L'Assedio Infinito

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Otrebmu Ittoram
00giovedì 21 ottobre 2004 20:35
L'Assedio Infinito
Era mattino presto e sul litorale vi era un lieve vento da sud-est, dove spiaggia e mare si incontravano le onde erano spumeggianti e mosse come se una tempesta fosse finita da poco.
La sabbia lungo tutto il lido invece di essere mossa e bagnata fino al terreno erboso che si inoltrava nell’entroterra, era inspiegabilmente livellata, al centro esatto di questo misterioso fenomeno vi era una macchia scura immobile.
Dopo pochi istanti di quiete la macchia si contorse, si mosse, si apri’ rivelandosi un mantello nero, un ragazzo di non piu’ di 17 anni si alzo’ barcollando, cadde, si rialzo’, ricadde di nuovo sulle ginocchia portandosi le mani alle tempie e cercando di ricordare qualcosa, aveva il vuoto nella mente, poi 2 parole affiorarono Otrebmu Ittoram, che fosse quello il suo nome?
Si alzo’ cautamente, tremando sulle gambe e guardandosi intorno noto’ l’anomala disposizione della sabbia e che oltre le sue impronte al centro di tale fenomeno non ve ne erano altre, la cosa gli sembro’ quantomeno strana, da qualche parte doveva essere arrivato che fosse dall’entroterra o dal mare, ma non avrebbe certo avuto risposta li su una spiaggia deserta, si guardo’, aveva indosso un corpetto di cuoio, una spada, un coltello e uno zaino con poche cose, a terra vi erano uno scudo di legno, un arco, una faretra che conteneva alcune frecce, raccolse tutto e si incammino’ verso l’entroterra.
A sua insaputa due occhi sospesi nel vuoto a vari metri di altezza lo osservavano attentamente.
Erano 2 settimane che vagava addentrandosi sempre piu’ all’interno del territorio quando un mattino vide in lontananza una sottile scia di fumo alzarsi alla sua destra, vi si diresse subito finche’ non giunse ai piedi di un’alta collina, in cima vedeva come una costruzione, forse un’insediamento umano, sali’ rapido arrivando quasi senza fiato in cima.
Arrivato pote’ osservare meglio,la costruzione era molto strana, dove finiva il prato una base di roccia iniziava e li si ergevano alti muri di pietra e malta circondando la cima della collina, la forma era di un quadrato con massicce torri agli angoli e due piu’ piccole, ma non meno imponenti, ai lati del grande portone di metallo su cui strani segni vi erano incisi.
* SCRAT * * SCRAT *
Il ragazzo era appena arrivato che 2 frecce si erano conficcate nel terreno vicino i suoi piedi, delle voci provenienti dalle mura iniziarono a gridare
– ALLE PORTE -
- ALLE MURA -
- IL NEMICO –
- ALLARME –
- UCCIDIAMOLO -
Il ragazzo non sapeva cosa pensare, non aveva la forza di scappare era debole e affamato, nelle 2 settimane si era nutrito di bacche e frutti trovati sugli alberi, aveva provato a cacciare ma senza risultati.
Che avesse commesso qualche crimini e fosse ricercato e non lo ricordava?
- CHE SUCCEDE GUARDIE ? –
Una voce autorevole aveva appena gridato
Il ragazzo senti’ le guardie che gridavano risposte varie e poi di nuovo la voce che gridava
- SE E'VIVO NON PUO' ESSERE STATO MANDATO DA LUI, APRITE –
Non vi furono mormorii o grida di disapprovazione a quel comando, il pesante portone si apri' e una figura di bianco vestita usci’ andando incontro al ragazzo che la guardo’.
Una possente figura gli si paro’ d’avanti alta piu’ di 2 metri, con mani enormi, che il ragazzo penso’ potessero schiacciare il cranio di un uomo facilmente, ma non ebbe paura perche’ vide i suoi occhi grandi e gentili che lo guardavano mentre con un sorriso gli chiedeva chi fosse.
Il ragazzo gli disse quel poco che ricordava e l’uomo presentatosi come Derkal gli disse che lo avrebbe chiamato Otrebmu Ittoram visto che erano l’unica cosa simile a un nome che ricordava, lo accompagno’ all’interno e il portone fu chiuso.
Otrebmu ora poteva vedere gli edifici all’interno delle mura, al centro uno molto grande e alto che sembrava un Tempio, al lato destro un edificio basso che dai nitriti doveva essere la stalla, a sinistra un edificio massiccio che doveva ospitare dei dormitori e alle cui strette feritoie si vedevano molti volti che sbirciavano, dietro all’edificio centrale sembrava ci fossero delle case in rovina.
Derkal lo porto’ nell’edificio massiccio fino a una grande stanza dove ordino’ a una guardia di portare del cibo a Otrebmu il quale mangio’ con voracita’ con la fame che si ritrovava.


[Modificato da Otrebmu Ittoram 30/01/2005 3.23]

[Modificato da Otrebmu Ittoram 01/06/2007 6.52]

Kyle87
00giovedì 21 ottobre 2004 21:22
OT:
non son osicuramente figuracce, ma sono bellissime opere che migliorano in Regno, sia la loro bellezza grande o piccola, siano brutti o obrobri, non fa niente, ingrandiscono comunque il Regno e lo fanno diventare sempre più bello e splendente, e poi significa che ti sei impegnato!

Bello.
Gianlu79
00giovedì 21 ottobre 2004 21:29
Giustissimo, nessuno qui dentro è uno scrittore professionista [SM=x92702]
Eruner
00giovedì 21 ottobre 2004 22:14
Allora poi vi "sparo la mia" contenti? Bello comunque!!!
DragonReborn
00venerdì 22 ottobre 2004 09:26
OT---------------------------------------------------------------------------------

bella Ott. [SM=x92702]

aspetto con impazienza il seguito (sottolineo impazienza [SM=x92703] he he he he)

Kieran
00domenica 24 ottobre 2004 16:46
Bella storia, molto avvincente [SM=x92709] . Complimenti, Messer Otrebmu [SM=x92702]
Ikarus, priore
00sabato 13 novembre 2004 16:41
Veramente un bell'inizio, complimenti. Sottoscrivo a ciò che ha detto Kyle![SM=x92702]
Arkan Quake
00domenica 14 novembre 2004 12:52
S-T-U-P-E-N-D-A

[Modificato da Arkan Quake 14/11/2004 12.53]

Light Dragon
00domenica 14 novembre 2004 12:57
STUPENDA veramente!
Otrebmu Ittoram
00domenica 14 novembre 2004 13:04

[Modificato da Otrebmu Ittoram 30/01/2005 3.21]

Otrebmu Ittoram
00giovedì 2 dicembre 2004 21:03
Otrebmu aveva mangiato a sazieta’, non sapeva se aspettare Derkal o andare a cercarlo, mentre era li a pensare entro’ un gruppo di guerrieri nella sala e si sedette al tavolo dietro di lui, dopo che gli fu’ portato del cibo iniziarono a mangiare, Otrebmu li senti’ parlare , dopo poco altri gruppi entrarono nella sala e si sedettero intorno a lui, in pochi minuti la grande sala si riempi’, stranamente era come se tutti si fossero appena svegliati e volessero mangiare e avere la pancia piena prima di affrontare la notte, essendo il tramonto arrivato da li a un’ora.
Otrebmu riflette’ su tutte le informazioni che aveva raccolto ascoltando.
Le prime che aveva erano su Derkal figlio di un fabbro era stato un forte guerriero in passato e a Otrebmu la cosa sembrava scontata, poi aveva iniziato a studiare la magia e aveva raggiunto un alto livello, all’improvviso pero’ per qualche motivo, di cui anche i guerrieri intorno a lui erano all’oscuro, era diventato chierico e in anni di studio e con la sua grande fede aveva ricoperto un’alta carica nella chiesa di una grande citta’, i guerrieri lo chiamavano Patriarca o Gran Patriarca:
Derkal aveva sempre predicato l’amore e combattuto il male specialmente le creature non-morte.
Un giorno un fanciullo di non piu’ di 14 anni si presento’ nella sua citta’ e dopo avergli parlato se ne ando’, Derkal passo’ un mese nella biblioteca della chiesa e quando ne usci’ era deciso a partire. Alla domanda dove fosse diretto rispondeva solo che una missione lo attendeva, alcuni vollero seguirlo anche se lui non lo aveva chiesto, cosi dopo un mese di viaggio una mattina raggiunsero il luogo dove si trovavano ora, il capo era un patriarca anziano, quella stessa notte come ogni notte vi fu’ un attacco e nello scontro un lich feri’ mortalmente l’anziano patriarca, Derkal lo soccorse uccidendo il non-morto con un incantesimo che univa la magia clericale a quella praticata dai maghi, infatti per qualche motivo anche se chierico poteva usare un tipo di magia che usava quando era mago, la magia della LUCE.
Il vecchio Patriarca morente cedette il comando a Derkal , poi spiro’ e al suo corpo successe una cosa strana ringiovani’ velocemente, gli uomini provenienti dalla citta’ di Derkal riconobbero nel vecchio Patriarca ringiovanito il fanciullo che era arrivato nella loro citta’ 2 mesi prima.
Il corpo fu’ sepolto nel sotterraneo del Tempio come chi lo aveva preceduto.
L’ultima cosa che Otrebmu senti’ fu la piu’ interessante, sembrava che da quando fosse li Derkal guardando una persona ne vedesse il passato e il futuro ma che per quanto gli chiedessero o lo pregassero non rivelava mai nulla, solo in rare occasioni rispondeva in maniera enigmatica.
Le informazioni sul luogo dove si trovava erano in quantita’ minore ma non meno misteriose, non aveva lo stesso nome per tutti alcuni lo chiamavano il Tempio, altri la Fortezza, quelli che sembravano essere li da piu’ tempo la chiamavano L’Ultima Casa, non si sapeva; chi avesse eretto mura, portone ed edifici o lanciato su di essi potenti incantesimi di protezione, ne cosa si proteggeva, perche’ tutti pensavano che lo scopo del luogo fosse la protezione di qualcosa ma nessuno sapeva cosa, molti avevano cercato in ogni posto delL’Ultima Casa, ma nessuno aveva trovato nulla, pero’ sospettavano che Derkal sapesse qualcosa avendo parlato con il vecchio Patriarca per tutto il giorno quando arrivo’.
Sembrava che L’Ultima Casa, non fosse facile da individuare e che solo chi fosse destinato a trovarla la vedesse, in caso contrario semplicemente non appariva, la cosa sembro’ molto strana a Otrebmu, un ulteriore frase gli fece capire che tutto il posto si spostava tra le dimensioni e i pianeti, ma penso’ di aver capito male essendo la cosa impossibile.
-Non importa se hai paura, l’importante e’ combattere e morire se la causa e’ giusta –
Questa frase scosse Otrebmu dai suoi pensieri facendolo alzare dala sedia e voltare per vedere chi l’aveva pronunciata, era un uomo alto e slanciato con i lineamenti marcati, era vestito di nero sul corpetto di cuoio trasversalmente vi era una cinghia su cui vi erano cuciti 4 foderi contenenti ognuno un pugnale da lancio, vicino a lui vi era un arco e una faretra, l'uomo slanciato era seduto a un tavolo con altri uomini ognuno dei quali aveva vicino una balestra.

