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Morgan era ancora tremendamente assonnata, tanto che sbadigliava continuamente, accompagnando ogni suo incerto passo col suo bastone ricoperto di rune. Ohtar, come sempre, trotterellava al suo fianco, chiedendosi dove la Druida volesse andare. Avevano trascorso l'intera nottata nel bosco dei Druidi, dove Morgan era stata tutto il tempo impegnata a comunicare con le forze elementali, incidendo piccoli amuleti runici.
"Amico mio, qui ci vuole un bel salto in taverna!" fece l'elfa al suo fedele lupo, che fece schioccare le fauci pregustando una buona colazione. Si incamminarono così verso la Taverna, con un passo ora più deciso, ma quando vi furono davanti si dovettero fermare improvvisamente. Un Paladino di Atlantide (che Morgan riconobbe subito come Eruner) stava facendo uscire tutti!
"Ma che succede qui?" si chiese Morgan, e Ohtar pensò:
"Addio colazione..."
Videro che c'era anche un piccolo crocchio di curiosi, tra cui Dondolin ed Aryot, così si avvicinò loro.
"Buongiorno amici!" li salutò con un sorriso. "Cos'è tutto questo trambusto?"






"Sembrate molto perplessa, signorina Eyre; e benchè non abbiate più bellezza di me, l'aria perplessa vi dona: inoltre, serve ad allontanare i vostri occhi penetranti dalla mia fisionomia e a occuparli con i fiori del tappeto; continuate a essere perplessa." (E. Rochester)