00 04/04/2005 20:45
Tehan
Ero la vostra anima
e ora sono il vostro corpo...
come Tehan sono infin rinato.


Aver gli occhi chiusi ed in realtà continuare a vedere….
una scritta rossa su un campo nero….. Tehan….
E poi
il lento e inesorabile risveglio dei propri sensi:
la crescente fastidiosa percezione di un giaciglio di paglia sotto la schiena,
il progressivo disvelarsi di un acuto dolore al capo;
e quando pelle sembrò aver ripreso contatto col suo esterno,
fu volta dei suoi compagni.
E olfatto lasciò entrare aspro e invadente odor di vino,
orecchi apriron cigolanti usci al crepitio di un fuoco,
sol’occhi non trovaron subito forza per robuste enormi porte.

“ Finalmente avete ripreso conoscenza…… cominciavo a pensare che avessimo sbagliato a farvi salva la vita…“
udì da sgradevole voce nasale.
L’uomo disteso sul giaciglio restò senza parole.
“ Cominciavo a pensare che avessimo sbagliato a salvarvi la vita!?
Quand’ è che è uno sbaglio salvare la vita di qualcuno??? “ meditò tra sé e sé.
Finalmente si spalancarono le ultime porte rimaste chiuse:
di fronte a lui poteva osservare un’imponente figura avvolta in uno scintillante mantello argenteo e dal volto in gran parte celato nei suoi lineamenti da una folta barba scura.
“ Dove mi trovo?? “gli chiese, intontito.
“ Oh beh, strano che non lo sappiate… siete nel posto dove avete voluto essere,
visto che voi ci avete invocato…. “.
L’uomo gli si avvicinò guardandolo fisso negli occhi. Poi gli domandò arrogante:
“ Piuttosto…. Qual è il vostro nome??? “
Il giovane cercò allora di articolare le labbra in una risposta, ma in quel momento gli sembrava di non ricordare più nulla di se stesso….. nulla…
“ Ebbene??? “ gli si rivolse impaziente il suo interlocutore.
“ Te-han….. Tehan, …….forse….. “ balbettò.
“ Forse???? Beh… deve avervi proprio stordito Felsiner allora quando vi ha colpito!!!!! “ esclamò con un filo di ironia l’uomo.
Poi aggiunse:
“ Ma in fondo se siete vivo dopo un viaggio di tali proporzioni, deve esserci del buono in voi….. “.
E prese tra le mani un grosso calice, di cui bevve ampio sorso.
“ Di… di che viaggio state parlando? “ continuò esitante colui che si era presentato come Tehan.
“ Uhmpf… accidenti….” si stizzì il suo imponente interlocutore, quasi lasciando sgraziatamente sgorgare il vino dalle sue labbra.
“ Ma possibile che non vi ricordiate più nulla???? Avete superato la prova per entrare a far parte dell’Armata Ignota di Nejef! “ esclamò.
E lo guardò negli occhi attendendosi come una reazione all’ascolto di quel nome.
“ Nejef??? “ fece stralunato Tehan.
“ Sì! Avete scovato un ricercato e tosto ne avete smascherato l’aura affinché noi potessimo giungere ed offrirne il cadavere al potente…… “ proferì sontuoso l’uomo dal lucente mantello.
“ Nejef….. chi è costui??? “ chiese disorientato.
“ Ah ah !!!! Ah ah !!!! Non c’ è che dire! Vi siete proprio rincretinito! “ gli fu risposto, con un tono di voce che inesorabile sfociò in una fragorosa risata.
Poi l’uomo assunse un tono falsamente serioso:
“ Nejef è il comandante supremo di questa dimensione….
Nejef è colui che ha dato vita a questa dimensione…..
Nejef è colui che controlla ogni mente in questa dimensione…. “.
Poi fece una pausa e sussurrò:
“……… quasi ogni mente……. “
Tehan era ancora troppo intontito per poter constatare l’ironia che trasudava da ogni parola di quell’uomo.
Fors’anche un po’ stupidamente gli chiese:
