Indulto globale: Era ora!!

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Enricus IX
00mercoledì 11 ottobre 2006 14:45
Finalmente arriva la tanto attesa liberalizzazione del Messale Tridentino!
Posto un articolo tratto dal TGCom (mi Adrianizzo anch'io [SM=x92702] )



Il Papa rivuole la messa in latino
Benedetto XVI avrebbe firmato l'indulto

Il papa Benedetto è pronto a rilanciare la messa tridentina in latino nelle chiese cattoliche di tutto il mondo. L'indulto dovrebbe essere pubblicato nelle prossime settimane. La messa tridentina (il cui nome deriva dal Concilio di Trento del XVI secolo, liturgia limitata poi dal Concilio Vaticano Secondo) è celebrata interamente in latino, ad eccezione di alcune parole e frasi in greco e in ebraico.


Benedetto XVI si era mostrato, ben prima di salire al soglio pontificio, sensibile a questo argomento. L'indulto firmato dal Pontefice consentirà a tutti i sacerdoti sparsi in ogni parte del mondo di celebrare la messa in latino, a meno di un divieto scritto del proprio vescovo. L'indiscrezione è stata riferita da alcune fonti in Vaticano al "Times".

L'uso della messa tridentina era stato fortemente limitato dopo la riforma del Concilio Vaticano Secondo del 1962-65, in cui si decise l'introduzione della lingua volgare per favorire una maggiore comprensione da parte dei fedeli. Nella liturgia tridentina ci sono lunghi periodi di silenzio e il sacerdote volge le spalle ai fedeli.

Oredin
00mercoledì 11 ottobre 2006 15:20
E questa messa tridentina verrà celebrata solo in alcune occasioni o ogni domenica?
SirZave
00mercoledì 11 ottobre 2006 15:42
Re:

Scritto da: Enricus IX 11/10/2006 14.45
L'uso della messa tridentina era stato fortemente limitato dopo la riforma del Concilio Vaticano Secondo del 1962-65, in cui si decise l'introduzione della lingua volgare per favorire una maggiore comprensione da parte dei fedeli. Nella liturgia tridentina ci sono lunghi periodi di silenzio e il sacerdote volge le spalle ai fedeli.




a me sembra un passo indietro. va bene il folclore e la solennità, ma sono solo il contenitore del messaggio cristiano. messaggio che con la lingua volgare può essere compreso molto più facilmente. per me si stanno perdendo di vista le cose davvero importanti in favore dell'esteriorità.

[Modificato da SirZave 11/10/2006 15.43]

.Markox.
00mercoledì 11 ottobre 2006 15:46
Re:

Scritto da: Enricus IX 11/10/2006 14.45
Finalmente arriva la tanto attesa liberalizzazione del Messale Tridentino!
Posto un articolo tratto dal TGCom (mi Adrianizzo anch'io [SM=x92702] )



Il Papa rivuole la messa in latino
Benedetto XVI avrebbe firmato l'indulto

Il papa Benedetto è pronto a rilanciare la messa tridentina in latino nelle chiese cattoliche di tutto il mondo. L'indulto dovrebbe essere pubblicato nelle prossime settimane. La messa tridentina (il cui nome deriva dal Concilio di Trento del XVI secolo, liturgia limitata poi dal Concilio Vaticano Secondo) è celebrata interamente in latino, ad eccezione di alcune parole e frasi in greco e in ebraico.


Benedetto XVI si era mostrato, ben prima di salire al soglio pontificio, sensibile a questo argomento. L'indulto firmato dal Pontefice consentirà a tutti i sacerdoti sparsi in ogni parte del mondo di celebrare la messa in latino, a meno di un divieto scritto del proprio vescovo. L'indiscrezione è stata riferita da alcune fonti in Vaticano al "Times".

L'uso della messa tridentina era stato fortemente limitato dopo la riforma del Concilio Vaticano Secondo del 1962-65, in cui si decise l'introduzione della lingua volgare per favorire una maggiore comprensione da parte dei fedeli. Nella liturgia tridentina ci sono lunghi periodi di silenzio e il sacerdote volge le spalle ai fedeli.



Fortemente PRO [SM=x92702]
.Eruyome.
00mercoledì 11 ottobre 2006 16:25
...
Condivido in pieno Zir Zave cioè...la messa è qualcosa che ogni cristriano deve capire...o diverebbe una poesia!


Ma papa Benedetto XVI è un riformatore prima il Limbo e poi la messa tridentina!!!!!Ma che bravo! [SM=x92706]
()Luce()
00mercoledì 11 ottobre 2006 16:25
comunque e le letture la predica(naturalmente) non sono in latino [SM=x92702]

[Modificato da ()Luce() 11/10/2006 16.27]

Enricus IX
00mercoledì 11 ottobre 2006 16:27
Re: Re:

Scritto da: SirZave 11/10/2006 15.42


a me sembra un passo indietro. va bene il folclore e la solennità, ma sono solo il contenitore del messaggio cristiano. messaggio che con la lingua volgare può essere compreso molto più facilmente. per me si stanno perdendo di vista le cose davvero importanti in favore dell'esteriorità.

