Verso la Transilvania

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ThunderBlade
00venerdì 2 luglio 2004 17:25
Cyber Dark salutò stancamente i due Guardman che stavono a gurdia del cancello e si incamminò lungo al sentiero che portava verso le colline. Ad un tratto si sentì chiamare per nome. Estrasse velocemente Melkador mentre si girava, riconoscendo poi la figura che gli stava davanti. La faccia gli si allargò in un sorriso, mentre riponeva nel fodero la sua fidata spada. "Cosa ci fai qui Thunder?" Disse, dopo aver abbracciato l'amico. "Quando siamo tornati dal Katai ti ho raccontato del mio scontro con il vampiro..." (Vedere Aria di cambiamenti). "Mi ricordo bene, mi hai detto che si era dissolto per tornare nel suo territorio per curare le gravissime ferite che gli avevi inflitto..." Il samurai assunse un aria seria "Bene, ho ricevuto dal Sommo l'ordine di recarmi in Transilvania per scovarlo e sconfiggerlo definitivamente e ho pensato che essendo un paladino tu mi potresti essere di grande aiuto" "Perchè io e non Bright?" "Il nostro amico a molto da fare, specialmente ora che è divenuto il nuovo Gran Maestro..." Il paladino sorrise al compagno "Pi piace l'dea di intraprendere un nuovo viaggio, specialmente se si tratta di aiutarti a sconfiggere un vampiro" I due amici sorrisero a vicenda e si incamminarono verso sud.

[Modificato da ThunderBlade 24/03/2005 23.52]

Mariuccia5
00venerdì 2 luglio 2004 21:02
Scusate
ma la parte del suo pg non dovrebbe scriverla Cyber???[SM=x92708]
Cyber Dark
00sabato 3 luglio 2004 02:03
(non vi preoccupate, mariuccia...)
(io e ThunderBlade siamo d'accordo, ha carta bianca su tutto[SM=x92709]
forse il mio intervento giungerà...più avanti[SM=x92710] )
BrightBlade
00domenica 20 marzo 2005 22:18
Riporto in auge questa discussione
Giacché con mio fratello Thunder abbiamo intenzione di riprendere e completare questa parte della storia e, soprattutto, di parlarvi dei suoi recenti sviluppi che riguardano personalmente anche il sottoscritto (vedere la mia improvvisa dipartita in "Minaccia dal futuro...").
Insomma, a breve (spero) il resoconto di come è andata con il Vampiro, ad opera del buon vecchio Thunder!
[SM=x92702]
Sommo Palank
00lunedì 21 marzo 2005 02:23
???
Ehi, ma che fate? andate a caccia di vampiri in transilvania e non mi dite niente??? Che c'è, vi volete riservare solo per voi il divertimento eh? AVIDONI!
BHUAHAHAHAHAH! [SM=x92710] [SM=x92710] [SM=x92710]

A parte scherzi, buon viaggio ragazzi! E mi raccomando, non usate mai più di un braccio nei combattimenti contro i vampiri, altrimenti non c'è divertimento! [SM=x92710]

Holux!
ThunderBlade
00giovedì 24 marzo 2005 23:51
La caccia al demone (1)
ThunderBlade e Cyber Dark viaggiarono per molti giorni seguendo la pista lasciata dal vampiro nella sua precipitosa fuga. Non si trattava in realtà di qualcosa di concreto: niente impronte, niente vittime dissanguate lungo la strada...
Eppure, era facilissimo per i due guerrieri individuare i luoghi dove Krash Loth era passato: bastava ascoltare le numerose voci circa il passaggio di uno spettro urlante che si andavano diffondendo ovunque.
Fu dunque seguendo le storie che andavano creandosi - e che un giorno sarebbero state leggenda - che Thunder e Cyber raggiunsero infine il villaggio di Dyreck.
Era un piccolo agglomerato di case, aggrappato al fianco scosceso del monte Drim.
