Si convincerà da solo! E poi, scusa, il racconto è tuo, convincilo tu!!
A me non pare affatto strano, è come una classe di prestigio e una classe ordinaria di D&D. Le prime sono più forti e con poteri più efficaci in ogni caso. E' una differenza intrinseca, diciamo un potere aggiunto.
Se vogliamo rendere la faccenda più complessa, si potrebbe fare un ragionamento simile a quello fatto una volta da Gianlù, parlando di una mia "Imposizione delle Mani": i paladini della gilda che sono Vassalli guerrieri, a veder la classe, sono meno efficaci del mio pg nelle abilità proprie del ramo (tipo Jekyll), però a vedere il livello, o se preferite, la potenza, lo mazzuolano come un tamburo. E' un discorso di potere puro contro efficacia nel suo utilizzo.
Lord Ailnur ha più potere del mio pg, ma diciamo è meno abile nell'utilizzarlo. In soldoni, magari tira una spadata e tronca a metà una torre, ma forse lo fa con meno tecnica di come lo farebbe Eruner. Come dire che è più forte, ma riesce a sfruttare questa forza al 70%, mentre Eruner è molto meno prestante, ma la sua forza la usa al 100%, avvicinando le due situazioni. Sono ovviamente percentuali casuali e poste ai fini della spiegazione. Questo porta però a considerare sia gli Aspiranti sia i Vassalli, come dotati di una potenza comune "di classe", una forza spirituale, la cui conoscenza vanno via via affinando, per mezzo di allenamenti, quest, storie e chi più ne ha, più ne metta e che li rende "superiori" rispetto agli altri. Non è un'idea balzana, però pone delle questioni sul piano logico-strutturale.
Il fatto è che un tempo simili problemi non sussistevano, essendo che giunti a 100 VP si diveniva automaticamente Vassalli. Visto il mutare della situazione, bisognerebbe rispecificare un pochetto la questione e razionalizzarla con una motivazione leggermente più profonda di "E' un Vassallo, fine della questione".