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Non appena giunto nella propria stanza, BrightBlade si disfece della tunica svolazzante e rimise in fretta la giubba di stoffa sulla quale indossò la cotta di maglia e la tunica da viaggio. Immediatamente, l'atlantideo si sentì più tranquillo, anche se qualcosa continuava a infastidirlo. Volgendo lo sguardo nella stanza, il Vassallo ebbe spiegata quella sensazione di disagio non appena posò gli occhi sulla Lama di Atlantide, poggiata su un sostegno di ciliegio evidentemente disegnato per accogliere lame più piccole e leggere.
Avvicinatosi, BrightBlade fece scorrere la mano sul fodero di cuoio, impreziosito da inserti di mithral sui quali le sapienti mani dei fabbri di Atlantide avevano incastonato piccole pietre preziose.
Resistendo alla tentazione di sguainare la spada, il cavaliere la cinse ai fianchi, tirando la fibbia fino a quando non sentì la cinta serrarsi con forza attorno alla vita.
Dopo aver fatto altrettanto con la sua seconda spada, il Vassallo si sentì immediatamente meglio.
Gli ultimi eventi, infatti, avevano turbato la sua solita tranquillità. BrightBlade si era prefigurato una cordiale chiacchierata con un vecchio amico: e invece non aveva neppure potuto incontrare lo Shogun, al cui posto aveva trovato un ragazzo che faceva dell'arroganza il principale strumento per legittimare l'autorità che evidentemente non aveva.
Che la corte del Katai fosse un posto ''movimentato'' era un fatto risaputo: lo stesso Ieyasu era scampato a diversi complotti da quando era divenuto Shogun, e non era insolito che un figlio assassinasse il padre pur di sedere sul trono. Ma BrightBlade non si aspettava di ritrovarsi nel pieno di un colpo di stato, e men che meno di esserne una pedina.
Eppure, doveva essere proprio così. Il giovane Hidetada non si era neppure sforzato di nascondere il fastidio per la presenza del Vassallo e dei suoi compagni: chiunque tenesse le redini del ragazzo – BrightBlade era certo che il complotto non era un'idea del principe ereditario – doveva avere motivi di rancore nei confronti del Regno oppure temerne il potere. In entrambi i casi, naturalmente, l'atlantideo non intendeva far finta di nulla.
Dopo aver controllato che il suo equipaggiamento fosse in ordine, il Paladino uscì dalla stanza e bussò silenziosamente a quella di Albins, che si trovava pochi metri oltre. Situato nell'ala ovest del Palazzo, l'alloggio per gli ospiti contava una trentina di camere e decine di stanze più piccole e poteva accogliere almeno un centinaio di persone. In quel momento, tuttavia, gli inviati del Regno erano gli unici inquilini del complesso – escluse naturalmente le ''orecchie indiscrete'' che si erano nascoste in ogni angolo del padiglione e che BrightBlade e compagni avevano meticolosamente salutato con ampi sorrisi ed eloquenti gesti, tanto per chiarire le cose.
Raggiunta la stanza del ninja, il Vassallo bussò due volte all'uscio. Dopo qualche secondo, la porta si spalancò improvvisamente.
«Salve, BrightBlade» disse Albins, invitando l'amico ad entrare prima di richiudere l'uscio.
«Quella sarebbe la vostra tecnica per disorientare i malintenzionati?» domandò l'atlantideo, riferendosi al modo con cui il compagno gli aveva aperto.
Scrollando le spalle, il ninja tornò a sedersi sul pavimento, sopra un basso sedile.
«Molto astuto...» mormorò l'atlantideo, cercando di accomodarsi a sua volta sul pavimento, con scarso successo.
«Desiderate del tè?» domandò Albins, servendosi da una splendida teiera di porcellana bianca.
«Sono già abbastanza agitato così, grazie. In realtà, volevo solo parlarvi. Entro breve dovrebbero raggiungerci anche Eruner...»
In quel momento, l'uscio si aprì nuovamente e Drago e Claudium entrarono nella stanza, seguiti dal Guerriero di Atlantide che, dopo aver scoccato una guardinga occhiata al corridoio, richiuse la porta alle sue spalle.
«Ci avete chiamati, Maestro?» domandò Eruner, mentre i nuovi arrivati si sistemavano accanto ai compagni. Il Vassallo aveva infatti parlato telepaticamente con l'allievo mentre raggiungeva Albins: in questo modo, le spie avrebbero senz'altro trascorso diverse ore chiedendosi come avessero fatto gli ospiti a comunicare tra loro.
«E' così, Eruner. Avevo un urgente bisogno di spiegarvi una mia nuova teoria sulla Costellazione del Dragone...» iniziò BrightBlade.
Eruner intuì immediatamente le intenzioni del Vassallo, e pronunciò a bassissima voce le parole dell'incantesimo che avrebbe esteso la comunicazione telepatica agli altri membri del gruppo.
In quel momento, la magia era piuttosto semplice, visto che i ''bersagli'' erano tutti molto vicini tra loro, ma all'occorrenza l'Aspirante era in grado di fare la stessa cosa in missione, anche se con notevole sforzo.
Così, mentre i ninja di corte si interrogavano sul possibile messaggio in codice nascosto nella dissertazione di astrologia, il Vassallo e gli Aspiranti iniziarono a pianificare le proprie mosse.
«Come avrete notato, la situazione qui a Katai è piuttosto complicata» esordì BrightBlade.