[Modificato da SirZave 11/10/2006 15.43]




Decisamente no.
Niente folclore, niente esteriorità.
Sei mai stato a Messa Tridentina? Io si e ti posso assicurare che è tutt'un'altra cosa. Tornare al Novus Ordo è come venir travolti da un'ondata di parole... senza contare la moda che, purtroppo, sta sempre più prendendo piede degli applausi a Messa.
Il rito Tridentino in se favorisce la preghiera e il raccoglimento... è difficile parlarne: son sensazioni che bisogna provar sulla pelle!



NdBright: cerchiamo di evitare di postare immagini così grandi. Già danno fastidio a me che ho una risoluzione dello schermo di 1024x768, figuriamoci a chi per sua sventura ha una 800x600!

[Modificato da BrightBlade 16/10/2006 13.48]

Enricus IX
00mercoledì 11 ottobre 2006 16:30
Re: Re:

Scritto da: SirZave 11/10/2006 15.42


a me sembra un passo indietro. va bene il folclore e la solennità, ma sono solo il contenitore del messaggio cristiano. messaggio che con la lingua volgare può essere compreso molto più facilmente. per me si stanno perdendo di vista le cose davvero importanti in favore dell'esteriorità.

[Modificato da SirZave 11/10/2006 15.43]




Dimenticavo. Al problema comprensione (tralasciando il fatto che l'omelia è in volgare) si può ovviare mettendo i classici foglietti con testo latino e traduzione a fronte. Che le traduzioni, però, siano esatte!
Enricus IX
00mercoledì 11 ottobre 2006 16:34
Re: ...

Scritto da: .Eruyome. 11/10/2006 16.25
Ma papa Benedetto XVI è un riformatore prima il Limbo e poi la messa tridentina!!!!!Ma che bravo! [SM=x92706]



Più che riformatore, direi che vuol mettere ordine. Son tante le eresie che circolano ultimamente... e tante anche le bizzarrie che taluni si inventano durante certe messe yè-yè...
SirZave
00mercoledì 11 ottobre 2006 16:42
l'uso del latino favorisce il raccoglimento enricus? allora mi stai dando ragione. si tratta solamente di atmosfera...
atmosfera a discapito del messaggio cristiano. già adesso molti fedeli recitano preghiere a pappagallo senza nemmeno chiedersi che cosa significhino. col latino peggio che andar di notte. poi quale sarebbe il senso del latino? la chiesa è nata nell'antica roma, quindi si parlava il latino, la lingua corrente. adesso la lingua corrente è l'italiano (in italia). gesu e gli apostoli oltretutto non erano romani, erano ebrei. avrebbe più senso una messa in aramaico a questo punto [SM=x92706]
Enricus IX
00mercoledì 11 ottobre 2006 16:48
Favorisce il raccoglimento perchè la Messa Tridentina da molto spazio al silenzio. Addirittura il canone è detto sottovoce, rispettando il Mysterium Fidei. Oggi molti preti si divertono ad urlarlo. Paolo VI, alla prima Messa Novus Ordo, pare che esclamò: "E che fine ha fatto il Mistero???"
Il latino ha senso anche semplicemente per una cosa: la cattolicità. Se io ho la Messa in latino in Italia come in Polonia posso viaggiare benissimo e sentirmi in piena comunione con gli altri. Se io, abituato alla messa italiana, vado in Polonia e ne sento una in Polacco ci capirei molto di meno e l'unione del popolo cristiano ne risentirebbe.
Tra l'altro... mi sapresti dire quanti musulmani parlano Arabo Antico? Nessuno o quasi. Eppure tutte le funzioni islamiche sono in tale lingua!
SirZave
00mercoledì 11 ottobre 2006 16:55
ti sei fregato con le tue stesse mani. lo sai quanto il messaggio del corano venga travisato? forse è uno dei motivi... non trovi?
Enricus IX
00mercoledì 11 ottobre 2006 16:58
No, il motivo è che l'Islam non ha un'interpretazione fornite da un magistero centrale. Noi abbiamo il Papa e detiene il primato dell'infallibilità.
SirZave
00mercoledì 11 ottobre 2006 17:03
Il dogma dell'infallibilità papale (o infallibilità pontificia) afferma che il Papa, essendo sostenuto e ispirato dallo Spirito Santo nel suo incarico di Vicario di Cristo, non può sbagliare. Ciò non si applica tuttavia a tutti gli atti e le parole pronunciate dal Papa, ma vale solo quando egli proclama un nuovo dogma o comunque afferma una dottrina in modo definitivo. I documenti ordinariamente emanati dal Papa, come le encicliche, normalmente non sono coperti dall'infallibilità.

