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La spedizione di Ser Gianlù per le Mura Rosse, oltre ad Alkor, Rhetar, DragonKnight, Arkan, Ser Romualdo, Ser Tobias e Ser Tancredi poteva contare ben cento unità di cavalleria leggera, quaranta unità di cavalleria corazzata, venti esploratori a cavallo e quattrocento fanti. Il Vassallo reputò giusto l’ausilio di tale numero di uomini, nel preparare in tempo le trappole destinate a rallentare e demoralizzare gli uomini di Rufus.
Arrivati alle Mura Rosse, ser Gianlù si fece indicare da Alkor il punto esatto dell’orizzonte, dove era sbarcato l’esercito di Rufus.
<<In pratica, si dovrebbero trovare a quarantacinque gradi Nord-Est dalle Mura Rosse. Guardate, proprio a linea d’aria con quel grosso albero diviso in due… probabilmente da qualche fulmine>> disse il cavaliere del drago d’argento, indicando il luogo da cui sarebbe giunto il fratellastro di Lumix e il suo esercito.
<<Bene fatto Alkor. Adesso sentitemi tutti quanti! Il tempo a nostro favore è davvero molto poco, forse nell’ordine di pochissimi giorni, se non proprio ore! Quindi armiamoci di pale, picconi e tanta volontà, e facciamo delle grandi fosse nei pressi delle entrate. Devono essere, almeno, profende fino alla vita… se arrivano al vostro petto meglio ancora!>> disse a gran voce il Vassallo.
<<Queste sarebbero le trappole?>> domandò Arkan.
<<Per il momento scaviamo, poi provvederemo a coprirle e… e se abbiamo tempo altre trappole>> rispose Gianlù lanciando una pala all’Aspirante Vassallo, che la prese a volo.
Gli uomini di Gianlù iniziarono a scavare nei pressi delle varie entrate delle Mura Rosse, le stesse entrate che un tempo avrebbero servito ai cavalieri dello scomparso Gen. Gallorum di caricare l’orda di Red Dragon. Non a tutte le entrate gli furono scavate fosse davanti, in quanto l’antica muraglia si estendeva per molte miglia da Est ad Ovest, dividendo quasi di netto il continente occidentale; ma fu interessato, per il completo successo dell’impresa, un tratto più che sufficiente delle mura, che si trovava a linea d’aria sul percorso di marcia del principe Rufus e il suo esercito. Ci vollero più di dieci ore per scavare tutte le fosse necessarie.
Nel pomeriggio dopo una brevissima pausa, Ser Gianlù diede ordine agli esploratori di Ser Romualdo di ispezionare le terre a Nord-Est, con il preciso compito di avvertire in caso si fossero presentati i nemici.
<<Arkan e DragonKnight, fate ritorno a Lugonoreum con tutte le unità appiedate. Per completare le trappole bastano i cavalieri di Ser Tobias e Ser Tancredi. Non possiamo rischiare la vita degli uomini sprovvisti di cavalcature>> disse deciso Ser Gianlù.
<<Sarà fatto>> affermò Arkan.
<<Ser Gianlù, avrei preferito rimanere per aiutarvi, ma non discuto ciò che fa parte del vostro piano>> disse un po’ amareggiato DragonKnight.
<<Vi ringrazio, fratello. Adesso andate>> disse Gianlù dando una pacca sulla spalla di DragonKnight.
I due Aspiranti Vassallo, scelti dal Vassallo Gianlù, si misero alla testa dei quattrocento fanti e li guidarono per il ritorno a Lugonoreum.
<<Bene, adesso chi è rimasto con me, Ser Tobias e Ser Tancredi, si prodighi a ricoprire con cordicelle e foglie i fossi, e sopra di esse spargete un sottile strato di terreno, in modo da rendere tutto uguale al normale terreno >> disse Gianlù, indicando le foglie di alti ontani che ricoprivano gran parte del territorio.
