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Il Labirinto d’acqua

Il tranquillo oceano dell’ovest brillava alle prime luci del mattino fregiandosi della bellezza degli smeraldi. Enormi banchi di pesci insediavano quelle cristalline acque oceaniche formando un unica massa brillante, nella quale si muovevano sinuosi voraci predatori marini; i gabbiani in volo dalla costa non tardavano a prendere parte al banchetto. Tutto sembrava spettacolare e straordinario in quel infinito gioco di luci. Nell’entroterra un vento gelido faceva percorrere i brividi lungo la schiena di due avventurosi e stremati giovani, intenti a percorrere una stradicciola in terra battuta. Davez avvolto dal suo mantello rosso scarlatto avanzava caldo e protetto rimirando il paesaggio fra un passo e l’altro. Subito di seguito l’appiedato Solar Knight portava per le redini il suo fiero destriero ancora insellato con la lancia da cavalleria legata e chiusa in un fodero bianco, mentre di tanto in tanto la spada alata, rinfoderata e posta al fianco sinistro, picchiettava per tutta la sua lunghezza la leggera armatura direna, producendo quel caratteristico suono miliziano delle truppe direne.
<<Solar Knight>> disse il mago in quell’armonia di suoni naturali del momento, fra i versi dei gabbiani e i rumori del mare e del vento.
<<Guardate a nord lungo la spiaggia verso la scogliera, c’è il borgo marittimo di Bathav! Siamo finalmente giunti, adesso ci attende del meritato riposo>> continuò Davez.
<<Ne abbiamo passate tante in questi giorni, fra lupi e intemperie, finalmente siamo arrivati!>> esultò il cavaliere, portando la mano al disopra degli occhi per vedere il nuovo punto d'arrivo e proteggendosi dai detriti del vento; poi aggiunse stizzito: << Se a Lugonoreum quei stramaledetti zombi non avessero sbranato il vostro cavallo... povero cavallo... per fortuna la lancia antica che porto ha dei poteri incredibili... non so come, ma si è attivato un potere in essa che li ha letteralmente polverizzati. Per poco non ne uscivo seriamente ustionato!>>
<<Siamo stati fortunati amico mio. Vi volevo dire una cosa… vi debbo la vita e non so come ringraziarvi. Qualcun altro se ne sarebbe andato a galoppo spiegato, soprattutto quando sono apparsi i lupi, i quali avrebbero avuto la loro cena!>> disse Davez.
<<Non ditelo nemmeno per scherzo, sarebbe stato come commettere un omicidio. E poi come son fatto io, non valuto questi perfidi vantaggi>> rispose Solar Knight.
<<Solo che simili gesti di altruismo sono sempre più rari. Le persone stanno diventando sempre più fredde ed egoiste, rispetto i tempi dei nostri nonni>> replicò il mago.
<<Lo so amico mio, purtroppo le persone stanno diventando schiave e cieche del loro egoismo, non si fa altro che parlare di se stessi. Sono pochi a rischiare la propria vita per un altro. Ma non pensiamoci e andiamo dritto verso Bathav>> continuò il cavaliere.
Camminando per la stradina sterrata, i due avventurieri notarono stranamente la mancanza dei pescatori con le loro barche e le caratteristiche attrezzature, essendo quella mattina un momento assai remunerativo per la pesca. Quando arrivarono ai cancelli di Bathav, i due amici videro poche persone in giro che si spostavano frettolosamente da un edificio all’altro, portando a mano cibo e anfore d’acqua. Solar Knight interpellò un soldato di vedetta, che seduto sopra dei gradoni del muro di cinta, si limitava ad osservarli.
<<Soldato cosa sta succedendo in questo borgo? Dove vanno tutti così di fretta?>> domandò Solar Knight.
<<Signore, niente di particolarmente allarmante! Si stanno preparando per l’arrivo della tempesta>> rispose il soldato scattando in piedi.
<<Quale tempesta? Io vedo solo un bel cielo sereno>> osservò Davez.
<<No Davez, il soldato ha ragione guardate verso sud-ovest. Nubi cariche di pioggia!>> disse Solar Knight.
<<Sono venti anomali molto rari su quest’oceano, ma molto pericolosi; ecco perché la gente va così di fretta. Comunque siamo ben preparati >> affermò il soldato, poi saggiando il vento con le dita disse <<Meglio accasarsi, fra non molto il tempo si scatenerà>>.
<<Adesso capisco perché hanno quella diga foranea così alta e le mura degli edifici e dei moli ben rinforzati>> disse impressionato Davez.
<<Troviamo una stalla per il mio cavallo e un riparo per noi in qualche locanda>> sollecitò Solar Knight.
<<Si, muoviamoci non vorrei ritrovarmi ad affrontare tempeste assassine!>> concluse Davez.
Detto questo i due avventurosi amici salutarono il soldato e si avviarono alla ricerca di una locanda libera, mentre le poche persone del borgo scomparivano dietro le porte e le finestre delle loro case. Dopo aver trovato una stalla per il cavallo, Solar Kinght diede dieci kion come anticipo allo stalliere e subito dopo raggiunse Davez che lo aspettava fuori. Scorsero una locanda, “ La Vela Ammainata”.