da wikipedia
Enricus IX
00mercoledì 11 ottobre 2006 17:04
L'infallibilità si applica quando il pontefice parla ex cathedra. Pertanto quando afferma l'interpretazione delle scritture essa è presente.
SirZave
00mercoledì 11 ottobre 2006 17:14
sì certo, non sono stato a copiare tutto... solo che l'infallibilità è riferita ai dogmi. qui non si parla di un dogma, ma della procedura di celebrazione della messa, quindi l'infallibilità c'entra poco.
Enricus IX
00mercoledì 11 ottobre 2006 17:22
Uh? Missà che non ci stiamo capendo. Io l'infallibilità la riferivo all'interpretazione delle scritture dal momento che tu dicevi che col latino gli errori di interpretazione sarebbero saliti alle stelle (senza contare che la messa novus ordo non verrà abolita e, probabilmente, continuerà a esser la più celebrata)
.Silente
00giovedì 12 ottobre 2006 09:56
Re:

Scritto da: Enricus IX 11/10/2006 16.48
Favorisce il raccoglimento perchè la Messa Tridentina da molto spazio al silenzio. Addirittura il canone è detto sottovoce, rispettando il Mysterium Fidei. Oggi molti preti si divertono ad urlarlo. Paolo VI, alla prima Messa Novus Ordo, pare che esclamò: "E che fine ha fatto il Mistero???"
Il latino ha senso anche semplicemente per una cosa: la cattolicità. Se io ho la Messa in latino in Italia come in Polonia posso viaggiare benissimo e sentirmi in piena comunione con gli altri. Se io, abituato alla messa italiana, vado in Polonia e ne sento una in Polacco ci capirei molto di meno e l'unione del popolo cristiano ne risentirebbe.
Tra l'altro... mi sapresti dire quanti musulmani parlano Arabo Antico? Nessuno o quasi. Eppure tutte le funzioni islamiche sono in tale lingua!


passi per i momenti di raccoglimento ma non venirmi a dire che il latino mi sarebbe piu' comprensibile del polacco [SM=x92713]
personalmente mi sembra un passo indietro, quando la funzione religiosa era una cosa tra Dio e il celebrante lasciando i fedeli tutt'altro che partecipi
Lady Rowena
00giovedì 12 ottobre 2006 13:57
Da francescana devo dare ragione a quelli che sono contrari alla messa in latino. Siccome molti sono quelli che nn conoscono questa bellissima lingua, che trasforma la celebrazione della messa in qualcosa di veramente bello e trascendentale e che ti porta direttamente nei primi secoli della cristianità, essa deve essere alla portata di tutti, comprensibile per tutti nella lingua corrente, quella del paese dove si celebra. Anche se dovesse accadere di andare in Polonia o Cina so come si svolge la messa, e a parte le letture di quello specifico giorno, tutto é comprensibile per me. Poi per essere uniti alla chiesa universale nn bisogna parlare la stessa lingua, ma avere lo stesso amore del Figlio, nostro Signore Gesu! [SM=x92705]
BrightBlade
00lunedì 16 ottobre 2006 13:43
Un po' troppi equivoci...
1) La messa in latino sarebbe ripristinata, da quel che ho letto, solo nelle comunità che lo richiedono.

2) Le differenze tra la "vecchia" messa e la nuova non risiedono soltanto nel suono della lingua latina. E sono convinto che Enricus non si riferisca a quest'ultimo.

3) Per fortuna, nella mia vita ho viaggiato spesso. Di conseguenza, sono stato a messa in Francia, in Inghilterra, Irlanda e USA, in Spagna e Cile e in Grecia. Ora, io parlo bene il francese e l'inglese e capisco qualcosa di spagnolo. Ma vi assicuro che in Grecia non ho capito praticamente nulla. Immaginatevi poi se fossi andato a messa in Polonia o in Giappone...
Di contro, gran parte delle lingue europee vengono dal latino, il che assicura persino ad un italiano che non abbia mai studiato almeno un minimo di comprensione (certamente meglio del giapponese, giusto?). Considerato che, a occhio e croce, gran parte dei cattolici parlano lingue "neo-latine", potrebbe essere una soluzione meno stupida di quel che sembri.
Per di più, come ha già detto Enricus, si possono stampare benissimo foglietti in varie lingue. Anzi, secondo me, almeno nelle chiese più importanti di ogni città, nel foglietto dovrebbero essere riportate le letture nella lingua del luogo, in latino e anche in inglese, se proprio non vi piace il latino (che però resta pur sempre la lingua ufficiale della Chiesa). Quanto alle preghiere, non c'è bisogno di tradurle: si spera che i credenti se le ricordino, almeno in italiano (forse, invece che certe "sciapate" che ho avuto la sventura di vedere, al Catechismo qualche preghierina in latino tipo il Pater Noster potrebbero insegnarla, o no?); in questo modo si ottiene un foglietto non molto più grande di quelli attualmente in uso, che per di più favorirebbe un minimo di "cultura linguistica": forse ignorare il latino non è proprio un crimine contro l'umanità, ma è sicuramente grave.

