00 27/01/2016 15:27
Oramai la notte era calata ed Eruner era veramente stanco di quel nobile novellino. Prima li aveva fatti aspettare, quindi aveva iniziato a discutere, senza mai fermarsi. Spazientito, emise un lungo sospiro, quindi si voltò e senza proferir parola uscì nella notte, tra la sorpresa di tutti e ignorando i richiami degli amici sotto lo sguardo sbigottito del principe Lumix, dei suoi ufficiali e di quella specie di campione. Quando fu fuori, osservò le stelle e ne notò alcune più luminose delle altre. Che strana costellazione! Sembrava quasi... Un’indicazione! Incuriosito, iniziò a seguirla, uscendo dal fortilizio di Lugonoreum e proseguendo nelle campagne immerse nel silenzio e nel buio.
Il comportamento da villico tenuto da Eruner, aveva spazientito Ikarus. Era da insolenti voltare le spalle ad un principe. Avrebbe voluto fargli un discorsetto, ma rimase ad ascoltare il principe. Del resto erano appositamente per quello, ed era stupido andarsene in quel momento. Durante tutto il viaggio, non aveva rivolto la parola a nessuno. Del resto, nella sua mente parlava quasi tutto il tempo con Asheer. Detestava la sua natura maligna, ma non era nemmeno tanto male, anzi era quasi piacevole discorrere con lui, sembrava quasi che l’ospite indesiderato stesse cambiando dove ora si era auto-relegato. Il braccio era accuratamente nascosto, anche da quella logora armatura da mercenario. In quel momento Asheer parlò nella mente del priore e questi con lui: *Uh...un principe...visto com'è ridotto il suo regno, prendere il suo posto non deve essere difficile eh Ikarus?* *Infatti immagino che i suoi nemici bramino proprio quello* *Ma quanto sei perspicace giovane prete* *Hm*
Ikarus cambiò espressione irritato dal tono di Asheer.
<<Qualcosa non va?>> gli chiese Mariuccia
<<No no...è solo il braccio che mi duole>> rispose Ikarus. Quindi tornò a fissare il principe che discorreva sulla situazione del regno.
Eruner continuava a seguire le stelle, correndo più veloce che poteva, attraversando alcuni boschetti e una grande pianura. Avvertiva un'enorme stanchezza, che gli faceva sembrare le membra pesanti tonnellate. La logora armatura lo impacciava e gli lacerava le giunture, ma non voleva fermarsi, non ora che era quasi arrivato. Appena entrò in un altro boschetto, notò subito come fosse più fitto e oscuro degli altri, quasi non riusciva a scorgere dove metteva i piedi, inciampando a ogni passo. Eppure continuava a correre, seguendo le stelle, che facevano capolino tra le chiome cupe degli alberi. Infine giunse dove avvertiva che fosse l'agoniata meta: superò con un balzo un pioppo caduto e si ritrovò in un radura, dalla forma di mezza luna, situata esattamente sotto gli astri che lo avevano guidato. Al centro dello strano spiazzo vi era un ceppo e su questo ceppo una pietra bianca, candida, quasi perlacea. Il Paladino vi si avvicinò e la sfiorò, dapprima titubante, quindi prendendola in mano. Era leggera, anche se incredibilmente resistente. Improvvisamente sentì una pulsazione dal suo interno e la lasciò cadere. Sguainando Enemesi, strisciò la punta della lama sulla pietra, che emise un altra pulsazione, più forte. Eruner voleva fuggire, ma era come ipnotizzato dalla strana gemma. Le pulsazioni erano sempre più veloci, più ravvicinate, quindi accadde l'incredibile: la gemma iniziò a rompersi e da essa fuoriuscì un rettile, rossastro, che emise un acuto squittio. Il Paladino si avvicinò e tentò di toccare l'animaletto, che appena lo vide gli toccò il centro del palmo con il muso. Un'ondata di freddo investì Eruner, che cadde in ginocchio. Sudava, era preda di dolori in tutto il corpo, poi avvertì il Sigillo di Eshan che bruciava, tanto da essere rovente, tanto da lanciare bagliori rossi, finché non si spezzò e lui ridiventò ciò che era stato. L'enorme stazza del drago blu sovrastò per pochi secondi il cucciolo, prima di esplodere in migliaia di frammenti turchesi. Eruner si sentiva strano, molto più leggero di prima.