Su indicazione del Vassallo quel centinaio di uomini rimasti si adoperò a ricoprire le buche. Poi Ser Romualdo, con l’approvazione del Vassallo e dell’altro ufficiale, fece preparare un parapetto difensivo ben visibile nel sottobosco, composto principalmente da palanche e aste incrociate.

Enricus, Ikarus, Mariuccia e Otrebmu avevano viaggiato per ben ventidue giorni sul territorio direno, partendo da Lugonoreum per arrivare alla lontana Bathav. I quattro compagni attraversarono la Grande Foresta Direna, nella quale non di rado affrontarono temibili basilischi e creature della non-morte pronte in agguati e tranelli. Il prode bardo e l’impiegabile priore di Blue Dragon non poche volte dovettero assistere i poco pratici Aspiranti Vassallo, i quali, in simili scontri, erano alle prime armi.
Passata la Grande Foresta Direna, Enricus, Ikarus, Mariuccia e Otrebmu si dovettero distanziare molto dalle grandi pianure di Surad, per scongiurare spiacevoli incontri con i soldati del Principe Rufus, e per evitare di smarrirsi furono obbligati a percorrere il lungo tratto di costa orientale fino agli altissimi Monti Deros, i quali da sempre hanno diviso il continente occidentale in due uguali porzioni di territorio.
Alle pendici dei Monti Deros terminava il quarto dei golfi occidentali direni, in un insolita forma di corno, dal quale anticamente prese il nome di Golfo del Corno di Drago. Enricus fece attraversare la piccola spiaggia bianca e sabbiosa del golfo di fronte alla formazione montuosa, e in poco tempo si ritrovo con i suoi compagni ai confini della regione di Bathav. Passato un lungo tratto di pianura dall’erba alta, i quattro prodi del Sommo Blue Dragon arrivarono all’enorme Foresta Paludosa di Floris.
<<Oltre questa palude ci troveremo di fronte alla Catena Montuosa di Bathav. Questo sistema di montagne ha una particolarità! La sua formazione a ferro di cavallo garantisce alla regione interna di Bathav un clima piacevole per tutto l’anno, ma soprattutto un’efficace difesa naturale, che costringe il suo attraversamento solo in pochi tratti o per via mare>> spiegò Ikarus scoprendosi il viso dal capuccio.
<<Vale a dire, uno dei pochi tratti attraversabili e vicini si trova oltre questa bellissima e accogliente foresta paludosa, invasa da piccole e fastidiose zanzare, e qualche simpatico e amichevole predatore squamoso e dai mille denti aguzzi!>> disse con enfasi Enricus, scostandosi il mantello e indicando un punto oscuro e fitto della foresta paludosa.
<<Andiamo bene, non bastava qualche antico soldato direno dannato, ora ci si mettono anche le zanzare!>> disse Mariuccia molto irritata, facendosi cadere le braccia.
<<Non dimentichiamoci i coccodrilli eh!>> ribadì Enricus.
<<Vi vedo molto serio, Otrebmu.>> constatò il priore, osservando l’Aspirante Vassallo poco partecipe.
<<Guardo e prendo appunti, soprattutto temo per la nostra salute!>> dichiarò Otrebmu.
<<Cosa vi preoccupa?>> domandò Ikarus.
<<Non so come, ma mi vengono alla mente strane storie riguardo uomini, che hanno attraversato, non so quali, paludi e pur non avendo un graffio sono morti con la febbre alta>> rispose l’Aspirante Vassallo.
<<Ho capito, a tal proposito mi avete anticipato. Prima che attraversiamo la foresta, spalmiamoci su braccia e viso questo unguento, allontana le zanzare. Così eviteremo di prenderci la Febbre delle Paludi!>> aggiunse Ikarus indicando a Mariuccia la sua borsa.
<<Ah si, ecco. Prendetene, ce n’è per tutti!>> disse Mariuccia, tirando fuori dalla borsa un barattolo, per poi aprirlo.