Quando i due guerrieri della luce entrarono a Dyreck, il silenzio nel villaggio era assoluto. La gente, affacciandosi agli usci o, per lo più, dalle finestre socchiuse, spiò la loro venuta con molta diffidenza.
"Gente allegra..." mormorò il Samurai, scendendo da cavallo.
Cyber emise qualcosa di simile a uno sbuffo, e diede una pacca sul collo al suo pegaso.
"Non fateci caso, Thunder, la gente di queste terre è diffidente per natura. Gli serve a sopravvivere..." spiegò quindi il Paladino.
In quel mentre, un omone fece capolino dal grande uscio di quercia dell'edificio di fronte ai due seguaci di Blue Dragon, la costruzione più grande della piccola piazza di Dyreck.
"Chi siete? Che cosa volete?" ringhiò lo sconosciuto, mentre con le mani carezzava una grande scure di legna.
Era un uomo dall'aspetto singolare. I capelli neri, spettinati e tagliati abbastanza corti, incorniciavano un volto dall'espressione dura, delineato da una mascella praticamente quadrata. Indossava un grande grembiule nero, sotto il quale portava una camicia bianca - sporca di fuliggine - e un paio di brache, nere anch'esse.
Tutto sommato, pensò Cyber Dark, assomigliava molto più ad un fabbro che ad un sindaco.
"Siamo giunti in cerca del Vamp..." cominciò ThunderBlade. Cyber Dark, non appena si accorse cosa stava per dire il suo inesperto compagno, lo colpì con una gomitata alle costole.
Mentre il Samurai si piegava in due sulla sella, boccheggiando, il Paladino esordì:
"Vi saluto, mio signore. Io e il mio compagno siamo in viaggio da molti giorni, e non cerchiamo altro che un giaciglio ed un pasto caldo".
Lo sconosciuto non parve per nulla rassicurato.
"Andatevene. Non condividiamo il nostro cibo e il nostro tetto con gli estranei" fu la sua risposta per nulla diplomatica.
Il volto di Cyber Dark era più impassibile di una statua di marmo.
"Come volete, messere. Io ed il mio assistente cercheremo altrove chi sia interessato ai nostri servigi...".
Il Paladino voltò con fare maestoso il Pegaso, e fece per avviarsi in senso opposto. ThunderBlade, pur non capendo che intenzioni avesse l'amico, lo imitò seguendolo con il destriero.
"Che genere di servigi?" chiese allora l'omone. Sul volto del Paladino comparve l'accenno di un sorriso. Voltò il Pegaso.
"Io e il mio assistente siamo ammazza-vampiri... ma sono sicuro che questo ameno villaggio non soffra di questi problemi..." disse.
Thunder comprese in quel momento il piano del Paladino, e assunse l'espressione più truce che gli riuscì.
"I vostri servigi potrebbero... interessarci, messere. - grugnì l'omone - Io mi chiamo Durek, sono il fabbro di Dyreck e, da quando il sindaco è... scomparso, sono anche il capo qua.
Potrete alloggiare alla locanda. Discuteremo in seguito dell'accordo, ora ho da fare". Durek parlò come se avesse già raggiunto un'intesa con i due bluedragoniani, ma Cyber sapeva perfettamente di aver guadagnato un punto di vantaggio su quello scorbutico capovillaggio.
Con un sorrisetto beffardo, il Paladino osservò il fabbro tornare all'interno dell'edificio. Quindi, voltato il Pegaso, si diresse verso la Locanda.
ThunderBlade rimase per qualche secondo immobile, sconcertato dall'arguzia con cui Cyber aveva sbaragliato l'avversario. Infine, scuotendo la testa, seguì al trotto il compagno.
ThunderBlade
00lunedì 4 aprile 2005 14:12
La caccia al demone (2)
Quel pomeriggio, Durek, Cyber e ThunderBlade si incontrarono all'ombra del rozzo porticato della taverna.