Entrando, Solar Knight e Davez videro molti avventurieri e marinai seduti ai tavoli a chiacchierare e a rifocillarsi nell’ambiente caldo e accogliente della locanda. Ma solo alcuni di loro saltavano particolarmente all’occhio di chi entrava. Al tavolo centrale c’erano cinque persone dedite a giocare d’azzardo con i dadi; a destra vicino alla finestra un uomo alto, calvo e muscoloso osservava il cielo con la mano sinistra portata al mento e la destra al relativo fianco; davanti verso le scale tre marinai discutevano animatamente; mentre vicino al bancone un vecchietto magro, dalla lunga barba con in mano un boccale mezzo pieno, sonnecchiava con la testa poggiatavi sopra. I due amici non ebbero nemmeno il tempo di accomodarsi, che fuori un lampo saettò attraverso il cielo carico di pioggia seguito da un fragoroso e minaccioso tuono, in un istante una copiosa quantità d’acqua si abbatté al suolo. Una raffica di vento e acqua tolse a Davez il cappello da mago.
<<Ma guardate come è cambiato rapidamente il tempo!>> disse Davez spalancando gli occhi.
<<ROBERTA VA A SBARRARE LE FINESTRE, E AVVERTITE VOSTRA FIGLIA DI MUOVERSI CON IL VITTO, CHE QUI SONO ENTRATI DUE NUOVI CLIENTI!>> una voce aspra e forte, per farsi sentire, rintonò peggio del tuono precedente, tanto da far tappare le orecchie a Davez con entrambi le mani.
Solar Knight si avvicinò al bancone e chiese al locandiere se era possibile anche pernottare. Il locandiere diede uno sguardo veloce ad un piccolo, rovinato e macchiato registro, e subito prese una chiave e la lanciò a volo al cavaliere che prontamente la prese. Un uomo di poche parole pensarono i due compagni; poi presero un posto a sedere all’opposto del bancone oltre i tavoli centrali sotto un enorme testa di squalo imbalsamata. I due iniziarono a osservare, se fra i tanti presenti, vi fosse un capitano. Difficile a dirsi, poteva essere chiunque, pensò Davez; ma Solar Knight se li studiava uno per uno. Quando una voce femminile limpida e armonica prese l’attenzione di entrambi, come se fosse un potente richiamo di una sirena. Ad un tavolo una bella ragazza dai capelli castani e lunghi, dal fisico longilineo e sinuoso, portava da mangiare e da bere ad alcuni clienti molto gratificati.
<<Che bella ragazza! Che portamento e che viso delizioso, cosa ci fa in mezzo a questa marmaglia rozza e rumorosa? mi sono innamorato, me la sposerei!>> esclamò Davez.
<<Calma Romeo, quella splendida fanciulla è la figlia dell'oste; fossi in voi, farei un passo alla volta>> disse Solar Knight dapprima serio e poi scherzoso.
Davez non poté far almeno di notare la faccia burbera e cagnesca del locandiere che vigilava attento sulla figlia, mentre brandiva con una sola mano una pesantissima giara piena d’acqua.
<<Gulp! Eh eh eh dovrei farmi amico prima quello!>> esclamò l’insicuro Davez.
<<Hei voi due volete unirvi al nostro tavolo!>> disse una voce all’improvviso.
Solar knight e Davez si guardavano intorno, e una persona dai centro tavola li stava fissando.
<<Hei dico voi due! Volete unirvi con noi? Qui si giocano poste alte per veri uomini!>> disse un uomo smilzo ben vestito, con la faccia pallida e ben curata, all’apparenza gentile.
<<Cosa vuole? Sembra amichevole>> sussurrò Davez al cavaliere, riparandosi la bocca con la mano destra.
<<Credo voglia ripulirci delle nostre cose, adesso gli dico di no>> disse fra i denti Solar Knight, poi componendosi disse: <<Mi dispiace messere, ma non abbiamo nulla da offrire e come finisce questa tempesta devo partire con i miei uomini per il Katai!>>
<<Perdonatemi, solo adesso noto che siete un sottufficiale di Direnia. Avete molto da fare credo, che perdere tempo a giocare con noi>> disse quasi sibilando l’uomo con aria ironica.
<<Non esagerate a giocare se non volete grane>> concluse Solar Knight tutelato dal suo grado di soldato.