[Modificato da BrightBlade 16/10/2006 13.45]

M@jere
00giovedì 9 novembre 2006 19:20
Io sono assolutamente contrario.
Vabbè che anch'io ora sto iniziando a studiare latino, per cui qualcosa fra un po 'd'anni inzierò a capirne, ma tutti quelli che non parlano latino???????????????????????????????????
Avete mai sentito parlare di Lutero? Per chi non ricordasse le lezioni di storia... tradusse la bibbia dal latino, perchè nessuno del popolo ci capiva nulla, e quindi la chiesa restava l'unica portatrice del vangelo.
Quì è la stesse cosa... solo i "dotti" capirebbero la messa.
E anche con le traduzioni a fronte sui fogliettini, e qui quoto Zawe, dubito che molti la leggerebbero.
P.S. Comunque nella mia parrocchia non ci sono mai abbastanza fogliettini per tutti.

[Modificato da M@jere 09/11/2006 19.22]

Enricus IX
00lunedì 13 novembre 2006 20:13
1) Chi non vuole leggersi il foglietto per "pigrizia" dimostra di non tenere al Sacro Rito.

2) Lutero è un eretico.

3) Traducendo la Bibbia dal latino al tedesco fece qualche accorgimento per tirare acqua al mulino della sua eresia.

4) Solo i dotti capirebbero la Messa.... e quì entra in gioco la catechesi. Con un catechismo funzionante dall'infanzia, e soprattutto con una vita comunitaria "adulta", non ci sarebbero problemi.

5) Prima di dire che si è assolutamente contrari immaginando chissà quale difficoltà di comprensione, suggerisco di assistere ad una Messa di tipo Tridentino e vedere com'è.

M@jere
00lunedì 20 novembre 2006 16:28
1)Ok... Ma non venirmi a dire che ella chiesa in cui vai tu tutti hanno sempre un foglietto dai [SM=x92714]
2)Ora, io non voglio far nascere una questione teologica, ma anche se sta di fatto che Lutero per noi Cattolici è un eretico, nella sua epoca, in cui i papi si arrichivano a dismisura e dominavano mezz'europa (okay forse non così tanto [SM=x92705] ), certamente avrei dato ragione a lui, perchè, anche senza condividere alcune sue idee, certamente aveva tutte le basi per diventare capostipite di una religione di tutto rispetto.
3)Okay, ma come sopra, in quell'epoca di certo non fece male
4)Cioè mi stai dicendo che secondo te si potrebbe insegnare latino nelle ore di catechismo?Ai bambini di Otto-dieci anni??? [SM=x92712]
5)Purtroppo non so come fare.... però, se tu mi dicessi come si fa e io trovassi il modo di seguire una messa tridentina ne sarei ben felice
.Markox.
00lunedì 20 novembre 2006 18:26
Majere prima di parlare come detto da Enricus vatti a sentire una Messa Tridentina
Il consiglio te lo da uno che c'è stato e non ha avuto nessun problema a seguirla [SM=x92702]
Davvero è un'altra sensazione e non parlo solo del latino ma di tutto il rito
Un'esperienza molto più profonda della Novus Ordo o all'acqua di rose che dir si voglia [SM=x92706]
Enricus IX
00lunedì 20 novembre 2006 20:56
Re:

Scritto da: M@jere 20/11/2006 16.28
1)Ok... Ma non venirmi a dire che ella chiesa in cui vai tu tutti hanno sempre un foglietto dai [SM=x92714]
2)Ora, io non voglio far nascere una questione teologica, ma anche se sta di fatto che Lutero per noi Cattolici è un eretico, nella sua epoca, in cui i papi si arrichivano a dismisura e dominavano mezz'europa (okay forse non così tanto [SM=x92705] ), certamente avrei dato ragione a lui, perchè, anche senza condividere alcune sue idee, certamente aveva tutte le basi per diventare capostipite di una religione di tutto rispetto.
3)Okay, ma come sopra, in quell'epoca di certo non fece male
4)Cioè mi stai dicendo che secondo te si potrebbe insegnare latino nelle ore di catechismo?Ai bambini di Otto-dieci anni??? [SM=x92712]
5)Purtroppo non so come fare.... però, se tu mi dicessi come si fa e io trovassi il modo di seguire una messa tridentina ne sarei ben felice



1) Si.
2) Il protestantesimo non è una religione di tutto rispetto. Anzi, non è una religione, ma una corrente eretica che nega la validità di alcuni sacramenti e della gerarchia. Le loro ordinazioni sono invalide e illecite. Se avessi dato ragione a lui saresti a tua volta eretico.
3) Vedi sopra
4)Si. La costituzione apostolica Sacrosanctum Concilium dice, al punto 54:

Nelle messe celebrate con partecipazione di popolo si possa concedere una congrua parte alla lingua nazionale, specialmente nelle letture e nella « orazione comune » e, secondo le condizioni dei vari luoghi, anche nelle parti spettanti al popolo, a norma dell'art. 36 di questa costituzione. Si abbia cura però che i fedeli sappiano recitare e cantare insieme, anche in lingua latina, le parti dell'ordinario della messa che spettano ad essi. Se poi in qualche luogo sembrasse opportuno un uso più ampio della lingua nazionale nella messa, si osservi quanto prescrive l'art. 40 di questa costituzione.