[Modificato da Otrebmu Ittoram 30/01/2005 3.25]

Otrebmu Ittoram
00giovedì 2 dicembre 2004 21:08
Otrebmu senza accorgersene disse
- Lei deve essere molto coraggioso, se si ha paura non e’ meglio fuggire ? –
L’uomo slanciato e i suoi compagni lo guardarono, l’uomo disse
– Tu devi essere Otrebmu quello appena arrivato, pensi questo dunque –
Sorridendo continuo’.
– Ecco il motivo per cui L’Ultima Casa ti ha trovato, perche’ ti venga insegnato a combattere anche temendo la morte, di certo non sei del Regno di Blue Dragon o conosceresti i Valori –
- Il Regno di chi ?, che Valori ? –
Chiese Otrebmu.
Tutti risero, poi l’uomo si alzo’ dicendo di chiamarsi Gidon e presento’ i suoi compagni.
Gidon disse.
– Bene dovremo insegnarti molte cose, ma inizieremo un altro giorno, sta per iniziare il nostro turno -
Tutti i compagni di Gidon si alzarono dalle sedie e con lui in testa si diressero all’uscita della sala.
Otrebmu rimase in piedi vicino al tavolo pensando a quelle parole.
Una possente mano gli si poso’ sulla spalla, era Derkal che gli chiese se il pasto era stato sufficiente, Otrebmu gli rispose che lo era stato che non avrebbe avuto fame per una settimana.
Derkal ridendo gli disse di seguirlo, i 2 uscirono dalla sala imboccando il piccolo corridoio per uscire dall’edificio, ma invece di arrivare al portone Derkal apri’ una porta che si trovava a meta’ del corridoio e si trovarono in una piccola stanza con un’altra porta e una scala a chiocciola che portava ai piani superiori e inferiori, salirono, le scale continuavano a salire ma loro si fermarono a una porta che si trovava sulla loro destra.
Derkal l’apri’ e entrarono in una grande sala che Otrebmu capi’ vedendo i tanti letti che fungeva da dormitorio.
Otrebmu fu’ portato in un angolo della stanza e Derkal gli disse che il letto e l’armadio li erano per lui, di posare le armi e riposarsi, ma Ittoram aveva altro in mente, da quello che aveva sentito ogni notte L’Ultima Casa era attaccata da qualcuno che l’assediava fino alla mattina tentando di sfondare le difese e penetrare all’interno.
Otrebmu aveva deciso di non dormire e aiutare nella difesa, Derkal guardandolo sorrise, gli tolse l’elmo che mise nell’armadio e posandogli la mano sulla testa gli scompiglio’ i capelli, poi disse
– Dormi -
E se ando’.
Otrebmu si ritrovo’ prima seduto e poi sdraiato sul letto, penso’ che sarebbe stato solo per poco ma mentre il sole calava cosi gli occhi si chiusero e si addormento’.
La notte calo’, tutte le sentinelle che fino a quel momento erano rimaste sedute a parlare o giocare a dadi si affrettarono aprendere i loro posti.
Derkal era salito sulla piazzola di una delle torri ai lati del portone, scrutava la notte quando una delle sentinelle gli si avvicino’ e disse con voce referente
– Patriarca, andate a riposare, non dormite da 4 giorni, se l’assedio si svolge come le altri notti non servira’ il vostro intervento -
Derkal rivolgendogli un sorriso gli chiese
– E se cambiasse tattica ? –
La sentinella rispose
– Verro’ a chiamarvi subito personalmente, dovete riprendere le forze –
Derkal annui’ e si diresse alle scale, poco dopo attraversato lo spiazzo entro’ nel Tempio.
La sentinella che lo aveva seguito con lo sguardo torno’ al suo posto a scrutare la notte.
Gidon era sull’altra torre con i suoi uomini e rivolgendoglisi disse
– Bene anche stanotte ne faremo fuori un po’, state pronti con le quadrelle –
Gli uomini si mossero come un solo uomo e posizionarono le quadrelle sulle balestre, Gidon invece incocco’ una freccia sull’arco.
All’insaputa di tutti 2 occhi sospesi a molti metri da terra avevano osservato tutto.

[Modificato da Otrebmu Ittoram 30/01/2005 3.28]

Otrebmu Ittoram
00domenica 12 dicembre 2004 04:43

[Modificato da Otrebmu Ittoram 30/01/2005 3.29]