Spalmatosi l’unguento repellente, i quattro avventurieri a piedi e affiancati dai propri destrieri si addentrarono nella foresta paludosa, tra pozzanghere maleodoranti e liane appiccicose. In alcuni punti insolite superfici di fango, rivelavano la presenza di pericolose sabbie mobili, e in stagni profondi e apparentemente tranquilli vi si celavano infide creature pronte a ghermire i primi passanti.
I due Vassalli e i due Aspiranti Vassallo camminarono per molte miglia, faticando molto a tirarsi dietro con le corde i propri cavalli, abbastanza spaventati dai versi degli animali feroci.
Enricus spostando delle frasche, rivelò nel bel mezzo della foresta un piccola collinetta di terra, spaziosa abbastanza da poter accogliere i quattro avventurieri con i loro cavalli, ma non era molto alta e gli alberi la circondavano e sovrastavano in altezza. Al centro della collinetta non vi erano molti rami e la luce riusciva ad arrivare sulla sua sommità; sembrava come una camera oscura con un piccolo spiraglio di luce.
<<Ci fermeremo su quella collina, li riposeremo tranquilli>> disse Enricus.
<<Io mi occuperò di accendere il fuoco>> proferì Otrebmu arrancando nel pantano.
<<Io invece preparo qualcosa da mettere sotto i denti… umh vediamo, mi è rimasto qualche kilo di legumi>> aggiunse Mariuccia osservando nella borsa, mentre il cavallo gli si accostava affamato.
<<A me basta riposare un po’… ho un mal di testa terribile, il mio “ospite” non si stanca mai>> dichiarò Ikarus con occhi stanchi e turgidi.
<<Non avete un bell’aspetto, vi conviene riposare. Nel frattempo, come finisco di sistemare i cavalli e mangiare, esploro la palude in cerca di qualche sentiero più agevole>> disse Enricus.
I quattro campioni del Sommo Blue Dragon salirono sulla collinetta, e un volta sistemati i cavalli e procuratogli da mangiare, accesero il fuoco e a loro volta placarono la fame, con zuppa a base di legumi.
Enricus, appena ebbe finito di mangiare, discese la piccola collina e si incamminò da solo in esplorazione nella palude. Per un Vassallo del calibro di Enricus non esistevano entità o belve che potessero rappresentare un pericolo, a parte le sabbie mobili e le punture di insetti.
Mariuccia iniziò a leggere il libricino nero, preso tempo prima a Lugonoreum, mentre Otrebmu l’ascoltava e lubrificava le spade Sin Fein. Ikarus si sedette e ascoltando l’amica Aspirante Vassalla, poggiò la testa su un tronco. Il priore non riuscì, per molto tempo, a tener le stanche palpebre degli occhi aperte e un sonno profondo lo colse, e l’immagine fioca dei due Aspiranti Vassallo fu l’ultima visione.

Dove sono?Perché è tutto buio? Continuò a domandarsi il priore.
Non vedo un accidente! Mariuccia, Otrebmu, dove siete? Sento la vostra presenza, ma non vi vedo! Perché non rispondete? Alle domande di Ikarus, nessuna risposta pervenne. Il priore di Blue Dragon era avvolto da una fittissima oscurità, nella mente pensava alla collina su cui si erano fermati, ma non riusciva a visualizzare in ricordo di nessuna immagine. Il buio più totale era la frustrazione di Ikarus.
Cosa sta suc… cosa mi sta succedendo? Un Vassallo come me, per giunta un priore, non dovrebbe essere avvolto dall’oscurità in questo modo! Continuò a dirsi Ikarus, quando ad un tratto nell’oscurità vide un essere incorporeo dalle fattezze di un giovane ragazzo.
Ascheer, perché non la smettete di tormentarmi? Domando Ikarus, avendo iniziato a capire qualcosa.