Dunque è cosa che già si dovrebbe fare: se non studiare latino almeno conoscere le preghiere.
5) Se mi dici di dove sei posso vedere se riesco ad indicarti un luogo.
M@jere
00martedì 21 novembre 2006 17:05
1)Beh allora scusami... son io che non ne ho mai vista una.
2)Qui siamo tutti cattolici o quasi vero? Bene. Non dovremmo, anche come prescrive uno dei valori di BD oltre che la religione cristiana, essere tolleranti e aperti nei confronti delle altre religioni, e, anche se non le condividiamo, cercare di comprenderle e accettarle?
3)Cerchiamo di inserire ogni argomento nel suo adeguato contesto storico: certamente oggi i papi non sono ricchi, non si occupano di politica se non in minima parte, no nvengono accusati di simonismo, nepotismo e chi più ne ha più ne metta-
4) LA Messa Tridentina non è tutta in latino? E comunque, qui protesto la mia ignoranza, quali sono gli articoli 36 e 40?
5)Provincia di Milano.Piuttosto, anzi molto lontano dalla città.
Per darti un'idea sono in un villaggetto di 1500 anime.
Enricus IX
00martedì 21 novembre 2006 17:56
1) Figurati [SM=x92702]
2) Una cosa è la tolleranza, un'altra cosa è dar ragione. Soprattutto, tolleranza verso le altre religioni, non verso le eresie. Ha essenzialmente lo stesso valore dell'eresia catara, valdese etc. Ricordiamo che è nata da uno scisma, dal momento che Lutero, originariamente cattolico, si pose fuori dalla Chiesa beccandosi comunque una scomunica Latae Sententiae per eresia, apostasia e scisma. Non mi pare un buon curriculum ed un esempio al quale affidarsi.
3) Ti ricordo che il Pontefice resta monarca assoluto dello Stato Vaticano. E ti ricordo che lo spazio è quello odierno solo dal 1860. Prima lo stato pontificio era molto più esteso, comprendeva gran parte dell'Italia Centrale. Pio IX, l'allora pontefice, decise di escludere i cattolici dalla vita politica italiana con il celeberrimo Non Expedit. Solo con Pio XI lo strappo si ricucì. Quindi i tempi son molto recenti (Pio XI visse agli albori del fascismo). In ogni caso, a evitare i problemi da te citati, ci pensò il Concilio di Trento, che è lo stesso che istituì il Sant'Uffizio.
4)La Messa Tridentina è tutta in latino, tranne la predica. Riporto gli articoli 36 e 40 della Sacrosanctum Concilium:


36.

L'uso della lingua latina, salvo diritti particolari, sia conservato nei riti latini.
Dato però che, sia nella messa che nell'amministrazione dei sacramenti, sia in altre parti della liturgia, non di rado l'uso della lingua nazionale può riuscire di grande utilità per il popolo, si conceda alla lingua nazionale una parte più ampia, specialmente nelle letture e nelle ammonizioni, in alcune preghiere e canti, secondo le norme fissate per i singoli casi nei capitoli seguenti.
In base a queste norme, spetta alla competente autorità ecclesiastica territoriale, di cui all'art. 22- 2 (consultati anche, se è il caso, i vescovi delle regioni limitrofe della stessa lingua) decidere circa l'ammissione e l'estensione della lingua nazionale. Tali decisioni devono essere approvate ossia confermate dalla Sede apostolica.
La traduzione del testo latino in lingua nazionale da usarsi nella liturgia deve essere approvata dalla competente autorità ecclesiastica territoriale di cui sopra.

40. Dato però che in alcuni luoghi e particolari circostanze si rende urgente un più profondo adattamento della liturgia, che per conseguenza è più difficile:

1) Dalla competente autorità ecclesiastica territoriale, di cui all'art. 22 - 2, venga preso in esame, con attenzione e prudenza, ciò che dalle tradizioni e dall'indole dei vari popoli può opportunamente essere ammesso nel culto divino. Gli adattamenti ritenuti utili o necessari vengano proposti alla Sede apostolica, per essere introdotti col suo consenso.

2) Affinché poi l'adattamento sia fatto con la necessaria cautela, la Sede apostolica darà facoltà, se è il caso, alla medesima autorità ecclesiastica territoriale di permettere e dirigere, presso alcuni gruppi a ciò preparati e per un tempo determinato, i necessari esperimenti preliminari.

3) Poiché in materia di adattamento, di solito le leggi liturgiche comportano difficoltà particolari soprattutto nelle missioni, nel formularle si ricorra a persone competenti in materia.



5) In Lombardia ho trovato:


Mantova
Chiesa della Beata Vergine Maria del Terremoto
Piazza Canossa, Mantova
Messa latina antica ogni sabato
e vigilia di festa alle 17:30



Questo per quanto riguarda la Messa Tridentina. Molto interessante dev'essere anche il rito Ambrosiano (al quale purtroppo non ho mai assistito), celebrato ogni domenica alle dieci nella Chiesa di S. Rocco al Gentilino a Milano, in piazza Tito Lucrezio Caro.