NightLord
00martedì 28 dicembre 2004 12:09
OT continua pure così Otrebmu !
E' un bello scritto [SM=x92702] OT
Otrebmu Ittoram
00venerdì 1 giugno 2007 06:55
La mattina Otrebmu si svegliò riposato, era ancora vestito ma armi e corpetto erano nell’armadio, si alzò e guardando dalla finestra-feritoia capì che l’alba era giunta da poco.
La maggior parte delle sentinelle stava smontando dai propri posti, una piccola parte rimase sulle torri e le mura, probabilmente guardie che avevano dormito durante la notte e che ora avevano dato il cambio ai compagni.
Nella camerata, dove si trovava Otrebmu arrivarono le sentinelle che avevano appena smontato, tra queste Gidon e i suoi uomini, che lo salutarono mentre si preparavano per dormire.
Ittoram dopo aver risposto ai saluti uscì, arrivando alle scale dove vide altre sentinelle provenire dal piano superiore, le seguì fino alla sala del giorno prima, dove fu servita la colazione, anche questa volta ascoltò le varie conversazioni, ma le uniche informazioni nuove che raccolse riguardavano le persone che si trovavano nell’Ultima Casa.
Nell’edificio in cui si trovava, il piano terra era adibito a cucina, dispensa, sala comune usata per mangiare e stanze per i cuochi, il primo e secondo piano erano per tutti gli altri che arrivavano li, nani, elfi, guerrieri e cosi via, il terzo e quarto piano erano per i maghi, vi erano due piano per ognuno per dividere tra uomini e donne.
Nel Tempio vi abitavano i chierici, la stalla ovviamente era per i cavalli, ma vi erano anche le stanze di stallieri e garzoni.
Dopo colazione Otrebmu uscì dall’edificio, fece un giro visitando, il Tempio e le stalle, a torri e mura però non ebbe accesso.
Era passata un’oretta da quando aveva lasciato l’edificio e nel cortine incontrò Derkal, che lo salutò cordialmente, parlarono per un’ora buona e Otrebmu decise di rimanere li non sapendo dove andare e sperando di recuperare la memoria.
Un gruppo di uomini che conducevano dei cavalli stava uscendo dall’Ultima Casa, Derkal gli spiegò che stavano uscendo per procurare cibo e acqua, Otrebmu manifestò la volontà di unirsi a loro e corse nella camerata per prendere le sue armi mentre Derkal andava dal gruppo per dirgli di aspettarlo.
Otrebmu arrivò nella camerata dove tutti dormivano e silenziosamente recuperò il suo equipaggiamento tornando poi nel cortile e dirigendosi al grande portone dove il gruppo lo attendeva, cosi uscirono tutti tranne Derkal che li salutò.
Otrebmu si avvide che il paesaggio era cambiato non si trovano più su una collina, ma in una valle in fiore e ai margini della valle vi era un bosco.
A pomeriggio inoltrato tornarono all’Ultima Casa, Derkal gli andò incontro e chiese come era andata la caccia.
Tagon il capo della spedizione rispose che era andato tutto bene, che gli otri dell’acqua erano stati riempiti tutti e avevano cacciato molta selvaggina, Otrebmu era in fondo, gli occhi guardavano in basso e aveva l’aria sconsolata.
Derkal chiese a Tagon cosa fosse successo e gli venne spiegato che Otrebmu per quanto avesse provato una ventina di volte a cacciare con arco e freccia non era riuscito a uccidere che un coniglio, Derkal annuendo disse che era meglio di niente alché Tagon mentre gli altri frenavano le risate gli disse che aveva ucciso un coniglio ma avendo mirato a un cervo.
Derkal lo guardò stupito e chiese ulteriori spiegazioni cosi Tagon gli rispose che Ittoram aveva mirato al cervo ma non sapendo usare l’arco nel momento di scoccare la freccia si era mosso, ed era scivolato sull’erba, la freccia era partita facendo una parabola all’indietro andando alle loro spalle, quando era stata trovata avevano scoperto che aveva colpito un coniglio.
Gli angoli della bocca del patriarca si mossero ma non rise, andò da Otrebmu, gli diede una pesante pacca sulla spalla che lo fece piegare in due e gli disse
- Ho sentito che non siete bravo con l’arco, allora vedremo di farvi insegnare dai migliori, chiederò a Gidon e ai suoi uomini di farvi diventare bravo come loro -
Targon si avvicinò a Derkal e gli disse che avrebbero portato e sistemato tutto in dispensa e poi sarebbero andati a cenare, il patriarca annui e disse a Otrebmu di andare con loro.
Otrebmu Ittoram
00venerdì 1 giugno 2007 06:57
Dopo aver cenato Otrebmu andò nella camerata, Gidon e i suoi uomini stavano per scendere nella sala da pranzo, Ittoram li salutò appena andando al suo letto, Derkal arrivò dietro di lui e disse a Gidon che doveva chiedergli un favore e lo avrebbe raggiunto nella sala comune, andò poi da Otrebmu che si era seduto sul letto pensando che non voleva addormentarsi e dare un aiuto durante la notte.
Derkal gli disse che il giorno dopo sarebbero iniziati gli allenamenti e che doveva riposarsi, ma Otrebmu gli rispose che non aveva sonno cosi Derkal gli mise una mano sulla testa dicendo
- Dormite -
Otrebmu si ritrovò sdraiato sul letto con le palpebre pesanti e si addormentò.
Derkal uscì dalla camerata, scese le scale e andò nella sala comune per parlare a Gidon.
La notte non fu diversa dalle altre.
Il mattino dopo Otrebmu si svegliò, andò a fare colazione e quando uscì dall’edificio Derkal lo aspettava fuori in compagnia di altri uomini, gli spiegò che erano i suoi maestri, gli avrebbero insegnato a combattere con le varie armi, Gidon e i suoi balestrieri che avevano il turno di notte lo avrebbero cambiato presto per potergli insegnare.
Nella prima settimana di allenamento Otrebmu si impegnò molto dimostrando una notevole forza fisica, ma in quanto a tecnica di combattimento e conoscenze delle armi era come se non ne avesse mai usata una.
Derkal gli fece dare lezioni anche dai maghi ma sembrava che per la magia fosse ancora più negato che per le armi o meglio era negato nell’uso non nel leggere libri di magia e imparare i vari riti e formule, anche i chierici gli diedero consigli e insegnamenti mostrandogli gli incantesimi, Otrebmu seguiva sempre le funzioni nel Tempio.
Quando iniziarono le lezioni di Gidon fu chiaro che Otrebmu colpiva qualsiasi cosa tranne il bersaglio che aveva di fronte, le sue lezioni con Gidon iniziavano con pratica di arco e balestra e finivano con una corsa intorno agli edifici dell’Ultima Casa, questo perché irrimediabilmente ogni volta una freccia o una quadrella rischiava di colpire qualcuno e il malcapitato di turno rincorreva Otrebmu per fargliela pagare, alla fine tutti sapevano che l’unico posto sicuro per non essere colpiti era dietro o ai fianchi del bersaglio.
Un paio di episodi di quelle esercitazioni furono ricordate a lungo, queste venivano svolte dietro il tempio, dove si trovavano dei ruderi di case, nel primo episodio Otrebmu si stava cimentando nell’uso dell’arco, la freccia scagliata mancò il bersaglio come era suo solito colpendo il tetto di uno dei ruderi, che la deviò sul fianco del Tempio, che a sua volta ne deviò ancora la direzione facendo si che entrasse in una delle strette finestre-feritoie al quarto piano dell’edificio dove dimoravano i maghi, poco dopo un mago alto e magro di nome Tenin arrivò dietro al tempio, aveva una lunga tunica viola stretta in vita da una cintura nera a cui erano legati vari sacchetti, ma la cosa che attirò l’attenzione di tutti fu che il suo copricapo nero a punta aveva conficcato a 4-5 centimetri dalla fronte la freccia di Otrebmu.
Il mago farfugliò qualcosa
- Tu brutto…brutto… -
E subito dopo iniziò a lanciare piccole sfere infuocate in direzione di Otrebmu che lasciando l’arco si buttò di lato evitando le prime, poi cominciò a correre con il mago che lo inseguiva bersagliandolo con le sfere di fuoco.
L’inseguimento continuò per buoni dieci minuti, molte sfere colpirono di striscio l’inseguito procurandogli delle ustioni, Gidon e i suoi uomini erano letteralmente piegati dal ridere da quando avevano visto dove la freccia si era conficcata.
Quando arrivò Derkal sistemò tutto, mandando Otrebmu al Tempio per essere curato e calmando il mago.
Otrebmu Ittoram
00venerdì 1 giugno 2007 06:58
Il secondo episodio fu ancora più esilarante o quasi, Otrebmu era sempre a far pratica, questa volta con la balestra, dietro il Tempio e come suo solito sbagliò e non colpì il bersaglio ma il solito tetto del rudere, la quadrella come la volta precedente colpì e fu deviata dal fianco del Tempio ma stranamente invece di entrare in una delle finestre dell’edificio colpì come un muro invisibile davanti a questa, tutti pensarono che i maghi dovevano aver lanciato qualche tipo di incantesimo per evitare che Otrebmu colpisse altri all’interno.
Fatto sta che la quadrella una volta colpito il muro invisibile deviò e tornando indietro entrò in una delle finestre-feritoie del Tempio.
Poco dopo un chierico molto robusto con una grande mazza ferrata impugnata a due mani arrivò dietro il Tempio, non aveva nessun copricapo, indossava una lunga veste bianca con ricami raffinati raffiguranti animali mitologici, una grossa cintura torchiata era stretta in vita, poco sotto l’inguine tra le gambe si era conficcata la quadrella, ma non si vedevano macchie di sangue, anche il chierico come il mago balbettò qualcosa
- Io….io… ti arrgghhhh .. -
Alzando la mazza ferrata il chierico si scagliò contro lo sfortunato ragazzo che scattò all’istante cominciando a correre.
Gidon con le lacrime agli occhi era piegato in due dal ridere i suoi uomini per la stessa ragione erano distesi a terra e non riuscivano a smettere di ridere.
Ittoram correva molto veloce, con tutti gli inseguimenti che aveva sostenuto sempre come preda aveva sviluppato una buona resistenza.
Il chierico dopo diversi minuti di inseguimento infruttuoso, cominciò a lanciare su di se degli incantesimi che ebbero il merito di farlo avvicinare all’inseguito, menò cosi un colpo con la mazza colpendolo al fianco e facendolo rallentare, un secondo colpo mandò Otrebmu a terra, il chierico aveva calato il terzo quando una mano bloccò il colpo a mezz’aria, era Derkal informato dell’accaduto.
- Calmatevi Kotin -
Disse rivolto al chierico
Derkal anche questa volta sistemò tutto e curò egli stesso le ferite di Ittoram per non farlo andare al Tempio dove il chierico Kotin era tornato.
Otrebmu Ittoram continuò ad allenarsi per molti anni nell’Ultima Casa, la sua perizia nell’usare le diverse armi migliorò molto, anche con arco e balestra non sbagliava più e faceva sempre centro, aveva continuato anche a studiare la magia dai maghi e dai chierici, ma la sua bravura nelle arti magiche non migliorava, Derkal però continuava a fargliele studiare perché in futuro gli sarebbero servite, ma non gli diceva ne come ne quando.
Dopo nove anni che Otrebmu era giunto all’Ultima Casa fu svegliato da Derkal, era quasi il tramonto.
Ittoram era disorientato della cosa, come lo era stato la mattina che dopo il pranzo il patriarca gli aveva fatto visita nella camerata dicendogli di riposare, ora invece gli chiese di seguirlo, mangiarono insieme e alla fine Derkal gli rivelò che avrebbe finalmente fatto la sentinella quella notte, cosi fu, e il giovane vide per la prima volta quella notte gli assedianti, erano diverse specie di non-morti, come gli spiegava Derkal, zombi, scheletri, mummie e altri ancora, era come se un potere e intelligenza li guidasse in un attacco organizzato.
Otrebmu si uni a Gidon e i suoi uomini che bersagliavano con frecce e quadrelle i nemici, le frecce che gli avevano dato da scoccare erano benedette e alcune avevano la punta d’argento, quando colpivano i non-morti li facevano esplodere.
Ittoram dopo quella prima notte ne passò molte altre a fare da sentinella, alcune volte era in compagnia di Gidon e dei suoi uomini altre di Derkal
Otrebmu Ittoram
00venerdì 1 giugno 2007 07:00
Quando i nemici non si facevano vedere per un po’ Otrebmu parlava con chi montava la guardia con lui, seppe cosi alcune cose su Gidon e sui suoi uomini, prima di arrivare all’Ultima Casa facevano parte di un gruppo di briganti che attaccavano e uccidevano tutti i viandanti che entravano nella grande foresta dove erano nascosti, un giorno uccisero il figlio del signore locale il quale mandò tutti i suoi soldati più dei mercenari per ucciderli tutti.
Il capo dei briganti e la maggior partesi essi furono uccisi, Gidon che ne era il braccio destro, riuscì a portare in salvo lui e altri quaranta, ma erano braccati da soldati e mercenari, che volevano la taglia sulle loro teste.
Fuggirono per una settimana sempre costantemente inseguiti e furono ridotti a trentuno, le maglie degli inseguitori presto si sarebbero chiuse anche sugli ultimi briganti.