L'aria era umida e polverosa, un'insistente brezza sollevava persino i detriti più grossi dal fondo di terra battuta delle trade.
"Ehm... benvenuti" disse il fabbro. Forse voleva essere amichevole, ma non gli riuscì molto. Cyber e Thunder, però, intuirono le sue intenzioni, e si rilassarono un poco.
"Allora, messer fabbro, volete parlarci del vostro... problema?" disse Cyber.
Durek si rabbuiò in volto.
"Qualche settimana fa, il villaggio è stato quasi travolto da una tempesta di pioggia. Non si era mai visto nulla del genere a memoria d'uomo, da queste parti. Le comari hanno cominciato a sussurrare che uno spirito malvagio fosse venuto ad abitare in mezzo a voi.
Ovviamente, all'inizio nessuno gli ha dato retta. Poi però... la tempesta è passata, è vero, ma questo dannato vento ci perseguita ormai da... - il fabbro tossì rumorosamente - ... scusate... ormai da quattro giorni. E proviene sempre da là, dal monte Drim.
Sono un fabbro e non ne so niente di queste cose, ma di solito il vento viene dal mare, non dai monti, specialmente in questa stagione..."
"Capisco" disse allora il Paladino, che aveva intuito dove il capovillaggio andava a parare. "Dunque vorreste che noi indagassimo sulla faccenda, dimostrassimo che non c'è nessuno spirito malvagio che infesta il vostro monte, tornassimo e lo spiegassimo alle comari del villaggio e ai creduloni che gli danno retta, giusto?".
La mente semplice di Durek ci mise un po' per registrare il discorso di Cyber.
"Più o meno il piano era quello..." ammise infine, abbassando gli occhi a terra.
Cyber sorrise, e questo per la verità fu un piccolo errore: perché così facendo, concesse a Thunder l'iniziativa. Il Samurai non aspettava altro che un'occasione per parlare, e la colse all'istante.
"E' semplice, messer Durnik, quello che ci chiedete è... impossibile!".
Durek impallidì leggermente.
"E perché?" chiese, stupito.
Cyber sospirò, riprendendo la parola:
"Perché lo spirito malvagio c'è davvero, amico mio".
ThunderBlade
00martedì 17 maggio 2005 20:29
La mattina seguente, il Paladino e il Samurai si alzarono prestissimo. Mentre il sole faceva capolino oltre l'orizzonte, rischiarando l'aria pungente della notte, i due compagni ultimarono i preparativi per il viaggio. Assicurati alla cintura, ThunderBlade portava una serie di paletti appuntiti che aveva ricavato quella notte stessa tagliuzzando un frassino con la sua affilatissima katana. Cyber aveva sorriso vedendo quell'armamentario, ma non aveva detto nulla.
Fuori dalla taverna dove avevano alloggiato, li aspettava Durek.
"Voglio venire con voi" disse il Fabbro. "Sono bravo a maneggiare il mio maglio ed è mio compito proteggere il villaggio", aggiunse poi, come se Cyber Dark avesse chiesto ulteriori spiegazioni. Il Paladino, invece, si limitò a scrollare le spalle, e si incamminò verso il monte Drim.
Il suo umore pensoso andò via via peggiorando durante il viaggio verso la montagna, lungo uno stretto sentierino battuto dal vento.
Mentre Cyber camminava in silenzio, alle sue spalle il Samurai e il capovillaggio stavano intrattenendo una vera e propria conversazione sul modo di forgiare una spada. Nella terra di ThunderBlade l'acciaio era molto più tenero di quello del continente, e dunque era necessario batterlo anche una ventina di volte prima di ottenere un risultato accettabile. In compenso, però, la katana del Samurai era incredibilmente leggera - come Durek ebbe modo di osservare maneggiandola - e manteneva il filo senza bisogno di particolari cure.
"Volete farla finita?" disse infine Cyber, al colmo della sopportazione. "State facendo così baccano che oramai persino i sassi sanno che stiamo passando, figuriamoci il Vampiro..." sbottò poi, riprendendo a camminare.
Thunder e Durek lo osservarono ammutoliti. Per il resto del viaggio, non una sola parola fu pronunciata, né quando si fermarono per consumare un frugale pranzo, né nel pomeriggio.
Alla fine, la piccola comitiva si accampò proprio ai piedi del monte Drim.
Mentre ThunderBlade accendeva un piccolo fuoco e Durek montava le tende, Cyber si sedette su di un tronco d'albero, abbattuto forse dal passaggio dello spettro.
Il Vampiro era vicino. Più camminava, più percepiva con carezza la malvagità che stava avvolgendo quella montagna, come una pestilenza.
"Chissà cosa starà combinando BrightBlade" si chiese in cuor suo Cyber Dark. I due avevano viaggiato così tanto insieme che ora quella nuova compagnia, così diversa dall'ex allievo venuto da Atlantide, lo metteva quasi a disagio.
Il Samurai, in particolare. "Ha preso la cosa troppo alla leggera" pensò Cyber. "Uccidere un Vampiro non è una scampagnata, specialmente per lui". Il Paladino e il Samurai si conoscevano ormai da alcuni anni, eppure non lo aveva mai visto così rilassato, così... disattento.
Cyber sorrise, immaginandosi più vecchio di trent'anni sbottare un: "Gioventù moderna...".
"Messer Paladino, la cena è servita" disse ThunderBlade, interrompendo i suoi pensieri. Solo in quel momento, Cyber notò che, chissà come, i due avevano catturato un coniglio, che stava ora rosolando sul fuoco.
Cyber si spostò accanto al fuoco, quindi i tre consumarono il lauto pasto.
"Farò io la guardia" disse Thunder, addentando una coscia del coniglio.
E così, un'oretta dopo, se ne stava seduto a terra, la schiena poggiata contro il tronco dell'albero caduto, a scrutare le costellazioni, accompagnato dal respiro sommesso del Paladino e dal russare fragoroso di Durek mentre dormivano...
ThunderBlade
00giovedì 2 giugno 2005 15:24
Il samurai era avvolto dalla nebbia, alzatasi progressivamente con il calare della notte, quasi come in un pesante mantello. Gli era impossibile scorgere qualsiasi cosa si trovasse a più di tre metri da dove si trovava.
Si alzò in piedi, per sgranchirsi le gambe. Da qualche parte, in alto tra i monti, un lupo salutò la luna - beato lui che può vederla, pensò Thunder - con un lungo ululato.
Cyber e Durek dormivano profondamente, avvolti nei loro mantelli.
La radura attorno a lui era piena di piccolissimi rumori: insetti che sibilavano o camminavano sul tronco di qualche albero, il calpestio leggero di una volpe di passaggio... tutti suoni che l'orecchio allenato del samurai coglieva nitidamente.
All'improvviso, il sordo rumore di un rametto spezzato echeggiò nella nebbia.
Thunder si voltò in quella direzione, aguzzando lo sguardo. Nulla, non c'era nulla.
Poi, quasi di colpo, lo sentì. Non c'erano dubbi. Era il rumore distinto e chiaro di un forte vento.
Il cervello di ThunderBlade lavorò rapidissimo. Tirava vento. C'era una grande nebbia. Eppure tirava vento. Tirava vento!!! Com'era possibile che quella nebbia fosse lì? Non avrebbe dovuto essere spazzata via?
La certezza di quella evidente contraddizione illuminò la mente del samurai. Le sue mani si strinsero fulminee attorno alla katana.
Un sinistro sibilò fendette la nebbia. La katana volò fuori dall'elsa, rapidissima. Con un gesto fluido e micidiale, ThunderBlade intercettò il dardo di balestra a mezz'aria, disintegrandolo.
"IMBOSCATA! IN PIEDI!" gridò il Samurai, mentre altri dardi saettavano verso di lui.
Thunder distrusse uno dei due quadrelli e lasciò che l'altro gli passasse accanto, quasi sfiorando il suo petto ricoperto dalle piastre dell'armatura.
In un battibaleno, Cyber Dark era sveglio e spada in pugno. Con un calcio colpì ThunderBlade dietro i polpacci, facendolo franare a terra proprio mentre un terzo quadrello stava per colpirlo.
"Avete appena inventato un nuovo sport?" chiese sarcastico il Paladino a ThunderBlade, mentre con la sinistra afferrava Durek per la collottola e gli impediva di alzarsi in piedi.
"La nebbia è magica!" disse di rimando Thunder.
Cyber annuì. Alzando la mano, lanciò l'incantesimo Luce tutto attorno a lui.
Immediatamente, lo spazio attorno a loro fu illuminato a giorno e la nebbia svanì nel nulla, rivelando un manipolo di scheletri armati di picche e balestre.
I non-morti lasciarono cadere le armi e crollarono a terra, contorcendosi mentre la luce sacra li consumava.
Improvvisamente, però, il Paladino avvertì un potere oscuro contrastare il suo incantesimo. Nella radura tornò la penombra.
"C'è uno stregone" disse Cyber, cercando di mantenere l'incantesimo. Lentamente, la luminosità si stabilizzò in un grigiore soffuso nel quale era possibile distinguere gli scheletri. Sul volto del Paladino comparve un tetro sorriso. "Dev'essere molto lontano, non riesce a contrastare efficacemente il mio incantesimo. Per questa volta, non combatteremo alla cieca, Thund... Thunder?". Il samurai era scomparso.
Cyber si guardò intorno, sguainando la spada. Due scheletri armati di alabarde lo attaccarono alle spalle, ma il Paladino li abbatté quasi distrattamente con un largo fendente che sbriciolò letteralmente quelle antiche ossa rianimate dalla magia oscura.
Durek indicò in una direzione. Cyber si voltò, e vide almeno venti scheletri circondare il samurai con le loro alabarde.
Il Fabbro fece per caricare i non-morti, ma ancora una volta il Paladino lo fermò.
"Se non se la cava contro quelli là, non ha alcuna speranza contro il Vampiro ed è meglio che torni a casa" spiegò quindi.
Durek annuì, incerto. Dal suo punto di vista, Cyber Dark aveva appena condannato a morte l'amico, ma non lo disse ad alta voce.
Il cerchio di alabarde si strinse attorno a ThunderBlade.
Il samurai impugnò la katana con la mano destra, levandola sopra la testa, e rivolse il palmo aperto della sinistra di fronte a sé, nell'antica posizione d'attacco dello Scorpione.
Gli scheletri fecero un altro passo avanti, avvicinandosi ancora di più.
ThunderBlade chiuse gli occhi. Mille sensazioni invasero la sua mente. Grazie al suo addestramento, il samurai le filtrò, lasciando che la sua mente se ne appropriasse. Gli scheletri si avvicinarono ancora. Ormai il cerchio delle alabarde era largo a mala pena un metro. Era chiaro che i non-morti stessero per attaccare da un momento all'altro.
La mente di ThunderBlade si espanse come un'onda attorno a lui. In pochi istanti, quegli avversari divennero per il samurai come un libro aperto. Poteva percepire i legami magici che davano loro vita, prevederne ogni mossa con assoluta precisione.
La katana descrisse un semicerchio in avanti, guidata dal braccio sicuro di ThunderBlade, e si posizionò in verticale di fronte a lui. Il samurai la impugnò anche con la mano sinistra.
Poi, proprio quando gli scheletri stavano per attaccare, Thunder li anticipò.
L'antica spada forgiata nel katai prese a saettare con una rapidità semplicemente folle, colpendo con infallibile precisione gli scheletri. Alcuni di loro tentarono di trafiggere ThunderBlade con le alabarde, ma ormai il samurai era una sorta di ombra imprendibile in mezzo a loro. La lentezza dei non-morti era accentuata ancora di più dalla velocità con cui il samurai si spostava tra di loro, tempestandoli di colpi.
In pochi istanti, del manipolo di scheletri non rimasero che ossa giallastre sparse nell'erba.
Con uno scatto, la katana tornò nel fodero.
"Ma... come ha fatto?" chiese Durek, esterrefatto.
"Si chiama Bushido" spiegò Cyber. "Per farvela semplice, consiste nell'estendere la propria mente fino a toccare quella dei nemici, e a quel punto ogni loro mossa diventa scontata e prevedibile, perché lui può vederla in anticipo". Durek faticò non poco ad appropriarsi di quel concetto astratto. "Ma in questo modo... è imbattibile" disse poi. Cyber scoppiò a ridere, mentre ThunderBlade camminava verso di loro.
"Nulla di più falso, amico mio. Un conto è leggere nella semplice mente di uno scheletro, che attacca in un modo solo: sareste capace di farlo anche voi! Un conto invece è cercare di leggere nella mente di un combattente esperto, che conosce centinaia di combinazioni di colpi diverse, e magari sceglie quale utilizzare all'ultimo momento. No, se affrontasse un avversario come me basandosi solo sul Bushido sarebbe un uomo morto in quattro e quattr'otto".
"Bella battuta" disse ThunderBlade. "Piuttosto, Cyber, tocca a voi il prossimo turno di guardia" aggiunse poi, sorridendo candido.
Il Paladino sbuffò, e osservò malinconicamente il samurai e il fabbro stendersi a terra e sprofondare quasi subito in un sonno tranquillo.
ThunderBlade
00lunedì 6 giugno 2005 22:49
"In piedi, coraggio!". La voce di Cyber Dark riportò ThunderBlade e Durek alla realtà.
"Il sole è già alto, e ho trovato la tana del Vampiro" continuò con indifferenza il Paladino.
All'udire quelle parole, il samurai balzò in piedi.
"Come avete fatto?" chiese sbigottito.
Cyber sorrise leggermente.
"Ho seguito le tracce degli scheletri che ci hanno attaccato, e ho trovato una caverna. E' a qualche centinaio di metri da qui, nascosta dietro uno spuntone roccioso. Praticamente ci siamo accampati sull'uscio".
Durek si guardò intorno allarmato, raccogliendo le sue cose e riponendole nello zaino da viaggio.
ThunderBlade, invece, sembrava rinvigorito dalla notizia - se mai ce ne fosse stato bisogno.
Fu il primo a raggiungere l'entrata e a varcarla, katana stretta in pugno, seguito dal fabbro e quindi, in retroguardia, dal Paladino.
Oltre l'entrata si stendeva un lungo corridoio dalle pareti regolari. Il cunicolo era leggermente in discesa, ma i tre silenziosi compagni camminarono così a lungo che, quando infine raggiunsero la pesante porta d'acciaio che chiudeva il corridoio, ThunderBlade e gli altri avevano l'impressione di essere scesi fin nelle viscere della terra.
"Fantastico" disse Durek, "e adesso questa qui chi la tira giù?".
Il Paladino e il samurai lo guardarono, mentre un sorrisetto che aveva qualcosa di sadico si dipingeva sulle loro labbra.
"Beh... siete voi il fabbro, giusto?"
ThunderBlade
00mercoledì 22 giugno 2005 09:47
Il lavoro con la porta fu estenuante. Non aveva cardini da attaccare, serrature da forzare. Era solamente una gigantesca lastra di pietra, rozzamente scolpita.
Sotto lo sguardo attento dei due combattenti, Durek estrasse dal suo zaino da viaggio un pesante maglio d'acciaio.
"Questo dovrebbe andar bene", disse l'omone, preparandosi a colpire il portone.
Ci vollero almeno due ore. Quando finalmente l'ultimo colpo di maglio infranse la barriera rocciosa, facendo schizzare nel locale antistante centinaia di schegge di pietra, Durek esultò con un grido di trionfo.
Dopo che i tre ebbero oltrepassato le macerie, si ritrovarono in una stanza circolare, dal diametro di una ventina di metri. La volta a cupola era sorretta da trenta colonne che sorgevano lungo il perimetro della stanza, a circa due metri dalle pareti. "Incatenata" ad ogni colonna c'era la statua di una figura femminile, priva di qualsiasi vestito.
"Il vampiro deve aver stabilito qui la sua tana già da molto tempo, Durek" osservò Thunder. "Chissà quanto ci avrà messo a creare una sala simile" disse poi, scrutando a disagio i grotteschi pilastri.
"Per essere precisi, una notte gli dovrebbe essere stata più che sufficiente" osservò con noncuranza Cyber.
Il samurai e il fabbro si voltarono a guardarlo, poco convinti.
Il Paladino scrollò le spalle. "Magia della terra... un gioco da ragazzi per lui....." Cyber spostò il suo sguardo dai due compagni di viaggio all'unica via di uscita dalla sala. Sebbene quel cunicolo fosse completamente all'ombra, la potente aura malvagia che per di là si stava avvicinando non poteva passare inosservata al Vassallo.
Cyber sguainò la spada, annunciando:
"Toh, abbiamo visite..."
ThunderBlade
00venerdì 8 luglio 2005 19:05
La prima prova
"Attenti!" questa parola fu pronunciata da Cyber Dark un secondo prima che la caverna venisse scossa da violente scosse di terremoto. i tre compagni di viaggio cominciarono a correre verso un apertura che si scorgeva nella parete di fronte a loro. Mentre erano ancora a metà strada, il soffitto della caverna cominciò a crollare.
I tre facero appena in tempo a oltrepassare la soglia dell'apertura che questa venne sommersa e quindi chiusa da una valanga di massi, facendo piombare la stanza nel buio.
Il primo a parlare fu Durek, che con un filo di voce chiese se i suoi due compagni stessero bene.
Dopo qualche secondo ebbe la risposta di Cyber:" si, ma parlate piano, avverto una presenza molto vicina e vi assicuro che non è buona". All'improvviso Thunder accese una delle torce che si era portato.
Un possente ruggito scosse la sala, facendo tremare pericolosamente le pareti della caverna, già duramente provate dalla frana di poco prima, che scricchiolarono pericolosamente.
"Oh, dalla padella alla brace, cominciamo bene!" questa fu la frase del samurai, dopo aver visto lo spaventoso golem di pietra che era a guardia di una porta di ferro in fondo alla sala.
Durek estrasse in un momento il suo grande martello e si preparò alla carca.
Proprio mentre stava per cominciare a correre verso la creatura, il braccio di Cyber lo afferrò.
Il fabbro guardò sorpreso il paladino ,che rispose al suosguardo:"non è un avversario che potete affrontare con quello."
"ma allora cosa volete fare?"
"voi rimanete indietro e state a vedere.... Thunder, state indietro anche voi!"
Il samurai indietreggiò, mentre Cyber si avanzò di un passo.

[Modificato da ThunderBlade 11/07/2005 14.27]

[Modificato da ThunderBlade 11/07/2005 14.34]

BrightBlade
00domenica 4 settembre 2005 20:15
OT: Giacché mio fratello è così come me tornato dalle vacanze...
... riapro questa discussione in attesa che vada avanti con la storia!
[SM=x92702]



Poco dopo tre mesi dalla loro partenza Cyber Dark e ThunderBlade tornarono nel Regno di Blue Dragon.
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