di sensi.
«Cosa sta succedendo qui?» chiese, bruscamente, una voce alle sue spalle.
«Norel!» esclamò il Cavaliere del Nord, voltandosi.
«Jekyll, di grazia, vorrei una spiegazione!» disse il nuovo Capitano della VIMA di Vetoio, guardando cupamente i due fanciulli.
Il Paladino spiegò brevemente l’accaduto e lo strano comportamento di Eoden.
Il grosso lupo bianco iniziò ad ululare… un brutto segno… un bruttissimo segno.
Norel e Jekyll corsero verso il centro della strada, mentre una guarnigione VIMA si schierava a sbarrare l’accesso sulla via principale del paese.
Ancora rumore di cavalli al galoppo riempiva l’aria e, sotto la luce della luna, Jekyll riuscì a scorgere un drappello di cavalieri ammantati di nero entrare a Vetoio.
«Fermatevi!» intimò Norel.
Gli sconosciuti tirarono le briglie delle loro cavalcature e rimasero silenziosi ad osservare il Vassallo e la guarnigione VIMA.
«Dove sono i ragazzi che erano in sella a quel cavallo elfico?» chiese una voce roca, che sembrava provenire dal cuore della notte.
«Chi vuole saperlo?» chiese il Cavaliere del Nord, posando le mani sulle impugnature della Sciabola d’Argento e della Spada di Acciaio Azzurro.
Il gruppo di cavalieri, all’apparenza predoni delle foreste, si divise in due, lasciando avanzare quello che, evidentemente, doveva essere il loro capo.
Avvolto in un ampio mantello nero ed in sella ad un destriero dal pelo color pece e dagli occhi rosso rubino, lo sconosciuto si portò alla testa del gruppo, osservando con interesse il cavallo elfico. Poi, lentamente, posò uno sguardo gelido su Jekyll.
«Io!» disse, come sospirando per un dolore senza pace.
«E, se mi è concesso, voi chi sareste, cavaliere?» rispose il Vassallo, sostenendo lo sguardo dello sconosciuto.
«Il mio nome non ha importanza alcuna, messere!» la sua voce sembrava quasi strisciare nelle menti dei presenti «Sto cercando due ragazzi… i due ragazzi che erano in sella a quel cavallo!» lo straniero alzò il braccio indicando la cavalcatura con cui erano giunti a Vetoio i due fanciulli, senza tuttavia guardarla.
«Cosa cercate da due fanciulli, signore?» chiese, cupo, Jekyll.
«Questo non è affare che vi riguardi, messere!» una nota di irritazione trapelò in quel sussurro angosciante che era la voce del nero individuo.
«Siete molto coraggioso, cavaliere, dal momento che osate sostenere il mio sguardo… o siete mortalmente stolto… di certo non appartenete a questo villaggio di cenciosi uomini!» affermò lo straniero, osservando con interesse l’armatura d’argento del Cavaliere del Nord, che lampeggiava nella luce della luna piena.
«Infatti, non sono un abitante di Vetoio! Ma vi avviso che, fino a quando non chiarirete le vostre intenzioni, non vi lascerò passare! Se, dunque, non avete intenzione di parlare, voltate le vostre cavalcature e tornate per la strada da cui siete venuti!»
La risata di quel misterioso individuo lacerò l’aria, acuta e stridente, e molti dei presenti sentirono la pelle coprirsi di gelido sudore, mentre si rizzavano loro i capelli dietro la nuca.
«Stolto!» sentenziò lo straniero «Non osate mettervi sul mio cammino!» poi sguainò una spada dalla lama colore dell’ambra, imitato dai suoi compagni.
«Vi avviso, straniero!» gridò Norel «La guarnigione VIMA di Vetoio sta davanti a voi… non commettete l’errore di pensare che sia facile passare!»
Ad un cenno del loro comandante, i predoni si lanciarono al galoppo, ma evitarono il Cavaliere del Nord, lanciandosi, invece, su Norel e sui suoi compagni.
Mentre alle sue spalle infuriava già la battaglia, Jekyll rimase, silenzioso, aspettando la prima mossa del suo avversario.
Jekyll sentì crescere il bisbiglio di quella voce angosciante dentro la sua testa: non riusciva a capire cosa stesse dicendo, parlava una lingua strana, musicale, la cui cadenza gli sembrava nota.