[Modificato da Enricus IX 21/11/2006 17.57]

Enricus IX
00sabato 7 luglio 2007 14:18
A diversi mesi di distanza dall'annuncio, ecco che oggi, finalmente, è stato pubblicato.
Copio, di seguito, il testo in traduzione italiana (non ufficiale). Su richiesta, potrò copiare anche quello latino.


Summorum Pontificum

I Sommi Pontefici fino ai nostri giorni ebbero costantemente cura che la Chiesa di Cristo offrisse alla Divina Maestà un culto degno, “a lode e gloria del Suo nome” ed “ad utilità di tutta la sua Santa Chiesa”. Da tempo immemorabile, come anche per l’avvenire, è necessario mantenere il principio secondo il quale “ogni Chiesa particolare deve concordare con la Chiesa universale, non solo quanto alla dottrina della fede e ai segni sacramentali, ma anche quanto agli usi universalmente accettati dalla ininterrotta tradizione apostolica, che devono essere osservati non solo per evitare errori, ma anche per trasmettere l’integrità della fede, perché la legge della preghiera della Chiesa corrisponde alla sua legge di fede”. Tra i Pontefici che ebbero tale doverosa cura eccelle il nome di san Gregorio Magno, il quale si adoperò perché ai nuovi popoli dell’Europa si trasmettesse sia la fede cattolica che i tesori del culto e della cultura accumulati dai Romani nei secoli precedenti. Egli comandò che fosse definita e conservata la forma della sacra Liturgia, riguardante sia il Sacrificio della Messa sia l’Ufficio Divino, nel modo in cui si celebrava nell’Urbe. Promosse con massima cura la diffusione dei monaci e delle monache, che operando sotto la regola di san Benedetto, dovunque unitamente all’annuncio del Vangelo illustrarono con la loro vita la salutare massima della Regola: “Nulla venga preposto all’opera di Dio” (cap. 43). In tal modo la sacra Liturgia celebrata secondo l’uso romano arricchì non solo la fede e la pietà, ma anche la cultura di molte popolazioni. Consta infatti che la liturgia latina della Chiesa nelle varie sue forme, in ogni secolo dell’età cristiana, ha spronato nella vita spirituale numerosi Santi e ha rafforzato tanti popoli nella virtù di religione e ha fecondato la loro pietà. Molti altri Romani Pontefici, nel corso dei secoli, mostrarono particolare sollecitudine a che la sacra Liturgia espletasse in modo più efficace questo compito: tra essi spicca s. Pio V, il quale sorretto da grande zelo pastorale, a seguito dell’esortazione del Concilio di Trento, rinnovò tutto il culto della Chiesa, curò l’edizione dei libri liturgici, emendati e “rinnovati secondo la norma dei Padri” e li diede in uso alla Chiesa latina. Tra i libri liturgici del Rito romano risalta il Messale Romano, che si sviluppò nella città di Roma, e col passare dei secoli a poco a poco prese forme che hanno grande somiglianza con quella vigente nei tempi più recenti. “Fu questo il medesimo obiettivo che seguirono i Romani Pontefici nel corso dei secoli seguenti assicurando l’aggiornamento o definendo i riti e i libri liturgici, e poi, all’inizio di questo secolo, intraprendendo una riforma generale”. Così agirono i nostri Predecessori Clemente VIII, Urbano VIII, san Pio X, Benedetto XV, Pio XII e il B. Giovanni XXIII. Nei tempi più recenti, il Concilio Vaticano II espresse il desiderio che la dovuta rispettosa riverenza nei confronti del culto divino venisse ancora rinnovata e fosse adattata alle necessità della nostra età. Mosso da questo desiderio, il nostro Predecessore, il Sommo Pontefice Paolo VI, nel 1970 per la Chiesa latina approvò i libri liturgici riformati e in parte rinnovati. Essi, tradotti nelle varie lingue del mondo, di buon grado furono accolti da Vescovi, sacerdoti e fedeli. Giovanni Paolo II rivide la terza edizione tipica del Messale Romano. Così i Romani Pontefici hanno operato “perché questa sorta di edificio liturgico [...] apparisse nuovamente splendido per dignità e armonia”. Ma in talune regioni non pochi fedeli aderirono e continuano ad aderire con tanto amore ed affetto alle antecedenti forme liturgiche, le quali avevano imbevuto così profondamente la loro cultura e il loro spirito, che il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, mosso dalla cura pastorale nei confronti di questi fedeli, nell’anno 1984 con lo speciale indulto “Quattuor abhinc annos”, emesso dalla Congregazione per il Culto Divino, concesse la facoltà di usare il Messale Romano edito dal B. Giovanni XXIII nell’anno 1962; nell’anno 1988 poi Giovanni Paolo II di nuovo con la Lettera Apostolica “Ecclesia Dei”, data in forma di Motu proprio, esortò i Vescovi ad usare largamente e generosamente tale facoltà in favore di tutti i fedeli che lo richiedessero. A seguito delle insistenti preghiere di questi fedeli, a lungo soppesate già dal Nostro Predecessore Giovanni Paolo II, e dopo aver ascoltato Noi stessi i Padri Cardinali nel Concistoro tenuto il 22 marzo 2006, avendo riflettuto approfonditamente su ogni aspetto della questione, dopo aver invocato lo Spirito Santo e contando sull’aiuto di Dio, con la presente Lettera Apostolica stabiliamo quanto segue:

Art. 1. Il Messale Romano promulgato da Paolo VI è la espressione ordinaria della “lex orandi” (“legge della preghiera”) della Chiesa cattolica di rito latino. Tuttavia il Messale Romano promulgato da S. Pio V e nuovamente edito dal B. Giovanni XXIII deve venir considerato come espressione straordinaria della stessa “lex orandi” e deve essere tenuto nel debito onore per il suo uso venerabile e antico. Queste due espressioni della “lex orandi” della Chiesa non porteranno in alcun modo a una divisione nella “lex credendi” (“legge della fede”) della Chiesa; sono infatti due usi dell’unico rito romano. Perciò è lecito celebrare il Sacrificio della Messa secondo l’edizione tipica del Messale Romano promulgato dal B. Giovanni XXIII nel 1962 e mai abrogato, come forma straordinaria della Liturgia della Chiesa. Le condizioni per l’uso di questo Messale stabilite dai documenti anteriori “Quattuor abhinc annos” e “Ecclesia Dei”, vengono sostituite come segue:

Art. 2. Nelle Messe celebrate senza il popolo, ogni sacerdote cattolico di rito latino, sia secolare sia religioso, può usare o il Messale Romano edito dal beato Papa Giovanni XXIII nel 1962, oppure il Messale Romano promulgato dal Papa Paolo VI nel 1970, e ciò in qualsiasi giorno, eccettuato il Triduo Sacro. Per tale celebrazione secondo l’uno o l’altro Messale il sacerdote non ha bisogno di alcun permesso, né della Sede Apostolica, né del suo Ordinario.

Art. 3. Le comunità degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica, di diritto sia pontificio sia diocesano, che nella celebrazione conventuale o “comunitaria” nei propri oratori desiderano celebrare la Santa Messa secondo l’edizione del Messale Romano promulgato nel 1962, possono farlo. Se una singola comunità o un intero Istituto o Società vuole compiere tali celebrazioni spesso o abitualmente o permanentemente, la cosa deve essere decisa dai Superiori maggiori a norma del diritto e secondo le leggi e gli statuti particolari.

Art. 4. Alle celebrazioni della Santa Messa di cui sopra all’art. 2, possono essere ammessi – osservate le norme del diritto – anche i fedeli che lo chiedessero di loro spontanea volontà.

Art. 5. § 1. Nelle parrocchie, in cui esiste stabilmente un gruppo di fedeli aderenti alla precedente tradizione liturgica, il parroco accolga volentieri le loro richieste per la celebrazione della Santa Messa secondo il rito del Messale Romano edito nel 1962. Provveda a che il bene di questi fedeli si armonizzi con la cura pastorale ordinaria della parrocchia, sotto la guida del Vescovo a norma del can. 392, evitando la discordia e favorendo l’unità di tutta la Chiesa.

§ 2. La celebrazione secondo il Messale del B. Giovanni XXIII può aver luogo nei giorni feriali; nelle domeniche e nelle festività si può anche avere una celebrazione di tal genere.

§ 3. Per i fedeli e i sacerdoti che lo chiedono, il parroco permetta le celebrazioni in questa forma straordinaria anche in circostanze particolari, come matrimoni, esequie o celebrazioni occasionali, ad esempio pellegrinaggi.

§ 4. I sacerdoti che usano il Messale del B. Giovanni XXIII devono essere idonei e non giuridicamente impediti.

§ 5. Nelle chiese che non sono parrocchiali né conventuali, è compito del Rettore della chiesa concedere la licenza di cui sopra.

Art. 6. Nelle Messe celebrate con il popolo secondo il Messale del B. Giovanni XXIII, le letture possono essere proclamate anche nella lingua vernacola, usando le edizioni riconosciute dalla Sede Apostolica.

Art. 7. Se un gruppo di fedeli laici fra quelli di cui all’art. 5 § 1 non abbia ottenuto soddisfazione alle sue richieste da parte del parroco, ne informi il Vescovo diocesano. Il Vescovo è vivamente pregato di esaudire il loro desiderio. Se egli non può provvedere per tale celebrazione, la cosa venga riferita alla Commissione Pontificia “Ecclesia Dei”.

Art. 8. Il Vescovo, che desidera rispondere a tali richieste di fedeli laici, ma per varie cause è impedito di farlo, può riferire la questione alla Commissione “Ecclesia Dei”, perché gli offra consiglio e aiuto.

Art. 9 § 1. Il parroco, dopo aver considerato tutto attentamente, può anche concedere la licenza di usare il rituale più antico nell’amministrazione dei sacramenti del Battesimo, del Matrimonio, della Penitenza e dell’Unzione degli infermi, se questo consiglia il bene delle anime.

§ 2. Agli Ordinari viene concessa la facoltà di celebrare il sacramento della Confermazione usando il precedente antico Pontificale Romano, qualora questo consigli il bene delle anime.

§ 3. Ai chierici costituiti “in sacris” è lecito usare il Breviario Romano promulgato dal B. Giovanni XXIII nel 1962.

Art. 10. L’Ordinario del luogo, se lo riterrà opportuno, potrà erigere una parrocchia personale a norma del can. 518 per le celebrazioni secondo la forma più antica del rito romano, o nominare un cappellano, osservate le norme del diritto.

Art. 11. La Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”, eretta da Giovanni Paolo II nel 1988, continua ad esercitare il suo compito.

Tale Commissione abbia la forma, i compiti e le norme, che il Romano Pontefice le vorrà attribuire.

Art. 12. La stessa Commissione, oltre alle facoltà di cui già gode, eserciterà l’autorità della Santa Sede vigilando sulla osservanza e l’applicazione di queste disposizioni.

Tutto ciò che da Noi è stato stabilito con questa Lettera Apostolica data a modo di Motu proprio, ordiniamo che sia considerato come “stabilito e decretato” e da osservare dal giorno 14 settembre di quest’anno, festa dell’Esaltazione della Santa Croce, nonostante tutto ciò che possa esservi in contrario.

[Modificato da Enricus IX 07/07/2007 14.19]

Eruner
00sabato 7 luglio 2007 14:42
2) Una cosa è la tolleranza, un'altra cosa è dar ragione. Soprattutto, tolleranza verso le altre religioni, non verso le eresie. Ha essenzialmente lo stesso valore dell'eresia catara, valdese etc. Ricordiamo che è nata da uno scisma, dal momento che Lutero, originariamente cattolico, si pose fuori dalla Chiesa beccandosi comunque una scomunica Latae Sententiae per eresia, apostasia e scisma. Non mi pare un buon curriculum ed un esempio al quale affidarsi


L'ho letto solo ora... Scusa, Gesu com'era visto alla sua epoca? E i cristinani? Ribelli e sobillatori.
Beh, allora questo sì che è un gran curriculum! [SM=x92712]
Sei come al solito chiuso. Il cristianesimo prende quasi ogni sua base dall'ebraismo e se vogliamo essere pignoli, è anch'esso, o almeno lo era, un'eresia. Che poi secondo l'anzianità dell'eresia stessa, essa diventi alla fine una religione, beh, questa non la sapevo! Quindi non criticare loro, criticheresti te stesso, o perlomeno i tuoi antenati... Che poi ora sia molto complesso, articolato, e via cantando, beh, grazie al c! Loro ci sono da + o - 500 anni, voi da 2000...

[Modificato da Eruner 09/07/2007 12.36]

Enricus IX
00sabato 7 luglio 2007 14:55
Re:

Scritto da: Eruner 07/07/2007 14.42
L'ho letto solo ora... Scusa, Gesu com'era visto alla sua epoca? E i cristinani? Ribelli e sobillatori.
Beh, allora questo sì che è un gran curriculum! [SM=x92712]
Sei come al solito chiuso. Il cristianesimo prende quasi ogni sua abse dall'ebraismo e se vogliamo esere pignoli, è anch'esso, o almeno lo era. Che poi secondo l'anzianità dell'eresia essa diventi alla fine una religione, beh, questa non la sapevo! Quindi non criticare loro, criticheresti te stesso, o perlomeno i tuoi antenati... Che poi ora sia molto complesso, articolato, e via cantando, beh, grazie al c! Loro ci sono da + o - 500 anni, voi da 2000...

[Modificato da Eruner 07/07/2007 14.45]




C'è ancora il Papa? - Così domandava a Tromsoè, nella Norvegia, un luterano a Mons. Falizze, Vicario Apostolico, quando questi vi si potè stabilire. Alla risposta affermativa, il luterano chiese d'essere istruito nella fede cattolica volendo abbracciarla, poichè, diceva, Lutero, il nostro riformatore, affermò che sarebbe stato lui la morte del Papa. Ora, se c'è ancora il papa, Lutero o ha mentito o non era un uomo mandato da Dio per riformare la Chiesa, e non merita di essere seguito.





In Breton, piccola città del Basso Palatinato, si trovava colpita da mortale malattia una donna già inoltrata negli anni, la madre di Melantone, primo discepolo di Lutero. Atterrita da spaventosa visione, ella spalancava gli occhi e li girava intorno irrequieta, e, oppressa da crudelissimo affanno, sospirava. Melantone, le rivolse parole di conforto. Infine ella, facendo un vigoroso sforzo e fissando pietosamente Melantone: "Ah! dimmi, esclamò, dimmi, te ne scongiuro, in qual fede debbo marire per essere salva? Figlio mio, non tacermi la verità; nè sia che per colpa tua, che tua madre debba andar perduta....!". Melantone allora: "Ah! madre, disse, la dottrina della Riforma è più comoda per vivere, ma quella della religione cattolica è più sicura per morire".

[Modificato da Enricus IX 07/07/2007 14.55]

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