La Svizzera dice no ai minareti

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JoeCommoner
00venerdì 4 dicembre 2009 07:40
Delusione dei vescovi
La Svizzera dice no ai minareti. A sorpresa, l'iniziativa per il bando dei simboli religiosi musulmani è stata accettata al referendum con il 57% dei voti. In base ai risultati ufficiali, solo quattro dei 26 cantoni che formano la Confederazione hanno respinto la proposta avanzata dal partito della destra populista dell’Udc e della destra cristiana dell’Udf. Data la maggioranza sia degli elettori che dei cantoni, il voto comporterà quindi la modifica dell’articolo 72 della Costituzione, che regola i rapporti fra lo Stato e le confessioni religiose: il divieto della costruzione dei minareti vi verrà inserito come una misura «atta a mantenere la pace fra i membri delle diverse comunità religiose». Il risultato viene considerato dagli analisti come una grande sorpresa, giacché contraddice i sondaggi che davano il «no» al 53%; inoltre, sia il governo che l’opposizione - come le principali comunità religiose - si erano espressi contro l’approvazione del referendum. I musulmani, che sono il 5% della popolazione elvetica, dispongono di circa 200 luoghi di preghiera in Svizzera, ma solo quattro minareti, che non sono usati per il richiamo alla preghiera.

«L'odierna decisione popolare riguarda soltanto l'edificazione di nuovi minareti e non significa un rifiuto della comunità dei musulmani, della loro religione e della loro cultura. Il governo se ne fa garante», ha affermato il ministro svizzero di Giustizia e polizia, Eveline Widmer-Schlump. Il governo svizzero «rispetta» la decisione della maggioranza, tuttavia, «l'esito della votazione non ha effetto sui quattro minareti già esistenti e l'edificazione di moschee continua a essere possibile. Anche in futuro in Svizzera i musulmani potranno quindi coltivare il proprio credo religioso praticandolo individualmente o in comunità», precisa il governo. Per il ministro, l'esito della votazione è espressione delle paure diffuse nella popolazione nei confronti di correnti islamiche fondamentaliste: «Questi timori vanno presi sul serio e il Consiglio federale (governo) lo ha sempre fatto e continuerà a farlo. Tuttavia, il Consiglio federale riteneva che un divieto di edificare nuovi minareti non fosse uno strumento efficace nella lotta contro tendenze estremiste».

Secondo la Conferenza dei vescovi svizzeri, la vittoria dei sì è «un ostacolo sulla via dell'integrazione e del dialogo interreligioso nel mutuo rispetto». «Non abbiamo saputo rispondere ad alcune paure legate all'integrazione di diverse religioni e culture in Svizzera», ha ammesso il portavoce Walter Mueller. A suo avviso, ha influito sul risultato anche la situazione dei cristiani, vittime di discriminazione e oppressione, in alcuni paesi musulmani.

[Fonte: Corriere della sera 29 novembre 2009]

Commento: mi sembra un bel passo indietro nel dialogo interreligioso. Spero che ciò non avvenga anche in altri paesi.

Joe
LadySyrius
00domenica 6 dicembre 2009 15:22
Sono piuttosto incazzata, però è la democrazia... e la lega.
La campagna pubblicitaria è stata gestita veramente male da quelli contrari c'è anche da dire. Perché la gente pensa che 4 minareti siano sufficienti. Senza contare che i piani regolatori sono severi comunque. Non so a che sondaggio si riferisca l'autore ma si sospettava il risultato.

E in un colpo solo abbiamo mandato a fanculo anni e anni di fama di terra delle sette.

Riguardo al dialogo interreligioso si dovrebbe pensare in primis a farlo fra cattolici e protestanti e tutti gli altri.
Ogino-DC
00martedì 8 dicembre 2009 11:57
Un vero minareto dovrebbe avere un muezzin,o almeno una voce registrata,che attiri i fedeli a tutto volume.I minareti che volevano fare in Svizzera non prevedevano questa funzione per ovvi motivi (nei paesi nordici i chiassoni sono poco graditi) quindi sarebbero stati inutili da ogni punto di vista.
Comunque quando passa un referendum osteggiato dai poteri forti e dai principali partiti è un buon segno:i politici capiscono che se sgarrano il popolo può remare contro....l'eccezione è ovviamente l'Italia dove anche in eventualità di "rivolta referendaria" non cambia nulla per il semplice fatto che i referendum non valgono nulla.
LadySyrius
00martedì 8 dicembre 2009 18:22
Nel frattempo ci sono già due ricorsi al tribunale federale...
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