"Arma Virumque cano Troiae qui primus ab oris
Italiam fato profugus Laviniaque venit..."
(Canto le armi e l'uomo che per primo dalle coste di Troia
giunse in italia profugo del fato e ai lidi Lavinii...)
Così esordì un tale di nome Virgilio mutuando lo schema del famosissimo proemio Omerico:
"Menin Aeide, thea, Peleiadeo Achileus
oulomenen e myri Acaiois alghe eteke
pollas d'iftymous psycas aidi proiapsen eroon
aoutous d'eloria teuche kynessin
oionoisi te pasi dios d'eteleieto buole
ex ou de ta prota diasteten erisantes
Atreides te anax andron kai dios Achilleus"
(scusate la trascrizione pessima ma non potendo usare l'alfabeto greco non potevo far di meglio... scusate anche l'assenza di traduzione, ma credo che tutti conosciate il proemio dell'iliade
)
Non so nemmeno perchè ho fatto tutto sto macello, fatto sta che se si inizia a scrivere un'opera del genere l'apprezzo
Scherzi a parte, Khelfin è una cosa complicata, molto... ma... hai deciso di scrivere pure in versi ben scansionati metricamente? Se si mi auguro che userai l'esametro, schema metrico epico per eccellenza!
P.S. Se qualcuno mi da del pazzo ha perfettamente ragione
[Modificato da Enricus IX 08/12/2004 11.12]