Perché dovrei? Io voglio la vostra fine e la vostra dannazione. Questo è lo scopo che mi tiene ancora legato a voi. Quando avrò il pieno controllo del vostro corpo, potrò attaccare i vostri compagni, senza che questi attacchino me… ah ah ah dopotutto io sono in voi e voi sarete il prigioniero di voi stesso! Rispose Ascheer.
NON LO VEDRETE MAI QUEL GIORNO! Io mi libererò di voi. Dichiarò Ikarus.
Dei lamenti e dei frastuoni, accompagnati da voci umane, echeggiano nell’oscurità.
Hw hw hw hw siete uno spergiuro, Ikarus! Esclamò lo spirito malvagio, per poi continuare a dire “Non potete mantenere simili promesse, tanto non riuscirete mai a liberarvi di me!”
Ikarus tentò di lanciare incantesimi di elemento luce, ma nulla ne venne fuori.
Fallito, siete un povero fallito! Disse provocatorio lo spirito maligno.
I lamenti, i frastuoni e le voci, si facevano sempre più forti.
Una volta avrei pensato che i Vassalli sono imbattibili, ma mi sbagliavo di grosso! Perché son riuscito a mettere in trappola non un comune Vassallo, ma un Vassallo Priore! Inveì Ascheer, per poi iniziare a recitare occulte preghiere maligne, appena constatò lo strano silenzio del Vassallo.
Ikarus non aveva perso tempo e aveva iniziato a contrastare il nemico con delle vere preghiere.
Gli echi dell’oscurità iniziarono ad aumentare e ad amplificarsi.

Ikarus, appena aprì gli occhi, vide l’accampamento di fortuna sotto sopra. Il fuoco spento, il pentolino rovesciato, i cavalli scappati e gli equipaggiamenti sparsi per la collina costituirono la nuova realtà di Ikarus. Il priore assodò che i rumori della sua mente erano reali, un potente spirito maligno stava attaccando i due Aspiranti Vassallo, sotto il proprio naso e in assenza di Enricus.
Otrebmu e Mariuccia erano stati attaccati da una potente creatura delle tenebre, che si rivelò essere una pericoloso Spirito Nero Sussurrante, che con una mano teneva sospesi in aria i due Aspirati Vassallo. Fino a quel momento Mariuccia ed Otrebmu avevano lottato con tutte le proprie forze, ma la potenza del nemico li aveva dominati. Otrebmu e Mariuccia, sospesi nel vuoto, non riuscivano a proferir più parola ed erano praticamente immobilizzati, i piccoli tremori, che li attraversavano sui loro corpi, rivelavano la loro continua lotta a liberarsi dalla morsa spirituale maligna; ma l’essere non gli dava alcuna tregua sussurrando sommesse parole maligne al vento.
<<Dannate creature delle tenebre! Ne ho abbastanza di voi!>> esclamò arrabbiato Ikarus.
L’essere maligno, sempre trattenendo le sue prime due prede e continuando a sussurrare nel vento, parve voltarsi verso il priore e con l’altro braccio libero tento di attaccarlo.
<<Ti cancellerò dalla faccia della terra. Padre Creatore datemi la Vostra protezione, HOLY!>> disse con forza Ikarus mostrando al nemico, con la mano destra, il crocefisso appeso al collo.
Nessun prodigio nacque dalle parole di Ikarus e l’anima dannata iniziò a sussurrare parole maligne con più veemenza e frequenza. Ikarus si sentì fortemente a disagio; il suo malessere non derivava solo dall’attacco dell’avversario di fronte, anche da un secondo avversario, quello interno, Ascheer.
La vicinanza dello Spirito Nero Sussurrante aveva rinvigorito lo spirito maligno di Ascheer, il quale non perse tempo ad attaccare internamente Ikarus. Il priore oppresso dall’attacco congiunto dei due nemici, iniziò a pregare per sé e i suoi amici, con la speranza di bloccare l’influsso maligno, che li aveva paralizzati.