«Potete ben dirlo. Ancora poco così – disse Drago, sottolineando le parole con un eloquente gesto della mano – e stavo per decapitare quel moccioso!».
«Non era lo Shogun, giusto?» domandò Claudium.
«Era suo figlio, Hidetada. Evidentemente, qualcuno vuole metterlo sul trono del padre, e la cosa piace al ragazzo».
«Purtroppo i miei contatti con il Katai non sono frequenti come un tempo – disse Albins – altrimenti avrei potuto avvertirvi di un complotto...»
I compagni tacquero per qualche istante, quindi BrightBlade riprese la parola.
«In ogni caso, è essenziale scoprire cosa sta succedendo. Non possiamo rischiare di immischiarci in un colpo di stato, ma allo stesso tempo dobbiamo comunque assolvere i nostri doveri.
Secondo me, la cosa migliore da fare è lasciare al più presto la capitale. Dopo tutto, è stato Orowa-Dono a chiedere il nostro aiuto, non lo Shogun o suo figlio. Francamente, se possibile partirei oggi stesso...».
«... se non fosse che il moccioso ci ha invitati alla sua festa» concluse per lui Drago.
«Non tutto il male vien per nuocere – disse allora Claudium – quale migliore occasione per raccogliere informazioni di una festa di palazzo?»
Albins sorrise:
«Avete ragione. Inoltre, potrei preparare qualche aperitivo che sciolga la lingua ai miei interlocutori...»
«Di che si tratta?» domandò incuriosito Eruner.
«E' una delle cose che ho imparato qui in Katai. Si mettono a bollire alcune varietà di erbe locali per qualche ora e poi si pestano assieme: alla fine si ottiene una polverina bianca, simile in aspetto e sapore allo zucchero, quindi è meglio aggiungerla a una bevanda dolce. Per nostra fortuna, i miei connazionali consumano grandi quantità di saké, che è giustappunto un liquore dolciastro ricavato dalla distillazione del riso».
«E questa polverina fa davvero parlare la gente?» domandò Drago.
«Diciamo che inibisce l'autocontrollo delle persone: un po' come succede a quelli che si ubriacano, ma senza gli effetti collaterali dell'alcool, come vertigini, euforia, nausea o difficoltà nell'equilibrio. Una volta ho visto un soldato rivelare il nascondiglio di tutti i suoi averi con la stessa tranquillità con cui avrebbe discusso di armi con un commilitone».
«C'è un modo di rendersi immune a questo effetto?» chiese invece Claudium.
«Come tutti i veleni, basta assumerlo regolarmente, magari aumentando la dose nel tempo. Inoltre, si tratta di una droga piuttosto famosa, per cui è tra le prime sostanze contro cui i ninja si immunizzano, e la stessa cosa vale per tutti i funzionari di palazzo che devono mantenere segrete informazioni vitali. Comunque sia, non cercherò certo di drogare gli alti dignitari di palazzo! Le voci si propagano soprattutto tra la servitù e i cortigiani di basso rango, per cui mi concentrerò su di loro».
«Perfetto. Albins, preparate pure il vostro intruglio malefico, ma sarà bene farlo in un luogo al riparo da occhi indiscreti. Conoscete qualcosa che faccia al caso vostro?»
«Ho ancora qualche amico in città, quindi non dovrebbe essere un problema».
«Bene. Nel frattempo...»
BrightBlade si interruppe, come se avesse udito un suono in lontananza.
«Lo sentite anche voi?»
Eruner e gli altri si guardarono con aria interrogativa.
«Mi era sembrato di sentire...»
Il Paladino di Atlantide si concentrò meglio, fino a quando non fu sicuro delle sue percezioni.
Quindi, si alzò improvvisamente in piedi e, dopo aver interrotto il collegamento telepatico con i compagni, disse ad alta voce:
«Signori, perdonatemi ma devo andare a verificare alcuni appunti sulle fasi lunari. Credo proprio che la Costellazione del Dragone abbia appena sprigionato un'altra stella cadente – mentre parlava, strizzò l'occhio in direzione di Eruner – e devo assolutamente verificare la questione. Ci vediamo questa sera alla festa».
Prima ancora che i compagni potessero reagire, il Vassallo era già fuori dalla stanza.
«Eruner... che voleva dire BrightBlade con quella frase?»
Il Guerriero di Atlantide aggrottò le ciglia.
«Forse stava solo continuando la messinscena del discorso di astrologia. Ma non credo fosse solo questo...».
Gli Aspiranti restarono in silenzio, cercando di trovare un senso alle ultime parole del Vassallo. Infine, Albins si alzò in piedi.
«Star qui seduti non servirà a nulla. Abbiamo tutto il pomeriggio per pensarci e molte cose da fare.
Io devo uscire a cercare le erbe per preparare la mia droga, e preferirei che qualcuno venisse con me».
Naturalmente, Drago fu il primo ad offrirsi.
«Benissimo. Nel frattempo, voi potreste fare un giro della città, e vedere se riuscite a scoprire qualcosa, che ne dite?»
Eruner e Claudium annuirono all'unisono: così, dopo pochi minuti i quattro Aspiranti oltrepassarono il grande portale del Palazzo dello Shogun, Albins e Drago in cerca di erbe medicinali ed Eruner e Claudium di informazioni.


OT: lascio a voi la descrizione del pomeriggio: ci vediamo alla festa!