00 26/10/2016 01:21
Credo che nessun cattolico sia obbligato al voto di povertà, chi lo fa è un caso particolare. Capisco il discorso che fa Claudium, ma un cardinale ha lo stesso diritto di impiegare i propri soldi che ha un qualunque commerciante o imprenditore o insegnante. Certo, quando il cardinale è uno che in chiesa legge il Vangelo e frasi tipo "siate semplici come le colombe", a uno viene naturale dire "Ma come!".

Ora, non per cercare di fare i conti in tasca a Bertone, ma ha ricoperto una serie di incarichi, fra cui rettore di un'Università. Il rettore della Cattolica prende intorno ai 200.000 euro all'anno. Non so neanche che stipendio riceva il Camerlengo della Santa Sede, ma, visto che la carica significa "tesoriere", immagino che non pianga miseria. Quello che intendo con questo discorso è che, secondo me, la povertà dipende dai soldi che si hanno: se posso comprarmi una Rolls e invece mi accontento di una Mercedes, in un certo senso è già una scelta di povertà. Non che intenda che Bertone abbia scelto la povertà, ma, di fatto, è impossibile sapere se ha rinunciato o no a qualcosa. Io sono molto più preoccupato dai 150.000 euro che giravano da un lato all'altro fra lui e l'ospedale e dai 450.000 euro spesi dall'ospedale per ristrutturare l'appartamento. L'intero affare è molto buio. La lettura più "garantista" è che Bertone abbia dato commissione a un'azienda attraverso l'ente che amministra l'ospedale di fare i lavori negli appartamenti in cui si sarebbe poi trasferito, che l'ospedale abbia pagato a sua insaputa, che Bertone abbia pagato a sua volta l'azienda, che un terzo ente abbia anch'esso pagato l'azienda, che l'ospedale abbia informato Bertone di aver pagato e abbia chiesto di poter usare il suo appartamento per fare cene di beneficenza e che, a questo punto, Bertone abbia deciso di versare denaro all'ospedale. In pratica, l'azienda avrebbe intascato un pagamento triplo. Il Vaticano indaga [SM=p5108535] al limite gli prestiamo Night. Per le letture non garantiste, basta pensar male.

Fra parentesi, l'attico non è di Bertone, ma una proprietà del condominio in cui è il suo appartamento, che tecnicamente non è a Roma ma in Vaticano, quindi c'è da chiedersi a chi appartenga davvero.

I discorsi come povertà evangelica e perfezione sono giusti, ma sono anche estremamente duri e difficilissimi da applicare, se non si vive in un convento. A parte che un gran numero di francescani sono finiti arrosto perché sostenevano a oltranza idee bizzarre riguardo a cosa significa povertà, c'è proprio il problema di decidere che cosa vuol dire. Il cattolico non ha il diritto a possedere niente? C'è un massimo sindacale espresso in euro che può trattenere per sé e deve donare il resto? Si tratta di una percentuale? Sono domande che sembrano al limite dell'assurdo, ma ci sono religioni che impongono dati numerici (la decima al tempio degli Ebrei, la tassa sociale dei Mussulmani) e la domanda di come leggere il Vangelo (la cosa migliore è restare celibi e nullatenenti?) resta aperta.

Celestino V, Pier da Morrone (protagonista anche di una poesia di Fra Jacopone), è stato anche fatto santo. Ostri probabilmente l'ha presente, perché Benedetto XVI dopo il terremoto entrò, provocando il panico generale, nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio all'Aquila per deporre il proprio pallio sulla tomba di Celestino V. Dopo le sue dimissioni, la gente capì che forse stava già pensando di fare come Celestino e, piuttosto che restare sulla cattedra fino a essere incapace di fare il proprio compito, lasciare posto a un altro.

E anche riguardo a Bonifacio VIII c'è qualcosa da dire, io ne ho sempre sentito parlare un gran male per via di Dante e di Jacopone, ma è stato il Papa che ha istituito il Giubileo (1300), oltre a essersi operato per la fine della guerra fra Francia e Inghilterra. Il suo successore invece è ricordato come un uomo molto pio, è uno di quelli che andava a caccia di francescani oltranzisti.




Vinyadan, filosofo errante
Aspirante Vassallo del Regno e membro della Gilda degli Artisti