Pellegrino per caso a Santiago

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JoeCommoner
00lunedì 3 agosto 2009 10:27
Prima di parlare della mia personale esperienza riguardo il cammino di Santiago, vorrei fare una premessa per comprenderne meglio il contesto.
Da giovane ho praticato sport (pallavolo) a livello agonistico e ciò rappresentava tutta la mia vita. Ero lontano da Dio e mi sentivo forte, con un delirio quasi di onnipotenza. Quando sono stato costretto ad abbandonare la pallavolo per seri problemi al tendine di Achille, mi è crollato il mondo addosso. Dopo ripetuti tentativi di riprendere a giocare, sono stato costretto a smettere completamente. Pian piano, per vie che tuttora non riesco completamente a spiegare, mi sono avvicinato a Dio e ho compreso la mia debolezza nei Suoi confronti.
Un giorno, parlando per caso con mio cugino del cammino di Santiago, della possibilità di percorrere più di cento chilometri a piedi per andare a pregare sulla tomba dell’apostolo Giacomo, molti pensieri si affollarono nella mia mente. Potevo io, con il problema serio al tendine d’Achille, sforzarlo così tanto e per diversi giorni consecutivi? Ero veramente degno di fare un percorso fisico-spirituale così importante effettuato da così tanti pellegrini per secoli? Messi da parte tali interrogativi, mi sono messo nelle mani di Dio e pronto a sopportare qualsiasi sacrificio non ho esitato a partire con mio cugino.
Certamente, il cammino di Santiago è un cammino fisico, ma deve fungere anche da stimolo al cammino interiore, altrimenti si svuoterebbe di significato. E’ stato durante il cammino che ho sperimentato sulla mia pelle, ogni qualvolta il tendine si faceva sentire, le parole di San Paolo: “… quando sono debole, è allora che sono forte” (2Cor 12,10). Mi rendevo conto che man mano che il dolore aumentava, l’azione di Cristo in me era più evidente: si serviva di un membro debole e sofferente del Suo corpo mistico per rendere evidente la Sua grandezza. Infatti, mentre in cuor mio sentivo il bisogno del conforto di altre persone, mi accorgevo che tante persone sconosciute si rivolgevano a me per pregare per i loro bisogni (specialmente spirituali). In tutto ciò mi risuonavano in mente le parole di Santa Teresa di Calcutta: “Signore, …, quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare”.
Tanti altri segni mi sono stati dati da Dio in questo cammino, specialmente riguardo al cammino del diaconato che ho intrapreso quattro anni fa, dopo tre giorni e tre notti di pianto e discernimento. Un segno tra tutti riguarda un ragazzo di nome Ismael, una persona come poche: apolita (senza patria), che non sa nulla su dove, né quando è nato, che vive con soli 5 euro al giorno, in perenne pellegrinaggio a piedi verso Santiago e altre mete religiose. Ho immaginato essere la mia guida spirituale in questo cammino, in quanto non faceva altro che pregare tutto il giorno e diffondere la parola di Dio, ricordandomi un po’ San Domenico che “parlava sempre di Dio o a Dio”. Nei giorni in cui ho incontrato Ismael, ricorreva il 7° anno del suo battesimo (è stato battezzato sull’oceano da un sacerdote), una data per lui fondamentale, perché ha segnato la sua totale adesione a Cristo. Magari anche noi ci ricordassimo di festeggiare il giorno in cui siamo stati battezzati e rinnovare le nostre promesse battesimali! Ogni anno, Ismael sceglie qualcuno, di solito un sacerdote, per ricordare il momento del battesimo, ossia l’evento che ha segnato la sua vita, e per questo motivo tiene sempre con se una bottiglietta di acqua dell’oceano in cui è stato battezzato. Ebbene, la persona da lui scelta per compiere tale evento ero proprio io! Nonostante la mia manifestata indegnità e il mio suggerimento di affidarsi ad un sacerdote, Ismael ha insistito affinché fossi io a fare questa commemorazione, in virtù del sacerdozio comune. Per me la sua insistenza è stata una profonda gioia e alla fine della commemorazione ci siamo abbracciati, versando furtivamente qualche lacrima. Credo di non aver mai provato un’emozione così profonda in tutta la mia vita!
Vorrei concludere, aggiungendo che il cammino di Santiago è personale e ognuno di noi con la grazia di Dio può trovare le risposte che cerca, o forse ritornare a casa con più dubbi di quando è partito. In ogni caso, è un cammino che vale la pena vivere, senza aspettarsi nulla di speciale. Ciò che vi posso augurare, nel caso vi decidiate ad intraprendere questo cammino, è semplicemente un grido che mi ha accompagnato lungo il viaggio: “Buen camino (Buon cammino)”.

