-Ai vostri ordini mia signora!
Anche ogino mostrò il suo consenso a partire, così i quattro avventurieri si misero gli zaini in spalla e salutarono il capo villaggio.
-Io direi di avventurarci nelle profondità dei boschi in cui è stato riforgiato questo amuleto- disse Ogino
-Io credo che andare nella montagna dei nani oscuri sia la cosa migliore per trovare informazioni- asserì Randal. -Luce, decidete voi!
-Se posso intromettermi...- disse Majere -Io direi che è meglio ricostruire la storia del medaglione partendo dal luogo della sua nascita: i sotterranei delle montagne in cui la scagli è stata strappata al drago.
-Bell'idea, Majere, direi che possiamo fare così!
Tutta la squadra era d'accordo con Majere, così lui, il più giovane del gruppo, si mise alla testa della colonna e iniziò a marciare, senza smettere un secondo di parlare, anche se nessuno lo ascoltava.
-Vedete, la mia parte avventurosa deriva da un mio antenato che era un kender, cioè tecnicamente non era un mio antenato, però sono cresciuto insieme a lui considerandolo mio zio, quindi ho preso un po' le sue usanze: parlo molto, sono curioso, ma voi li conoscete i kender?
Insomma, via così per tuto il cammino. Quando sopraggiunse la sera, Majere però taque.
Randal, che considerava strano il cambiamento repentino nel mago, gli chiese cosa fosse successo.
-Vedete, io sono sempre un elfo, e _ammirate il cielo tinto di rosso_ non mi riesce di non ricordare le mie origini, tra gli alberi della lonta Du Weldenvarden, la foresta dei guardiani...
Ma ora dobbiamo accamparci, o resteremo al freddo stanotte.
Dopo essersi accampati e aver mangiato in compagnia, tutti andarono a letto, tutti meno Majere.
Egli sedette vicino al fuoco, anche se nessuno gli aveva chiesto di fare la guardia. In questi momenti lui si domandava chi fosse veramente,e quale fosse il suo ruolo nella vita. Questo gli capitava anche di giorno, ma in quei momenti pensava di essere un idiota e che il suo scopo nella vita fosse quello di preparare hamburger. Ora invece era diverso. Majere si stese sui sassi, e ammirò le stelle. Poi, senza che neanche lui se ne accorgesse, il momento di profondità emotiva passò, e lui si pose un'altra domanda esistenziale: "Ma che cavolo ci sto a fare qui alle due di notte???" e rientrò nel suo sacco a pelo.