<<Ma perchè non imparo a restare a casa la notte?>> si domandò Eruner in una nuova forma fisica.
Alzandosi lentamente, notò che la sua vista era molto più acuta, così come tutti gli altri suoi sensi. Guardandosi il palmo, vide un ovale luccicante, proprio nel punto in cui il drago lo aveva sfiorato. Senza volere si portò una mano a lato della testa e lì sentì il secondo segno del suo mutamento. Le orecchie erano a punta! Che diavolo era successo!? Pensò Eruner. Guardando il cucciolo, notò come si era sbagliato: in realtà non era rosso, bensì bianco. Senza capire il perché, lo prese in braccio e avvertì un'ondata di affetto nella sua mente. Proveniva dal drago, qualcosa tentava di affiorare nei suoi ricordi, ma Eruner lo reprime. Sconvolto, decise di tornare all'accampamento di Lumix, ma quando tentò di alzare Enemesi ci riuscì a fatica. Il peso della grande spada era troppo per lui. Trainando la lama con uno sforzo enorme, si diresse verso i suoi compagni, lanciando loro un messaggio telepatico affinché andassero in suo aiuto. Sconvolto, l'unica cosa che riusciva a fare era camminare, pensando domandandosi sempre cosa gli era accaduto.
Gianlù finalmente prese congedo da Lumix, dopo avergli assicurato i suoi servigi e quello dei suoi finti mercenari, e chiesto scusa per il comportamento irrequieto del giovane. Dopodiché mentre si recavano agli alloggi loro assegnati, domandò: <<Dov'è andato quel combina guai? Spero non si sia messo in qualche pasticcio! È una fortuna che il principe Lumix non abbia ereditato la severità della sua famiglia!>>
Avanzando lentamente, con enorme fatica, Eruner giunse a qualche centinaio di metri dal fortilizio decadente di Lumix. Lì, a pochi passi dalla meta, le forze gli vennero meno e crollò lentamente, senza un suono, colpendo duramente il terreno compatto. Il cucciolo di drago bianco era protetto dentro l'armatura, quindi non subì danni a seguito della caduta, ma il neo-elfo era esausto e il colpo lo sfinì del tutto. Con le ultime energie, lanciò l'ennesimo messaggio di aiuto, questa volta concentrandosi solo su Gianlù e Otrebmu. Prima che il buio lo avvolgesse, riuscì a pensare poche parole. Speriamo che mi sentano... Dopodiché cadde un nero velo sui suoi occhi e perse i sensi.
Otrebmu mentre camminava a fianco di Gianlù ebbe la sensazione che qualcuno lo chiamasse e vide che anche Gianlù si era fermato come se avesse udito qualcosa, entrambi si girarono in tutte le direzioni per capire da dove fosse venuto quel richiamo.
Ittoram avvicinatosi al Vassallo gli disse: <<Mi è sembrato di sentire qualcosa, anche Voi?>>
<<Si, era Eruner, deve essere ferito, presto seguitemi>> rispose il Vassallo.
E tra lo stupore delle guardie direne, i due uomini del Sommo Blue Dragon si lanciarono fuori dalle porte, verso il punto da cui quella richiesta di aiuto era partito. Finalmente lo trovarono, ma Gianlù rimase stupito a vederlo e immediatamente si domandò: <<Ma cosa diavolo gli è successo?>>
Quello che stava li a terra, era Eruner, eppure non era lui.
<<Portiamolo dentro, sperando di capirci qualcosa quando si risveglia!>> disse Gianlù.
Dopo diverse ore, Eruner si risvegliò, con dolori in tutto il corpo. Aprendo lentamente le palpebre mise a fuoco la stanza, quindi si alzò a sedere. Da subito non ricordò il motivo del suo malessere, poi gli sovvenne ciò che era accaduto la notte prima e si portò meccanicamente le dita sulle orecchie: erano sempre a punta. Osservando le mani, vide che erano più affusolate, di carnagione chiara, ma quest'ultimo fatto non era insolito. Costringendosi al alzarsi, seppur con enorme fatica, vide che la sua intera figura era più snella e canuta. Inoltre, solo ora notava come i suoi sensi fossero più acuti. Alla fine gli venne in mente il cucciolo. Il cucciolo? Dov'era il cucciolo!? Eruner si ricordò di averlo messo sotto l'armatura per proteggerlo, però ora indossava solo una tunica, quindi pensò che “lo avevano trovato!” Muovendosi velocemente, insolitamente più velocemente di prima, e ignorando il dolore, cercò il cucciolo di drago per tutta la stanza. Alla fine lo vide, appollaiato davanti la finestra, addormentato. Con un sospiro di sollievo gli si avvicinò e gli passò una mano sulla piccola testa candida. Improvvisamente, il Paladino di Atlantide udì l'avvicinarsi di qualcuno per il corridoio. Voltandosi verso la porta mentre si apriva, apparve Gianlù.
<<Vedo che vi siete rimesso amico mio, ora potreste darci una qualche spiegazione su ciò che vi è successo?>> domandò il Vassallo contrariato, ma al contempo curioso di sapere.
<<Salve Gianlù... Mi dispiace se Vi ho procurato delle noie. A dire la verità, cosa mi sia successo non lo so. Ricordo di esser giunto in una radura piuttosto distante da qui, seguendo una costellazione che sembrava dirmi dove si trovasse. Al centro della radura vi era una pietra, candida: un uovo. Per la precisione l'uovo del cucciolo che sta appollaiato sul davanzale... Appena mi sfiorò col suo piccolo musetto, venni assalito da dolori lancinanti e i sigilli di Eshan si spezzarono, riportandomi allo stadio di drago blu. Poi, l'intera sembianza draconica esplose, lasciandomi così come sono... Non sono al corrente del perché, ma credo di essere diventato il cavaliere di quel cucciolo. E non penso che un drago potesse essere cavaliere di un altro drago... Eppure non capisco perché abbia assunto le sembianze proprie di un elfo! Perché non sono diventato umano?>> iniziò a dire Eruner. Più che una domanda rivolta a Gianlu, sembrava che Eruner parlasse da solo. Improvvisamente, il cucciolo si svegliò e si lanciò verso il paladino, che lo prese al volo e avvertì una sensazione di felicità che montava dalla sua mente, come se fosse legata al drago.
<<Che strana storia>> mormorò il Vassallo, poi si rivolse più direttamente ad Eruner per dire:<<Beh, spero che ci sia di qualche utilità questa tua nuova sembianza!>>
<<Lo spero anch’io, anche se è sicuro che sarò più utile che mai con questi nuovi sensi da elfo... Ah, giusto! Cosa ha deciso Lumix?>> domandò l’apparente cambiato Aspirante Vassallo.
<<Saremo al suo servizio, questo ci permetterà anche di valutare meglio la situazione di cercare informazioni sullo spartito>> rispose Gianlù.
<<Ottimo... E gli altri? Su, su, portatemi da loro, sono curioso di vedere le loro espressioni quando mi vedranno!>> disse entusiasmato Eruner chiudendo il discorso.
L'elfo sorrise divertito all'idea, quindi prese il cucciolo e si avvicinò a Gianlù, attendendo una sua decisione. Un cucciolo di drago bianco era entrato nel castello, di questo Alkor era sicuro. Aveva avvertito la sua presenza già da fuori le mura, ma non si aspettava che questi sarebbe entrato senza essere visto. Com'era potuto accadere, qualcosa non gli quadrava. Basandosi sull'istinto e aiutato da Rethar iniziò a girare tra le varie sezioni del castello cercando di individuare la creatura e tentando di attirare l'attenzione il meno possibile. Giunse infine di fronte ad una stanza, laddove sulla parete alla destra della porta vi era appoggiato il campione del fortino. Sicuramente era una delle stanze che il principe Lumix aveva concesso al loro gruppo e vedendo il soldato incaricato di seguire Gianlù e gli altri ne fu convinto. Sentì delle voci provenire da dietro la porta e non ci mise molto a riconoscerle. Solo una aveva qualcosa di strano, sembrava familiare e al contempo estranea. In mente si visualizzò il volto di Eruner. Cosa aveva combinato questa volta il giovane paladino e cosa aveva a che fare con il cucciolo di drago? Pensò Alkor. Bussò alla porta, noncurante del soldato direno il quale non si scompose più di tanto. Il silenziò calò nella stanza dietro la porta. Capendo la situazione Alkor si annunciò.