L’uomo riprese a giocare con i suoi amici, comunicando chissà quali parole sotto voce ai quattro uomini seduti al suo stesso tavolo. Solar Knight e Davez, alzatosi dal tavolo, ebbero l’idea di domandare al locandiere se fosse a conoscenza di un capitano esperto e riservato, un vero lupo di mare. Passando per i tavoli i due amici erano molto deliziati della presenza della bellissima ragazza; Davez non le toglieva gli occhi di dosso talmente che ne era rimasto ammaliato, tant’è vero che Solar Knight gli dovette dare più di una gomitata per riportarlo dal mondo dei sogni, mentre erano davanti al proprietario. Davez, richiamato dall’amico, sbandò non appena si voltò verso il locandiere. Solar Knight prese posto a sedere vicino al bancone e domandò se era presente un capitano in locanda, ma il locandiere non gli rispose e continuò a strofinare con un panno una brocca; tuttavia con un cenno della testa indicò il vecchietto semisveglio seduto al bancone, probabilmente in preda ad una bella sbornia. Solar Knight gli si avvicinò, fu a quel punto che l’uomo grosso e calvo seduto vicino la finestra, oramai chiusa, si interruppe a bere e si avviò verso il bancone.
<<Cosa volete da mio padre?>> domandò una voce forte alle spalle di Davez.
<<Io niente!>> disse Davez intimidito dal marcantonio che lo sovrastava alle sue spalle.
<<Non abbiamo cattive intenzioni, messere. Volevamo solo chiedergli se ci potesse dare un passaggio sulla sua nave, mi hanno riferito che è un capitano molto in gamba. Poi paghiamo bene, soprattutto se il servizio è impeccabile>> rispose Solar Knight sicuro di sé.
<<Se i fatti stanno così… >> iniziò a dire l’omone toccandosi la nuca e prendendo posto al bancone.
Finalmente; Solar Knight e Davez riuscirono a trovare un capitano, anche se a mediare gli accordi ci pensò il figlio di nome Bartholomew, che si rivelò una brava persona molto precisa, leale e di poche pretese. Non si poteva sperare di meglio.
<<Mio padre Thomas è il miglior lupo di mare di Bathav, vi assicuro che non esistono calamità che possano sorprenderlo in mare aperto. Da quando lavoro insieme a lui, la bellezza di dodici anni, non ho mai visto tempesta che ci avesse trovato impreparati e danneggiato la nave>> raccontava Bartholomew orgoglioso del padre.
<<Non sapete quanto ci fa piacere messer Bartholomew>> continuò Solar Knight.
<<Il piacere è mio! Trovare dei buoni clienti è difficile>> affermò soddisfatto il marinaio, mentre vedeva il cavaliere direno prendere un sacchetto da sotto il pettorale dell’armatura.
<<Ecco vi do già l’anticipo, prendete! Sono duecento Kion. Una volta che saremo nel continente del Katai, vi daremo i restanti duecento Kion come pattuito>> detto questo Solar Knight diede il sacchetto di Kion.
<<Non vi deluderemo messere. Adesso dovete scusarmi, devo portare mio padre sopra nelle stanza a riposare, ha bevuto cosi tanto da ubriacarsi peggio di cento ubriaconi pazzoidi!>> concluse Batholomew caricandosi il padre sulle spalle.
Davez guardava dubbioso Solar Knight per l’affare appena concluso, ma questi lo rassicurò spiegandogli che i nomi di quei marinai non sembravano nuovi. Quegl’uomini potevano sembrare all’apparenza burberi e grezzi, ma avevano un grande esperienza seguita da un gran cuore. Molte volte il maestro cavaliere Ser Romualdo in passato aveva spiegato che l’apparenza è il maggiore degli inganni, e che fosse più sicuro aver a che fare con un uomo brusco e ignorante che con un uomo nobile e intelligente. Cosi come le bacche di Belladonna, dall’apparenza invitante, possono uccidere l’uomo ingenuo che le prende per buone. L’apparenza è forse la più pericolosa delle insidie e porta spesso a fare scelte sbagliate e azzardate, Solar Knight lo sapeva.
[Modificato da SolarKnight 30/12/2013 23:19]






Lottare per rinnovare il presente. Bisogna lottare sempre, fino all’ultimo respiro, questa è la condizione umana.

Il male maggiore proviene da piccole impostazioni di pensiero sbagliate

[SM=x92774]Regio Analista e Vassallo del Regno di Blue Dragon
[SM=x92726]Cavaliere