“ Voi dunque….. chi siete? Il comandante delle truppe che difendono Nejef??? “
Il tono del suo interlocutore tornò ad esser arrogante:
“ Nejef non ha bisogno certo di difese, giovanotto!!! E’ lui stesso la sua guardia del corpo!!! “.
E riacquisendo un’aria sontuosa, aggiunse:
“ Noi costituiamo il braccio armato di questo mondo… Coloro che compiono il lavoro per così dire…… sporco….
Eliminiamo i pericoli che per Nejef sarebbe sconveniente e rischioso eliminare….. “.
Tehan nel frattempo provò stancamente a guardarsi intorno. Poi gli domandò:
“ Ed in qual punto di questo mondo ci troviamo adesso? “
“ Volete sapere dove ci troviamo??? Siamo in un rifugio nel deserto del Gaab, a ventimila passi da Rastebana… “ gli rispose.
“Rastebana? “ chiese perplesso Tehan.
“ Sì, Rastebana….. una delle Cinque Roccaforti…..
Aprite bene le orecchie, giovanotto, perché Rastebana sarà il teatro della vostra prima missione agli ordini del qui presente comandante Tejedor!” declamò l’uomo, indicando se stesso con ampi movimenti delle braccia.
Poi si schiarì la voce:
“ Rastebana è una città sull’orlo di una guerra civile…… L’imperatore, Yowon è un uomo vecchio e malato…. E non molte volte ancora il sole dovrà tramontare, prima che abbandoni il potere…
Il suo successore naturale, il primogenito Kar brama da tempo quel trono, ma…….
I suoi fratelli non lasceranno mai che non venga versata goccia di sangue per quello stesso, sua sorella Yehoan e suo fratello Zalko……” .
Tejedor restò in silenzio e scrutò Tehan, come per vedere se il suo discorso avesse sortito qualche effetto sul giovane. Poi proseguì:
“ Quel che mi sta particolarmente a cuore è fare in modo che il processo di successione si svolga nel modo più incruento possibile….. e soprattutto con la giusta persona alla guida della città… “ e con un sorriso malizioso aggiunse:
“ Giusta per noi, si intende…… “.
Come un attore di teatro che ben sapeva utilizzare pause accurate, Tejedor lasciò ancora che il silenzio cadesse nella stanza per poi esplodere in tutta la sua fierezza:
Zalko è colui che dovrà prendere il potere! E’ un uomo in nostro assoluto controllo!!!
E grazie a lui, l’Armata Ignota di Nejef potrà esercitare la sua ingerenza su Rastebana !!!!!
“.
E mentre pronunciava le sue ultime parole, lasciò che la mano che reggeva il calice vibrasse energica ad accentuare l’enfasi del discorso.
Che seccamente concluse:
“ Il mio tempo con voi è terminato! Adesso, rimettetevi in forze!
Felsiner vi darà le ultime direttive e domattina partirete con lui! “
E dettò ciò, voltò le spalle al giovane e si avviò a lunghi passi verso l’uscita.

Tehan fissò il nuovo personaggio che gli si mostrava.
Era un uomo che poteva avere all’incirca quarant'anni: al primo sguardo pareva non aver alcun segno particolare.
Poi fissandolo negli occhi scorse un colore diverso tra un’iride e l’altra.
Gli rivolse faticosamente la parola:
“ Ho una profonda confusione in testa…… ricordo a malapena il mio nome…. “
“ Non dovete preoccuparvi… l’arruolamento nell’Armata Ignota è sempre così traumatico…… “ gli spiegò pacatamente Felsiner.
“ Il comandante Tejedor poi è sempre molto brutale con le reclute…ed è strano che con voi sia stato addirittura prodigo di spiegazioni…..” aggiunse l’uomo.
“ Ora dormite e non siate turbato! Domani avremo tempo per parlare……. “

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[Modificato da Enzucc 30/07/2005 16.16]