<<Siamo Alkor e Rethar, possiamo entrare, per cortesia, messeri?>> chiesè Alkor seguito da un profondo momento di silenzio.
<<Venite avanti Ser!>> proferì la strana nuova voce.
Senza indugiare oltre il Cavaliere del Drago e il suo compagno varcarono la soglia della camera da letto di Eruner. Quello che li attendeva oltre era in parte atteso e in parte inatteso, era insolito che un nuovo cavaliere del drago cambiasse forma! Questa dimensione in cui era finito Alkor aveva peculiarità a lui insolite, del resto era sempre un’altra dimensione, diversa da quella da cui proveniva. Il cucciolo era lì dove era stato percepito, ma la cosa strana era la persona che lo stava portando in grembo e che lo stava cullando come un figlio. Una persona dalle fattezze d'elfo, ma che elfo non era! I due compagni spiegarono dell’accaduto ad Alkor, che rimase senza parole, anche se iniziò a ricordare di strane leggende su particolari cavalieri del drago. Rethar era meravigliato quanto il suo cavaliere.
<<Ehm ser Gianlù, il tizio fuori sa qualcosa?>> domandò Alkor.
<<Non preoccupatevi, non gli ho fatto capire nulla grazie ai tentativi ben riusciti di Kreit di attirare l'attenzione. Almeno i suoi modi provocatori servono a qualcosa>> rispose Gianlù.
<<Ah ah ah, che tipa Kreit. Cosa avete deciso?>> domandò di nuovo Alkor.
<<Dovremo fare un cambiamento di programma, in queste condizioni non possiamo agire, quindi dobbiamo informare il principe Lumix e i suoi ufficiali, chi siamo e le nostre intenzioni>> rispose Gianlù.
<<Mi sembra pericoloso, qualche soldato direno potrebbe tradire e vendere informazioni preziose ai principi rivali!>> espose Alkor, osservando la porta chiusa.
<<Lo diremo solo a loro, i soldati non devono sapere niente. Otrebmu, Enricus e Rowena sono d’accordi con me, in questo modo non saremo limitati nelle nostre azioni, avendo ottenuto poi il permesso del principe e del comandante di poter girare liberamente per il fortino, ma soprattutto poter mettere le mani su archivi e biblioteche… se no, finisce che lo spartito di Enricus non lo troveremo mai>> chiarì Gianlù.
<<Già gli archivi e le biblioteche sono l’unico modo di poter trovare un indizio>> ripeté Alkor.
<<Quando otterremo il loro consenso, Enricus, Ikarius e Otrebmu avranno un bel da fare. Tanto loro sono abituati a massacrarsi sui libri. Ah dimenticavo, Rhetar deve rimanere così e di lui non si deve rivelare niente, non dimentichiamoci il fattore sorpresa quando servirà>> concluse in tono scherzoso Gianlù.
Gianlù si fece largo tra Alkor e Rhetar fino alla porta, l’aprì e con il cenno della mano incitò i compagni in stanza a seguirlo. Il soldato comandato a sorvegliarli si ricompose e segui i quattro mercenari. È mia impressione o quell’elfo non l’ho mai visto prima?Aspetta! Cos’è quello? Iniziò a domandarsi la guardia scelta vedendo Eruner nella sua nuova forma elfica con in braccio il piccolo drago. Gianlù tanto per ridersela un po’ iniziò ad andare a tratti a passi veloci, poi a passi moderati, di nuovo a passi veloci e di scatto rallentava. Così facendo metteva in difficoltà il giovane soldato, che ai cambi di passo rischiava di finire addosso a Rhetar che gli era davanti.
<<Scusa>> disse la guardia scelta urtando il drago sotto sembianze umane.