Gidon e i sopravvissuti nascosti in una caverna, stavano cibandosi di erba e lucertole crude non potendo rischiare di accendere un fuoco e dicendo che se si fossero salvati avrebbero cambiato vita e espiato i loro crimini.
Stava per giungere la sera cosi avrebbero potuto muoversi quando le sentinelle che tenevano d’occhio l’ingresso della caverna notarono qualcosa, tutti vi si diressero con cautela vedendo che in una radura a trecento metri da loro vi erano delle mura e degli edifici all’interno.
Si avvicinarono circospetti non avendo mai visto quelle costruzioni nella foresta, ai portoni le sentinelle li fecero entrare tenendoli sotto tiro, Derkal si avvicinò a loro e li guardò uno a uno quando Gidon gli chiese che posto era quello, gli fu risposto
- Dove chi ha perso la strada la ritrova, chi non ne ha la crea, per voi dove espierete i vostri crimini -
Quando Otrebmu fece dei turn in compagnia di Derkal questi però non gli parlava di se, ma di altre cose per lo più di oggetti leggendari come il Calice dell’Ombra, il Calice della Luce e molti altri.
Otrebmu fece da sentinella senza molti problemi, tutte le notti erano uguali le creature si avvicinavano e loro le bersagliavano con frecce e quadrelle, poi gli attacchi si fecero sempre più intensi e cruenti, il numero di non-morti assedianti aumentò di cento volte e anche i non morti potenti aumentarono, se prima ve ne erano uno su mille ora erano cento su mille, i non-morti riuscivano a scalare le mura, cosa che non era mai successo da quando Derkal era divenuto il capo spirituale dell’Ultima Casa.
Dopo cinque mesi dall’aumento dell’attività’ dei non-morti una notte di relativa calma il Patriarca e Otrebmu stavano tornando sulle mura dopo uno spuntino di mezzanotte quando sentirono dalla direzione dei portoni due urla agghiaccianti e il rumore di due corpi che cadevano, si diressero correndo li, trovando i corpi di due sentinelle, Derkal fermò Ittoram e lanciò un incantesimo, vicino i due corpi apparvero delle figure eteree, dai corpi se ne alzarono altre due.
- Spettri -
Disse il chierico che lanciò un altro incantesimo e i quattro spettri vennero distrutti in un lampo accecante.
Otrebmu si avvicinò ai corpi che all’improvviso si alzarono attaccandolo, il chierico gli gridò che erano zombi ora e di ucciderli senza pensare a chi erano prima, il giovane ne ebbe ragione facilmente.
Un grido echeggiò nella notte, i due corsero velocemente per salire sulle più vicine mura , d’avanti a loro videro molte decine di migliaia di non-morti che si avvicinavano, la maggior parte erano scheletri e zombi, gli esseri si stavano riunendo in un unico luogo d’avanti ai portoni, dove vi erano delle figure.
Dei necromanti secondo Derkal, che si posizionarono a formare un pentagono e a pronunciare antichi e arcani incantesimi di un rito blasfemo, gli scheletri per primi iniziarono a urtarsi l’un l’altro, ma le ossa non si rompevano anzi si fondevano tra loro creando uno scheletro più grande.
- Cosa succede ? -
Chiese Otrebmu rivolto a Derkal che rispose
- Credo di saperlo e non e’ un bene -
Il Patriarca si rivolse alle sentinelle e gridò
- Distruggete più non-morti che potete prima che si fondano, io torneò appena potrò -
Detto questo scese le scale e andò nel Tempio.
Otrebmu e tutte le altre sentinelle fecero cadere una vera pioggia di frecce e quadrelle sui nemici, ma non poterono distruggerli tutti, e funzionavano solo sui non-morti che non si erano ancora fusi tra loro, anche i necromanti ne erano immuni protetti da qualche scudo magico, dopo una mezz’ora uno scheletro alto trenta metri si ergeva d’avanti ai portoni, su di esso iniziarono ad arrampicarsi o volare non-morti potenti, vampiri, mummie, spettri e fantasmi e si posizionarono nella cassa toracica e nel cranio dello scheletro e iniziarono a fondersi tra loro, dopo un’ora lo scheletro aveva un cervello e un cuore enormi mostruosi e in parte di carne e in parte eterei.
Toccò agli zombi che iniziarono a riversarsi sullo scheletro e a fondersi tra di loro intorno alle ossa dello scheletro per ricoprirle , dopo due ore dall’inizio di quel rito una macabra e blasfema creatura non-morta era li pronta ad attaccare, i necromanti pronunciarono l’ultima parte degli incantesimi del rito e iniziarono a volare fino ad arrivare alla testa della creatura dove si fusero parzialmente sembrando corna che circondavano la testa come una corona.
L’essere apri la bocca e emise un grido che sembrava provenire dall’aldilà e che fece gelare il sangue nelle vene a tutti i difensori.
Iniziò poi a muoversi verso i portoni, pochi passi e vi arrivò iniziando a colpirli con poderosi calci, i portoni iniziarono a cedere, tutti gli abitanti dell’Ultima Casa erano stati svegliati e combatterono sulle mura, le frecce benedette non facevano niente alla creatura gigante cosi tutti indirizzarono i loro attacchi alle altre piccole che si trovavano intorno le mura e che erano apparse dopo l’attacco ai portoni di quella gigante.
Dopo l’ennesimo calcio uno dei portoni cedette e venne quasi divelto dai cardini, i non-morti minori si riversarono dentro il cortile da quella breccia, una schiera di chierici era pronta a dargli battaglia.
Otrebmu Ittoram
00venerdì 1 giugno 2007 07:01
Derkal arrivò in quel momento con in mano uno strano oggetto che brillava, dalle stalle arrivò un guerriero che conduceva un magnifico cavallo bianco sellato, il Patriarca vi montò in groppa e il cavallo dopo una piccola rincorsa apri le ali e prese il volo, era un pegaso.
Il sommo chierico si diresse verso la testa della creatura gigante, era ormai vicino quando all’enorme capo quando un colpo della possente mano dl mostro colpi lo splendido animale il quale precipitò verso il suolo, con Derkal che disarcionato si reggeva con una mano a una staffa della sella, quando mancavano cinque metri al suolo il petaso ripresosi riuscì a rallentare e a rimanere in volo con un possente battito d’ali ma lo strattone fece cedere la presa sulla staffa al Patriarca che precipitò al suolo.
Otrebmu sceso dalle mura lo raggiunse, il chierico si era rotto una gamba cadendo, il pegaso gli atterrò vicino, mentre tentava di rialzarsi, Ittoram tentò di farlo desistere ma Derkal non voleva ascoltarlo, alla fine il ragazzo gli disse che se gli diceva cosa doveva fare l’avrebbe fatta lui cosi il chierico con uno strano sguardo gli consegnò una piccola e strana sfera d’argento con un’energia azzurra che la circondava e gli disse di usare il pegaso e di lasciarlo avvicinare al gigante perché doveva far si che il manufatto sferico venisse ingoiato dal non-morto gigante.
Otrebmu sbiancò in volto ma mordendosi il labbro annui e messo il manufatto in una sacca legata alla cintura, montò sul pegaso che dopo la rincorsa prese il volo.
L’animale si diresse verso la creatura gigante e poi verso la testa di questi, schivando questa volta i colpi della grande mano, ma non riusciva ad avvicinarsi abbastanza perché il suo cavaliere potesse lanciare la sfera.
Dopo vari tentativi il pegaso si elevò a una ventina di metri sopra il gigante e poi scese in picchiata verso la testa, ma quando sembrava avercela fatta, la mano gigante lo colpi in pieno disarcionandone il cavaliere che non riuscì a tenersi e cadde insieme all’animale.
Mentre cadeva Otrebmu muoveva le braccia nella speranza di aggrapparsi a qualcosa e cosi fu, quando riprese fiato capì che era appeso all’esterno di una delle corna dell’essere gigante che iniziò a fare scatti con la testa per farlo cadere ma lo fece solo sbalzare verso l’interno e scivolare verso il basso del corno, l’essere all’ora mosse la mano verso la testa per liberarsi di lui, quando le dita si chiusero non trovarono nulla.
Ittoram per non essere preso si era lasciato scivolare verso il basso sulla fronte dell’essere e poi sempre più giù sulla guancia fino ad arrivare all’angolo della bocca dell’essere, per non cadere aveva usato il coltello piantandolo nelle carni del mostro ma il lungo squarcio procurato nella discesa si era gia rimarginato.
Arrivato vicino alla bocca il giovane stava tentando di prendere il manufatto sferico dalla sacca quando l’essere spalancando la bocca lo fece cadere all’interno, facendolo quasi svenire per il terribile fetore, la bocca si richiuse e Otrebmu dovette gettarsi verso l’interno della bocca per non essere tranciato dai denti affilati, cosi facendo si ritrovò ricoperto dalla saliva dell’essere che cominciò a bruciarlo, resistendo al dolore prese l’artefatto dalla sacca e lo gettò nella gola dell’essere che aprendo la bocca urlò proiettandolo fuori.
Il grido sembrava provenire dai più profondi recessi dell’aldilà, dalla bocca, dagli occhi e poi da tutto il corpo uscirono dei fasci di luce, dal corpo dell’essere emersero come migliaia di voci urlanti dall’oltretomba, l’essere espose in un globo di luce che si espanse tutt’intorno distruggendo tutti i non-morti che si trovavano dentro e fuori le mura.
Otrebmu cadde dalla bocca dell’essere precipitando verso il suolo, il pegaso che si era ripreso gli si lanciò sotto riuscendo a farlo atterrare sulla groppa ma fu di breve durata perché il giovane svenuto cadde dalla groppa, l’animale alato con la stessa tattica non poté far altro che rallentare la caduta di Ittoram finche non cadde al suolo, intanto il globo di luce si espandeva e colpiva anche il corpo del giovane a terra mentre distruggeva i non-morti che si trovavano all’interno o all’esterno delle mura.
Otrebmu si risvegliò nel suo letto con il corpo tutto dolorante e con varie fasciature e steccature su di esso.
Derkal arrivò poco dopo e spiegò a Ittoram che era stato fortunato a salvarsi, non tanto dalla caduta rallentata dal petaso, ma per via della sua permanenza all’interno della bocca dell’essere, la puzza che lo aveva quasi fatto svenire indicava che l’aria era avvelenata, la saliva poi era corrosiva, per fortuna quando il globo di luce si era espanso e lo aveva colpito aveva bloccato i due effetti che lo stavano uccidendo.
La caduta gli aveva solo rotto qualche costola, un braccio e una gamba.
Il Patriarca gli disse che l’artefatto che aveva distrutto l’essere non-morto gigante e tutti gli altri si chiamava sfera dell’espiazione.
Le ossa dopo tre settimane guarirono, grazie alle cure dei chierici le ustioni e l’avvelenamento anche, dopo quattro settimane, cioè poco dopo un mese dall’attacco del non-morto gigante Otrebmu era completamente ristabilito.
Il portone era stato riparato e gli attacchi successivi al gigante erano tornati i soliti, Ittoram aveva ripreso a fare da sentinella.
Dopo due mesi dall’attacco del gigante in una notte in cui la luna era coperta dalle nuvole le sentinelle avvertirono un forte abbassamento della temperatura, contemporaneamente i non-morti che accerchiavano le mura si ritirarono.
Derkal fu avvertito subito da Otrebmu che era di turno.
Tutte le sentinelle erano all’erta e chi riposava nei dormitori fu svegliato, dopo alcune ore di attesa si senti uno strano rumore come di un ringhio cupo e basso, d’avanti i portoni comparve un’enorme creatura in decomposizione, dopo attimi di concitazione dei difensori la creatura si avvicinò rivelandosi un’enorme drago-zombi.
- Ci sono altre sfere di espiazione -
Chiese con la bocca spalancata Otrebmu al Patriarca che gli rispose
- Le stavo preparando per un’evenienza del genere, ma mi serve ancora un’ora per finirne una -
- Vedremo di resistere un’ora -
Disse Ittoram mentre Derkal correva giù per la discesa che portava al cortile e andava verso il Tempio.
Il drago-zombi attacco per primo i portoni colpendo con poderosi colpi di coda, mentre ogni tanto ghermiva i difensori, sempre con la coda usandola come una frusta, colpendo la sommità delle mura, colpendo e facendo volare le sentinelle.
Per fortuna i portoni erano stati rinforzati da quando erano caduti sotto i colpi del gigante, cosi prima che cedessero passo quasi un’ora, nel momento che una delle due ante del portone fu divelta dai cardini i non-morti rimasti nascosti nell’ombra fino a quel momento uscirono dirigendosi verso di essi ed entrando nel cortile interno dell’Ultima Casa, dove dopo una prima scarica di incantesimi da parte di maghi e chierici iniziò un combattimento corpo a corpo tra i non-morti e i guerrieri che difendevano il luogo.
Il drago-zombi intanto continuava a colpire l’altra anta del portone anche se ciò significava che le sue frustate di coda a volte colpivano i non-morti che stavano entrando, facendo cosi diminuire il flusso di entrata di quegli esseri.
Derkal usci dal Tempio correndo, Otrebmu nel cortile a combattere, ucciso il suo avversario gli andò incontro, dalla stalla uno scalpitio avverti che il pegaso stava arrivando, infatti cosi fu, anche se stavolta non era condotto, ma stava letteralmente trascinando il guerriero che lo aveva preso in consegna dallo stalliere.