«….Syth!» quell’ultima parola gli riempì la mente, poi un lampo arancione si sprigionò dalla spada dello straniero e colpì il Cavaliere del Nord in pieno petto.
Jekyll cadde pesantemente a terra.
«Come è possibile?! Non ho visto il suo colpo!» mormorò, rialzandosi.
Lo strisciare insinuante di quella voce crebbe d’intensità ed un altro lampo arancione illuminò la notte, ma il Vassallo riuscì a ripararsi dietro ad uno dei suoi scudi argentati.
«Ora la mossa spetta a me!» sorrise il Cavaliere del Nord, sguainando le sue armi.
Subito un alone blu elettrico rivestì la sua armatura e Jekyll si lanciò sul nemico. Lo scontro fu molto duro e l’avversario venne colto alla sprovvista dalla forza del Vassallo, tanto che, sbilanciato, cadde da cavallo.
«Siete forte, cavaliere… molto più di quanto credessi!» mormorò lo sconosciuto.
«E non avete ancora visto niente! Ritiratevi finché potete!» suggerì il Cavaliere del Nord.
La risata raggelante dell’uomo riempì nuovamente l’aria.
«Fareste meglio voi a cedermi il passo!»
Jekyll ed il suo avversario continuarono a combattere, ma quello sconosciuto era dotato di grandi poteri. Il Vassallo riusciva solo a percepire alcune parole di quella strana lingua e non riusciva a non chiedersi come mai quei suoni gli fossero così familiari.
Gli strani incantesimi del cavaliere dalla spada di ambra mettevano a dura prova le capacità di Jekyll che, alla fine, si decise ad utilizzare la sua magia.
«Ora mi avete proprio stancato!» gridò il Vassallo, convogliando l’energia fredda che viveva nella sua armatura sulle lame che impugnava.
«E voi morirete per avermi sfidato!» sospirò lo straniero.
L’urto fu di una forza spaventosa, ma le lame del Cavaliere del Nord saettarono più veloci della magia dell’avversario ed aprirono una profonda ferita sul braccio destro e sulla spalla sinistra del nemico: sangue nero ne uscì copioso.
Uno acuto sibilo di rabbia e dolore invase la mente del Vassallo e lo fece barcollare.
«Cosa siete?» domandò, inorridito, il Cavaliere del Nord.
Ma lo sconosciuto gli volse le spalle e, veloce, rimontò in sella.
«Ci rivedremo, cavaliere!» rise lo straniero vestito di nero e, spronando il suo cavallo dagli occhi rossi, scomparve nella notte.
Jekyll, allora, si voltò per dare manforte ai suoi compagni, ma si accorse che Norel, Eoden e la Guarnigione VIMA stavano finendo di annientare i predoni rimasti.
Pochi istanti dopo anche l’ultimo predone cadde a terra, trafitto dalla spada di Norel; Jekyll osservò, cupo, la scena che si presentava ai suoi occhi: la piazza centrale di Vetoio era lorda di sangue scuro che già andava coagulandosi e, laddove prima si era celebrata una grande festa, ora giacevano i corpi immobili dei predoni.
«Norel!» esclamò Jekyll «I fanciulli!»
I due amici corsero dietro la carrozza e videro la ragazza che, ormai prossima a perdere i sensi, stringeva tra le braccia il corpo, ancora immobile e privo di coscienza, del fanciullo.
«Questi ragazzi hanno bisogno di essere curati immediatamente!» esclamò il Capitano della VIMA.
Jekyll annuì, pensieroso.
«C’è un erborista che sappia medicare correttamente queste ferite?» chiese il Vassallo.
«Venite con me!» gli rispose Norel, prendendo in braccio il ragazzino, mentre Jekyll si caricava della fanciulla e della sua scatola di legno.
«Eoden!» il Cavaliere del Nord chiamò il suo grande lupo bianco «Guardaci le spalle!»
Fortunatamente, la casa dell’erborista non era molto distante e l’anziano uomo era già desto, svegliato dal rumore della battaglia che si era appena conclusa.
«Messere, abbiamo bisogno della vostra arte e di tutta la vostra abilità!» esordì Jekyll, entrando «Questi ragazzi hanno bisogno delle vostre cure!»

...continua...
[Modificato da @Jekyll@ 07/02/2009 10:57]