Rhetar non rispose, ma guardò il soldato direno negli occhi, mentre i suoi erano ben celati sotto l’ermo, e fece una sorta di ringhio. Il drago era un po’ allergico ai pivelli. Gianlù condusse i quattro amici e il soldato fino allo spiazzale del fortino, dove ad attenderli c’erano il resto della compagnia e svariate milizie direne in esercitazione. Gianlù poi si allontanò con Enricus verso il palazzotto del principe, sempre seguiti dalla guardia scelta, che non li mollava un solo momento. I due Vassalli lasciarono Eruner col resto dei compagni che lo circondarono e lo riempirono di domande su quel che gli era successo.

Nella sala del palazzotto di Lugonoreum, le alte cariche del fortino erano in riunione.
<<La situazione non è delle migliori, sua altezza. I miei uomini mi hanno riportato che le forze di Rufus negli ultimi due mesi sono a dir poco raddoppiate e come se non bastasse dalla sua ha anche il generale Valerius con i suoi terribili Direnia Knight!>> disse ser Romualdo in piedi vicino al tavolo, con rapporti e mappe degli esploratori alla mano.
<<Non so come potrei agire diversamente, se solo il buon Re Ruphert non fosse morto non saremmo arrivati a tal punto. Rufus non si fermerà alla corona, lui mira ben altro… lui vuole conquistare il regno Blue Dragon>> affermò il giovane principe.
<<È impossibile, oggi come non mai, il regno di Blue Dragon ha ottenuto un prestigio tale da diventare la prima potenza al mondo. Il Vostro fratellastro è un folle!>> intervenne ser Tancredi innervosito.
<<Sono d’accordo, è una follia. Cosa aspira Vostro fratello? A sconfinate pianure zeppe di cadaveri?>> aggiunse ser Tobias a fianco del comandante Metellius con viso scettico.
<<Capisco il vostro scetticismo, anche io lo sono al riguardo; ma Rufus non è stupido come può sembrare. Prima che entrassi a far parte dei Vostri uomini, ho letto per puro caso dei documenti segreti di uno dei genieri di del principe Rufus. Non c’erano buone cose dentro!>> disse ser Romualdo.
<<Ser Romualdo ha scoperto in quei documenti, che mio fratello vuole mettere le mani sull’Anello Astrale!>> dichiarò il principe Lumix.
<<Cosa sarebbe?>> domandò ser Tancredi.
<<Non sappiamo nulla di preciso al riguardo, ma vi sono leggende e canti di antichi manoscritti, risalenti ad oltre diecimila anni fa, che decantano di un incredibile arma che fu in grado di sconfiggere il demonio in persona!>> rispose il principe Lumix.
<<Sarebbe una disgrazia per tutti! Rufus non avrebbe rivali e potrebbe facilmente sconfiggere i potenti Sommi di Blue Dragon>> affermò ser Romualdo.
<<Anello Astrale… cosa sarà mai? Io non potrei imm…>> iniziò a ragionare il comandante del fortino prima di essere interrotto da una bussata alla porta della sala.
<<… Avanti, potete entrare!>> disse il principe.
Il principe Lumix, il comandante e i tre maestri cavalieri attesero che Gianlù ed Enricus entrassero, dopo che questi bussarono alla porta della sala, seguiti sempre dalla guardia scelta.
<<Almeno potreste dire cosa volete dal principe?>> domandò stizzita la guardia.
<<Tranquillo amico, è tutto sotto controllo! Respira!>> rispose Enricus.
<<Sua altezza, vorrei chiedervi udienza>> disse Gianlù al principe seduto di fronte.
<<Non è il momento opportuno, tornate dopo!>> rispose il comandante Metellius.
<<Anche se avessi delle informazioni importanti?>> domandò in risposa Gianlù.
<<Fatelo entrare>> disse Lumix con un comandante leggermente contrariato.
<<Principe non ve ne pentirete! Ora vi chiedo se potete congedare le due guardie, e rimanere solo noi due con voi e i vostri più stretti collaboratori>> chiese Gianlù.
<<Guardie fate come dice il nostro ospite>> concluse Lumix.
