Qualcuno toccò Gianlu su una spalla. Il Paladino si voltò, sorpreso, mettendo istintivamente mano alla spada, solo per ritrovarsi a fissare ThunderBlade, il Samurai della Gilda.
"Il Gran Maestro vi attende qua fuori, se potete assentarvi... sembra avere una certa fretta..." disse l'orientale, parlando sottovoce.
Il cavaliere annuì senza dir nulla e seguì Thunder fuori dalla stanza dove la ragazza era stata portata. BrightBlade era subito oltre l'uscio. Con un inchino, il Samurai prese congedo e si allontanò silenziosamente, mentre il Paladino di Atlantide interrogava l'amico:
"Come sta?"
"Se ne stanno occupando i nostri Chierici. Credo dovrebbe rimettersi in sesto entro..."
"D'accordo... si sa nulla di lei?" chiese allora BrightBlade, carezzandosi l'ispida barba che portava.
"Per ora nulla, conto di farle qualche domanda al suo risveglio, se per lei non sarà troppo faticoso rispondere".
Bright annuì in silenzio quindi, trascorso qualche attimo, soggiunse:
"Va bene. Quando si sveglia, porgetele anche i miei saluti: io devo assolutamente tornare ai miei studi e d'altronde a quanto vedo siete già in tanti, non dovreste avere problemi di sorta. Comunque sia, per qualsiasi cosa..."
"... verremo a chiamarvi, Bright, statene certo" concluse sorridendo Gianlu.
Soddisfatto, il Gran Maestro salutò con un cenno l'amico e, dopo aver gettato un ultimo sguardo, attraverso la porta, alla sconosciuta, s'incamminò verso il suo studio.