Otrebmu disse che sarebbe andato di nuovo lui e Derkal non si oppose minimamente e gli consegnò la sfera di espiazione, cosi il giovane montò sul pegaso che spiccò il volo.
Derkal si posizionò d’avanti al drago-zombi pronunciando un incantesimo di distruzione per non-morti, il drago fu colpito ma la magia che aveva distrutto all’istante i non-morti intorno alla bestia non le fece un grande effetto come se fosse protetto
- Come pensavo -
Disse Derkal con una smorfia per poi gridare a Otrebmu
- Solo la sfera di espiazione può distruggerlo dall’interno -
Ittoram in sella al pegaso si gettò in picchiata verso il drago-zombi il quale però spiccò il volo a sua volta,lo spostamento d’aria fu tale che fece sbalzare via e lontano i non-morti che stavano per entrare dall’anta del portone che aveva ceduto.
Il drago iniziò a inseguire il pegaso cercando di afferrarlo con gli artigli e i denti, ma la splendida cavalcatura bianca schivava tutti gli attacchi con rapide manovre, tale da far si che per non essere disarcionato Otrebmu aveva lasciato le redini e aveva letteralmente abbracciato il collo dell’animale e stretto le gambe al torace.
Dopo alcuni minuti di inseguimento il pegaso si lanciò in una picchiata verso il suolo inseguito dal drago, quando stava per toccare il terreno cambiò direzione repentinamente disarcionando Otrebmu che riuscì ad aggrapparsi alle redini svolazzanti non evitando però di sbattere a terra prima che il pegaso si dirigesse di nuovo verso l’alto.
Il drago non riuscì a fare lo stesso e si schiantò pesantemente al suolo, ma si rialzò riprendendo il volo e ricominciando l’inseguimento.
Ormai il pegaso si stava stancando e il drago si avvicinava sempre più spesso e aveva anche iniziato a usare il suo soffio che sembrava essere una nube di gas velenoso.
Otrebmu risalito in sella decise che era il momento di fare qualcosa, diresse il pegaso verso il suolo dirigendosi però vicino le mura dell’Ultima Casa, arrivati quasi al suolo e con di fianco le mura fece cambiare direzione al pegaso primo facendolo volare parallelo al terreno e poi arrivati a uno degli angoli dove si trovavano le torri lo fece svoltare, il drago questa volta non si schiantò ma virò in tempo , volando però rasente il terreno all’angolo anche lui svoltò trovando però una sorpresa.
Otrebmu Ittoram
00venerdì 1 giugno 2007 07:02
Otrebmu e il pegaso erano d’avanti alla bocca del drago, infatti poco dopo aver svoltato l’angolo Ittoram aveva fatto virare di 180 gradi l’animale ed era tornato indietro.
Ora Otrebmu era di fronte la bocca spalancata del drago e vi si gettò dentro con un balzo atterrando sulla lingua molle che si mosse saettando e facendolo cadere, la saliva del drago che lo ricopriva per fortuna non sembrava corrosiva.
Ittoram si diresse verso il fondo della bocca, quando vi arrivò capi che il drago si preparava a soffiare cosi gettò dentro la gola la sfera di espiazione che aveva preso dalla sacca alla cintura e si diresse dalla parte opposta, saltando fuori proprio nel momento in cui il drago soffiava, il soffio passò poco sopra il ragazzo, poco dopo dal drago cominciarono a fuoriuscire fasci di luce finche un globo di luce non lo distrusse, la successiva espansione distrusse i non-morti esterni alle mura e attraversandole distrusse tutti quelli all’interno.
Otrebmu fu trovato da Gidon vicino le mura esterne, aveva una gamba e alcune costole rotte e altre escoriazioni sul corpo, fu portato nell’Ultima Casa per essere curato.
Derkal gli disse quando si fu svegliato che era stato un pazzo con quell’azione perché la nube di gas velenoso del soffio del drago, non era come le esalazioni all’interno della bocca del gigante non-morto che uccidevano lentamente per avvelenamento, ma era istantaneo e se lo avesse colpito quando era nella bocca o anche dopo essere saltato lo avrebbe ucciso e l’espansione della sfera di luce non avrebbe potuto fare nulla perché non poteva riportare in vita i morti.
- Me lo ricorderò la prossima volta -
Fu la risposta del giovane mentre il chierico se ne andava scotendo la testa tra le risate di Gidon e i suoi uomini.
Dopo un mese dall’attacco del drago-zombi Ittoram si era ristabilito e aveva ripreso la sua posizione di sentinella.
Sul finire di una notte quando stava per sorgere l’alba Derkal andò da Otrebmu che era di sentinella e gli chiese di seguirlo, cosi lo portò dietro al Tempio dove si trovavano le case in rovina.
Il Patriarca guidò Otrebmu in una delle case in rovina, il ragazzo non era mai entrato in quelle rovine, nella casa vi erano dei mobili semidistrutti, le finestre erano frantumate in più punti, pavimento e pareti erano sfondati, delle armi rotte erano sparse a terra, Derkal rivolgendosi a Ittoram gli disse
- Osserva bene quello che faccio e ricordalo -
Cosi dicendo il chierico sotto lo sguardo attento del perplesso ragazzo eseguì una complessa operazione alla fine della quale una parte del pavimento si apri rivelando una botola e mostrando dei gradini che scendevano verso il basso.
Derkal schioccò le dita e un globo di luce apparve dinanzi a lui, poi gli disse di seguirlo ancora.
Discesero cosi le scale per una trentina di metri fino a ritrovarsi d’avanti un pesante portone di ferro, il chierico lo spinse e questi si apri senza far rumore spalancandosi in una stanza molto alta al cui centro vi era un grosso macigno dalla strana forma, il chierico con dietro Otrebmu si avvicinò al macigno, quando i due ne furono ormai a un metro questi iniziò a tremare e poi a muoversi rivelandosi un golem di pietra, Ittoram fece qualche passo indietro ma Derkal lo rassicurò, e gli indicò una porta dietro il golem e di fronte a quella da cui erano entrati.
Il Patriarca spiegò a Otrebmu il segreto conosciuto solo dai sommi chierici che si succedevano nell’Ultima Casa, la quale custodiva potenti manufatti, armature, armi, anelli e cosi via, la maggior parte potevano essere usati solo dal bene per il bene, cioè solo maghi, guerrieri, chierici o paladini buoni potevano usarli, esseri oscuri o praticanti arti oscure non potevano e se tentavano di farlo ne venivano distrutti, chi comandava i non-morti che assediavano le mura, voleva per se i pochi artefatti che potevano essere usati anche da chi non era buono e distruggere tutti gli altri.
Derkal continuò la spiegazione dicendo che lui e gli altri difensori erano la prima linea di difesa di quegli oggetti, annientati loro, il nemico avrebbe dovuto scoprire dove si trovava l’entrata e poi affrontare e distruggere i guardiani, vi era un guardiano per ogni oggetto, il golem era il primo, oltre la porta che vedevano vi era il primo artefatto.
Il Patriarca non sapeva il numero totale di manufatti che vi erano ma solo che l’ultimo il più potente era un’armatura completa, che avrebbe ricoperto dalla testa ai piedi il cavaliere che l’avesse indossata.
Particolarità di questo luogo era che chi tentava di impossessarsi dei manufatti aveva una sola possibilità, se si fosse fermato o non fosse stato in grado di continuare non riuscendo a superare uno dei guardiani non avrebbe potuto tornare per riprendere da dove aveva interrotto.
Otrebmu chiese come mai gli venisse rivelato il segreto visto che nessun’altro ne era a conoscenza, Derkal con un sorriso gli rispose che se un giorno gli fossero servite armi, armature e oggetti potenti per combattere il male ora sapeva dove trovarli ma che per quel giorno sarebbe dovuto diventare molto forte perché i guardiani erano molto potenti.
Finite le spiegazioni i due uscirono dalla stanza chiudendo il portone, e risalirono le scale tornando nella casa in rovina, il chierico ripeté ma al contrario l’operazione precedente e la botola si richiuse, poi i due uscirono alla luce dell’alba che nel frattempo era giunta.
Erano trascorsi quasi due mesi dall’attacco del drago-zombi e l’assedio era continuato con non-morti inferiori, ogni tanto uno spettro o fantasma si vedeva tra le file nemiche ma non si avvicinava a distanza di frecce o quadrelle.
Derkal era convinto che si preparava un altro grosso attacco come lo erano stati per il gigante e il drago non-morti-
E infatti il Patriarca non fu smentito.
Dopo due mesi dall’attacco del drago, mentre la luna illuminava una notte in cui nessun non-morto era stato visto si senti un grido a mezzanotte, tutte le sentinelle che fino ad allora erano state appoggiate alle mura annoiandosi si apprestarono a riprendere i loro posti, e una volta visto cosa era stato a urlare, si affrettarono a mandare qualcuno a svegliare i compagni nei dormitori.
Derkal arrivò di corsa, ancora sistemandosi l’armatura appena indossata, e cosi tutti i difensori dell’Ultima Casa.
Tutto intorno al perimetro delle mura vi erano non-morti dagli scheletri fino alle mummie e d’avanti ai portoni vi erano quattro sfere fluttuanti con bocche spalancate e peduncoli più o meno interi.
- Beholder-zombi -
Disse a mezza voce una sentinella vicino a Otrebmu che li vedeva per la prima volta.
- Quante sfere dell’espiazione sono rimaste ? -
Chiese Ittoram rivolto a Derkal che gli rispose
- Solo due, ma solo una è del tutto finita -
- Non sarebbe il caso di crearne molte di più ? -
Incalzò Otrebmu, alché il chierico sorridendo rispose
- Si, peccato ci vogliano due anni e mezzo a crearne una -
Poi aggiungendo
- Se ne crei quattro contemporaneamente le avrai in nove anni e sette mesi circa -
Otrebmu non fece altre domande ma si chiese il perché Derkal ne avesse create quattro e come avesse saputo che sarebbero servite proprio dopo più di nove anni dal suo arrivo all’Ultima Casa.
Si ricordò però cosa aveva saputo sul Patriarca e sul suo potere di vedere il passato o futuro delle persone.
Passarono alcune ore e ai quattro mostri fluttuanti e non-morti che li accompagnavano si unirono un paio di migliaia di altri non-morti tra zombi e scheletri.
I Beholder si avvicinarono ai portoni un nugolo di frecce e quadrelle parti ma alcuni occhi peduncolari degli esseri si mossero guardando verso quella pioggia mortale e la distrussero tutta.
Sulle mura e nel piazzale si erano radunati tutti gli ospiti dell’Ultima Casa pronti a combattere.
I quattro non-morti sferoidali si divisero uno per ogni lato e poi all’unisono si mossero velocemente volando e arrivando sugli spalti dove iniziò uno scontro corpo a corpo tra quegli esseri e i difensori del posto.
Lo scontro fu cruento molti soldati morirono contro quei mostri negromantici il cui potere e poteri erano di gran lunga superiori a un semplice guerriero per fortuna l’apporto di maghi e chierici porto lo scontro quasi a parità.
Dopo un’ora dei quattro Beholder che avevano attaccato le mura due erano stati uccisi ma alcune centinaia dei difensori era morto negli scontri.
Gidon e i suoi stavano combattendo una di queste creature, Otrebmu ferito da uno scontro precedente li stava raggiungendo, uno degli uomini di Gidon cadde morto, colpito dal potere di uno dei piccoli occhi della creatura, a quella vista l’arciere strinse i pugni, era il quinto dei suoi uomini che cadeva quella notte, rinfoderò la spada e con uno scatto all’indietro recuperò l’arco a terra incoccando e scagliando frecce una dietro all’altra, gli occhi peduncolari restanti della creatura furono colpiti tutti, gli uomini gli si gettarono contro colpendolo con le loro spade corte finché l’essere cadde morto.
Derkal benché ferito affrontava l’ultimo con i suoi poteri da chierico e l’aiuto di altri compagni.
Erano passate due ore dall’inizio di quello sanguinoso scontro, i mostri erano ormai stati tutti uccisi, altri duecento difensori erano però caduti, tutti stavano riprendendo fiato quando i portoni si spalancarono con un boato e con tale violenza da far tremare le mura.
Otrebmu Ittoram
00venerdì 1 giugno 2007 07:03
Un Beholder enorme fluttuando entrò seguito dalle migliaia di non-morti che erano fuori le mura.
Lo scontro ricominciò ancora più cruento del precedente da poco terminato.
Tutti i difensori si lanciarono contro i nuovi nemici, maghi e chierici con le magie rimaste, gli altri con le armi, ognuno con le sue abilità combatteva e distruggeva i non-morti, a caro prezzo molte delle migliaia di esseri furono distrutti, purtroppo le armi magiche e la magia riuscivano a fare ben pochi danni al Beholder enorme che invece eliminava decine e decine di difensori a ogni colpo.
