Via i Crocefissi e spazio al "Che"

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Adriano II
00venerdì 16 dicembre 2005 07:48
Un lettore ci segnala un grande fatto della nostra piccola
Italia: "Incredibile, nelle scuole elementari di Roncone è
stato tolto il crocifisso per far posto al calendario di
quel terrorista socialista di Che Guevara!! Sto scrivendo
una lettera di sdegno al giornale. Spero di non essere il
solo questa volta! (Paolo P.)".
E' un fatto apparentemente piccolo, ma indicativo del grande
cambiamento che viene surrettiziamente operato nelle
coscienze di adulti e piccini. Significativo il silenzio dei
due episcopi trentini, forse troppo occupati nelle raccolte
fondi per l'operazione "liberatrice dei più poveri in
America Latina", Mato Grosso. Da rimarcare anche la
malcelata ironia del quotidiano che riferisce la notizia, il
quale appartiene a uno dei maggiori gruppi editoriali
progressisti.


RONCONE - [...] Ebbene, Gesù e il Che sono diventati, loro
malgrado, protagonisti della polemica politica a Roncone. A
causa di chi? Di Celeste Bazzoli, uno a cui piacciono le
cose chiare e che, se deve dirti quel che pensa, non prende
mai la circonvallazione, ma te la spara a bruciapelo con il
vocione da tenore che si ritrova.
Partiamo da Gesù, in ordine cronologico e di importanza.

L'anno scorso Celeste si è accorto che una mano ignota
(rimasta ignota nonostante le indagini) aveva fatto sparire
dai muri delle classi della scuola elementare i crocifissi.
"Io non sono uno che va a messa tutte le
domeniche - ammette - ma trovo che il crocifisso sia un
simbolo della nostra tradizione, perciò la cosa non mi è
andata giù".
E se non gli è andata giù, figuriamoci come ha reagito.
Prima ha tuonato contro questa decisione in consiglio
comunale (Bazzoli, vicino ad Alleanza Nazionale, è
consigliere di minoranza, anche se gli amici oggi dicono
scherzando, ma nemmeno tanto, che è diventato l'undicesimo
uomo del sindaco Bortolo Bazzoli), poi ha comperato a
proprie spese i crocifissi, li ha fatti benedire dal parroco
e li ha fatti appendere là dove stavano i loro colleghi
scomparsi prematuramente.
Fine del primo episodio e inizio del secondo.

Qualche giorno fa il povero Celeste doveva vederne un'altra
capace di fargli perdere la trebisonda. Gli è stato riferito
che in una classe (sempre delle elementari di Roncone) è
comparso il calendario del Che.
Apriti cielo! "Ma dove siamo finiti?", si è chiesto. E si è
risposto: "Prima tolgono i crocifissi dalle aule, poi
attaccano i calendari di Che Guevara... Così non va bene.
No, non va proprio bene".
Ma perché, povero Che? Considerazione fuori luogo. "La
scuola - taglia corto con il tono di chi non ammette
repliche - deve rimanere fuori dalla politica, quindi io a
questo gioco non ci sto. Appendano i calendari delle
Cooperative, delle Casse Rurali, di qualche Associazione se
vogliono, ma non quelli politici". E per giunta di sinistra,
insinuiamo, malevoli.
"Nessuno", sbotta, "perché la scuola è una cosa seria, punto
e basta". Punto e basta mica tanto. Celeste, con la grinta
da spaccamontagne che a Roncone tutti gli conoscono, non si
ferma alla contestazione verbale.

Ha annunciato, e ha subito mantenuto, il lancio di un'interrogazione
in Comune e ha preso contatto con il rappresentante di
Alleanza Nazionale in consiglio provinciale, Cristano De
Eccher, per commissionargli un'interrogazione anche lì.
Nella sua interrogazione Bazzoli, dopo aver definito la
questione del calendario "uno squallido episodio di
prevaricazione ideologica nei confronti degli alunni", teso
al "condizionamento delle coscienze dei ragazzi cui l'immagine
viene imposta in modo oltretutto fraudolento", chiede al
sindaco e alla Giunta "se non ritengano di condividere l'opinione
dell'interrogante circa la censurabilità di un'iniziativa
assolutamente diseducativa nei confronti degli scolari della
nostra comunità" e "quali iniziative intendano assumere per
evitare che le aule scolastiche nel nostro Comune siano
usate per estemporanee iniziative di propaganda a senso
unico".

di GIULIANO BELTRAMI
© L'Adige (gruppo Respubica), 15-12-2005
Drauen Ghor
00venerdì 16 dicembre 2005 09:47
Favorevole alla rimozione dei crocefissi.

Contrario per il calendario del Che. Non perchè sono di destra, ma se in una scuola uno comincia a mettere il calendario di un personaggio, un altro potrebbe volere di mettere quello che vuole lui. Vedere i muri tappezzati di calendari non mi parerebbe una cosa tanto educativa, soprattutto perchè se uno mette il calendario di Cicciolina, mica si concentra tanto in classe! [SM=x92702]
"Paunovic"
00venerdì 16 dicembre 2005 12:43
Non ho mai ben capito tutta la smania di tappezzare le classi con simboli di vario tipo.
Ne tutte le polemiche che succedono quando ciò accade.
.Markox.
00venerdì 16 dicembre 2005 12:46
Vorrei ricordare che ora come ora la presenza dei crocifissi è LEGGE
Gianlu79
00venerdì 16 dicembre 2005 13:13
La soluzione sarebbe semplice: Invece di fare tutte stè caciare ogni volta, ci vuole tanto a chiedere ai bambini cosa vogliono nelle loro classi? E se i bambini sono troppo piccoli per capire chi è Che Guevara, ci vuole tanto a fare una bella riunione dei genitori e mettere democraticamente a votazione?