Joe
Claudium
00lunedì 3 agosto 2009 14:13
E' una cosa strana, Joe: io, per quanto riguarda il mio rapporto con Dio, ho compiuto un percorso diametricalmente opposto al tuo. Fin dall'età di 8 anni sono sempre stato molto legato a Dio ed alla Chiesa, grazie soprattutto all'opera di mia nonna che mi portava tutti i sabati ad ascoltare la messa pomeridiana. Da allora ho sempre creduto fermamente nella Chiesa e nella sua dottrina, seguendo (per quanto mi fosse possibile) gli insegnamenti impartiti da Cristo. Da allora ho fatto il chierichetto per molti anni, sia di sabato che durante le feste, d'estate andavo all'oratorio ad organizzare il centro estivo, dicevo quasi sempre le preghiere sia al mattino che alla sera, mi confessavo ogni settimana, ero uno dei lettori fissi in chiesa per il vangelo e la preghiera dei fedeli, accompagnavo ogni anno i chierichetti più piccoli alla rinunione annuale, ed avevo preso alcune volte in considerazione l'idea di farmi sacerdote (subito respinta quando ho saputo che per un sacerdote erano vietate le donne [SM=x92702]).

Insomma mi sentivo molto vicino a Dio.

Poi, arrivando circa all'età di 15 anni, ho iniziato a farmi delle domande banali:

perchè i paleontologi dicono che noi discendiamo da un antenato comune alle scimmie mentre la Chiesa afferma che discendiamo da Adamo ed Eva? Se secondo la tradizione Adamo ed Eva erano bianchi perchè esistono più etnie? Come è possibile che dal Bene assoluto (Dio) possa essere scaturito il Male assoluto (Lucifero/Satana)? Come è possibile considerare la masturbazione un atto impuro e permettere l'accoppiamento solo dopo il matrimonio quando è accettato comunemente che lo sfogo della libido è uno dei bisogni primari del'uomo?

e poi delle domande serie:

se la Chiesa è la guida del Cattolicesimo, pur essendo imperfetta perchè fatta di uomini, per quale motivo si è macchiata di crimini forse addirittura maggiori di quelli dei nemici che doveva combattere? Perchè la Chiesa ha mentito sulla "Donazione di Costantino"? Perchè Lutero è stato dichiarato eretico e scomunicato se voleva solo riportare la Chiesa sulla giusta strada? Perchè il Cattolicesimo è la religione giusta? Perchè durante il Primo Concilio di Nicea sono stati scelti solo i vangeli che dicevano determinate cose condannando invece gli altri? Perchè nelle chiese paleocristiane (ed a tuttoggi) Dio sembra il ritratto di Zeus? e molte altre ancora.

A questo punto ho iniziato ad avere forti dubbi. Ho chiesto spiegazioni, le ho avute, ma mi sono sempre sembrate forzature o parole campate in aria. Ho iniziato così a modificare la mia visione delle cose: la Chiesa non mi è più apparsa come la guida dei fedeli, ma come un istituzione chiusa, nata a causa di conseguenze politiche alle persecuzioni cristiane, di cui sono diventati capi proprio quegli stessi pagani che il giorno prima la combattevano, e che ha detenuto il suo potere per diversi secoli su tutta l'Europa sfruttando l'ignoranza e lo smarrimento della gente. Cristo mi è apparso come un grande uomo illuminato, dai cui insegnamenti è possibile trarre un modo di vivere, ma nulla più. Il Cristianesimo è diventato ai miei occhi una delle tante religioni del mondo volte a soddisfare il bisogno umano dei fedeli di credere in qualcosa.

Tutto ciò ha quindi portato al mio progressivo allontanamento da Dio ed al mio attuale ateismo.

Chiuso questo lungo preambolo, voglio dirti che sono contento che questo cammino sia riuscito ad arricchirti, Joe, anche se io credo che a farti superare il dolore per il tuo tendine non sia stato Dio, ma la tua straordinaria forza di volontà di atleta, motivata dal credere che qualcosa di più grande fosse all'opera.

Sono contento inoltre che la commemorazione del battesimo del tuo amico ti abbia donato questa grande emozione ed abbia rafforzato il vostro legame.

Detto questo rinnovo la mia contentezza per la tua esperienza chiudendo questo già esageratamente lungo post [SM=x92702] .

P.s. Quasi a farlo apposta, la frase della tua firma deriva probabilmente dal passo di Seneca da cui ho tratto la frase per la mia firma; il Dio a cui si rivolgeva Seneca, però, non è quello cristiano.
JoeCommoner
00martedì 4 agosto 2009 07:38
Caro Claudium, siamo partiti da posizioni molto diverse e per ora siamo in posizioni ancora più diverse. In futuro chissà: la vita è qualcosa di meraviglioso perchè piena di sorprese e basta veramente poco, un incontro fortuito, per cambiare radicalmente posizione.

Un abbraccio,
Joe

P.S. Non conoscevo la frase di Seneca da te riportata in firma, ma per quanto riguarda la mia si riferisce a un Dio generico (anche se di fondo c'è il concetto cristiano della prova e della sofferenza) e le parole da me usate calzano a pennello anche sulla testimonianza da me esperessa in questo post [SM=x92702]

Claudium
00martedì 4 agosto 2009 13:04
Hai ragione, Joe. La vita è lunga ed, alcune volte, meravigliosa; forse un giorno le nostre due posizioni si incontreranno [SM=x92702] .

Un grosso saluto.


Claudium
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