Derkal stringendo una sfera di espiazione era corso nelle stalle a prendere il pegaso , ma lo aveva trovato montato da Otrebmu che gli aveva gridato che ci pensava lui essendosi abituato, non specificando se a cavalcare l’animale o a rischiare di morire, il Patriarca gli diede la sfera in mano e Ittoram cavalcò fuori dalle stalle dove la spendida creatura spiccò il volo, dirigendosi verso l’essere enorme ondeggiante, ma pur avvicinandosi alla bocca non riuscì a entrarvi perché in qualche modo era stata cucita.
Evitando di cadere nel raggio d’azione degli occhi rimasti il loro volo continuò finché Otrebmu spada in pugno e sfera posta nella sacca alla cintura, non diresse il destriero volante verso l’occhio centrale e venendo investito in pieno dal suo raggio d’azione senza però che gli facesse nulla anzi annullando gli effetti degli atri occhi puntati contro destriero e cavaliere.
A pochi metri dall’occhio il pegaso cambiò rotta dirigendosi verso l’alto, il raggio d’azione di uno degli occhi peduncolari quasi colpì l’animale che però lo evitò virando bruscamente essendo più leggero.
Otrebmu infatti si era lanciato poco prima sulla sommità dell’essere, atterrando sulla carne in decomposizione e dirigendosi verso un foro che aveva visto, e al cui posto una volta vi era uno degli occhi peduncolari, un altr’occhio lo individuò e diresse il suo sguardo verso di lui, la carne in quel punto gia in decomposizione cominciò a bruciare, ma per fortuna Ittoram era saltato via finendo però nel foro e riuscendo a bloccare la caduta conficcando la spada nella carne, estraendo il pugnale iniziò a risalire il foro aiutandosi con le due armi che conficcava alternandole.
Anche se era sprofondato di una decina di metri la scalata fu faticosa a causa della cedevolezza della carne in decomposizione.
Quando Otrebmu arrivò ai bordi del foro piantò la spada oltre di essi e rinfoderò il coltello per poi tirare fuori dalla sacca la sfera di espiazione e lasciandola cadere verso il basso, sperando che il foro scendesse molto in profondità, poi si issò fuori e corse lontano per saltare nel vuoto, sperando che gli occhi peduncolari rimasti non lo scorgessero.
Poco dopo dei fasci di luce fuoriuscirono dalla creatura e un’esplosione distrusse l’essere e tutti i non-morti nel cortile e fuori le mura.
Otrebmu si salvò dalla caduta aggrappandosi come poteva al pegaso, che lo aveva atteso rimanendo sempre di fronte all’occhio centrale che lo aveva protetto dal potere di quelli piccoli, quando aveva visto il suo cavaliere precipitare nel vuoto si era gettato in picchiata e lo aveva raggiunto prima che arrivasse al suolo.
I portoni furono richiusi e i pochi non morti rimasti si ritirarono.
I corpi dei non-morti erano stati distrutti dalla luce dell’esplosione ma quelli dei difensori erano sparsi ovunque, furono tutti allineati e all’alba le migliaia di corpi furono portati nel Tempio per la sepoltura nei sotterranei.
Le ferite di Otrebmu questa volta non erano cosi gravi e guarirono in due settimane a differenza dei sermoni di Derkal sulla sua avventatezza che andarono avanti per un mese.
Un mese dall’attacco dei Beholder l’ammassarsi durante la notte dei non-morti intorno le mura aumentò per alcune settimane e fece ipotizzare un attacco imminente e infatti fu cosi, alla fine del secondo mese dopo l’ultimo attacco, durante la notte si sentirono degli strani versi tutt’intorno le mura, tutti furono svegliati perché si preparassero alla difesa, in quei due mesi altri erano giunti all’Ultima Casa a infoltire le fila dei difensori, anche se non in numero enorme come nei tre, quattro mesi prima.
Le nuvole che coprivano la luna furono spostate dal vento e i difensori videro che erano circondati da diverse migliaia di mummie, la maggior parte concentrate d’avanti i portoni, un migliaio di mummie movendosi più velocemente di quanto ci si aspettasse per dei non-morti, si diresse verso i portoni, furono bersagliati da frecce e quadrelle che ne distrussero molte ma la metà arrivò ai portoni e vi si scagliò contro provocando un’esplosione, i cardini resistettero ma non le sbarre metalliche dietro che si spezzarono facendo aprire i portoni, le mummie rimaste fuori le mura sciamarono dentro impegnando i difensori, subito dopo un centinaio di arpie-zombi attaccarono dall’alto scagliando frecce, cosi i difensori si dovettero dividere tra le mummie e il nuovo pericolo.
Il combattimento durò ore, le arpie e le mummie tentarono anche di entrare negli edifici ma non vi riuscirono, la difesa delle entrate fu estrema e dalle finestre gli incantesimi lanciati da maghi e chierici per impedire che quadrelle o frecce scagliate da Otrebmu entrassero non lasciarono entrare nessun essere.
Le mummie e le arpie erano quasi del tutto state distrutte e i loro copri giacevano insieme con le migliaia dei difensori,
Otrebmu Ittoram
00venerdì 1 giugno 2007 07:07
quando dai portoni entrarono un lich con un centinaio di vampiri.
- Come, niente non-morto gigante ? -
Chiese Otrebmu abbattendo una mummia, mentre dal suo braccio sinistro immobile colava sangue.
- Non sottovalutare un lich -
Disse Targon vicino a lui.
I difensori per quanto stremati attaccarono i nuovi nemici, chierici e maghi lanciando per primi gli incantesimi, affinché le fila dei nemici si sfoltissero prima dello scontro corpo a corpo.
Il combattimento si protrasse per delle ore, il lich era quello che aveva mietuto più vittime usando oltre la forza anche degli incantesimi, ormai i vampiri erano stati quasi tutti uccisi.
Otrebmu vide il lich che spezzava il collo a un mago e gli si scagliò contro ma l’essere lo colpì con un pugno che gli ruppe la mascella e il naso lanciandolo a terra, mentre altri due guerrieri attaccavano il non-morto, che però ne uccise uno dopo un po’.
Ittoram si era rialzato e raccolta una spada si rilanciò nella mischia.
Il lich colpiva il guerriero facendolo cadere quando Otrebmu lo trafisse al fianco, guadagnando questa volta un altro colpo al torace che oltre a spezzargli delle costole lo lanciò di nuovo indietro facendogli perdere la spada.
Il lich veniva colpito dal guerriero che si era rialzato, ma questi non poté esultare perché l’essere lo colpì al volto tanto forte da spezzargli il collo.
- Sci scono anscora iso -
Senti il lich alle proprie spalle, girandosi vide Otrebmu sanguinante che si era rialzato, il braccio del non-morto scattò e la mano si strinse intorno al collo alzando Ittoram di peso.
- Morirai ora -
Disse la fredda voce dell’essere.
Il ragazzo senza dire nulla mosse velocemente il braccio destro nella cui mano stringeva una freccia benedetta dalla punta d’argento, che conficcò nell’orbita vuota del teschio del lich, l’esplosione della freccia lo scagliò a terra con la schiena sul terreno, ansimante chiuse gli occhi pensando fosse tutto finito, invece senti pronunciare da una fredda voce.
Cosa credevi di fare
Aprendo gli occhi vide il lich di fronte a lui, l’orbita sinistra del teschio era semidistrutta e solo un po’ più larga, ma non sembrava essere un danno grave, l’essere alzò la gamba destra e la calò giù sulla sinistra di Otrebmu spezzandola, tra i mugolii dell’uomo.
In quel momento una mazza ferrata colpì il non-morto al fianco lanciandolo a terra, era Derkal che iniziò un combattimento corpo a corpo con l’essere, dopo alcuni minuti il Patriarca fu scagliato verso Ittoram, il lich gli si avvicinò ma un nugolo di frecce lo colpì rallentandolo, i portoni erano stati richiusi e il lich era l’unico non-morto rimasto all’interno, sulle mura i difensori respingevano i nemici rimasti fuori.
Il lich lanciò un incantesimo contro gli arcieri che furono falciati e si avvicinò a Derkal svenuto, due maghi gli lanciarono degli incantesimi contro ma riuscirono solo a distruggere il braccio sinistro e rallentarlo per poco, intanto Otrebmu aveva visto che dalla cintura del chierico oltre i soliti sacchetti di diverso colore ve ne era uno d’orato che non aveva mai visto, gli si avvicinò strisciando e ne estrasse la sfera di espiazione, poi si mise in piedi reggendosi sulla gamba destra e nascondendo la mano con la sfera.
Il lich arrivò vicino ai due e disse freddamente
- Non potete fare nulla, morirete -
Prese Ittoram per la spalla sinistra girandolo verso di se, Otrebmu con tutta la forza rimasta colpì la parte sinistra del teschio con la sfera di espiazione che si incastrò nel cranio, l’essere lo colpì lanciandolo a terra e afferrò la sfera con la mano, ma era troppo tardi e l’esplosione di luce lo distrusse completamente.
Ittoram con il viso nella polvere e con il sangue che colava dalla bocca disse
- Noc erca cossi focte -
Poi svenne.
Si svegliò due giorni dopo, era cosi fasciato che credeva di essere stato trasformato in una mummia, nella camerata però non era l’unico, altri erano in simili condizioni con chierici e cerusici che li curavano.
Derkal anche lui con delle fasciature, fece visita a Otrebmu più tardi e non mancò di dargli del folle per avere affrontato il lich, mentre il ragazzo annuiva solo, potendo a malapena aprire la bocca.
Dopo più di un mese e mezzo, di riposo e incantesimi di guarigione, dall’attacco del lich Otrebmu si era ripreso del tutto, gli assedi notturni avevano perso l’impeto avuto negli ultimi mesi.
Un giorno a pranzo vi erano Derkal, Otrebmu e Gidon con i suoi venti uomini rimasti, mentre discutevano ricordando le battaglie degli ultimi mesi, il Patriarca rivolgendosi a Ittoram gli disse
- E’ ora che ripartiate -
- Cosa, come ? -
Chiese il ragazzo sorpreso.
- Si, dovete trovare la vostra strada, vi e’ stato insegnato tutto quello che potevate imparare qui -
Aggiunse Derkal
- Be, dopo dieci anni qui sarò grande abbastanza -
Rispose Otrebmu sorridendo.
Gidon con un sorriso gli disse.-
- Qui il tempo scorre diversamente, l’esperienza, la pratica sono stati accumulati per dieci anni, ma il ostro corpo è invecchiato di quasi un anno -
Otrebmu stupito disse
- Ah, non la sapevo questa -
E aggiunse
- Almeno con il lich eliminato non avrete altri attacchi -
Derkal scotendo la testa disse
- No, per il momento, ma i negromanti, il drago, il Beholder non-morti e il lich e tutti i non-morti erano solo servi di qualche essere più potente, che ora dovrà ricrearsi un nuovo esercito di tali esseri -
Ittoram non disse nulla rimanendo a bocca aperta al pensiero che ci potesse essere una creatura cosi autorevole da aver servi tanto potenti.
Derkal vedendolo a bocca aperta aggiunse
- Attento quando arriverete nel Regno di Blue Dragon, non sottovalutate i nemici, perché la potenza del più forte che avete incontrato qui equivale alla potenza dei più scarsi che incontrerete li -
- Livelli di potere -
Disse Gidon dandogli una pacca sulle spalle.
Derkal continuò dicendo.
- Qui siete stato e siete un eroe per i nemici distrutti a rischio della vita e del coraggio dimostrato, ma li sarete un eroe tra eroi, perché la maggior parte di chi incontrerete avrà compiuto grandi gesta come voi, e altre più grandi dovrete compierne per essere degni di diventare un giorno Vassalli del regno di Blue Dragon -
Passarono alcuni giorni in cui Otrebmu fece i preparativi per partire, Derkal gli regalò una delle frecce benedette con la punta d’argento, due spade magiche dicendogli che gli sarebbero servite in futuro.
Gidn e i suoi uomini gli regalarono un arco con faretra e frecce e Tazkan che gli aveva insegnato a lanciare coltelli gli regalò una cintura trasversale da mettere sopra l’armatura in cui erano infilati dei coltelli da lancio, davanti sul petto e addome e dietro sulla schiena.
Festeggiarono i dieci anni che Otrebmu era arrivato all’Ultima Casa, il giorno dopo Ittoram era pronto per partire, gli volevano dare un cavallo ma rifiutò dicendo che camminare lo teneva in allenamento, salutò tutti e partì.
Gidon con Derkal al fianco sulle mura lo guardarono allontanarsi.
L’arciere rivolgendosi al Patriarca chiese.
- Come sapevate che sarebbero servite quelle sfere di espiazione ? -
Derkal sorridendo rispose .
- Semplice quando toccai Otrebmu dieci anni fa vidi che distruggeva il lich, il drago, il Beholder e il gigante zombi con quelle sfere, quindi dovevo costruirle affinché lo facesse -
- Ah, ecco visto qualcos’altro, quando lo avete toccato ? -
Chiese ancora l’arciere.
Con un sorriso un po’ malinconico Derkal rispose
- Si, molto altro i prossimi due anni saranno per lui come venti e saranno duri -
Gidon un po’ preoccupato chiese
- Arriverà mai nel Regno di Blue Dragon diventerà aspirante ? -
Derkal con un sorriso rispose
- Si, parteciperà a molte avventure dimostrando il suo onore e lealtà e diventerà aspirante e oltre -
Anche Gidon ora sorrideva e disse
- Bene, ne ero sicuro -
In alto nel cielo 2 occhi osservavano tutto, come avevano fatto negli ultimi dieci anni, ed esaminavano il ragazzo che si allontanava dall’Ultima Casa.