Mariuccia, vedendo a mal appena il priore alzato, non perse tempo a recitare mentalmente qualche preghiera, capendo che era l’unico modo per poterla spuntare. Otrebmu osservò lo strano comportamento dell’amica Aspirante Vassallo, la quale aveva chiuso gli occhi e mostrava un viso più sereno, il giovane Aspirante Vassallo intuì qualcosa e goffamente iniziò anche’egli a pregare mentalmente.
Sulla collina, nel bel mezzo della foresta paludosa, una calma innaturale sembrava dominarne l’aere, ma non era così, perché vi era una battaglia ad alti livelli spirituali tra le forze del male e del bene, una battaglia più terribile di un confronto armato.
Enricus avvertì una forte instabilità spirituale e rapido discese da un’altissima sequoia, aveva da poco visualizzato il percorso ideale, che con i suoi compagni lo avrebbe condotto alle montagne. Il Vassallo corse con tutte le sue forze verso l’accampamento di fortuna dei suoi amici. Saltò rocce, evito fauci fameliche, sbaragliò alcuni non-morti, falciò cespugli e abbatté un ostacolo alboreo; Enricus con tutto il suo vigore, arrivò come un fulmine nei pressi della collina.
Il bardo non fece neppure in tempo ad evocare le sue spade, che gli venne un sussulto; una sorta di botto di energia non normalmente percettibile, lo fece rimanere sorpreso.
Ikarus, Mariuccia e Otrbmu si liberarono dall’oppressione dello Spirito Nero Sussurrante. In men che non si dica, il priore di Blue Dragon colpì fortemente con la “stella del mattino” la creatura maligna, la quale come uno sbuffo di fumo nero sparì, donando all’ambiente la poca luce che aveva.
<<Tutto bene?>> domandò Enricus.
<<Credo di si, non mi sento più oppresso da quell’essere>> rispose Otrebmu.
<<Sto bene anch’io, ma che ci faceva un simile abominio? Non riesco a capacitarmene>> dichiarò Mariuccia iniziando a raccogliere gli oggetti sparsi sulla collina.
<<Ikarus! Come vi sentite?>> domandò di nuovo Enricus e nello specifico al priore, che sembrò immobile.
<<Ho appena bloccato Ascheer. La vicinanza della creatura delle tenebre, lo ha fatto agitare molto; infatti ha tentato di controllarmi, mentre l’altro mi attaccava>> rispose Ikarus riprendendo una posa più naturale.
<<Lo spirito maligno ha approfittato della mia assenza. Sono dispiaciuto fratelli, avete corso un bel rischio>> disse Enricus salendo la collina, per ricongiungersi agli altri tre.
<<Non dispiacetevi, perché io sono il colpevole di un simile rischio. Se non fosse stato per la mia condizione instabile, avrei scacciato quell’essere in men che non si dica… ma portando un simile fardello nel braccio, ho rischiato la mia vita e quella dei miei compagni. Come vedete sono io a chiedervi scusa>> disse il priore.
<<Tutto è bene quel che finisce bene, dal vostro esempio stiamo imparando un importante lezione, mai essere troppo spavaldi davanti alle forze del male!>> affermò Enricus.
<<Ben detto>> aggiunse Ikarus.
<<Siete due grandi Vassalli, con voi non si finisce mai di imparare>> proferì Otrebmu.
I tre uomini del gruppo si diedero una pacca a vicenda sulla spalla.
<<Beh, ragazzi, mi fa piacere che vi sentite così determinati e affiatati, ma c’è una cosa da fare… recuperare i cavalli!>> notificò Mariuccia tenendosi i fianchi.
Enricus, Ikarus, Mariuccia e Otrebmu, una volta raccolto il loro equipaggiamento, andarono a recuperare i propri cavalli sparsi nella foresta paludosa. Non vi furono particolari imprevisti, i quattro campioni di Blue Dragon, trovati i cavalli si incamminarono presso le catene montuose di Bathav.






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere