VIVERE PER ESSERE...? O ESSERE PER VIVERE?

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Lady Rowena
00domenica 13 febbraio 2005 16:51
TREDICI OTTOBRE 1307,FILLIPO IV, DETTO IL BELLO, CON UN MAXI BLIZ, DIREMO NOI OGGI, ARRESTO' TUTTI I TEMPLARI SUL TERRITORIO FRANCESE. TUTTI IN UNA SOLA NOTTE. DUE SECOLI DI CROCIATE, DI GUERRA, DI SPERANZE DI SOGNO, ANNIENTATE E CANCELLATE CON UNA SOLA ED UNICA RETATA. BERNARDO DI CHIARAVALLE INVENTO' PER LORO IL PRIMO CODICE DI CAVALLERIA, GLI HA VOLUTI POVERI ED ANONIMI!"NON NOBIS DOMINI, SED NOMINI TUO DA GLORIAM" ERA IL LORO MOTTO, MOLTO NOBILE E GLORIOSO! QUESTA LORO FAMA DEI "POVERI CAVALLIERI DI CRISTO" STIMOLA I ROMANZI CAVALLERESCHI DOVE I RIFERIMENTI ALLA MISTICA DELL'ORDINE E NOTEVOLE.PROTETTI DAI PAPI E SOTTO LA LORO DIRETTA GIURISDIZIONE, I TEMPLARI DIVENTARONO PRESTO POTENTI E INTOCABILI. NON VOGLIO DILUNGARMI TROPPO, MA IN QUELLA NOTTE DEL 1307, CON UN PROCESSO-FARSA PER ERESIA CHE DURERA BEN SETTE ANNI, VENGONO SCONFITTI QUUESTO FAMOSO E MISTERIOSO ORDINE. SECONDO VOI E GIUSTO VIVERE PER UN IDEALE? E GIUSTO SOfFRIRE PER LO STESSO MOTIVO? E GIUSTO COMPIERE IL SACRIFICIO ESTREMO PER UNA SPERANZA PER UN IDEALE? IL PUNTO E QUESTO:SIAMO VERAMENTE PRONTI A METTERCI IN GIOCO PER UNA COSA DEL GENERE?
Otrebmu Ittoram
00domenica 13 febbraio 2005 16:59
Bella domanda ci rifletto un po' anche se sono sicuro rispondero' Si [SM=x92710]
Cmq non usare il Caps Lock per tutto uno scritto mi fanno male gli occhi ora [SM=x92713] [SM=x92702]
Gianlu79
00domenica 13 febbraio 2005 18:25
Alla base del processo-farsa contro i templari vi era semplicemente la volontà politica di Filippo il Bello di rimpinguare le vuote casse Francesi con i tesori accumulati dai templari, e la volontà del Papa di oscurare un ordine che stava superando in prestigio il soglio di Pietro...

Per quel che riguarda il mondo di oggi, beh se si crede in un ideale è giusto mettersi in discussione per esso magari safricarsi, se così non fosse, non avremmo avuto i nostri patrioti risorgimentali e magari non avremmo oggi questa povera Italia bistrattata ma almeno unita, non avremmo i volontari di Medici Senza Frontiere, non avremmo tutte quelle associazioni i cui membri mettono il loro tempo libero a disposizione del prossimo.......
Enricus IX
00lunedì 14 febbraio 2005 19:15
Bella discussione...
In realtà Filippo aveva programmato il tutto con i suoi più fidati consiglieri (tra i quali ricordo Guillome de Nogaret), tenendo all'oscuro il papa. Quel Venerdì 13 Ottobre fu il giorno in cui tutte le lettere fatte recapitare dalla sapiente mente di Nogaret vennero aperte e applicate in massa. Il Pontefice (il debole Bertrandt de Got, alias Clemente V) venne a conoscenza di tutto ciò qualche tempo dopo, ma, succube com'era del sovrano francese (ricordo che fu lui a dare inizio alla cattività avignonese e al successivo scisma d'occidente) non fece niente di particolare per aiutare i cavalieri. Anzi, affidò le loro sorti a, sì, una giuria ecclesiastica, ma formata da parenti e amici del re falsario. Ah, che riconoscenza ha avuto Filippo nei confronti dell'ordine che lo salvò da un'orda di guelfi che voleva sbranarlo durante il pontificato di Bonifacio VIII...
Così l'ordine venne sciolto nel 1312 e il suo GM, Jacques de Molay bruciato nel 1314... eppure i cavalieri son ricordati per le loro grandi gesta, la loro bontà d'animo e il loro valore utilizzato per difendere una causa in cui credevano... Quindi tornando alla domanda principale, difendere i propri ideali così è giustissimo... se non altro combattere per non render vana la gloria di chi, credendoci, è morto... i sogni, 'siccome le idee, son da inseguire fino infondo!
JoeCommoner
00martedì 15 febbraio 2005 08:09
Re:

Scritto da: Lady Rowena 13/02/2005 16.51
SECONDO VOI E GIUSTO VIVERE PER UN IDEALE? E GIUSTO SOfFRIRE PER LO STESSO MOTIVO? E GIUSTO COMPIERE IL SACRIFICIO ESTREMO PER UNA SPERANZA PER UN IDEALE? IL PUNTO E QUESTO:SIAMO VERAMENTE PRONTI A METTERCI IN GIOCO PER UNA COSA DEL GENERE?



Risposta breve, gia' meditata da parecchio tempo, e coincisa:

SI!

Joe
Alucard82
00mercoledì 16 febbraio 2005 14:34
Già è difficile vivere per sè stessi, figurarsi per un ideale. Intendo che miglior cosa è vivere per sé, credere in sé stessi innanzitutto, accettarsi e premiarsi della propria forza, solo in questo modo sarà poi possibile vivere per un ideale, e non perchè questo ci è fuori e straniero, ma perchè ci appartiene ed è nostro, siamo noi. Così una persona buona non avrà bisogno di dirsi che combatte per il bene, egli è buono e non può far altro che esserlo, quella è sua natura, così egli da fanciullo si è ed è stato educato. Lavoro, sacrificio, sforzo, dolore, immense gioie e sofferenze, intensi stati d'animo viscerali. Così si può imparare a Vivere facendo apparire il nostro Essere con la semplice presenza, tale può essere la forza dell'uomo guadagnata.

Fedele al Regno! Alucard, Cavaliere della Speranza[SM=x92701]
Lady Rowena
00mercoledì 16 febbraio 2005 15:12
Ciao Alueard! Sicuramente bisogna credere in se stessi, se no non cominceremo mai niente, e peggio ancora non potremo neanche avere un pensiero, un idea, quella cosa insomma che ci fa distinguere dagli altri...esseri. Cosa vuol dire "é già difficile vivere per se stessi?" Secondo me é piuttosto vero il contrario. Finche noi vivremo per noi stessi tutto sarà difficile, ogni cosa! Soltanto quando doneremo e ameremo il prossimo riusciremo a vivere bene. Bisogna sempre combattere per il bene, quello spirituale e quello materiale. Noi siamo fatti per sceglire il bene, la nostra essenza é questa. Sempre davanti a noi avremo due strade: il bene e il male! Dio ci ha dato la liberta di scelta, non ci ha voluto schiavi, ma uomini liberi capaci di pensare e di sceglire sempre quello che desideriamo... per fortuna! Ma, se ci fermiamo un attimo soltanto ad ascoltare il nostro cuore, nel silenzio, sentiremo e sapremo sempre che siamo stati creati per il bene, sotto tutti i suoi aspetti. Si chiama coscienza, lei non c'ingannera mai! Questa é la mia opinione. Ti faccio i migliori auguri per la tua vita!
Alucard82
00giovedì 17 febbraio 2005 19:40
Già è vero. Quando ho detto "è difficile vivere per sè stessi" ho tirato in ballo una frase molto spesso vista negativamente, come se significasse opportunismo e quanti altri connotati dispregiativi che si possono applicare al caso. Bhè, io dico che il vero danno viene nel momento in cui non viviamo per noi stessi in primis, ma per gli altri. Altri che non stanno ad impersonificare semplicemente persone(partner, genitori, amici, etc. etc.), ma anche status symbol(soldi, lavoro, macchina, abiti, etc. etc.). Ciò non vuol demolire l'altruismo e la bontà, nient'affatto, queste sono virtù, ma hanno un reale senso solo se sono nell'individuo come habitus, cioè appartengono ad egli, non come qualcosa che faccio per riconoscermi(o farmi riconoscere) per buono/altruista. Innanzitutto vogliamo bene a noi stessi, e questo è il primo passo per giungere agli altri, non il contrario! Non dobbiamo sentirci felici a fare del bene, dobbiamo sentirci noi stessi e nient'altro. Questo è quello che penso sia applicabile alle persone non più fanciulli. Tale discorso potrebbe avere rimandi al commento che ho lasciato per Ostri, dove si chiedeva a Vassalli e Aspiranti di votare... vabbè...

Fedele al Regno! Alucard, Cavaliere della Speranza[SM=x92701]
Randal il calmo
00giovedì 17 febbraio 2005 19:52
Cosa?
Lady Rowena
00giovedì 17 febbraio 2005 20:11
Non ho capito a chi era rivolto il "cosa?" di Randal.
Rispondo a Alueard. Ho dovuto leggere più volte il contenuto del tuo messaggio. Soltanto uno sciocco non cambia mai idea...Una virtù é tale perché é il suo status, non puo essere cambiata...ne tanto meno rigirata a proprio piacere, o per i propri comodi. Non faccio una cosa buona per essere vista come tale, ma perché mi sento di farla, perché é quello che mi dice il mio cuore, la mia coscienza. Ok? Io, mi sento felice nel fare il bene, e sono me stessa! Questo é applicabile alle persone fanciulle e adulte. Il cervello, visto che lo abbiamo va adoperato, é attraverso di esso che fatta una scelta poi passa attraverso il cuore.Tutto il resto sono chiacchiere!
Alucard82
00venerdì 18 febbraio 2005 12:51
Ancora una volta sento il bisogno di chiarirmi ulteriormente, anche se ciò vuol dire contraddire quel che avete appena detto. Quando parliamo di fare il bene perchè si è buoni, bhè ciò viene fatto perchè l'azione benigna stessa nasce dal cuore, non c'è bisogno di scelta intellettuale. Anche per questo ho specificatamente escluso i fanciulli, essi vanno educati, perchè essi stessi sono educabili, e giustamente lo devono essere. Un adulto incorre in maggiori difficoltà rispetto ad un fanciullo nell'appropriarsi di un comportamento a lui estraneo, il fanciullo invece ancora ha un carattere instabile, malleabile. La bontà è del cuore, non della testa. Che sia così c'è forse bisogno di dimostrarlo, anche se molto complicato, ci proverò. Reprimersi per l'adulto causa danno. Per il fanciullo può essere un percorso di educazione, ma sempre fino ad un certo punto. Non vorrei demarcare esageratamente i limiti di ciò che si può e non in una educazione corretta. Basti comunque che c'è differenza tra adulto e fanciullo, che un'idea del fanciullo è diversa da un'idea dell'adulto. Per quanto ciò che sto per dire darà molto fastidio a molti, il fanciullo a differenza dell'adulto non ne ha l'esperienza, e della vita e della realtà. Anche per questo cadrà spesso in errore, a seguire un'idea, a seguire altri, che invece di fortificarlo(se da essi non si staccherà) lo indeboliranno, a tal punto da fargli credere che ciò che più caratterizza l'essere umano sia qualcosa da combattere e sconfiggere e superare, invece che da abbracciare, accettare e farne forza, farne prodigio di miracolo. Spesso, ad esempio, i fanciulli sbagliano a dar giudizio negativo alla solitudine, a quel sentire il vuoto, a quel non-senso. Ma questo è altro discorso. Comunque ripeto: prima degli altri, a noi stessi dobbiamo dar valore e dobbiamo amare. E la felicità è solo una conseguenza non cercata, ma spontanea, non motivo nè nostro fine, seguiamo noi stessi, le nostre contraddizioni e le nostre sofferenze. Ed anche il cambiar idea sarà naturale, ma senza farci violenza, senza andare contro noi stessi, anche se sbagliamo, lo sbaglio ci verrà rivelato nella vita, e sarà allora a noi, al nostro cuore voler aprire occhi e orecchie, non al cervello e non alle parole.

Fedele al Regno! Alucard, Cavaliere della Speranza[SM=x92701]
Templar Knight
00venerdì 18 febbraio 2005 13:15
VIVERE PER ESSERE...? O ESSERE PER VIVERE?
Un ekuilibrio tra entrambe le kose io direi. [SM=x92713]
Lady Rowena
00venerdì 18 febbraio 2005 14:28
La vita che io vivo, e un dono di Dio, che mi ha creata e fatta per amare, e lodare Lui! Amare e donare ai miei fratelli! Io non vivo per me stessa, sarebbe veramente non soltanto poca cosa, ma essere una egoista. Dobbiamo essere proiettati agli altri, non essere egoisti.Quello che noi siamo e dono, e non deve essere finalizzato a noi stessi, perché inaridisce. Il bene va donato,perché é diffusivo, di conseguenza va donato!
"Bonum est diffusivum sui!"
JoeCommoner
00venerdì 18 febbraio 2005 14:47
Re:

Scritto da: Lady Rowena 18/02/2005 14.28
La vita che io vivo, e un dono di Dio, che mi ha creata e fatta per amare, e lodare Lui! Amare e donare ai miei fratelli! Io non vivo per me stessa, sarebbe veramente non soltanto poca cosa, ma essere una egoista. Dobbiamo essere proiettati agli altri, non essere egoisti.Quello che noi siamo e dono, e non deve essere finalizzato a noi stessi, perché inaridisce. Il bene va donato,perché é diffusivo, di conseguenza va donato!
"Bonum est diffusivum sui!"



Molto bene, condivido al 101%,
ma a questo punto ti faccio una domanda:
"SECONDO TE E' GIUSTO VIVERE PER UN IDEALE?
E' GIUSTO SOfFRIRE PER LO STESSO MOTIVO?
E' GIUSTO COMPIERE IL SACRIFICIO ESTREMO PER UNA SPERANZA PER UN IDEALE?" (la stessa domanda che tu hai posto... [SM=x92705] )

E ancora: "in che modo ami e doni ai nostri fratelli? Fai parte di un movimento, associazione o che?"

Joe
Lady Rowena
00venerdì 18 febbraio 2005 14:58
Non bisogna far parte di un movimento o di una associazione per essere...cosi, basta essere cristiani.
In questo caso pero, io faccio parte di un ordine...meglio faccio un camino. Una volta si chiamavano PENITENTI, oggi Ordine Francescano Secolare. Lo conosci Joe?
JoeCommoner
00venerdì 18 febbraio 2005 15:05
Re:

Scritto da: Lady Rowena 18/02/2005 14.58
Non bisogna far parte di un movimento o di una associazione per essere...cosi, basta essere cristiani.
In questo caso pero, io faccio parte di un ordine...meglio faccio un camino. Una volta si chiamavano PENITENTI, oggi Ordine Francescano Secolare. Lo conosci Joe?



Si! Anche se non ne faccio parte, comunque frequento una chiesa in cui ce ne sono parecchi...
E ci sono parecchi giovani del MGF
(Movimento Giovanile Francescano).
Sono contento per te.

Joe
Alucard82
00venerdì 18 febbraio 2005 16:47
Questo proprio non lo capisco... Io pure sono cristiano, io pure sono nato, io pure credo in Dio: ma non è affatto per questo che faccio il bene! Non è per questo che amo! Credo che un atto di amore vero sia completamente gratuito, altro che vivere per gli altri, altro che fare del bene perchè etc etc. Vogliamo essere veramente buoni? Ebbene io dico che per esserlo non necessitiamo di credere in Dio, e non uso le parole a caso. Dio ci ha resi liberi anche di compiere il bene, anche di amare. Quale bene maggiore se lo facciamo per un motivo? Se lo facciamo per...? Io dico di vivere per sè(e ripeto non parlo di fanciulli, nè di Ordini), compiendo ogni giorno semplicemente ciò che si è, io ho questa fortuna, di poter compiere ogni giorno me stesso e di fare allo stesso il bene. Non vuol dire stupidamente fare ciò che si vuole. Mi è sempre complicato spiegare questo passaggio perchè spesso si vuole trovare il pelo nell'uovo, spesso si vuol fraintendere e non voler vedere l'altro in buona fede. Ad ogni modo... la mia filosofia gira sul non identificarsi con ciò che sta fuori di noi, con ciò che è nominabile, che possa avere anche un vago termine. Noi ci giudichiamo, noi ci diamo valore, noi ci diamo senso, null'altro. E chi dice che è qualcosa fuori a fare ciò che ho appena elencato, io credo sia in malafede. Parlo di persone quotidiane in una vita quotidiana. Come me, e come molti altri. Non è così incredibile e inverosimile pensare che pensando a vivere per sè si possa fare del bene e amare gli altri. Anzi lo si fa forse con maggiore consapevolezza, perchè il vivere per sè positivo è solo conseguenza di coscenza della diversità, della propria ineliminabile diversità che si riversa in noi quando ci sentiamo, ci tocchiamo nell'intimo. E si può dire che ci sentiamo tutti fratelli, o comunque appartenenti al genere umano. Ma tale sensazione non è contraddittoria; forse data per un moto di empatia, il "far parte" nasce dalla nostra natura materiale, il nostro poter interagire, l'azione, è la nostra presenza, l'essere empirici a darci quel che di aggregativo: simili nella differenza; diversi nella nostra uguaglianza. E non uno dei termini è da far negativo e l'altro positivo. Dico per ora solo questo, perchè nient'altro in testa mi dà appiglio.

Fedele al Regno! Alucard, Cavaliere della Speranza[SM=x92701]
Alkor
00venerdì 18 febbraio 2005 17:26
Penso che Alucard voglia dire (correggimi se sbaglio): "se sto bene con me stesso allora sono in grado di fare del bene agli altri." o meglio "se penso a me stesso e riesco ad arrivare ad una condizione in cui sto bene allora mi è naturale aiutare gli altri"
Può sembrare un modo egoistico di vedere le cose "prima io, poi gli altri" eppure ha un senso! Chi riuscirebbe a fare qualcosa per gli altri se lui per primo non è in sintonia con se stesso?
Per quanto riguarda i più giovani anche qui c'è una logica. Loro sono in una fase in cui apprendono dal mondo che li circonda e il "bene" che apprendono potrebbe anche essere il "male" per altri!!!

Per quanto riguarda il mio personale pensiero sul "VIVERE PER ESSERE...? O ESSERE PER VIVERE?" sono daccordo con Templar Knight ci vuole un equilibrio tra le due cose!
Alucard82
00venerdì 18 febbraio 2005 17:39
Evviva Alkor! Lode a Voi cavaliere, m'avete capito e tradotto per gli altri, grazie! Essere forti per sostenere la croce degli altri, non so che c'entri, ma mi sembra in tema^^

Fedele al Regno! Alucard, Cavaliere della Speranza[SM=x92701]
Lady Rowena
00venerdì 18 febbraio 2005 19:41
Io ho un idea, un ideale, perciò vivo cercando di seguire e imitare per quanto mi e possibile, e fin dove arrivo Lui, il mio Signore Gesu. Sono cosciente della mia limitazione, e fin che vivrò ringrazierò il mio Signore e darò lode a lui in ogni esperienza che io farò, vivrò e sentirò!
Se il quesito che ho posto mi porta in conflitto con te, io lo cancello, perché tu sei più importante della domanda. Non voglio assolutamente che il mio modo di pensare possa essere motivo di contrasto tra di noi. E' pur vero che se io non conosco l'amore o la pace o la tranquillità, non potrò trasmetterlo mai al mio prossimo.
Ikarus, priore
00lunedì 21 febbraio 2005 15:25
Vivendo si è, ed essendo si vive.
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