OT-- fine del primo episodio del passato del mio personaggio [SM=x92702] --OT
Otrebmu Ittoram
00venerdì 1 giugno 2007 07:09
OT-- Ho fatto le 7.00 per trascrivere il tutto e postarlo, ho sonno [SM=x92706] almeno ho finito il primo episodio, questo racconto iniziò per poi essere mandato per la sezione racconti, fatemi sapere cosa ne pensate, come migliorarlo se serve prima di mandarlo ai Sommi per quella sezione [SM=x92702] ora letto [SM=x92713] --OT
BrightBlade
00venerdì 1 giugno 2007 13:55
OT
Mi sembra che le idee siano buone: l'unica mia critica è che a volte sembra essere un po' scritto "di fretta", specialmente gli ultimi post. In altre parole, prima di mandarlo io lo rileggerei e correggerei la forma, accorciando diversi periodi troppo lunghi e tutto il resto.
Insomma, secondo me manca soltanto un po' di labor limae!

[Modificato da .Markox. 03/06/2007 12.03]

Otrebmu Ittoram
00venerdì 1 giugno 2007 20:43
OT-- grazie per averlo letto cosi presto, per ultimi post di fretta cosa intendi ? sono 8 quelli postati stamattina, intendo tutti loro o solo alcuni di loro ?
cosa intendi per forma ?
Per accorciare dei periodi intendi che devo usare di piu' i punti e fare frasi piu' corte ? [SM=x92713]
O che vi sono parti che non servono ?
Ho tentato di non scrivere troppo e di condensare le informazioni sull'ultima casa e i vari png che vi erano senza mettermeli a descrivere tutti quelli incontrati, escudendo Gidon e Derkal, forse non ci sono riuscito ?
grazie per le risposte [SM=x92709]
--OT
BrightBlade
00domenica 3 giugno 2007 11:06
OT

