Cavalcava nella nebbia...
Cavalcava nella nebbia un essere solitario, coperto da un mantello viola chiaro, quasi lilla, dal bordo decorato con mezzelune dorate e strani simboli di un essere a sei zampe, forse un insetto. Il manto ricadeva mollemente sul destriero, anch'esso nero, ma con una macchia bianco candido che gli contornava l'occhio destro, vigile, attento, carico di una grande forza e che mostrava intelligenza.
Il cavaliere, dal viso coperto con un turbante formato da panni lilla e neri, vestiva abiti strani, esotici, completamente neri e le cui uniche note di colore erano un drappo lilla che gli pendeva dalla cintura, recante su di esso diverse mezzelune, e una struttura, si sarebbe detta di legno, che reggeva la parte terminale del copricapo, nascondente il viso, del quale si vedevano solo gli occhi, a mandorla, dalle pupille rettiliformi. Anzi, l'occhio, quello sinistro, visto che il destro era stato orribilmente tranciato via da una lama, il cui colpo aveva lasciato sul viso giovane (almeno da quel che si poteva vedere sembrava tale) una profonda ciccatrice, che andava da metà fronte fin sotto la zona nascosta dal turbante.
Dietro la schiena facevano capolino due spade incrociate, una con un elsa a forma di drago, che mostrava diversi segni di martellate da fabbro, e un'altra che pareva essere una qualche specie di katana, sebbene diversa dalla tipica spada dei samurai.
Giunto ai cancelli del Regno, venne guardato con sospeto dai Guardmen di sentinella, che non avevano mai visto qualcuno indossare abiti simili. E dire che in quel luogo si potevano incontrare ogni sorta di culture! I due non fermarono lo straniero, coformemente alle regole vigenti nel reame del Drago Blu, ma seguirono a osservarlo, nella sua andatura lenta, che pareva inarrestabile.
Giunto oltre il secondo cancello, lo strano individuo si fermò, di colpo, senza alcun preavviso. Tutto sembrava calmo in quel personaggio e così, calmamente, scese dal destriero. Una volta poggiati i piedi sul suolo, iniziò a sciogliere gli stretti legami del turbante, facendo cadere da esso una quantità di sabbia fine, deserica, rossa come braci ardenti, fino a scoprire il viso.
Era un elfo, un elfo alto per la precisione, dai capelli neri e tratti familiari ai soldati, che non avevano ancora smesso di osservarlo. Poi, uno di loro fu come folgorato da una visione: lo conosceva e anche molto bene!
L'enorme guardmen si avvicinò al nuovo venuto:
- Scusate se vi disturbo, viandante, ma voi non siete per caso Eruner, l'allievo del Gran Maestro Brightblade?
Lo strano figuro si volse verso il nerboruto umano, con calma esasperante, guardandolo dritto negli occhi con il sgurado sereno e al contempo malinconico:
- Eruner... Una volta usavano questo nome, sì, molto tempo fa. Vedo con piacere che in questi luoghi non tutti si sono dimenticati di me. Salute, abitante del Regno.
Quindi, fece un inchino con il capo e si volse a osservare la città: era mutata da quando passeggiava per le sue strade, molto, non riconosceva le persone che si muovevano per quei luoghi, adempiendo ai loro compiti quotidiani, eppure... Eppure, incredibililmente per un viandante come lui, si sentiva come tornato a casa, in qualche recondita parte del suo animo.
Poggiando una mano sul collo della cavalcatura, che non aveva ancora emesso il minimo suono o fatto alcun movimento, pensò, sorridendo debolmente:
"Sì, sono tornato a casa, finalmente"
OT
Ma ciao bella gente! A volte ritornano, si dice così? Ho avuto una sorta di pausa di riflessione, che mi ha portato a cambiare molte cose di me.
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Come si suol dire però, il richiamo di casa era forte, così ho deciso di tornare... Sempre che mi vogliate!
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