La mattina si preannunciava magnifica, almeno per gli altri, poichè come al solito gli altri ragazzi lo allontanavano, visto che lui era un "profano" ovvero non era nè un puro tecnico nè un puro mago.
Era il giorno del suo compleanno, ma a quanto pare solo lui se lo ricordava. Sua madre era partita per un congresso alla Conglave d'Alchimia e lo aveva lasciato da solo.
"Che pizza! Oggi è il mio compleanno e neanche un amico che mi faccia gli auguri!" sbottò. Poi si ricordò di dover andare da Vaad e allora si incamminò.
"Ora capisco cosa doveva aver provato mio padre davanti a tutti i maghi e i tecnici che lo odiavano per aver guidato lo Spirito Guardiano" pensò.
Era quasi arrivato quando sentì una voce femminile chiamarlo.
"Antonidas! Antonidas, dove vai?"
"A trovare un amico, Ether, perchè sei qui? Non dovresti essere insieme alle tue amiche a preparare qualche maledizione contro di me?" rispose bruscamente.
E lei arrabbiata disse: "Che maleducato! E io che volevo farti gli auuri di compleanno! Solo perchè una mia amica voleva farti uno scherzo non vuol dire che io sia come lei!"
E lui con tono di scusa: " Scusa, è solo che ormai sono così abituato a vostri scherzi che..." ecco lo stava per fare di nuovo, stava per mostrare la sua debolezza, la paura nei confronti delle sue emozioni, quando la ragazza l'interruppe:
"Non importa, lo so che ti abbiamo ferito, ma io... bhè, non volevo, sono... stata costretta dai miei genitori, sai, non vedono di buon grado i tecnici e di conseguenza i tecnomaghi come te... è per questo che volevo chiederti scusa..."
E lui, accorgendosi dell'apertura che si stava creando tra loro, disse: "Ma se ti scoprono a parlare con me, cosa farai? Non ti metterai mica contro i tuoi genitori... voglio dire, sono così potenti che..." Stava per finire la frase quando un fulmine gli passò di striscio sul viso.
"Ecco, cosa ti avevo detto?" Era il padre di Ether. Era furioso.
"Ether, ti avevo avvertito! Ora la pagherete entrambi!" Si preparava a scagliare un altro fulmine.
"Ether, stai dietro di me!" Gli disse Antonidas prendendola per un braccio e mettendola dietro la sua schiena.
Ormai era troppo tardi per tornare indietro, Antonidas rivelò una parte del suo vero potere: col solo parare una mano in avanti assorbì il fulmine.
"Ora basta! Antonidas! Ti sfido ad un duello mentale!" tuonò il padre di Ether.
Antonidas si ricordava perfettamente il torneo dell'anno precedente, nelle finali era possibile uccidere il proprio avversario, e lì il genitore di Ether aveva superato e portato alla pazzia Elèna Cranos, una delle maghe più potenti al mondo!
"Accetto, Teodoro! Ma se vinco lascerete stare almeno Ether?" rispose Antonidas.
"Lo prometto sul mio onore di mago!" rispose, e la sfida cominciò.
Teodoro e Antonidassi inchinarono e si fissarono negli occhi, come per scrutare l'animo dell'avversario.
Un flebile raggio di luce purpurea partì dalla fronte di Teodoro. Il raggio venne raggiunto dal bagliore verde speranza partito dal cuore di Antonidas.
Al centro del campo di battaglia si era creato una nuvola oscura al cui interno si potevano vedere i corpi astrali dei due.
Antonidas era in svantaggio, nel piano astrale non poteva usare i suoi congegni e senza essi lui sarebbe stato sconfitto!
Il duello s'interruppe.
Tutti e due si guardarono intorno per vadere cosa fosse successo.
Ether era passata tra i due raggi ed era in fin di vita! "Ether! Ether! Resta sveglia Ether!" continuò ad ansimare Antonidas avendo messo la ragazza sulle sue ginocchia.
"An... toni... das... Sono riuscita.. a salvarti..." Disse la morente Ether.
"Ma perchè l'hai fatto! Non dovevi! Non me lo perdonerò mai di aver accettato la sfida! Ora però devo pensare a guarirti" disse.
"Non c'è cura per chi passa attraverso una battaglia astrale, è destiata a morire!" disse freddamente il padre "e poi è stata una sua scelta!".
"Ma che padre sei! Anzi, definirti padre sarebbe come infangare il nome di tutti i padri! Neanche una Chimera lascerebbe un figlio morente a terra senza neanche cercare di guarirlo!" tuonò Antonidas.
C'era una strana luce nei suoi occhi, un misto di rabbia e odio. Questa luce si placò subito e tornò a prendersi cura di Ether. Da una tasca tirò fuori delle pastiglie trasparenti. Tutti si stavano domandando cosa fosse.
"Non preoccupatevi, è lacrima di un Santo Guaritore con radice di Ginka e del gambo di kadura, il tutto potenziato con l'incantesimo di resurrezzione"
Prese la pastiglia e la mise in bocca alla ragazza ormai fredda.
La ragazza rimase immobile, tuttavia le sue gote si stavano arrossendo.
"Forza Ether, se mi senti, ce la puoi fare!" disse il ragazzo.
Non accadde nulla, sempre le gote rosse e calde ma nulla!
"Ether, devi farcela! Ora ho capito ciò che volevi dirmi! Non tutti nel mondo mi odiano, ci sarà sempre almeno una persona che mi ama, e una di queste eri tu, ora so perchè vivo, per difendere le persono come te. Ether, non morire, ti prego."
Stava piangendo.
Ormai tutti se ne erano andati.
Li avevano lasciati soli.
Continuava a piangere.
Improvvisamente si ricordò di quell'apertura momentanea tra i loro cuori.
"Ether, qualunque cosa accada ti terrò sempre con me, perchè ho capito di amarti. Quindi ti prego, resisti!"
Una lacrima cadde lentamente.
Lentamente.
Lentamente sulle labbra della ragazza.
La ragazza venne alzata per aria. Una luce blu la illuminò.
"Antonidas... Mio Antonidas... Un giorno ti reincontrerò e allora potremo coronare il nostro amore" disse la ragazza.
La ragazza si stava trasformando. Le apparvero le ali e poi si trasformò in cristallo.
Antonidas era scosso. Non era mai accaduto niente del genere in tutto il mondo.
La statua scomparve lasciando cadere un piccolo cristallo.
Antonidas lo prese e si alzò.
"Ti ritroverò, lo prometto, anche se dovessi cercare in tutti i mondi dell'universo!"
Poi, ancora triste per la scomparsa di Ether, riprese il cammino verso il tempio di Vaad.
[Modificato da Antonidas Dragonstorm 29/12/2003 9.16]