Io personalmente, farei mettere in ogni classe, una Giagantografia di POVIA, con a fianco il testo intero della canzone "I bambini fanno oh..."

E che cavolo, lasciamoli crescere in pace stì poveri ninni, e non mi sembra che gli atei qua presenti siano rimasti traumatizzati dai crocefissi appesi nelle loro aule, cos' come non sono rimasto traumatizzato io, quando vedevo gente venire a scuola con maglie del Che, quaderni del Che, poster del Che,....
N e s s u n o
00venerdì 16 dicembre 2005 17:11
La scuola non è un campo di battaglia...
I bambini devono GIOCARE e IMPARARE. Stop.

Per scendere in piazza con le bandiere del "Che" o con quelle di CL avranno tutto il tempo da adulti...sempre che gli freghi qualcosa di farlo.
I bambini sono una delle poche risorse del mondo che ancora è fuori dalla "pupù" della politica.

Facciamo che restino tali.

Personalmente sapete come la penso sui crocifissi nelle scuole, ma finchè non si infrange la legge ci può stare...fermo restando che io quella legge la cambierei.
Quello che invece non si vuole capire è che le scuole pubbliche, i pubblici uffici, gli enti pubblici, essendo DELLO STATO e per STATO si intendono i cittadini di OGNI fede politica e di OGNI RELIGIONE, non possono e non devono diventare un arena politica.

Che Guevara in classe non ci sta a fare nulla, se non nei libri di storia assieme a Garibaldi, al duce a Carlo Magno etc...
I professori facciano il proprio mestiere che è quello di offrire un insegnamento ed una educazione il più possibile OBBIETTIVA.
Certo che non è facile, tutti abbiamo le nostre idee personali e per forza di cose in molte nostre attività tendiamo a farle emergere.
Ma passare da professori che sporadicamente offrono agli alunni una opinione personale a professori che vorrebbero trasformare le classi in una sede di partito (o in una chiesa)...beh c'è una bella differenza.

I bambini hanno già tanti problemi "da bambini", perchè vogliamo a tutti i costi addossargli pure le beghe dei "grandi"???

Lasciamoli in pace !!

LadySyrius
00venerdì 16 dicembre 2005 17:27
O.o ma perché sui muri non ci appendono i disegni dei bimbi, quel paesaggio o quell'altro e cose così? cose normali che possano andar bene al sinistroide come al destroide, al cristiano come al mussulmano, al pincopallo come a pallopinco, a maschi come a femmine, ecc?

non mi pare una cosa così difficile da realizzare.. perché metterci sempre simboli che implicano certe ideologie? [poi boh, ultimamente c'è la tendenza a voler trovare un nesso anche con un sasso che è un pelo più tondo degli altir con qualche ideologia]. Il bel sole con la casetta che ti fa il bimbo non va bene? -.-
Zhu Long
00venerdì 16 dicembre 2005 18:44
Re:

Scritto da: Gianlu79 16/12/2005 13.13
La soluzione sarebbe semplice: Invece di fare tutte stè caciare ogni volta, ci vuole tanto a chiedere ai bambini cosa vogliono nelle loro classi? E se i bambini sono troppo piccoli per capire chi è Che Guevara, ci vuole tanto a fare una bella riunione dei genitori e mettere democraticamente a votazione?

Io personalmente, farei mettere in ogni classe, una Giagantografia di POVIA, con a fianco il testo intero della canzone "I bambini fanno oh..."

E che cavolo, lasciamoli crescere in pace stì poveri ninni, e non mi sembra che gli atei qua presenti siano rimasti traumatizzati dai crocefissi appesi nelle loro aule, cos' come non sono rimasto traumatizzato io, quando vedevo gente venire a scuola con maglie del Che, quaderni del Che, poster del Che,....


sn daccordo con gianlù

anche se oggi i bambini crescono prima e sn più smaliziati, a otto anni accanto al poster di batman (maschietti) e le winx (femminucce) potrebbero mettere il poster dei Blue [SM=x92704] (le femminucce) e quello di Adriana Lima (i maschietti) [SM=x92706] [bravi!]
Hugrun
00sabato 17 dicembre 2005 21:13
Mi associo con Gianlu e LadySirius! Penso anche che ai bambini non importi più di tanto cosa si appende in aula , a loro basta imparare e divertirsi (come è giusto che sia!). Tutte queste dispute mi sembrano decisamente una perdita di tempo.
Sladge
00lunedì 19 dicembre 2005 17:39
A che giova?

Tutto questo discutere a che giova?
Secondo me ai bambini la questione tocca relativamente, ma sicuramente vedere i propri genitori che difendono il simbolo della loro tradizione sicuramente insegna molto, non tanto per il simbolo ma per il "lottare per una cosa giusta" anzichè per il solito denaro o potere, o, ancora peggio, per il nulla (cioè fregandosene di tutto e di tutti)
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