per ultimi post di fretta cosa intendi ? sono 8 quelli postati stamattina, intendo tutti loro o solo alcuni di loro ?


Intendo soprattutto gli ultimi 8 (anche se riguarderei tutto quanto: quando si scrive su internet è facile che la forma risulti non impeccabile: io me ne sono reso conto rileggendo a distanza di tempo i miei racconti)

cosa intendi per forma ?
Per accorciare dei periodi intendi che devo usare di piu' i punti e fare frasi piu' corte ?
O che vi sono parti che non servono ?


Intendo la forma!
[SM=x92702]
Sì, anche il fatto che alcuni periodi lunghi potrebbero essere spezzati (insomma: più punti, come dici tu), ma non solo.
Ci sono alcune frasi che non si capiscono bene, i soggetti non sono chiari oppure cambiano nel corso del periodo, o magari più semplicemente manca una punteggiatura tale da rendere chiaro il discorso (non so, le virgole a racchiudere un inciso, i punti e virgola a spezzare due frasi diverse e cose così). Rileggendo con calma il racconto credo troverai tu stesso facilmente i punti a cui mi riferisco.

Ho tentato di non scrivere troppo e di condensare le informazioni sull'ultima casa e i vari png che vi erano senza mettermeli a descrivere tutti quelli incontrati, escudendo Gidon e Derkal, forse non ci sono riuscito ?


Avendo letto solo la versione "condensata" e non sapendo cosa hai tagliato o "compresso" non lo so.
In generale mi sembra che l'ultima parte scorra bene: forse è un po' troppo rapida nel concludersi, ma in generale secondo me puoi lasciarla così com'è (salvo controllare la forma, come dicevo prima).
Spero di esserti stato utile!

[Modificato da .Markox. 03/06/2007 12.04]

Otrebmu Ittoram
00domenica 3 giugno 2007 20:43
OT-- Grazie dei chiarimenti, vedrò di farlo,anche se non subito, devo finire un altro paio di racconti, o meglio trascriverli, poi mi metterò con calma e me li rivedrò uno alla volta, prima di mandarli ai Sommi, non vi e' una parte non condensata, semplicemente quando ho scritto e ho inserito altri pg non mi sono messo a parlare di loro ne nel momento dell'introduzione ne dopo, vedi gli altri maestri d'armi del mio pg, del mago e chierico vittima delle esercitazioni del mio pg [SM=x92713] avevo paura di scrivere troppo e diciamo uscire fuori tema [SM=x92706] del resto avevo iniziato per scrivere un racconto breve e ne sono venute piu' di 35 pagine word [SM=x92708] --OT
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