Nella sala rimasero solo il principe Lumix, il comandante Metellius, i tre maestri cavalieri, con Enricus e Gianlù, mentre la guardia venne congedata. I due Vassalli, invitati dal principe, presero a sedere allo stesso tavolo. Dopo essersi schiarito la voce, Gianlù per lo stupore dei partecipi, rivelò di essere lui e il suo amico due Vassalli. Inizialmente ser Tancredi non riuscì a capire questa improvvisa rivelazione, reputando il gesto degli uomini del Sommo Blue Dragon una mancanza di rispetto, avendo in un certo modo ingannato l’intero fortino, ma ser Romualdo intervenne e giustificò il gesto degli ospiti molto sensato e prudente. Infatti, il maestro cavaliere degli esploratori riteneva che nel fortino, per quanto si potesse essere selettivi sui collaboratori e le truppe, ci potrebbe sempre essere presente qualche spia o infiltrato. Gianlù fu contento del riscontro positivo con gli ufficiali presenti nella sala, e dopo aver fatto qualche chiarimento, espose gli obbiettivi della missione in cui si è cimentato con tutti i compagni presenti a Lugonoreum. Il principe Lumix non si aspettava un aiuto simile, per riportare Direnia nella tranquillità da parte di simili uomini d’esperienza. Avere tre Vassalli dalla propria parte era una sicurezza notevole.
<<Con questa nostra rivelazione, quindi vogliamo cambiare ruolo da semplici mercenari a veri e propri collaboratori, però la nostra identità deve rimanere celata ai soldati, non dimenticatelo principe. Farci agire all’oscuro dei vostri fratelli è un importante punto a favore>> disse Gianlù.
<<Di questo non dovete preoccuparvi ser Gianlù, i qui presenti maestri cavalieri e il comandante, sono persone leali. Poi per quanto riguarda la ricerca dello Spartito dell’avo vostro, Enricus; voi avete il consenso di poter accedere ai miei archivi e alla mia biblioteca, sperando che riusciate a trovare quel che vi serve>> disse il principe Lumix.
<<La ringrazio sua altezza. Il ritrovamento dello Spartito Obliato sarà più utile di quanto possiamo immaginare>> disse Enricus alzandosi in piedi e pronto ad uscire.
<<Per quanto riguarda gli aiuti che vi porgiamo. Molti dei miei compagni già si stanno adoperando nel migliorare le costruzioni del fortino e allenare le truppe. Ma incaricherò i miei amici Arkan e Alkor di controllare i confini marittimi a est del Galandrax, perché se Rufus vorrà attaccarci lo farà accedendo dal mare!>> affermò Gianlù.
<<Questo l’avevo pensato anche io, perché il principe Rufus non può attaccare il Galandrax attraversando i territori della capitale, al contrario si darebbe da solo la zappa sui piedi; perché così facendo verrebbe attaccato dagli altri fratelli e dalle forze gestite dai gerarchi>> intervenne ser Tancredi.
<<Sono preoccupato per mia madre che è rimasta in capitale>> dichiarò Lumix.
<<Non preoccupatevi, più tardi ne parlerò con uno dei miei…>> disse Gianlù.
Finita la riunione, Gianlù ed Enricus si congedarono e notarono che il soldato direno non li seguiva più, avvertendo un pizzico di nostalgia per il breve tempo passato a farlo fesso per poter agire inosservati. I due Vassalli scesero al pian terreno e si recarono nello spiazzale dove vi erano ancora gli Aspiranti Vassalli a discutere della trasformazione di Eruner, mentre seduta su un carro a due ruote vi era Rowena che condivideva una mela col proprio destriero. Enricus con fare macchiettano radunò tutti vicino al carro dove era seduta Rowena, per discutere della riunione appena conclusa con Lumix e i suoi ufficiali.
Finito di dire tutto quel che c’era da sapere, Gianlù propose a tutti di terminare la giornata con una lunga pausa di riflessione, perché il giorno seguente nessuno si sarebbe più potuto tirare indietro e quello era l’unico momento per ripensarci. Secondo Gianlù e gli stessi Enricus e Rowena, gli eventi sarebbero stati fin troppo veloci e imprevedibili, col rischio che qualcuno poteva veramente non fare più ritorno alLo Regno.
[Modificato da SolarKnight 27/01/2016 15:27]






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere